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E=MC2 : vorrei capire

Aperto da stefano, 05 Febbraio 2018, 19:27:37 PM

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iano

Ok 😊
Diciamo che ci sono dei casi clamorosi di mancate citazioni.
Quando si cita Newton andrebbe citato Leibnitz, quando si cita Darwin , Wallace .....
La scienza è un'opera collettiva in effetti è quando la mela è matura cade in testa al primo che passa.😅
O quasi.😄
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Apeiron

Citazione di: iano il 05 Marzo 2018, 22:29:41 PMOk 😊 Diciamo che ci sono dei casi clamorosi di mancate citazioni. Quando si cita Newton andrebbe citato Leibnitz, quando si cita Darwin , Wallace ..... La scienza è un'opera collettiva in effetti è quando la mela è matura cade in testa al primo che passa.😅 O quasi.😄

Vero  :)  purtroppo si tende a dimenticare molti grandi scienziati. Dimenticavo di dirlo  :( Ti dirò di più: e tutti coloro che hanno fatto grandi lavori (o che potevano fare grandi lavori) ma di cui non sappiamo nulla? E tutti coloro che hanno collaborato ma il cui nome non è stato tramandato? ecc ecc

.Comunque riguardo all'elefante puoi il discorso in realtà è duplice (anticipo la spiegazione a stasera ;) ).

Per prima cosa devi considerare che noi abbiamo una prospettiva che è chiaramente condizionata dal nostro contesto (e in questa parola metto dentro DNA, convinzioni, norme sociali ecc). Questo a sua volta condiziona come osserviamo la realtà e dunque i risultati che otteniamo sono a loro volta interrpetati secondo le nostre categorie. Il che ammettendo l'esistenza di una realtà esterna alla nostra mente ci costringe ad ammettere di avere una visione parziale, prospettica e "fallibile" delle cose. Se dicessimo che la realtà coincide con questa nostra visione di essa saremo in fin dei conti come il cieco che scambia la coda dell'elefante per l'elefante stesso: infatti non accettiamo che possiamo cambiare il nostro punto di vista sulla realtà mutando le nostre categorie (nell'allegoria dobbiamo cambiare posizione...). Il che non significa però che quanto diciamo sia solo soggettivo: infatti potrà essere erroneo ma è riferito a qualcosa di oggettivo ovvero la realtà (o l'elefante).

Inoltre può essere che anche mutando le nostre categorie cambi poco. Infatti potremmo ritrovarci con due descrizioni parziali e fallibili della realtà, magari contraddittorie tra di loro (il cieco scambia l'elefante prima per la coda e poi per la zampa...). E anche se riusciamo a trovare tutte le descrizioni parziali possibili potremmo non avere la comprensione dell'elefante (in fin dei conti tocchiamo solo le parti del corpo dell'elefante...). Dunque potremmo essere nella condizione di dover sempre confrontarci con la nostra condizione di fallibilità, parzialità ecc. E inoltre certi aspetti dell'elefante potrebbero starci sempre all'oscuro (un cieco non può vedere il colore dell'elefante per esempio... a meno che non riprenda la vista, ovviamente  ;D ).

Più chiaro ora?  :)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

stefano

Citazione di: Apeiron il 03 Marzo 2018, 12:50:37 PM
Citazione di: stefano il 01 Marzo 2018, 02:11:13 AMQui tu dici che l'energia dell'oggetto aumenta con la velocità ovvero l'energia legata energia alla massa rimane uguale (ossia e=mc2) ma aumenta proporzionalmente il contributo di energia cinetica (che si puo anche definire quantità di moto ossia p)
Ciao @stefano, esatto, dico questo! il contrbuto della quantità di moto diventa preponderante. Fai conto però che non è esattamente una somma, infatti l'energia era (se guardi alla formula estesa) la radice della somma dei quadrati dell'energia a riposo e dell'energia cinetica. Ergo la somma la trovi considerando il quadrato dell'energia. Tuttavia cambia poco visto che in ogni caso il termine massivo ad un certo punto diventa quasi trascurabile.
Citazione di: stefano il 01 Marzo 2018, 02:11:13 AMOra io sono confuso perche avevo capito seguendo certe letture divulgative che anche la massa aumenta con la velocità perciò mi sono immaginato una massa enorme,anche come dimensioni,lanciata a una velocita prossima a C. Sto di nuovo delirando?
Non stai delirando, semplicemente sei comprensibilmente confuso a causa di una non ottima divulgazione, secondo me. Dipende comunque dalla definizione di "massa". Considera un granello di sabbia (ossia una massa "a riposo" minuscola). Lo acceleri ad una velocità prossima a "c", la sua energia diventa enorme. Ma ciò è dovuto al fatto che si muove, non dal fatto che lui avrebbe una massa grandissima. Sta di fatto che lo lanci a quella velocità contro un muro, il muro avrebbe un danno abbastanza grosso, maggiore di quello magari che riceve da un auto ad una alta velocità. Motivo: lo vedi anche "classicamente": oggetti più veloci causano più danni in caso di urto di oggetti lenti. Ma a livello classico a nessuno verrebbe in mente di dire che una macchina a 100km/h ha più massa di una a 50km/h. Ciò non toglie che un incidente a 100km/h è ben più pericoloso di uno a 50km/h. Certo, però se uno definisce la massa "asuo piacimento" come hanno voluto fare anche certi eminenti fisici, allora buon per lui. Secondo me crea solo confusione. Confusione che nasce dal fatto che anche i fotoni interagiscono gravitazionalmente, pur non essendo massivi. Secondo Newton la massa (a riposo) era la fonte dell'attrazione gravitazione. In realtà è l'energia che curva lo spazio-tempo. Energia di tutti i tipi. Non la massa. Alcuni però si sono messi a uguagliare massa ed energia per continuare a dire che la "massa è ciò che genera la gravità". Scelta che non condivido. Crea solo un'eneme e inutile confusione, secondo me. 

Grazie Aperion questo lo terrò come punto fermo.Quindi non c'è nessun aumento di dimensioni

massive nell'oggetto solo che in caso di incidente "fa piu male!" ;)  Devo però tenere presente

che c'è una disputa su questo nella comunità scientifica (tuttavia io sosterrò che Aperion ha regione :) )

e forse ora capisco perche nelle divulgazioni si parla sempre di dilatazione del tempo,contrazioni delle

lunghezze ma poi si evita di parlare di amumento della massa.Nel video divulgativo che ho visto invece 

lo si dice apertamente e chi parla è nientemeno che un professore della Sapienza di Roma. 

Addirittura lui dice che  la massa a riposo ha la minima

grandezza possibile con l'esempio di una scatoletta che accellerando avrebbe dovuto ingrandisi.

Detto cosi chiaro e tondo sembrava molto convincente e io ,lo confesso, ci ho creduto. ;)

stefano

Citazione di: iano il 03 Marzo 2018, 14:08:44 PMHeisemberg ha detto che la MQ ci induce a ripensare il significato del termine comprendere. Ho aperto , ispirato da Stefano e da Heisemberg , una discussione nella sezione filosofica al proposito. Mi pare che sia venuta fuori una bella discussione con l'espressione di diversi e tutti interessanti punti di vista. Ora tu parli di interpretazione.Su quale possa essere quella giusta fra le tante proposte. Ma da dove nasce la necessità di una interpretazione soddisfacente , e in che senso soddisfacente ? Forse ripercorrere a ritroso la strada delle interpretazioni soddisfacenti potrebbe aiutarci a dare una risposta. Se capiamo perché l'interpretazione del la teoria di Newton è soddisfacente forse capiamo perché non lo sembrano quelle proposte per la MQ. In fondo non usiamo ancora la teoria di Newton giustificando ciò col fatto che comunque funziona , e non col fatto che ne possediamo una interpretazione soddisfacente ? Forse col senno di poi la teoria di Newton stessa potrebbe non apparire più così soddisfacente. Quindi potremmo concludere che la migliore interpretazione è nessuna interpretazione. O , ancor meglio , capire da cosa nasce l'esigenza di una interpretazione,e a cosa serve , perché sicuramente a qualcosa serve , ma banalizzandone gli intenti. Se una interpretazione soddisfacente si riduce ad utile strumento allora diventa cosa auspicabile , ma non necessaria , e sopratutto non si frappone come ostacolo al nostro comprendere una teoria nel nuovo senso che vorremo dare a questo comprendere come ci invita a fare Heisenberg , con vantaggio di tutti e in particolare di Stefano.😊 Quindi per me la domanda diventa : in che senso una interpretazione è necessaria alla comprensione. Questo è quello che oggi mi chiedo , e che fino a ieri , inteso proprio come il giorno passato , davo per scontato.

Visto che sono stato messo accanto ad Heisemberg (che purtroppo non so chi è ma dev essere sicuramente un pezzo grosso) 

mi sento in dovere di intervenire.

Cos'è capire? Io nonostante il cammino virtuoso intrapreso( ;))  sono pur sempre un uomo della strada,non conosco la matematica che è il linguaggio della scienza quindi devo accontentarmi di informazioni di seconda mano,insomma sono alla mercè dei divulgatori che magari interpretano e aggiustano per semplificare,per aiutare il povero principiante...ma non sempre.

Forse allora la comprensione potrebbe essere soddisfacente per me se potessi andare al di la di queste semplificazioni . 

Ma forse potrebbe essere soddisfacente per me anche  solo mettere insieme tutti i pezzi di una teoria scientifica in modo

da farmene una specie di raffigurazione unitaria.

Ma se proprio devo dire il vero io non so cosa significa veramente "capire" anche se in fondo

è quello che cerco sempre di fare nonostante gli effetti nefasti della famosa costante C...... ;)

Forse "capire" è una parola troppo grossa,lo era per Einstein figuriamoci per me!!

iano

#64
@Stefano.
Capire e' una delle tante cose che sappiamo fare senza sapere come.
La MQ ,di cui Eisemberg è uno dei padri , frusta in modo particolare questa nostra capacità, ancor più della Relatività.
Questa frustrazione sembra avere connotati psicologici più che pratici , non inficiando l'utilizzo della teoria, a meno che uno non si faccia sommergere nefastamente  dalle conseguenze psicologiche.
Sembra che il problema risieda nella mancanza di una interpretazione condivisa e soddisfacente della teoria. Ma mi viene naturale chiedermi a cosa serva questa interpretazione , se la sua mancanza non inficia l'uso della teoria , oltre a rasserenare i nostri animi ?
Potrebbe essere un pezzo del meccanismo cje presiede alla nostra capacità di capire.
Tutta questa discussione filosofica non vuol essere fine a se stessa , ma è un suggerimento che ti invito a far tuo nel percorso di comprensione che hai intrapreso.
L'invito è quello di tentare una tua interpretazione personale , perché credo che sia l'unica strada che possa portare a una intima e personale comprensione della teoria , in mancanza di una interpretazione che appaia evidente a tutti , anche se questo non è propriamente il caso della relatività.
Avere una propria interpretazione , anche rozza , ma nostra , ci aiuta d avere un atteggiamento utilmente critico nel pesare le interprestazioni degli altri , comprese quelle più autorevoli.
@Apeiron.
Certamente non facciamo peccato se crediamo che la' fuori ci sia una realtà , ma ipotizzare che questa realtà abbia una sua forma come ce l'ha un elefante mi sembra una ipotesi troppo forte.
Siccome possediamo forme di conoscenza allora la realtà ipotizzata deve anche essa avere una forma , e le nostre forme di conoscenza sono più o meno parziali rispetto a questa.Qui sospetto fortemente di avere a che fare con una delle centralità' nelle quali si pone l'uomo , spesso senza sapere di farlo. Siccome noi viviamo al centro delle nostre forme , allora la forma è il centro della realtà.
Ogni forma di conoscenza sicuramente avrà una certa coerenza con l'elefamte intero , ma non necessariamente saranno fra loro coerenti. Mi sembra plausibile,e serve a spiegare tante cose.
È' un bel discorso che la,realtà abbia una sua forma, del tipo di quelli che vengono da se'.
Tutto quello che possiamo dire è che sia auspicabile che sia così.
Mi pare di capire anche che la percezione di coerenza eventuale fra le diverse forme , molto dipende dalle interpretazioni che vi appiccichiamo.
Cerchiamo una interpretazione che evidenzi la coerenza possibile fra le diverse forme , e che c'è le faccia apparire appunto come visioni parziali di una super forma.
L'operazione è lecita , ma sospetto che molto abbia a che fare col nostro  modo di capire.
Un fine lecito che , specie quando perseguito in modo non consapevole, quando viene da se' , quando si configura come una ipotesi nascosta , può  diventare per altri versi un ostacolo.
Un ostacolo soprattutto alla diffusione delle teorie , tanto che per scongiurare ciò, sarei tentato quasi di dire a Stefano , che non c'è proprio nulla da capire.
Grazie per aver ribadito la storia dell'elefante.😊

P.S. Sono convinto che ogni passo avanti nella scienza consista nello scovare la nuova centralità nella quale ci annidiamo e sembra non possiamo fare a meno di averne una.
Scopertane una possiamo passare alla ricerca della successiva.
La forma , là matematica, è centrale per noi , e quindi la poniamo al centro della realtà, e diventa la sostanza di cui è fatta la realtà.
Ciò spiega l'iniegabile efficacia della matematica nello spiegare la realtà.🤒
Se si assume questa consapevolezza l'utilizzo dello strumento matematico diventa meno affascinante,è vero , ma anche banale e quindi potenzialmente diffuso , che è un po' il mio pallino.
Lo,scollamento fra uomo e scienza è ciò che mi preoccupa di più, perché vale come una alienazione.
Al tempo degli algebristi italiani la gente del popolo pagava per assistere in piazza alla disfida dei matematici. Altri tempi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Apeiron

Citazione di: stefano il 06 Marzo 2018, 00:20:34 AMGrazie Aperion questo lo terrò come punto fermo.Quindi non c'è nessun aumento di dimensioni massive nell'oggetto solo che in caso di incidente "fa piu male!" ;) Devo però tenere presente che c'è una disputa su questo nella comunità scientifica (tuttavia io sosterrò che Aperion ha regione :) ) e forse ora capisco perche nelle divulgazioni si parla sempre di dilatazione del tempo,contrazioni delle lunghezze ma poi si evita di parlare di amumento della massa.Nel video divulgativo che ho visto invece lo si dice apertamente e chi parla è nientemeno che un professore della Sapienza di Roma. Addirittura lui dice che la massa a riposo ha la minima grandezza possibile con l'esempio di una scatoletta che accellerando avrebbe dovuto ingrandisi. Detto cosi chiaro e tondo sembrava molto convincente e io ,lo confesso, ci ho creduto. ;)


Ciao @stefano,

grazie per darmi ragione  ;D sicuramente il prof. non dice cose sbagliate. Solo che il come le dice può portare più confusione che altro. Preferisco pensare che la massa rimane costante per varie ragioni, sia "profonde" (che derivano dalle proprietà matematiche e tecniche della teoria) sia "intuitive". Per esempio un elettrone "sparato" ad una velocità quasi uguale a quella della luce non diventa "più grande" o "più massicio". Semplicemente diventa più veloce ed ha più energia. Ovviamente si può definire la massa dicendo che è sempre uguale all'energia diviso "c2" ma a questo punto bisogna affermare che oltre alla massa comunemente intesa esiste anche la "massa potenziale", la "massa cinetica" ecc converrai che è un uso alquanto strano della parola "massa". Riguardo al cambiamento delle dimensioni degli oggetti forse sì riferisce alla contrazione delle lunghezze o un effetto simile. Ma non avendo visto il video posso solo ipotizzare  ;)  comunque ti consiglio di attenerti alla "spiegazione" che ti sembra più chiara. Io ho scelto di parlare in questo modo della massa perchè mi sembra quello più pratico e intuitivo. Ovviamente si tratta semplicemente di stabilire una convenzione  ;) 


@iano,

in realtà volevo semplicemente dire che la "realtà-in-sé" è probabilmente inconoscibile (più precisamente a causa della parzialità delle nostre prospettive non possiamo formulare teorie riguardanti la realtà-come-è). Ovvero ho postulato che esista una "realtà", non ho fatto assunzioni sulle sue proprietà (altrimenti potrei essere criticato come vengono criticati gli "uomini ciechi").  Infatti quello che volevo dire è che per forza noi abbiamo visioni parziali e soggettive. L'errore sta più che altro nell'affermare che le nostre visioni parziali sono "corrette", "esaustive", le vere descrizioni della realtà. Qui io e @epicurus abbiamo discusso di una cosa simile, se ti va di leggere https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/relativismo-assoluto/105/ anche se il contesto era riguardante una corrente della filosofia buddhista, forse ti può interessare.  Comunque mi sembra che hai capito il discorso.  Ad ogni modo ritenere che la realtà ha una forma è un'ipotesi indubbiamente ragionevole che io accetto. Ma riconosco che è un'ipotesi.

Quello che volevo mettere in luce, quindi, è che senza la realtà si cade in una sorta di "nichilismo" dove non si può preferire una teoria rispetto all'altra visto che ci sono solo "prospettive" e allo stesso tempo se ogni nostra descrizione è in qualche modo parziale non ha molto senso essere troppo "attaccati" alle teorie stesse. :)



Riguardo al "P.S." direi di essere d'accordo con quanto dici.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

stefano

#66
Citazione di: iano il 06 Marzo 2018, 18:33:41 PML'invito è quello di tentare una tua interpretazione personale , perché credo che sia l'unica strada che possa portare a una intima e personale comprensione della teoria , in mancanza di una interpretazione che appaia evidente a tutti , anche se questo non è propriamente il caso della relatività. Avere una propria interpretazione , anche rozza , ma nostra , ci aiuta d avere un atteggiamento utilmente critico nel pesare le interprestazioni degli altri , comprese quelle più autorevoli. .

Tentare un interpretazione personale? Non saprei davvero da dove cominciare.
Sono ancora troppe le cose che ancora non so.Forse il tuo invito è da attuarsi nel
tempo nel caso riesca ad andare oltre le basi teoriche.Per il momento il mio
atteggiamento non so come potrebbe essere critico piuttosto quello che sento è una
sensazione di stupore di fronte a questa nuova realtà che esiste ma nessuno riesce
a capire.Un mistero che dura da oltre un secolo,siamo forse arrivati ai limiti della
conoscenza? ... Forse come c'è una costante-limite per la velocità ce n'è una anche
per la conoscenza... :) Ecco, ti ho dato un'interpretazione (ma non è molto scientifica :))

Citazione di: iano il 06 Marzo 2018, 18:33:41 PMLa forma , là matematica, è centrale per noi , e quindi la poniamo al centro della realtà, e diventa la sostanza di cui è fatta la realtà. Ciò spiega l'iniegabile efficacia della matematica nello spiegare la realtà.🤒 Se si assume questa consapevolezza l'utilizzo dello strumento matematico diventa meno affascinante,è vero , ma anche banale e quindi potenzialmente diffuso , che è un po' il mio pallino. Lo,scollamento fra uomo e scienza è ciò che mi preoccupa di più, perché vale come una alienazione. Al tempo degli algebristi italiani la gente del popolo pagava per assistere in piazza alla disfida dei matematici. Altri tempi.

Non capisco cosa intendi per "banale e quindi potenzialmente diffuso"

stefano

Citazione di: Apeiron il 07 Marzo 2018, 18:37:48 PM
Citazione di: stefano il 06 Marzo 2018, 00:20:34 AMCiao @stefano, grazie per darmi ragione ;D sicuramente il prof. non dice cose sbagliate. Solo che il come le dice può portare più confusione che altro. Preferisco pensare che la massa rimane costante per varie ragioni, sia "profonde" (che derivano dalle proprietà matematiche e tecniche della teoria) sia "intuitive". Per esempio un elettrone "sparato" ad una velocità quasi uguale a quella della luce non diventa "più grande" o "più massicio". Semplicemente diventa più veloce ed ha più energia. Ovviamente si può definire la massa dicendo che è sempre uguale all'energia diviso "c2" ma a questo punto bisogna affermare che oltre alla massa comunemente intesa esiste anche la "massa potenziale", la "massa cinetica" ecc converrai che è un uso alquanto strano della parola "massa". Riguardo al cambiamento delle dimensioni degli oggetti forse sì riferisce alla contrazione delle lunghezze o un effetto simile. Ma non avendo visto il video posso solo ipotizzare ;) comunque ti consiglio di attenerti alla "spiegazione" che ti sembra più chiara. Io ho scelto di parlare in questo modo della massa perchè mi sembra quello più pratico e intuitivo. Ovviamente si tratta semplicemente di stabilire una convenzione ;)  
Grazie Aperion è interessante per me sentire pereri diversi. Comunque il prof. non si riferiva alla contrazione delle lunghezze,
di questo sono piuttosto sicuro.Magari metto qui il link del video se ti va di guardarlo mi farebbe piacere avere un tuo parere.
https://www.youtube.com/watch?v=RZu8wHkVDWk&index=10&list=PLPaqazsO7Hrb52_iUMA1We9GMhui0kltc
Il punto "incriminato" è da7,47 a 10,06

stefano

Altra interpretazione (ancora meno scientifica ;))
Potrebbe essere una realtà schiva che si ritrae alla famelica e presuntuosa curiosità umana.
(A proposito di antropocentrismo)

Apeiron

Ciao @stefano,

Unico commento al video: per la (vera e unica) "massa" è quella che nel video è chiamata m0 .

Per il prof. invece la "massa" è semplicemente: m = E/c2 (1).

Tuttavia se il corpo non è fermo ma a basse velocità posso scrivere E = E0 + 0.5*m0*v2  (2) dove con "v" indico la velocità del corpo. Sappiamo che E0 = m0*c2 (3) Sostituendo la (2) e la (3) nella (1) ottengo:

m = E0/c2 + 0.5*m0*(v2/c2) = m0 + 0.5*m0*(v2/c2)

come vedi se definiamo la "massa" dell'oggetto come lo fa il prof allora anche per velocità minuscole aumenta. Per me invece la "massa" è sempre m0 e quindi non varia con la velocità del corpo. Il problema di definire la massa come equivalente ad energia diviso c2 è la confusione di cui parlavo prima: se lo fai allora ogni forma di energia allora dovremmo dire che un corpo a causa dell'attrito non perde solo energia cinetica ma anche massa.

Comunque faccio notare che anche lui dice chiaramente che la novità di Einstein è la (3), ovvero associare a quella che io chiamo "massa" (e altri chiamano "massa a riposo") una quantità di energia detta "energia a riposo".

Ovviamente quello che dice nel video è corretto... lo dice in modo diverso da come lo direi io, ma è giusto ;)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

iano

#70
@Stefano.
Provo a giustificare l'uso che ho fatto dei termini "banale " e "diffuso".
Banalmente tutti di fronte a una mela vedremo una mela.
Il processo della visone non è però banale come sembra.Tutt'altro.
Come mai un processo non banale ci appare tale?
Parimenti una teoria scientifica non è banale.
Come possiamo trovare il modo che ci appaia tale ?
Ovviamente proveremo a far ciò se lo riterremo utile.
Credo che questa banalizzazione sia gemellata col processo della comprensione, e questa è una mia interpretazione.
Una interpretazione è come un paio di occhiali che puoi mettere levare e cambiare.
Con alcuni occhiali le cose appariranno sfocate , con altri più focalizzate.
Quindi le interpretazioni che hai provato a immaginare , ora prova a inforcarle e dai una occhiata in giro per questo strano mondo.
Se il risultato che ottieni è di vedere quello che fino a ieri ti sembrava ai limiti della conoscenza, come vedessi una mela , allora hai fatto bingo.😅
Certamente se vediamo le mele in modo banale , è perché in qualche punto della nostra evoluzione abbiamo fatto bingo.
Ora si tratta di ripetere il colpaccio cercando di includere , banalizzandole , le cose nuove che si sono poste alla nostra attenzione. E se lo facciamo in modo diffuso , cioè tutti insieme , condividendo, allora avremo riprodotto il processo in modo completo.
Ci si potrebbe chiedere perché mai dovremmo imbarcarci in questa impresa impegnando tempo e denari.
Per spegnere il fuoco del nostro stupore?😅
Diciamo meglio  : perché noi siamo fatti così.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

stefano

#71
Ok Iano mi hai convinto  :) Sfidando le nefaste leggi della costante C.... mi lancio
in una mia personale interpretazione.
Quindi io dichiaro che la conoscenza umana ha un limite oltre il quale la natura si sottrae
all'osservazione.La chiameremo costante CC (per distinguerla dall'altra ben piu famosa) :)
Ora noi ci chiediamo:perche la natura si sottrae? Ma la vera domanda è:perche non dovrebbe farlo?
Secondo la mia teoria la  natura si sottrae perche non riconosce piu l'uomo come parte
di se e avverte un pericolo.L'uomo è un pericolo e non puo che esserlo
perche porta dentro di se una contraddizione fatale.Lo si puo constatare guardando questo strano mondo
dove succedono le cose peggiori ma dove preso singolarmente l'essere umano ci sembra accettabile,
una personcina per bene, anzi lui stesso si indigna per tutto il male che c'è nel mondo per cui a
quanto pare la colpa è sempre di qualcun'altro.Cioe se prendiamo A  la colpa è di B o C ma se
prendiamo B la colpa è di C o A e cosi via.Cosi rimane questa colpa enorme incalcolabile di provenienza
ignota.Quindi non solo natura sfugge alla comprensione umana ma se l'uomo guarda se
stesso anche questo sfugge alla sua comprensione.Possiamo allora stabilire il principio che la
natura sfugge alla osservazione umana nella misura in cui l'uomo sfugge alla comprensione di se stesso.
L'uomo è un pericolo ma nella sua presunzione non si accorge di esserlo e cosi si sottrae ad ogni
responsabilità, ad ogni vera osservazione di se.E tutto cio è irrimediabile.
Lo si puo vedere anche dal modo abnorme in cui si è progredito dove il progresso sociale è solo un
infinitesima parte di quello scientifico.Guardando con distacco l'essere umano di oggi vedremmo una
figura bizzarra e temibile:un essere dotato di una tecnologia pazzesca ma dal punto di
vista etico quasi un cavernicolo,il solito predone di sempre. Cosi l'uomo scienziato giunto
ai limiti della conoscenza porta inevitabilmente dietro di se tutto quel carico di miseria e di morte,
di pretese e di presunzione.Qualcosa si è deformato nel suo sistema cerebrale cosi lui come tutto il
resto dell'umanità è diventato un organismo a parte indipendente dalla natura stessa e il protrarsi
della sua ricerca diventa un ossessione,una sorta di nevrosi cosmica.

Forse mi sono perso........... ;) per ora mi fermo qui.

stefano

Citazione di: Apeiron il 08 Marzo 2018, 14:52:20 PMCiao @stefano, Unico commento al video: per la (vera e unica) "massa" è quella che nel video è chiamata m0 . Per il prof. invece la "massa" è semplicemente: m = E/c2 (1). Tuttavia se il corpo non è fermo ma a basse velocità posso scrivere E = E0 + 0.5*m0*v2 (2) dove con "v" indico la velocità del corpo. Sappiamo che E0 = m0*c2 (3) Sostituendo la (2) e la (3) nella (1) ottengo: m = E0/c2 + 0.5*m0*(v2/c2) = m0 + 0.5*m0*(v2/c2) come vedi se definiamo la "massa" dell'oggetto come lo fa il prof allora anche per velocità minuscole aumenta. Per me invece la "massa" è sempre m0 e quindi non varia con la velocità del corpo. Il problema di definire la massa come equivalente ad energia diviso c2 è la confusione di cui parlavo prima: se lo fai allora ogni forma di energia allora dovremmo dire che un corpo a causa dell'attrito non perde solo energia cinetica ma anche massa. Comunque faccio notare che anche lui dice chiaramente che la novità di Einstein è la (3), ovvero associare a quella che io chiamo "massa" (e altri chiamano "massa a riposo") una quantità di energia detta "energia a riposo". Ovviamente quello che dice nel video è corretto... lo dice in modo diverso da come lo direi io, ma è giusto ;)
Grazie Aperion è interessante vedere come si puo interpretare diversamente questa parte della teoria ,io purtroppo non posso 
posso dare un giudizio ma è certamente utile per me vedere la cosa da due angolazioni diverse. ;)