La "velocità" del tempo

Aperto da Donalduck, 21 Dicembre 2019, 17:59:37 PM

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viator

Salve Donalduck : proseguendo il tuo ultimo discorrere : .................................e quindi risulta sancita la completa relatività-soggettività di qualsiasi realtà e di qualsiasi modalità eistenziale.

La realtà consiste nel divenire basato sull'essere, in quanto in mancanza di percezione della realtà noi non possiamo stabilire l'essere di qualcosa.

L'essere a sua volta, come ormai stancamente vo ripetendo tra l'indifferenza generale, altro non è che "la condizione per la quale le cause generano degli effetti".

Se convinti di ciò, risulterà ovvio quindi il comprendere il legame biunivoco tra realtà ed esistenza. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Apeiron

Citazione di: Donalduck il 23 Dicembre 2019, 20:09:34 PMQuindi siamo sempre lì: che il sistema di riferimento sia inerziale o no dipende da un altro sistema di riferimento da cui viene osservato.

Ciao @Donalduck,

in realtà questo non è vero*. L''inerzialità' ha un significato fisico ben preciso: è la situazione di un corpo non soggetto a forze. Affinché un corpo si muova di moto accelerato, è necessaria la presenza di forze (ed è importante notare che la variazione di velocità possa essere anche solo una variazione di direzione...). Questo è il punto fondamentale che deve essere compreso. 

Nella meccanica newtoniana, la presenza di accelerazioni si manifesta nel riferimento accelerato con la presenza delle cosiddette 'forze inerziali' o 'forze apparenti' (come la famosa 'forza centrifuga'), che violano le leggi di Newton, che sono invarianti per le 'trasformazioni di Galileo' l'analogo newtoniano delle trasformazioni di Lorentz.

Certamente, è possibile introdurre 'riferimenti accelerati' in relatività ristretta, ma è piuttosto complesso. L'analogo relativistico di un moto rettilineo uniformemente accelerato è un riferimento dove valgono le coordinate di Rindler (Wikipedia inglese: https://en.wikipedia.org/wiki/Rindler_coordinates link in italiano: http://scienzematfisnaturali.altervista.org/la-metrica-di-rindler/?doing_wp_cron=1577204285.8601279258728027343750). Per questo motivo, fare una dimostrazione matematica della risoluzione del paradosso dei Gemelli (che di fatto, se non ti fraintendo, sembra essere lo scenario che hai in mente) in relatività ristretta è un lavoro molto complesso, perché non c'è una regola 'semplice' come quella di Lorentz per i riferimenti non-inerziali.

*Sopra non ho considerato, per semplicità, la relatività generale. Nella relatività generale, le cose cambiano nuovamente, visto che la gravità è vista come la curvatura dello spazio-tempo in quella teoria. 
Nella relatività generale, quando un corpo è soggetto alla sola gravità, segue una traiettoria nello spazio-tempo chiamata 'geodetica'. In assenza di gravità, non c'è curvatura e si ritorna al sistema inerziale della relatività ristretta. In effetti, direi che il moto lungo una geodetica nella relatività generale possa essere considerato l'analogo dell''inerzialità', infatti nella relatività generale, un corpo che segue una geodetica non è soggetto a forze non-gravitazionali. 

Ci sono alcune teorie alternative alla relatività einsteniana che postulano un riferimento privilegiato e una simultaneità assoluta. In queste teorie, in assenza di violazioni delle predizioni della relatività, tale riferimento privilegiato risulta inosservabile. 

Rinnovo gli auguri di buon Natale a tutto l'Hotel Logos  :)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

iano

#17
Citazione di: Donalduck il 23 Dicembre 2019, 20:19:58 PM
Citazione di: iano il 22 Dicembre 2019, 22:40:16 PMIl modo in cui percepiamo la realtà non è necessariamente il modo in cui la realtà è.
Anzi azzarderei che sicuramente non lo è.

Qui si va su una questione che ho cercato in passato di sollevare, senza, a mio parere, alcun risultato rilevante. Il tema è la definizione di "realtà" e/o "esistenza" (che siano considerati sinonimi o no).
Quello che continuo a notare è che tutti continuano a parlare di realtà ed esistenza senza poter definire (in sostanza senza davvero conoscere) i significati di questi termini, che si danno per scontati su base intuitiva.
Ma, secondo me, sono invece tutt'altro che scontati, e sono indispensabili per poter distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è (sempre che si ammetta, in ambito ontologico, la non-esistenza). 
Il mio punto di vista, in estrema sintesi, è che è reale qualsiasi cosa venga percepita in qualsiasi modo da un soggetto (ossia qualsiasi cosa sia un oggetto per un soggetto), e che non ha alcun senso ontologico dire che qualcosa non è reale o non esiste. Si può solo definire la modalità di esistenza di qualsiasi cosa di cui si parli che, anche solo per il fatto che se ne parli, esiste comunque, e  determinare la sua condivisibilità (intersoggettività).
E i diversi modi di vedere la realtà non si escludono a vicenda, e non c'è nulla che sia più o meno reale di qualcos'altro (sempre in senso ontologico, ossia nel senso più fondamentale).
No , in effetti non mi riferivo a ciò.
Credo nella realtà sulla fiducia.
Credo che l'interazione con la realtà produca cose come ad esempio la percezione del tempo , tempo che però non è parte della realtà , se non in quanto percezione.
Nulla di ciò che percepiamo direttamente o indirettamente (attraverso la scienza) è parte della realtà, se non come prodotto della nostra interazione con la realtà.
Ritengo ingenuo , col senno di poi , pensare che siccome percepisco il tempo allora il tempo è parte della realtà, se non nella misura in cui la mia percezione ne è parte.
Ritengo inoltre che vi sia sempre in noi una parte di ingenuità innocua entro certi limiti , che viene alla luce quando i limiti vengono superati.
Non si tratta ovviamente di un superamento facile , comodo , e sopratutto piacevole.
Veniamo infatti invitati a rivedere la nostra visione ingenua , ma comoda , del mondo , senza che poi ne' la vecchia ne' la nuova visione corrispondano alla realtà in se' .
È ingenuo forse ancora pensare anche che la realtà in se' sia approssimabile , anche se non raggiungibile , attraverso questo susseguirsi di nuove visioni aggiustate.
Credo sia ingenuo perché non credo sia possibile definire esattamente cosa intendiamo con l'espressione "realtà in se' " anche se la percepiamo.
Non si può dimostrare che la realtà esiste , ma ciò dimostra solo che ogni nostra conoscenza si costruisce , consciamente o inconsciamente , a partire da ipotesi non dimostrabili.
Questo suggerisce perché la matematica sia così potente nel costruire "immagini della realtà " , mappe utili , che non sono però mai la realtà è dire che possano approssimarla non ha senso , perché la mappa non è la realtà , ma solo una sua parte.
Però non è certo comodo andare in giro sempre con una mappa davanti gli occhi , perché ciò crea disagio , così la facciamo sparire chiamandola realtà.


BUON NATALE A TUTTI.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#18
Prendiamo , per restare in tema , lo spazio assoluto , il quale è percepito , senza evidentemente esistere.
Complice di questa percezione è la lontananza delle stelle fisse , effettivamente considerabili tali a causa della loro distanza , dove niente è più facile di immaginare sistemi inerziali Newtoniani.
Le masse però permeano l'universo e una non così lontana è sotto i nostri piedi.
Così lo spazio euclideo dove un "punto vale punto" mutuando una espressione attuale della nostra politica , esiste solo nella nostra mente.
Infine , se non l'universo , la sua percezione si fa' uomo , e muta con esso.
E si fanno uomo quelle "leggi dell'universo" che pensiamo essere dell'universo , ma che sono dell'uomo , e anzi sono uomo , e solo in quanto tali dell'universo.
Dio può farsi uomo se vuole , ma l'uomo non può farsi universo , restandone al massimo parte pregiata , e non ci si può sorprendere quindi se non sembra a volte soggetto alle leggi dell'universo che egli stesso crea.
Infine.
La nostra percezione muta ,e per quanto riguarda il mutamento della percezione dello spazio sembra sia storicamente documentata
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

La realtà è ingenua finché non ci vai a sbattere contro. Meglio fare fisica che metafisica sulla realtà. La percezione è perfettamente riducibile alla sua fenomenologia biochimicofisica. Se togliamo la super-stizione metafisica noumenica, originata dalla super-stizione metafisica dell'Essere, rimane la fenomenologia dei fatti reali in tutta la loro circoscrivibile evidenza: lo spazio dei dati di fatto (Tatsachenraum) empiricamente esperibili.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Donalduck il 22 Dicembre 2019, 01:54:34 AM
Citazione di: anthonyi il 21 Dicembre 2019, 19:14:28 PM
Ciao Donald Duck (paperino), i sistemi non sono intercambiabili, i due gemelli all'inizio hanno un qualsiasi moto relativo rispetto a tutti gli altri oggetti dell'Universo. Accellerando uno dei due gemelli, il suo moto relativo aumenta rispetto a tutti questi oggetti, mentre quello dell'altro resta immutato. Per l'accelerazione devi iniettare energia nel gemello che accelera, mentre l'altro non riceve nessuna iniezione di energia.
Saluti
Ciao Anthonyi, ti ringrazio per la risposta, ma temo che sia soggetta a diverse obiezioni:
1) Tutti i corpi celesti, a quanto pare, si muovono costantemente di moto relativo rispetto a tutti gli altri corpi celesti dell'universo. Non ci sono corpi che possano essere considerati "fermi" se non scegliendo un sistema di riferimento solidale col corpo ossia un sistema in cui il corpo risulta in quiete. Ma in tale sistema, tutto il resto dell'universo risulterà in moto.
2) L'accelerazione non è altro che una variazione di velocità e/o di direzione-verso e vale la stessa relatività (nel senso comune del termine): se A accelera rispetto a B, B accelera rispetto ad A.

Riporto la descrizione della "dilatazione del tempo" da Wikipedia (italiano):
CitazioneL'evento E, misurato da un osservatore O che si trova nel sistema di riferimento S solidale a E (in quiete rispetto a E) ha durata (tempo proprio), che risulta essere la durata minima possibile. Un osservatore O' che si trovi nel sistema di riferimento S' con velocità relativa v rispetto a S misurerà per lo stesso evento E una durata maggiore, data dalla relazione

dove è l'intervallo di tempo misurato dall'osservatore O' nel sistema di riferimento S', è il tempo proprio, l'intervallo di tempo misurato dall'osservatore O in S,
è il fattore di Lorentz
se e solo se i due sistemi di riferimento S ed S' sono in quiete uno rispetto all'altro),v è la velocità relativa tra i due sistemi di riferimento S ed S',c è la velocità della luce nel vuoto.

Si può notare che nella formula non c'è nulla che giustifichi una differenza tra un corpo che "riceve energia" e un'altro che non ne riceve. E anche l'articolo di Wikipedia sembra confermarlo:

CitazioneVa notato che, essendo v la velocità relativa tra i due sistemi, il fenomeno è reciproco. Risulta del tutto equivalente assumere che S (in cui si trovano E e O in quiete uno rispetto all'altro) sia fermo e che S' si muova con velocità v oppure che S' sia fermo mentre S (e quindi anche E e O) si muove rispetto a S' con velocità relativa v.

Nell'articolo in lingua inglese, tuttavia, c'è una frase che sembra avvalorare la tesi da de esposta:

CitazioneThe reciprocity of the phenomenon also leads to the so-called twin paradox where the aging of twins, one staying on Earth and the other embarking on a space travel, is compared, and where the reciprocity suggests that both persons should have the same age when they reunite. On the contrary, at the end of the round-trip, the traveling twin will be younger than his brother on Earth. The dilemma posed by the paradox, however, can be explained by the fact that the traveling twin must markedly accelerate in at least three phases of the trip (beginning, direction change, and end), while the other will only experience negligible acceleration, due to rotation and revolution of Earth. During the acceleration phases of the space travel, time dilation is not symmetric.

Ma l'argomentazione appare insoddisfacente e ingiustificata. Come dicevo, nella formula non vedo nulla che giustifichi 1) la "non simmetria" della dilatazione temporale in caso di accelerazione di uno solo dei due corpi 2) Il fatto che si possa parlare di accelerazione in assoluto, e non soltanto in relazione a un sistema di riferimento arbitrario (e quindi variabile)

Ciao DonaldDuck, ho difficoltà a seguire le tue obiezioni perché le mie conoscenze in materia sono intuitive. Comunque se ho capito bene la tua obiezione al punto 1 tu fai di una semplificazione necessaria per poter ragionare (Cioè l'ipotesi che vi sia solo un punto fermo e un punto in movimento), l'ipotesi che ti permette di sostenere la tua tesi, perché poi sostieni che potresti invertire il discorso supponendo fermo l'altro punto.
Il tuo discorso però non funziona perché la semplificazione presuppone un universo nel quale ci sono solo i due gemelli. Probabilmente le equazioni che riporti si fondano su questa ipotesi, necessaria per poter rappresentare la teoria della relatività. E' infatti chiaro che se tu sposti un oggetto nello spazio lo muovi in relazione a tutti gli oggetti che sono nello spazio, e quindi avresti bisogno di equazioni di lunghezza infinita.
Un saluto

Donalduck

Citazione di: iano il 26 Dicembre 2019, 01:52:10 AMCredo nella realtà sulla fiducia...
Mmmm.... Hai fatto un lungo discorso sulla realtà, dimenticandoti di dire cosa intendi con questo termine, e neppure si capisce da quello che scrivi. E' proprio il problema che ho enunciato e risolto, per quanto mi riguarda, nel modo che ho descritto. Non trovo invece nulla di intelligibile e neppure intuibile nel tuo modo di presentare la tua visione di questa fantomatica "realtà". Purtroppo non possiamo affatto contare su una intuizione comune, dato che da parte mia trovo decisamente fuorviante e fallimentare il modo in cui si usa generalmente questo termine in filosofia.

Donalduck

Citazione di: Ipazia il 26 Dicembre 2019, 07:22:53 AM
La realtà è ingenua finché non ci vai a sbattere contro. Meglio fare fisica che metafisica sulla realtà. La percezione è perfettamente riducibile alla sua fenomenologia biochimicofisica. Se togliamo la super-stizione metafisica noumenica, originata dalla super-stizione metafisica dell'Essere, rimane la fenomenologia dei fatti reali in tutta la loro circoscrivibile evidenza: lo spazio dei dati di fatto (Tatsachenraum) empiricamente esperibili.
Appunto, quindi tutto di tutto: quello che normalmente chiamiamo realtà in senso stretto più quello che chiamiamo immaginazione, sogno, fantasia, allucinazione, impressione, sensazione, intuizione, pensiero, sentimento e tutto quello che mai possa essere in qualche modo nominato, più tutto quello che non si riesce a nominare. Tutto quello che una coscienza può esperire.

Donalduck

Citazione di: Apeiron il 24 Dicembre 2019, 17:36:10 PMin realtà questo non è vero*. L''inerzialità' ha un significato fisico ben preciso: è la situazione di un corpo non soggetto a forze. Affinché un corpo si muova di moto accelerato, è necessaria la presenza di forze
Qui si presenta la problematica nozione di forza. Una cosa che non capisco è come possa esistere un corpo non soggetto a forze. Il concetto di forza è legato a quello di energia, e la fisica ci dice che l'energia è tutto ciò che esiste (sempre restando nell'ambito della fisica, s'intende) essendo la massa in fin dei conti un particolare modo di essere dell'energia. Un'altra cosa che non capisco è come si possa parlare di forze senza assumere un riferimento spaziotemporale preciso.
CitazionePer questo motivo, fare una dimostrazione matematica della risoluzione del paradosso dei Gemelli (che di fatto, se non ti fraintendo, sembra essere lo scenario che hai in mente) in relatività ristretta è un lavoro molto complesso
Per complessa che sia tale dimostrazione dovrebbe essere possibile formalizzarla (o indicare una fonte in cui sia rintracciabile questa formalizzazione), anche se magari un non specialista come me non sarebbe in grado di comprenderla, se non eventualmente nelle sue linee concettuali essenziali (che è quello che a me interessa).
CitazioneNella relatività generale, le cose cambiano nuovamente, visto che la gravità è vista come la curvatura dello spazio-tempo in quella teoria. 
Ma in che modo supera il problema della relatività del sistema di riferimento e dalla reciprocità di cui si parlava?
CitazioneCi sono alcune teorie alternative alla relatività einsteniana che postulano un riferimento privilegiato e una simultaneità assoluta. In queste teorie, in assenza di violazioni delle predizioni della relatività, tale riferimento privilegiato risulta inosservabile. 
Da come le enunci, si direbbe che postulino qualcosa di analogo al noumeno in filosofia, che può solo essere oggetto di fede. Comunque, in prima istanza vorrei più che altro chiarirmi il punto di vista della fisica "ortodossa".

viator

Salve. La realtà consiste nell'insieme degli effetti umanamente percepibili, categoria dalla quale - naturalemente - sono escluse tutte le cause degli effetti umanamente percepibili. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Donalduck

Citazione di: viator il 26 Dicembre 2019, 12:18:06 PMSalve. La realtà consiste nell'insieme degli effetti umanamente percepibili, categoria dalla quale - naturalemente - sono escluse tutte le cause degli effetti umanamente percepibili. Saluti.
Quindi le cause degli effetti umanamente percepibili non sono reali. Ossia la realtà è causata da qualcosa di irreale. Come dire: il tutto è causato dal nulla. Francamente mi sembrano solo giochi di parole che non illuminano.

Apeiron

#26
Ciao @Donalduck,

Citazione di: Donalduck il 26 Dicembre 2019, 12:11:29 PM
Citazione di: Apeiron il 24 Dicembre 2019, 17:36:10 PMin realtà questo non è vero*. L''inerzialità' ha un significato fisico ben preciso: è la situazione di un corpo non soggetto a forze. Affinché un corpo si muova di moto accelerato, è necessaria la presenza di forze
Qui si presenta la problematica nozione di forza. Una cosa che non capisco è come possa esistere un corpo non soggetto a forze. Il concetto di forza è legato a quello di energia, e la fisica ci dice che l'energia è tutto ciò che esiste (sempre restando nell'ambito della fisica, s'intende) essendo la massa in fin dei conti un particolare modo di essere dell'energia. Un'altra cosa che non capisco è come si possa parlare di forze senza assumere un riferimento spaziotemporale preciso.

Non potrai trovare alcuna risposta 'soddisfacente' da questo scambio se non accetti (almeno a livello 'provvisorio') le premesse sulle quali si deve impostare il discorso.

L''inerzialità' è un concetto effettivamente astratto, così come è un'astrazione parlare di 'assenza di attrito'. Anche sul ghiaccio, effettivamente, c'è attrito seppur meno che sull'asfalto (asciutto). Tuttavia, l'assenza di attrito è una astrazione utile ed intuitiva. Stesso discorso per l''inerzialità'.
Anche a me il concetto di 'particella libera' sembra solo un'astrazione ma è possibile avere un'idea intuitiva di essa: portando, per esempio, molto lontano una carica elettrica da un'altra, si nota che l'attrazione o la repulsione tra le due diminuisce. Ad un certo punto, si può immaginare che tale attrazione o tale repulsione diventi trascurabile.
Riguardo al tuo secondo punto, invece, direi che, invece, è possibile parlare di 'forze' indipendentemente da un particolare riferimento. Nell'esempio di due cariche elettriche, l'interazione tra le due è dovuta alla presenza delle cariche elettriche stesse.  
(Per quanto mi riguarda, ritengo che non esistano 'particelle libere'...)

Ad ogni modo, anche il concetto di 'energia' è alquanto 'poco chiaro'... Secondo Richard Feynman (fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_conservazione_dell%27energia) :

Citazione«C'è un fatto, o se volete, una legge, che governa i fenomeni naturali sinora noti. Non ci sono eccezioni a questa legge, per quanto ne sappiamo è esatta. La legge si chiama "conservazione dell'energia", ed è veramente una idea molto astratta, perché è un principio matematico: dice che c'è una grandezza numerica, che non cambia qualsiasi cosa accada. Non descrive un meccanismo, o qualcosa di concreto: è solo un fatto un po' strano: possiamo calcolare un certo numero, e quando finiamo di osservare la natura che esegue i suoi giochi, e ricalcoliamo il numero, troviamo che non è cambiato...» (Fisica di Feynman, Vol I)

Su questo punto aggiungo che il criterio 'scientifico' per stabilire, o meno, la validità delle varie astrazioni, i vari assiomi, le varie idealizzazioni è sempre lo stesso: la compatibilità con ciò che viene osservato in laboratorio. Niente di più, niente di meno. Questo è il criterio direttamente 'dettato' dalla pratica scientifica.
Ciò significa che, in realtà, dal punto di vista 'puramente' scientificoquando si è nell'ambito di 'validità' della meccanica newtoniana (ovvero, dove si possono trascurare effetti relativistici, dove si possono ignorare effetti quantistici ecc), ambito stabilito a sua volta sperimentalmente, si possono usare tranquillamente le astrazioni della meccanica newtoniana. Quindi, è discutibile affermare che la meccanica newtoniana è 'sbagliata' senza qualificazioni perché in certe situazioni non riesce a fornire le predizioni corrette. Meglio affermare che è valida in un certi ambiti e non valida in altri, sempre tenendo conto di ciò che viene effettivamente osservato in laboratorio.

Con questo non voglio dire che non si 'può' riflettere sul 'significato' delle teorie fisiche e così via. Anzi. Quello che però tendo a precisare è che non ci dobbiamo dimenticare il carattere 'sperimentale' della fisica perché, in fin dei conti, è esso il criterio con cui si deve stabilire, da un punto di vista della pratica scientifica, la validità o meno di una teoria :)

Citazione di: Donalduck il 26 Dicembre 2019, 12:11:29 PM

CitazionePer questo motivo, fare una dimostrazione matematica della risoluzione del paradosso dei Gemelli (che di fatto, se non ti fraintendo, sembra essere lo scenario che hai in mente) in relatività ristretta è un lavoro molto complesso
Per complessa che sia tale dimostrazione dovrebbe essere possibile formalizzarla (o indicare una fonte in cui sia rintracciabile questa formalizzazione), anche se magari un non specialista come me non sarebbe in grado di comprenderla, se non eventualmente nelle sue linee concettuali essenziali (che è quello che a me interessa).

Se vuoi, c'è una spiegazione relativamente semplice della risoluzione del 'paradosso dei gemelli' (in inglese), qui: https://www.cpp.edu/~ajm/materials/twinparadox.html.
Il caso trattato nella spiegazione è esso stesso piuttosto ideale. Però, spero che renda l'idea (due giorni fa non mi è venuto in mente che con i diagrammi di Minkowski, in effetti, la spiegazione non è troppo complessa...).

Citazione di: Donalduck il 26 Dicembre 2019, 12:11:29 PM

CitazioneNella relatività generale, le cose cambiano nuovamente, visto che la gravità è vista come la curvatura dello spazio-tempo in quella teoria.
Ma in che modo supera il problema della relatività del sistema di riferimento e dalla reciprocità di cui si parlava?
CitazioneCi sono alcune teorie alternative alla relatività einsteniana che postulano un riferimento privilegiato e una simultaneità assoluta. In queste teorie, in assenza di violazioni delle predizioni della relatività, tale riferimento privilegiato risulta inosservabile.
Da come le enunci, si direbbe che postulino qualcosa di analogo al noumeno in filosofia, che può solo essere oggetto di fede. Comunque, in prima istanza vorrei più che altro chiarirmi il punto di vista della fisica "ortodossa".

Ci sono delle analogia, diciamo, 'formali' con il noumeno (immagino tu intenda quello 'kantiano'). Però, è meglio non dimenticare che a priori l'analogia formale potrebbe essere fuorviante. Mi spiego meglio...

Nella filosofia kantiana, il noumeno si contrappone al fenomeno, dove per 'fenomeno' si intende la realtà 'empirica' 'adeguatamente' formata dalle forme della mente. In altre parole, la 'fenomenologia' kantiana riguarda l'esperienza cosciente (realtà 'empirica' nel senso, appunto, di realtà come appare ad un soggetto conoscente).
Invece, la fenomenologia scientifica riguarda prima di tutto le osservazioni (e le predizioni di osservazioni) sperimentali.

Volendo, si può discutere se questa analogia 'formale' implica una somiglianza più profonda tra le due fenomenologie, ma a priori sono due cose diverse...e mettersi a discutere di ciò può anche creare confusione :)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

viator

Salve donalduck. Non capisci come la nozione di forza possa astrarre dal concetto di energia. Certo...hai ragione.....nessuno può capirlo se resta nel punto di vista dal quale sta esaminando fisicamente un fenomeno. Non si può capire se non si compie un salto che ci trascini fuori della RELATIVITA' della quale è intessuta ogni e qualsiasi grandezza scientifica e percettiva.

Nessuna delle dimensioni fisiche fondamentati del mondo può venir compresa in sè medesima (la dimensione in sè in fondo è anche la cosa in sè) poichè la complessiva compiutezza del mondo risiede negli ONNIPRESENTI RAPPORTI tra le "dimensioni", mancando anche solo uno dei quali viene a crollare il senso "fisico" del mondo stesso.

Epperò ciò di cui dobbiamo negare la possibilità di isolata esistenza, possiamo appunto CONCEPIRLO facendo il salto dalla scienza alla filosofia, dalla FISICA  a quella che potremo chiamare la METAFISICA CONCETTUALE (per distinguerla dalla metafisica spiritualistica).

In effetti quindi, un corpo fisico non soggetto a forze (che non può esistere ma è tranquillamente concepibile) è appunto un corpo in sè privo di fisicità. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Donalduck

Citazione di: Apeiron il 26 Dicembre 2019, 15:44:17 PMSe vuoi, c'è una spiegazione relativamente semplice della risoluzione del 'paradosso dei gemelli' (in inglese), qui: https://www.cpp.edu/~ajm/materials/twinparadox.html.
Il caso trattato nella spiegazione è esso stesso piuttosto ideale. Però, spero che renda l'idea (due giorni fa non mi è venuto in mente che con i diagrammi di Minkowski, in effetti, la spiegazione non è troppo complessa...).

Grazie per il link. Il fatto è che anche questa "spiegazione" non mi sembra rispondere alla mia obiezione. L'articolo, in apparenza, prende in considerazioni i due punti di riferimento, quello del gemello che resta a terra (EBT) e quello del gemello che viaggia (TT), ma in realtà il sistema di riferimento è sempre quello di EBT. Se prendo il sistema di riferimento di TT, è la terra che si allontana e accelera insieme a EBT, ed è lui TT a lanciare 10 segnali e a riceverne solo 8. O almeno, non trovo nulla che smentisca questa visione delle cose.

Per chiarire meglio il mio punto di vista, dirò quali sono le mie motivazioni: ho notato che, in ambito scientifico, mentre abbondano le affermazioni categoriche (per certuni "scientifico" è quasi sinonimo di "certo", "inoppugnabile", anche se tra scienziati di alto livello queste convinzioni sono assai poco diffuse), non sono rare le "distrazioni" in cui punti essenziali vengono ignorati (quello che il grande Douglas Adams definiva la sindrome del "not my problem" che rendeva possibile il fatto che un divano materializzatosi improvvisamente nel bel mezzo di un campo da cricket passasse del tutto inosservato, perché troppo in conflitto con la "normalità"). Questo in particolare quando dalla scienza vera e propria (che ha a che fare con modelli e non direttamente con la realtà esperienziale) si passa, a volte inavvertitamente, alla filosofia, dando interpretazioni arbitrarie di fatti scientificamente accertati.
La cosa assume un particolare rilievo quando ci si trova di fronte ai paradossi, come quello dei gemelli, o quelli della fisica quantistica, o anche quelli antichi come quelli di Zenone. In questi casi tendo a pensare che si tratti di una fallacia ontologica, in cui si scambiano concetti (scientifici o no) con esperienze, pensando che siano impunemente intercambiabili. Come ho già scritto, ritengo che il tempo della fisica e quello dell'esperienza non siano la stessa cosa, pur essendo in relazione tra loro, e così lo spazio. E mi pare anche che le pretese ontologiche della scienza siano soltanto velleitarie. Fermo restando il diritto di ogni scienziato, come di ogni altro individuo, di occuparsi di filosofia, se cerca di farlo con i soli strumenti della scienza, sono abbastanza convinto che sia altrettanto ben equipaggiato di chi vada in guerra armato di temperino.

Tornando al caso in questione, non avendo abbastanza conoscenze per confermare o smentire la mia ipotesi relativamente al caso, cerco di acquisire tutte le informazioni possibili al riguardo.

Ipazia

Velleitario è pretendere che la scienza si occupi di cose che non la riguardano come, ad esempio, il significato della chiusura temporale della vita individuale umana: il tempo antropologico. Il tempo fisico funziona perfettamente nella relazione che si converte in una multa per eccesso di velocità. In tal caso la sua ontologia fenomenologica funziona così bene che si può perfino addestrare una macchina a calcolarla.  Così come funziona perfettamente nella determinazione del campo di esistenza del battito cardiaco e del soggetto di quel battito. Inclusi i fenomeni fisiologici correlati. Ontologia purissima.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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