I nuovi Nobel per la fisica

Aperto da hystoricum, 08 Ottobre 2022, 17:22:08 PM

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hystoricum

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la domanda è:Einstein si sbagliava anche quando diceva che è la teoria che determina quello che possiamo osservare?
io non ho la laurea in fisica,però mi chiedo una cosa:che cosa significa l'idea di Alan Aspect relativa all'entanglement che avverrebbe in un campo "spettrale"?
La scienza sfiora il paranormale?
Nota ingenua:fino ad ora l'entanglement è stato studiato sulla terra dove la luce viaggia a 300000 km/sec
Dunque il cambiamento di spin delle particelle è praticamente istantaneo.
Non è stato studiato oltre la terra su distanze cosmiche:come si può dire che valga dappertutto e sia istantaneo in ogni dove.
A questa domanda ne aggiungo un'altra:perché non è mai stato fatto un esperimento di entanglemente tra la stazione spaziale ISS e la terra?
Sono domande da amatoriale naturalmente,buona serata.



iano

#1
Non è la teoria che determina in modo esclusivo ciò che possiamo osservare, ma quello che possiamo prevedere di osservare per confermare o smentire la teoria.
Una teoria che non ammetta controverifiche non è neanche considerata propriamente scientifica.
Questo è l'impianto del metodo scientifico e non mi risulta che Einstein lo abbia messo in discussione.
L'entenglement è appunto una delle previsioni della meccanica quantistica, e per le distanze per cui si è riusciti finora a verificarlo ha confermato la teoria.
Non sò se lo hanno fatto dalla stazione spaziale, ma se non lo hanno ancora fatto lo faranno.
Ma il fatto che sia stato verificato per valori diversi di distanza farebbe supporre che esso non dipenda dalla distanza.
Però in ambito scientifico, mai dire mai.
Non so bene cosa intendano con campo spettrale, ma prima di parlare di paranormale bisogna accettare la meccanica quantistica come normale, perchè se non la si digerisce , e pochi l'hanno digerita finora, allora è tutta paranormale.
Proviamo allora a pescare nella storia delle teorie scientifiche come se prendessimo un digestivo.

L'azione istantanea a distanza non è una novità in fisica, in quanto per Newton con tale azione le masse si attraevano.
Ciò però porta a dei paradossi che Einstein ha risolto elegantemente escludendo che vi sia una azione.
Non è per Einstein una massa che agisce su una altra a distanza, ma è la massa che crea la via che le altre masse percorreranno.
Da un punto di vista filosofico è interessante notare che Newton in modo rivoluzionario ammetteva azioni non locali, mentre prima di lui si ammettevano azioni locali.
Azione locale vuol dire che una massa ne muove un altra solo per diretto contatto, o indiretto per mezzo di un mezzo intermediario.
Nel caso di Newton l'eventuale intermediario era il presunto etere la cui esistenza però è stata esclusa con esperimenti da consideri definitivi.
Einstein resuscita di fatto l'azione locale, dove l'intermediario diventa la geometria dello spazio tempo.
Quindi laddove nello spazio di Newton masse non sottoposte a forze si muovevano di moto rettilineo uniforme, cioè non accelerato, nello spazio tempo di Einstein le masse si muovono del moto obbligato dalla geometria dello spazio tempo determinata dalla distribuzione delle masse.
Con l'entenglement sembra che l'azione istantanea a distanza venga rievocata, in attesa di una descrizione più elegante al modo di Einstein come sopra ho illustrato.
Ma siccome l'abbiamo già digerita una volta l'azione istantanea a distanza, strano che adesso abbiamo difficoltà a ridigerpirla per l'entenglement, non trovi?

Questo balletto in alternanza teorica fra azione locale e non locale dovrebbe istruirci sul fatto che questi tipi di azioni non corrispondono ad alcuna realtà, ma entrano in modo utile in una descrizione funzionale della realtà e Einstein ci illustra che di queste azioni si può fare in teoria perfino a meno.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#2
In generale non bisogna aspettarsi dalla scienza quella verità che ci permetta di distinguere il normale dal paranormale, ma solo il normale da considerarsi tale fino a prova contraria.
Ma come si fà a dire , sempre fino prova contraria, cosa è normale è cosa no, visto che ognuno è letteralmente libero di dire cosa sia normale e cosa no?
Il problema è che il parere di un singolo individuo, più che giusto o sbagliato, è insignificante, e se egli trovasse conferma o smentita al suo parere queste sarebbero parimenti insignificanti.
Mentre quando un parere viene condiviso, seppure fosse errato, è significativo, in quanto significativa diverrebbe la sua smentita non meno della sua conferma, per quanto una conferma e una smentita non siano mai definitive.
Più che dire che le nuove teorie smentiscano le vecchie, direi che nuove non sono mai scollegate dalle vecchie.
Non sono cioè voli pindarici, anche quando tali appaiono, ma rischiano di diventare voli pindarici fino a sconfinare nel paranormale nel senso sopra detto, se non si conoscono le vecchie teorie, o se, ancor peggio, le si è fraintese, e se le fraintendono gli addetti ai lavori, figuriamoci noi.
Ma il più grosso errore che si possa fare, per quanto scusabilissimo, è il credere che la scienza non sia piena zeppa di concetti filosofici, o meglio di pure produzioni intellettive che ci aiutano interagire con la realtà, ma che non sono reali al di fuori di noi.
Azioni locali e non locali non hanno alcun significato, perchè l'azione locale presuppone un preciso confini delle masse che entrano in contatto, confini che però nessuno saprebbe definire, e nel momento in cui perde di significato l'azione locale automaticamente perde significato il suo opposto non locale.
Nessuno però ci impedisce di usare queste pure creazioni della mente come termini di una teoria se questa poi funzioni.
L'erroe che si fà è di pensare che le istruzioni per l'uso della realtà non siano solo semplici istruzioni, ma che posseggano o debbano possedere un valore in sé.
Non è ben chiaro però come dovremmo assegnare questo valore, ma è chiaro che in qualche modo tendiamo ad assegnare questo valore, senza ben sapere come, e questo modo varrebbe quindi un buon spunto di riflessione filosofica.

In definitiva possiamo dire che il fatto che due particelle possano influenzarsi istantaneamente a distanza risulta indegeribile se e solo se abbiamo digerito il fatto che queste particelle abbiano precisi confini.
Ma siccome poi non siamo in grado di definire con precisione questi confini, la vera domanda è: come abbiamo fatto a digerire che le particelle abbiano precisi confini?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#3
Intitolare un articolo : ''scienziati vincono il Nobel dimostrando che Einstein sbagliava'' è un modo scorretto quanto remunerativo di fare divulgazione scientifica.
Ci sono comunque altri modi di reperire informazione scientifica, pagandola. Acquistando riviste autorevoli ad esempio.
E, se non sempre comprensibili per noi, non c'è comunque il rischio di annoiarsi, perchè le notizie scientifiche ''normali'' non hanno nulla da invidiare in sensazionalità a quelle preconfezionate al solo scopo di raggiungere tanti like e quindi guadagnare con la pubblicità.
Non ci sono fonti garantite in assoluto, ma bisognerebbe fare comunque lo sforzo di selezionarle.
Se le notizie che ricevi non le hai pagate puoi già escluderle come autorevoli.

Non è proibito smentire Einstein, ma nessuno finora ci è riuscito, e se c'è qualcosa che odora di paranormale è il fatto che una teoria possa andare così oltre i fatti dai quali è nata senza essere smentita.
Se c'è un mistero sul quale riflettere senza uscire dall'ambito della ''normalità ufficiale'' è proprio questo, e gli alieni qui non c'entrano. E' tutta roba nostra.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

hystoricum

Mah...ricordo che Freud scrive:"I concetti che io uso nella mia terapia non corrispondono a oggetti reali Sono idee utili per curare la persone"
Questa chiarezza freudiana è stranamente misconosciuta come la sua frase:"Io non sono freudiano"
Il "quanto" è un'idea utile per capire meglio la realtà,come lo sono altre idee scientifiche,quindi vorrei leggere ogni tanto una frase del genere freudiano.
Ad esenpio:"i quanti non sono cose reali,l'idea di quanto mi è utile per capire meglio la  realtà!"
La stessa cosa per "gravità","materia","energia",ecc...
INSOMMA,APPARE SEMPRE TESLA CHE QUESTE COSE LE HA DETTE E STRADETTE.
Quando entriamo nel mondo della scienza entriamo in una "favola" che ci racconta  il reale in un modo "elegante",coerente,perfino assiomatico,sintonico..ma pur sempre una favola!
Tesla ne era libero,per questo ha potuto fare,pensare e dire quello che sappiamo.
Il fotone esce come per magia da una vibrazione del campo elettromagnetico e sembra reale:lo studiamo e vediamo che è onda,corpuscolo,veloce,ecc...
Ma tutto questo è una rappresentazione non una realtà:chiamarlo quanto non lo oggettivizza per niente
 ma permette di favoleggiarne e favoleggiare nel senso che ho spiegato prima 
Ora,la meccanica quantistica ci dice che una particella può essere in qualsiasi luogo e sta a noi trovarla,ma,secondo me,è proprio la caratteristica della quantistica a creare questo genere di stranezze.
In realtà Einstein non aveva torto nel dubitarne,ma non ne aveva colto le  ragioni:la quantistica è astuta nell'avvicinare reale e idee,è geniale nell'autocostruirsi ma poi incespica a sua volta.
Quindi escono le...stringhe ma anche lì...muah.Con questo non voglio dire che la scienza sia solo una fantasia ben sistematizzata ma mi pare che lo sia almeno in parte.
Prendiamo il tempo:scorre in continuazione quindi escluderebbe l'idea di contemporaneità dato che non esiste nessun momento definibile di tempo qui e ora .
L'entanglement non è contemporaneo,è fuori dal tempo e dimostra che il tempo non esiste.
A meno che esca un Planck 2 a dirci di aver scoperto il "quanto di tempo",prima o poi  succederà e avremo la... meccanica tempistica...
Vedete,è questo genere di cose che io ho capito a rendermi attento rispetto al mondo della scienza:a me piacciono i funghi,li  vado a cercare e ogni tanto ne trovo.Così,la scienza mi sembra una "fungera" dove spuntano funghi di cui si sa e non si sa...e quello che si sa sembra dirci qualcosa di sicuro sulla loro "mangiabilità" e quello che non si sa cerca una risposta in altri funghi...e così via!
Se un cercatore di funghi procedesse in questo modo rischierebbe di avvelenarsi fidando solo sul "si sa" e sarebbe costretto a cercare risposte al "non si sa"
Invece,gli scienziati non si avvelenano mai ed è questa loro sicurezza che mi indispone e insospettisce:è la stessa sicurezza fasulla e sprezzante degli "Illuminati" e dei demoni,dei non umani in generale!
Quindi,come scrivi, sembra esserci un nesso tra scienza e paranormale per lo meno negli atteggiamenti e nell'immagine che essi propongono di se stessi e questo è ...illuminante davvero,lo scoperto ora trovandomi poi in un ambiente oscurato da ...eh eh eh
Che bella serata.





iano

''Ora,la meccanica quantistica ci dice che una particella può essere in qualsiasi luogo e sta a noi trovarla,ma,secondo me,è proprio la caratteristica della quantistica a creare questo genere di stranezze.''

Si, ma forse c'è un altro modo di dirlo: non esistono luoghi, se non nel senso delle istruttive favole di Tesla.
Il problema è che si raccontano sempre nuove favole, anche con nuovi personaggi, come è normale che sia, ma con la pretesa di mantenere tutti i personaggi delle favole precedenti.
Ma per far ciò occorre poi fare salti mortali logici.
Così azzarderei che per mantenere il personaggio della località nella nuova favola della meccanica quantistica occorre travestirlo come il lupo nella favola di Cappuccetto rosso, così che per amore di ammettere che la particella ha località si dirà che le ha tutte, e quindi nessuna di preciso, per non dire che non ce l'ha ma l'acquisisce ex novo in sede di misura.
Però alla fine che questo accada non è poi così strano, perchè le grandi scoperte , anche quelle che appaiono rivoluzionarie, rimangono comunque contingenti alle teorie che pretendono di scalzare, almeno nell'uso del linguaggio.

Quindi io e te ala pensiamo come Freud e come Tesla?
Non lo sapevo, ma me ne compiaccio.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

hystoricum

#6
Sono d'accordo con te!
Non trovi un paradosso nel "principio di località"?
Sembra esistano località e,nel contempo,non ne esiste una,infinite lo valuta e nessuna!
Il tempo,per i quantisti,non ha quanti,neppure lo spazio...
Come nelle favole lo scenario è sempre sospeso  in una stasi senza tempo,spazio e dimensioni;i personaggi invece,le hanno ma solo in un certo senso,il finale è sempre quello ma non soddisfa nessuno soprattutto i bambini che si aspettano qualcosa di veramente eclatante che continui poi la favola all'infinito!
Hai in mente l'umanità: vivacchia  nella favola terrestre aspettandosi un finale salvifico o un disastro,come la Bella Addormentata nel Bosco:maledetta da una strega che non era stata invitata alle nozze...
Ma perché non l'avete invitata?
Perché non l'avete integrata?
Perché l'avete isolata emarginata e spinta a diventare così cattiva da mettervi sotto tutti quanti?
Caro iano,questa è forse la chiave per capire il mistero Terra e vita umana sulla Terra:in base a questo, forse,c'è ancora una speranza,non pensi?
Adesso però dovremmo dire:"io non sono ianiano"
"io non sono hystorichiano"

MA CON RISERVA VISTO CHE,PROBABILMENTE,ABBIAMO RAGIONE E RAGIONI DA "VENDERE" E RIVENDICARE.

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