La scienza ci inganna? Una fede presa in prestito.

Aperto da iano, 25 Ottobre 2019, 01:50:39 AM

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iano

La scienza ci rivela i meccanismi della percezione svelandoci che quest'ultima è ingannevole.
Sicuramente è ingannevole nella misura in cui abbiamo creduto a ciò che vediamo.
In sostanza la scienza ci dice che a fondamento della nostra visione del mondo prescientifica vi è un atto di fede.
Vediamo il mondo non perciò che è ma perciò che crediamo che sia.
Non si può negare però che il sistema percettivo presenti una struttura coerente nella sua fallacita' se normalmente tutti siamo soggetti alle stesse allucinazioni.
In alcuni soggetti questa coerenza ha delle falle.
Chi è affetto dal fenomeno di Charles Bonnett vede cose che sanno non esistono .Sanno che non esistono nel senso non banale che hanno la consapevolezza che non esistono.
Il fatto è che anche ciò vediamo e che abbiamo la consapevolezza che esiste non è meno ingannevole.
Cioè i meccanismi che presiedono alla visione normale sono gli stessi che presiedono alle visioni alterate.
Ma per quale motivo siamo portati a pensare che i meccanismi che presiedono alla ricerca scientifica non siano gli stessi?
Perché è stata la scienza a svelare che la percezione è ingannevole?
Ma il fenomeno succitato ci dice che non crediamo agli angeli , anche se li vediamo , restando nell'ambito percettivo.
Quindi l'atto di fede di credere in ciò che vediamo è vero  fino a un certo punto, senza bisogno di tirare in ballo la scienza.
Ora che abbiamo trasferito la nostra fede da ciò che vediamo a ciò che "scientifichiamo" non dovremmo quindi sorprenderci se alla scienza non sempre ci crediamo , e possiamo ben immaginare in futuro una iperscienza che ci sveli quanto la scienza sia fallace.
Così sveleremo i difetti della scienza , che in analogia ai difetti percettivi , ci aiuteranno a renderne espliciti i meccanismi , i quali , sono pronto a scommetterci , risulteranno fatti della stessa sostanza di quelli percettivi.
Potremmo così capire ad esempio da dove nasce la babele interpretativa della scienza attuale che crea falle nella nostra fede scientifica.
Forse più che il dubbio alla base della scienza , c'è  una fede presa solo in prestito.
In matematica si chiamano assiomi , ai quali diamo la nostra fede in prestito.
Forse non è così difficile capire allora l'efficacia della matematica nello svelarci l'essenza della realtà, o almeno così noi crediamo.
L'apparente paradosso dell'efficacia della matematica nasce dalla non completa consapevolezza  che alla base vi è celato un assioma di fede.


P.S. Ho usato qui il termine percettivo con la imprecisione di un non addetto ai lavori, ma spero si chiaro il senso.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Salve Iano. Osservo : "Ma il fenomeno succitato ci dice che non crediamo agli angeli , anche se li vediamo , restando nell'ambito percettivo".
C'è chi crede agli angeli senza averne mai visti, chi non vi crede pur vivendo in loro compagnia psichica o mentale....................

Come SEMPRE ovvio ma MAI sottolineato, il problema sta nel manico, cioè nel volere (moltissimi non lo VOGLIONO) o nel saper definire (moltissimi non SANNO farlo) ciò che vedono ed cui credono o dubitano.

Io posso avere una visione ma - non credendo in via pregiudiziale agli angeli così come descritti da una qualche fede o letteratura - potrei tranquillamente e sinceramente affermare di aver visto tutt'altro personaggio (da un artista circense alla donna dei miei sogni). Altri invece, davanti alla identica visione, in base ai loro propri canoni e persino desideri e bisogni psichici potrebbero mettersi a strillare di aver visto la Madonna.

La meccanica della percezione è (quasi) uguale per tutti (vedere appunto sua descrizione scientifica) ma ciò che conta è l'interpretazione prima PSICHICA poi MENTALE (eh sì, conta moltissimo anche il fatto culturale).

Ovvio quindi che alla base del tutto stia l'atto di fede, il CREDER VERO, non importa su quali basi. Come già più volte ho affermato, VERITA' e REALTA' sono concetti esclusivamente umani, relativi e soggettivi e consistono semplicemente in ciò che noi crediamo (in alcuni casi persino in ciò che noi SPERIAMO) essere vero.

Conosci forse qualcuno che non consideri vero ciò in cui crede ??. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

La scienza, a differenza della nostra percezione, non fa un discorso di contenuto, o di valore sui "qualia".
La scienza é un metodo che si fonda sulla misurazione e sulla dimostrazione e sulla applicazione tecnologica. Paragonare tutto ciò alla credenza sugli angeli può essere suggestivo e stimolante ma non ha alcuna validità. L'alterita' della scienza si fonda proprio su dati oggettivi, nei limiti in cui ciò é possibile. E pertanto lascia in sospeso ogni discorso veritativo. È anch'essa 'percezione', in futuro modificabile da un iperscienza e poi da una megascienza e così via, ma ha bisogno di dati verificabili e misurabili e che eventualmente apportino miglioramenti tecnici (anche se questo non é indispensabile).
La fallacia della scienza viene ammessa dalla stessa scienza in una gara a sempre migliori ipotesi interpretative soggette a verifiche e pubbliche duscussioni, ma non è certo una percezione la necessità di calcolare il differente trascorrere del tempo sulla superficie terrestre e a 50.000 km sulla stratosfera. Se non ci fosse questo banale calcolo correttivo i nostri navigatori satellitari non funzionerebbero e a monte di tutto questo c'è la teoria scientifica della relatività, ben poco percepibile dai nostri sensi, eppure efficace a farci trovare via Manzoni, quando andiamo a Tortona.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

#3
Citazione di: viator il 25 Ottobre 2019, 22:48:29 PM
Salve Iano. Osservo : "Ma il fenomeno succitato ci dice che non crediamo agli angeli , anche se li vediamo , restando nell'ambito percettivo".
C'è chi crede agli angeli senza averne mai visti, chi non vi crede pur vivendo in loro compagnia psichica o mentale....................

Come SEMPRE ovvio ma MAI sottolineato, il problema sta nel manico, cioè nel volere (moltissimi non lo VOGLIONO) o nel saper definire (moltissimi non SANNO farlo) ciò che vedono ed cui credono o dubitano.

Io posso avere una visione ma - non credendo in via pregiudiziale agli angeli così come descritti da una qualche fede o letteratura - potrei tranquillamente e sinceramente affermare di aver visto tutt'altro personaggio (da un artista circense alla donna dei miei sogni). Altri invece, davanti alla identica visione, in base ai loro propri canoni e persino desideri e bisogni psichici potrebbero mettersi a strillare di aver visto la Madonna.

La meccanica della percezione è (quasi) uguale per tutti (vedere appunto sua descrizione scientifica) ma ciò che conta è l'interpretazione prima PSICHICA poi MENTALE (eh sì, conta moltissimo anche il fatto culturale).

Ovvio quindi che alla base del tutto stia l'atto di fede, il CREDER VERO, non importa su quali basi. Come già più volte ho affermato, VERITA' e REALTA' sono concetti esclusivamente umani, relativi e soggettivi e consistono semplicemente in ciò che noi crediamo (in alcuni casi persino in ciò che noi SPERIAMO) essere vero.

Conosci forse qualcuno che non consideri vero ciò in cui crede ??. Saluti.
Ciao Viator.
In effetti la visione più frequente delle persone affette dalla sindrome di Charles Bonnett consiste nel vedere persone piccole , ferme o in movimento.
In genere però chi ne soffre , più che impressionato si dice divertito dalle incredibili visioni , che sono relative comunque a persone anziane con forti menomazioni alla vista.
Normalmente comunque l'elaborazione dei dati visivi (sostanzialmente fotoni) è di enorme complessità e impegna gran parte del cervello , sebbene a noi la visione appaia come cosa immediata , non avendo coscienza di tale super lavoro, che sostanzialmente è un lavoro interpretativo che inizia già a partire dagli occhi, che sono quindi ben lungi dal potersi esemplificare come una macchina fotografica.
Un gran lavoro interpretativo è necessario anche per i dati scientifici , dove l'interpretazione però è perlopiu cosciente .
La differenza quindi fra i due sistemi , percezione e scienza , è nell'uso della coscienza , ma non nella sostanza.
Quindi semplificando molto la scienza è l'esplicitazione della percezione.
Essendo la scienza giovane ha cercato inizialmente di rottamare la percezione.
L'uso in negativo del termine allucinazione è parte di questo tentato parricidio.
Non resta che chiedersi quali allucinazioni , in un senso buono da dare al termine, sono relative alla scienza?
I difetti della scienza quindi , rispondendo anche a Jacopus, più che da correggere , sono da indagare per far luce su quello che è il processo scientifico , che del tutto esplicito in effetti non è .
Un atto di fede a me sembra faccia capolino nei due sistemi.
Un atto di  fede cieca è alla base della scienza come della visione?😊
Cieca si , ma non immutabile come la scienza ci insegna , se ogni suo progresso assomiglia a una guerra di religione.
Così mi piace dire che la scienza più che sul dubbio è fondata su una fede presa in prestito.
Le visioni sono spesso causa di fede , ma è vero e fondamentale il contrario .
Quando il cervello decide che l'elaborazione dei dati in ingresso è andata a buon fine.
Con quale atto?
Forse la scienza c'è lo può dire , per analogia.
La fede è come un punto che mette fine a una frase , ma non chiude mai il discorso.
Quasi una ineluttabile necessità tecnica.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Citazione di: iano il 26 Ottobre 2019, 00:33:18 AM
Quando il cervello decide che l'elaborazione dei dati in ingresso è andata a buon fine.
Con quale atto?

Forse la scienza c'è lo può dire, per analogia.
La fede è come un punto che mette fine a una frase, ma non chiude mai il discorso.
Quasi una ineluttabile necessità tecnica.

Per analogia quando due cervelli elaborano in sintonia e per dimostrazione quando i dati in uscita vanno a buon fine. Il tutto tecnicamente necessitato dal primo ingegnere incausato che è la natura. Armonizzando il tutto si può operare una ragionevole distinzione tra mitologia e scienza. E tra fede cieca (che per definizione non ha questo tipo di limiti epistemologici) e ponderata.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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