Astratto e concreto, le due dimensioni della fisica.

Aperto da iano, 22 Marzo 2023, 13:46:33 PM

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iano

Uno dei motivi per cui non è facile comprendere la matematica è che essa non ha alcun significato.
Non avere alcun significato ha  però un vantaggio, quello di poterne assumerne uno qualunque in ambito applicativo. Ciò significa che la soluzione di un problema teorico può diventare la soluzione di una miriade di problemi concreti, come pure no.
Dipende dall'abilità di chi tenta le applicazioni.
Lo spazio a 4 dimensioni di Einstein non lo ha inventato Einstein. Lui è stato molto abile a trovarne una mirabile applicazione, attribuendo un preciso significato alle 4 dimensioni , passando dal livello teorico a quello concreto, ed è perciò che Einstein, che era pur molte cose, è passato alla storia come fisico.

A volte riteniamo, a causa della difficoltà a comprendere la matematica, che si possa far comprendere meglio un problema matematico illustrandolo con una sua possibile applicazione.
ma mischiando il piano astratto con quello concreto, ''concreta'' diventa la possibilità di fare errori che da questa confusione possono derivare.
Le dimensioni di uno spazio matematico non sono lunghezza, larghezza, spessore, anche se da queste lo spazio matematico ha trovato ispirazione.
Una volta compreso che il concetto di spazio è indipendente da ciò che lo ha ispirato, ciò che lo ha ispirato si riduce a una delle tante possibili applicazione dello spazio, una per ogni set di ''attribuzioni significative'' che potremo  dargli, come ad esempio il significato di tempo, che non era presente come elemento ispiratore, oppure di temperatura, energia etc...dando una dimensione fisica alle dimensioni matematiche.


''Si inizia a capire la matematica quando si comprende  che  non c'è nulla da capire.''
Il significato del gioco degli scacchi non è che si gioca con un cavallo un re e una regina.
Il significato non c'è proprio, anche se il gioco potrebbe essere stato ispirato da un re un cavallo e una regina.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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