E se un giorno all'improvviso

Aperto da acquario69, 26 Maggio 2017, 10:33:49 AM

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acquario69

Forse Sara' capitato piu o meno a tutti di restare qualche ora senza energia elettrica (Ora lo sto appena verificando  :) )...e cosi ho immaginato a quali conseguenze potrebbe avere se di colpo non sarebbe Mai piu disponibile.

Una riflessione su tutte e' il rapporto di DIPENDENZA pressoche totale Che oggi in particolare abbiamo con la tecnologia e Che sembra aumentare sempre di piu in maniera esponenziale..
Solo questo semplice fatto potrebbero aiutarci a capire molte altre cose Che vi sono comprese..ma a cui e per l'appunto non ci si rende piu conto..

Fharenight

#1
Il danno sarebbe per le industrie, ma anche per tutte le strutture che utilizzano macchine, dispositivi e attrezzature elettriche ed elettroniche. Però, come si suol dire, non tutto il male verrebbe per nuocere...

Diversi anni fa quando la villetta che mio padre fece costruire era ancora grezza, non c'era neppure l'allaccio elettrico, decidemmo ugualmente di passare lí in campagna i mesi estivi, non c'era ancora neppure il pavimento! L'acqua, bella sempre freschissima, la prendevamo col secchio direttamente dal pozzo e nel pozzo immergevamo frutta e bibite per rinfrescarle, fungeva quindi da frigorifero.
Niente tv, solo radioline a batteria. Illuminazione serale con le candele, e zampironi fumanti per allontanare le zanzare: bellissima atmosfera che si sposava benissimo con gli odori e i sapori dell'ambiente campagnolo. Il pane lo acquistavamo da un fornaio nel paesino vicino, tutto un altro sapore. Intorno alla casetta solo polvere e terra, sterminata terra, forte odore di terra, specialmente dopo la pioggia, e polvere, tanta polvere che entrava in casa perché tenevamo  porte e finestre costantemente aperte per creare correnti d'aria che fungevano da condizionatore, la casa cosí ventilata rimaneva piacevolmente fresca. Poi piante, erba, ancora erba, tanta erba, profumo di erba, lontano cespugli odorosi (forse origano?), fiori, farfalle, gatti, rospi, porcospini, lucertole, millepiedi, ragni, scolopendre, formiche e miriadi di altri insetti di campagna che puntualmente  entrava in casa o ce li ritrovavamo addosso, ma non ci facavano schifo, e poi immancabili le cicale durante il giorno, serenate di grilli durante la notte. Cielo quasi sempre limpido, terso e brillante col sole bollente e accecante di giorno e miriadi di stelle durante la notte e, quando c'era la luna, lo spettacolo era ancora piú incantevole perché tutto intorno, essendo il luogo molto poco abitato, era buio assoluto... un buio vellutato e altrettanto meraviglioso della luce e degli splendidi colori diurni, che conciliava il sonno. Spesso arrivava l'odore del mare portato dalla brezza notturna, e non soffrivamo il caldo né di giorno né di notte, anzi, di sera calava un'arietta frizzante che bisognava coprirsi con qualche giacchino leggero.  Pace, benessere e tranquillità 24 ore su 24. Non sentivamo affatto la mancanza della tv e degli elettrodomestici, e benché il bucato si facesse a mano, non lo consideravamo un lavoro, ma quasi un divertimento poiché veniva svolto fuori, all'aria aperta con semplice sapone di marsiglia e l'acqua scaldata sui fornelli a gas, poi i panni stesi al sole (ora si usa l'asciugatrice). Ci facevamo la doccia con l'acqua portata in casa dai tubi di gomma e resa molto calda dal sole. Sulla pelle odore di sole e di erba.
  Le vacanze piú belle della mia vita!
Non mi dispiacerebbe tornare a vivere cosí.
La zona negli anni si è popolata, troppo popolata;  e urbanizzata. Paradiso perduto.

Come diceva la canzone che cantava Nino Ferrer: "La civiltà è bella MA, viva la campagna..."!


acquario69

Citazione di: Fharenight il 26 Maggio 2017, 13:18:01 PM
Il danno sarebbe per le industrie, ma anche per tutte le strutture che utilizzano macchine, dispositivi e attrezzature elettriche ed elettroniche. Però, come si suol dire, non tutto il male verrebbe per nuocere...

Diversi anni fa quando la villetta che mio padre fece costruire era ancora grezza, non c'era neppure l'allaccio elettrico, decidemmo ugualmente di passare lí in campagna i mesi estivi, non c'era ancora neppure il pavimento! L'acqua, bella sempre freschissima, la prendevamo col secchio direttamente dal pozzo e nel pozzo immergevamo frutta e bibite per rinfrescarle, fungeva quindi da frigorifero.
Niente tv, solo radioline a batteria. Illuminazione serale con le candele, e zampironi fumanti per allontanare le zanzare: bellissima atmosfera che si sposava benissimo con gli odori e i sapori dell'ambiente campagnolo. Il pane lo acquistavamo da un fornaio nel paesino vicino, tutto un altro sapore. Intorno alla casetta solo polvere e terra, sterminata terra, forte odore di terra, specialmente dopo la pioggia, e polvere, tanta polvere che entrava in casa perché tenevamo  porte e finestre costantemente aperte per creare correnti d'aria che fungevano da condizionatore, la casa cosí ventilata rimaneva piacevolmente fresca. Poi piante, erba, ancora erba, tanta erba, profumo di erba, lontano cespugli odorosi (forse origano?), fiori, farfalle, gatti, rospi, porcospini, lucertole, millepiedi, ragni, scolopendre, formiche e miriadi di altri insetti di campagna che puntualmente  entrava in casa o ce li ritrovavamo addosso, ma non ci facavano schifo, e poi immancabili le cicale durante il giorno, serenate di grilli durante la notte. Cielo quasi sempre limpido, terso e brillante col sole bollente e accecante di giorno e miriadi di stelle durante la notte e, quando c'era la luna, lo spettacolo era ancora piú incantevole perché tutto intorno, essendo il luogo molto poco abitato, era buio assoluto... un buio vellutato e altrettanto meraviglioso della luce e degli splendidi colori diurni, che conciliava il sonno. Spesso arrivava l'odore del mare portato dalla brezza notturna, e non soffrivamo il caldo né di giorno né di notte, anzi, di sera calava un'arietta frizzante che bisognava coprirsi con qualche giacchino leggero.  Pace, benessere e tranquillità 24 ore su 24. Non sentivamo affatto la mancanza della tv e degli elettrodomestici, e benché il bucato si facesse a mano, non lo consideravamo un lavoro, ma quasi un divertimento poiché veniva svolto fuori, all'aria aperta con semplice sapone di marsiglia e l'acqua scaldata sui fornelli a gas, poi i panni stesi al sole (ora si usa l'asciugatrice). Ci facevamo la doccia con l'acqua portata in casa dai tubi di gomma e resa molto calda dal sole. Sulla pelle odore di sole e di erba.
 Le vacanze piú belle della mia vita!
Non mi dispiacerebbe tornare a vivere cosí.
La zona negli anni si è popolata, troppo popolata;  e urbanizzata. Paradiso perduto.



Il danno infatti sarebbe per chi "o la cosa in se" che di fatto ci schiavizza
all'inizio sarebbe uno shock,talmente ne siamo dipendenti ma alla fine e secondo me l'unico che potrebbe ancora salvarci.

comunque sfondi una porta aperta con la tua descrizione.
Mi hai fatto tornare in mente quando da piccolino appena finita la scuola usavo trascorrere le vacanze estive (minimo tre mesi e non un giorno "di qua" o un altro forse e chissa quando "di la" come si usa ora) dai miei nonni.
Mio nonno andato in pensione si era preso un pezzetto di terra nei dintorni del paesino dove viveva e trascorreva le sue giornate e mi portava spesso con lui..
Ricordo aveva anche lui, come lo avevano tutti,un pozzo e mi aveva insegnato come prendere l'acqua...non ho mai bevuto un acqua cosi saporita..si l'acqua era saporita! Freschissima,temperatura sempre perfetta
Gli odori e i colori vivacissimi della campagna intorno, che meraviglia! Il ronzio improvviso degli insetti zzzzz..che spezzavano quel silenzio che in realtà ti "parlava"...
E quante altre cose ancora che avrei da dire...con gli amichetti del posto, avventure incredibili, immancabilmente a contatto con la natura si improvvisava di tutto, cose che oggi nella testa di un ragazzino "robot" manco se lo può più arrivare ad immaginare!

Paradiso perduto, hai detto bene!..e qui non centra niente l'infanzia ma solo la tecnologia,che ha distrutto tutto, fuori e dentro di noi, ci ha alienati completamente.

InVerno

Citazione di: acquario69 il 26 Maggio 2017, 15:42:24 PMRicordo aveva anche lui, come lo avevano tutti,un pozzo e mi aveva insegnato come prendere l'acqua...non ho mai bevuto un acqua cosi saporita..si l'acqua era saporita!
Non voglio rovinare la poesia ma l'acqua "saporita" porta velocemente alla diarrea, dipende dalla quantità, è più probabile che fosse un profumo nei dintorni del pozzo.. Per il resto, internet è di gran lunga una dipendenza più subdola e psicologica. Le persone che ospito vanno in una sorta di isteria i primi giorni senza, si mettono a colpire ogni cosa che assomigli ad un tasto, poi mi ringraziano perchè si sono rilassati profondamente senza la compulsività internettiana. Il problema dell'elettricità penso che anzichè essere legato alla lavatrice o altre cose, sia legato al nostro ciclo diurno che è sempre più scollegato da quello solare. Una cosa che avrei intenzione di "correggere" ma non sono ancora riusciuto, chi ci è riuscito mi racconta di benefici estesi e importanti sul proprio benessere.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Fharenight

La tecnologia ha reso meno faticoso il lavoro in genere, ma la civiltà, l'urbanizzazione in particolare, ci hanno tolto, strappato, rubato il meraviglioso contatto con la natura.

Durante quei mesi estivi non sentivamo la mancanza della tv perché eravamo tutto il tempo occupati a dedicarci a cose piú piacevoli e/o divertenti. La mattina fino a mezzogiorno e oltre stavamo sulla spiaggia poco lontana, a sollazzarci a mare, tra nuotate interminabili e continui tuffi dalle spalle di fratelli e amici che si prestavano volentieri a far da trampolino... poi stesi sui teli ad abbronzarci e scherzare per ogni piccolo pretesto. La spiaggia era frequentata esclusivamente dai pochi fortunati abitanti del paradisiaco luogo e quasi solamente dai più giovani perché essendo ancora un posto sconosciuto,  alla spiaggia si accedeva attraverso una parete argillosa scoscesa e  bisognava fare un paio di salti per arrivarci.... C'era anche un piccolo angolo di canneto dove ripararci dal sole ed un rivolo di acqua sorgiva sempre fresca che sgorgava ininterrottamente.... Che incanto!
Forse molti ragazzi di domani non vivranno mai queste esperienze fantastiche.
E cosí tornavamo a casa affamati come lupi... Altro che anoressia!
Dopo pranzo stavamo di nuovo fuori, al fresco sotto gli alberi o all'ombra di un pergolato a chiacchierare, a raccontarci storie o a dilettarci con giochi improvvisati. Poi si giocava coi cani, il nostro e quello dei vicini, e vederli nelle loro acrobazie tra corse forsennate, salti e capriole... era uno spasso. Puntualmente poi, ad una ben precisa ora del pomeriggio, arrivavano tutti insieme frotte di gatti scrocconi, molto belli benché selvatici, accortisi di aver trovato la manna dal cielo: cibo gratuito e abbondante per tutti; si mangiava spesso pesce, a volte pescato proprio sugli scogli lí vicino, e donato anche ai graziosi ed avidi ospiti che dopo aver riempito per bene la pancia e data un'ultima leccata ai baffi si allontanavano indolenti, sazi e pasciuti, solo qualcuno piú riconoscente restava a farci compagnia tra fusa e sonnellini trascorsi al venticello e sdraiato a godersi come noi quei momenti di pace.

Come ho già detto, in casa entrava ogni sorta di insetti e piccoli altri animali - i gatti sornioni pronti a rubare qualcosa di goloso non mancavano mai - e noi a fare a gare a chi riusciva a mandarli via! I piú riottosi erano lucertole e gechi... i gatti invece schizzavano via d'un lampo; poi vi erano tantissimi insetti rossi, centopiedi mi pare si chiamino (esattamente "scutigera coleoptatra"), sono anni che son scomparsi, non si vedono piú; non è piú il loro habitat naturale.
Tornati in città eravamo piú belli, con l'incarnato piú sano, abbranzati e sodi, dall'aria felice... Altro che depressione! Tutti i giorni al sole e all'aria, tra mare e campagna... era un pieno di vitalità.

Urbanizzare ancora e devastare la natura non conviene piú, è da matti furiosi continuare cosí. È inutile per esempio costruire nuovi edifici quando rimangono a lungo invenduti e ve ne sono tanti altri abbandonati da recuperare. Bisogna invece tornare a riappropriarci di aree verdi sempre piú estese, curate e lasciate al sapiente dominio della natura. Anche gli animali vanno lasciati liberi il piú possibile... A quei tempi riuscii a vedere anche una volpe, bellissima. Le civette ci sono ancora, sento con dispiacere invece la mancanza dei gufi. Quasi scomparsi anche i cardellini, allora popolavano tantissimo la zona. Le gazze e le tortore ci sono ancora, resistono gabbiani e rondini, anche se queste ultime si vedono sempre piú raramente in città.
Finché non ci convinceremo che questi esseri viventi, piante ed animali insieme, fanno parte di noi, appartengono alla buona qualità della nostra vita, non riusciremo ad evitare di distruggerli. 
L'ecologia, evitando l'inquinamento e lo sperpero delle risorse naturali è l'unica via che abbiamo e che certamente già perseguiamo, ma che tanto cammino ancora ci attende, per essere piú sani, quindi piú belli, ma soprattutto piú felici.

Ed in questo auspicio futuro, scusate la sincerità, non ci vedo l'invasione che porta ulteriore squilibrio. Non ho scritto di proposito "immigrazione", ma "invasione". Perciò sono pazzi coloro che aggradano tale invasione perché il loro ragionare non è profondo ed ampio da abbracciare in maniera completa la realtà, ma sono vittime di sentimenti settari.

Anche questi dovrebbero scomparire ( e i loro opposti, i guerrafondai) per una buona ecologia mondiale.


InVerno

Sei proprio fissata coi migranti, sarebbero pure gli unici che accettano i contratti da fame agricoli (se si potesse averli in regola..). Ci sono più di 300.000 posti di lavoro in campagna che gli Italiani appena usciti dai diplomifici non guardano nemmeno di striscio, piuttosto vanno a pulire i cessi in Australia mentre i vecchi casoni crollano.

Detto questo, l'abbandono della società agreste a mio avviso è ben rappresentato da una questione generazionale che una cara amica mi raccontò metaforicamente tempo fa. Il suo racconto era veramente intriso di poesia al punto che mi fece quasi piangere, sicuramente emozionare, non proverò nemmeno a emulare questa sua capacità e lo riporterò invece in maniera molto fredda per non farle torto.
Mi raccontò che nella sua giovinezza amava camminare a piedi nudi ovunque nei dintorni della sua casa di campagna,boschi e fiume, ciotoli e aghi di pino, non metteva mai le scarpe se non per andare al villaggio. Camminare a piedi nudi è una forma di fiducia verso la terra, i ciuffi d'erba nascondono un turbinio di vita nascosto tra i fili d'erba, ogni passo è un atto di fiducia verso il metro di terra che sta più avanti, che quella vita non ti tradirà ma ti accoglierà e accarezzerà le piante dei tuoi piedi. Poi ebbe una figlia, e la vide camminare anch'essa a piedi nudi nell'erba. Fu presa dal panico: poteva esserci un fondo di bottiglia, un serpente, un chiodo. Le proibì tassativamente di camminare a piedi nudi, era troppo pericoloso. Da quel giorno, ella stessa non riuscì più a camminare a piedi nudi, le stesse paure che l'avevano spaventata per la figlia si rifletterono in lei, e ne rimase imprigionata. Mi parlava ora, alla soglia dei sessanta, quasi piangendo, ricordando con nostalgia il tempo dove non aveva paura di affrontare la terra, come se una sconfitta umana l'avesse incatenata tutti questi anni, come se una porzione di vita le fosse stata rubata da un ladro oscuro, un cleptomane di speranze, la paura. La invitai a toglierci le scarpe e a camminare insieme, un altra volta, come quando era giovane. Lei lo fece, e fummo felici insieme.

Morale della favola: Più il tempo passa, più le generazioni passano, più le nostre paure arcaiche verso l'ignoto si accumulano e ci mordono le caviglie. Cerchiamo di vivere in ambienti sempre più asettici e funerei, i cementifici lavorano a pieno ritmo per creare lande bianche e piatte ove non si nasconda nessuna insidia. Persino i tanto ecologici vegani non sono altro che una ritirata dalla violenza della natura, non vogliono accettarla come parte integrante della loro esistenza e la nascondono sotto il tappeto. Come diceva una canzone del BMS


E da un branco una tribù che va
Da un villaggio una città
Gente che respira a tempo
Uomini rinchiusi dentro scatole di pietra
Dove non si sente il vento
E la voglia di fuggire che mi porto dentro
Non mi salverà
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ingordigia

Citazione di: acquario69 il 26 Maggio 2017, 10:33:49 AM
Forse Sara' capitato piu o meno a tutti di restare qualche ora senza energia elettrica (Ora lo sto appena verificando  :) )...e cosi ho immaginato a quali conseguenze potrebbe avere se di colpo non sarebbe Mai piu disponibile.

Una riflessione su tutte e' il rapporto di DIPENDENZA pressoche totale Che oggi in particolare abbiamo con la tecnologia e Che sembra aumentare sempre di piu in maniera esponenziale..
Solo questo semplice fatto potrebbero aiutarci a capire molte altre cose Che vi sono comprese..ma a cui e per l'appunto non ci si rende piu conto..

Gli esseri umani sono dotati di grande capacità di adattamento.
Questo è vero se considero una singola persona, ma se un gruppo di individui deve far fronte ad un
medesimo ostacolo la velocità di adattamento aumenta notevolmente.

Il mio interesse in questo caso verte su altro.
Se mi dovessi trovare un mese senza pc il problema non sarebbe abituarmi alla frequentazione della
biblioteca, ma la perdità di efficacia rispetto ai colleghi (competitor) che il pc possono utilizzarlo.

Beninteso, negli ultimi 10000 anni il nostro DNA si è mutato di qualcosa come il 2%; gli strumenti
della techne non vincolano la nostra architettura interna , siamo ancora cablati per vivere in natura
con il supporto tecnico che avevamo nel paleolitico.

maral

Ma purtroppo i cambiamenti culturali determinati dal mutare delle tecniche sono irreversibili poiché la nostra biologia non è separabile dalla cultura e anche se il genoma non è molto cambiato sfido chiunque a riuscire a intagliare una pietra con un'altra pietra come sapevano fare i nostri progenitori paleolitici per farla funzionare come arnese da taglio.