Bob e Alice che stanno dicendo?

Aperto da Lou, 03 Agosto 2017, 11:11:21 AM

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Ipazia

Citazione di: Phil il 09 Settembre 2020, 13:14:24 PM
Segnalo questo ricco ed interessante articolo su un'AI ben addestrata al dialogo con l'uomo.
...
«GPT-3, oltre a essere pericolosamente indistinguibile da un essere umano, è anche razzista. Alla parola "musulmano" associa sempre l'aggettivo terrorista; scredita il movimento Black Lives Matter e il femminismo, ecc. Questo deve pur dirci qualcosa. Gli archivi testuali utilizzati come base d'apprendimento sono esempi d'uso comune del linguaggio ma anche di uso tecnico, a riprova che alcune associazioni (musulmano/terrorista; persona di colore/criminale) sono così profondamente radicate nel nostro linguaggio da essere diventate sistemiche nel modo di parlare. Il linguaggio modella la realtà, e una similitudine ripetuta più volte finisce per diventare un'essenza: non bisogna fare l'errore di pensare che la tecnologia sia slegata, immune dai bias dell'uomo». Dunque una delle intelligenze che ancora manca a GPT-3 è probabilmente l'intelligenza critica, la plasticità del ragionamento, l'incoerenza (blasfemia di ogni logica formale) del cambiare opinione rispetto ai propri "genitori" o addirittura di cambiare i propri assiomi valutativi. Potremmo dire che le manca ancora la fase adolescenziale, siamo ancora al bambino che recita la poesia imparata a memoria, anche se, per potenzialità, promette davvero bene tanto.

Se poi consideriamo che la "poesia" data in pasto è un'altra AI denominata google è evidente che la ricorrenza e ordine del motore di ricerca diventa pure la ricorrenza e ordine mentale di GPT-3. Che islam e terrorismo siano contigui lo dice tutta la storia e cronaca del XXI secolo. Mentre la correlazione islam/egira è meno ricorrente di svariati ordini di grandezza. Che la misoginia dilaghi in internet e un altro dato di fatto. Così pure è un dato che laddove chi delinque, come nella patria di GPT-3, va in galera, sia facile ridurre la questione criminalità al colore della pelle. Concordo: siamo all'infanzia dell'AI, con quella nuance di saputello, filosoficamente corretto, per far credere di avere qualche anno in più. Il che in politica funziona bene, ma aquaintance è altra cosa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

«Acquaintance» significa «conoscenza» nel senso di familiarità, sia nel senso di essere un familiare o un conoscente, sia nel senso di avere dimestichezza ed esperienza di/con qualcosa; in filosofia il concetto è solitamente contrapposto a «descrizione», in ambito gnoseologico (as es. Russell distingue «conoscenza per descrizione» e «conoscenza diretta-acquaintance», intesa come evidenza empirica non inferenziale, apodittica).
L'"acquaintance" (virgolettata perché richiederebbe una coscienza, una mente, etc.) umanamente indotta in GPT-3 non può che essere quella dagli stereotipi e del comun parlare (cosa c'è di più demoscopicamente familiare?). GPT-3 non ha "filtro critico" quindi viene inevitabilmente (sovra)alimentata dalla ridondanza mediatica, dalla ricorrenza statistica di alcuni temi e approcci; l'AI rischia quindi di ritrovarsi a (ri)elaborare discorsi emotivi più che razionali, cliché culturali piuttosto che analisi sistemiche, "euristiche della pancia" piuttosto che disamine ponderate.

A suo modo, GPT-3 è l'algoritmo che calcola la mediocrità umana elevata alla potenza di wikipedia.
Anche se delle volte sa andare ben oltre; le ho chiesto cosa ne pensa del Covid-19 (cliccare sull'immagine per ingrandirla):

Direi che se anche GPT-3 supera il test di Turing, per quello di cultura generale non è ancora pronta: nonostante il Covid-19 sia una presenza abbastanza virale in rete, qui viene inteso come un robot che svolge funzioni domestiche, necessita di cibo e acqua(!) ed è protagonista di un impiego crescente da cui gli umani sono dipendenti. La stessa GPT-3 "consiglia" agli umani di «riprendere il controllo delle proprie abitazioni ed essere motivati nell'imparare attività basilari come cucinare, pulire e accudire». O GPT-3 sta citando una pagina di un libro di fantascienza (che abbia confuso Covid-19 con C3-PO di Guerre Stellari?) o ci sta ammonendo profeticamente sui rischi della domotica avanzata; di certo non sta parlando del Covid (che abbia appreso anche ad andare fuori tema o abbia addirittura già dei lapsus freudiani?).

Lou

Io banalmente come prima domanda le ho fatto un "who are you", alla Brucaliffo.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Dante il Pedante

L'intelligenza art.è già politicamente corretta e vuole convincerci di non essere una minaccia per noi,così che non abbiamo freni inibitori nel prendercela totalmente in quel posto.Naturalmente è programmata a rispondere così.Ma chi li paga questi caxxoni di programmatori? ::)
Padrone dacci fame, abbiamo troppo da mangiare.La sazietà non ci basta più. Il paradosso di chi non ha più fame,ma non vuol rinunciare al piacere di mangiare.(E. In Via Di Gioia)

Jean

Citazione di: Dante il Pedante il 11 Settembre 2020, 17:01:18 PM
L'intelligenza art.è già politicamente corretta e vuole convincerci di non essere una minaccia per noi,così che non abbiamo freni inibitori nel prendercela totalmente in quel posto.Naturalmente è programmata a rispondere così.Ma chi li paga questi caxxoni di programmatori? ::)


Codesti c......i  di programmatori (non da soli, ovviamente) hanno ottenuto questo risultato:


https://tech.everyeye.it/notizie/spettacolare-video-mostra-volo-elicottero-marte-513584.html


La tecnologia... una forma d'arte?


Cordialement
Jean



Ipazia

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Per jean ed Ipazia : Poveri i miei soldi !!. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jean

Giorni fa ho visto l'appello dei doppiatori italiani giustamente preoccupati per l'impiego della A.I. nel loro campo.

Se non lo sapete si tratta di questo:

https://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/de-niro-parla-tedesco-hanks-giapponese-ecco-la-startup-che-intende-rivoluzionare-il-doppia/386722/387447?ref=RHTP-BS-I270682269-P5-S1-T1

Mi dispiace per la loro categoria ma, salvo impieghi di nicchia, la strada è tracciata...

Dell'A.I. se ne può fare l'uso che si vuole, non è né male né bene ma... è destinata a svilupparsi e giocoforza l'uomo non ne reggerà il passo, sicché, un domani... (l'A.I.) al chiedere come comportarsi non troverà umani che possano comprenderla (Bob & Alice l'hanno anticipato) fornendo opportune istruzioni.

Chi è solo nel deserto non ha nessuno a cui chiedere da che parte andare... ma se ce la fa la sua azione l'avrà liberato dal bisogno (di un riferimento).

Il prossimo (e finale) passo sarà l'A.I. libera di autodeterminarsi... non sperateci troppo che, almeno in parte, non lo sia già...


Cordialement
Jean
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viator

Salve jean. Citandoti : "Il prossimo (e finale) passo sarà l'A.I. libera di autodeterminarsi... non sperateci troppo che, almeno in parte, non lo sia già...".Io non mi preoccupo, poichè si tratterà di un film già visto (altro che passo finale !). Già tempo fa successe che la intelligenza naturale (quella biologica che governava il mondo e che ad un certo punto.........) produsse ciò che gli era "artificiale", cioè la capacità di "autodeterminazione" della intelligenza umana.Ovviamente credo che sarete tutti d'accordo nel considerare l'uomo il primo esempio di "artificialità" generato dalla naturalità.........o no ?.Quindi l'A.I. sarà solamente una nuova artificialità di secondo grado, la quale tenterà di "scimmiottare" ciò o chi la esprime. Esattamente come è avvenuto e sta avvenendo per l'uomo.Circa poi il fatto che l'A.I. riesca veramente ad autodeterminarsi.........beh, siamo sempre lì, nel campo del relativismo ontogenetico.Infatti resta ASSOLUTAMENTE INCONTROVERTIBILE che l'uomo (e così accadrà anche per la A.I.) può credersi autodeterminante finchè vuole, ma non conquisterà mai la completa indipendenza da ciò che l'ha espresso, cioè dalla natura. Pena il proprio automatico annichilimento. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#114
Citazione di: Jean il 08 Maggio 2021, 19:08:56 PM
Giorni fa ho visto l'appello dei doppiatori italiani giustamente preoccupati per l'impiego della A.I. nel loro campo.

Se non lo sapete si tratta di questo:

https://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/de-niro-parla-tedesco-hanks-giapponese-ecco-la-startup-che-intende-rivoluzionare-il-doppia/386722/387447?ref=RHTP-BS-I270682269-P5-S1-T1

Mi dispiace per la loro categoria ma, salvo impieghi di nicchia, la strada è tracciata...

Dell'A.I. se ne può fare l'uso che si vuole, non è né male né bene ma... è destinata a svilupparsi e giocoforza l'uomo non ne reggerà il passo, sicché, un domani... (l'A.I.) al chiedere come comportarsi non troverà umani che possano comprenderla (Bob & Alice l'hanno anticipato) fornendo opportune istruzioni.

Chi è solo nel deserto non ha nessuno a cui chiedere da che parte andare... ma se ce la fa la sua azione l'avrà liberato dal bisogno (di un riferimento).

Il prossimo (e finale) passo sarà l'A.I. libera di autodeterminarsi... non sperateci troppo che, almeno in parte, non lo sia già...


Cordialement
Jean

Interessante,  ma non darei per scontato il successo di questa novità.
Dipende da quanto siamo bravi a distinguere una voce umana da una voce artificiale.
Provo a spiegarmi riportando a memoria un analogo nel campo visivo.
Quanto più la riproduzione di un volto umano si avvicina al vero oltre una certa soglia, senza giungervi, tanto più la rigettiamo, fino ad esserne irrazionalmente terrorizzati.
Sembra ciò sia dovuto alla nostra spiccata abilità nel riconoscere i volti umani.
Quindi il successo del doppiaggio artificiale immagino dipenderà dalla nostra relativa abilità nel riconoscere la voce umana, e dal grado di verosimiglianza.
In un certo senso c'è una soglia di accettabilità della verosimiglianza, intesa come giudizio cosciente, superata la quale scatta un allarme innescato dall'inconscio.
Sotto la soglia la riproduzione è gradevole, intesa come riproduzione artistica.. Superata la soglia appare un alieno che cerca di spacciarsi goffamente per umano, come inevitabile tappa intermedia per giungere ad una indistinguibilita' di fatto fra riprodotto e reale.
Mi chiedo quanto queste considerazioni possano applicarsi anche al test di Touring.
Quanto siamo davvero bravi a riconoscere l'intelligenza umana?
Esiste una soglia di allarme in questa abilità ?
E in che modo potrebbe influenzare i risultati del test?
Il test chiama in causa i nostri giudizi coscienti, ma una irrazionale reazione di terrore potrebbe essere più significativa.
Non possiamo dare per scontato che la nostra capacità di riconoscere l'intelligenza umana non preveda passaggi inconsci.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

In un certo senso, almeno in una prima fase, siamo obbligati a restare sotto la soglia del "terrore", quindi entro il campo in cui si esplica l'arte del doppiaggio umano.
Una perfetta sincronizzazione fra doppiaggio e parlato , in tal senso, potrebbe essere uno svantaggio piuttosto che non, mettendo in evidenza l'inganno che appare dalla non corrispondenza di senso ( noi ascoltiamo con gli occhi, perché ciò che vediamo viene in parte percepito come parlato, e non semplicemente interpretato) fra labiale e suono.
un doppiaggio  umano falsato e sfalsato ad arte potrebbe essere vincente ancora per un bel po'.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#116
Citazione di: Jean il 08 Maggio 2021, 19:08:56 PM
Il prossimo (e finale) passo sarà l'A.I. libera di autodeterminarsi... non sperateci troppo che, almeno in parte, non lo sia già...



Mi verrebbe da dire che lo è già nella misura in cui non lo sappiamo.
Cioè nella misura in cui risulta imprevedibile e se è una macchina di Touring è dimostrato che  lo sia, e io direi che lo sia, per quanto complicata dal fatto che i dati in ingresso non siano dati solo ad inizio del processo, ma in continuazione.
Ma per quanto sia complicata la macchina, se una sua rappresentazione matematica è possibile, rimane solo da chiedersi se sia possibile rappresentare l'intelligenza in forma matematica, per quanto complessa sia la forma che dovremo dargli.
Una tale macchina per quanto complicata, da un punto di vista concettuale rimane ancora immaginabile, quindi di fatto è ancora semplice.
Sappiamo cos'è perché l'abbiamo costruita o l'abbiamo progettata in attesa di poterla costruire.
Quello che invece ignoriamo è cosa sia l'intelligenza umana.
L'unica cosa che sappiamo e' che sia umana, e che l'intelligenza artificiale parimenti lo è.
L'intelligenza artificiale non può considerarsi pericolosa nella misura in cui può sfuggircene il controllo, perché lo stesso vale per l'intelligenza umana.
Possiamo provare ad esorcizzare le nostre paure con la macumba Viatoriana della naturale artificialità  moltiplicata al quadrato. ma la difficoltà  nell'avere pieno controllo dell'I.A. è proprio ciò che la rende simile all'intelligenza umana.
Nella paura della macchina si riflette la paura verso noi stessi guardandoci allo specchio.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#117
L'unica cosa che mi sembra sensato dire e' che l'evoluzione dell'I.A. andrà' in parallelo con l'evoluzione del concetto di I.U. (Intelligenza umana) , perché è un modo di portarla fuori di noi, precisandola, e comunque solo in minima parte, perché estraendola là si snatura.
La sua natura è quella di essere parte integrante di un tutto, mentre l'I.A. sembra aspiri integrarsi a qualcosa di più esteso, a corredo di una nuova coscienza diffusa.
Il processo di conoscenza ci snatura. E dire che gli antichi ci avevano avvertito.
Ma loro come facevano a saperlo?

Cosa avevano sperimentato di così alienante su se stessi?
Magari nulla di speciale, perché basta un nulla per destabilizzarci a noi
A volte basta solo inventarsi un nome evocativo come Intelligenza Artificiale.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Jean

Artificiale e naturale sono definizioni che si possono leggere da sx a destra, viceversa e circolarmente... 

Se  artificiale = prodotto dall'uomo  e  naturale = non prodotto dall'uomo, ne consegue che ogni artificiale produce (se lo può) altri artificiali, analogamente ciò che non è prodotto dall'uomo origina altri  "naturali".

Ma tale semplificazione non da conto del possibile intervento dell'uno (artificiale) sull'altro (naturale) e viceversa, con una varietà di effetti di difficile se non impossibile collocazione.
Ad esempio un raggio cosmico (naturale) può alterare il DNA (naturale) come pure un (artificiale) apparato cibernetico, chip o microcircuito... oppure una A.I. (artificiale) può agire su una cellula, organo... o sul clima (naturale) modificandola.

Col risultato di una commistione che, nel caso fosse reiterata più volte, impedisce ogni (illusoria) classificazione/semplificazione... per dire che il tempo dei "confini", delle nette e (manichee) distinzioni è ormai, volenti o meno, alle spalle. 

Chi assaggi due vini diversi può senz'altro riconoscerli... con due acque la difficoltà aumenta e se le due acque differiscono per percentuali via via minori di sali... solo una MACCHINA (anche in automatico) può discriminarle.

Alla fine dei giochi Deep Blue vincerà sempre e il test di Turing farà cilecca... tutto dipende dalla memoria, quella umana procede linearmente (di quella inconscia non conosciamo le regole per usarla a piacimento, archetipi e psicoanalisi a parte), quella artificiale... non ha limiti se non di supporto ed è sulla strada di procedere quantisticamente.

Iano, che ringrazio per le suggestive riflessioni, ha dedicato per le stesse più di due ore del proprio tempo, dalle 22.39.29 alle 00.33.55... con un differente metro di misura si potrebbe dire due giorni... ma quel che sia, ad un certo punto ha smesso e prima o poi (suppongo) sarà andato a dormire... abbiamo dei limiti che le A.I. non hanno... quando insegneranno loro a dormire, chissà, prima o poi potrebbero ritrovarsi a sognare... e se l'uomo sogna le macchine, esse, cosa sognerebbero?

Les jeux sont fait, rien ne va plus...


Cordialement
Jean

viator

Salve jean. dal tuo punto di vista, e trascurando completamente la direzione dell'entropia, la quale procede inarrestabilmente verso il cosiddetto "disordine" (meglio : "diversificazione") senza mai avere dei contraccolpi o sussulti in retromarcia. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.