Menu principale

Dante aveva un cognome?

Aperto da Eutidemo, 28 Dicembre 2022, 12:18:46 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Eutidemo

Per prima cosa occorre premettere che si tratta di una questione molto controversa, perchè i "genitivi singolari" latineggianti della "prima declinazione", che si usavano nel medioevo, equivalevano ai corrispondenti "plurali nominativi"; ad esempio, il genitivo singolare di "lupus" era "lupi", che risulta identico al suo plurale nominativo "lupi".
Per cui, "Alighieri" poteva essere tanto un "patronimico" singolare genitivo (figlio di Alighiero), quanto un "cognome" (cioè, appartenente alla famiglia Alighieri).
***
Però, a parte il fatto che Dante era effettivamente figlio di un tizio di nome Alighiero, rifacendoci agli atti notarili che li hanno cointeressati, sembra che anche tutti i suoi ascendenti prossimi usassero un "patronimico", invece di un "cognome".
***
Ed infatti:
a)
Nel 1254, il padre di Dante, di nome, appunto, Alighiero, in qualità di procuratore dei monaci di Fucecchio, viene identificato in atti non con un "cognome", bensì col suo personale "patronimico" (della seconda declinazione"); cioè, non Alighiero Alighieri, bensì Alighiero Bellincionis, perchè suo padre si chiamava, appunto, Bellincione (in latino, Bellincio, Bellincionis).
E, quindi, Alighiero viene identificato in atti  come "figlio di Bellincione".
b)
Nel 1240, in qualità di testimone del podestà di Firenze, lo stesso Bellincione viene a sua volta identificato in atti non con un "cognome", bensì anche lui, a sua volta, col suo "patronimico" (della prima declinazione); Bellincione Alachieri, perchè suo padre si chiamava appunto Alachiero.
E suo figlio Alighiero, con una leggera deformazione del nome, rinnovò quello del nonno.
***
Per cui, almeno secondo me, quello di Dante ("Alighieri") era solo un "patronimico", e non un "cognome"; solo più tardi divenne un cognome.
***
Premesso quanto sopra, però, ritengo doveroso ricordare che nel suo bellissimo libro su Dante (che sto leggendo proprio in questi giorni), il bravissimo storico Alessandro Barbero sostiene una tesi completamente opposta alla mia; e, cioè, che , quello di Dante ("Alighieri") era un vero "cognome" e non un mero "patronimico".
Il fatto che il padre si chiamasse, per caso, proprio Alighiero, per Barbero è stata solo una coincidenza!
***
Poichè Alessandro Barbero è uno degli storici che stimo, ammiro e rispetto di più, molto probabilmente ha ragione lui; il quale, al riguardo, fa un ragionamento molto complesso ed articolato (anche se a me non convince per niente).
***
Ad esempio, riguardo al mio ragionamento, lui eccepisce quanto segue:
***
Ma, secondo me, è un'eccezione che non regge, perchè, sia nell'"italiano medievale", sia nelle "lingue moderne" le quali continuano ad usare il "patronimico", questo permane invariato anche quando il padre è defunto (vedi Rada Krusciova, figlia di Krusciov).
Peraltro, negli atti notarili medievali solo raramente il "patronimico" genitivo variava, con l'aggiunta del "fu" alla morte dell'ascendente; semmai questo è un uso invalso molto più tardi, quando ormai tutti gli italiani avevano già il loro cognome (circa dal 600'/ '700 in poi).
Ed infatti, soprattutto nel caso di nomi e cognomi molto comuni, i notai più scrupolosi precisavano: "Mario Rossi di Giovanni" (se Giovanni era ancora vivo), ovvero "Mario Rossi del fu Giovanni" (se Giovanni era morto).
***
Per concludere, però, prima di decidere a chi dar retta, vi suggerisco di leggere per esteso le argomentazioni di Alessandro Barbero, acquistando il suo libro; il quale, a prescindere dalla questione in esame, è scritto con incomparabile maestria, e con uno stile letterario estremamente accattivante!
Vale la pena leggerselo, credetemi!
***