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Scienza e politica

Aperto da Jacopus, 29 Gennaio 2020, 19:22:13 PM

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Jacopus

C'è un nesso fra scienza moderna (ovvero quella che va da Galilei ad oggi) e politica e se c'è, è un collegamento che ha peggiorato lo statuto della politica rispetto a quella degli antichi oppure lo ha migliorato?
La scienza è l'attuale modello della conoscenza, avendo surclassato altri modelli alternativi come la filosofia o la religione. E pertanto come modello è stato spesso considerato trasferibile in qualche modo all'arte politica. La tecnologia, se non la scienza, ha avuto un posto importante fra gli idoli degli stati totalitari del XX secolo. La scienza in qualche modo è sempre alla ricerca di una verità "oggettiva", unica, misurabile. Questa impostazione potrebbe essere antagonista ad un valore tipico della democrazia moderna, il pluralismo, la libertà di opinioni.
Inoltre la scienza sembra imporre un nuovo decalogo di regole "giuste" che rende gli uomini uguali e "pecoroni".
Kant, nel suo famoso saggio "Was ist Aufklarung" ad un certo punto dice "Se ho un libro che pensa per me, un medico che decide per me sulla dieta che mi conviene, io non ho più bisogno di darmi del pensiero per me. Purchè sia in grado di pagare, non ho più bisogno di pensare". La supremazia della scienza si scontra anche con la concezione rousseauiana, secondo la quale ognuno deve essere in grado di decidere su ogni questione, senza doversi riferire a degli "esperti".
D'altro lato il regime democratico liberale abbatte l'ancien regime in concomitanza con il successo su larga scala della scienza e delle sue applicazioni e quindi, tranne che optando per una valutazione totalitaria della stessa democrazia moderna, la scienza ha anche liberato le menti ed ha offerto nuove ipotesi per la regolazione del conflitto politico.
La situazione attuale, in merito a questo nesso, è riassumibile anche attraverso uno schema che riguarda il rapporto fra "sapere" e "politica".
Ad un lato dello schieramento vi è "L'Asofocrazia", la democrazia degli uomini comuni, che non ritengono la conoscenza un criterio per governare. Un sistema politico fondato solo sui voti raccolti dai candidati, indipendentemente dalla loro competenza. Anzi,  l'assenza di competenza diventa il fattore fondamentale per creare una classe politica proveniente dalla gente comune, scardinando le cosiddette cricche politiche autoreferenziali.
Dall'altro lato del problema vi è "La Tecnocrazia". La conoscenza e il sapere che governano la politica guardando ad essa come un meccanismo da far funzionare, indipendentemente dai desideri dei governati, in un'ottica che potremmo definire di neo-paternalismo.
Tra questi due mostri, fra Scilla e Cariddi, secondo voi, che ruolo deve rivestire la scienza, ammesso che ne debba rivestire uno?
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

#1
Salve jacopus. Argomento assai fecondo, quello che ci proponi. Un paio di osservazioni preliminari : citandoti : "La tecnologia, se non la scienza, ha avuto un posto importante fra gli idoli degli stati totalitari del XX secolo".
Io ribalterei l'ordine d'importanza tra tecnologia (effetto largamente consequenziale) e scienza (causa e fonte di nuove tecnologie). In particolare possiamo notare quanto accaduto in un regime totalitario che privilegiava ampiamente scienza e scientismo ma che si è praticamente liquefatto per relativa arretratezza tecnologica (ex URSS, se non lo si è capito).

Poi : "Un sistema politico fondato solo sui voti raccolti dai candidati, indipendentemente dalla loro competenza. Anzi,  l'assenza di competenza diventa il fattore fondamentale per creare una classe politica proveniente dalla gente comune, scardinando le cosiddette cricche politiche autoreferenziali".
Se i candidati non fanno campagna elettorale vantando le loro presunte competenze ed intenzioni (le competenze un poco poi si possono comprovare, le intenzioni no!) sarà dura trovare chi li voti. Tanto varrebbe estrarli a sorte, sistema estremamemente aleatorio e del tutto ripugnante a chi ama la democrazia ,,,,,,, proprio perchè sarebbe il più impersonalmente democratico che si possa escogitare !

Non parliamo poi della tecnocrazia, scelta che dovrebbe andar benissimo per AMMINISTRARE (certo non in Italia, ma questo diventerebbe un discorso troppo specifico ed antipatriottico) ma che fa a pugni con il FAR POLITICA, che significa fare ciò che gli elettori democraticamente (quindi da sciocchi incompetenti) vorrebbero, o - nei più cinici ma più probabili e realistici dei casi - riuscire a far credere agli elettori che si sta facendo il loro interesse o che prima o poi lo si farà.

L'unica soluzione sarebbe eleggere un mix di politici e tecnocrati all'interno di regole che garantiscano un costante ed implacabile controllo popolare. Ma a ciò occorrerebbe aggiungere un popolo socialmente, democraticamente, culturalmente assai maturo. Infatti di Svizzere ce n'è una sola (scelte importanti solo referendarie etc.), poi ci sono altri otto o nove Paesi al mondo che se la cavano........................

Poveri noi !! Sarà un caso, ma Scilla e Cariddi stanno in Italia, ed a noi non resterà che cercare di non annegare nella traversata.......... che scienza e tecnologia potrebbero agevolare grazie a salvagente equipaggiati con GPS (Grandi Politiche di Salvataggio)................altro che trascorsi fasti da Impero Romano o da quarta-quinta Potenza economica del Primo Mondo !. Saluti ed auguri.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

#2
Buonasera Viator. Altro duello. Qui magari è più difficile. Siamo più sul tecnico.
CitazioneIo ribalterei l'ordine d'importanza tra tecnologia (effetto largamente consequenziale) e scienza (causa e fonte di nuove tecnologie). In particolare possiamo notare quanto accaduto in un regime totalitario che privilegiava ampiamente scienza e scientismo ma che si è praticamente liquefatto per relativa arretratezza tecnologica (ex URSS, se non lo si è capito).
Ho preferito anteporre la tecnologia alla scienza perchè ciò che interessava ai totalitarismi era il risultato, l'applicazione della scienza agli scopi materiali della guerra o dello sfruttamento intensivo. La tecnologia è l'aspetto pratico della scienza, mentre quest'ultima, dall'alto della sua cattedra, ha qualche carta in più per domandarsi cosa sta facendo. E domande di questo genere non sono gradite nei sistemi totalitari.
CitazioneTanto varrebbe estrarli a sorte, sistema estremamemente aleatorio e del tutto ripugnante a chi ama la democrazia ,,,,,,, proprio perchè sarebbe il più impersonalmente democratico che si possa escogitare !
Eppure proprio questo sistema è stato propugnato oltre che da un comico mio conterraneo (purtroppo), anche da Rousseau e da Aristotele.
CitazioneL'unica soluzione sarebbe eleggere un mix di politici e tecnocrati all'interno di regole che garantiscano un costante ed implacabile controllo popolare. Ma a ciò occorrerebbe aggiungere un popolo socialmente, democraticamente, culturalmente assai maturo.
Esattamente. Questo è secondo me uno dei punti fondamentali ed assai carente in Italia. La percentuale di analfabeti funzionali in Italia è la più alta europea. Ci battono solo i Romeni in questa poco edificante graduatoria. Laureati, nella fascia 15-64 anni, in Europa la media è del 27 per cento, in Italia siamo al 16. Per non parlare della Svizzera dove i laureati sono addirittura il 41 per cento della popolazione adulta.
Altra classifica poco edificante riguarda la lettura dei libri. Solo una persona su tre legge un libro all'anno (o più) al nord, al di fuori degli obblighi di lavoro/scolastici. Al Sud una persona su quattro. E sto parlando di un libro all'anno. Non di un libro al mese.
Inoltre la cultura che viene diffusa in Italia è particolarmente paludata e vetusta. Si preferisce lo studio delle materie umanistiche e solo ultimamente, a causa delle modifiche del mondo del lavoro, questa preferenza sta cambiando. Insomma penso che questo sia uno snodo fondamentale, che forse non ha attinenza con la scienza in sè, ma con la diffusione della cultura in modo più omogeneo e capillare. Azione che si può realizzare ridando importanza e dignità allo studio, alle scuole e agli insegnanti di ogni ordine e grado.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

#3
Possibilmente nessuna delle due, visto che si tratta di due distopie. Credo che quando una persona tenta di approcciarsi ad un problema complesso dall'esterno cerca instintivamente di semplificarlo (recentemente si è parlato di euristica e bias) diversamente si comporta chi approccia il problema da vicino alla ricerca della sua soluzione tende ad approfondirlo per meglio risolverlo. Allo stesso tempo chi non detiene il potere tenta di accaparasserlo, e chi detiene il potere tende a tenerselo, i primi hanno bisogno di semplificare, i secondi di complicare. L'assimetria informativa è uno strumento per limitare l'accesso al potere, il buon vecchio latinorum..
Se quello che ho detto è corretto - seppur espresso in maniera sbrigativa per non tediare - significa che ci troviamo di fronte a due forze che vanno normalmente in direzione opposta a patto che non siano costrette da qualche sistema al dialogo, nei regimi democratici questo sistema è  anche detto "elezioni", dove chi ha il compito di risolvere i problemi è costretto a proporli attraverso formule linguistiche comprensibili alla maggior parte di persone possibile, e dove chi ha il compito di scegliere le migliori soluzioni dovrebbe anche avere il compito di istruirsi per migliorare l'accuratezza del proprio compasso politico. Attraverso le elezioni e il dibattito politico, la necessità reciproca che si viene instaurare tra chi detiene il potere e chi lo legittima, fa sì che questa tensione continua non vada a derivare in una delle crazie che hai sopra menzionato.
L'esempio dell'EU è scolastico in questo caso. Essendo che si tratta fondamentalmente di un potere costituito in un modo tale da rendere completamente ininfluente qualsiasi elezione (il parlamento ha solo funzione consultiva) e dove non esiste nessun dialogo politico nemmeno durante le siffatte finte elezioni,  da una parte nel palazzo si è costituita una tecnocrazia autoreferenziale, dall'altra è sbucato "populismo" in ogni singola nazione. Non serve uno scienziato per capire che un sistema siffatto tende alla polarizzazione.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Ciao Jacopus, non condivido la tua visione sul rapporto preminente della scienza. La scienza ha sicuramente un ruolo importante nello stabilire come stanno le cose ma non ha ruolo nella definizione dei fini sociali.
Il problema, però, è che quella che tu definisci Asofocrazia, e che io più semplicemente definirei demagogia mette in discussione proprio questo ruolo della scienza. A ragione, i demagoghi mettono in discussione il ruolo della conoscenza, perché la conoscenza falsifica le loro rappresentazioni ideali della realtà. Non resta che aspettare che sia la realtà stessa a spiegare al popolo la falsità delle rappresentazioni demagogiche.

anthonyi

Citazione di: InVerno il 29 Gennaio 2020, 22:20:10 PM


L'esempio dell'EU è scolastico in questo caso. Essendo che si tratta fondamentalmente di un potere costituito in un modo tale da rendere completamente ininfluente qualsiasi elezione (il parlamento ha solo funzione consultiva) e dove non esiste nessun dialogo politico nemmeno durante le siffatte finte elezioni,  da una parte nel palazzo si è costituita una tecnocrazia autoreferenziale, dall'altra è sbucato "populismo" in ogni singola nazione. Non serve uno scienziato per capire che un sistema siffatto tende alla polarizzazione.

Ciao inverno, lo scarso peso del parlamento europeo non nasce certo da un superamento dei principi democratici, ma dal fatto che nella EU ci sono i governi dei rispettivi stati che hanno un peso politico determinante, e non mi risulta che questi governi siano eletti senza regole democratiche.
L'idea, poi, che nel palazzo ci sia una tecnocrazia autoreferenziale è un'interpretazione strettamente populista, la nomina dei tecnici EU segue criteri sicuramente complessi, ma per nulla autoreferenziali, che combinano la competenza con la valutazione politica.

Il conflitto populisti-tecnici UE nasce dal fatto che i tecnici UE sono dei giudici che devono appunto giudicare l'operato dei singoli governi che non rispettano le regole, mentre i populisti non accettano l'idea di essere sottomessi a dette regole, d'altronde perché meravigliarsi, anche negli ambienti della criminalità i magistrati non sono certo la categoria più amata.
Un saluto

paul11

Galileo è solo la punta di un iceberg di una cultura che fu premessa all'umanesimo, il naturalismo.
Lo si vede nell'arte rinascimentale, lo si legge nelle indagini sulla natura.
Per una nuova epoca c'è una premessa di dissoluzione della precedente, nei costumi e nella cultura e la nascita su nuovi archetipi.

Il passaggio, anche nelle università, dalla filosofia politica alle scienze politiche avviene con la cultura anglostatunitense.
La filosofia politica ha una visione che lo scienziato politico contemporaneo può scartare.
La filosofia politica è cultura, la scienza politica è tattica e strategia del consenso.
Le scienze politiche sono ormai compromesse con il marketing, opinionismo, "auditel" della politica (Berlusconi ne è stato artefice). Il politico fuoriuscito dalle scienze politiche è un imbonitore di masse, che populisticamente finge di correre dietro ai bisogni di queste, ma in realtà pensa ai fatti suoi e al ceto di cui fa parte(che non è certo popolare).

Tempo fa mi presi la briga di studiare "la negoziazione" dal MIT, la famosa università USA.
Il sunto è come si gioca a poker, il presumere che carte hanno in mano gli avversari ,se val la pena bluffare, se rilanciare, se passare la mano. Il punto è quanto conosciamo degli altri per poterne prendere decisioni. E quando si decide si è cinici, questo ha sancito la scienza, come un medico non deve costruire empatie, l'oggettività di una malattia prescinde dal paziente, La scienza dividendo il soggetto dall'oggetto, l'osservato dall'osservatore, la mente dal cervello, ha sterilizzato il sentimento pensandolo come elemento di disturbo nella decisione. E'la famosa "catena di comando" militare che presume che chi prende decisioni importanti lo faccia ...."scientificamente".

Chi prende decisioni non è necessario che sia competente, ma ha sotto di sé i tecnocrati.
Chi comanda oggi in politica è nello stesso schema di un consiglio di amministrazione di un'azienda privata, con amministratore delegato (CEO) che decide la linea strategica(come il capo di un partito o di un governo) e con sistemi di consulenza aziendali e personali e un "cruscotto" dove vi sono gli indicatori di performance, indicatori statistici, che coadiuvano le decisioni.

Siamo lontani dallo scritto di Platone "Alcibiade", dove Socrate chiede incessantemente al futuro regnante di Atene, in età giovanile, se fosse all'altezza di prendere decisioni in base a competenze, chiedendosi cosa fosse la giustizia, l'utilità, il bisogno di un popolo, quando e perché entrare in guerra, o avere buone rapporti di vicinato. Non siamo più in quella cultura e non perché là c'erano templi e oggi grattacieli e supermercati, ma perché i concetti intrinseci e impliciti nel "buon governo"del popolo sono stati elusi, non superati.

viator

Salve Anthonyi. Citandoti : "Non resta che aspettare che sia la realtà stessa a spiegare al popolo la falsità delle rappresentazioni demagogiche".
Immarcescibilmente ottimista, vero ? Quando una società diventa troppo complessa e numerosa, la realtà complessiva si allontana sempre più dalla percezione dei singoli. E' per questo che appunto venne inventata la "democrazia formale" che oggi imperversa e che richiede che tra gli elettori e la realtà venga frapposto un tramite, cioè i cosiddetti "rappresentanti del popolo". I quali svolgono, in tale ruolo, la stessa funzione svolta dai giornalisti nel confronti della cominicazione. Passano al popolo solo ciò che conviene a loro.

Noi siamo "informati" da cosa ? Da televisione e giornali, gestiti entrambi da giornalisti (La "rete" per il momento la lascio da parte).

Io sono solito definire il giornalista come "quel professionista della comunicazione la cui capacità e volontà di informare è esattamente pari alla capacità e volontà di deformare, di omettere, o di mentire".
Identico è il ruolo dei rappresentanti del popolo e dei governanti, sempre ed ovunque.

Mi raccomando, vero !? Sediamoci ed aspettiamo che la realtà si mostri al popolo !. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

#8
Citazione di: anthonyi il 30 Gennaio 2020, 07:46:23 AMCiao inverno, lo scarso peso del parlamento europeo non nasce certo da un superamento dei principi democratici, ma dal fatto che nella EU ci sono i governi dei rispettivi stati che hanno un peso politico determinante, e non mi risulta che questi governi siano eletti senza regole democratiche.
L'idea, poi, che nel palazzo ci sia una tecnocrazia autoreferenziale è un'interpretazione strettamente populista, la nomina dei tecnici EU segue criteri sicuramente complessi, ma per nulla autoreferenziali, che combinano la competenza con la valutazione politica.

Il conflitto populisti-tecnici UE nasce dal fatto che i tecnici UE sono dei giudici che devono appunto giudicare l'operato dei singoli governi che non rispettano le regole, mentre i populisti non accettano l'idea di essere sottomessi a dette regole, d'altronde perché meravigliarsi, anche negli ambienti della criminalità i magistrati non sono certo la categoria più amata.
Un saluto
Inizialmente le università consistevano in contratti tra un gruppo di persone che volevano imparare e uno che gli doveva insegnare. Il vantaggio era quello che se la maggioranza del gruppo contraente pensava che il professore fosse un cretino, stracciavano il contratto e lo mandavano a fare l'imbianchino. Poi la cosa è stata statalizzata, e sono arrivati i professori che parlavano in aramaico, quelli che leggevano il giornale, quelli coi parenti, e ai bassi risultati scolastici davano la colpa alla stupidità degli studenti. Ovviamente gli studenti stupidi esistono, ma quando sono la maggioranza di una classe, e sono stupidi tutti gli anni, qualcosa forse non va. Oggi le università forniscono dei test anonimi dove gli studenti possono segnalare la presenza di professori un pò troppo "autoreferenziali", perchè si sono accorti che bisogna stabilire un nesso di mutua necessità.
Questo non accade in Eu, visto che nemmeno tramite gli opuscoli anonimi le persone possono valutare l'operato di chi li governa (o "giudica" come dici tu). I giudici per giudicare usano leggi fatte dal parlamento, non da se stessi, anche se qualcuno potrebbe obbiettare che forse dei magistrati le scriverebbero meglio dei parlamentari, esistoni principi che ci dicono che se i giudici si scrivessero le leggi da soli la baracca farebbe patatrack..
La teoria che i populisti e gli studenti sono tutti stupidi è una teoria interessante, uno si può mettere l'anima in pace credendoci, salvo poi che la realtà non ti sbatta in faccia. E a giudicare da come è andata l'EU negli ultimi dieci anni, quelli che hanno preso la realtà in faccia non sono i populisti,  che sono in crescita ovunque e stanno diversificando la loro offerta politica tra il neofascismo e il neomarxismo, ma quelli che proprio oggi "celebrano" la Brexit come coronamento di grandi risultati europei. In meno di vent'anni uno dei "BIG4" si è già dato alla macchia, chissa cosa aspettarsi nei prossimi. Si lo so, chissa quanto pagheranno gli inglesi la Brexit.. ma non si vince delle sconfitte altrui, la Brexit è una cannonata nella struttura e nelle prospettiva dell'EU, e possibilmente il primo pezzo di un domino.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: viator il 30 Gennaio 2020, 12:00:55 PM
Salve Anthonyi. Citandoti : "Non resta che aspettare che sia la realtà stessa a spiegare al popolo la falsità delle rappresentazioni demagogiche".
Immarcescibilmente ottimista, vero ? Quando una società diventa troppo complessa e numerosa, la realtà complessiva si allontana sempre più dalla percezione dei singoli. E' per questo che appunto venne inventata la "democrazia formale" che oggi imperversa e che richiede che tra gli elettori e la realtà venga frapposto un tramite, cioè i cosiddetti "rappresentanti del popolo". I quali svolgono, in tale ruolo, la stessa funzione svolta dai giornalisti nel confronti della cominicazione. Passano al popolo solo ciò che conviene a loro.

Noi siamo "informati" da cosa ? Da televisione e giornali, gestiti entrambi da giornalisti (La "rete" per il momento la lascio da parte).

Io sono solito definire il giornalista come "quel professionista della comunicazione la cui capacità e volontà di informare è esattamente pari alla capacità e volontà di deformare, di omettere, o di mentire".
Identico è il ruolo dei rappresentanti del popolo e dei governanti, sempre ed ovunque.

Mi raccomando, vero !? Sediamoci ed aspettiamo che la realtà si mostri al popolo !. Saluti.
Ciao viator, l'idea che sia la realtà a spiegare al popolo non è per nulla ottimista. L'ottimista è il populista che dice che produrrà benessere economico lanciando dall'elicottero banconote con impressa la sua immagine. La realtà consiste nella scoperta, da parte del popolo, che quelle banconote sono carta straccia o quasi.

anthonyi

Citazione di: InVerno il 30 Gennaio 2020, 13:37:54 PM
Citazione di: anthonyi il 30 Gennaio 2020, 07:46:23 AMCiao inverno, lo scarso peso del parlamento europeo non nasce certo da un superamento dei principi democratici, ma dal fatto che nella EU ci sono i governi dei rispettivi stati che hanno un peso politico determinante, e non mi risulta che questi governi siano eletti senza regole democratiche.
L'idea, poi, che nel palazzo ci sia una tecnocrazia autoreferenziale è un'interpretazione strettamente populista, la nomina dei tecnici EU segue criteri sicuramente complessi, ma per nulla autoreferenziali, che combinano la competenza con la valutazione politica.

Il conflitto populisti-tecnici UE nasce dal fatto che i tecnici UE sono dei giudici che devono appunto giudicare l'operato dei singoli governi che non rispettano le regole, mentre i populisti non accettano l'idea di essere sottomessi a dette regole, d'altronde perché meravigliarsi, anche negli ambienti della criminalità i magistrati non sono certo la categoria più amata.
Un saluto
Inizialmente le università consistevano in contratti tra un gruppo di persone che volevano imparare e uno che gli doveva insegnare. Il vantaggio era quello che se la maggioranza del gruppo contraente pensava che il professore fosse un cretino, stracciavano il contratto e lo mandavano a fare l'imbianchino. Poi la cosa è stata statalizzata, e sono arrivati i professori che parlavano in aramaico, quelli che leggevano il giornale, quelli coi parenti, e ai bassi risultati scolastici davano la colpa alla stupidità degli studenti. Ovviamente gli studenti stupidi esistono, ma quando sono la maggioranza di una classe, e sono stupidi tutti gli anni, qualcosa forse non va. Oggi le università forniscono dei test anonimi dove gli studenti possono segnalare la presenza di professori un pò troppo "autoreferenziali", perchè si sono accorti che bisogna stabilire un nesso di mutua necessità.
Questo non accade in Eu, visto che nemmeno tramite gli opuscoli anonimi le persone possono valutare l'operato di chi li governa (o "giudica" come dici tu). I giudici per giudicare usano leggi fatte dal parlamento, non da se stessi, anche se qualcuno potrebbe obbiettare che forse dei magistrati le scriverebbero meglio dei parlamentari, esistoni principi che ci dicono che se i giudici si scrivessero le leggi da soli la baracca farebbe patatrack..
La teoria che i populisti e gli studenti sono tutti stupidi è una teoria interessante, uno si può mettere l'anima in pace credendoci, salvo poi che la realtà non ti sbatta in faccia. E a giudicare da come è andata l'EU negli ultimi dieci anni, quelli che hanno preso la realtà in faccia non sono i populisti,  che sono in crescita ovunque e stanno diversificando la loro offerta politica tra il neofascismo e il neomarxismo, ma quelli che proprio oggi "celebrano" la Brexit come coronamento di grandi risultati europei. In meno di vent'anni uno dei "BIG4" si è già dato alla macchia, chissa cosa aspettarsi nei prossimi. Si lo so, chissa quanto pagheranno gli inglesi la Brexit.. ma non si vince delle sconfitte altrui, la Brexit è una cannonata nella struttura e nelle prospettiva dell'EU, e possibilmente il primo pezzo di un domino.
Inverno, perché tanto pessimismo strumentale. Tu confondi regole e sistemi per arrivare a sostenere la tua tesi negativa. Le vittorie politiche dei populisti non sono la realtà, la realtà è quello che succede dopo che le loro ricette politiche sono entrate in azione. In UK se ne sono già accorti, è aumentato il prezzo di tanti generi di largo consumo, ma non sono aumentati i salari.
Le funzioni della gran parte delle istituzioni UE sono soprattutto funzioni di controllo, e per questo potrebbero andar bene anche degli ottimi magistrati, anche se, in tutte queste istituzioni ci sono rappresentanti nominati da corpi politici a base democratica, in realtà c'è un eccesso di democrazia, e questo limita la capacità di prendere scelte. Il problema è che queste scelte vengono da persone competenti, e sono fatte per essere comprese da persone competenti, e questo crea problemi soprattutto in Italia.
Salvini ha gioco facile a promettere ai pescatori di Goro che abolirà le limitazioni sulla pesca, loro sono tutti contenti perchè pensano che così pescheranno di più, e questo sarà vero, ma solo il primo anno, dopodichè non pescheranno più nulla, questa è la realtà.
Un saluto

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 30 Gennaio 2020, 07:46:23 AM
Il conflitto populisti-tecnici UE nasce dal fatto che i tecnici UE sono dei giudici che devono appunto giudicare l'operato dei singoli governi che non rispettano le regole, mentre i populisti non accettano l'idea di essere sottomessi a dette regole, d'altronde perché meravigliarsi, anche negli ambienti della criminalità i magistrati non sono certo la categoria più amata.
Un saluto

Il conflitto tra popolo e UE nasce dal fatto che i tecnocrati UE sono coloro che una terminologia classica definiva "agenti del capitale". Il fallimento dell'UE non è quello che pensa Liliana Segre. Quell'UE è esistita solo nei sogni dei sognatori. L'UE reale è una multinazionale capitalistica ("lo stato delle multinazionali" di classica memoria) che vede come fumo negli occhi le politiche sociali e tutto ciò che si opponga al dogma economico liberista.

Questo il popolo europeo l'ha capito e contraccambia facendosi populista antieuropeo. Fenomeno che, dato che i tecnocrati non li schiodi neanche col tritolo e presidiano agguerriti più che mai la funzione che il Capitale loro (at)(re)tribuisce, penso avrà un trend di crescita.

Qui l'unica scienza (economica) che si vede è quella che classicamente si definiva "scienza del capitale".
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 30 Gennaio 2020, 19:07:15 PM
Citazione di: anthonyi il 30 Gennaio 2020, 07:46:23 AM
Il conflitto populisti-tecnici UE nasce dal fatto che i tecnici UE sono dei giudici che devono appunto giudicare l'operato dei singoli governi che non rispettano le regole, mentre i populisti non accettano l'idea di essere sottomessi a dette regole, d'altronde perché meravigliarsi, anche negli ambienti della criminalità i magistrati non sono certo la categoria più amata.
Un saluto

Il conflitto tra popolo e UE nasce dal fatto che i tecnocrati UE sono coloro che una terminologia classica definiva "agenti del capitale". Il fallimento dell'UE non è quello che pensa Liliana Segre. Quell'UE è esistita solo nei sogni dei sognatori. L'UE reale è una multinazionale capitalistica ("lo stato delle multinazionali" di classica memoria) che vede come fumo negli occhi le politiche sociali e tutto ciò che si opponga al dogma economico liberista.

Questo il popolo europeo l'ha capito e contraccambia facendosi populista antieuropeo. Fenomeno che, dato che i tecnocrati non li schiodi neanche col tritolo e presidiano agguerriti più che mai la funzione che il Capitale loro (at)(re)tribuisce, penso avrà un trend di crescita.

Qui l'unica scienza (economica) che si vede è quella che classicamente si definiva "scienza del capitale".
Quello che vuoi, Ipazia, resta il fatto che quei tecnocrati sono stati indicati, uno per uno, da capi governo della UE e confermati, uno per uno, dal parlamento UE.
Poi questa simmetria tra il populismo, e la lotta contro il capitale, con Salvini alleato di Orban (Non so se hai presente le politiche sociali e del lavoro di questo leader politico) e che va periodicamente a colloquio con Berlusconi le cui televisioni a spron battuto fanno il tifo per lui. E poi c'è sempre la repubblica delle banane, obiettivo neanche tanto implicito del nostro populista, che trasformerebbe il nostro paese in un paradiso per il capitale finanziario. Da notare che il periodo nel quale gli speculatori finanziari hanno fatto più buoni affari in Italia è stato proprio il periodo ballerino del governo del rinnovamento, il tutto naturalmente a spese di tutti noi Italiani.

InVerno

Citazione di: anthonyi il 30 Gennaio 2020, 17:51:44 PMIn UK se ne sono già accorti, è aumentato il prezzo di tanti generi di largo consumo, ma non sono aumentati i salari.
Concenzione clientelare della rappresentanza politica, ove il guadagno di qualche spicciolo dovrebbe comprare il consenso popolare, che storicamente si è invece sempre cibato di altro (comunque ancora le medicine non scarseggiano e il colera non ha colpito Londra, previsioni "europeiste" della brexit, per cui l'inglese pensa che è andata bene!). Chissà perchè le più grandi matasse di antieuropeismo si sviluppano nell'est europa, quell'est europa che più di tutti ha guadagnato dall'entrare nell'EU assorbendo tutte le delocalizzazioni e l'industria in fuga. Che, non gli bastano i soldi per accettare la governance europea che tanto bene gli ha portato? Sono proprio matti! A che giovamento essere più realisti del re? Perchè seppur seguendo la tipica formula dell'impotenza politica "si indigna, si impegna e poi getta la spugna" sono per primi i burocrati europei, i mandarini del palazzo, a riconoscere il deficit democratico gravissimo dell'istituzione dove lavorano. Tu invece sostieni che di democrazia ce n'è pur troppa! Raramente linko articoli, tanto meno di Pelizzetti, ma tant'è che almeno lui pare che una ragione se la sia fatta (diversa dal "son tutti matti!"), se non altro grazie alla citazione di Gramsci che basta e avanza http://temi.repubblica.it/micromega-online/panglossiani-in-armi-contro-l%e2%80%99indignazione/
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Citazione di: InVerno il 03 Febbraio 2020, 12:32:59 PM
Chissà perchè le più grandi matasse di antieuropeismo si sviluppano nell'est europa, quell'est europa che più di tutti ha guadagnato dall'entrare nell'EU assorbendo tutte le delocalizzazioni e l'industria in fuga.

Perchè dal comunismo hanno imparato almeno una lezione: tenersi il bambino (lo sviluppo tecnologico) e buttare via l'acqua sporca (la tecnocrazia invadente e classista).

Tutto il contrario di noi italiani che preferiamo l'acqua sporca (mafia, inclusa l'umanitaria e la caina) al bambino (l'honestà di tradizione protestante).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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