Paleoestetica e neuroestetica

Aperto da doxa, 19 Gennaio 2025, 15:28:12 PM

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Se vi state annoiando vi propongo la lettura di due post per addormentarvi tra le braccia di Morfeo, il dio della mitologia greca che prende la forma e le caratteristiche dei sogni.  ;D

Mentre siete nella fase della veglia  sappiate che Michele Cometa, docente  di "Storia della cultura" e "Cultura visuale" nell'Università di Palermo, nel suo recente libro titolato: "Paleoestetica. Alle origini della cultura visuale" (edit. Raffaello Cortina) narra il bisogno dell'homo sapiens di raffigurare immagini fin dall'epoca paleolitica. Sono disegni di animali: bufali, tori, cavalli, rinoceronti, mammut, orsi, uccelli, ecc.. Sembrano fotogrammi di un film.


Arte rupestre nelle grotte di Lascaux, Francia).
 Ormai sono anni che studiosi di discipline diverse (antropologia, psicologia sociale, neuroscienze, paleontologia, biologia, archeologia cognitiva) lavorano insieme  per comprendere le coordinate evolutive della cultura visuale e narrativa. Ciò significa scrivere la storia dell'autocoscienza, l'attività riflessiva del pensiero,  tramite la quale l'io diventa cosciente di sé mediante il processo di introspezione.

(l'io si può considerare la "cabina di regia" della nostra personalità. Secondo la psicoanalisi, l'Io svolge la funzione di mediare tra gli istinti, le esigenze della realtà esterna e le regole della nostra coscienza morale.

Il prof. Cometa dice che prima dei miti ci furono le immagini, il "fare-immagine"  nelle pitture rupestri nelle grotte, o scolpite nelle miniature. Erano una forma di conoscenza attraverso i sensi.

Che i meccanismi cognitivi collegati al "fare immagine" siano stati vantaggiosi per l'homo sapiens è testimoniato dal fatto che quell'estetica è ancora la nostra estetica. Quelle figure nelle grotte di Chauvet (Francia), Altamira (Spagna), Leang Tedongnge (Indonesia), ecc., sono parte del nostro patrimonio visuale. Anche se non sappiamo  che cosa significhino le riconosciamo.

Con quelle rappresentazioni gli antichi umani non facevano solo immagini: "facevano-mente". Le neuroscienze insegnano che la mente non è un viaggio solitario nel nostro cervello ma è un processo relazionale.

Dire che "facendo-immagine" l'homo sapiens ha "fatto-mente" significa riconoscere nell'atto estetico una delle forme originarie e primordiali dall'autocoscienza.



Guardo l'immagine e penso alla meraviglia suscitata negli umani in epoca paleolitica dalla conoscenza e l'utilizzo delle sostanze coloranti presenti in natura.

Gli studiosi affermano che 32 mila anni fa l'uomo era capace di miscelare i pigmenti. Ad esempio,  usavano terre contenenti ossido di ferro dall'Ematite per il rosso, l'ocra e il giallo; terre verdi dalla  Celadonite e Glauconite; il bianco dal gesso o caolino; l'ossido di manganese o il carbone vegetale per il nero. Come leganti usavano sostanze estratte dagli animali oppure dall'olio vegetale. 

La forma più elementare di pittura parietale preistorica è costituita dalle impronte delle mani, ottenute premendo sulla parete rocciosa la mano imbrattata nel colore.



Immagini di mani umane analoghe sono state ritrovate in vari luoghi in Francia come nelle grotte di Pech Merle e, soprattutto, in quelle di Gargas, poco distante da Lourdes. Quest'ultima è una grotta con diverse pareti ricoperte da circa centocinquanta segni di mani umane di diversi colori.

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#1
Neuroestetica:  è un'area di ricerca che  comprende due rami: la neurologia e l'arte.  Coinvolge le scienze cognitive e l'estetica nello studio della produzione e fruizione delle opere d'arte. Esplora i meccanismi cerebrali, psicologici e sociali.



Cosa succede a livello cerebrale quando osserviamo un dipinto ? La risonanza magnetica permette di avere  informazioni sulle zone del cervello che si attivano e  di sapere con quale intensità. Alcuni studi utilizzano tecniche diagnostiche come l'elettroencefalogramma.

Dal punto di vista fisiologico la risposta estetica potrebbe essere una forma specifica dell'attrazione. Infatti  percepire la bellezza ed  essere attratti da un certo tipo di arte è anche una questione culturale.