Relazione tra arte e scienza

Aperto da HollyFabius, 15 Maggio 2016, 19:38:31 PM

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Lou

#15
Phil aspetta, se puoi e vuoi, che apri a problematiche immense e non sono sicura, se prima non faccio ordine, di poter apportare qualcosa di decente, da una prospettiva filosofica. Il punto é che se la realtá, come prospetti, non vanta uno statuto semantico apriori rispetto alle attivitá umane, non  mi resta - frettolosamente e imprecisa - dichiarare arte, scienza ( e filosofia!) attivitá artistiche.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Phil

Mentre aspetto (volentieri), cerco di spiegarmi meglio: direi che il senso non è nella realtà ma nell'occhio che la guarda; scienza, arte e filosofia sono tre tipi di sguardo (ben differenti, ma talvolta conciliabili) che può essere rivolto a ciò che ci circonda. Non credo che ci sia una dominanza dell'arte, ovvero che filosofia e scienza siano arte, più di quanto l'arte non sia scienza e filosofia; dipende appunto dal tipo di prospettiva che si adotta. 
Soprattutto in ambito scientifico ci sono differenti sfumature di "senso": il senso di studiare un batterio o un vaccino, non è lo stesso senso di risolvere un enigma matematico; il primo caso ha un rapporto "forte" con il reale (e dunque determinate conseguenze "esperibili"), il secondo è quasi una sfida virtuosa all'interno di un linguaggio, quello matematico (ma con conseguenze molto meno "concretizzabili"; così come sono poco concretizzabili molte ipotesi della fisica teorica che presuppongono condizioni estreme, come la velocità della luce...).
Credo che il modo in cui (ci) interroghiamo per cercare un senso, condizioni anticipatamente il tipo di senso che potremmo trovare (la risposta è sempre pre-orientata dalla domanda); per fare un esempio, sicuramente goffo, ma, spero, chiaro: se usiamo lo "sguardo scientifico", un fiume è un insieme di elementi chimici e forme di vita, con una certa quantità d'acqua, che percorre un determinato percorso etc.; se usiamo lo "sguardo artistico", quel fiume può ispirare un dipinto o una poesia; se usiamo lo "sguardo filosofico", quel fiume può rimandarci per allusione a Eraclito, (l'essere vs il divenire etc.), o alla questione, per niente metaforica bensì etico-politica, della gestione delle risorse del pianeta etc. eppure sono sempre "costruzioni semantiche" che, non escludendosi a vicenda, noi (im)poniamo sul fiume, ma che non gli appartengono in quanto fiume (un maestro zen, interrogato sul "senso" del fiume, ci risponderebbe spingendoci in acqua...).

P.s. Alcuni pensatori "postfilosofici", come Rorty, hanno approssimato molto la filosofia alla letteratura, riducendola quasi ad una forma d'arte, ma personalmente non condivido l'accostamento, perché la filosofia ha ancora alcune valenze (dimensione epistemologica, sociologico-politica, religiosa, etc.) che hanno una portata differente rispetto alla dimensione artistico-culturale della letteratura...

HollyFabius

#17
Citazione di: Lou il 20 Maggio 2016, 19:45:10 PM
Eppure che la scienza spiegi i fatti presuppone una assunzione di senso. Io li vedo cosí effimeri i confini tra arte e scienza, un intreccio forse, dove la modellizzazione e razionalizzazione del reale da parte della scienza é  forma d'arte (un tantino demiurgica a dirla tutta - eresia  :-\ ) e dove la sostanza dell'arte é scienza dell'eccedente.

Una differenza fondamentale tra Arte e Scienza è nelle finalità.
La scienza costruisce modelli della realtà per sottoporre a controllo il divenire. Controllare il divenire significa rendere prevedibile il comportamento della realtà ignota. Controllare il divenire, controllare il comportamento della realtà permette di modificarlo e renderlo maggiormente utile agli scopi umani. Il mondo della scienza permette di aumentare la potenza dell'uomo, la tecnica è il mezzo più potente di trasformazione del mondo e di contrastare il destino ultimo dell'umanità, permette di avanzare nel controllo del caso.
L'arte contempla la realtà, il suo occidentale tendere al creare linguaggi descrittivi non ha una finalità immediata di controllo, quanto piuttosto di comprensione empatica ed estatica. L'arte non si pone l'obiettivo del controllo e della trasformazione della realtà, in un certo senso è più vicina alla mitologia.
L'oggetto della scienza è la realtà descrivibile con un modello, la scienza progredisce e cresce con modelli sempre più accurati, con un noto atteggiamento riduzionista, guarda con l'occhio nel binocolo e conosce il tutto dividendolo in parti e descrivendo le relazioni tra le parti.
L'oggetto dell'Arte è la realtà da svelare, progredisce creando linguaggio e non modelli, l'atteggiamento è tendenzialmente olistico, il segno tende a rappresentare immediatamente la realtà.
La scienza nasce dalla mente e poi usa i sensi per dare verità al pensiero, L'arte nasce dai sensi e poi usa la ragione per dare verità al fenomeno.

Lou

#18
Mi sono ricordata di un video molto interessante che mi ero appuntata tempo fa su questo argomento.
https://youtu.be/PMerSm2ToFY
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Cris70

Buonasera a tutti.

Mi presento qui in quanto ho accolto l'invito di Holly, persona che stimo e che leggo con estremo piacere

Ho letto tutto il pregresso
e devo effettivamente ammettere che è stato un piacere leggere anche gli altri utenti.

Sono un collezionista e ingegnere,
entrambe passioni vissute intensamente.
Forse proprio questo connubio rende l'argomento in questione per me molto interessante.

Non vi nascondo però che ultimamente la sera ho la testa veramente stanca. Se mi rilassa leggere, tanto mi pesa a volte scrivere.

Ovviamente interverro',

datemi il tempo x ambientarmi
e di trovare spunti di approfondimento

Dimenticavo che sono un terrone Salentino oramai torinese di adozione. Entrambe (Lecce e Torino) due bellissime città

Ciao Holly e di nuovo buonasera a tutti

HollyFabius

Citazione di: Cris70 il 01 Giugno 2016, 23:29:27 PM
Buonasera a tutti.

Mi presento qui in quanto ho accolto l'invito di Holly, persona che stimo e che leggo con estremo piacere

Ho letto tutto il pregresso
e devo effettivamente ammettere che è stato un piacere leggere anche gli altri utenti.

Sono un collezionista e ingegnere,
entrambe passioni vissute intensamente.
Forse proprio questo connubio rende l'argomento in questione per me molto interessante.

Non vi nascondo però che ultimamente la sera ho la testa veramente stanca. Se mi rilassa leggere, tanto mi pesa a volte scrivere.

Ovviamente interverro',

datemi il tempo x ambientarmi
e di trovare spunti di approfondimento

Dimenticavo che sono un terrone Salentino oramai torinese di adozione. Entrambe (Lecce e Torino) due bellissime città

Ciao Holly e di nuovo buonasera a tutti

Ciao Cris, ben arrivato! ;)

Ivo Nardi

A tutti.
Per favore evitiamo di utilizzare il forum come fosse una chat, grazie
Possiamo dare infinite interpretazioni a un riflesso confuso nell'acqua,
ma l'immagine che dà origine a quel riflesso è soltanto una.

Phil

Vagabondando in rete mi sono imbattuto nella neuroestetica, ovvero lo studio delle attività cerebrali connesse alla creazione e alla fruizione dell'arte.
Sembra che il godimento estetico attivi alcune aree del cervello (mentre "il brutto", altre aree), per cui, ancora una volta, lo studio del cervello demistifica le sensazioni dell'animo/a, immanentizzandole a reazioni neurofisiologiche; "il sublime" è probabilmente solo una combinazione di stimoli neurali.

Inoltre, pare che ci sia un'empatia "a specchio" fra la forma percepita con lo sguardo e la connessa reazione neurologica:
"Ponendo degli osservatori dinanzi all'immagine di uno dei quattro Prigioni di Michelangelo – la famosa scultura "incompleta" dello schiavo detto Atlante [...] è emerso che la risposta empatica è valida anche davanti all'opera d'arte rappresentativa: il cervello ha riprodotto in termini motori il movimento di torsione del busto della statua.
Nel dicembre 2012 [...] l'oggetto preso in esame è stato per la prima volta un quadro informale, uno dei noti "concetti spaziali" di Lucio Fontana, più volgarmente ricordato come il "taglio". Grazie all'ausilio dell'Elettroencefalografia, degli spettatori sono stati stimolati con tale immagine e quanto è emerso è stato incredibile: la percezione di quel tratto di tela squarciato è stata interpretata dal cervello in termini senso-motori ossia di ricostruzione del gesto del pittore." (fonte: http://www.scienze-ricerche.it/?p=3294)

Se anche voi siete digiuni in materia, e volete rompere il ghiaccio con l'argomento, possono giovare queste brevi (e simili) introduzioni 
http://www.neuroestetica.org/contents/ticini-connessioni.pdf
http://www.rotaryrimini.org/wp-content/uploads/sites/20/2014/10/Beatrice-Viti.pdf

Chiaramente di materiale in rete ce n'è molto altro, anche più dettagliato (http://jn.physiology.org/content/91/4/1699.long), magari se ne potrà discutere in seguito...
A proposito, qualcuno di voi ha già familiarizzato con l'argomento?

paul11

Grazie Phil,
anni fa discutendo con un conoscente amante dell'arte, ci eravamo focalizzati su artisti che utilizzavano la sinestesia,
infatti la ritrovo nella neuroestetica. E' interessante anche lo studio fisiologico e funzionale del cervello con interessamento
di varie aree. Sembrerebbe che il giudizio estetico di bellezza sia una sorta di "ricompensa" del cervello.
Un qualcosa di esterno nel mondo, in questo caso opere artistiche, che agiscono stimolando appunto le aree e portandolo a questo 
appagamento.
Non sapevo che Mozarte Kandinsky avessero problemi sinestetici. Kandinsky racconta che mentre ascoltava un 'opera classica, se non ricordo male di Wagner, gli apparivano colori.

Quando si era ragazzi e si ascoltava musica senza un testo, noi ci scrivevamo sopra una poesia.
La capacità dell'arte di riuscire ad evocare e addirittura da una forma artistica suggerirne un'altra

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