I robot al servizio dell'uomo

Aperto da Angela Castorelli, 30 Dicembre 2020, 12:45:06 PM

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Angela Castorelli

In questi giorni è uscito nelle edicole il libro "Uomini, robot e intelligenza artificiale", in abbinamento al mensile "Mind" e a La Repubblica, virtualmente dedicato al grande Isaac Asimov, il grande autore, tra l'altro, fin dai primi anni Quaranta, delle celebri "tre leggi della robotica", di cui, in apertura di quest'anno, lo scorso 2 gennaio, è ricorso il centenario della nascita. E lo scorso 23 dicembre, sul Corriere della Sera, è apparso un articolo davvero molto interessante, a proposito della funzione davvero ofelima che può essere svolta dai robot, in vista delle nuove frontiere del loro definitivo avvento, intitolato: "Il robot che parla ai bimbi autistici".

iano

#1
Rieccomi, dopo una lunga pausa.
Un buon anno a tutti.
Si è soliti dire che la tecnologia non è buona ne' cattiva.
Buono o cattivo e' l'uso che se ne fa'.
Ma potrei dire la stessa cosa per le mie mani, con le quali sono in grado di suicidarmi.
L'apparente differenza sostanziale è che le mani sono parte di me e la tecnologia no.
Ma non è una differenza sostanziale.
Lo stesso discorso si può ripetere per l'intelligenza dentro e fuori di me.
Potrei avere l'impressione di avere un maggior controllo sulle mie mani che non sulla tecnologia e che ciò mi porti a temere di più la seconda, ma si tratta solo di un fatto occasionale.
Ne' siamo autorizzati in fondo a temere L' IA come cosa che sfugga al nostro controllo , come se quella naturale la maneggiassimo con confidenza.
Quindi affermare che i robot sono al servizio dell'uomo equivale ad affermare che l'uomo è al servizio dell'uomo, cosa che non sottoscriverei con leggerezza.Ma rimane il fatto che non possiamo prescindere da noi stessi, cosa che proviamo a fare alienando parti di noi stessi in ragione di una inessenziale mancanza di contiguità fisica.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

bobmax

Ben tornato Iano!
Una ventata di aria fresca...

Concordo totalmente.
Vorremmo controllare tutto.
Senza neppure sapere chi noi siamo...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

viator

#3
Salve. Ennesima sequela di argomentazioni (sulla IA) tautologicamente basate.

Infatti "artificiale" significa "umanamente generato", intendendo quindi qualcosa che risulti frutto della intelligenza umana.

Orbene, l'espressione "intelligenza artificiale" (indipendentemente da qualsiasi significato e definizione si voglia dare dell' "intelligenza")...........sulla base di tale ovvia considerazione, diventerà : "intelligenza generata dall'uomo facendo uso della propria intelligenza". (come giustamente dedotto da iano).


Su tale base la discussione può tranquillamente proseguire producendo considerazioni ridicolmente - appunto - tautologiche. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#4
Sono d'accordo.
Però sappiamo, o possiamo sapere , bene cosa è l'IA , mentre non sappiamo bene cosa sia l'intelligenza umana.
Quindi mi terrei più sul generico , affermando che è l'uomo a generare l'IA , più che la sua intelligenza.
L'IA a sua volta può aiutarci a capire cosa sia l'intelligenza umana, laddove si riscontrino analogie.
Una anloggia mi sembra di vederla nel fatto che l'IA una volta che gli si dia il la' lavora sfuggendo al nostro controllo , proprio come l'intelligenza umana.
Direi che ci sono buoni motivi per cui non tutto ciò che facciamo debba passare per la nostra coscienza e ciò sembra valere anche per l'IA.
I computer ci hanno già aiutato a focalizzare il concetto di intelligenza umana, escludendo che chi sia bravo a fare i conti, i calcolatori umani , siano intelligenti, a meno che non si voglia ammettere che un computer sia intelligente.
Non è neanche proibito pensare infatti che i computer siano intelligenti.
Quello che voglio dire è che specchiandoci nella nostra tecnologia possiamo focalizzare meglio chi noi siamo, cosa sia la nostra intelligenza , etc...



Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Angela Castorelli

Grazie a tutti per le vostre belle e stimolanti risposte. L'articolo del Corriere della Sera del 23 dicembre scorso, a firma di Erika Dellacasa, ci presenta un bambino seduto davanti a un robot, anzi il robot: ICub, l'umanoide con fattezze infantili realizzato dall'IIT, Istituto italiano di tecnologia. ICub ha un cubo in mano, il bambino che gli siede davanti ha un identico cubo, su ogni faccia è applicato un disegno, ad esempio una balena, un leone e così via. La domanda che pone il terapista al bambino è: che cosa sta guardando ICub? Non è una domanda semplice. Per i bimbi che soffrono di un disturbo dello spettro autistico è una domanda molto complessa. Un team di ricercatori dell'ITT e un'equipe medica dell'Opera don Orione di Genova stanno sperimentando l'utilizzo dell'umanoide per migliorare le capacità di interazione sociale di questi bimbi, una cinquantina, fra i tre e gli otto anni. E' la prima volta che un robot come ICub entra all'interno di una struttura riabilitativa con questo compito. "L'idea -spiega Davide Ghiglino, ricercatore del team del Social Cognition in Human-robot Interaction-è nata dalla volontà di far uscire questa tecnologia avanzata dal laboratorio per portarla nello spazio clinico, a contatto con le persone". Il robot è fondamentale in questo caso perchè, dice Ghiglino "interagire con un essere umano fornisce una quantità di stimoli, anche emotivi, troppo elevata e difficile da interpretare per chi ha disturbi allo spettro autistico. Il robot è più neutro e il fatto che ripeta gli stessi gesti decine di volte senza quei cambiamenti inevitabili, se a compierli è un essere umano, aiuta i bambini a concentrarsi". ICub ha una mimica base: sorride davanti a risposte positive, incoraggia con brevi frasi se un errore viene reiterato, non ha mai risposte frustranti per il bambino. "Il punto-spiega la psicologa Federica Floris, coordinatrice del centro Boggiano Pico del don Orione-è che il bambino inizia a rapportarsi in termini spaziali con il robot e poco per volta si mette "nei panni" di ICub, cercando di capire che cosa vede. In parole semplici, si mette dal punto di vista dell'altro, questo è un passaggio molto importante per migliorare la comunicazione e la capacità di relazioni interpersonali di questi pazienti". Alcuni bambini con ipersensibilità agli stimoli acustici hanno dovuto superare il problema di entrare nell'aula con ICub a causa dell'impercettibile (per gli altri) rumore di una ventola: l'esempio offre un'idea di quanto sia complesso fare progressi in questo campo. Oggi ci sono bimbi che hanno dato un nome a ICub. "Quando interagisco io-continua la psicologa-è difficoltoso per i pazienti mantenere il contatto visivo. Con ICub invece sostengono il contatto visivo e mantenendo la concentrazione riescono a fare progressi nell'interazione". Il prossimo passo-dicono Ghiglino e Floris-è estendere questa sperimentazione agli adolescenti".

viator

Salve Iano. Citandoti : "Non è neanche proibito pensare infatti che i computer siano intelligenti".

Ci mancherebbe altro ! Esattemente come il pensare che essi siano stupidi. Intelligere = "interconnettere, legare assieme, collegare".


A) Cosa ? Gli eventi, i fenomeni.......cioè connettere tra di loro cause ed effetti.




B) A quale scopo : riuscire a comprendere come comportarsi per sopravvivere (successo biologico individuale) e/o aumentare il proprio successo riproduttivo (successo biologico collettivo) e/o migliorare la qualità della propria condizione esistenziale (successo psichico personale nel miglioramento della propria soddisfazione).





C) Ottenibile in qual modo ? Vivendo, cioè possedendo un metabolismo e riproducendosi. Quindi procurardosi da sè l'energia da fonti non intelligenti (la chimica della vita),  utilizzando materia ed energia degli alimenti per rinnovare i propri componenti ed eventualmente autoripararsi, estromettendo rifiuti ed involucri ormai svuotati del loro contenuto utile, cercare e riconoscere il simile-diverso attraverso il quale riprodursi.





Per il momento l'intelligenza dei calcolatori è ferma al livello A). Per B) e C) i calcolatori non sono ancora autonomi. Quindi essi sono per il momento da considerare o troppo poco intelligenti o molto stupidi (e comunque esageratamente dipendenti dalla tutela umana). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.