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Madonna della melagrana

Aperto da doxa, 11 Febbraio 2025, 10:47:39 AM

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doxa

Stamane voglio "cantare" una "Madonna col Bambino e angeli", detta  "Madonna della melagrana", dipinta nel 1487  a tempera su tavola tonda da un pictor rinascimentale, il messere  fiorentino Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, conosciuto col nome d'arte Sandro Botticelli (1445 – 1510).

Il tondo rappresenta la solita tipologia della Madonna col Bambino, commissionata dalla magistratura fiorentina dei "Massai di Camera" per decorare la propria sala delle udienze nel Palazzo  della Signoria (Palazzo Vecchio).
La magistratura dei "Massai di Camera" era un organo amministrativo della Repubblica fiorentina. Tale magistratura fu soppressa nel 1533.
Nel XVII secolo il dipinto entrò a far parte della raccolta del cardinale Leopoldo de' Medici, nel 1780 giunse alla Galleria degli Uffizi.



Maria è al centro della composizione, seduta in trono. Indossa il mantello blu, la tunica di colore rosso scuro,  e copre con un velo i suoi riccioli biondi. Ha il viso ovale e lo sguardo assorto.

Sul grembo tiene il Bambino, che dalla mano sinistra della madre afferra la melagrana, i suoi semi (gli arilli) simboleggiano l'abbondanza e la fecondità.


dettaglio

Attorno a loro ci sono sei angeli. Il loro sguardo è rivolto verso punti diversi.

Osservate i primi due ai lati, sembrano appoggiarsi su di un festone di rose rosse e bianche: l'angelo a destra è raffigurato di profilo, mentre quello a sinistra volge lo sguardo verso lo spettatore e indossa una stola sulla quale ci sono ricamate le parole "Ave Gratia Plena". Entrambi reggono dei lunghi gigli bianchi, simbolo della purezza di Maria.

Dietro di loro si vedono altre due coppie di angeli: in quella di sinistra, uno legge un libro con la mano appoggiata sulla spalla del vicino che ha lo sguardo rivolto verso l'alto, in quella di destra l'angelo con il libro guarda lo spettatore mentre il compagno sembra sussurrare qualcosa al suo orecchio.

In alto si dirama una raggiera luminosa, emanazione della grazia divina.

La lignea cornice intagliata e dorata, nella circonferenza  è ornata con gigli su fondo blu.

sapa

Che artista sublime, Il Botticelli! Grazie doxa

doxa

Ed io ringrazio te Sapa per la tua attenzione ai miei post.

Quello dedicato a Botticelli avrebbe dovuto essere nell'altro topic dedicato alla paleoestetica, come proseguimento del post dedicato alla Grande Madre o Dea Madre Terra.  Per non "mettere troppa carne sul fuoco" ho preferito aprire questo topic.

Nell'altro thread  ho fra l'altro scritto che i reperti e i miti dimostrano che la cultura della Grande Madre della Terra e degli esseri viventi ha permeato gran parte dell'Europa e non solo.

Nel tempo durante gli scavi archeologici sono state rinvenute statuette della dea con attributi simbolici: animali, alberi, frutta, come la melagrana, considerata simbolo sia di fecondità che di morte.

Nel Museo di Paestum (prov. di Salerno) è conservata una statua arcaica, che raffigura la dea Hera nella postura della kourotròfos (= colei che nutre), nella mano destra ha una melagrana.

Hera in trono con la melagrana nella mano destra.

L'albero del melograno evoca il mito greco di Persefone (= Kore), entrata nella mitologia romana col nome di Proserpina. Nelle sculture o pitture è spesso raffigurata con il fiore o il frutto del melograno in mano per simboleggiare la sua funzione di regina nel regno dei morti.

Con l'avvento del cristianesimo nella piana del fiume Sele il culto pagano dedicato ad Hera, dea protettrice pure della vita coniugale, fu sostituito con quello dedicato a Maria Madre di Dio, localmente detta Madonna del Granato (= melagrana) venerata nella  chiesa cattedrale di Capaccio-Paestum. E' raffigurata seduta in trono come Hera, nella mano destra ha un supporto con sopra la melagrana mentre col braccio sinistro sorregge il Bambino.

 
La Madonna del Granato viene festeggiata il 15 agosto, giorno che la Chiesa celebra "Maria madre di Dio, assunta alla gloria celeste in anima e corpo".

Adalberto

 Translator
 
 
scusate, ho dimenticato l'immagine della catacomba di Priscilla,  III sec. dC




Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

doxa

Ciao Adalberto,

conosco la figura considerata la prima immagine mariana col Bambino. E' a Roma nelle catacombe di Priscilla.

Nei precedenti post ho descritto non la prima immagine di Maria col Figlio, ma una  delle numerose tipologie a lei  dedicate: la Madonna della melagrana.

Alla più antica immagine dedicata alla Natività dedicai un post in un topic, non so in quale sezione sia, perciò te lo ripropongo.

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La più antica immagine mariana e della Natività è a Roma, nelle catacombe di Priscilla, in via Salaria.



Affresco del III secolo. E' la più antica rappresentazione della nascita di Gesù E' nella volta di una nicchia, in corrispondenza di un loculo nel cosiddetto "arenario centrale", dove i cristiani scavarono le loro sepolture tra la fine del II e gli inizi del III secolo.
 
 Il piccolo dipinto rappresenta la Vergine con il Bambino e fu eseguito tra il 230 e il 240.
 
 La Madre di Gesù indossa la tunica a maniche corte ed ha il capo velato. E' seduta e tra le braccia ha il Bambino. E' raffigurata mentre allatta il neonato, che sembra voltarsi improvvisamente verso un individuo, che non è San Giuseppe ma un profeta. forse Isaia, o Balaam, oppure Michea. Quello sguardo del Bambino è considerato l'anello di congiunzione del Vecchio Testamento col Nuovo Testamento.
 
 In quegli anni la continuità ed unità tra i due Testamenti nel Cristo era argomento di dialogo fra i cristiani dotti residenti a Roma nella prima metà del III secolo.


 Pretendevano la nascita di Gesù il Messia atteso dagli Ebrei.
 
 Per quanto riguarda il profeta, indossa la tunica exterior e il pallio (mantello quadrangolare). Nella mano sinistra tiene un rotolo di pergamena, con il dito indice della mano destra indica verso l'alto una stella, sopra la testa di Maria.


Nel libro del profeta Isaia ci sono pericopi che furono  interpretate con ardita immaginazione dai cristiani dei primi secoli come riferimenti a Gesù di Nazaret. Per esempio quando Isaia promise ad Acaz (re della Giudea dal 732 a.C. circa al 716 a.C. circa) un segno che il suo oracolo era veritiero. "Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele" (7, 14), in ebraico 'Immanu'el, significa "Dio è con noi". E' il nome con cui il profeta Isaia chiama il futuro Messia, ed è menzionato per la prima volta nella Bibbia (Is 7, 14 e 8, 8, perciò  fu usato dall'evangelista Matteo come appellativo di Gesù: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi" (1, 23).

Alcuni  studiosi sostengono la tesi che il profeta sia Balaam, perché nel suo quarto carme oracolare c'è una frase che la tradizione giudaica ha considerato come annuncio messianico: Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele" (24, 17).

Altri, invece, affermano che sia Michea (VIII sec. a. C., contemporaneo dei profeti Isaia ed Osea) il quale, secondo i cristiani dei primi secoli profetizzò la nascita del Signore a Betlemme: "E tu, Betlemme di Èfrata, / così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, / da te mi uscirà colui / che deve essere il dominatore in Israele; / le sue origini sono dall'antichità, / dai giorni più remoti.

Perciò Dio li metterà in potere altrui /  fino a quando partorirà colei che deve partorire; / e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d'Israele" (Mi 5, 1 – 2).

Forse  questo affresco parietale nell'arenario centrale non allude alla realizzazione della profezia ma solo all'annuncio messianico.



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