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Emanuel Carnevali

Aperto da Jean, 04 Febbraio 2017, 18:49:31 PM

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Jean

"Quella mattina l'alba salì dai fradici selciati cittadini,
era un respiro grigio e ammalato.
Mi ero speso chiedendo alla notte il sonno.
 
Ero a pezzi – soltanto lo spirito del male interamente in me;
c'era una maledizione sulle mie morse sanguinanti labbra.....
e poi.....

Oh, poi giunse il solito vecchio impudente fantasma;
portava i miei sformati e logori calzoni, e non era rasato;
la sua faccia avevo visto nello specchio
sin troppe volte".
 


(dicembre1921)

Emanuel Carnevali 

paul11

Caro Jean 
 è bella, non conoscevo questo poeta.
Mi piace la metafora dell'alba come respiro.

Fharenight

Citazione di: paul11 il 06 Febbraio 2017, 10:40:09 AM
Caro Jean
è bella, non conoscevo questo poeta.
Mi piace la metafora dell'alba come respiro.

Poesia? Ma sapete qual è la differenza tra prosa e poesia?

Jean

Emanuel Carnevali è considerato (non da me che non son critico né posseggo gli strumenti per esercitarne il mestiere) dagli specialisti un poeta (the black poet...http://www.leparoleelecose.it/?p=16305)
pur se i suoi componimenti son, come dici, in prosa (almeno quelli che ho letto, non so per tutti).

Quindi (secondo il loro parere) si può venir riconosciuti poeti pur scrivendo in prosa, così che quanto scrive paul11 è corretto.

Certamente vi son ben definiti criteri di appartenenza per i due generi, alcuno l'ha messo in dubbio (né confuso)... tuttavia se vuoi approfondire il merito ti leggeremo volentieri.


Permettimi una domanda... fuori dagli schemi... che differenza c'è tra l'emozione procurata da una poesia e quella procurata da una prosa?  ::)

Fharenight

#4
La poesia è un genere letterario ben distinto dalla prosa. La poesia è una  forma d'arte, è arte letteraria.
La prosa puó essere espressa con uno stile molto raffinato e suggestivo e trasmettere emozioni, tuttavia uno scritto in prosa può essere considerato,  per il suo stile descrittivo, di tipo poetico, ma non può essere effettivamente definito
poesia.
La differenza tra le emozioni suscitate da una prosa e quelle suscitate dalla poesia è la stessa che c'è tra l'emozione che può provocare uno schizzo o un disegno fatto da qualcuno di noi, seppur bravo in disegno, e quella provocata ammirando un quadro di Caravaggio.
La poesia, insieme alle emozioni, trasmette armonia e musicalità, quindi possiede un potere evocativo e suggestivo piú elevato grazie alla sua particolare forza espressiva estetica oltre che emotiva.

paul11

#5
Non penso, è il personale parere di un non specialista come il sottoscritto,che le categorie prosa e poesia hanno tecniche così distinte come un tempo dove la poesia era aulica, in rima.
La pittura, ma intendo dire l'arte in toto ,ha rotto vecchi schemi .
Forse è più difficile esercitare una critica sulla bellezza.
In Caravaggio è chiara, direi non mediata, in Picasso in Guernica devi interpretarla

La bellezza è qualcosa che ti arriva nel profondo, è la forza dell'arte, è un pugno allo stomaco se posso così dire. Sì, ha il potere di evocare, tocca qualcosa di ancestrale dentro di noi

Quindi, almeno per me è una poesia quella di  Carnevali sono parole prosaiche che costruiscono un'immagine una rappresentazione poetica .Quando la parola da concettuale metaforizza l'immagine ,tocca l'emozione: la prosa diventa poetica.

Nei capitoli finali da poco letti di Fenomenologia dello spirito di Hegel, questi accomuna l'arte alla religione:hanno un comune linguaggio che tocca nel profondo? Il termine religiosità è prossimo alla sacralità e cosa è più sacro nella persona umana che la sua più profonda intimità?
E' il potere dei linguaggi, da quelli formali logici a quelli artistici ;così studiati e analizzati da sfuggirci ancora nonostante tutto, perchè il vero interrogativo siamo noi stessi. Se riuscissimo a scoprirci come intima,recondita   bellezza, forse cambieremmo il mondo

Jean

 (https://it.wikipedia.org/wiki/Ed_%C3%A8_subito_sera)

Ed è subito sera

è una poesia di Salvatore Quasimodo... in versi liberi. 
Come dev'esser catalogata, se prosa o poesia, lo lascio agli specialisti, dei quali mi piace, nel commento su wiki, il seguente passo:

L'ipotesi più accreditata del significato di star solo "sul cuor della terra" attribuisce alle parole il significato di star solo nel momento individuale ed intimo della ricerca del senso dell'esistenza, ovvero di ciò che permette all'uomo di sorpassare la morte.

Talmente evocativo è il componimento di soli tre versi che, con chi  ha voluto partecipare, ne abbiam preso spunto per, liberamente, proseguir su quello con i nostri (non all'altezza, ovviamente) contributi...

http://www.riflessioni.it/logos/riflessioni-sull'arte/poesie-modificate/

... ben in linea con l'intendimento della sezione (argomento) che si prefigge di parlar di

Sensazioni e sentimenti suscitati dalle opere d'arte

e mi pare, pur nel poco prodotto (vista la latitanza dei molti iscritti che entrano ed escono dall'Hotel Logos senza scambiar neppur un saluto... con chi vi si dedica a mantenerlo luogo vivo e non mero archivio...) che noi s'abbia onorato l'ospitalità concessaci.

Peccato non aver proseguito... s'erano manifestati dei veri talenti – amatoriali – che speriamo di ritrovare... Sariputra, Phil, Aniel (ciao), e l'utente verdeidea che non vediamo da un po'...).

Sensazioni e sentimenti, dunque... chissà i vostri... e chissà perché li tenete ben nascosti... ciò che non condividete alla fine lo seppellirete senza che abbia prodotto alcun frutto...
 


 
Ai poeti


"Essenze di ogni bellezza popolare,
violini dalle corde vibranti
lunghe, soffici, delicate armonie –
anche se sfiorati dalle ruvide dita del mondo
anche se sfiorati dalle fredde dita del dolore –
pensate al giorno in cui, dormendo nelle vostre tombe,
sarete svegliati dal tuono delle vostre voci
e dal vento forte e gelido della vostra musica:
poiché nel suolo fertile degli anni
le vostre voci fioriranno mutando in tuono,
la vostra musica muterà in vento che monda e genera".

 



(marzo 1918)

Emanuel Carnevali 

Fharenight

A proposito di poeti, questa poesia di Ald Merini mi piace tantissimo, nelle sue parole rivedo me stessa e i miei pensieri, le mie emozioni quando la notte vengo rapita da fuggenti attimi di ispirazione poetica... E la dedico a voi, a te Jean e a Paul11, dato che nella conversazione avete espresso particolare sensibilità verso la poesia.


I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere iddio
ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

acquario69

#8
Misteriosa ed intrigante e' la notte..

Il giorno e la notte sono come il respiro completo..

Il giorno e' l'es-pirare mentre la notte e' l'in-spirare (interessante l'etimogia di inspirare che coincide con ispirare)
Sono le due fasi del cosmo, e' il ritmo dell'universo (yin e yang)

Dunque la notte e' la dimensione del rientro,dell'ispirazione


https://www.youtube.com/watch?v=RXhlAeAlrKQ

Ma la notte..no!  ;)  

Jean

I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere iddio
ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.



Conosco un po' dell'opera e della vita di Alda Merini e rammento che in un'intervista espresse la convinzione che fossero le difficoltà (eufemismo) della vita a forgiar veri poeti, quelli che han qualcosa da dire per aver vissuto sulla propria pelle la contraddizione, la colpa, l'abuso, il peccato, lo spregio, il torto...  ma naturalmente è una visione parziale, legata – molto – alle estreme vicissitudini della Merini, tuttavia...

 
Di Alda questa è la mia poesia preferita:

 
Il vento, la bora, le navi che vanno via
il sogno di questa notte
e tu
eterno soccorritore
che da dietro le piante onnivore
guardavi in età giovanile
i nostri baci assurdi
alle vecchie cortecce della vita.


Come eravamo innamorati, noi,
laggiù nei manicomi
quando speravamo un giorno
di tornare a fiorire
ma la cosa più inaudita, credi,
è stato quando abbiamo scoperto
che non eravamo mai stati malati.


 
 


L'omo è fatto a strati
Al par de 'na cipolla
Stanno in fondo quelli grati
E talvolta, come bolla
Mo s'arriveno alla cima...
Te pareva tutta scorza
Secca, dura... senza rima...
Se la tocchi se rinforza...
 
Ma una notte vien rapita
E portata in un castello...
Senza porta, senza uscita...
... fai vedè se sei un uccello...
Cento metri stan di sotto
Di quell'unica finestra...
O destin, perché l'hai scritto
D'una tal mossa maldestra..?
 
Ma di notte uno è all'opra...
Mille stelle stan di sopra
Di quell'unica finestra...
Vola  il falco, Zarathustra...
E ti coglie tra su' artigli
Non temer che non è l'ora
Non è tempo di conigli...
Quella bolla noi s'onora
Alfin eccola davanti
Non è tempo di rimpianti...

 
Colgo l'occasione di ringraziarti anche per conto dell'amico paul11 per la gentile dedica.
 

Un caro saluto

Jean