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Il mondo del fotone…

Aperto da bobmax, 03 Dicembre 2019, 17:22:08 PM

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bobmax

S'i' fosse foco, arderei 'l mondo; s'i' fosse vento, lo tempesterei; s'i' fosse acqua, i' l'annegherei;

e s'i' fosse fotone... in che mondo sarei?
 
Il fotone ha un che di arcano.
Senza massa, corre per l'universo alla massima velocità possibile.
 
Così almeno appare a chi lo osserva.
Ma per il fotone come stanno le cose?
 
Esiste davvero un mondo per il fotone?
 
Perché con il suo galoppare instancabile, l'immensità del nostro universo è un puro nulla e i suoi miliardi di anni... mai esistiti!
 
Lo vediamo partire da una stella lontana, e viaggiare viaggiare sino a giungere sino a noi.
Ma in realtà, per il fotone, le cose sono ben diverse...
 
Lui non è prima partito, poi in viaggio, e infine arrivato. Non è questo ciò che ha vissuto.
Il fotone... è sia partito, sia arrivato, sia in viaggio in quello stesso unico istante che dura la sua vita!
 
Se ne sta beato in quel singolo punto che è l'universo senza tempo.
 
La luce, il fotone, pare essere messaggera di quel Nulla che fonda ogni cosa.
Messaggera di speranza, per chi come me si ritrova nel centro dell'universo. Sì, sono proprio nel centro.
Perché solo nel centro posso essere.
 
E allora mi coglie la Compassione, per tutto quello che c'è, e per me stesso.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Il fotone è messaggero di eternità, Verbo illuminato dell'archè più vera, simbolo illuminifico e nirvanico fin dalla notte dei tempi umani. Ma tra noi e lui ci stanno 14 miliardi di anni solari di evoluzione. E un Nulla che fin dalla sua nascita divenne Qualcosa. Probabilmente senza ragione e causa, ma così è.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Non può esservi ragione.

L'Essere non può avere "ragioni" di sorta.

Non sarebbe Essere.

Non avendo ragioni, coincide con il Nulla.

Tuttavia... è esso stesso la Ragione.

Di modo che solo dentro me stesso posso trovare la ragione del Tutto.

Scavando nell'abisso del nulla metafisico.
Spinto dal dolore per tutto il male del mondo. Di cui sono responsabile.

Perché io sono l'origine.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

L'Incausato non coincide col Nulla perchè fin dall'inizio divenne Qualcosa. E il fotone - fossile vivente del Bigbang - ce lo testimonia da sempre. Noi attingiamo a questo antico Testamento nelle arcane fenomeniche manifestazioni fotoniche della radiazione cosmica di fondo

Tuttavia concordo che L'Incausato ... è esso stesso la Ragione. Basta prenderne atto e agire nel rispetto della sua Legge. Nel nostro interesse, perchè è una Legge che ammette solo le deroghe che la rispettano. Extra ... nulla salus. Possiamo anche metterci la con-passione. Non è necessaria, ma valorizza la nostra esistenza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Apeiron

#4
Citazione di: bobmax il 03 Dicembre 2019, 17:22:08 PM


Lui non è prima partito, poi in viaggio, e infine arrivato. Non è questo ciò che ha vissuto.
Il fotone... è sia partito, sia arrivato, sia in viaggio in quello stesso unico istante che dura la sua vita!

Se ne sta beato in quel singolo punto che è l'universo senza tempo.


Ciao @bobmax,

Ad essere precisi, in realtà, questa è una interpretazione di ciò che la teoria della relatività dice che ho visto sostenuta anche da alcuni fisici. Però, secondo me, è meglio prima vedere quello che si può dedurre dalla sola formula matematica.

Nella pagina di Wikipedia sulla Dilatazione del tempo si può notare che vi è una divergenza nell'espressione del Fattore di Lorentz se si pone 'v', ovvero la velocità della particella uguale a 'c', la velocità della luce.

Naturalmente, è vero che la trasformazione di Lorentz suggerisce che vi sia un diminuzione dell'intervallo temporale all'aumentare della velocità e che tale intervallo tende a zero per v che tende a c. Però, questo non implica che necessariamente che a "v=c", l'intervallo temporale sia esattamente zero. In realtà, quello che si deduce dalla formula senza considerazioni ulteriori considerazioni è che non si può definire un riferimento solidale a particelle che viaggiano alla velocità della luce (che sono di massa nulla). Quindi dalla sola teoria della relativitànon si può rispondere alla domanda: "quanto dura un tale fenomeno nel riferimento del fotone".
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

bobmax

Ciao Apeiron

Indubbiamente quando abbiamo a che fare con l'infinito siamo nell'indeterminabile.
Per cui ogni ipotesi non può mai essere considerata certezza.

Tuttavia le trasformazioni di Lorentz, che mi hanno sempre affascinato dai tempi dell'università, descrivono una realtà che ancora a mio avviso ci sfugge.

Le applichiamo in infinite soluzioni tecnologiche, senza però renderci conto delle possibili implicazioni nella nostra interpretazione della realtà.
Una realtà ben più "aperta" di quanto siamo soliti ritenere.

E la magia del fotone suggerisce proprio questa apertura.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Riflettendo sul fotone senza massa, occorre a mio avviso considerare un possibile significato di questa stessa massa che caratterizza il nostro mondo.

Si potrebbe infatti rovesciare il nostro concetto di realtà.

Dove l'autentica realtà sarebbe quella di cui la luce è messaggera, mentre la nostra altro non sarebbe che una sua temporanea emanazione.

Il fotone non si muoverebbe perciò affatto. Ma testimonierebbe il Nulla sostanza di tutte le cose.
Ossia l'Essere. A cui non possiamo tornare proprio a causa della massa.

Che se da un verso rende possibile il nostro universo, dall'altro impedisce il nostro ritorno all'Uno.

La morte, con la scomparsa della massa, coinciderebbe con il ritorno a casa.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Apeiron

Citazione di: bobmax il 05 Dicembre 2019, 20:57:46 PM
Ciao Apeiron

Indubbiamente quando abbiamo a che fare con l'infinito siamo nell'indeterminabile.
Per cui ogni ipotesi non può mai essere considerata certezza.

Tuttavia le trasformazioni di Lorentz, che mi hanno sempre affascinato dai tempi dell'università, descrivono una realtà che ancora a mio avviso ci sfugge.

Le applichiamo in infinite soluzioni tecnologiche, senza però renderci conto delle possibili implicazioni nella nostra interpretazione della realtà.
Una realtà ben più "aperta" di quanto siamo soliti ritenere.

E la magia del fotone suggerisce proprio questa apertura.

Ciao @bobmax,

concordo con te che le trasformazioni di Lorentz ci suggeriscono qualcosa di molto 'profondo'. Personalmente, interpreto la Relatività in modo 'operativo'/'fenomenologico'/'relazionale', ovvero come una descrizione di ciò che si osserva. Riconosco però che tale lettura presenta difficoltà quando la si rapporta alla teoria della Relatività Generale. Tuttavia, la preferisco perché essa si accorda molto bene con la mia lettura 'filosofica' della Meccanica Quantistica.

Brevemente, ritengo che la Relatività ci fornisca potentissimi strumenti per conoscere cosa viene osservato nei vari sistemi di riferimento. Non ci fornisce, cioè, una descrizione di 'come il mondo fisico è', ma ci permette di conoscere cosa viene osservato nei vari sistemi di riferimento. Anche perché se la si interpretasse come una descrizione 'fedele' del mondo fisico, non vedo molte alternative all''universo blocco' (ovvero la posizione per cui il divenire è una mera illusione).

Le trasformazioni di Lorentz mettono in relazione ciò che viene osservato in un sistema con quello che viene osservato in un altro...

Preferisco questa lettura perché, in ultima analisi, vedo come un 'trend' nella storia della fisica che sembra suggerirci che interpretare le nostre osservazioni in modo relazionale aiuta molto. Già nella Relatività Galileiana, infatti, il valore della velocità dei corpi era definito a meno di una costante e, quindi, era di fatto relazionale.
D'altra parte, per evitare una sorta di versione scientifica del 'soggettivismo' bisogna anche ricordarsi che ci sono molte cose invarianti da un sistema di riferimento ad un altro.

Bisogna cercare di bilanciare le due cose...

In effetti, personalmente ritengo anche io che la fisica ci suggerisce che la realtà è ben diversa da come siamo portati a pensarla. Diciamo una 'realtà velata'. La 'presenza' di una 'realtà' spiega le regolarità che osserviamo e la non-arbitrarietà della relazione tra ciò che viene osservato dai vari osservatori. Tuttavia, l'oggetto di studio della scienza è il 'mondo fenomenico' - ovvero ciò che viene osservato - e ci permette di fare predizioni su tale 'mondo fenomenico' e di stabilire relazioni tra ciò che si osserva nei vari 'mondi fenomenici' (ad. es. ci permette di stabilire ad Alice ciò che osserva Bob...).  

Secondo me, nel caso del fotone risulta più giustificato 'restare in silenzio' (ma non sono contrario alla speculazione  ;) ). La teoria semplicemente non ci permette di stabilire un riferimento per il fotone.

(un'altra cosa curiosa è che in assenza di massa se fosse possibile stabilire un sistema a riposo per il singolo fotone, in tale sistema di riferimento l'energia del fotone è in realtà nulla. Per le particelle massive, infatti, l'energie della particella nel riferimento della particella è l'energia a riposo, ovvero la massa moltiplicata per la velocità della luce al quadrato...)

Citazione di: bobmax il 06 Dicembre 2019, 06:12:22 AMRiflettendo sul fotone senza massa, occorre a mio avviso considerare un possibile significato di questa stessa massa che caratterizza il nostro mondo. Si potrebbe infatti rovesciare il nostro concetto di realtà. Dove l'autentica realtà sarebbe quella di cui la luce è messaggera, mentre la nostra altro non sarebbe che una sua temporanea emanazione. Il fotone non si muoverebbe perciò affatto. Ma testimonierebbe il Nulla sostanza di tutte le cose. Ossia l'Essere. A cui non possiamo tornare proprio a causa della massa. Che se da un verso rende possibile il nostro universo, dall'altro impedisce il nostro ritorno all'Uno. La morte, con la scomparsa della massa, coinciderebbe con il ritorno a casa.

Il fotone però nel nostro 'mondo fenomenico' è soggetto a insorgenza, movimento e cessazione. Il fotone che osserviamo è parte del nostro mondo fenomenico. Non può essere, secondo me, il 'fondamento di tutte le cose'.
Inoltre i fotoni sono molti, non 'uno'. In più, anche se fosse davvero così, la presenza della massa produce una distinzione e, quindi, una differenza - il che mette in difficoltà il 'monismo'...


D'altra parte, stando alle teorie cosmologiche, il bosone di Higgs è comparso ad un certo momento. Prima non c'era nemmeno massa. Il che in effetti è strano...
Però è anche vero che per un sistema di particelle senza massa, si può comunque definire un sistema di riferimento a riposo. Quindi nel caso di una molteplicità di particelle senza massa è possibile definire un riferimento.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

bobmax

Ciao Apeiron

Sì, il fotone non può essere il fondamento di tutte le cose.
Perché il fotone c'è.
E ciò che c'è è necessariamente un qualcosa. Ossia distinto da tutto il resto.

Tuttavia il fotone può essere inteso come "cifra" che rimanda ad altro. Cioè messaggero.

In effetti ogni cosa del mondo può diventare "cifra" per noi, anche la cosa più banale. È sufficiente che ci colga la meraviglia per quella semplice cosa che ci troviamo davanti.

La fisica, secondo me, può fornirci l'occasione per meravigliarci. Per farci trovare davanti al limite.

Ma tutta la vita è una possibile occasione.

Un'occasione sprecata, se pensiamo di aver "compreso". Ma che pure va persa se la trascuriamo del tutto.

Ciò che secondo me è difficile da accettare, quindi anche riguardo al fotone, è che ciò a cui rimanda è Nulla.
E questo è inaccettabile per il nostro pensiero razionale, per il quale esiste solo il qualcosa.
E il nulla, per esso, è la bestemmia più odiosa.

Eppure proprio il Nulla può essere l'origine di tutte le possibilità.
L'unico ad essere davvero libero.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

D'altronde la massa non consiste proprio in una deformazione spazio-temporale?
E l'energia non si manifesta anch'essa a causa di questa deformazione?
 
Ma non è l'energia proprio questa stessa deformazione?
 Dove cosa si muove in cerca della propria pace?

Secondo Pietro Ubaldi (La grande sintesi) l'energia è destinata a sumblimarsi sempre più. 
Da grossolana, come nelle reazioni nucleari, diventare raffinata, come nel manifestarsi della vita. 
Il suo rarefarsi comporterebbe il ritorno dello Spirito.

Ma se ogni cosa percorrere la propria geodetica, non è essa già in pace?


 
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Apeiron

Ciao @bobmax,

Citazione di: bobmax il 07 Dicembre 2019, 16:29:17 PMCiao Apeiron Sì, il fotone non può essere il fondamento di tutte le cose. Perché il fotone c'è. E ciò che c'è è necessariamente un qualcosa. Ossia distinto da tutto il resto. Tuttavia il fotone può essere inteso come "cifra" che rimanda ad altro. Cioè messaggero.

Sì, da quanto ho capito del tuo pensiero, il 'Nulla'/'Essere' è completamente indeterminato. Non ha 'proprietà' e non può essere 'distinto' dal resto.

Ma se è così non può nemmeno essere 'sorgente' di entità come fotoni, elettroni, rocce e noi esseri umani. Infatti, se lo fosse avrebbe la proprietà di essere sorgente e sarebbe distinto da ciò che produce. Potrai, forse, obbiettare dicendo che, per te, il molteplice è illusorio. Ma anche in questo caso, come può essere reale l'Uno/Essere/Nulla stesso se rimane comunque una illusionedi molteplicità?

Se, invece, intendi che il fotone può essere 'messaggero' nel senso che ci potrebbe ricordare che la realtà è molto più 'varia' di quel che possiamo pensare, concordo.

Citazione di: bobmax il 07 Dicembre 2019, 16:29:17 PM
In effetti ogni cosa del mondo può diventare "cifra" per noi, anche la cosa più banale. È sufficiente che ci colga la meraviglia per quella semplice cosa che ci troviamo davanti.

Certamente, si può anche dire che ogni cosa che ci troviamo davanti è 'misteriosa'. Il fatto stesso che ci sia può essere fonte di meraviglia...

Citazione di: bobmax il 07 Dicembre 2019, 16:29:17 PM
La fisica, secondo me, può fornirci l'occasione per meravigliarci. Per farci trovare davanti al limite. Ma tutta la vita è una possibile occasione. Un'occasione sprecata, se pensiamo di aver "compreso". Ma che pure va persa se la trascuriamo del tutto. Ciò che secondo me è difficile da accettare, quindi anche riguardo al fotone, è che ciò a cui rimanda è Nulla. E questo è inaccettabile per il nostro pensiero razionale, per il quale esiste solo il qualcosa. E il nulla, per esso, è la bestemmia più odiosa. Eppure proprio il Nulla può essere l'origine di tutte le possibilità. L'unico ad essere davvero libero.

Ma se il Nulla è l'origine di tutte le possibilità, dovrebbe per lo meno averle in 'potenza' - o comunque avere la proprietà di poter essere l'origine, per così dire. Quindi sarebbe indeterminato in un certo senso, non in modo assoluto.

Citazione di: bobmax il 09 Dicembre 2019, 07:11:40 AMD'altronde la massa non consiste proprio in una deformazione spazio-temporale? E l'energia non si manifesta anch'essa a causa di questa deformazione?

Nella relatività generale sia le particelle massive che senza massa interagiscono gravitazionalmente (si possono osservare i fotoni deviati dalla gravità, in fin dei conti, nell'effetto 'lente gravitazionale'...)

Citazione di: bobmax il 09 Dicembre 2019, 07:11:40 AM
...
Secondo Pietro Ubaldi (La grande sintesi) l'energia è destinata a sumblimarsi sempre più.
...

Non capisco questa parte. In che senso 'sublimarsi'?

Inoltre, vorrei far notare che 'vita' è un termine assai ambiguo. La definizione biologica di vita è assai chiara. Però, nella filosofia, 'vita' assume un altro significato. Spesso, per esempio, 'vita' significa 'vita cosciente' -> quindi, la 'vita', in questo senso, c'è solo con gli esseri senzienti, ovvero esseri che hanno una esperienza soggettiva. Quindi, a meno che non si pensi che tutti gli esseri viventi siano senzienti i due concetti sono separati (sto assumendo che per 'spirito' tu intenda coscienza...).  

Citazione di: bobmax il 09 Dicembre 2019, 07:11:40 AM
Ma se ogni cosa percorrere la propria geodetica, non è essa già in pace?  

Nella relatività generale, percorrere una geodetica equivale ad essere in caduta libera. In presenza di interazioni diverse dalla gravità, non si percorre la geodetica...
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

bobmax

Ciao Apeiron
 
Le questioni che poni sono fondamentali.
Tuttavia sono convinto che vano sarebbe cercare di affrontarle senza aver fatto prima una premessa.
 
Questa necessaria premessa non è una "verità" logica a sostegno di possibili risposte. È invece la consapevolezza dello "sfondo" in cui tutte le questioni vengono poste.
Questo sfondo è sempre presente, anche se spesso non ne siamo consapevoli.
Sebbene... siamo proprio noi a sceglierlo!
 
Perché è il risultato di una nostra intima decisione, un aut-aut in cui si gioca l'eternità.
 
Questa decisione riguarda il Bene assolto, e ci chiama in causa in prima persona. Perché solo noi, in perfetta solitudine, possiamo stabilire se il Bene è, oppure no.
Non vi è nessuna prova che ci possa supportare nella scelta, nessun appiglio a cui aggrapparci. Perché che il Bene sia, è, nel nostro esserci mondano, un'assurdità.

Per cui questa nostra decisione può fondarsi solo su noi stessi.
Solo dalla profondità del nostro essere deve scaturire la risposta.
Sì, il Bene assoluto è, oppure no.
 
Lo sfondo riflette questa nostra scelta. Forse l'unica autentica scelta libera che possiamo avere.
E' importante considerare come questo sfondo sia comunque sempre presente, anche se spesso non ne siamo per nulla consapevoli. Sebbene esso dipenda da noi...
 
Di solito non ci rendiamo neppure conto di questa nostra responsabilità. Ma ne viviamo le conseguenze.
Perché di norma non ci poniamo neppure la questione, visto che diamo per scontato che nel mondo vi sia un po' di bene e un po'di male... Ma così facendo diamo per implicito che il Bene assoluto non è!
Credere nel Bene non può quindi essere che una pia illusione.
 
Importante è perciò tener presente che, a seconda che in noi si affermi la fede nel Bene o meno, abbiamo un differente sfondo al nostro inoltrarci nel mondo.
 
Ora probabilmente dirai: "Ma tutto questo che c'entra?"
Ecco, appunto, puoi rispondere solo tu se c'entra oppure no...
(Perché dell'Uno si tratta...)
 
Una volta consapevoli dello sfondo, che è o etico oppure no, possiamo ora inoltrarci nel mondo.
La nostra ricerca non sarà per nulla influenzata dallo sfondo, come potrebbe? I risultati che potremo ottenere dipenderanno dal nostro pensiero razionale, che nulla ha che a vedere con l'etica (difatti pure i nazisti avevano una notevole capacità logica).
Ma ben diverso sarà l'effetto che tali scoperte avranno su di noi, cioè cosa risveglieranno in noi stessi, a seconda se saremo convinti della Verità del Bene oppure no.
 
Nel primo caso (il Bene è) sarà il "limite", in cui la nostra ricerca non può che finire per imbattersi, a suscitare il nostro maggior interesse. In particolare quel limite contro il quale la mente razionale si arresta perplessa.
Perché proprio quel limite sembra accennare a qualcosa che sta oltre la sua stessa capacità razionale.
Di modo che saremo consapevoli di poterci trovare di fronte ad un'autentica "cifra" di quella Verità (Bene) in cui abbiamo fede.
 
Nel secondo caso, invece, ogni limite verrà interpretato come semplice ostacolo. Che magari un giorno verrà superato, oppure non lo sarà mai, ma che di per se stesso non è affatto "cifra" che rimanda ad altro. Fa anch'esso parte, nella sua totalità, di questo mondo immanente.

Un'ultima considerazione.
Le occasioni per ritrovarci di fronte al limite non sono certo circoscritte allo studio del mondo fisico. Ogni momento di vita può mostrarci il limite e diventare così "cifra".
 
Forse il più emblematico è quando abbiamo a che fare con la morte. La morte nostra come futuro evento ineluttabile o la morte dell'altro.
Se poi l'altro che muore è l'amato, il limite si manifesta in tutta la sua dolorosa imperscrutabilità.
 
Se l'etica per noi è vano orpello, allora possiamo solo o abbandonarci alla cupa disperazione che ci annichilisce, oppure cercare di razionalizzare la cosa, perché così "funziona" il mondo. In entrambi i casi il pathos va perduto.  
 
Se viceversa per noi il Bene è, allora quella può diventare, nel dolore, un'occasione per la ricerca di noi stessi.
 
***

Fatta questa premessa, in un successivo post proverò a rispondere alla tue cruciali osservazioni.
Dove spero di riuscire chiarire il "ruolo" dello sfondo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

#12
Ciao Apeiron
Provo ora a rispondere alle tue osservazioni.
Con la premessa che lo sfondo da me scelto è il Bene.

Le mie risposte dovranno rispettare la logica, perché la logica va rispettata, sempre!

Ma perché deve essere rispettata?
Già qui possiamo vedere quanto importante sia la premessa...
Perché il motivo di questo rispetto è ben diverso se il Bene è, oppure no.

Se il Bene è, quando mi ritrovo ad errare, oppure a confrontarmi con qualcuno che si fa gioco della logica, inevitabilmente soffro.
Questa mia sofferenza non dipende dal mio amor proprio ferito o dal fastidio verso la disonestà intellettuale. Deriva invece dalla ferita inferta a ciò che c'è di più sacro: il Bene.
Perché un suo dono prezioso, la logica, è stato così bistrattato. La logica è infatti nient'altro che una manifestazione del Bene, un suo dono d'amore.

Viceversa, se non vi è alcuna fede nel Bene, l'errore logico, lo sprezzo per la logica, non causano una reale sofferenza, perché non ci toccano in prima persona. Sono respinti perché non conformi, sconvenienti, dannosi nel raggiungimento di obbiettivi, ma non perché non etici!

Citazione di: Apeiron il 10 Dicembre 2019, 21:40:33 PM
Sì, da quanto ho capito del tuo pensiero, il 'Nulla'/'Essere' è completamente indeterminato. Non ha 'proprietà' e non può essere 'distinto' dal resto.

Ma se è così non può nemmeno essere 'sorgente' di entità come fotoni, elettroni, rocce e noi esseri umani. Infatti, se lo fosse avrebbe la proprietà di essere sorgente e sarebbe distinto da ciò che produce. Potrai, forse, obbiettare dicendo che, per te, il molteplice è illusorio. Ma anche in questo caso, come può essere reale l'Uno/Essere/Nulla stesso se rimane comunque una illusione di molteplicità?

Cosa significa "reale"? Non significa forse "esserci"?
Cioè è reale ciò che è oggettivabile. Ossia sta a valle della scissione originaria soggetto/oggetto.

E a monte della scissione?
Non c'è nulla! Proprio perché non è più esserci. E ciò che non c'è è nulla.

Vi è una incommensurabile differenza tra Essere e esserci.
Quando diciamo "essere" in realtà intendiamo "esserci"
Ciò che conosciamo, o pensiamo di conoscere, è solo esserci, mai Essere!

Questa constatazione risulterà di lana caprina se il nostro sfondo non considera il Bene.
Viceversa, diventa "cifra" che rimanda all'Assoluto, per chi nel Bene ha fede.

Questo Essere di cui noi nulla sappiamo, nè potremo mai conoscere in quanto siamo esserci, coincide evidentemente con il Nulla.
Il Nulla trasmette però una qual negatività, ha a che fare con la morte, con la distruzione.
Meglio allora utilizzare il termine "Verità".
Maiuscolo, per indicare l'assoluto.

E ancora meglio chiamarlo: Negazione della negazione.
(Un concetto assurdo, perché impensabile per davvero in quanto il pensiero si fonda sulla negazione della falsità, mentre qui la falsità è una possibilità esclusa. Ma è un concetto necessario alla luce del Bene)

Negazione della negazione perché la Verità non è la verità nell'esserci. Che nel nostro mondo consiste essenzialmente nella negazione di ogni possibile sua falsificazione.
La Verità non necessita di negare alcunché! È Uno!

Quindi ha proprietà?
Sì, e pure no!
Perché ha senz'altro tutte le possibili proprietà, ma allo stesso tempo non ne ha nessuna.
Le ha come espressione di se stesso, ossia come Amore. Non le ha se tramite esse si vorrebbe definirlo. È il Nulla!

E' sorgente?
Certamente, ma in quanto Essere, ossia superamento della scissione soggetto/oggetto.

Entità come fotoni, elettroni, rocce e gli esseri umani non sono "distinti" dall'Essere, come potrebbero mai? Di modo che il molteplice non è propriamente "illusione", ma espressione del Nulla/Essere.
Ma neppure l'oggettività in sé è però verità assoluta. Non può proprio esserlo.

Ciò che conta, d'altronde, non è l'effettiva realtà degli enti, ma che il Bene sia.
E più teniamo ferma l'assolutezza del Bene, e più la loro oggettività in sé perde di significato.

Un modo, tra i tanti, di sperimentare l'irrealtà dell'oggettività in sé può realizzarsi riflettendo sul Tutto.
Se ci riflettiamo liberi da ogni condizionamento, animati solo dal Bene... potremo cogliere come il Tutto non sia affatto "qualcosa"!
L'oggettività in sé per il Tutto non vale.

E allora il Tutto che cos'è?
Ecco che siamo ricaduti nell'esserci...

Citazione di: Apeiron il 10 Dicembre 2019, 21:40:33 PM
Citazione di: bobmax il 09 Dicembre 2019, 07:11:40 AM
Ma se ogni cosa percorrere la propria geodetica, non è essa già in pace?  

Nella relatività generale, percorrere una geodetica equivale ad essere in caduta libera. In presenza di interazioni diverse dalla gravità, non si percorre la geodetica...

Mi riferivo infatti alla sola gravità.

Che tuttavia anticipa, pur nei suoi limiti, le condizioni perché noi si possa confidare che il Bene è.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Apeiron

Ciao @bobmax,

ti ringrazio di queste tue considerazioni. In parte le condivido, in parte no. 

 Ti chiedo scusa se rispondo in modo molto breve ai tuoi post, ma vorrei arrivare al punto (e ritornare al fotone  ;) ).

Ad essere sincero, anche io avevo, in passato, una 'visione delle cose' simile alla tua. Il problema è, però, il seguente:

Citazione di: bobmax il 13 Dicembre 2019, 22:27:36 PM
Citazione di: Apeiron il 10 Dicembre 2019, 21:40:33 PMSì, da quanto ho capito del tuo pensiero, il 'Nulla'/'Essere' è completamente indeterminato. Non ha 'proprietà' e non può essere 'distinto' dal resto. Ma se è così non può nemmeno essere 'sorgente' di entità come fotoni, elettroni, rocce e noi esseri umani. Infatti, se lo fosse avrebbe la proprietà di essere sorgente e sarebbe distinto da ciò che produce. Potrai, forse, obbiettare dicendo che, per te, il molteplice è illusorio. Ma anche in questo caso, come può essere reale l'Uno/Essere/Nulla stesso se rimane comunque una illusione di molteplicità?
Cosa significa "reale"? Non significa forse "esserci"? Cioè è reale ciò che è oggettivabile. Ossia sta a valle della scissione originaria soggetto/oggetto. E a monte della scissione? Non c'è nulla! Proprio perché non è più esserci. E ciò che non c'è è nulla. Vi è una incommensurabile differenza tra Essere e esserci. Quando diciamo "essere" in realtà intendiamo "esserci" Ciò che conosciamo, o pensiamo di conoscere, è solo esserci, mai Essere! Questa constatazione risulterà di lana caprina se il nostro sfondo non considera il Bene. Viceversa, diventa "cifra" che rimanda all'Assoluto, per chi nel Bene ha fede. Questo Essere di cui noi nulla sappiamo, nè potremo mai conoscere in quanto siamo esserci, coincide evidentemente con il Nulla. Il Nulla trasmette però una qual negatività, ha a che fare con la morte, con la distruzione. Meglio allora utilizzare il termine "Verità". Maiuscolo, per indicare l'assoluto. E ancora meglio chiamarlo: Negazione della negazione. (Un concetto assurdo, perché impensabile per davvero in quanto il pensiero si fonda sulla negazione della falsità, mentre qui la falsità è una possibilità esclusa. Ma è un concetto necessario alla luce del Bene) Negazione della negazione perché la Verità non è la verità nell'esserci. Che nel nostro mondo consiste essenzialmente nella negazione di ogni possibile sua falsificazione. La Verità non necessita di negare alcunché! È Uno! Quindi ha proprietà? Sì, e pure no! Perché ha senz'altro tutte le possibili proprietà, ma allo stesso tempo non ne ha nessuna. Le ha come espressione di se stesso, ossia come Amore. Non le ha se tramite esse si vorrebbe definirlo. È il Nulla! E' sorgente? Certamente, ma in quanto Essere, ossia superamento della scissione soggetto/oggetto. Entità come fotoni, elettroni, rocce e gli esseri umani non sono "distinti" dall'Essere, come potrebbero mai? Di modo che il molteplice non è propriamente "illusione", ma espressione del Nulla/Essere. 
(sottolineatura mia)

Il problema che vedo in questa visione delle cose è che si arriva a dire che ogni 'cosa' - 'esserci' se preferisci - è espressione del 'Bene'. Questo significa che, in realtà, ogni cosa è una legittima manifestazione dell'Essere/Nulla/Bene. Questa forma di 'panteismo' (perché di questo si tratta, in fin dei conti...conosci Spinoza? Credo che sia il filosofo moderno (occidentale) con la 'visione delle cose' più simile alla tua  :) ) finisce per glorificare tutto. Ma questa glorificazione non finisce per introdurre un problema del male ancora più vistoso che nel caso dei teismi (per 'teismo' intendo la posizione per cui il Dio Creatore e le creature sono distinti...)?
Posso riconoscere che questo tipo di 'visione delle cose' (o 'metafisica' :) ) possa invitare ad una sorta di 'rispetto universale'. Però è anche vero che se tutte le manifestazioni del Bene sono legittime manifestazioni del Bene si rischia di arrivare ad una 'giustificazione' del male. 

Per questo motivo, ritengo che la posizione per cui gli 'esserci' sono illusioni è meno problematica - in questa variante, il 'Bene' risulta effettivamente l'unica realtà perché il resto è 'illusorio'... Ma anch'essa, alla fine, non spiega però l'illusione...

Però siamo palesemente off-topic (più che altro 'off-sezione'  ;D ), non so se possiamo continuare (questa sotto-discussione è più 'in tema' nella sezione 'Tematiche filosofiche')... 

Citazione di: bobmax il 13 Dicembre 2019, 22:27:36 PM
Un modo, tra i tanti, di sperimentare l'irrealtà dell'oggettività in sé può realizzarsi riflettendo sul Tutto. Se ci riflettiamo liberi da ogni condizionamento, animati solo dal Bene... potremo cogliere come il Tutto non sia affatto "qualcosa"! L'oggettività in sé per il Tutto non vale. E allora il Tutto che cos'è? Ecco che siamo ricaduti nell'esserci...

Il fisico Carlo Rovelli, in effetti, ha distinto tra 'cosmologia' ('cosmology') e 'totologia' ('totology'). La prima è la cosmologia vera e propria che studia l'universo a grandi scale. La seconda è, invece, una concezione secondo lui erronea della prima: la cosmologia come 'studio di tutto'. In fin dei conti, il problema di considerare il 'Tutto' come una 'cosa' è che non possiamo, davvero, 'vederlo da fuori'. Non possiamo staccarci dal 'Tutto'...questo è certamente un limite epistemologico. 
Curiosamente, ricorda anche le antinomie kantiane riguardanti l'Universo preso tutto assieme (se è infinito o finito ecc). 

Tornando al fotone, posso comunque capire che possa ricordare il 'nulla'. O meglio, una sorta di 'apparenza'. Infatti, nella relatività è possibile mettersi nel riferimento a risposo di una particella massiva. Quindi, le particelle massive si possono vedere 'ferme'. Il singolo fotone, invece, no. Infatti, se si potesse fermarlo la sua energia sarebbe nulla (essendo l'energia a riposo - l'energia associata ad una particella ferma - direttamente proporzionale alla massa). Quindi, sì, in questo senso posso concordare che il fotone, in un certo senso, ricorda una 'apparenza'... :)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Apeiron

Come piccola precisazione, è bene notare che non è ancora escluso che i fotoni abbiano una massa diversa da zero (e che possano decadere). Ad esempio: http://www.lescienze.it/news/2013/07/29/news/decadimento_massa_fotone_radiazione_di_fondo_relativit-1758957/
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

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