Patafisica e pseudoscienza

Aperto da Ipazia, 01 Dicembre 2019, 13:20:17 PM

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myfriend

#15
@Ipazia

Non ti è chiaro il concetto.
E=MC^2 riguarda SOLO la quantità di massa che si perde e si trasforma in energia durante una reazione fisico-chimica.
Durante una reazione fisico-chimica, NON tutta la massa si trasforma in energia...ma solo una piccola parte. Il resto della massa si trasforma in altra massa.
Cioè...E=MC^2 riguarda SOLO la quantità di massa che si perde in una reazione fisico-chimica.


Esempi:
Un esempio dell'enorme quantità di energia contenuta nella materia si ha nel decollo dello Space Shuttle: di tutto il propellente usato solo un grammo diventa energia, mentre tutto il resto si converte in fumo e prodotti della combustione (altra massa).

Altro esempio è quello del Sole...e della conversione da Idrogeno a Elio.
Per arrivarci, dobbiamo partire dalla massa che scompare (o che si perde) nel corso della trasmutazione dell'idrogeno in elio. Il risultato finale della reazione/conversione è la trasformazione di quattro nuclei di idrogeno, cioè quattro protoni, in un nucleo di elio, costituito da due protoni e due neutroni.
La massa complessiva dei quattro protoni di Idrogeno è 6,6943×10⁻²⁷ kg, mentre la massa del nucleo di elio è leggermente inferiore: 6,6466×10⁻²⁷ kg. C'è, dunque, al termine delle reazioni della catena, una massa mancante di 0,0477×10⁻²⁷ kg che è stata convertita in energia: si tratta dello 0,71% della massa di partenza (i quattro protoni di Idrogeno).

Per sapere qual è la produzione netta di energia al termine della trasformazione da Idrogeo a Elio ci basta moltiplicare la massa mancante per il quadrato della velocità della luce: è la "solita" equazione di Einstein (E = mc²). Il risultato è 4,287×10⁻¹² J: 4,2 millesimi di un miliardesimo di joule. È una quantità minuscola di energia, ma solo perché è il risultato di eventi che si verificano alla scala dei femtometri e che provocano la conversione in energia di una massa inconcepibilmente piccola: occorrono oltre 10 quadrilioni di cicli completi (1,027×10²⁵) della conversione Idrogeno-Elio per convertire in energia una massa corrispondente al peso di una mentina di Tic-tac da 0,49 g!

Ma l'efficienza senza pari della fusione nucleare diventa più che evidente se ci allontaniamo dalla scala subatomica e calcoliamo, invece, l'energia prodotta dalla conversione idrogeno-elio utilizzando quantità di idrogeno più vicine alla scala delle cose umane, per esempio 1 kg di idrogeno. Il prodotto energetico netto della conversione idrogeno-elio è in questo caso di ben 638 bilioni di joule (6,381×10¹⁴ J), cioè l'equivalente di 177,3 GWh: quanto basta per sostenere per un'ora il consumo elettrico a piena potenza di 59,1 milioni di impianti domestici da 3 kWh.

Si tratta di una notevole quantità di energia, ottenuta con la conversione in ENERGIA di SOLI 7,1 g di idrogeno, mentre il resto — 992,9 g per l'esattezza — si è trasformato in elio.

Questa non è patasifica. E' fisica.
Ti consiglierei di approfondire l'argomento:
http://www.dima.unige.it/~denegri/PLS2/PENSIERO_SCIENTIFICO%20DEF/TEORIA_RELATIVITA%27/Pages/uguaglianza%20massa%20energia.htm
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Ipazia

Citazione di: myfriend il 02 Dicembre 2019, 13:29:49 PM
@Ipazia

Non ti è chiaro il concetto.
E=MC^2 riguarda SOLO la quantità di massa che si perde e si trasforma in energia durante una reazione fisico-chimica.
Durante una reazione fisico-chimica, NON tutta la massa si trasforma in energia...ma solo una piccola parte. Il resto della massa si trasforma in altra massa.
Cioè...E=MC^2 riguarda SOLO la quantità di massa che si perde in una reazione fisico-chimica.


Esempi:
Un esempio dell'enorme quantità di energia contenuta nella materia si ha nel decollo dello Space Shuttle: di tutto il propellente usato solo un grammo diventa energia, mentre tutto il resto si converte in fumo e prodotti della combustione (altra massa).

Altro esempio è quello del Sole...e della conversione da Idrogeno a Elio.
....
Questa non è patasifica. E' fisica.
Ti consiglierei di approfondire l'argomento:
http://www.dima.unige.it/~denegri/PLS2/PENSIERO_SCIENTIFICO%20DEF/TEORIA_RELATIVITA%27/Pages/uguaglianza%20massa%20energia.htm

Grazie del consiglio, ma non serve, perchè questo, incluso il copincollato che ho omesso, non c'entra con l'argomento della discussione e non è quello di cui ho parlato aprendo la discussione.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

myfriend

@Ipazia

Bè...non sono io ad aver ipotizzato di metter in relazione

MC^2 = L (Lavoro)

Non ci azzecca NULLA.

La formula di Einstein riguarda l'ENERGIA che si produce dal decadimento della massa.
Il LAVORO = Forza x spostamento NON C'AZZECCA NULLA con la formula di Einstein. Il LAVORO è la forza che agisce su un oggetto e ne causa lo spostamento.
E' ovvio che mettere in relazione E=MC^2 con L=FxS è patafisica...perchè non si sta parlando dello stesso tipo di energia.

Francamente...è difficile capire dove volevi andare a parare.
E' un po' come dire:
mela=pera ...è ovvio che non ci azzecca nulla.

Boh! Cosa volevi dire mi è proprio oscuro.  ;D
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Ipazia

Citazione di: myfriend il 02 Dicembre 2019, 18:12:31 PMmela=pera ...è ovvio che non ci azzecca nulla.

Appunto: quantistica=atomistica=biologia=etica ...è ovvio che non ci azzecca nulla.
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myfriend

Citazione di: Ipazia il 03 Dicembre 2019, 09:12:21 AM
Citazione di: myfriend il 02 Dicembre 2019, 18:12:31 PMmela=pera ...è ovvio che non ci azzecca nulla.

Appunto: quantistica=atomistica=biologia=etica ...è ovvio che non ci azzecca nulla.
Questo non è vero. Non è così.
Cioè...è ovvio che la realtà dell'atomo, la realtà delle galassie, la realtà del pianeta Terra, la realtà del mondo vegetale e la realtà del mondo animale sono diversi "livelli" di realtà e ciascuno segue le sue leggi.
Ma è anche vero che le galassie sono fatte di atomi, la Terra è fatta di atomi, le piante sono fatte di atomi, gli animali sono fatti di atomi, le molecole sono fatte di atomi, il DNA è fatto di atomi.
C'è quindi un elemento "comune".
E quando mettiamo insieme questi diversi "livelli" di realtà, lo facciamo per interrogarci su quale sia "la vera essenza della realtà" fisica e materiale che si presenta sotto varie forme.

Dopodichè subentra l'etica.
Cioè...una volta definita quale sia "la vera essenza della realtà" ci poniamo la domanda: che ce ne facciamo di questa conoscenza?
Cioè come vivo la mia vita alla luce di questa conoscenza?
E qui uno risponde come vuole.

Per come la vedo io, l'etica è una conseguenza della conoscenza - e della nuova consapevolezza che ne deriva.
Mettere l'etica prima di tutto sarebbe un po' come mettere il carro davanti ai buoi.
C'è chi lo fa eh.
Le religioni (tutte le religioni, compreso l'ateismo e le varie forme di ateismo....da Nietzsche al nazismo e al comunismo) lo fanno da sempre....mettono l'etica davanti alla conoscenza e mandano sul rogo o nei gulag o nei lager coloro che si preoccupano della conoscenza (oltre a mandare sul rogo, nei gulag o nei lager il "branco" avversario...e cioè gli "infedeli" o gli "ebrei" o i "nemici del popolo").

Perchè la conoscenza ha questo brutto vizio: Non si inginocchia davanti a nessuna etica pre-definita.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

viator

Salve myfriend. A proposito di : "Mettere l'etica prima di tutto sarebbe un po' come mettere il carro davanti ai buoi. C'è chi lo fa eh.
Le religioni (tutte le religioni, compreso l'ateismo e le varie forme di ateismo....da Nietzsche al nazismo e al comunismo) lo fanno da sempre...."
........... la cosa è perfettamente ovvia ed inevitabile.

Essendo l'etica la costruzione finale prodotta dall'evolversi di tutto ciò che l'ha preceduta, essa sarebbe un punto di arrivo.
Ma non si può chiedere a chi venga al mondo (come singolo o come intera nuova generazione) di ripercorrere ogni volta la storia del mondo per capacitarsi di ciò.

Nascendo, presentandoci alla ribalta, noi ci troviamo di fronte e tutt'intorno le diverse etiche preconfezionate da altri.
Anche se possediamo indipendenza di giudizio, costruiremo la nostra personale etica sulla base dell'osservazione e dell'esperienza ma SEMPRE, in un caso o nell'altro, noi considereremo le altrui o nostre conclusioni etiche come PUNTI DI PARTENZA del nostro futuro, mai come punti di arrivo di ciò che ci ha preceduto e dal quale ERAVAMO ASSENTI. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: myfriend il 03 Dicembre 2019, 10:37:51 AM
Per come la vedo io, l'etica è una conseguenza della conoscenza - e della nuova consapevolezza che ne deriva.
Mettere l'etica prima di tutto sarebbe un po' come mettere il carro davanti ai buoi.
C'è chi lo fa eh.
Le religioni (tutte le religioni, compreso l'ateismo e le varie forme di ateismo....da Nietzsche al nazismo e al comunismo) lo fanno da sempre....mettono l'etica davanti alla conoscenza e mandano sul rogo o nei gulag o nei lager coloro che si preoccupano della conoscenza (oltre a mandare sul rogo, nei gulag o nei lager il "branco" avversario...e cioè gli "infedeli" o gli "ebrei" o i "nemici del popolo").
Perchè la conoscenza ha questo brutto vizio: Non si inginocchia davanti a nessuna etica pre-definita.

La vedo all'incirca così anch'io. Ma allora mi dici che ci azzecca la coscienza cosmica ? Che ci azzecca attribuire alla quantistica, che si occupa del livello di realtà del microcosmo fisico, una caratteristica come la coscienza che appartiene al livello di realtà del macrocosmo biologico autocosciente ?
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Ipazia

Citazione di: viator il 03 Dicembre 2019, 12:39:15 PM
Nascendo, presentandoci alla ribalta, noi ci troviamo di fronte e tutt'intorno le diverse etiche preconfezionate da altri.
Anche se possediamo indipendenza di giudizio, costruiremo la nostra personale etica sulla base dell'osservazione e dell'esperienza ma SEMPRE, in un caso o nell'altro, noi considereremo le altrui o nostre conclusioni etiche come PUNTI DI PARTENZA del nostro futuro, mai come punti di arrivo di ciò che ci ha preceduto e dal quale ERAVAMO ASSENTI. Saluti.

Non solo le etiche, ma pure le condizioni che le producono da cui è ancora più difficile prescindere, preconfezionate. In assenza di queste pre-condizioni i buoi, semplicemente, mancano. L'etica è questione più complessa di un carro trainato da buoi consapevoli.
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myfriend

Citazione di: Ipazia il 03 Dicembre 2019, 13:34:44 PM
Citazione di: myfriend il 03 Dicembre 2019, 10:37:51 AM
Per come la vedo io, l'etica è una conseguenza della conoscenza - e della nuova consapevolezza che ne deriva.
Mettere l'etica prima di tutto sarebbe un po' come mettere il carro davanti ai buoi.
C'è chi lo fa eh.
Le religioni (tutte le religioni, compreso l'ateismo e le varie forme di ateismo....da Nietzsche al nazismo e al comunismo) lo fanno da sempre....mettono l'etica davanti alla conoscenza e mandano sul rogo o nei gulag o nei lager coloro che si preoccupano della conoscenza (oltre a mandare sul rogo, nei gulag o nei lager il "branco" avversario...e cioè gli "infedeli" o gli "ebrei" o i "nemici del popolo").
Perchè la conoscenza ha questo brutto vizio: Non si inginocchia davanti a nessuna etica pre-definita.

La vedo all'incirca così anch'io. Ma allora mi dici che ci azzecca la coscienza cosmica ? Che ci azzecca attribuire alla quantistica, che si occupa del livello di realtà del microcosmo fisico, una caratteristica come la coscienza che appartiene al livello di realtà del macrocosmo biologico autocosciente ?

Questa è una bella domanda.
Che ci azzecca la coscienza col livello di realtà del microcosmo?

Bè...prima di tutto è un problema di termini. Quando parlo di Coscienza cosmica non mi riferisco alla "coscienza umana". Non sono sinonimi....ma lontani - anzi, lontanissimi - parenti. Cioè, la "coscienza umana" esprime della caratteristiche che derivano dalla Coscienza cosmica. Ma la Coscienza cosmica è molto di più.
Comunque...per farla breve, uso il termine "coscienza" per rappresentare i concetti di autoconsapevole ed intelligente.
Intelligente perchè noi, in natura, osserviamo intelligenza: le leggi matematiche della fisica, le informazioni biologiche contenute nel DNA, le forme geometriche delle galassie e delle orbite dei pianeti.
Se la materia "emerge" da un'origine comune, per me l'intelligenza che noi osserviamo nelle "forme" e nelle "leggi" della natura, non può che risiedere in questa origine comune.
L'intelligenza che noi vediamo in natura non può svilupparsi per caso.

Per chi conosce la matematica, questo postulato appare chiarissimo.
Cos'è la matematica? La matematica è un linguaggio formale che serve per descrivere una logica.
Ad esempio:
La logica che dice più aumenta X e più aumenta Y (Y è direttamente proporzionale a X) noi la rappresentiamo così: y=ax
La logica, invece, che dice più aumenta X e più diminuisce Y (Y è inversamente proporzionale a X) noi la rappresentiamo così: y=a/x
Cioè, la matematica esprime una logica.
Ma quelle appena descritte sono logiche semplici...elementari.

Ora...questa è una delle leggi di Coulomb:



Prova a immaginare che logica complessa descrive questa equazione matematica.
E la natura si comporta proprio seguendo la logica complessa espressa da quella equazione matematica.
Ma non solo. Tutte le equazioni matematiche (queste logiche) sono interconnesse tra loro. Cioè tutti i fenomeni fisici seguono delle logiche tutte interconnesse tra loro attraverso logiche complessisime (equazioni differenziali e integrali).
Ecco...per chi conosce la matematica, affermare che queste logiche così complesse che noi rappresentiamo con equazioni matematiche siano il frutto del puro caso è una assurdità che rasenta la follia.
Le leggi che regolano i fenomeni fisici che noi vediamo in natura, che si comportano seguendo logiche complessissime non possono essere altro che la manifestazione di una intelligenza "infinita".

Per non parlare, ovviamente, delle informazioni biologiche contenute nel DNA e nei meccanismi genetici che le elaborano.
E per non parlare dell'emergere della intelligenza umana.

Ecco...tutta questa intelligenza (o forme di intelligenza) che noi osserviamo in natura non possono che essere la manifestazione di una intelligenza infinita e autoconsapevole. Questa intelligenza infinita e autoconsapevole è "l'Entità" che è alla base dell'universo.
E diamo a questa entità il nome di "Coscienza cosmica" proprio per evidenziare i concetti di autoconsapevole e intelligente.
Poi però, la Coscienza cosmica è molto di più. Perchè questa Coscienza cosmica si manifesta anche nella immensa potenza ed eleganza di una galassia...nella immensa potenza ed energia di un sole...e nella immensa forza attrattiva di un buco nero.
Cioè...il concetto di Coscienza cosmica va ben oltre i concetti di autoconsapevolezza e intelligenza. Ingloba anche le maestose potenze e forze che noi osserviamo nell'universo.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

#24
Citazione di: viator il 03 Dicembre 2019, 12:39:15 PM
Salve myfriend. A proposito di : "Mettere l'etica prima di tutto sarebbe un po' come mettere il carro davanti ai buoi. C'è chi lo fa eh.
Le religioni (tutte le religioni, compreso l'ateismo e le varie forme di ateismo....da Nietzsche al nazismo e al comunismo) lo fanno da sempre...."
........... la cosa è perfettamente ovvia ed inevitabile.

Essendo l'etica la costruzione finale prodotta dall'evolversi di tutto ciò che l'ha preceduta, essa sarebbe un punto di arrivo.
Ma non si può chiedere a chi venga al mondo (come singolo o come intera nuova generazione) di ripercorrere ogni volta la storia del mondo per capacitarsi di ciò.

Nascendo, presentandoci alla ribalta, noi ci troviamo di fronte e tutt'intorno le diverse etiche preconfezionate da altri.
Anche se possediamo indipendenza di giudizio, costruiremo la nostra personale etica sulla base dell'osservazione e dell'esperienza ma SEMPRE, in un caso o nell'altro, noi considereremo le altrui o nostre conclusioni etiche come PUNTI DI PARTENZA del nostro futuro, mai come punti di arrivo di ciò che ci ha preceduto e dal quale ERAVAMO ASSENTI. Saluti.
Mi piacerebbe che fosse così.
Ma, purtroppo, non è così.
Molti che nascono in un ambito cattolico muoiono cattolici.
Molti che nascono in un ambito musulmano muoiono musulmani.
Molti che nascono in un ambito ateo muoiono atei.
E non solo.
In genere questi "gruppi etici" istituzionalizzati non amano rivedere i propri principi: si parla infatti di "eresie" o di "pensiero scientifico dominante" proprio per indicare che chi, in qualche modo, cerca di mettere in discussione questi "corpi etici" normalmente non fa una bella fine.

La realtà vera è che noi, in genere, non siamo in grado di distaccarci ed emanciparci dai condizionamenti che abbiamo ricevuto.
Ecco perchè tutti cercano di accaparrarsi la "formazione". Perchè sanno benissimo che il modo in cui verrai "formato" od "educato", nella maggior parte dei casi, determina la tua vita.
Non sono poi molti quelli che sono in grado di emanciparsi dal contesto formativo/culturale nel quale sono cresciuti.

E' per questo che noi mettiamo l'etica davanti alla conoscenza. Proprio perchè non siamo in grado di emanciparci dalla formazione che abbiamo ricevuto. Non intraprendiamo un percorso personale di conoscenza per mettere in discussione l'etica che abbiamo ricevuto.
L'etica è un bagaglio che ci viene consegnato nel nostro percorso formativo.
Ma penso che quando siamo adulti dovremmo avere la libertà di dire: "Ok...adesso butto via questo bagaglio perchè voglio riscoprire l'acqua calda...per poi, magari, scoprire che non è così calda come mi avevano detto".

Di fatto, l'unica istituzione che accetta di mettere in discussione le proprie verità è la scienza (la scienza vera...quella aperta a tutto campo e che non si basa su pre-giudizi). Dove non esiste una verità precedente la conoscenza. Ma la verità è vera fino a prova contraria...o fino a che una nuova conoscenza non smentisca una verità precedente. E la scienza si basa tutta su un "metodo" per trovare nuove verità e sostituire quelle vecchie.
Tutti gli altri gruppi "etici" sono arroccati su posizioni immutabili: prova ad andare dal papa a dirgli che il "peccato" non esiste....poi vedi cosa ti risponde. O prova ad andare da un evoluzionista-ateo a dirgli che il "caso" non esiste....poi vedi cosa ti risponde.  ;D

Ho avuto discussioni con personaggi bizzarri i quali hanno affermato che la teoria evoluzionista che afferma che l'evoluzione avviene per "selezione naturale di mutazioni casuali di DNA" non deve essere dimostrata....perchè le "mutazioni casuali di DNA" sono l'evidente motore dell'evoluzione e questo non necessita di essere dimostrato. E che semmai ero io a dover dimostrare che le mutazioni che producono l'evoluzione non sono casuali.
Cioè...una teoria scientifica assunta come vera senza bisogno di essere dimostrata. E questo signore era pure convinto di fare un ragionamento scientifico.  ;D
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

viator

#25
Salve myfriend ed Ipazia. Scommetterei qualcosa che il concetto di "coscienza" (estesa all'abito cosmico) che myfriend non vuole o non riesce a chiarirci possa essere il seguente :

Coscienza, cioè "consapevolezza" (non psichica, non mentale, non necessariamente biologica) intesa come autogiustificazione (ed ecco apparire il termine fatale!) - relativa a tutti gli aspetti del mondo - della necessità filosofica della propria esistenza e dell'intrinsecamente armonioso ed appunto necessario rapporto di ciascuna parte con tutte le altre.

Tutto ciò non c'entra niente con l'intelligenza, la logica, la matematica, le formule poichè tali aspetti non sono affatto insiti nella "coscienza" o "consapevolezza" ma sono il semplice posteriore e lontano prodotto consequenziale (al livello umano) del "funzionamento coscenziale" del cosmo.

Tutto ciò nell'adeguato rispetto della patafisicità a sfondo vagamente spiritualistico e di condivisibilità completamente facoltativa. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

#26
Vorrei chiedere a myfriend come collocare le varie stirpi di ominidi che si sono estinte nel passato, molto prima dell'homo sapiens,  in questo affresco di progressivo e razionale e intelligente sviluppo della coscienza cosmica (il convitato di pietra di questa discussione).  Le varie stirpi  di ominidi estintesi molto prima dell'homo sapiens, dell'homo neanderthalensis e dell'homo denisoviani, ovvero dei tre ominidi, di cui conserviamo una eredità genetica. E in questo quadro così matematicamente superbo, che significato dare al fatto che conserviamo percentuali basse di denisoviani e neanderthalensis? Matematicamente mi apparirebbe più limpido e brillante la presenza di un solo patrimonio genetico. E invece quel birbante di homo sapiens ha pensato anche di copulare talvolta con altri ominidi, con i quali evidentemente era possibile generare dei bastardi, dai quali discendiamo tutti.
Insomma mi sembrano indizi di una certa confusivitâ e casualità piuttosto che del piano di un Grande Ingegnere (un mito che ormai celebra, nei suoi diversi marchi filosofici, i 400 anni di età e che trovó  in Pangloss uno dei più fieri sostenitori).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Citazione di: myfriend il 03 Dicembre 2019, 16:49:00 PM
Che ci azzecca la coscienza col livello di realtà del microcosmo?

Bè...prima di tutto è un problema di termini. Quando parlo di Coscienza cosmica non mi riferisco alla "coscienza umana". Non sono sinonimi....ma lontani - anzi, lontanissimi - parenti. Cioè, la "coscienza umana" esprime della caratteristiche che derivano dalla Coscienza cosmica. Ma la Coscienza cosmica è molto di più.
Comunque...per farla breve, uso il termine "coscienza" per rappresentare i concetti di autoconsapevole ed intelligente.
Intelligente perchè noi, in natura, osserviamo intelligenza: le leggi matematiche della fisica, le informazioni biologiche contenute nel DNA, le forme geometriche delle galassie e delle orbite dei pianeti.
Se la materia "emerge" da un'origine comune, per me l'intelligenza che noi osserviamo nelle "forme" e nelle "leggi" della natura, non può che risiedere in questa origine comune.
L'intelligenza che noi vediamo in natura non può svilupparsi per caso.

Per chi conosce la matematica, questo postulato appare chiarissimo.

Certo, apparve chiarissimo al suo primo maestro Pitagora, padre nobile di un Verbo che trovò in Platone il suo profeta, la cui cosmogonia andava dall'archè delle forme (geometriche) perfette fino ai rapporti armonici precisi della musica cosmica delle sfere celesti, per poi consolidarsi in Mathesis Universalis in cui è scritto il gran libro della Natura che in questa lingua a noi parla.

CitazioneCos'è la matematica? La matematica è un linguaggio formale che serve per descrivere una logica.
Ad esempio:
La logica che dice più aumenta X e più aumenta Y (Y è direttamente proporzionale a X) noi la rappresentiamo così: y=ax
La logica, invece, che dice più aumenta X e più diminuisce Y (Y è inversamente proporzionale a X) noi la rappresentiamo così: y=a/x
Cioè, la matematica esprime una logica.
Ma quelle appena descritte sono logiche semplici...elementari.

Ora...questa è una delle leggi di Coulomb:



Prova a immaginare che logica complessa descrive questa equazione matematica.
E la natura si comporta proprio seguendo la logica complessa espressa da quella equazione matematica.
Ma non solo. Tutte le equazioni matematiche (queste logiche) sono interconnesse tra loro. Cioè tutti i fenomeni fisici seguono delle logiche tutte interconnesse tra loro attraverso logiche complessisime (equazioni differenziali e integrali).
Ecco...per chi conosce la matematica, affermare che queste logiche così complesse che noi rappresentiamo con equazioni matematiche siano il frutto del puro caso è una assurdità che rasenta la follia.
Le leggi che regolano i fenomeni fisici che noi vediamo in natura, che si comportano seguendo logiche complessissime non possono essere altro che la manifestazione di una intelligenza "infinita".

Ma anche no: troppe complicazioni. E queste complicazioni manifestano fin troppo lo sforzo dei matematici per far entrare i processi naturali nei loro crivelli, dovendosi di volta in volta inventare metamatiche ad hoc, dalla trigonometria degli egizi al calcolo infinitesimale, alle geometrie non euclidee. Facendosi per giunta ingannare per secoli dall'horror vacui dello zero, finchè gli indiani non ci misero una pezza arrivata fino agli arabi che, una volta tanto, ne fecero una di buona insegnandoci il calcolo decimale posizionale.

Una Coscienza cosmica avrebbe dovuto limitarsi a formule di questo tipo:

e + 1 = 0

la cui bellezza lascia senza fiato perchè combina il Tutto e il Nulla, il ritmo dei nostri sensi elevato all'immaginazione moltiplicata per l'irrazionalità (la cui fine è un test ancora irrisolto dalle più potenti macchine di calcolo e forse mai verrà raggiunta). Qui si sente davvero il respiro di una Coscienza cosmica, e da qui consiglierei di ripartire, lasciando Coulomb al suo destino. C'è pure una nuance di nichilismo che l'ingegner bobmax avrà colto e perfino viator troverà conferme alla sua teoria del Tutto, in cui però solo un antiuniverso ci può salvare.

CitazionePer non parlare, ovviamente, delle informazioni biologiche contenute nel DNA e nei meccanismi genetici che le elaborano. E per non parlare dell'emergere della intelligenza umana.

No, no, parliamone. Eventualmente pure nel loro contesto fisico.

CitazioneEcco...tutta questa intelligenza (o forme di intelligenza) che noi osserviamo in natura non possono che essere la manifestazione di una intelligenza infinita e autoconsapevole. Questa intelligenza infinita e autoconsapevole è "l'Entità" che è alla base dell'universo.
E diamo a questa entità il nome di "Coscienza cosmica" proprio per evidenziare i concetti di autoconsapevole e intelligente.
Poi però, la Coscienza cosmica è molto di più. Perchè questa Coscienza cosmica si manifesta anche nella immensa potenza ed eleganza di una galassia...nella immensa potenza ed energia di un sole...e nella immensa forza attrattiva di un buco nero.
Cioè...il concetto di Coscienza cosmica va ben oltre i concetti di autoconsapevolezza e intelligenza. Ingloba anche le maestose potenze e forze che noi osserviamo nell'universo.

Non resta che incarnare lo Spirito assoluto (Coscienza cosmica) nello Spirito soggettivo (noi) attraverso il medium della Ragione (consapevolezza). Non fa una piega; anche Fukuyama, oltre al tedesco che ha il copyright, concorderebbe.
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simplex sigillum veri

myfriend

#28
@Jacopus

A proposito del Grande Ingegnere vale la pena sottolineare per l'ennesima volta che io non penso che esista un G.I. che opera sulla realtà come entità separata da sè.
Non c'è un G.I. da qualche parte....e la realtà "creata" - da un'altra parte - come oggetto distinto e separato dal G.I.
Il G.I. è la realtà. E la realtà è il G.I.
Quindi, la realtà è il G.I. nell'atto del suo manifestarsi.
E cosa manifesta il G.I.? Le sue qualità o caratteristiche. Qualità che sono svariate e diverse e si manifestano nelle "forme" della realtà.
Le "forma" della realtà - ogni singola "forma" o specie - sono specifiche "qualità" che si manifestano.
E, nell'evoluzione della vita, queste qualità si manifestano seguendo una logica "a cespuglio".
E' l'esplosione a cespuglio dell'evoluzione. C'è un punto di origine (l'essere unicellulare primordiale) e da lì partono tanti rami, tante diramazioni.
Nelle estremità finali di tutti i vari rami del cespuglio - in ogni particolare era storica - ci sono le varie specie che osserviamo in natura.
Alcune di queste qualità (specie) sono propedeutiche alla manifestazione di altre qualità (specie successive o discendenti). Altre no. Questi ultimi sono i cosiddetti "rami morti"....cioè rami evolutivi che a un certo punto si sono fermati (l'ultima specie in quel ramo si è estinta e non si è evoluta in una specie discendente).
Questo è accaduto agli ominidi da te citati.

Il G.I. manifesta le sue qualità in questo enorme cespuglio dell'evoluzione, dove alcuni rami si fermano e altri ne compaiono e vanno avanti.
E' una grande sinfonia in perenne trasformazione e manifestazione.
Dove nessuna specie "nasce" o "muore" perchè, in sostanza, è sempre la stessa Coscienza cosmica che si manifesta. E la Coscienza cosmica non nasce e non muore...ma si manifesta nella trasformazione.

Il nostro ramo evolutivo si è sviluppato dall'organismo unicellulare primordiale...e poi, pesci, anfibi, rettili, mammiferi, ominidi, homo.
Noi potremo - in futuro - estinguerci (e quindi bloccare il nostro ramo evolutivo)  o potremo fare da specie propedeutica alla manifestazione di altre specie nostre discendenti e, quindi, alla manifestazione di altre qualità della Coscienza cosmica sul nostro ramo evolutivo.

Quello che possiamo osservare, ad oggi, è che nell'homo si assiste a una "spinta evolutiva". Cioè l'homo stesso si sta evolvendo....si sta trasformando (dall'homo che eravamo 200mila anni fa all'homo di oggi). Si tratta al momento solo di evoluzione "comportamentale" (o culturale). Ma non è da escludere che questa evoluzione comportamentale sia propedeutica a una mutazione genetica. Ovvio che parliamo di meccanismi che avvengono nell'arco di centinaia di migliaia di anni...
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

@Ipazia
Ammetto che faccio un po' fatica a seguire i tuoi ragionamenti.
Dai troppe cose per scontate.
Ad esempio...non conosco Fukuyama.  ;D 

Ora...... Non so se mi devo preoccupare o se devo essere contento del fatto di non conoscere Fukuyama.  ;D
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.