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Arte moderna?

Aperto da stelle dell'auriga, 27 Giugno 2017, 18:54:08 PM

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maral

#60
Citazione di: HollyFabius il 05 Luglio 2017, 09:59:11 AM
Vi è una profonda differenza tra la tela tagliata da Fontana e la tela che possiamo tagliare noi.
Fontana, con il suo taglio, ha rappresentato il primo superamento concettuale della bidimensionalità della tela, la tela ha perso la sua verginità. Noi non possiamo operare questo primo superamento, così come non possiamo scoprire l'elettricità, il motore a quattro tempi o il teorema di Pitagora: ciò è già stato fatto.
Anche Duchamp ha operato un superamento concettuale, ha mostrato per primo come l'Arte possa rendersi evocativa anche con oggetti di uso comune. Le implicazioni di questo superamento sono enormi e ancora oggi non è chiaro dove porteranno.
Tutto giusto, ma pur tuttavia non mi convince. Il fatto che il primo taglio di una tela stia a indicare il superamento concettuale della bidimensionalità della tela o che per una prima volta un orinatoio, come un qualsiasi altro oggetto comune possa più o meno provocatoriamente essere assunto come arte, non basta. Non basta questa spiegazione di primogenitura o di idea primigenia. A meno di non prestabilire su un piano del tutto arbitrario che qualsiasi idea primigenia applicata a un gesto comune o a un manufatto comune è arte perché per la prima volta qualcuno lo ha inteso potenzialmente tale (magari caricandolo a bella posta di tutta la provocazione necessaria). Non basta, come non basta dire che è arte quella  rappresentazione pittorica che segue le regole della sezione aurea o della corretta prospettiva, nemmeno se c'è l'esperto, il critico che ha studiato storia dell'arte e ce lo spiega.
In tal senso credo che davvero sia molto più artistico prendere quattro listelli colorati per incorniciare un pezzo di muro bianco senza preoccuparsi di essere i primi o gli ultimi a farlo, anzi ripetendo all'infinito quel gesto, perché ogni volta quel pezzo di muro incorniciato sarà diverso e nuovo, quindi ogni centimetro di muro esige la sua valorizzazione artistica, la sua ripetuta incorniciatura.
Così come ogni taglio dovrà essere ripetuto su ogni tela per apparire in tutta la sua irripetibile e sublime novità sempre riprodotta.
Qui sta lo spaventoso limite dell'arte concettuale: che non potrà mai essere ingabbiata da nessun concetto, nemmeno quello di chi per la prima volta l'ha concepito in quel gesto, può solo essere incorniciata, definita da un contorno, qualsiasi contorno.
Ma a questo punto, se tutto è lecitamente arte, nulla è arte, nulla ci meraviglia e ci scuote, è come un urlo che non si riesce a sentire e tutto è noia e banalità e riproduzione di noia e banalità, giacché anche la noia e la banalità sono arte, basta concepirle per la prima (la seconda, la terza ...) volta continuando a metterle in cornice rendendole perfettamente autoreferenziali.

HollyFabius

#61
Citazione di: maral il 06 Luglio 2017, 18:01:03 PM
Citazione di: HollyFabius il 05 Luglio 2017, 09:59:11 AM
Vi è una profonda differenza tra la tela tagliata da Fontana e la tela che possiamo tagliare noi.
Fontana, con il suo taglio, ha rappresentato il primo superamento concettuale della bidimensionalità della tela, la tela ha perso la sua verginità. Noi non possiamo operare questo primo superamento, così come non possiamo scoprire l'elettricità, il motore a quattro tempi o il teorema di Pitagora: ciò è già stato fatto.
Anche Duchamp ha operato un superamento concettuale, ha mostrato per primo come l'Arte possa rendersi evocativa anche con oggetti di uso comune. Le implicazioni di questo superamento sono enormi e ancora oggi non è chiaro dove porteranno.
Tutto giusto, ma pur tuttavia non mi convince. Il fatto che il primo taglio di una tela stia a indicare il superamento concettuale della bidimensionalità della tela o che per una prima volta un orinatoio, come un qualsiasi altro oggetto comune possa più o meno provocatoriamente essere assunto come arte, non basta. Non basta questa spiegazione di primogenitura o di idea primigenia. A meno di non prestabilire su un piano del tutto arbitrario che qualsiasi idea primigenia applicata a un gesto comune o a un manufatto comune è arte perché per la prima volta qualcuno lo ha inteso potenzialmente tale (magari caricandolo a bella posta di tutta la provocazione necessaria). Non basta, come non basta dire che è arte quella  rappresentazione pittorica che segue le regole della sezione aurea o della corretta prospettiva, nemmeno se c'è l'esperto, il critico che ha studiato storia dell'arte e ce lo spiega.
In tal senso credo che davvero sia molto più artistico prendere quattro listelli colorati per incorniciare un pezzo di muro bianco senza preoccuparsi di essere i primi o gli ultimi a farlo, anzi ripetendo all'infinito quel gesto, perché ogni volta quel pezzo di muro incorniciato sarà diverso e nuovo, quindi ogni centimetro di muro esige la sua valorizzazione artistica, la sua ripetuta incorniciatura.
Così come ogni taglio dovrà essere ripetuto su ogni tela per apparire in tutta la sua irripetibile e sublime novità sempre riprodotta.
Qui sta lo spaventoso limite dell'arte concettuale: che non potrà mai essere ingabbiata da nessun concetto, nemmeno quello di chi per la prima volta l'ha concepito in quel gesto, può solo essere incorniciata, definita da un contorno, qualsiasi contorno.
Ma a questo punto, se tutto è lecitamente arte, nulla è arte, nulla ci meraviglia e ci scuote, è come un urlo che non si riesce a sentire e tutto è noia e banalità e riproduzione di noia e banalità, giacché anche la noia e la banalità sono arte, basta concepirle per la prima (la seconda, la terza ...) volta continuando a metterle in cornice rendendole perfettamente autoreferenziali.
Credo di comprendere l'obiezione, cerco di risponderti procedendo con ordine.
Quando parlo del taglio della tela di Fontana sottintendo ovviamente non il primo gesto di tagliare la tela di Fontana bensì l'operazione, prima intellettuale e poi pratica, di superare il limite concettuale bidimensionale della tela. Questo limite concettuale non è stato fatto da lui una volta casualmente senza successive azioni ma è stato fatto all'interno di una sua ripetuta, e costante nel tempo, azione di tagliare la tela. Non è quindi Arte il suo primo taglio della tela bensì la sua azione complessiva ripetuta nel tempo. Fontana ha prodotto tele con un taglio, con più tagli, e prima ancora prodotto tele con buchi con la stessa finalità. Ha studiato i tagli e i buchi su carta, ha proposto l'idea di superamento della bidimensionalità in incontri con altri artisti, ecc. ecc.
Fontana non ha fatto un (uno) taglio della tela, ha fatto un'operazione mentale e culturale che si mostra nella sua forza osservando una delle centinaia (se non migliaia) di tele tagliate (e bucate).
Noi possiamo fare sicuramente dei tagli di tela ma non possiamo fare quell'operazione culturale fatta da lui per arrivare al taglio della tela.
Prima dell'azione culturale fatta da Fontana un taglio su una tela era un semplice rovinare una tela, durante questa azione culturale il taglio sulla tela è stato quel progresso culturale e concettuale detto sopra, dopo Fontana un taglio su una tela è una azione di valore artistico insignificante.

Cerco di spiegarlo meglio parlando di una cosa molto diversa dall'arte, parliamo dei numeri complessi.
I numeri complessi prima di Gauss venivano chiamati numeri immaginari. Composti da una parte reale e una immaginaria venivano usati perché funzionavano nella risoluzione di equazioni di 2° grado. Funzionavano, i matematici li conoscevano, usavano ma già nel nome si capisce come li considerassero qualcosa di strano e non reale. Gauss mostrò come, messi su un piano complesso, essi rappresentino una punto: una lunghezza e un angolo, oppure due punti in proiezione sugli assi del punto stesso. Questa operazione culturale, operata da Gauss, ha chiarito il senso di questi numeri. Oggi vengono chiamati complessi preferibilmente a immaginari.
Spero che si capisca che esiste un'era concettuale e culturale prima di Gauss, che dopo Gauss non può più tornare. La sua operazione culturale, il suo chiarimento logico e concettuale ha cambiato la Storia della Matematica. Con Gauss e dopo Gauss si è poi arrivati ad una comprensione dei numeri complessi molto sofisticata.
Il mondo dello spirito umano, dopo Gauss, è cambiato irreversibilmente. La matematica non potrà più dimenticare la sua azione culturale e non si potrà tornare ad un mondo precedente al chiarimento sul senso geometrico dei numeri immaginari/complessi.

In Arte (nella concezione occidentale di Arte) è presente un meccanismo simile.
La Storia dell'Arte dopo Fontana è irreversibilmente cambiata, il taglio di Fontana ha creato un prima e un dopo. Questo grazie alla sua azione culturale unica e irripetibile. Ovviamente di non ripetibile non c'è il taglio della tela che possiamo banalmente fare tutti noi, bensì tutta l'operazione culturale da lui realizzata durante la sua proposta artistica durata anni di tagli e buchi con la finalità unica di superare concettualmente l'idea di opera pittorica su tela. Ricordo che Fontana è nato scultore e ricordo che quelle era l'era del superamento dello spazio terrestre con la conquista della luna. Quello che ha rappresentato con i suoi tagli e i suoi buchi è questo e altro ancora. Per esempio se ci chiediamo del perché si ricordino meglio i tagli rispetto ai buchi forse la spiegazione che possiamo darci è che l'evocazione fornita dai suoi particolari tagli unita all'idea di fine della verginità non sono poi cosi lontani (ma qui si aprirebbe un discorso diverso).

L'idea che ogni taglio, che ogni azione sia unica e irripetibile è un'idea corretta ma ovviamente noi stiamo ragionando, non nel mondo della realtà, bensì nel mondo dello "spirito" umano. Ogni taglio è diverso, così come ogni albero è diverso ma certamente l'idea essenziale di albero è una sola e la moltitudine riguardano le specie possibili non le diverse piante del nostro giardino. Possiamo certamente ragionare considerando ogni manifestazione della realtà nella sua unicità ma certamente questo potrebbe diventare un fardello insuperabile per qualunque riflessione.
Infatti (e qui concordo con te) il tutto e il nulla sono pericolosi e su questa pericolosità si possono scrivere non pochi testi (Severino insegna).

maral

#62
Bellissimo l'esempio dei numeri complessi, la cui applicazione grafica a mezzo di algoritmi ricorsivi può dare luogo a qualcosa che potrebbe essere inteso anche come opera d'arte, l'incantevole bellezza dei frattali, ma non credo che il pur sempre interessantissimo lavoro di Gauss possa essere considerato arte, come non credo che si possono considerare opera d'arte le formalizzazioni dei teoremi di Godel sull'indecidibilità aritmetica, sempre per rimanere in ambito matematico .
Il lavoro di Fontana risulta certamente più comprensibile alla luce del suo essere stato prima di tutto scultore: come si fa a scolpire una tela, trasformando il supporto bidimensionale tipicamente utilizzato per la pittura in un'opera tridimensionale? La si taglia,, la si fora, la si piega ? Tutto questo è interessantissimo, ma di nuovo: questa è arte? Cos'è arte?
Ho visto alcune tele tagliate di Fontana esposte e non nego che qualcosa sia risuonato in me, mi spingo fino a immaginarlo come una sorta di richiamo metafisico e forse inconsciamente sessuale, ma quanto questo richiamo metafisico non era ispirato dal solo nome dell'autore sull'etichetta sotto il quadro? Quanto dalle luci, dal luogo e dall'allestimento espositivo? Sarebbe cambiato qualcosa se al posto del taglio di Fontana ci fosse stato un taglio qualsiasi su una tela qualsiasi esposta nel medesimo contesto? Chi avrebbe mai capito la differenza? Quale critico d'arte? Come collegare quella tela tagliata all'opera concettuale geniale ed esclusiva di Fontana se non con una spiegazione a posteriori che non si coglie per nulla da quel taglio esposto che è lo stesso di qualsiasi taglio sia pure ben fatto? Come riconoscere la mano e l'idea di Fontana in quella tela tagliata? E' nota l'estrema falsificabilità di questo genere di lavori, ma è poi lecito parlare di falsificabilità? Cosa vuol dire qui falsificabilità? Qualsiasi taglio su tela potrà richiamare il lavoro concettuale di Fontana, se sta lì ciò che fa di lui un artista, esattamente come qualsiasi viaggio nello spazio o qualsiasi sasso che cade potrà richiamare la concettualizzazione della legge gravitazionale di Newton o la relatività generale di Einstein in cui sono addirittura tempo e spazio a diventare la stessa cosa, il tridimensionale a scoprirsi quadridimensionale!
Forse non si tratta nemmeno di "fruibilità" dell'opera. Le figure di Cro-Magnon non erano per nulla fruibili, nascoste nel buio più profondo di una grotta, per essere partorite eternamente come da un utero materno. E nemmeno in un passato storico più recente l'arte è mai stata così immediatamente fruibile , almeno non sempre. Le fughe di Bach sono di una novità sconvolgente rispetto alla musica rinascimentale che le ha precedute. Che dire della novità della pittura di Giotto o di quella di Caravaggio, frutto di lavori a dir poco geniali sulla prospettiva, sulla luce, per non parlare del continuo susseguirsi di novità sconvolgenti nella pittura e nella scultura del '900. E anche parlare di Fontana, oggi, a 60 anni e più di distanza dai suoi lavori è come parlare di preistoria.... Perché non dovremmo considerare arte allora un Rave Party o anche un concerto di musica Rock o Tekno che suscita l'entusiasmo incontenibile di decine o centinaia di migliaia di spettatori, cosa ha di minor valore la musica più banale e minimalista rispetto a quella dodecafonica? Cosa c'è di diverso nel ripetersi assordante di un puro battito fino allo sfinimento?
Io temo che non riusciamo a capirci davvero più nulla, che arte sia ormai solo una parola antiquata, ormai divenuta priva di ogni significato avendo perso qualsiasi riferimento formale (e in un certo senso non poteva che essere così) è rimasto solo l'informe, come un viso che si distorce e si scioglie  come in un autoritratto di Bacon. Che l'arte sia morta, come il Dio di Nietzsche e non so se abbia senso sperare in una qualsiasi resurrezione. Resta solo un balbettio, un rumore di fondo, un'angosciata inquietudine che non riesce più a dire nulla, al massimo a decorare con vuoti incorniciati una parete vuota,, questa è l'ultima arte concessa. in attesa che ogni cornice si dissangui a sua volta deformandosi, liquefacendosi, polverizzandosi., puro consumarsi.

HollyFabius

#63
Citazione di: maral il 10 Luglio 2017, 22:17:58 PM
Bellissimo l'esempio dei numeri complessi, la cui applicazione grafica a mezzo di algoritmi ricorsivi può dare luogo a qualcosa che potrebbe essere inteso anche come opera d'arte, l'incantevole bellezza dei frattali, ma non credo che il pur sempre interessantissimo lavoro di Gauss possa essere considerato arte, come non credo che si possono considerare opera d'arte le formalizzazioni dei teoremi di Godel sull'indecidibilità aritmetica, sempre per rimanere in ambito matematico .
Il lavoro di Fontana risulta certamente più comprensibile alla luce del suo essere stato prima di tutto scultore: come si fa a scolpire una tela, trasformando il supporto bidimensionale tipicamente utilizzato per la pittura in un'opera tridimensionale? La si taglia,, la si fora, la si piega ? Tutto questo è interessantissimo, ma di nuovo: questa è arte? Cos'è arte?
Ho visto alcune tele tagliate di Fontana esposte e non nego che qualcosa sia risuonato in me, mi spingo fino a immaginarlo come una sorta di richiamo metafisico e forse inconsciamente sessuale, ma quanto questo richiamo metafisico non era ispirato dal solo nome dell'autore sull'etichetta sotto il quadro? Quanto dalle luci, dal luogo e dall'allestimento espositivo? Sarebbe cambiato qualcosa se al posto del taglio di Fontana ci fosse stato un taglio qualsiasi su una tela qualsiasi esposta nel medesimo contesto? Chi avrebbe mai capito la differenza? Quale critico d'arte? Come collegare quella tela tagliata all'opera concettuale geniale ed esclusiva di Fontana se non con una spiegazione a posteriori che non si coglie per nulla da quel taglio esposto che è lo stesso di qualsiasi taglio sia pure ben fatto? Come riconoscere la mano e l'idea di Fontana in quella tela tagliata? E' nota l'estrema falsificabilità di questo genere di lavori, ma è poi lecito parlare di falsificabilità? Cosa vuol dire qui falsificabilità? Qualsiasi taglio su tela potrà richiamare il lavoro concettuale di Fontana, se sta lì ciò che fa di lui un artista, esattamente come qualsiasi viaggio nello spazio o qualsiasi sasso che cade potrà richiamare la concettualizzazione della legge gravitazionale di Newton o la relatività generale di Einstein in cui sono addirittura tempo e spazio a diventare la stessa cosa, il tridimensionale a scoprirsi quadridimensionale!
Forse non si tratta nemmeno di "fruibilità" dell'opera. Le figure di Cro-Magnon non erano per nulla fruibili, nascoste nel buio più profondo di una grotta, per essere partorite eternamente come da un utero materno. E nemmeno in un passato storico più recente l'arte è mai stata così immediatamente fruibile , almeno non sempre. Le fughe di Bach sono di una novità sconvolgente rispetto alla musica rinascimentale che le ha precedute. Che dire della novità della pittura di Giotto o di quella di Caravaggio, frutto di lavori a dir poco geniali sulla prospettiva, sulla luce, per non parlare del continuo susseguirsi di novità sconvolgenti nella pittura e nella scultura del '900. E anche parlare di Fontana, oggi, a 60 anni e più di distanza dai suoi lavori è come parlare di preistoria.... Perché non dovremmo considerare arte allora un Rave Party o anche un concerto di musica Rock o Tekno che suscita l'entusiasmo incontenibile di decine o centinaia di migliaia di spettatori, cosa ha di minor valore la musica più banale e minimalista rispetto a quella dodecafonica? Cosa c'è di diverso nel ripetersi assordante di un puro battito fino allo sfinimento?
Io temo che non riusciamo a capirci davvero più nulla, che arte sia ormai solo una parola antiquata, ormai divenuta priva di ogni significato avendo perso qualsiasi riferimento formale (e in un certo senso non poteva che essere così) è rimasto solo l'informe, come un viso che si distorce e si scioglie  come in un autoritratto di Bacon. Che l'arte sia morta, come il Dio di Nietzsche e non so se abbia senso sperare in una qualsiasi resurrezione. Resta solo un balbettio, un rumore di fondo, un'angosciata inquietudine che non riesce più a dire nulla, al massimo a decorare con vuoti incorniciati una parete vuota,, questa è l'ultima arte concessa. in attesa che ogni cornice si dissangui a sua volta deformandosi, liquefacendosi, polverizzandosi., puro consumarsi.
Una precisazione, e un paio di riflessioni.
La precisazione è che il mio esempio relativo a Gauss non intendeva portare la sua azione sul piano artistico, l'ho scritto come premessa all'esempio. L'intenzione era di far capire il meccanismo del prima/durante/dopo di una attività culturale umana che divide lo spazio culturale proprio, in questo caso nell'ambito della matematica. Era un esempio sui meccanismi meta-culturali, applicabili ad ambiti diversissimi ma sempre riguardanti la zona dello spirito culturale umano.
La prima riflessione è, invece, legata al fatto che l'Arte (nelle sue diversificate accezioni) è in forte aumento di diffusione rispetto al passato, si parla di Arte in ambito musicale, si parla di Arte nella cinematografica, nella fotografia, si parla di Arte nel teatro, si parla di Arte performativa, si parla di Arte della luce, di Arte in movimento, di video-Arte, di Arte attraverso i media, ecc. ecc., quando si parla di Arte che muore probabilmente si parla di Arte che cambia pelle e il cambio non piace. Il cambio di pelle è quello del quale ho scritto: Arte non più ricerca nel mondo dell'estetica, bensì Arte come ricerca nel mondo del linguaggio.
La seconda riflessione è legata al 'quello lo potevo fare anch'io'. Questo è sempre vero nel mondo dell'Arte, una volta acquisiti dei contenuti culturali e della tecnica ogni forma d'Arte umana è riproducibile da altri. Le forme d'Arte minimaliste sono più semplici da riprodurre.
L'aspetto iconico però è riservato alla primogenitura che realizza la vera forma di autenticità, il resto è replica che nulla aggiunge alla storia dell'Arte. Epigoni e plagi fanno parte di questa categoria sino ad arrivare ai falsi.
L'operazione di bucare e tagliare la tela, come ho già detto, non è una operazione estemporanea in Fontana, ovviamente possiamo fare anche noi un taglio ed esporlo ma non possiamo riprodurre la sua azione culturale complessiva legata a questi tagli.
Ogni ricerca artistica che diventa linguaggio universale (quale quella di Fontana) è soggetta alla critica che stai facendo, ma alla stessa critica sono soggette tutte le costruzioni umane: lo stato, le società culturali non sono esse stesse delle convenzioni tra uomini?
Il Dio è morto è l'esempio più alto di critica radicale alle costruzioni umane, il concetto di Dio è messo in discussione come qualunque altra costruzione intellettuale condivisa, però, probabilmente, acquisita la consapevolezza nichilista che tutto è nulla occorre prendere posizione e oltrepassarla.

Phil

Dopo la vendita all'asta di un quadro di Banksy per 860.000 dollari, qualcuno (lo stesso autore plausibilmente) ha innescato un meccanismo pre-montato nella cornice (forse addirittura anni prima!) che, fra lo stupore dei presenti, ha iniziato a tagliare a strisce il dipinto:
ecco il video
Si dice che dopo tale performance a sorpresa (che forse voleva essere un attacco al "sistema dell'arte"... o ciò che ne resta) il valore del dipinto sia sensibilmente aumentato (il che apre molti scenari interpretativi possibili...).

sgiombo

#65
Qualche anno fa in un momento di debolezza (probabilmente dovevo farmi perdonare qualcosa) mi sono fatto convincere da mia moglie, che é maestra elementare, ad andare a Venezia alla fondazione Guggenheim, ove si svolgeva una mostra di piccole creazioni di bambini delle scuole primarie alla quale partecipavano anche i suoi alunni.
Negli spazi aperti del sito (credo sia la sede stessa della fondazione) erano presenti varie "sculture" moderne, sul piedistallo di ciascuna delle quali spiccava ben in vista una targhetta metallica con la scritta: "é vietato toccare le opere d' arte"; alle "quali" invece i numerosi bambini presenti tranquillamente venivano continuamente a contatto con le loro manine o anche con altre parti del corpo (notare il virtuosismo stilistico -enfatizzante- delle virgolette transitivamente estese dal nome al pronome).
Purtroppo non avevo a portata di mano una macchina fotografica e pochissimi telefonini allora consentivano di scattare istantanee, perché altrimenti avrei realizzato quella che sarebbe stata a mio modesto avviso un' autentica opera d' arte (precisamente di fotografia artistica, di grafica più in senso lato),  paragonabile forse alla celeberrima "merda di artista" di Manzoni; opera alla quale avrei dato il titolo "il re é nudo!": la foto di uno dei numerosi bambini (delle scuole elementari, e dunque benissimo in grado di leggere le targhette sui piedistalli) che tranquillamente toccavano quelle "robe" che evidentemente nella loro ingenuità potevano permettersi, al contrario dei visitatori adulti, di non fingere di considerare "opere d' arte".

Ipazia

Citazione di: Angelo Cannata il 28 Giugno 2017, 22:30:39 PM
Può essere che si tratti di linguaggi che non tutti sanno comprendere?
Indubbiamente non è facile da comprendere. Ma nella scatoletta di Piero Manzoni forse sta la spiegazione.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Ah,......l'arte ! Arte, artificio, artefatto, artigiano, artefice, artatamente, a regola d'arte, impara l'arte e mettila da parte, senz'arte né parte, vissi d'arte, vissi d'amor...................

Quante parole per nascondere l'essenziale. Lasciamo da parte l'arte commerciale e quella manieristica (il 99,7 di ciò che oggi viene definito artistico) che io definisco "la colossale mistificazione autocelebrativa del genere umano".

Ma cos'è o cosa deve essere l'arte ?

Io uso una definizione relativa ed una assoluta.

Quella relativa è "il tramite tra l'immanente ed il trascendente".
Per riconoscere un'opera, una manifestazione artistica è secondo me sufficiente tenere a mente una simile espressione. Qualsiasi persona sincera con sé stessa potrà, su tale base, riconoscere ciò che ha davanti o che ode. Si accorgerà - ad esempio - che quasi nessun prodotto "artistico" dei tempi correnti contiene richiami alla trascendenza. E non venite a chiedermi cosa sia la trascendenza, poiché molti voi dovrebbero saperlo, mentre per tutti basta comunque un decente dizionario.

Vi siete mai chiesti come mai sia praticamente cessata - al di fuori dell' arte (INDUSTRIA E COMMERCIO) funeraria - la produzione di gruppi marmorei ?

Vi siete mai chiesti se vi sia una coincidenza tra la invenzione e diffusione della fotografia e il ROVINOSO declino delle arti figurative ?

Vi siete mai chiesti perché Picasso, pur essendo un ottimo pittore, abbia ottenuto il successo con il più osceno ciarpame che sia stato messo su tela ? (a dire il vero la sua "produzione" è stata poi ampiamente surclassata). Perché mai avrebbe dovuto faticare in virtuosismi pittorici quando l'unico modo per battere la concorrenza fotografica stava diventando il proporre significati inesistenti - non più didascalici e non più artistici - inventando nuovi canoni figurativi da iniettare nelle platee artistiche che stavano dilatandosi (grazie alla "democrazia" culturale) e che erano ormai pronte a tutto pur di potersi sentire artisticamente aggiornate ?

Quella assoluta è invece : "Opera d'arte assoluta è quella manifestazione sensoriale (opera o evento) che riesca, nel modo più immediato (cioè subito) e più universale (cioè a tutti), ad ispirare - in chi la fruisca - il più elevato dei concetti astratti possibili".

Ma non fatemi troppo caso : io sono completamente privo di formazione e di sensibilità artistiche. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Citazione di: viator il 07 Ottobre 2018, 19:23:43 PM


Vi siete mai chiesti se vi sia una coincidenza tra la invenzione e diffusione della fotografia e il ROVINOSO declino delle arti figurative ?
CitazioneSì, ho sempre pensato che ci fosse.

E infatti (la "tempistica" del fenomeno é a mio parere quasi perfetta) ho identificato nell' impressionismo (sono prontissimo a ricevere tutte le contumelie possibili da parte dei politicamente corretti; d' altra parte scandalizzare mi é sempre piaciuto molto) l' inizio della fine della gloriosa arte figurativa occidentale (iniziata con Cimabue e Giotto o forse ancor prima con Wiligelmo, Antelami e altri), i cui insuperabili maestri (fra tantissimi altri autentici geni) personalmente considero i due Michelangeli.

Vi siete mai chiesti perché Picasso, pur essendo un ottimo pittore, abbia ottenuto il successo con il più osceno ciarpame che sia stato messo su tela ? (a dire il vero la sua "produzione" è stata poi ampiamente surclassata). Perché mai avrebbe dovuto faticare in virtuosismi pittorici quando l'unico modo per battere la concorrenza fotografica stava diventando il proporre significati inesistenti - non più didascalici e non più artistici - inventando nuovi canoni figurativi da iniettare nelle platee artistiche che stavano dilatandosi (grazie alla "democrazia" culturale) e che erano ormai pronte a tutto pur di potersi sentire artisticamente aggiornate ?
CitazioneE devo confessare che é la stessa risposta che ho dato io al problema.

Sono contentissimo, una volta tanto, di concordare in pieno ! ! !

Quella assoluta è invece : "Opera d'arte assoluta è quella manifestazione sensoriale (opera o evento) che riesca, nel modo più immediato (cioè subito) e più universale (cioè a tutti), ad ispirare - in chi la fruisca - il più elevato dei concetti astratti possibili".

Ma non fatemi troppo caso : io sono completamente privo di formazione e di sensibilità artistiche. Saluti.
CitazioneAnch' io.
Forse per questo sull' argomento (l' eccezione che conferma la regola?) concordiamo.

viator

#69
Salve Sgiombo. Si, si tratta certo dell'eccezione.

Non ho capito l'"anch'io".

- Non dobbiamo far troppo caso a te ?
- Sei completamente privo di formazione artistica ?
- Ti consideri privo di sensibilità artistica ?
- due o tutte e tre le ipotesi sovrastanti ?

SEMPRE cordialmente e se sono troppo ironico.......non fare troppo caso a me: Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Citazione di: viator il 07 Ottobre 2018, 21:25:48 PM
Salve Sgiombo. Si, si tratta certo dell'eccezione.

Non ho capito l'"anch'io".

- Non dobbiamo far troppo caso a te ?
- Sei completamente privo di formazione artistica ?
- Ti consideri privo di sensibilità artistica ?
- due o tutte e tre le ipotesi sovrastanti ?

SEMPRE cordialmente e se sono troppo ironico.......non fare troppo caso a me: Saluti.
Giusto non darsi troppa importanza (concordiamo anche su questo ...comincio a preoccuparmi).

MI considero completamente privo di formazione artistica (malgrado gli encomiabili sforzi della professoressa di Storia dell' arte del liceo).

Invece immodestamente (come sempre...) mi considero dotato di ottima sensibilità artistica.

Sariputra

La storia  che ha raccontato l'amico Sgiombo mi ha fatto tornare in mente una situazione che ho vissuto, proprio alla fondazione-museo Peggy Guggenheim di Venezia quest'estate, nel mese di agosto. Mia figlia e una gentile signora, ancora piacente invero, erano riuscite a convincermi di accompagnarle in questa gita, partita con nobili intenti culturali (mia figlia studia in un Liceo Artistico...) e altri meno nobili, sui quali sorvolo...
Dovete sapere che mia figlia , come ogni adolescente, tende sempre a far di testa sua e a non ascoltare i consigli di chi ha già lungamente calpestato questa terra così ingrata...Così naturalmente non aveva proprio pensato di portarsi una maglietta di ricambio, nonostante i 36 gradi di temperatura e il sole accecante...
Fatto sta che , una volta entrati nei giardini del museo, stanchi e sudati , e dopo aver visionato le fondamentali toilletes ( che in simili giornate, e più in generale sempre, sono più necessarie di qualunque pur notevole opera d'arte...) ci siamo seduti sulla panchina nei pressi. Ora, per chi non è mai stato in questo luogo ammirabile, dovete sapere che, proprio vicino l'ingresso di questi locali, si trova un'opera d'arte a forma di monolite: una specie di lapide di marmo nero con un tratto così levigato da sembrar uno specchio sul davanti. E' un'opera di un famoso artista di cui al momento non mi sovvien il nome (forse Sgiombo, che ha visitato il luogo, se lo può ricordare...). La lapide sarà alta un metro ottanta, due metri...
La stavo osservando con intensa partecipazione artistica, tutto teso a coglierne il valore, il quale però si celava alla mia vista in modo abilissimo, che mia figlia, su suggerimento della signora che ci accompagnava, ha pensato bene di togliersi la maglietta inzuppata, coprendosi provvisoriamente con un foulard passatole prontamente da questa. Per inciso, queste son proprio le piccole cose che mi fanno apparire le donne come esseri infinitamente superiori a noi uomini. La loro capacità di trovar soluzioni pratiche nelle più diverse e disperate circostanze ha un che di sovrannaturale...
Però la cosa, in sè del tutto spontanea e innocua, quasi candida direi come una tela di Seurat, e molto poetica osservandola nella sua armonia,  mi ha posto nella condizione di aver un malsano pensiero...un pensiero tipico del buffone inadeguato che si nasconde in me...una cosa quasi riprovevole...
Nonostante il "Nooo!!" esploso all'unisono dalle due che accompagnavo, ho preso la maglietta di color nero, fradicia di sudore e, con un balzo, l'ho stesa sul monolite rovente...
Trattenendo la gentile signora che, prontamente, si era alzata per toglierla, sussurandomi con occhi preoccupati che forse non era il caso, che sicuramente avremmo come minimo rimediato una bella ramanzina, se non una multa, visti i molti cartelli intimidatori, le ho malignamente consigliato:"Lascia!...Vedrai che adesso ci divertiamo"...
Così, seduti con fare innocente, abbiamo assistito, trattenendo a malapena le risa, alla lunga teoria di visitatori che arrivavano davanti all'opera, la scrutavano, ci giravano attorno e...trovavano la maglietta nera appesa ad asciugare.
Vi posso assicurare che pochi, pochissimi si sono girati verso di noi regalandoci un sorriso divertito, che io ho  ovviamente interpretato come apprezzamento del mio raffinato 'completamento' artistico dell'opera...
La maggior parte si fermavano dubbiosi, squadravano, inclinavano leggermente il capo, scattavano foto e commentavano con arguzia la profondità di significati che ravvisavano in quell'opera così strana...
Il colmo si è raggiunto con un gruppo di visitatori giapponesi che, di fronte all'ardita combinazione, si rivolgevano alla loro guida per avere delucidazioni e spiegazioni intese ad entrar ancor più profondamente nel simbolismo evidente dell'opera...
Ogni gioco però è bello finché dura...e il marmo arroventato dal sole, che lo baciava di traverso le aiuole, ha fatto rapidamente il suo dovere, asciugando perfettamente la stoffa che lo sovrastava. Così mia figlia si è ripresa lesta l' indumento e, rivestitasi,  ci ha costretti ad inseguirla per i saloni...
Devo confessare che si è trattato di una giornata davvero piacevole, conclusasi ad ammirare il tramonto sul Canal Grande...l'unica nota stonata, per così dire, è stata che, quella piacente signora...non si è fatta più sentire!  :(
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Phil

Questo aneddoto veneziano mi ha fatto tornare in mente una sequenza di un vecchio film; un'arte visiva (il cinema) fa dell'ironia su altre arti visive (ironia al quadrato) usando proprio uno degli strumenti (l'ironia) tipico delle arti su cui ironizza (ironia al cubo).
https://www.youtube.com/watch?v=OfsJAgaY62E

sgiombo

Citazione di: Sariputra il 14 Ottobre 2018, 21:50:05 PM

Devo confessare che si è trattato di una giornata davvero piacevole, conclusasi ad ammirare il tramonto sul Canal Grande...l'unica nota stonata, per così dire, è stata che, quella piacente signora...non si è fatta più sentire!  :(

Beh, l' avevo ben capito quali erano i fini "meno nobili": vecchio satiro!

Comunque bel racconto!
Chissà quante altre esperienze analoghe alle nostre si potrebbero raccontare...

Sariputra

cit.Sgiombo:
Beh, l' avevo ben capito quali erano i fini "meno nobili": vecchio satiro!

Ma se sono innocuo come un cucciolo di barboncino!!.. ;D ;D

Con "meno nobili" intendevo la mia inconfessata intenzione di approfittare del viaggio a Venezia per fare un'abbuffata dei famosi 'bussolai', i deliziosi biscotti ripieni tipici della città lagunare... ;)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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