Divinità e storia geologica della terra

Aperto da Jacopus, 05 Luglio 2023, 22:31:27 PM

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Jacopus

Ammetto che la discussione ha un tono polemico e provocatorio ma, da parte mia, vi è anche una genuina curiosità delle risposte dei credenti che vorranno partecipare. Proprio per questo tono dissacratorio ho preferito mettere la discussione in Scienza e tecnologia.
Quindi, se accettiamo le scoperte della geologia come "vere", dobbiamo accettare il fatto che 66 milioni di anni fa un grande meteorite sconvolse la vita sulla terra, facendo estinguere tantissime specie e famiglie di specie, come in primo luogo, i sauridi di terra. Fu un evento sconvolgente che permise alla categoria dei mammiferi di espandersi fino a diventare i dominatori del pianeta e fra di essi l'uomo, che ha raggiunto l'apice del dominio negli ultimi ventimila anni. Quello che mi domando, a voler conciliare questa concreta certezza di come si svolsero i fatti e l'esistenza di Dio è: " perché Dio, il quale è onnipotente, ha progettato un piano così bizzarro, al punto da lasciar dominare la terra per milioni di anni ai sauridi, per poi sterminarli per far posto ai mammiferi e infine far apparire l'uomo, l'unico creato a sua immagine e somiglianza."? Il piano mi sembra più uscito dalla mano di un Dio capriccioso e distratto e non da un Dio rigoroso e consapevole del suo progetto. I credenti come si spiegano queste apparenti incongruenze ed eventualmente come le spiegano le correnti teologiche?
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Pensarbene

Dio non è un ..pianista,a volte gioca a dadi,capita che SEMBRI barare a carte,
pare non ci sia e fa impazzire il diavolo.
Dio interviene,al massimo,per facilitare l'autogoverno dell'esistente.
Oltre a questo,per facilitare il viaggio delle Anime nella materia -energia.
Il resto non é responsabilità di Dio ma una tentazione per il diavolo :))

Pensarbene

e una RESPONSABILITÀ della Mad...a per gli esseri umani 8)

iano

#3
Caro Jacopus, queste non risposte dei credenti sono significative, per cui potremmo invitare i non credenti a mettersi nei panni dei credenti, per capire il perchè non rispondono.
Quindi provando a immedesimarmi, risponderei : tu hai ragione Jacopus, ma se questo ammettessi pubblicamente temo che dovrei mettere in discussione l'etica su cui si fonda la mia società, e ammettendo pure che ciò non sia un tabù, non saprei però come fare a rifondare questa etica, e su cosa precisamente. Se non rispondo quindi non è per codardia, ma per saggezza, perchè mi sembra   di gran lunga il male minore.
Chi demolirebbe la sua casa per ristrutturarla senza avere prima un progetto di ricostruzione, nero su bianco?
O avendone uno indefinito, sempre provvisorio, che cambia durante i lavori. Che casa ne verrebbe fuori non oso immaginare.
Non sarebbe allora minor male restare nella vecchia casa pregando che non crolli?
Dismessi i nostri testi sacri, di sacri non ve ne saranno altri.
Cosa di diverso all'uopo è da considerare sacro?
Quale nuova tecnologia, se non più la scrittura, potrà soccorrerci?
Se non su un testo dunque, su cosa dovremmo fondare la nuova etica? Su quali nuove fondamenta stabili ricostruirne una duratura almeno come quella che dovrei dismettere?
Perchè è chiaro che, dando alla scienza quel che è della scienza, ogni punto della vecchia etica viene messo in discussione.
Non uccidere, ad esempio !
Si, ma non uccidere  precisamente chi?
Non uccidere gli uomini, basta ancora?
E perchè dovrebbe bastare, visto che l'uomo, non essendo fatto a somiglianza di Dio, non dovrebbe più godrebbe di particolari privilegi?
Non uccidere nessun essere vivente sarebbe la conseguenza logica del nostro non privilegio, ma non esente da problematiche, e inoltre in contraddizione con una situazione in cui gli esseri viventi in genere si mangiano fra loro.
Non potremo fare a meno allora di fondare la nuova etica se non sul considerarci in un modo o nell'altro un eccezione?



E così via.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

InVerno

C'è una traduzione in disuso dell'AT che dice "E il Signore, stiracchiandosi i baffi appuntiti, disse : "La morte di un singolo è una tragedia, la morte di un milione è una statistica, la morte di una specie è ecologia"."
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Jacopus

E' una Bibbia apocrifa, trovata sotto il Cremlino, credo. :D
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Pensarbene

Il meglio della Bibbia:"il Cantico dei Cantici"

Ipazia

Che ci sia bisogno della religione per avere un'etica è un luogo comune che fece storcere il naso alle teste pensanti fin dall'antichità.

"Tantum religio potuit suadere malorum", scrive Lucrezio. Ai giorni nostri rimando all'aforisma di Weinberg, sulla stessa lunghezza d'onda.

La storia delle religioni gronda di etica negativa per cui, allacciandomi al quesito di Jacopus, direi che la maggiore riconoscenza che possiamo offrire all'eventuale nume creatore è l'ateismo, perché lo sgrava da ogni responsabilità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Citazione di: Ipazia il 13 Luglio 2023, 22:37:12 PMChe ci sia bisogno della religione per avere un'etica è un luogo comune che fece storcere il naso alle teste pensanti fin dall'antichità.


Hai ragione.
Se non una religione, comunque una cosmologia condivisa, cui riferire o da cui ricavare un etica.
 Una religione è un buon esempio di cosmologia.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#9
Citazione di: Jacopus il 05 Luglio 2023, 22:31:27 PMAmmetto che la discussione ha un tono polemico e provocatorio ma, da parte mia, vi è anche una genuina curiosità delle risposte dei credenti che vorranno partecipare. Proprio per questo tono dissacratorio ho preferito mettere la discussione in Scienza e tecnologia.
Quindi, se accettiamo le scoperte della geologia come "vere", dobbiamo accettare il fatto che 66 milioni di anni fa un grande meteorite sconvolse la vita sulla terra, facendo estinguere tantissime specie e famiglie di specie, come in primo luogo, i sauridi di terra. Fu un evento sconvolgente che permise alla categoria dei mammiferi di espandersi fino a diventare i dominatori del pianeta e fra di essi l'uomo, che ha raggiunto l'apice del dominio negli ultimi ventimila anni. Quello che mi domando, a voler conciliare questa concreta certezza di come si svolsero i fatti e l'esistenza di Dio è: " perché Dio, il quale è onnipotente, ha progettato un piano così bizzarro, al punto da lasciar dominare la terra per milioni di anni ai sauridi, per poi sterminarli per far posto ai mammiferi e infine far apparire l'uomo, l'unico creato a sua immagine e somiglianza."? Il piano mi sembra più uscito dalla mano di un Dio capriccioso e distratto e non da un Dio rigoroso e consapevole del suo progetto. I credenti come si spiegano queste apparenti incongruenze ed eventualmente come le spiegano le correnti teologiche?
Tutto ciò è paradossale, è vero.
Però il paradosso secondo me non nasce direttamente dalla narrazione religiosa, ma dalla definizione di uomo, a qualunque narrazione lo si voglia far partecipare una volta definitolo, o ricavando la definizione indirettamente da una narrazione che lo vede protagonista.
 Dico uomo intendendo umanità ovviamente.
Il tutto si potrebbe etichettare come ''tanto rumore per nulla''.
Che poi non è neanche vero che si tratta di nulla, perchè inventare un personaggio, l'umanità, che ci permette di raccontare una storia utile, non è poca cosa.
Il paradosso nasce quando il personaggio del racconto sembra prendere vita indipendente.
Voglio dire che qualunque narrazione, più o meno sacra, che valga una cosmologia, e che parli dell'umanità come cosa davvero esistente, e non nei termini di un utile espediente letterario, laddove cioè il personaggio del racconto prende il sopravvento sul racconto stesso,  come quando gli attori escono fuori dalla tela dello schermo cinematografico nella ''Rosa purpurea del Cairo'' di Woody Allen, siamo di fronte a un paradosso irrisolvibile.
Che il paradosso poi sia generato dalla bibbia o dalla teoria dell'evoluzione è solo un dettaglio.
Certo, non ci si può  riferire all'umanità ricordando ogni volta che si tratta di una invenzione, ma il non farlo indurrà qualcuno a credere che si parli di cosa reale.
Credendola cosa reale, e ragionando su di essa come cosa reale, non resta che aspettare che i paradossi saltino fuori.
Paradossi che non sono più belli o più brutti secondo che li generi la scienza o la religione, se figli della nobile fede o della naturale creduloneria ''umana''.
La magia di un romanzo si attiva se nel tempo della lettura crediamo ai personaggi del racconto, immedesimandoci, finché non arriva la fine, e chiudiamo il libro.
La realtà che viviamo non è diversa da un romanzo, però senza ultima pagina.
Chi vive questo romanzo con maggior consapevolezza di viverlo è più portato alla scienza, e sà che il romanzo non ha una fine e che lo si può riscrivere.
Chi non ha questa consapevolezza non potrà riscriverlo, credendo che sia una testo unico, sacro, scritto una volta per tutte.
Esistono poi, ovviamente le vie di mezzo.
Quelli che... è vero che l'umanità è un invenzione letteraria, si, ma solo fino a un certo punto.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Citazione di: iano il 14 Luglio 2023, 12:54:46 PMHai ragione.
Se non una religione, comunque una cosmologia condivisa, cui riferire o da cui ricavare un etica.
 Una religione è un buon esempio di cosmologia.
Non necessita nemmeno una cosmologia, sulla quale l'ultima parola scientifica e filosofica, non ancora falsificata, la disse Socrate.

Per l'etica basta e rimane insuperabile l'umanesimo, nelle sue evoluzioni conoscitive lungo la storia umana.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

la cosmologia è una tentazione pericolosa.per credenti e non credenti: tutte e due vorrebbero mettere l'universo nel sacco.
Ma l'universo,sempre che sia solo uno...non si può ingabbiare in una teoria scientifica o in una religione.
La scienza,a parte utilità e conoscenze terrene significative,farebbe bene a limitarsi ad esse e aggiungerne altre RISPARMIANDOCI spese astronomiche e una mediatica isterica di immagine.
Le religioni farebbero bene a lasciare a Dio l'ultima parola su creazione e fine dell'universo concentrandosi su utilità spirituali terrene e contingenti.
Insomma, all'umanità necessita una dieta e una messa a punto seguita da un collaudo.





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