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Arcobaleno

Aperto da doxa, 09 Maggio 2020, 20:59:00 PM

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In questa sezione dedicata alle sensazioni e sentimenti suscitati dalle opere d'arte, colloco alcuni post riguardanti l'arcobaleno, considerandolo un'opera d'arte della Natura.

Ma l'arcobaleno è solo un pretesto per argomentare anche di mitologia, religione e arte.
 

                   
Arcobaleno: meraviglioso fenomeno meteorologico e ottico creato dalla luce solare che penetra nelle piccole gocce d'acqua rimaste in sospensione nel cielo dopo la pioggia.  Le goccioline funzionano come minuscoli prismi che scompongono  la luce proveniente dal Sole.

L'arcobaleno è formato da archi contigui che sembrano formare un  unicum multicolore:  rosso nella linea esterna, sfuma verso l'interno  nei colori arancione, giallo,  verde, azzurro, indaco  e viola.


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Nella Genesi l'arcobaleno è considerato il simbolo dell'alleanza tra Dio e l'umanità dopo il diluvio universale: "Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell'alleanza tra me e la Terra" (9, 13).

Il profeta Ezechiele vide che Dio "Era  circondato da uno splendore simile a quello dell'arcobaleno fra le nubi in un giorno di pioggia. Così percepii in visione la gloria del Signore" ( Ez 1, 27 – 28).

Nel Siracide, testo che fa parte della Bibbia cattolica  (LXX e Vulgata) ma non di quella ebraica (Tanakh) e protestante perché considerato apocrifo, ci sono due riferimenti all'arcobaleno: 

1."Osserva l'arcobaleno e benedici colui che lo ha fatto: quanto è bello nel suo splendore !. Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, lo hanno teso le mani dell'Altissimo" (Sir 43, 11 – 12). 

2 "Come un astro mattutino fra le nubi, / come la luna nei giorni in cui è piena, / come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, / come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria,[...]" (50, 6 – 7/).

Ispirandosi al profeta Ezechiele l'evangelista Giovanni  nell'Apocalisse dice che "Un arcobaleno simile nell'aspetto a smeraldo avvolgeva il trono" di Dio (4, 3). In seguito aggiunge:  "Poi vidi un altro angelo potente, discendere dal cielo avvolto in una nube; sopra il suo capo c'era l'arcobaleno" (10, 1).

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Marc Chagall: "Noè e l'arcobaleno", 1961 – 1966, olio su tela, Musée National Message Biblique Marc Chagall, Nizza.

Il pittore d'origine russa naturalizzato francese Marc Chagall, in questa complessa raffigurazione rappresenta alcuni animali e dei personaggi biblici.

L'arcobaleno lo ha dipinto di bianco (con alcune piccole macchie di altri colori) per  simboleggiare la luce divina, speranza di chi la contempla.
Sopra l'arco, al centro, c'è un angelo alato ma il viso è  barbuto ed evoca Dio.

L'arcobaleno simbolicamente unisce due gruppi di persone che sono alle  sue estremità.

Noé è in primo piano in basso a destra,  sdraiato in terra,  si sorregge la testa con la mano sinistra, il braccio destro adagiato sul corpo.

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Arcobaleno, fonte d'ispirazione per poeti, narratori e pittori, nell'antichità fu oggetto di miti e leggende.

Lo scrittore e poeta Orazio cita l'arcobaleno nell'Ars poetica (14 – 19).

L'avvocato, politico, scrittore e oratore Marco Tullio Cicerone nel "De natura deorum" (3, 51) e Virgilio nell'Eneide (5, 88 s.) considerano  la dea Iris, o Iride, messaggera degli dei e la personificazione dell'arcobaleno, considerato il sentiero di collegamento tra l'Olimpo e la Terra.

L'antico scrittore greco Esiodo, vissuto tra la fine dell'VIII sec. a. C. e l'inizio del VII sec. a. C., nel suo poema mitologico "Teogonia" dice che la dea Iris era una bellissima fanciulla, indossava il chitone con gocce iridescenti,  calzari alati, aveva grandi ali d'oro e l'aureola, come attributo il bastone araldico.
 


Come messaggera degli dei annunciava all'umanità le notizie funeste, mentre quelle propizie venivano comunicate dal dio Hermes.
 
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Pierre-Narcisse Guérin: "Morfeo e Iris" , 1811, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo.

Questo pittore fu un esponente della corrente artistica neoclassica. Nel dipinto ha  immaginato Morfeo, il dio dei sogni, nudo sul letto , con le braccia sollevate verso l'alto, l'avanbraccio sinistro poggiato sopra la testa; è sorpreso nel sonno dalla dea Iris, accompagnata dal piccolo Eros seduto su una nuvola.

Morfeo, nelle sue apparizioni notturne, prendeva le forme delle persone o delle cose sognate dall'umanità. Quando inviava sogni portava  con sé un mazzo di papaveri con il quale  sfiorava le palpebre dei dormienti e donava loro realistiche illusioni.
 
Esiodo nella sua "Teogonia" dice invece che i sogni erano personificati dagli "Oneiroi", dei minori e figli della Notte, in greco antico "Nyx", nella mitologia romana "Nox".
Nell'Iliade e nell'Odissea la divinità che personificava il sogno era  "Oniro", figlio di Hypnos,  dio del sonno.


William-Adolphe Bouguereau: "La Notte", dipinto a olio,  1883, Hillwood Museum and Gardens,  Washington DC, U.S. A.

Nox, la dea che personifica la notte terrestre,  è descritta  con ali nere e drappeggi neri. Ma in questo dipinto il pittore francese Bouguereau l'ha raffigurata senza ali, fuggente da corvidi che la vogliono assalire, semicoperta da un drappeggio nero.

Nox era  contrapposta ai suoi figli: Etere (la luce), ed Emera (il giorno).

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La dea Iris della mitologia greca, denominata "Iridis" nella mitologia romana,  Iride nella lingua italiana, nome  usato nell'oculistica per indicare la parte colorata dell'occhio con al centro la pupilla; nella fisica per definire lo spettro solare; nella botanica per designare le iridacee .

                   
L'Iris è un bel fiore, che gli antichi Greci usavano piantare vicino le tombe perché l'omonima dea dell'Olimpo era connessa anche con la morte e con l'amore. Accompagnava le anime delle donne defunte  nel regno dei morti. Infatti fu lei a prendere l'anima della regina Didone di Cartagine, suicida per amore di Enea che l'aveva abbandonata, come racconta Virgilio nell'Eneide (versi 688-705). Perciò l'Iris nella simbologia dei fiori significa la fine di un amore. Ma può finire l'amore passionale ?

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A Roma ci sono 17 sinagoghe. Quella più nota, detta Tempio Maggiore, prospetta sul Lungotevere Cenci.  E' a croce greca, orientata ad Est, verso Gerusalemme. La cupola a padiglione ha la base quadrata.

Interno della cupola (cliccare sull'immagine per ingrandirla)



L'interno della cupola è dipinto con i colori dell'arcobaleno e sono raffigurati due tipi di albero, uno per lato:  il cedro del Libano e la palma da datteri israeliana.

La scelta di queste piante deriva dal Salmo 92, versetti 13 e 14:

"Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Sign-re,
fioriranno negli atri del nostro D-o."

Sono  3.300 anni che gli ebrei osservanti cantano questo Salmo nello Shabbat, il sabato: il giorno di riposo in memoria del settimo giorno della creazione, in cui Dio stesso si riposò. Lo Shabbat inizia il venerdì sera poco prima del tramonto e termina il sabato sera.