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Qua stiamo sbroccando!

Aperto da Freedom, 30 Novembre 2016, 08:54:04 AM

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Freedom

Ieri sera, sul TG3, ho visto un servizio che mi ha scioccato profondamente. C'era uno scienziato (scienziato?) che esponeva i risultati della sua ricerca (ancora in corso).

Ha applicato elettrodi e ogni sorta di marchingegno per analizzare le emozioni di consumatori che facevano acquisti dentro vari supermercati. Ha rilevato, per esempio, che nel reparto ortofrutta ci sono i maggiori problemi (stati d'animo negativi). E che, se si mette la foto del contadino sulla confezione, anche se il consumatore non la vede, le vendite triplicano.

Insomma in buona sostanza ha monitorato, su diversi campioni umani, le emozioni provate nei vari reparti e nei diversi acquisti di prodotti. Naturalmente il fine è quello di "dirigere" nel senso di stimolare gli acquisti. Quindi se rileverà che i clienti acquistano in presenza di tre scimmie che ballano il supermarket impianterà tre scimmie che ballano.

Quello che mi ha sconvolto non è l'assurgere del "CONSUMO" a idolo massimo di questa civiltà (cosa già avvenuta da diverso tempo) e nemmeno vedere come la ricerca scientifica si prostituisca così vergognosamente al modello marcio di questo mondo.

Quello che mi ha sconvolto, dicevo, è che purtroppo, essendo io dotato di un briciolo di immaginazione, ho visto, come in un lampo, il supermercato del futuro: poveri cadaveri ambulanti che, completamente lobotomizzati, vengono diretti, attraverso sapienti stimoli sensoriali, ad acquistare i prodotti decisi dalla Grande Distribuzione.

L'ho visto, solo per un attimo, ma l'ho visto. E ne ho avuto paura e ribrezzo allo stesso tempo.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

cvc

Caro Freedom, c'è un libro scritto da Vance Packard intitolato "I persuasori occulti" che parla precisamente di questo tema. Ma la cosa più sconvolgente è che è stato scritto negli anni 50! Lo scopo dei persuasori (imbonitori vengono chiamati nel testo) è quello di scatenare l'acquisto compulsivo. Il supermercato (io ci lavoro fra l'altro) è come una sorta di ipnotista che quando entri cerca di metterti in un ambiente rilassante, così che tu possa indebolire le tue inibizioni, poi arriva l'impulso forte come un colore vivo di una confezione o l'annuncio roboante di un'offerta a darti il colpo di grazia (al portafoglio).
Pensa che hanno addirittura studiato che la gente che mangia gli assaggini che vengono offerti poi alla fine spende di più.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

maral

E' evidente che in un contesto in cui la funzione dell'individuo è fondamentalmente quella di smaltire quanto più rapidamente possibile il prodotto onde generare scarsità pur in condizioni di sovrapproduzione, compito primario della tecnologia non può che essere l'ottimizzazione continua di questo modo di funzionare. E questo determina una "psicologizzazione" tecnologica sempre più evidente, rivolta a ridurre il soggetto da essere vivente a unità consumatrice standard del tutto oggettivabile, dunque misurabile e perfettamente controllabile.
La visione degli zombie che si muovono nel cosiddetto "tempo libero" tra ipermercati e supermercati, eterodiretti nelle loro emozioni come cani di Pavlov appare certamente corretta, più difficile rendersi conto che quei "cani di Pavlov" siamo proprio noi, nel momento in cui perdiamo consapevolezza del continuo e portentoso sforzo tecnologico che ci condiziona continuamente, mentre rende questa condizione sempre più inavvertita e la situazione che determina quanto di più desiderabile e irrinunciabile.
Le feste natalizie, come tutte le feste ormai, sono diventate da tempo uno dei momenti di grande impegno tecnico in tale direzione, un'occasione quanto mai favorevole per l'impegno e lo sviluppo tecnologico.

Phil

Condizionare un proprio simile per ottenere un vantaggio personale è il secondo mestiere più antico del mondo (e anche il primo si basa in fondo sullo stesso principio ;D ), per cui la scienza e la tecnologia non fanno altro che contestualizzare nella loro cultura quello che un tempo erano soltanto retorica e abilità nel mercanteggiare...
Tuttavia non bisogna confondere l'influenzare il prossimo (e solitamente dall'"influenza" si può guarire  ;) ) con una forma di "burattinaggio" coercitivo lobotomizzante. Pensiamo a quando ci prepariamo ad incontrare una donzella di cui vorremmo ottenere il consenso: ci "confezioniamo" con il miglior "packaging" a disposizione nel nostro guardaroba, prepariamo "slogan" e frasi ad effetto per attirare l' attenzione, "esponiamo" tutta la "convenienza" delle nostre peculiarità che ci differenziano dalla "concorrenza", scegliamo una "setting" in cui poter mettere in risalto la nostra qualità (neanche fossimo esperti di "visual merchandasing"), magari cerchiamo di offrire, se non la cena, almeno qualche "assaggio gratuito" di degustazione ( ;) ), eppure... non è certo che alla fine non si rimanga soli soletti sullo scaffale della propria speranza, con la nostra "avventrice" che non si avventa su di noi per metterci nel carrello della sua vita amorosa (in cui magari non siamo esattamente l'unico prodotto), ma invece ritrae la sua mano (anzichè concedercela) per poi indirizzarla altrove, verso altri "reparti"... insomma, "condizionare" non significa "ipnotizzare", e mi pare una lecita regola del gioco, sia in amore che al supermercato.

D'altronde, il fare la spesa è un'arte pratica che va imparata, proprio come il guidare la macchina, il cucinare, l'abbinare la camicia e il pantalone, etc. e per quanto si possa studiare una strategia di marketing per farci comprare qualcosa, è sempre possibile non comprarla semplicemente perchè non ci serve, non abbiamo abbastanza soldi, preferiamo un'altra marca... se poi la maggioranza cede a un bisogno indotto o a una moda, non dimentichiamoci comunque che finchè c'è gente che compra, c'è gente che può vivere grazie al commercio: se tutti comprassimo solo il minimo indispensabile, probabilmente la disoccupazione crescerebbe vertiginosamente... e se per vendere si ricorre alle conoscenze della tecnologia (tracciamento degli acquisti tramite cards), la psicologia del colore, studi di "targeting", o persino a "tre scimmiette che ballano" (cit.), in fondo è solo un modo più sofisticato ("evoluto" se volete) rispetto all'imperituro "avvicinatevi donne, è arrivato l'arrotino!"  ;D


P.s. Dopo questa apologia del marketing, forse è bene precisare che non sono un commerciante, quindi non sto difendendo la mia causa  :)

Freedom

Citazione di: maral il 30 Novembre 2016, 12:31:09 PM
La visione degli zombie che si muovono nel cosiddetto "tempo libero" tra ipermercati e supermercati, eterodiretti nelle loro emozioni come cani di Pavlov appare certamente corretta, più difficile rendersi conto che quei "cani di Pavlov" siamo proprio noi, nel momento in cui perdiamo consapevolezza del continuo e portentoso sforzo tecnologico che ci condiziona continuamente, mentre rende questa condizione sempre più inavvertita e la situazione che determina quanto di più desiderabile e irrinunciabile.
Condivisibile.

Ricordo che nei lontani anni '70, quando a scuola (con una professoressa di una grandezza intellettuale ineguagliabile) discutevamo di queste problematiche io affermavo solennemente che su di me.......su di me la pubblicità sortiva un effetto pari a 0. E lei ribatteva che, probabilmente, anche i soggetti che ritenevano di sfuggire a quella sorta di lavaggio del cervello......ne erano vittima. Perché nessuno sfugge a quella perfetta e diabolica macchina.

Aveva ragione oh come aveva ragione.

E dunque oggi, nonostante a me sembri di provare una repulsione assoluta verso certe cose e di comportarmi di conseguenza, stracciando con profonda soddisfazione qualsiasi raccolta a punti, cestinando buoni sconto e rinunciando con perverso e masochistico godimento a qualsiasi offerta, anche la più vantaggiosa; dunque oggi dicevo, sono, verosimilmente, in qualche modo, vittima di questa orribile e disgustosa macchinazione.

Non so come e non so perché ma è del tutto ragionevole pensare che, mentre sorrido sardonico alla cassiera che mi domanda: "vuole i punti" rispondendole: "no grazie non faccio la raccolta", io stia lo stesso facendo qualcosa di utile al sistema.

E nemmeno è sufficiente argomentare che io sono uno che non compra praticamente nulla, solo quello che mi serve. E ti prego di credermi: a me serve pochissimo. Quasi niente. Tutto quello che ho lo utilizzo sino a fine corsa e ho poco, pochissimo. Dal punto di vista materiale sono un eremita urbano.

Eppure il sistema ha previsto anche me. E anch'io, inconsapevolmente, faccio gioco al perpetrarsi della grande produzione.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Jean

Abbiamo qualcosa in comune, il bisogno di poco... la differenza è che io partecipo consapevolmente (talora divertendomi) al perpetarsi della grande produzione... sin che dura, perché no..?

Donalduck

Freedom ha scritto:
CitazioneE dunque oggi, nonostante a me sembri di provare una repulsione assoluta verso certe cose e di comportarmi di conseguenza, stracciando con profonda soddisfazione qualsiasi raccolta a punti, cestinando buoni sconto e rinunciando con perverso e masochistico godimento a qualsiasi offerta, anche la più vantaggiosa; dunque oggi dicevo, sono, verosimilmente, in qualche modo, vittima di questa orribile e disgustosa macchinazione.
Il problema è antico. E' un problema spinoso e importante, ma non una buona ragione per assumere atteggiamenti paranoici. Ognuno di noi, per dissenziente che sia, deve venire a patti con una società modellata da una visione del mondo di stampo capitalistico (ma più genericamente egoico, di origini ben più antiche del capitalismo).
Detto questo, dovremmo anche renderci conto che capitalismo ed etica non vanno d'accordo, e neppure capitalismo e progresso sociale. Un sistema di idee che assume come valore prioritario la proprietà privata, che accetta il meschino interesse personale come motore principale dell'agire sociale, che ammette tranquillamente lo sfruttamento, che ha una visione positiva del profitto, non può che dare simili frutti. Ma il superamento di tutto questo implica una trasformazione radicale delle coscienze che per ora può essere considerato solo un obiettivo remoto, anche se non per questo meno importante ed attuale, nel senso che ce ne dobbiamo occupare qui e ora (piantando semi qua e là), se vogliamo in qualche modo contribuire ad uscire da questo pantano.

Freedom

Citazione di: Donalduck il 30 Novembre 2016, 23:43:22 PM
Freedom ha scritto:
CitazioneE dunque oggi, nonostante a me sembri di provare una repulsione assoluta verso certe cose e di comportarmi di conseguenza, stracciando con profonda soddisfazione qualsiasi raccolta a punti, cestinando buoni sconto e rinunciando con perverso e masochistico godimento a qualsiasi offerta, anche la più vantaggiosa; dunque oggi dicevo, sono, verosimilmente, in qualche modo, vittima di questa orribile e disgustosa macchinazione.
Il problema è antico. E' un problema spinoso e importante, ma non una buona ragione per assumere atteggiamenti paranoici. Ognuno di noi, per dissenziente che sia, deve venire a patti con una società modellata da una visione del mondo di stampo capitalistico (ma più genericamente egoico, di origini ben più antiche del capitalismo).
Atteggiamenti paranoici? Oh no amico mio, comportamenti autenticamente liberatori! Ti invito caldissimamente a provare l'immenso godimento che deriva dal rinunciare, a sfregio, a tutta una serie di proposte che, al di là dell'apparente vantaggio economico, nascondono una solenne fregatura. Ed una delicata, ma robusta al tempo stesso, catena da mettersi intorno al collo.

Oh quale gioiosa sensazione rinunciare alle meravigliose tazzine da tè in regalo (regalo tzè!) in cambio di un miliardo di punti derivanti dalla raccolta di merendine del mulino bianco......quale senso di libertà pensare che la carta Conad/Coop/Esselunga/Auchan/etc. se la possono mettere dove sai.....

Più mille altre dolcissime sensazioni di libertà che non ti sto a dire per non rovinarti la sorpresa quando ti incamminerai su questa strada.......

OK, ho voluto fare un post scherzoso e, naturalmente, anch'io faccio i conti con questa civiltà poiché ci vivo. Ci vivo a tutto tondo: come cittadino, come padre, come figlio, come lavoratore, etc.

Voglio solo dire che la convenienza economica non è tutto. Uno un pelo più importante di me l'ha detto: "non di solo pane vive l'uomo."
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

cvc

Bisogna considerare l'influenza del mondo del marketing, non solo sul soggetto senziente e formato, ma anche sull'individuo nascente, che si sta formando ed ha bisogno di modelli di riferimento. Perché poi c'è anche da riflettere sulla potenza del mezzo mediatico attraverso cui il mondo del marketing veicola il suo messaggio. Potenza del mezzo che moltiplica l'effetto di influenza che il messaggio ha sulle individualità sui generis, e non solo su quelle già formate e scaltre che sono in ogni caso in grado di decidere consapevolmente e liberamente, e possono anche trovare divertente lo spettacolo del marketing. Ricordo di una professoressa che diceva di guardare la tv solo per vedere la pubblicità, tanto la trovava divertente. Però i soggetti acerbi, che hanno bisogno di modelli di riferimento, si trovano di fronte ad uno sdoppiamento della realtà. Da una parte la realtà nuda e cruda, difficile e spietata; dall'altra l'ovattato mondo del marketing, dove basta schioccare le dita come Fonzie per ottenere tutto ciò che si vuole. C'era una vecchia canzone di Califano che diceva di un genitore che preferiva non raccontare al figlio la favola di Pinocchio... Ora pare che padre e figlio siano entrambi nel mondo delle favole, dove c'è sempre qualcuno pronto a soddisfare i tuoi desideri. Basta accendere la tv o il pc o lo Smartphone. A parte che del resto, quando mai sono spenti? A volte mi chiedo cosa accadrebbe se avvenisse un lungo blackout generale. Tutto il nostro fantastico mondo virtuale sbigottito al chiar di luna.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Sariputra

@ Cvc
Basta accendere la tv o il pc o lo Smartphone. A parte che del resto, quando mai sono spenti? A volte mi chiedo cosa accadrebbe se avvenisse un lungo blackout generale. Tutto il nostro fantastico mondo virtuale sbigottito al chiar di luna.

Sarebbe fantastico! Magari una gigantesca tempesta solare che mandasse in tilt tutto il sistema satellitare e di telecomunicazioni; o un popolo alieno che , con perfidia, ci "staccasse la spina" , solo per farsi quattro risate, con improponibili bocche, a vederci correre come formiche impazzite, quando si rompe il formicaio...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

InVerno

#10
Citazione di: Sariputra il 01 Dicembre 2016, 09:35:29 AM
@ Cvc
Basta accendere la tv o il pc o lo Smartphone. A parte che del resto, quando mai sono spenti? A volte mi chiedo cosa accadrebbe se avvenisse un lungo blackout generale. Tutto il nostro fantastico mondo virtuale sbigottito al chiar di luna.

Sarebbe fantastico! Magari una gigantesca tempesta solare che mandasse in tilt tutto il sistema satellitare e di telecomunicazioni; o un popolo alieno che , con perfidia, ci "staccasse la spina" , solo per farsi quattro risate, con improponibili bocche, a vederci correre come formiche impazzite, quando si rompe il formicaio...
Non è un idea peregrina, gestendo io un agriturismo in un luogo sperduto (senza connessione) ospito spesso persone che non hanno voglia di leggere tutte le righe\non pensano sia possibile e poi si trovano in trappola. La reazione segue le tipiche fasi del dramma personale, rifiuto, ribellione, accettazione etc. Il primo giorno è panico, l'ultimo giorno mi ringraziano, se non altro perchè han dormito meglio non avendo schermi da toccare fino a notte tarda, alcuni, anche per motivi più profondi. C'è oltretutto un trend crescente chiamato "detox" che significa proprio disintossicazione da tecnologia, e alcuni lo fanno volontariamente. Inutile dire che per quanto possa sembrare un idea romantica, si ci trova poi davanti a impedimenti seri (sopratutto se il detox comincia prima di arrivare alla camera da letto) e alcuni passano delle vere e prorie disavventure epiche che gli fanno dilapidare i risparmi degli ultimi anni solo per arrivare a destinazione :)

albert

I prodotti pubblicizzati o su cui si sono fatte operazioni di marketing mirate sono più cari perché i venditori devono rientrare dai costi del marketing e non possono fare altro che scaricarli sui prodotti.
Tutto il settore marketing scomparirebbe se i consumatori si comportassero con un minimo di razionalità, evitando di comperare i prodotti pubblicizzati.

maral

Vale qui la pena di citare queste parole di un famoso pubblicitario e scrittore, Federic Beigbeder che in "26900 lire", in un impeto di provocatoria sincerità, scrive:
"Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l'universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C'è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma."

albert

Citazione di: maral il 04 Dicembre 2016, 13:13:55 PM
Vale qui la pena di citare queste parole di un famoso pubblicitario e scrittore, Federic Beigbeder che in "26900 lire", in un impeto di provocatoria sincerità, scrive:
"Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l'universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C'è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma."
Motivo in più per consumare solo ciò che ci serve ... non è difficile, secondo me basta un po' di consapevolezza e di attenzione. Nessuno ci obbliga a comprare quello che non ci serve

acquario69

Citazione di: albert il 04 Dicembre 2016, 13:25:07 PM
Motivo in più per consumare solo ciò che ci serve ... non è difficile, secondo me basta un po' di consapevolezza e di attenzione. Nessuno ci obbliga a comprare quello che non ci serve

si ma così si rimane sempre all'interno dello stesso paradigma e della stessa concezione allucinante di vita che invece andrebbe rifiutato ed eliminato completamente (anche se allo stato attuale sembrerebbe un utopia)...del resto io credo che o saremo noi ad eliminare "lui" o sarà sempre "lui" ad eliminare noi  :o

qui sotto ce un video interessante,dal titolo del libro omonimo "l'allucinazione della modernità"
https://www.youtube.com/watch?v=HI6RXSy7Wbk

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