Dipinto 12: "Dal Pedalò" di Patrick Ezechiele

Aperto da PatrickEzechieleArt, 16 Settembre 2017, 18:57:13 PM

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PatrickEzechieleArt



Ciao a tutti cari utenti, vi propongo oggi il mio ultimo quadro come tema di riflessione. E' il ritratto di un momento passato sul pedalò poco distante dalla riva a Lazise, lago di Garda. Un momento in cui raggiunsi la pace dei sensi e desideravo con tutto me stesso non finisse mai.. fumavo il sigaro sul pedalò con 2 miei amici, tutti e 3 condividevamo quel momento speciale. L'avevamo chiamata "la giornata perfetta".. guardavo la spiaggia e pensavo: vorrei il tempo si fermasse qui! E' capitato anche a voi?

Nel caos quotidiano, vorrei vivere momenti come questo molto spesso.. staccare da tutto e sentirsi immersi nella beatitudine :)! Che ne pensate?

Vi riporto di seguito i dati e la descrizione del dipinto:

DAL PEDALO'
Acrilico su tela, 40 x 50 cm, 09/2017

Questa è la mia interpretazione di una foto che ho scattato qualche anno fa a Lazise (comune italiano della provincia di Verona in Veneto, situato sulla sponda orientale del lago di Garda). in quel preciso momento, ero così rilassato da sentirmi a mio agio col mondo, magicamente cullato dalle onde del lago e dal magnifico scenario davanti ai miei occhi.

Mi auguro che il quadro vi piaccia e di aver trasmesso ciò che provavo anche a voi.

Video dimostrativo versione integrale: https://www.youtube.com/watch?v=expWNTsBSMI

Un caro saluto a tutti.
Il vero valore di un'opera, nonché il valore più difficile da stimare, è come quest'opera ci fa sentire quando la guardiamo.

Angelo Cannata

Se sentivi bisogno di fumare, cioè fare del male ai tuoi polmoni, quindi accorciare le tue probabilità di vita, mi viene qualche dubbio riguardo all'effettività della pace di cui parli. Purtroppo noi esseri umani siamo capaci di ritenerci felici e affermarlo davanti a tutti anche mentre facciamo del male a noi stessi. È per questo che io sono sempre scettico quando le persone mi dicono di stare bene o di essere felici. Riguardo a questo, di conseguenza, non ho fiducia neanche in me stesso, neanche quando io mi ritengo felice. Trovo più salutare un cercare, che non sia certo un masochismo, ma almeno non cada ad occhi chiusi in illusioni di felicità mentre sto cadendo in qualche baratro.

D'altra parte, anche il quadro sembrerebbe mostrare cose diverse dalla pace: un spiaggia così affollata di ombrelloni e gommoni non è che ispiri grandi sentimenti di tranquillità. Addirittura, quelle due macchie bianche sull'acqua non sembrano certo schiuma di onde, ma viene il sospetto che si tratti di buste di plastica abbandonate sull'acqua.

Anche la prima impressione che si ricava dal titolo proposto, già prima di guardare il quadro, non è che favorisca molto una sensazione di sensibilità: perché richiamare l'attenzione al pedalò? Cos'ha di così profondo, importante, sensibile, il pedalò, al punto da diventare il titolo del quadro? Uno che sull'acqua pedala non mi dà la sensazione di uno che si lasci prendere dalle sensibilità più profonde per l'ambiente in cui si trova; soprattutto se dà così tanta importanza a questo pedalare da farne il titolo del quadro.

Non dimentico e non mi rimangio i pareri positivi che ho espresso sull'altra tua opera, Re dei colori, che ho voluto ospitare nel mio sito. Secondo me c'è in te una sensibilità, che però è a rischio di perdersi, di sparire, assorbita dalla massificazione, dalla superficialità.

Phil

Propongo alcune osservazioni sulle considerazioni di Angelo sul quadro (e non solo):
Citazione di: Angelo Cannata il 16 Settembre 2017, 21:34:00 PM
Se sentivi bisogno di fumare, cioè fare del male ai tuoi polmoni, quindi accorciare le tue probabilità di vita, mi viene qualche dubbio riguardo all'effettività della pace di cui parli. [...] Trovo più salutare un cercare, che non sia certo un masochismo, ma almeno non cada ad occhi chiusi in illusioni di felicità mentre sto cadendo in qualche baratro.
Al riguardo, se m'è concesso un off topic che non è certo una "pubblicità progresso", distinguerei il fumo della sigaretta da quello del sigaro (di cui parla Patrick). Entrambi non sono certo salutari (ricordo agli eventuali giovani lettori che "il fumo è vietato ai minori", "il fumo uccide", etc.), ma il sigaro (come la pipa) non viene solitamente inspirato fin nei polmoni, ma gustato solo in bocca (non so se Patrick lo usi come una sigaretta, ma scommetterei di no  :) ), per cui appesantisce meno il respiro e appaga di più le papille gustative... la sua durata è inoltre di gran lunga superiore a quella di una sigaretta, per cui si presta ad essere compagno di riflessione molto più fedele e contemplativo (credo che molti di coloro che si siano trovati in compagnia di un sigaro o di una pipa in un momento di quiete silenziosa, di appartato e sereno otium, sappia a quale complice compagnia alludo  ;) ).
D'altronde la nocività insita nel fumo (che non è sempre vissuto come un vizio per chi lo pratica) non fa quasi mai parte dell'esperienza del vissuto: il nostro Patrick, mentre fumava, probabilmente non avvertiva il minimo dolore, né la minima sensazione di danneggiare il proprio corpo, per cui è decisamente plausibile che provasse un autentico senso di pace, fisica e mentale (il che, ripeto, non significa affatto che fumare non faccia male...).

Citazione di: Angelo Cannata il 16 Settembre 2017, 21:34:00 PM
D'altra parte, anche il quadro sembrerebbe mostrare cose diverse dalla pace: un spiaggia così affollata di ombrelloni e gommoni non è che ispiri grandi sentimenti di tranquillità.
Le suggestioni sono soggettive, quindi non intendo affatto contraddirti né tantomeno correggerti (non avrebbe senso!), ma soltanto dire la mia opinione... la pace, per come l'ho percepita, non è sullo sfondo; è in primo piano... sull'acqua... proprio nella distanza, nel distacco che separa il punto di vista dell'osservatore da quella spiaggia affollata (e la percezione dell'efficacia della distanza viene amplificata dalla poca accuratezza con cui sono stati ritratti soggetti e oggetti della spiaggia).
Inoltre, la tonalità di celeste non è né eccessivamente chiara (ovvero emotivamente fredda), né eccessivamente scura (quindi in quel punto del mare non ci sono abissi o gorghi minacciosi), e le onde accennate che lo increspano leggermente coinvolgono suggestivamente l'udito, lasciando immaginare il pacato suono dello sciabordio, che va a sfumare o sovrastare il chiasso della spiaggia affollata.

Citazione di: Angelo Cannata il 16 Settembre 2017, 21:34:00 PM
Anche la prima impressione che si ricava dal titolo proposto, già prima di guardare il quadro, non è che favorisca molto una sensazione di sensibilità: perché richiamare l'attenzione al pedalò? Cos'ha di così profondo, importante, sensibile, il pedalò, al punto da diventare il titolo del quadro? Uno che sull'acqua pedala non mi dà la sensazione di uno che si lasci prendere dalle sensibilità più profonde per l'ambiente in cui si trova; soprattutto se dà così tanta importanza a questo pedalare da farne il titolo del quadro.
Pur ammettendo che il nostro protagonista stesse pedalando (e non è sicuro sia così ;) ), forse è comunque solo una questione di vocabolario e dei preconcetti che abbiamo sul linguaggio evocativo: alcune parole hanno più fascino (per il campo semantico o gli esempi a cui le associamo), mentre altre invece, che solitamente fanno parte della vita quotidiana, sembrano indegne di comunicare emozioni... se al posto di "pedalò", avesse usato "scialuppa" o "pagoda", magari sarebbe risultato un po' più suggestivo (se invece avesse usato "canoa", sarebbe stato decisamente meno poetico).
La conseguenza di questo settoriale filtro linguistico è che se voglio, ad esempio, descrivere la poesia insita dell'intimistico vagabondare in macchina (come esempio di catarsi postmoderna), devo usare con estrema cautela e perizia la parola "auto" o "macchina", mentre se leggiamo una poesia del '700 in cui l'autore parla di un giro a cavallo (ovvero l'equivalente delle auto all'epoca), la trovo un'immagine suggestiva quasi solo a causa della distanza storica (e i cavalli non si sono nemmeno estinti...  ;D ).
Tutto ciò probabilmente perché a scuola ci hanno spesso insegnato che la poesia e l'arte provengono dal passato, che vanno onorate come reliquie, ma non possono essere vissute con pari profondità nella contemporaneità, parlando ad esempio di computer (il corrispettivo dei fascinosi "penna, calamaio e scrittoio" di epoche passate), nonostante il vissuto emotivo-poetico del poeta d'oggi abbia per oggetto magari proprio il computer. I "momenti poetici" oggi accadono infatti fra "macchine", "metropolitane", "computer", etc. e bandire o svalutare queste parole nel vocabolario della poesia attuale, è come se in altre epoche avessero voluto scrivere senza citare gli oggetti della realtà che li circondava.
Forse oggi la poesia è pubblicamente in cattive acque (o almeno ben più torbide di quelle del quadro  ;D ) proprio perché spesso non può usare il "linguaggio del presente"; per cui o resta muta o fa l'antiquaria parafrasando il passato.

Angelo Cannata

Sul fatto che il fumo faccia male, mi sembra che non ci siano discussioni, si può anche osservare che, anche non inspirando dal sigaro, si inspira comunque dall'aria, col naso, e mi sembra abbastanza probabile che chi fuma aspiri comunque col naso parte del fumo che egli stesso diffonde nell'aria.

Non ho dubbi che l'autore abbia provato la pace di cui ha detto; ciò che ho sottoposto a critica è quanto questa pace corrisponda a ciò che emerge dalla situazione del fumare e a quanto emerge dal quadro.

Sono d'accordo sul senso di distanziamento dalla confusione che il quadro evidenzia. Però le onde disegnate sull'acqua non mi sembrano tanto pacifiche e serene.

Riguardo al vocabolario, purtroppo fa parte della storia in cui siamo immersi. Non è certo vietato presentare un'automobile o un pedalò come luoghi di tranquillità, ma per farlo bisogna compiere un'operazione mirata, non ci si può accontentare di appellarsi alla soggettività delle impressioni.

Vorrei aggiungere che un'opera d'arte dovrebbe contenere anche un qualche addentellato con la propria epoca, prendere posizione riguardo a elementi della storia in cui si trova inserito. Qui semmai si potrebbe valorizzare un prendere le distanze dalla storia, indicata dal contesto movimentato della spiaggia, contrapposto alla quiete ottenuta col distanziarsi. In questo caso però mi aspetterei qualcosa che aiuti a percepire il motivo di questo volersi distanziare dalla storia: cosa dire a quelle persone sulla spiaggia? Perché hai voluto prendere le distanze da loro? Solo perché finalmente sei in ferie?

Io non dubito che l'autore abbia provato delle emozioni, un'esperienza interiore, e abbia cercato di comunicarla in un quadro; ma perché essa meriti che vi si faccia un quadro, non può ridursi a ciò che tutti già provano abitualmente e con superficialità: è normalissimo, banalissimo provare un po' di serenità distanziati sull'acqua, sul pedalò; e allora? In questo senso l'artista si viene a trovare a rischio di farsi complice della banalità, del mondo dell'industria e del marketing. In questo senso si potrebbe fare una domanda provocatoria: che differenza c'è tra questo quadro e una qualsiasi pubblicità di qualche prodotto industriale da consumare nelle vacanze al mare, ad esempio una crema protettiva, o un costume da bagno, o un'agenzia viaggi?

Angelo Cannata

Continuando l'osservazione, noto addirittura nel quadro un sintomo di una malattia sociale: mi riferisco a quegli alberi sullo sfondo, allineati a formare una barriera. Cosa c'è oltre quegli alberi? Lo sappiamo tutti: ci sono i problemi della politica, gli immigrati la disoccupazione, lo sfruttamento nel lavoro. Perché c'è quella barriera? Mi viene a risultare che l'al di qua di quegli alberi è il mondo di chi vuole dimenticare, vuole stare spensierato. Allora le cose sono due: o si tratta del dimenticare banale, normale, di chiunque vada in ferie, e allora si tratta, appunto, di banalità; oppure si tratta delle barriere che i ricchi sono soliti costruirsi per non disturbare la loro coscienza con la vista del loro prossimo, e allora è qualcosa di più grave della banalità. A ben vedere, quegli alberi mi sembrano tremare, così come mi sembrano tremare quelle nuvole, apparentemente pacifiche, ma i cui tratti sono molto increspati. Perciò mi sembra addirittura vederci un sintomo di malattia della società di oggi, che vuol far finta di essere serena, mentre in realtà le nuvole e gli alberi tremano di sofferenza.

acquario69

Citazione di: PatrickEzechieleArt il 16 Settembre 2017, 18:57:13 PM
Ciao a tutti cari utenti, vi propongo oggi il mio ultimo quadro come tema di riflessione. E' il ritratto di un momento passato sul pedalò poco distante dalla riva a Lazise, lago di Garda. Un momento in cui raggiunsi la pace dei sensi e desideravo con tutto me stesso non finisse mai.. fumavo il sigaro sul pedalò con 2 miei amici, tutti e 3 condividevamo quel momento speciale. L'avevamo chiamata "la giornata perfetta".. guardavo la spiaggia e pensavo: vorrei il tempo si fermasse qui! E' capitato anche a voi?

Nel caos quotidiano, vorrei vivere momenti come questo molto spesso.. staccare da tutto e sentirsi immersi nella beatitudine :)! Che ne pensate?

Vi riporto di seguito i dati e la descrizione del dipinto:

DAL PEDALO'
Acrilico su tela, 40 x 50 cm, 09/2017

Questa è la mia interpretazione di una foto che ho scattato qualche anno fa a Lazise (comune italiano della provincia di Verona in Veneto, situato sulla sponda orientale del lago di Garda). in quel preciso momento, ero così rilassato da sentirmi a mio agio col mondo, magicamente cullato dalle onde del lago e dal magnifico scenario davanti ai miei occhi.

Mi auguro che il quadro vi piaccia e di aver trasmesso ciò che provavo anche a voi.

Video dimostrativo versione integrale: https://www.youtube.com/watch?v=expWNTsBSMI

Un caro saluto a tutti.

Bellissimo!

appena l'ho guardato la primissima cosa che mi ha trasmesso e' stato il movimento delle onde e mi pareva pure di sentirle, tipico di chi sta al largo e i rumori intorno si fanno più distanti ma nitidi allo stesso tempo..una bellissima sensazione che dona calma e pace e che provo sempre in quella circostanza.

E poi il quadro mi ha fatto tornare alla mente un episodio bellissimo che mi capito' a Malta nell'agosto 1992. (Malta l'ho trovata stupenda..boh chissà ora!!  ::)  )
in questa vacanza ero con un amico, quella mattina avevamo comprato un piccolo gommone gonfiabile.
cosi quando abbiamo trovato una spiaggetta,lui e' rimasto a prendere il sole io invece ho preso questo gommone e mi sono avventurato a largo.
A un certo punto sento un rumore, il gommone avrebbe come urtato qualcosa..strano perché intorno non avevo visto niente, poi spunta fuori dall'acqua una ragazza...mi avvicino, un po sorpreso cerco di prenderla con la mano, lei si aggrappa al gommone...i visi a un certo punto inevitabilmente si avvicinano tantissimo..e scatta il bacio...fu un exploit di sensazioni ed emozioni, tutte concentrate in quel preciso momento e in quella precisa situazione davvero speciale

Sariputra

#6
Citazione di: acquario69 il 17 Settembre 2017, 03:31:18 AM
Citazione di: PatrickEzechieleArt il 16 Settembre 2017, 18:57:13 PMCiao a tutti cari utenti, vi propongo oggi il mio ultimo quadro come tema di riflessione. E' il ritratto di un momento passato sul pedalò poco distante dalla riva a Lazise, lago di Garda. Un momento in cui raggiunsi la pace dei sensi e desideravo con tutto me stesso non finisse mai.. fumavo il sigaro sul pedalò con 2 miei amici, tutti e 3 condividevamo quel momento speciale. L'avevamo chiamata "la giornata perfetta".. guardavo la spiaggia e pensavo: vorrei il tempo si fermasse qui! E' capitato anche a voi? Nel caos quotidiano, vorrei vivere momenti come questo molto spesso.. staccare da tutto e sentirsi immersi nella beatitudine :)! Che ne pensate? Vi riporto di seguito i dati e la descrizione del dipinto: DAL PEDALO' Acrilico su tela, 40 x 50 cm, 09/2017 Questa è la mia interpretazione di una foto che ho scattato qualche anno fa a Lazise (comune italiano della provincia di Verona in Veneto, situato sulla sponda orientale del lago di Garda). in quel preciso momento, ero così rilassato da sentirmi a mio agio col mondo, magicamente cullato dalle onde del lago e dal magnifico scenario davanti ai miei occhi. Mi auguro che il quadro vi piaccia e di aver trasmesso ciò che provavo anche a voi. Video dimostrativo versione integrale: https://www.youtube.com/watch?v=expWNTsBSMI Un caro saluto a tutti.
Bellissimo! appena l'ho guardato la primissima cosa che mi ha trasmesso e' stato il movimento delle onde e mi pareva pure di sentirle, tipico di chi sta al largo e i rumori intorno si fanno più distanti ma nitidi allo stesso tempo..una bellissima sensazione che dona calma e pace e che provo sempre in quella circostanza. E poi il quadro mi ha fatto tornare alla mente un episodio bellissimo che mi capito' a Malta nell'agosto 1992. (Malta l'ho trovata stupenda..boh chissà ora!! ::) ) in questa vacanza ero con un amico, quella mattina avevamo comprato un piccolo gommone gonfiabile. cosi quando abbiamo trovato una spiaggetta,lui e' rimasto a prendere il sole io invece ho preso questo gommone e mi sono avventurato a largo. A un certo punto sento un rumore, il gommone avrebbe come urtato qualcosa..strano perché intorno non avevo visto niente, poi spunta fuori dall'acqua una ragazza...mi avvicino, un po sorpreso cerco di prenderla con la mano, lei si aggrappa al gommone...i visi a un certo punto inevitabilmente si avvicinano tantissimo..e scatta il bacio...fu un exploit di sensazioni ed emozioni, tutte concentrate in quel preciso momento e in quella precisa situazione davvero speciale

Sicuro che non si trattasse di una sirena?...Vedi l'effetto che provoca il fumare strani "sigari" sui gommoni?... :o


Patrick, questo mi sembra il lavoro migliore tra quelli che hai postato fin qui sul forum. L'acqua del lago è paricolarmente viva e c'è un'armonia della pennellata complessiva che, per esempio, in parte mancava nel precedente ( contrasto tra la "durezza" delle nuvole e le rotondità del primo piano...). Ha un vago sapore impressionista, con la predominanza del tentativo di afferrare la luce che crea le sfumature d'azzurro. Dimmi se sbaglio...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Apeiron

Ritengo che l'interpretazione di @Angelo Cannata sia plausibile e in genere anche io trovo difficile parlare di "pace" in questo contesto. Ma sinceramente alla fine l'interpretazione delle opere d'arte è qualcosa di molto soggettivo come del resto ho scritto qui https://www.riflessioni.it/logos/riflessioni-sull'arte/cos'e-per-voi-l'arte/. Soggettivo ma che cerca (paradossalmente) l'oggettività (o forse l'nter-soggettività) perchè vuole "eternalizzare" il momento in cui Patrick si è sentito in quelle "condizioni". Il rischio di razionalizzare troppo le opere d'arte è proprio quello di "mettere il nostro punto di vista" sull'opera come quello "giusto", cosa che può essere falso anche se il nostro punto vista è "plausibile".



P.S. Patrick alcuni tuoi quadri li ritengo molto belli ;)  non commento i tuoi argomenti perchè non sono un esperto di pittura e i miei commenti si limitano a dire "molto bello, mi ispira "pace"" o "mi ispira terrore" ecc. A me questo quadro mi da l'idea della fuga dal caos delle spiagge di Lazise, ossia una fuga nelle "calme" acque del Benaco (altro nome del Garda). Anche a me quindi non da completamente un senso di pace. Ma ognuno è "ispirato" a modo suo...
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

PatrickEzechieleArt

Citazione di: Angelo Cannata il 16 Settembre 2017, 21:34:00 PM
Se sentivi bisogno di fumare, cioè fare del male ai tuoi polmoni, quindi accorciare le tue probabilità di vita, mi viene qualche dubbio riguardo all'effettività della pace di cui parli. Purtroppo noi esseri umani siamo capaci di ritenerci felici e affermarlo davanti a tutti anche mentre facciamo del male a noi stessi. È per questo che io sono sempre scettico quando le persone mi dicono di stare bene o di essere felici. Riguardo a questo, di conseguenza, non ho fiducia neanche in me stesso, neanche quando io mi ritengo felice. Trovo più salutare un cercare, che non sia certo un masochismo, ma almeno non cada ad occhi chiusi in illusioni di felicità mentre sto cadendo in qualche baratro.

D'altra parte, anche il quadro sembrerebbe mostrare cose diverse dalla pace: un spiaggia così affollata di ombrelloni e gommoni non è che ispiri grandi sentimenti di tranquillità. Addirittura, quelle due macchie bianche sull'acqua non sembrano certo schiuma di onde, ma viene il sospetto che si tratti di buste di plastica abbandonate sull'acqua.

Anche la prima impressione che si ricava dal titolo proposto, già prima di guardare il quadro, non è che favorisca molto una sensazione di sensibilità: perché richiamare l'attenzione al pedalò? Cos'ha di così profondo, importante, sensibile, il pedalò, al punto da diventare il titolo del quadro? Uno che sull'acqua pedala non mi dà la sensazione di uno che si lasci prendere dalle sensibilità più profonde per l'ambiente in cui si trova; soprattutto se dà così tanta importanza a questo pedalare da farne il titolo del quadro.

Non dimentico e non mi rimangio i pareri positivi che ho espresso sull'altra tua opera, Re dei colori, che ho voluto ospitare nel mio sito. Secondo me c'è in te una sensibilità, che però è a rischio di perdersi, di sparire, assorbita dalla massificazione, dalla superficialità.

Ciao Angelo e grazie per il tuo commento! Beh devi sapere che io non fumo, da quella volta (cioè circa 10 anni fa) penso di aver fumato in compagnia altri 2 sigari.. che come dice Phil, non vengono aspirati ma il fumo viene trattenuto in bocca qualche istante e buttato fuori, vengono gustati insomma.. essendo un po' via dalla riva c'era un bel venticello che potrava via gran parte del fumo passivo.. quindi secondo me (ovviamente deve piacere) era un buon momento per farlo. Il sigaro è come un mezzo di riflessione, non so spiegare, nonostante io ne fumi circa 3 ogni decennio.

Altra cosa, sul pedalò ero beatamente seduto sul retro, i miei amici seduti davanti senza pedalare in quel momento, ci davamo il cambio sia per il retro sia per il sigaro.. con tutta la calma possibile :) . E poi il pedalò, perchè da fermo provoca dei suoni mentre si fa portare dalle onde che mi rilassano, mi ricordano addirittura qualche suono sentito al mare vicino al porto.. e poi appunto ti permette di andare quasi ovunque e anche di appollaiarti per un po' dove ti pare e piace.. spettacolo.

Ah, quelle che a te sembrano buste di plastica, sono delle boe.. ma è interessante la tua interpretazione! grazie ancora.

Citazione di: Phil il 16 Settembre 2017, 23:12:18 PMAl riguardo, se m'è concesso un off topic che non è certo una "pubblicità progresso", distinguerei il fumo della sigaretta da quello del sigaro (di cui parla Patrick). Entrambi non sono certo salutari (ricordo agli eventuali giovani lettori che "il fumo è vietato ai minori", "il fumo uccide", etc.), ma il sigaro (come la pipa) non viene solitamente inspirato fin nei polmoni, ma gustato solo in bocca (non so se Patrick lo usi come una sigaretta, ma scommetterei di no :) ), per cui appesantisce meno il respiro e appaga di più le papille gustative... la sua durata è inoltre di gran lunga superiore a quella di una sigaretta, per cui si presta ad essere compagno di riflessione molto più fedele e contemplativo (credo che molti di coloro che si siano trovati in compagnia di un sigaro o di una pipa in un momento di quiete silenziosa, di appartato e sereno otium, sappia a quale complice compagnia alludo ;) ). D'altronde la nocività insita nel fumo (che non è sempre vissuto come un vizio per chi lo pratica) non fa quasi mai parte dell'esperienza del vissuto: il nostro Patrick, mentre fumava, probabilmente non avvertiva il minimo dolore, né la minima sensazione di danneggiare il proprio corpo, per cui è decisamente plausibile che provasse un autentico senso di pace, fisica e mentale (il che, ripeto, non significa affatto che fumare non faccia male...).

Citazione di: Angelo Cannata il 16 Settembre 2017, 21:34:00 PMD'altra parte, anche il quadro sembrerebbe mostrare cose diverse dalla pace: un spiaggia così affollata di ombrelloni e gommoni non è che ispiri grandi sentimenti di tranquillità.
Le suggestioni sono soggettive, quindi non intendo affatto contraddirti né tantomeno correggerti (non avrebbe senso!), ma soltanto dire la mia opinione... la pace, per come l'ho percepita, non è sullo sfondo; è in primo piano... sull'acqua... proprio nella distanza, nel distacco che separa il punto di vista dell'osservatore da quella spiaggia affollata (e la percezione dell'efficacia della distanza viene amplificata dalla poca accuratezza con cui sono stati ritratti soggetti e oggetti della spiaggia). Inoltre, la tonalità di celeste non è né eccessivamente chiara (ovvero emotivamente fredda), né eccessivamente scura (quindi in quel punto del mare non ci sono abissi o gorghi minacciosi), e le onde accennate che lo increspano leggermente coinvolgono suggestivamente l'udito, lasciando immaginare il pacato suono dello sciabordio, che va a sfumare o sovrastare il chiasso della spiaggia affollata.

Pur ammettendo che il nostro protagonista stesse pedalando (e non è sicuro sia così ;) ), forse è comunque solo una questione di vocabolario e dei preconcetti che abbiamo sul linguaggio evocativo: alcune parole hanno più fascino (per il campo semantico o gli esempi a cui le associamo), mentre altre invece, che solitamente fanno parte della vita quotidiana, sembrano indegne di comunicare emozioni... se al posto di "pedalò", avesse usato "scialuppa" o "pagoda", magari sarebbe risultato un po' più suggestivo (se invece avesse usato "canoa", sarebbe stato decisamente meno poetico). La conseguenza di questo settoriale filtro linguistico è che se voglio, ad esempio, descrivere la poesia insita dell'intimistico vagabondare in macchina (come esempio di catarsi postmoderna), devo usare con estrema cautela e perizia la parola "auto" o "macchina", mentre se leggiamo una poesia del '700 in cui l'autore parla di un giro a cavallo (ovvero l'equivalente delle auto all'epoca), la trovo un'immagine suggestiva quasi solo a causa della distanza storica (e i cavalli non si sono nemmeno estinti... ;D ). Tutto ciò probabilmente perché a scuola ci hanno spesso insegnato che la poesia e l'arte provengono dal passato, che vanno onorate come reliquie, ma non possono essere vissute con pari profondità nella contemporaneità, parlando ad esempio di computer (il corrispettivo dei fascinosi "penna, calamaio e scrittoio" di epoche passate), nonostante il vissuto emotivo-poetico del poeta d'oggi abbia per oggetto magari proprio il computer. I "momenti poetici" oggi accadono infatti fra "macchine", "metropolitane", "computer", etc. e bandire o svalutare queste parole nel vocabolario della poesia attuale, è come se in altre epoche avessero voluto scrivere senza citare gli oggetti della realtà che li circondava. Forse oggi la poesia è pubblicamente in cattive acque (o almeno ben più torbide di quelle del quadro ;D ) proprio perché spesso non può usare il "linguaggio del presente"; per cui o resta muta o fa l'antiquaria parafrasando il passato.

Caro Phil ci hai preso in pieno su tutto! Grazie del tuo commento.. è come se hai inteso molto bene come mi sentivo, come vivevo il sigaro in quel momento, che sul pedalò eravamo fermi a farci coccolare dalle onde.. con il suono dell'acqua che muoveva dolcemente il pedalò. E tra l'altro, volevo essere li con questi 2 miei amici che condividevano tutto di quel momento.. ci scambiavamo il retro del pedalò. Tutto aveva un suo fascino, anche stare davanti guardando l'immensità del lago, ma il retro dove potevo vedere la spiaggia allontanarsi era una tentazione a riflettere.. su come qualche pedalata ci aveva allontanato dal chiasso (es: quando sono in città, qualche pedalata in bici e mi ritrovo in bei posti) e pensavo che potrei farlo di più nella vita di tutti i giorni, pensare di più a me stesso.. entrare in contatto con la natura e sentire i problemi ben distanti, sempre più piccoli, dando più importanza alla mia persona.

Grazie del tuo commento!

Citazione di: Angelo Cannata il 17 Settembre 2017, 00:06:05 AMContinuando l'osservazione, noto addirittura nel quadro un sintomo di una malattia sociale: mi riferisco a quegli alberi sullo sfondo, allineati a formare una barriera. Cosa c'è oltre quegli alberi? Lo sappiamo tutti: ci sono i problemi della politica, gli immigrati la disoccupazione, lo sfruttamento nel lavoro. Perché c'è quella barriera? Mi viene a risultare che l'al di qua di quegli alberi è il mondo di chi vuole dimenticare, vuole stare spensierato. Allora le cose sono due: o si tratta del dimenticare banale, normale, di chiunque vada in ferie, e allora si tratta, appunto, di banalità; oppure si tratta delle barriere che i ricchi sono soliti costruirsi per non disturbare la loro coscienza con la vista del loro prossimo, e allora è qualcosa di più grave della banalità. A ben vedere, quegli alberi mi sembrano tremare, così come mi sembrano tremare quelle nuvole, apparentemente pacifiche, ma i cui tratti sono molto increspati. Perciò mi sembra addirittura vederci un sintomo di malattia della società di oggi, che vuol far finta di essere serena, mentre in realtà le nuvole e gli alberi tremano di sofferenza.

Per questo post e quello precedente, ti rispondo caro Angelo che come ho detto a Phil, questa visione distante delle cose era una tentazione a riflettere su come nel quotidiano sia importante scostarsi dal chaos con qualche pedalata (a Bolzano si usa molto la bici, è piena di ciclabili). La visione della parte frontale del pedalò era molto bella ma non l'avrei dipinta, perchè questo dipinto mi ricorda in un certo senso, che è importante organizzarsi qualche momento per se stessi e per spostarsi basta pedalare un po', senza prendere treni o aerei, andare in villaggi turistici etc. Infatti era una toccata e fuga, di solo una giornata :). Al di la degli alberi in realtà c'era molta distanza prima del chaos (per come lo intendo io, cioè da dove vivo) ma può esserci ciò che vuoi.. tu decidi! ciao a presto

Citazione di: acquario69 il 17 Settembre 2017, 03:31:18 AMBellissimo! appena l'ho guardato la primissima cosa che mi ha trasmesso e' stato il movimento delle onde e mi pareva pure di sentirle, tipico di chi sta al largo e i rumori intorno si fanno più distanti ma nitidi allo stesso tempo..una bellissima sensazione che dona calma e pace e che provo sempre in quella circostanza. E poi il quadro mi ha fatto tornare alla mente un episodio bellissimo che mi capito' a Malta nell'agosto 1992. (Malta l'ho trovata stupenda..boh chissà ora!! ::) ) in questa vacanza ero con un amico, quella mattina avevamo comprato un piccolo gommone gonfiabile. cosi quando abbiamo trovato una spiaggetta,lui e' rimasto a prendere il sole io invece ho preso questo gommone e mi sono avventurato a largo. A un certo punto sento un rumore, il gommone avrebbe come urtato qualcosa..strano perché intorno non avevo visto niente, poi spunta fuori dall'acqua una ragazza...mi avvicino, un po sorpreso cerco di prenderla con la mano, lei si aggrappa al gommone...i visi a un certo punto inevitabilmente si avvicinano tantissimo..e scatta il bacio...fu un exploit di sensazioni ed emozioni, tutte concentrate in quel preciso momento e in quella precisa situazione davvero speciale

Wow, beh intanto grazie per il tuo commento Acquario, ma devo dire che hai fatto un'esperienza forte, prima hai urtato una ragazza col gommone e di riflesso scatta il bacio.. ammazza che fortuna! :D
Comunque hai tradotto in parole quello che sentivo, grandioso! ma tu decisamente hai avuto un'altro super momento..

Citazione di: Sariputra il 17 Settembre 2017, 08:15:02 AMSicuro che non si trattasse di una sirena?...Vedi l'effetto che provoca il fumare strani "sigari" sui gommoni?... :o Patrick, questo mi sembra il lavoro migliore tra quelli che hai postato fin qui sul forum. L'acqua del lago è paricolarmente viva e c'è un'armonia della pennellata complessiva che, per esempio, in parte mancava nel precedente ( contrasto tra la "durezza" delle nuvole e le rotondità del primo piano...). Ha un vago sapore impressionista, con la predominanza del tentativo di afferrare la luce che crea le sfumature d'azzurro. Dimmi se sbaglio...

Grazie Sariputra, condivido ciò che hai detto. Riguardo al vago sapore impressionista, stò cercando la "mia pennellata" in ogni quadro, e seguo dei pittori impressionisti su YouTube, attraverso i quali traggo ispirazione per sbloccare il pennello e sentirmi più libero. In questo quadro in parte l'ho percepito, ma la strada è ancora lunga :D grazie ancora del tuo bel commento! un caro saluto

Citazione di: Apeiron il 17 Settembre 2017, 10:04:27 AMRitengo che l'interpretazione di @Angelo Cannata sia plausibile e in genere anche io trovo difficile parlare di "pace" in questo contesto. Ma sinceramente alla fine l'interpretazione delle opere d'arte è qualcosa di molto soggettivo come del resto ho scritto qui https://www.riflessioni.it/logos/riflessioni-sull'arte/cos'e-per-voi-l'arte/. Soggettivo ma che cerca (paradossalmente) l'oggettività (o forse l'nter-soggettività) perchè vuole "eternalizzare" il momento in cui Patrick si è sentito in quelle "condizioni". Il rischio di razionalizzare troppo le opere d'arte è proprio quello di "mettere il nostro punto di vista" sull'opera come quello "giusto", cosa che può essere falso anche se il nostro punto vista è "plausibile". P.S. Patrick alcuni tuoi quadri li ritengo molto belli ;) non commento i tuoi argomenti perchè non sono un esperto di pittura e i miei commenti si limitano a dire "molto bello, mi ispira "pace"" o "mi ispira terrore" ecc. A me questo quadro mi da l'idea della fuga dal caos delle spiagge di Lazise, ossia una fuga nelle "calme" acque del Benaco (altro nome del Garda). Anche a me quindi non da completamente un senso di pace. Ma ognuno è "ispirato" a modo suo...

Ciao Aperion e grazie, sono contento che il mio quadro susciti un qualsiasi tipo di sensazione! per esempio, mio zio scrive poesie e molte non le condivido e mi viene addirittura da dirgli qualcosa.. ma quello che conta è ciò che tu provi al guardare, leggere qualcosa... conta quello che stai provando e dato che la soluzione dei problemi sta nei problemi stessi, lavora su ciò che senti! è quello che conta! :D
Per questo sono contento anche se qualcuno mi dice che il mio quadro è triste, suscita ansia, è un pasticcio (non parlo di questo quadro, ma in generale ho anche ricevuto commenti simili negli anni).

Grazie ancora!
Il vero valore di un'opera, nonché il valore più difficile da stimare, è come quest'opera ci fa sentire quando la guardiamo.

Jean

Mi piace il tuo modo d'applicarti nella pittura, condividendo il tuo lavoro e cercando il confronto, non è da tutti (non che sia meglio o peggio, a ognuno il suo).

Ma c'è arte e arte e nello specifico (di questo quadro) ciò che più m'ha toccato... è l'arte nel risponder ai commenti... ho apprezzato il tuo modo "inclusivo" e non saprei far di meglio.

Qual che sia il motivo d'uno scambio (qui d'opinioni) quel che alla fine rimane (per me) è la sensazione d'aver trascorso qualche minuto in (buona) compagnia... e di questi tempi non è poco...


Un cordiale saluto
Jean

PatrickEzechieleArt

Citazione di: Jean il 17 Settembre 2017, 18:44:23 PM
Mi piace il tuo modo d'applicarti nella pittura, condividendo il tuo lavoro e cercando il confronto, non è da tutti (non che sia meglio o peggio, a ognuno il suo).

Ma c'è arte e arte e nello specifico (di questo quadro) ciò che più m'ha toccato... è l'arte nel risponder ai commenti... ho apprezzato il tuo modo "inclusivo" e non saprei far di meglio.

Qual che sia il motivo d'uno scambio (qui d'opinioni) quel che alla fine rimane (per me) è la sensazione d'aver trascorso qualche minuto in (buona) compagnia... e di questi tempi non è poco...


Un cordiale saluto
Jean

Ma certo che sapresti far di meglio, non ci vuole molto.. non sono uno di molte parole, uno dei motivi per cui ho aperto il blog e mi sono iscritto al forum.. così imparo a tirar fuori le parole. Sono contento e condivido il tuo pensiero, ho passato un bel momento leggendo le parole di tutti, e credo ce ne saranno molti altri! Di te Jean, ho notato che tu oltrepassi le barriere, cerchi nel profondo e lo trovi ciò che cerchi, e non sempre ha un senso ma tu lo accetti comunque.. e questa si che è arte!! grande!!! mia personale impressione :) . ciao un saluto anche a te e grazie ancora, alla prossima!
Il vero valore di un'opera, nonché il valore più difficile da stimare, è come quest'opera ci fa sentire quando la guardiamo.

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