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Autunno

Aperto da doxa, 30 Settembre 2022, 20:09:12 PM

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Finalmente l'autunno... dopo l'afosa estate !


Nicolas Fouché, la dea Pomona, 1700 circa, Museo di Belle Arti di Budapest

Per gli antichi romani la  dea della frutta era Pomona,  la "patrona pomorum",  signora dei frutti, degli alberi di ulivo e dei vigneti.

Il nome di questa dea deriva da pomum (= frutto).

Nell'iconografia la dea è rappresentata  come una donna  di bassa statura con una falce nella mano destra.  Ovidio nelle "Metamorfosi" dice che era socievole e trascorreva molto tempo nelle campagne e nei giardini per osservare gli alberi da frutto o facendo innesti.

Al culto della dea era preposto il flamine "pomonale": il flàmine ( in latino  flamen), era il sacerdote preposto al culto di una specifica divinità, della quale celebrava il rito.

Pomona era considerata importante dagli agricoltori che attendevano la maturazione dei frutti.

In epoca rinascimentale fu raffigurata in numerosi dipinti e sculture come una donna giovane, spesso circondata da frutti e da fiori.

Il Pontormo la rappresentò in affresco  nel 1521  nella Villa Medici di Poggio a Caiano,   mentre Luca Giordano la raffigurò nel 1683  a Firenze nel Palazzo Medici-Riccardi.   

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"Come d'autunno si levan le foglie
l'una appresso dell'altra, fin che 'l ramo
vede alla terra tutte le sue spoglie,
similmente il mal seme d'Adamo
gittansi di quel lito ad una ad una,
per cenni come augel per suo richiamo.

Così sen vanno su per l'onda bruna,
e avanti che sien di là discese,
anche di qua nuova schiera s'auna".
(Dante Alighieri, Commedia, Inferno, Canto III, 112 – 120).

Parafrasi: Come in autunno cadono le foglie, una dopo l'altra, fin quando il ramo vede per terra tutte le sue spoglie, similmente i malvagi discendenti di Adamo si gettano da quella riva [sulla barca] una ad una, ai cenni [di Caronte] come un uccello quando sente il suo richiamo. Così se ne vanno sul fiume cupo, e prima che siano discese sull'altra riva, già di qua una nuova schiera si raduna.



 Gustave Doré, illustrazione del Canto III dell'Inferno, incisione.

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E' cominciata la caduta delle foglie da alberi e piante. Ma è anche tempo di vendemmia, poi di raccolta delle olive e delle castagne.

Nelle fredde sere d'autunno  è piacevole bere un calice di vino rosso e  mangiare le calde castagne arrostite nella loro padella in ferro bucherellata.




Giosue Carducci: "San Martino"

 La nebbia a gl'irti colli
 Piovigginando sale,
 E sotto il maestrale
 Urla e biancheggia il mar;
 Ma per le vie del borgo
 Dal ribollir de' tini
 Va l'aspro odor de i vini
 L'anime a rallegrar.
 
 Gira su' ceppi accesi
 Lo spiedo scoppiettando:
 Sta il cacciator fischiando
 Su l'uscio a rimirar
 Tra le rossastre nubi
 Stormi d'uccelli neri,
 Com'esuli pensieri,
 Nel vespero migrar.



La raccolta delle olive  chiude il loro ciclo di vita  sugli alberi  e inizia la loro lavorazione nel frantoio che le trasforma in olio.
 








 


Zucche, ortaggio tipico dell'autunno.

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Walt Whitman: "L'autunno"

Ecco è l'autunno.
 D'un verde più cupo, più gialli e più rossi,
 gli alberi rendono freschi e dolci i villaggi dell'Ohio,
 con le foglie che tremolano a un mite vento,
 le mele pendono mature nei frutteti,
 pendono i grappoli dai pergolati
 (avverti l'aroma dei grappoli sui tralci?
 Senti l'odore del grano saraceno, dove testé ronzavano, le api?).


 Su tutto s'apre il cielo,
 così limpido e calmo dopo la pioggia, e con mirabili nubi;
 anche al disotto è tutto calmo, pieno di vita, bello;
 il podere è in fiore.

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"La foglia morta"

Gemè la foglia: Ramo natio
per sempre addio!
Il vento gelido lontan mi porta
son cosa morta!

Ma il sole fulgido la carezzò
la consolò.
Disse: nel mondo tutto si muta
non sei perduta!
Forse sarai fiore gentile
nel dolce aprile".

Al suo destin la foglia andava
e un fior sognava.


(Arpalice Cuman Pertile)