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Il "vuoto" e il "nulla"

Aperto da Pensarbene, 10 Marzo 2023, 03:51:53 AM

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Pensarbene

https://www.ilpost.it/2023/03/09/vuoto-niente-fisica/

Adesso potete ben dire che il "vuoto" non è certo il "nulla"...

Ma che cos'è il "nulla"?
La risposta della filosofia del XX secolo(da Wikipedia):

Mentre Benedetto Croce, rifacendosi alla speculazione agostiniana, pone la tematica del nulla nell'ambito della morale, negando ogni validità teorica a questo genere di speculazione[9], Heidegger la considera un argomento metafisico centrale ispirandosi al significato di nulla come niente, "non ente". Il nulla infatti non deve essere inteso come un'entità negativa[10] ma piuttosto come la rivelazione della nullità dell'ente e quindi di tutti gli enti che hanno questa caratteristica come determinante il loro essere. Attraverso l'esperienza dell'"angoscia" di tipo kierkegaardiano, emerge l'insignificanza sia degli esseri che della nostra esistenza in bilico tra l'essere e il nulla.
Sartre riprende quest'ultima tematica nell'opera L'essere e il nulla dove il nulla è definito come l'«essere-per-sé», coincidente con la nostra coscienza che agisce liberamente e mette in atto realtà che nella loro entità sono nulla. Gli enti del mondo invece sono «essere-in-sé» in quanto nella loro essenza priva di determinazioni ben identificano l'essere.
L'essere afferma Sartre precede il nulla ma come quest'ultimo discenda dal primo non rimane chiarito.
Secondo Bergson «L'esistenza mi sembra una vittoria sul nulla. Se mi chiedo perché esistano i corpi o le menti piuttosto del nulla, non trovo risposta. Ma che un principio logico, come per esempio A = A, abbia il potere di creare sé stesso, trionfando sul nulla per tutta l'eternità, ciò mi sembra naturale.»[11]
Bergson afferma inoltre che bisogna distinguere il "nulla assoluto", che è impensabile nella sua assurdità, dal "nulla relativo" che è quello che si manifesta come qualcosa di esistente nel momento in cui ci aspettiamo che accada qualcosa che alla fine non si verifica: quando affermiamo: «non c'è nulla», vogliamo significare la mancanza di qualcosa che desideravamo si realizzasse.[12]
La speculazione sul nulla viene emarginata dal pensiero di Rudolf Carnap che definisce insensate le affermazioni metafisiche che pretendono di parlare del nulla. Esse infatti pur avendo una forma sintattica corretta linguisticamente in effetti sono logicamente non corrispondenti al termine linguistico. Quando noi diciamo: «In quel luogo non c'è nulla» non dobbiamo credere che ci sia un qualcosa che la metafisica identifica con il nulla, ma piuttosto quella frase equivale a dire: «Non c'è qualcosa che sia in quel luogo», dunque qualcosa che esiste in quel caso è assente. Il nulla è un equivoco linguistico. La parola «nulla», usata in generale, non indica nulla non essendo un sostantivo vero e proprio, bensì un quantificatore e quindi, come tale, può essere usato solo relativamente ad un'unità positiva e precisa.[13]
Forse l'ultimo mistero dell'umanità è comprendere l'idea del nulla per oltrepassare le frontiere e i limiti della conoscenza umana.


La risposta della scienza:

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.lescienze.it/edicola/2019/03/01/news/la_fisica_del_nulla-4306303/&ved=2ahUKEwiPmvzzrND9AhWthf0HHW8PCYoQFnoECAoQAQ&usg=AOvVaw26JynUB8e5jwebj1_lLKmW

Conclusione: il "nulla" non esiste se non per i filosofi mentre il "vuoto assoluto" per non dire il "nulla",non esistono proprio del tutto,neppure per i fisici!


Ipazia

Omnis determinatio est negatio (Spinoza):

Il vuoto è ciò che non è pieno (vale anche per lo stomaco ed è sempre relativo)
il nulla è ciò che non è (Parmenide)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Esistono teorie basate sul discreto come, in alternativa, sul continuo, e il nulla è semplicemente la condizione richiesta in esclusiva dal discreto.
Nel momento in cui si rinunci all'esclusiva possiamo notare che discreto e continuo non sono in sè contradditori, perchè si può dividere il continuo in parti discrete, senza che rimanga spazio per il nulla, come si può ricucire il continuo rendendo contigue le parti discrete, togliendo ogni spazio al nulla.
Se però poniamo il discreto come condizione assoluta, assecondando la nostra percezione, allora ne segue, a bilanciare questa pretesa, l'impercettibile nulla.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Quanto spazio occupa il niente di eutidemo ! E' un niente che nega se stesso nel momento in cui appare come uno spazio vuoto. Lo spazio vuoto è l'ente che prende il posto del ni-ente di eutidemo.

Nel discreto il ni-ente si pone come salto che qualcosa è (negatio). Esso è vuoto solo rispetto all'ente con cui si relaziona, non agli infiniti altri enti che lo attraversano senza che se ne renda conto, entificando lo spazio del salto in altre continuità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

In filosofia di può dire tutto e il contrario di tutto,basta saperlo fare bene e con "eleganza" intellettuale 
La fisica non se lo può permettere,per fortuna.

Ipazia

Ma la fisica può inventare teorie indimostrabili che finiscono nei libri di scuola, salvo essere falsificate poco dopo. Direi che il "salto" è senza soluzione di continuità tra tutti i saperi. Pure l'etica è commensurabile e falsificabile nell'impatto con la sua realtà, l'ethos.


pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Su questo non concordo e ti spiego il perché.
La fisica che si occupa della nostra realtà quotidiana,non sbaglia un colpo.
Quella che si occupa degli atomi in quanto tali è precisa.
Quella che si occupa del subatomico e del particellare
non può fare miracoli,quindi ma non sempre, può approssimare ma fino ad un certo punto.
Infine,occupandosi del macrocosmo,si trova con pochissimi punti di riferimento: redshift cosmologico,redshift gravitazionale,supernovae 1A,
analisi spettrografiche e strumentali,telescopi.
Sembra parecchio ma non lo è.se si pensa che gli oggetti studiati,i loro movimenti,le loro caratteristiche arrivano dopo aver percorso miliardi di anni luce.
Come arrivano?
Fotoni,infrarossi,ultravioletti,radiazioni(x,gamma,ecc ..)
Come si filtrano?Come si selezionano,come si interpretano?
Un lavoro improbo e complicatissimo.
La famosa immagine del buco nero a ciambella ha richiesto un lavoro d'équipe di anni,l'uso contemporaneo di decine di radiotelescopi terrestri,l'uso di algoritmi al limite dell',impossibile.
E quel buco nero era facilmente localizzato,mirato,
relativamente vicino.
Adesso ve ne dico una: per poter analizzare un'area di spazio ristretta della galassia di Andromeda,lontana circa due milioni di anni luce, bisognerebbe raccoglierne tutta l'emissione fotonica,radiante,spettrografare,selezionare,interpretare e rappresentare.In pratica,il lavoro che è stato fatto con quel buco nero moltiplicato per un diametro, diciamo,di 20000  anni luce!
Non è possibile farlo,ci vorrebbero anni e anni  di lavoro quotidiano solo per quei miseri anni luce.
Vogliamo farlo per l' universo visibile,13.5 miliardi di anni luce?
Quello che si può fare è usare telescopi extraterra o orbitali,o:ttici o radio,e basta:il risultato è quello che è ed è encomiabile ma miserrima cosa.
Per fortuna,ci sono i computer e i software di simulazione,modellamento,ecc...
Ma le macchine non fanno miracoli.
Quindi la fisica del macrocosmo è in difficoltà e non può dare più di quel tanto.
La scienza ha i suoi limiti obiettivi e questi limiti si restringono man mano che si allontana dal quotidiano terrestre verso il cosmo e il subatomico.
Per questo accentua il "colore" e la portata delle scoperte,per questo ipotizza e teorizza compensando quello che non sa con quello che vorrebbe sapere ma di cui ha pochissimi dati.


Ipazia

Non mi pare confuti le mie affermazioni. Laddove non arriva il dato sperimentale subentra l'ipotesi che lascia il tempo che trova prima che un'ipotesi più "suggestiva", altrettanto indimostrabile ma con qualche pezza giustificativa in più, solitamente di tipo matematico, ne prenda il posto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Ipazia,il dato sperimentale non arriva mai da solo come la manna dal cielo!
Sulla Terra "arrivano" solo i dati che la Terra vuole e può sapere,gli altri non li vede neanche
Uno dei miti della scienza è il metodo induttivo, superato poi da quello ipotetico deduttivo.
Secondo gli indutt...rinatori, i dati appaiono all'osservazione e spiegano le cose: in pratica,
Sherlock Holmes osserva,cataloga,collega, trae una deduzione ed esclama:"Elementare Watson!"
Invece,gli ipotetico-deduttivi seguono tutt'altro percorso:osservano,collegano,studiano i dati  PRESCRITTI dalla loro ipotesi.In altre parole,come diceva Einstein,"la teoria determina quello che noi possiamo osservare e studiare".
Lo determina in due modi:
a)prescrive l'area,l'oggetto,il bersaglio
b)lo definisce man mano che lo studia
Perciò il ricercatore scientifico SI PRESCRIVE DA SÉ IL CAMPO E LO STUDIA  DI CONSEGUENZA MA, STUDIANDOLO,LO MODIFICA E QUINDI....
Lasciamo perdere l'obiettività e la neutralità della scienza e degli scienziati,essi modificano ciò che scelgono di studiare, sia a livello teorico che pratico, A PARTIRE DALLE IPOTESI FINO ALLE TEORIE.






Ipazia

I fisici tendono più facilmente alla metafisica ed Einstein non faceva eccezione. I più terricoli chimici si limitano tomisticamente ad adeguare le cose all'intelletto e si sforzano di adeguare l'intelletto alle cose. Se l'analisi è esatta, i riscontri sperimentali ci sono. Nel campo di ricerca circoscritto, ovviamente, ma non arbitrariamente interpretato. La natura è maestra severa, e punisce i trucchi e gli inganni. Covax docet.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri