identità di genere a livello somatico e a livello neurale

Aperto da Jacopus, 09 Giugno 2024, 20:49:30 PM

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PhyroSphera

#30
Citazione di: Jacopus il 09 Giugno 2024, 20:49:30 PML'ignoranza è una brutta bestia, che a sua volta può creare bestie ancor più brutte nelle società. Una ad esempio è quella relativa al fatto che omosessualità, femminilità o mascolinità in uomini e/o donne sia una situazione "viziosa", una sorta di fatto contronatura.

Oggi mi sono imbattuto in questo articolo:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7477289/

nel quale viene proposta una visione del problema del tutto naturale, ovvero che femminilità e mascolinità sono un continuum, generato a livello somatico da una distinzione relativamente "netta" fra maschio e femmina, ma che a livello neurologico è definita in modo molto meno netto, essendo condizionata dal flusso ormonale che ogni individuo produce e dalla stessa struttura del cervello, o meglio di alcune parti del cervello, che sono deputate proprio alla identificazione di genere. Fatto sta che il genere sessuale morfologico non sempre coincide con quello neurale e questa è una constatazione scientifica, che trova sempre più prove.
A fronte di questa evidenza, però, c'è una vasta parte dell'opinione pubblica che ancora considera lo stato di transessualità come uno situazione da baraccone, una pagliacciata che evidentemente dovrebbe al massimo essere tollerata (un arcobalenata al massimo da esibire in privato e con grande senso di colpa!!). Le evidenze scientifiche invece inducono a promuovere una necessità di prendersi carico di queste situazioni e di fare il possibile affinchè si possa conciliare l'identità di genere con l'identità sessuale morfologica.

Per chi volesse scendere nei particolari, di seguito un articolo molto denso.
https://rep.bioscientifica.com/view/journals/rep/133/2/1330331.xml

L'omosessualità di per sé non è un vizio ma uno stato naturale. Per ciò che attiene alle scelte volontarie, possiamo parlare di eventuali vizi; stando attenti però a non invadere la sfera dei bisogni naturali e di quelli necessari ad essi connessi...

Quando si pensa a una mente o a una mentalità di sesso diverso dal corpo o dalla corporalità si sta proiettando sui dati scientifici una propria fantasia. Molto semplicemente il maschio e la femmina non sono due realtà diametralmente opposte ma la natura di ciascun sesso è di contenere qualcosa di uguale all'altro e in certe circostanze le cose uguali possono aumentare o diminuire, non essendo ciò una rottura dell'equilibrio naturale. In tal senso si può tranquillamente affermare che nel dire di "transessualità" si sta attuando una costruzione subculturale, cioè non completamente culturale ma che è inserita in un quadro culturale. Tale costruzione è dovuta spesso a errori di interpretazione del dato scientifico e purtroppo è accompagnata sovente da fermissime quanto fallaci convinzioni di aver scoperto una realtà per un verso evidente, per un altro nascosta. Per esempio a tali costruttori di fantasie e ai loro accoliti pare del tutto evidente che se un maschio si muove uguale a una femmina o viceversa una femmina uguale a un maschio, allora ci sia qualcosa "dentro" la persona che non corrisponde proprio. Movimenti a parte, ci sono situazioni più forti. Capita perfino che alcuni individui abbiano avuto difficoltà nello sviluppo sessuale, anche a livello fisico, e manifestino meno il proprio sesso; o anche incertezze e oscillazioni nella formazione del sesso e ne abbiano i segni anche fisici... Ma in tal ultimo caso resta sempre solo uno il sesso di cui si è dotati e ciò che pare un mescolamento è invece solo una difficoltà, passata o presente che sia. Il buon lettore si immaginerà quale illusione di certezze avrà chi dedito alle fantasie della "transessualità" o della "intersessualità" a fronte di apparenze non del tutto evidenti! E se per mezzo ci sono gli inganni sociali, la situazione può diventare disperata.
Molto semplicemente, l'idea di valutare un risultato scientifico a prescindere dalla esperienza non è a sua volta scientifica e dipende dalla pretesa di far dire alla scienza ciò che essa proprio non può dire. Quindi tutto deve passare sempre dalla constatazione della dotazione sessuale; e se questa esiste in parte o accanto a difficoltà o incertezze di crescita, bisogna nondimeno attenersi sempre solo ad essa. E' del tutto antiscientifico che una persona dotata, anche solo in minima parte, di attributi maschili, o femminili, venga ritenuta dell'altro sesso. Non è questione di far comandare i fisiologi. La stessa psicologia scientifica si attua nell'accogliere la presenza fisica di chi si sta studiando. La psicologia, e anche la neurologia e la biologia e l'altro restante, si attuano attraverso le manifestazioni fisiche!

Quanto ai link che hai postato:
La medicina usata come strumento di conoscenza del malato, dell'umanità o anche di altro, dà luogo sempre a degli errori, a delle prospettive falsate. Si tratta cioè di un uso improprio che parte da un errore e le cui conclusioni sono tutte inficiate in partenza. La malattia è uno stato, una condizione, non è il soggetto stesso malato; il medico studiando le malattie non comprende i soggetti che studia ma solo le loro condizioni, i loro stati.
La vera medicina non è diffusa come sembrerebbe. Manca spesso distinzione, tra le scienze di cui si avvalgono i medici e le tecniche che con le scienze essi attuano. "Scienza medica" è una espressione che può essere del tutto ambigua perché in realtà la medicina è una prassi di ordine tecnico o tecnica. Può esistere ed esiste una medicina scientifica, a condizione che si abbiano idee chiare su scienza, tecnica e malattia. Una medicina è scientifica non nel senso che le diagnosi del medico sono scienza e che non possono essere sbagliate; e molto semplicemente si può affermare che la medicina, in sé e per sé, non è scienza ma si può avvalere di scienze - difatti ci sono anche altre medicine oltre a quelle scientifiche (filosofiche, artigianali, perfino etniche) e non è solo l'azione scientifica a poter avere successo... anzi la scienza non è una base adatta per tutte le situazioni che si devono affrontare nel mondo.

E' evidente che nell'aver a che fare con la sofferenza di chi desidera essere diverso da ciò che è non bisogna assumere la posizione psicologica del sofferente. Ci sono vere e false testimonianze. Molti che si illudono di persone con doppie appartenenze sessuali, di cui una vera e l'altra falsa, o di altre cose così, lo fanno iniziando col dare ascolto a chi nutre desideri in conflitto con la realtà. La vera psicologia dice di conflitto tra desiderio e realtà, il che tra l'altro è una situazione in cui passa chiunque. Alfred Adler, l'iniziatore della psicologia individuale, mostrava chiaramente che in noi c'è una volontà di potenza, cioè un principio di desiderio che prescinde dalla realtà e che è legato all'Io. La nostra mente è fatta proprio così. Tutti nella vita si trovano almeno una volta a dover gestire un dramma psicologico tra i desideri dell'Io e la realtà del mondo. Soggetto e oggetto cioè non sono per noi umani uniti da un verbo divino e il còmpito di trovarne il giusto nesso a volte può essere molto difficile, indipendentemente da eventuali stati di malattia. Anzi questi sono segnati dal disagio, quindi la persona malata ha un avvertimento, anche nel caso della cosiddetta follia conclamata. I malati, detto alla buona, non sono mai dei veri pazzi e sanno della propria condizione meglio di chiunque altro. Oltretutto il nostro sistema mentale è intrinsecamente tendente all'equilibrio e al riequilibrio. Anche a livello neurologico è stato stabilito questo: il nostro sistema mentale è anche una bussola, la quale non si può guastare perché è l'intero sistema che è fatto così. Ciò corrisponde ai risultati della scienza psicologica: Carl Gustav Jung aveva dimostrato che il Sé alla fine prevale sempre, anche nelle psicosi più gravi; i disturbi cronici non durano mai sempre (lo dice la parola stessa: cronico non significa realmente 'sempre', ma: 'che dura')... E appunto non ci sono solo i disagi dei malati, ci sono anche le mancanze di saggezza, le inaccortezze continue, le insavie. Anche le non accettazioni volontarie, che sono assimilabili a suicidi volontari. E' del tutto assurdo principiare un'impresa in accordo con desideri in conflitto con la realtà, supporre patologie da risolversi con educazioni ad atteggiamenti e comportamenti dell'altro sesso o finanche con cambiamenti artificiali dei corpi. Il fatto è che molti che hanno còmpito ufficiale di interessarsi della questione sono spesso partecipi di desideri irrealizzabili. La cosa non si risolve chiamando "il medico giusto" ma escludendo dal còmpito chi non si attiene alla realtà e diffondendo idee giuste sulla realtà stessa. V'è infatti anche il problema di illusioni sul mondo, non è solo questione di desideri... Ancora una volta: non si tratta, fondamentalmente, di questione di malattia. C'è chi non è stato in grado o non ha voluto sapere tanto del mondo anche umano; chi non sa farsi una idea precisa della natura umana e scambia le fantasie per realtà.

Se non c'è vera capacità di inquadrare la scienza, di distinguerla dalla tecnica, se ci sono desideri in conflitto con la realtà, idee erronee sulla realtà, ecco che non ha senso applicarsi a fare qualcosa. Aggiungo sarcasticamente: nei casi più estremi si potrebbe provare a fare i mendicanti per strada, invece che pubblicare sciocchezze in lingua inglese o in altra lingua su scienza, tecnica, medicina, natura umana, casi umani e del mondo; e stare lontani dalla politica, cosa purtroppo non accaduta.
Sicuramente la filosofia ha un ruolo importante per problemi di questa sorta, inerenti la conoscenza non solo scientifica e la saggezza o sua mancanza; senza escludere con questo l'apporto che può venire dal considerare il lato misterioso della realtà, che è oggetto di religioni e fedi - si sa dopo gli studi di C. G. Jung che le religioni sono un sistema terapeutico non una sublimazione di una follia e si sa anche la funzione favorevole o decisiva nella vita che può essere svolta da una fede... Invece se si affida alla medicina la questione, si resta senza risoluzione (come dicevo, non sono dei malati le vere e proprie follie).


Mauro Pastore

PhyroSphera

#31
Citazione di: PhyroSphera il 16 Agosto 2024, 08:43:48 AML'omosessualità di per sé non è un vizio ma uno stato naturale. Per ciò che attiene alle scelte volontarie, possiamo parlare di eventuali vizi; stando attenti però a non invadere la sfera dei bisogni naturali e di quelli necessari ad essi connessi...

Quando si pensa a una mente o a una mentalità di sesso diverso dal corpo o dalla corporalità si sta proiettando sui dati scientifici una propria fantasia. Molto semplicemente il maschio e la femmina non sono due realtà diametralmente opposte ma la natura di ciascun sesso è di contenere qualcosa di uguale all'altro e in certe circostanze le cose uguali possono aumentare o diminuire, non essendo ciò una rottura dell'equilibrio naturale. In tal senso si può tranquillamente affermare che nel dire di "transessualità" si sta attuando una costruzione subculturale, cioè non completamente culturale ma che è inserita in un quadro culturale. Tale costruzione è dovuta spesso a errori di interpretazione del dato scientifico e purtroppo è accompagnata sovente da fermissime quanto fallaci convinzioni di aver scoperto una realtà per un verso evidente, per un altro nascosta. Per esempio a tali costruttori di fantasie e ai loro accoliti pare del tutto evidente che se un maschio si muove uguale a una femmina o viceversa una femmina uguale a un maschio, allora ci sia qualcosa "dentro" la persona che non corrisponde proprio. Movimenti a parte, ci sono situazioni più forti. Capita perfino che alcuni individui abbiano avuto difficoltà nello sviluppo sessuale, anche a livello fisico, e manifestino meno il proprio sesso; o anche incertezze e oscillazioni nella formazione del sesso e ne abbiano i segni anche fisici... Ma in tal ultimo caso resta sempre solo uno il sesso di cui si è dotati e ciò che pare un mescolamento è invece solo una difficoltà, passata o presente che sia. Il buon lettore si immaginerà quale illusione di certezze avrà chi dedito alle fantasie della "transessualità" o della "intersessualità" a fronte di apparenze non del tutto evidenti! E se per mezzo ci sono gli inganni sociali, la situazione può diventare disperata.
Molto semplicemente, l'idea di valutare un risultato scientifico a prescindere dalla esperienza non è a sua volta scientifica e dipende dalla pretesa di far dire alla scienza ciò che essa proprio non può dire. Quindi tutto deve passare sempre dalla constatazione della dotazione sessuale; e se questa esiste in parte o accanto a difficoltà o incertezze di crescita, bisogna nondimeno attenersi sempre solo ad essa. E' del tutto antiscientifico che una persona dotata, anche solo in minima parte, di attributi maschili, o femminili, venga ritenuta dell'altro sesso. Non è questione di far comandare i fisiologi. La stessa psicologia scientifica si attua nell'accogliere la presenza fisica di chi si sta studiando. La psicologia, e anche la neurologia e la biologia e l'altro restante, si attuano attraverso le manifestazioni fisiche!

Quanto ai link che hai postato:
La medicina usata come strumento di conoscenza del malato, dell'umanità o anche di altro, dà luogo sempre a degli errori, a delle prospettive falsate. Si tratta cioè di un uso improprio che parte da un errore e le cui conclusioni sono tutte inficiate in partenza. La malattia è uno stato, una condizione, non è il soggetto stesso malato; il medico studiando le malattie non comprende i soggetti che studia ma solo le loro condizioni, i loro stati.
La vera medicina non è diffusa come sembrerebbe. Manca spesso distinzione, tra le scienze di cui si avvalgono i medici e le tecniche che con le scienze essi attuano. "Scienza medica" è una espressione che può essere del tutto ambigua perché in realtà la medicina è una prassi di ordine tecnico o tecnica. Può esistere ed esiste una medicina scientifica, a condizione che si abbiano idee chiare su scienza, tecnica e malattia. Una medicina è scientifica non nel senso che le diagnosi del medico sono scienza e che non possono essere sbagliate; e molto semplicemente si può affermare che la medicina, in sé e per sé, non è scienza ma si può avvalere di scienze - difatti ci sono anche altre medicine oltre a quelle scientifiche (filosofiche, artigianali, perfino etniche) e non è solo l'azione scientifica a poter avere successo... anzi la scienza non è una base adatta per tutte le situazioni che si devono affrontare nel mondo.

E' evidente che nell'aver a che fare con la sofferenza di chi desidera essere diverso da ciò che è non bisogna assumere la posizione psicologica del sofferente. Ci sono vere e false testimonianze. Molti che si illudono di persone con doppie appartenenze sessuali, di cui una vera e l'altra falsa, o di altre cose così, lo fanno iniziando col dare ascolto a chi nutre desideri in conflitto con la realtà. La vera psicologia dice di conflitto tra desiderio e realtà, il che tra l'altro è una situazione in cui passa chiunque. Alfred Adler, l'iniziatore della psicologia individuale, mostrava chiaramente che in noi c'è una volontà di potenza, cioè un principio di desiderio che prescinde dalla realtà e che è legato all'Io. La nostra mente è fatta proprio così. Tutti nella vita si trovano almeno una volta a dover gestire un dramma psicologico tra i desideri dell'Io e la realtà del mondo. Soggetto e oggetto cioè non sono per noi umani uniti da un verbo divino e il còmpito di trovarne il giusto nesso a volte può essere molto difficile, indipendentemente da eventuali stati di malattia. Anzi questi sono segnati dal disagio, quindi la persona malata ha un avvertimento, anche nel caso della cosiddetta follia conclamata. I malati, detto alla buona, non sono mai dei veri pazzi e sanno della propria condizione meglio di chiunque altro. Oltretutto il nostro sistema mentale è intrinsecamente tendente all'equilibrio e al riequilibrio. Anche a livello neurologico è stato stabilito questo: il nostro sistema mentale è anche una bussola, la quale non si può guastare perché è l'intero sistema che è fatto così. Ciò corrisponde ai risultati della scienza psicologica: Carl Gustav Jung aveva dimostrato che il Sé alla fine prevale sempre, anche nelle psicosi più gravi; i disturbi cronici non durano mai sempre (lo dice la parola stessa: cronico non significa realmente 'sempre', ma: 'che dura')... E appunto non ci sono solo i disagi dei malati, ci sono anche le mancanze di saggezza, le inaccortezze continue, le insavie. Anche le non accettazioni volontarie, che sono assimilabili a suicidi volontari. E' del tutto assurdo principiare un'impresa in accordo con desideri in conflitto con la realtà, supporre patologie da risolversi con educazioni ad atteggiamenti e comportamenti dell'altro sesso o finanche con cambiamenti artificiali dei corpi. Il fatto è che molti che hanno còmpito ufficiale di interessarsi della questione sono spesso partecipi di desideri irrealizzabili. La cosa non si risolve chiamando "il medico giusto" ma escludendo dal còmpito chi non si attiene alla realtà e diffondendo idee giuste sulla realtà stessa. V'è infatti anche il problema di illusioni sul mondo, non è solo questione di desideri... Ancora una volta: non si tratta, fondamentalmente, di questione di malattia. C'è chi non è stato in grado o non ha voluto sapere tanto del mondo anche umano; chi non sa farsi una idea precisa della natura umana e scambia le fantasie per realtà.

Se non c'è vera capacità di inquadrare la scienza, di distinguerla dalla tecnica, se ci sono desideri in conflitto con la realtà, idee erronee sulla realtà, ecco che non ha senso applicarsi a fare qualcosa. Aggiungo sarcasticamente: nei casi più estremi si potrebbe provare a fare i mendicanti per strada, invece che pubblicare sciocchezze in lingua inglese o in altra lingua su scienza, tecnica, medicina, natura umana, casi umani e del mondo; e stare lontani dalla politica, cosa purtroppo non accaduta.
Sicuramente la filosofia ha un ruolo importante per problemi di questa sorta, inerenti la conoscenza non solo scientifica e la saggezza o sua mancanza; senza escludere con questo l'apporto che può venire dal considerare il lato misterioso della realtà, che è oggetto di religioni e fedi - si sa dopo gli studi di C. G. Jung che le religioni sono un sistema terapeutico non una sublimazione di una follia e si sa anche la funzione favorevole o decisiva nella vita che può essere svolta da una fede... Invece se si affida alla medicina la questione, si resta senza risoluzione (come dicevo, non sono dei malati le vere e proprie follie).


Mauro Pastore
Ho dovuto apportare una correzione e delle migliorie al testo. Il senso tuttavia era chiaro già prima. Le modifiche sono visibili direttamente nel primo messaggio inviato (per chiarezza del lettore specifico: non ho fatto nuovo invio, ma modificato lo stesso, entro il tempo massimo a disposizione - difatti i messaggi non sono modificabili sempre).

Mauro Pastore

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