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Oltre i quanti

Aperto da Ipazia, 18 Gennaio 2021, 09:41:26 AM

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Ipazia

A due passi dalla SISSA, santuario dell'episteme dominante dedicato alla ricerca scientifica fondamentale, un fisico dell'Università di Trieste, Angelo Bassi, si interroga sul riduzionismo quantistico che imperversa dalla fisica alla metafisica, dalla scienza alla filosofia all'esoterismo religioso. Per chi fosse interessato al suo approccio critico consiglio di ascoltare questa intervista in Radio3Scienza.

La tesi che lo scienziato sviluppa in sede sperimentale riabilita l'antico principio metafisico che il tutto non è riducibile alle sue parti, ripreso dalla dialettica materialistica con la formula della quantità che diventa qualità.

Tornando ai quanti, essi devono subire un traumatico "salto quantistico" per aggregarsi in atomi e molecole che ne modificano la natura. Ed un salto non-più-quantistico separa la materia inanimata da quella animata, che infine deve fare un salto per-nulla-quantistico per passare dallo stadio di biologia molecolare a quello di biologia (auto)cosciente.

Tali processi hanno caratteristiche di irreversibilità atte a condannare la reductio ad quantum al purgatorio delle fallacie scientifiche e filosofiche. In compagnia ai riduzionismi nati sulla scia del darwinismo e della teoria einsteiniana della relatività.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#1
Angelo Bassi afferma che compito della fisica è dare una immagine soddisfacente della realtà, e cita come esempio Newton. Pazienza , afferma, se l'immagine che ci da' Newton è stata superata.
Noi dobbiamo comunque seguire quell'esempio.
Cito a memoria, ma il senso dovrebbe essere questo.
Sono convinto che la stragrande maggioranza di noi sottoscriverebbe questa posizione.
Non dobbiamo accontentarci di una fisica che funziona, perché scopo della fisica è creare un immagine della realtà.
Qui la fisica, viene da pensare , sconfini nell'etica, e lo dico provocatoriamente.
Il,fatto,è che , diciamo paradossalmente , una immagine soddisfacente non fa' altro che potenziare il funzionamento della fisica.
Quindi è cosa desiderabile anche da un punto di vista pratico, anche se questo punto di vista non sembra essere in se' un faro per la ricerca, e a pensarci questo è strano.
Come sappiamo poi l'estetica ha ruoli non secondari nella ricerca matematica, che ricade poi pesantemente in quella fisica, e quindi infine l'estetica sembra essere implicata pesantemente nella ricerca fisica, più di quanto non si tenda a a sottolineare.
Angelo Basso ha il merito di dirlo con una certa chiarezza.
Si tende quindi in genere a contrapporre un approccio utilitaristico,ad uno, diciamo così, estetico, quando invece la fisica, rapinando il linguaggio quantistico, si trova in due strati sovrapposti a quanto pare.
Il mio intuito mi suggerisce un paragone li per li, quindi non so' quanto azzeccato.
Non conosco testi letterari che col loro contenuto abbiano influenzato la cultura a distanza di millenni che difettassero nella forma.
Ma la forma rimane solo un utile veicolo per diffondere il contenuto , quando questo , beninteso , ci sia.
Quindi certamente una immagine migliore per la meccanica quantistica, che certo non difetta di contenuti, non vi è chi non la caldeggi, qualunque partito prenda sulla questione.
Se poi si vuol continuare a considerare la scienza come cosa umana, questa diffusione , e quindi l'immagine che dovrebbe agevolarla, non è cosa di poco conto.
Rimarrebbe da dire, cosa ancora  di non poco conto, che la fisica va' avanti anche senza questa immagine, come possiamo constatare, e come non avevamo messo in conto.
Parafrasando Monica Vitti , mi verrebbe però da chiedergli, alla fisica : " ...ma dove vai se l'immagine non c'è l'hai ? " :P
La mancanza di questa immagine sembra a me ben più grave di un fatto di natura estetica, perché l'estetica non è un fine , ma un mezzo, la cui mancanza però mi preoccupa su e in che modo si trasformerà il fine.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Angelo Bassi dice che Newton va benissimo nel livello di realtà macroscopica in cui la sua teoria funziona. La scienza è un'arte particolare che non si limita alla rappresentazione estetica della realtà ma vuole agirla. Che ci riesca o meno non è un dato filosofico od estetico, ma eminentemente pratico. Verificabile da chiunque. Fin dai tempi di Archimede. Che non è per nulla superato, visto che la sua leva continua a funzionare perfettamente e le navi galleggiano secondo i suoi calcoli sulla spinta idrostatica.
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bobmax

La scienza vuole descrivere come il mondo funziona. Scopo della scienza è infatti il comprendere.

L'agire nel mondo è invece scopo della tecnica.
La tecnica, usufruendo delle scoperte scientifiche, agisce nel mondo.

La tecnica può a sua volta essere utilizzata dalla scienza per la sua ricerca.

Pur essendo interdipendenti la scienza e la tecnica sono attività umane ben distinte.
Anche se magari presenti nella medesima persona.

Infatti nella scienza non vi è alcuna volontà di potenza, che invece può esservi nella tecnica.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: bobmax il 19 Gennaio 2021, 10:46:03 AM
La scienza vuole descrivere come il mondo funziona. Scopo della scienza è infatti il comprendere.

L'agire nel mondo è invece scopo della tecnica.
La tecnica, usufruendo delle scoperte scientifiche, agisce nel mondo.

La tecnica può a sua volta essere utilizzata dalla scienza per la sua ricerca.

Pur essendo interdipendenti la scienza e la tecnica sono attività umane ben distinte.
Anche se magari presenti nella medesima persona.

Infatti nella scienza non vi è alcuna volontà di potenza, che invece può esservi nella tecnica.

Scolastico e meramente funzionale separare la conoscenza dall'agire: sono due facce della stessa medaglia che si chiama sapere, episteme, e ha il suo sbocco naturale nel saper fare (know how)

La volontà di potenza può premere sull'agire, ma la saggezza (filosofia) la risospinge verso il sapere. Vi è dialettica, non separazione o addirittura contrapposizione.

Del resto, come ben sai, la Verità è unica e quindi a che prò contestare la verità di una macchina ben funzionante secondo i principi rivelati dalla scienza ?
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bobmax

Ma certamente non vi è alcuna contrapposizione!

La scienza non ha nulla contro la volontà di potenza.
Che semmai può rientrare nel suo campo d'indagine.

La differenza non è contrapposizione, ma due finalità ben distinte.
Una il sapere, l'altra l'agire.

Una differenza comunque non da poco.
Perché il sapere necessita della fede nella Verità.
Mentre l'agire può prescinderne.

La Verità è ovunque. Necessariamente.
Quindi in qualsiasi macchina, arma nucleare, insomma in ogni prodotto dell'uomo. Come d'altronde in ogni manifestazione della natura di cui fa parte.

Ed è proprio questa la questione che assilla il ricercatore: trovare la pace nella Verità.

Il figlio deve infine tornare al Padre.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#6
Citazione di: Ipazia il 19 Gennaio 2021, 07:58:54 AM
Angelo Bassi dice che Newton va benissimo nel livello di realtà macroscopica in cui la sua teoria funziona. La scienza è un'arte particolare che non si limita alla rappresentazione estetica della realtà ma vuole agirla. Che ci riesca o meno non è un dato filosofico od estetico, ma eminentemente pratico. Verificabile da chiunque. Fin dai tempi di Archimede. Che non è per nulla superato, visto che la sua leva continua a funzionare perfettamente e le navi galleggiano secondo i suoi calcoli sulla spinta idrostatica.
Con Archimede fai leva sui miei sentimenti. Non potrei parlarne mai male essendo un mio paesano.
Per quanto riguarda Newton non posso che esprimere invece incondizionata ammirazione esterofila.
La sua lezione filosofica, giacché la sua teoria non ha smesso di funzionare in pratica, andrebbe attualizzata.
La sua teoria funziona con enti di fantasia non dimostrabili, come spazio e tempo assoluti, e , se serve quindi, e senza scandalo , le nuove teorie possono seguirne l'esempio.
Dal mio punto di vista il lavoro di Angelo Bassi consiste nello riscrivere la stessa storia in modo diverso sperando che aderisca meglio alla,realtà.
Dal mio punto di vista...un nuovo punto di vista è sempre utile e potenzialmente rivoluzionario.
Per quanto mi riguarda comunque una sovrapposizione di stati fa' bene il paio con gli assoluti di Newton.
Meglio se qualcuno non si accontenta di ciò, perché rivolterà la storia già scritta scoprendo nuovi risvolti e non importa se spinto da urgenze metafisiche o meno.
Qualunque sia il motivo per cui la si rivolta si fa' comunque bene , in attesa che qualcuno lo faccia magari con la sola motivazione , meramente pratica, che è utile farlo, dichiarandolo con onestà intellettuale .
Si inventano cose che non esistono purché una teoria che funzioni possa anche quadrare, e pazienza se alcune di queste invenzioni poi si dimostrano sperimentalmente vere 😊, e sicuramente uno dei meriti del rivoltamento della teoria di Angelo Bassi è quello di prevedere nuovi esperimenti fattibili, dai quali non si può mai sapere cosa venga fuori oltre l'atteso.
Staremo tutti...quanti...a vedere.
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Ipazia

Non ci voleva molto per capire che la complessità del reale non può ridursi a delle particelle subatomiche. Per un chimico avezzo a considerare la peculiarità dei legami e delle forze in gioco tra atomi e molecole la questione è lapalissiana. Meno male che anche i fisici cominciano a pensarci, dopo la sbornia subatomica. E per dirla tutta, il carattere discreto della materia (natura facit saltus), da cui si è sviluppata la meccanica quantistica, l'hanno scoperto i chimici.
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iano

#8
Non si può ridurre se vogliamo giungere alla verità ( intento privo di senso secondo me ) , ma la riduciamo, a particelle , a forze , legami e relazioni, e a tutto ciò che può servire, al fine di comprenderla per quel che possiamo.
Temo la fine della tensione alla verità, quanto la auspico, perché da un lato è un forte incentivo alla ricerca e dall'altro ne è la principale zavorra.
Tanto per dire come vanno le cose.
Oggi assistiamo a una rinascita rigogliosa della paleontologia, con numerosi paleontologi, tutti giovani  , ma già carichi di medaglie,  e tutti coetanei , nati davanti al grande schermo, essendo tutti  figli di Jurassik Park, film che dal punto di vista scientifico vale zero.
Però quella è stata la molla che li ha lanciati.
Uno scienziato nuovo, come lo immagino ,  deve essere estroverso, autoironico, amante del gioco.
Un tipo alla Feynman. Uno che scherza con la verità.
Un nuovo tipo di uomo in verità.
Viviamo in un mondo dove tutti ormai possono dire la loro con profusione di mezzi, e non è certo questo il male, quanto il fatto che ognuno si prende tremendamente sul serio e tutti hanno in tasca la verità.
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bobmax

La ricerca porta alla riduzione perché l'analisi la richiede.

E anche solo per sperare in una possibile sintesi, occorre prima operare un'analisi.

Ma l'analisi richiede di individuare le parti essenziali, tali cioè da essere necessarie e sufficienti per descrivere ciò che c'è.

Queste "parti" sono richieste dallo stesso principio d'identità. Senza il quale nessun pensiero sarebbe possibile.

Le parti individuate non sono però mai soddisfacenti per completare l'analisi. Vi è sempre qualcosa che non torna...
Di modo che inevitabile è la ricerca di eventuali parti mancanti così come la scomposizione ulteriore (riduzione) di quelle presenti.

L'ipotesi che non sia possibile individuare questi componenti elementari proprio in quanto non esistono, non sfiora il pensiero razionale, se non come incubo da scacciare in fretta.
Perché in tal caso la realtà sarebbe fondata sul Nulla. E ciò è razionalmente inammissibile.

Eppure...
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iano

#10
Ciao Bobmax.
La realtà non è fondata sul nulla se là si può indagare e vi si può interagire in genere.
Non è che se rinunciamo al tutto , alla verità, l'alternativa sia il nulla.
Non è tutto o nulla.😊
Che lo vogliamo o no ci accontentiamo, ma il volerlo o non volerlo ha implicazioni psicologiche con importanti ricadute pratiche, delle quali noi finora abbiamo esplorato solo un versante.
Però non bisogna rinunciare solo per vedere l'effetto che fa', è che proprio non ha senso insistere.
Non è un problema di limiti, che sono sempre superabili, ma di senso.
Non è un peccato di superbia, ma di inconcludenza..

Voglio vedere i diffusi timori verso il Nichilismo come un buon segnale.
Stiamo per fare il passo fuori dell'uscio della casa sicura dell'infanzia, e , umanamente , comprensibilmente, giustamente, esitiamo
Le teorie scientifiche sono come le favole. Ti preparano al mondo che devi affrontare e ti aiutano a crescere.
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bobmax

Ciao Iano

Che la realtà sia fondata sul Nulla non è una rinuncia alla Verità.
Anzi!
Semplicemente è l'esistenza, così come normalmente l'intendiamo, ad essere messa in discussione.

Perché "nulla" significa solo non esserci.
Non è nient'altro che la negazione dell'esistenza.

E' perciò l'esistenza, l'esserci, a perdere di consistenza.

Ma questo non vuol dire che i giochi siano chiusi...
Affatto!

Perché invece si riaprono davvero!

E il nichilismo, ne sono convinto, è la sfida di questa apertura.
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iano

Mi piace il tuo ottimismo Bobmax  ;) .
Permettiti i di chiudere meglio il mio precedente post.
Le teorie scientifiche sono come le favole.
Funzionano solo se mentre te le raccontano ci credi.
Ma arriva il momento di non crederci più, per trattenerne solo l'insegnamento.
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Ipazia

I fondali del Mediterraneo sono pieni di coloro che non credevano alle favole delle teorie scientifiche.
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iano

Citazione di: Ipazia il 22 Gennaio 2021, 00:23:04 AM
I fondali del Mediterraneo sono pieni di coloro che non credevano alle favole delle teorie scientifiche.
Non capisco.😊
Le teorie scientifiche comunque non sono favole .
Non intendevo dire certo questo.
Sarebbero comunque fiabe per adulti.
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