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Natura e sessualità

Aperto da Jacopus, 03 Agosto 2022, 21:11:51 PM

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Jacopus

Spesso si sente dire che l'omosessualità o la transessualità non sono accettabili perché contro natura. A partire da questo stesso principio, noi maschietti avremmo diritto all'harem e ci dovremmo battere per strada per difendere le nostre femmine, ma lasciamo perdere.
Esistono in natura molti esempi di omosessualità sia maschile che femminile, ma lasciamo perdere.
Un tipo di adattamento che riguarda il pesce anemone è ancora più strabiliante e permette di considerare la natura come un continuo laboratorio sperimentale, poco adatto ad essere ridimensionato dalle tradizioni religiose. Il pesce anemone maschio infatti se viene lasciato dalla sua/sue femmina/e può cambiare naturalmente sesso e diventare femmina, perfettamente in grado di emettere uova di pesce anemone. Un cambiamento che avviene gradualmente a partire dal cervello per estendersi agli organi riproduttivi solo in seguito. 
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve. Ma alla natura, della sessualità e delle sue variegatezze....frega proprio un bel tubo ! Il Sesso è argomento conturbante e problematico solo per la specie umana.

La natura si occupa solamente di riproduzione e sopravvivenza, e sia la riproduzione delle specie che la loro sopravvivenza sono affidate solo marginalmente alle modalità sessuali.

L'uomo fa parte della natura oppure possiede il libero arbitrio di confrontarsi (da esterno-estraneo) con essa ed eventualmente contraddirla o farne a meno ?.

E' quest'ultimo il quesito che va affrontato prima di parlare e giudicare delle variegatezze comportamentali di noi umani, ultimi ma presuntuosissimi arrivati sul pianeta. Saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Kobayashi

La natura è propensione alla metamorfosi.
L'uomo, la cui natura è la somma tra organismo e tecniche atte a trasformare se stesso e il suo ambiente, è per eccellenza portatore di questa propensione.
La conservazione delle forme assunte una volta per tutte come naturali ed eterne è una battaglia persa già da alcuni secoli, e in fondo chi ancora la combatte lo sa, lo sa perfettamente, ma il timore che il senso del mondo possa svanire di fronte alla fine reale di ogni antropocentrismo (quindi fine reale di ogni umanismo) spinge a perseverare in questo inutile sforzo.
Forse gli errori fondamentali del nostro tempo filosofico sono due:
uno, quello detto sopra;
due, pensare di poter capire l'uomo mettendo tra parentesi la tecnica, immaginandosi un essere umano contemplativo che si muove in un ambiente naturale... ma l'ambiente umano è sempre naturale, in quanto sempre trasformato dalle tecniche e dalla cultura, in quanto cioè è quella la sua natura.
Quindi se capissi come funziona concretamente, materialmente, il pc che sto usando in questo momento avrei fatto un passo in avanti, non per un guadagno di potenza, ma per il fatto di essermi riappropriato di qualcosa inerente la natura umana, esattamente nello stesso senso della traduzione di un poema scritto in una lingua sconosciuta (come se si riuscisse a riappropriarsi di un repertorio di storie, possibilità, soluzioni ingegnose a problemi etc. prima inaccessibili).
Insomma il diktat di Heidegger e discepoli sulla tecnica ha fatto il suo tempo.

[abbiate pazienza, sono a casa malato, febbricitante, sto cercando di fare chiarezza su alcune idee... work in progress]

niko

Purtroppo, nel caso specifico dell'uomo, la prospettiva di sopravvivere alla sua stessa evoluzione (tecnica) umana (e quindi intendo di sopravvivere all'incompatibilita' sessuale stessa degli attuali con i posteri, o dei vicini con i distanti in una eventuale disseminazione implicante l'isolamento, quale segni comuni del mutamento di specie negli animali) in quanto forma disincarnata di coscienza e' una prospettiva estremamente realistica: la comunita' delle coscienze GIA' QUI E ORA non e' la comunita' degli individui di una specie, non vi corrisponde e non puo' corrispondere. 

Un cataclisma che spazzi via tutti i corpi ha buone possibilita', di spazzare via anche tutte le coscienze, ma non la certezza.

La goccia contro la pietra dell'evoluzione, che spazza via per natura ogni forma animale, ha pessime possibilita' , di per se', di spazzare via l'uomo, o meglio quello che oggi intendiamo per uomo, quindi lo spirito, l'autocoscienza dell'uomo. Anzi quasi nulle. Si tratterebbe di far regredire l'autocoscienza alla sua stessa mancanza, non di modificare o codificare i corpi.

Le coscienze non fanno sesso e non fanno figli, tramandano istruzioni e possibilita' di plasmazione nel comportamento di corpi interpretati come generici tramite la relazione significativa e la parola.

Quello che impedisce la fertilita' dei rapporti sessuali non e' la stessa cosa di quello che impedisce la trasmissibilita' di queste istruzioni, basti pensare ad esempio alla condizione dei figli adottivi.

L'uomo e' arbitrariamente violento con gli atri uomini viventi e a lui vicini che non abbiano la parola o che non abbiano la sua stessa lingua o parola, e arbitrariamente tollerante e inclusivo con tutte le varie componenti -animali, divine o tecnologiche- del suo ambiente che ritiene abbiano la parola pur non essendo essendo esse propriamente umane, o pur non essendo esse propriamente viventi o vicine in senso stretto.

Noi parliamo al vento, alle stelle,  ai morti, agli dei, ai telefoni, ai robot, agli animali, proviamo perfino a parlare con gli extraterrestri.

Non parliamo solo tra di noi, anche se a volte ci piace pensarlo.

Il proggetto dell'uomo e' la separazione della comunita' virtuale delle coscienze e dei parlanti dalla comunita' corporea degli individui reali.

I figli si concepiscono in una notte e poi si plasmano alla loro piena "umanita' " con la parola. Per mesi ed anni.

Quindi no, la natura non elimina per inerzia ogni antropomorfismo, anche se in un certo senso elimina ogni categoria fissa, ogni tradizione e ogni ideologia.

Rimane il campo generico dell'autocoscienza, il grande palcoscenico meta-riproduttivo ed istruttivo di tutto l'uomo, che per quanto ne sappiamo di per se' non e' una vittima predestinata dell'evoluzione naturale: una volta posto,  ha durata e ripetibilita' indefinita, superando immensamente non solo la vita media degli individui, ma anche quella delle specie.

L'eliminazione degli antropomorfismi, se deve essere, deve essere attiva.

L'inerzia della fisica e della natura in questo non ci assiste.

Non compie il lavoro (nichilista) di tale eliminazione per noi o al posto nostro.

Le cose materiali, e al limite i corpi dei viventi, sembrano fluire in una metamorfosi continua in cui nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma; ma la vita come autocoscienza, viceversa, sembra venire dal nulla e tornare nel nulla. 
Quella della vita intesa come pathos e sentimento del vivere sembra una questione che implica il nichilismo come sua descrizione naturalistica piu' minimale e semplice, con buona pace di Severino.

Insomma la vita non ha la stessa connotazione dinamica lawoiseriana della materia. Il venire al nulla e tornare nel nulla significa quantomeno discontinuita' nella trasformazione, se non negazione, della trasformazione.

Ritornare, al flusso stesso della trasformazione, riguadagnare il proprio "posto", dinamico, in una trasformazione conservativa dell'eterno, dicendo "no!" alle imposture di essere e nulla, e' quanto di piu' nobile la vita possa fare.

Ma non e' scontato che lo faccia.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

#4
La discussione si è allargata assai dalle intenzioni di chi l'ha proposta, rispetto alla cui tesi osservo che il dimorfismo sessuale umano è un dato di fatto biologico che, fino a quando ai maschi umani non cresceranno uteri e ovaie e alle femmine i testicoli, sarà difficilmente confutabile.

Posto questo dato come incontrovertibile per la natura umana, fatti salvi scherzi da prete ormonali, mi tengo ben stretta la mia sessualità dimorfa, prodiga di piaceri e soddisfazioni secondo natura.

Ci siamo allargati pure sulla "natura umana", gravandola di significati trascendentali che chiamano in causa la mitica tecnica.

Tornando ai fondamenti della natura umana, non mi spingerei oltre una spiccata propensione al ragionamento logico, induttivo e deduttivo, lasciando la tecnica nel suo ruolo di accidente non sostanziale della natura umana. La quale, se dalla tecnica ha avuto apporti evolutivi dati dal potenziamento dei suoi organi sensoriali e razionali, d'altro canto ha subito pure una involuzione nella molteplicità di tecnopatie, di eziologia ambientale, lavorativa e comportamentale, che hanno compromesso pesantemente l'euritmia e prestazione dell'animale umano allo stato di natura.

Anche qui, come per la sessualità, resto fedele allo stato di natura e alle sue indicazioni in fatto di "natura umana". Magari con meno piglio metafisico di niko, ma con altrettanta determinazione, preferibilmente animale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

hystoricum

Bisogna dire una cosa:l' essere umano è un laboratorio vivente,a volte sembra la cavia di qualcuno ,altre volte una deriva ...
Io esito a chiamare "specie" l'umana proprio per queste caratteristiche variabili e fluttuanti in generale e negli individui.
L' essere umano  è capace di tutto, su questo non c'è dubbio,quindi anche a livello sessuale può sperimentare quello che vuole anche senza mutazioni fisiche.
La cosa porta a una considerazio e logica:l'umanità costruisce se stessa senza limiti se non quelli fisici specifico che però,attualmente,sono superabili almeno in parte con operazioni.
La cosa non mi piace di certo ma non posso farci niente:si vede che l'umanità diventa  vittima di se stessa proprio quando crede di non esserlo!
In parole povere , i limiti naturali,specifici e  individuali che dovrebbero "formattarla" e renderla consistente e unica, VENGONO VISSUTI COME UNA GABBIA DA CUI USCIRE!
Gli individui  oscillano dal conformismo fisico,mentale,sociale, a un anticonformismo senza limiti che assomiglia più a una deriva disperata che a una ricerca di identità di specie e personale.La specie  non ha un'identità INTEGRATA E CONVINCENTE, STABILE E SICURA.
Questo è davvero strano e molto poco terrestre:qualcuno parla di alieni e forse ha ragione  ma io considero già l'umanità stessa come ALIENA rispetto alle altre specie e alla naturalità terrestre.
Il perché,il come,il quanto e il quando non lo sa nessuno e forse è meglio così!










Jacopus

Concordo Hystoricum. Per certi versi siamo una specie aliena rispetto a tutte le altre, ma nello stesso tempo, siamo intimamente connessi al mondo animale e vegetale. Il nostro corpo risponde alle stesse sollecitazioni organiche di tutti gli altri esseri viventi. Siamo tutti dipendenti da sole, acqua, risorse biologiche esterne (le piante no, loro sono autonome). Siamo tutti, da homo sapiens alle formiche, ai fili d'erba, debitori dello stesso sistema di riproduzione cellulare, tramite dna e rna. Eppure siamo diversi e questa diversità la colloco nella storia culturale dell'uomo. L'uomo da qualche millennio scrive, crea mitologie, analizza la sua individualità e quella degli altri, si interroga su di sè e sulla vita nel cosmo, sul significato di ogni cosa. E' capace di terribili delitti e di sublimi atti di altruismo. L'immagine più corretta per definire l'uomo mi sembra quella del centauro, in parte cavallo e quindi natura ed in parte uomo, separato dalla natura.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

hystoricum

Sai che c'è di strano in tutto questo:la natura agisce spontaneamente come avesse infinite lauree di cui si serve senza mostrare di conoscerle!
È questo che mi interessa e stupisce:la natura fa in un modo magistrale e insuperabile quello che un laureato umano non riesce a fare neppure nel suo ambito di lavoro e in quel modo!
Da dove viene tutta quella Informazione?
Come può la natura gestire la materia energia in quel modo stendendo ogni premio Nobel al primo incontro?
Come mai l'uomo non riesce ad imitarla neppure lontanamente sul piano culturale mentre ,su quello fisico suo,ne viene gestito?
Secondo me il segreto sta nel modo con il quale la natura,quindi la materia energia ,USA l' Informazione che la percorre!
L' uomo non lo sa fare,ha bisogno di ragionare e di sperimentare,di studiare,lavorare...
Per questo la natura vince e stravince,
Regina della Terra e di tutto ciò che esiste!
Noi abbiamo un accesso indiretto all'Informazione,la natura diretto,immediato,imbattibile!
MA L'INFORMAZIONE,LE INFINITE LAUREE DELLA NATURA DA DOVE ARRIVANO?


Jacopus

La natura non la sopravaluterei. In realtà fa quello che può con quello che ha. Ad esempio abbiamo un sacco di codice genetico che non serve a niente ma che ci portiamo appresso. La natura non butta via niente, è ridondante. Scende a compromessi o usa per nuovi funzioni, vecchi organi, come nel caso delle piume dei dinosauri. I dinosauri le usavano a scopo rituale per sedurre le dinosaure. I loro discendenti, gli uccelli, hanno imparato ad usarle per volare. Noi abbiamo conquistato la posizione eretta ma abbiamo pagato un prezzo molto alto, che ha rischiato di farci scomparire come specie, ovvero l'alto tasso di morte durante il parto delle madri e dei neonati, a causa del restringimento del bacino. La vita difende la vita e continua ad adattarsi ad un mondo che cambia, ma la natura non è un grande orologiaio plurilaureato. La definirei meglio come una sorta di artigiano aggiustatutto, un bricoleur.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

hystoricum

Secondo me si tratta di un'abbondanza di materia che permette tentativi,successi,insuccessi e varietà.
Quello che mi piace è la differenziazione a cespuglio delle specie più che l'evoluzione temporale 
Io vado spesso in natura,osservo e mi rilasso.
Se poi mi concentro su un'area di un mquadrato di terreno,vedo tanta di quella vita!
Mi piace la natura,per me è come un'amica di vecchia data che non mi ha mai deluso nè tanto meno tradito 
Tornando alla sessualità,io trovo importante la questione del piacere.
I bambini credono che il principio del piacere sia l'unico esistente sulla terra,vorrebbero tutto e subito ,  scelgono quasi sempre la strada più veloce che li porta dove vogliono.
Questo perdura nell'adulto ma,per fortuna,insieme al principio di realtà e ai valori.
In genere,quindi ,gli adulti hanno una sessualità ben definita in senso eterosessuale,la maggioranza,o omosessuale,la minoranza.
Ci sono poi adulti rimasti bambini per quanto riguarda il piacere,cercano esperienze e godimenti senza una continuità sessuale definita.
Si parla di bisessualità,ma io parlerei di avidità e ingordigia in questo senso,salvo i casi di vera confusione o difficoltà di scelta 
Insomma tutto questo è umano,però,secondo me,una scelta definita e coerente nella vita è la cosa migliore da fare.
Dico ancora una cosa:la coppia eterosessuale senza problemi di godimento e esperienze,è la scelta che permette la soddisfazione del più elevato numero di variabili sessuali e non sessuali dell'uomo.
Lo dico per esperienza e per quanto so di altri.
Con questo non svaluto il resto,ma resto dell'idea che ho appena espresso!o

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