Al di là dell'aldilà (artistico)

Aperto da Jean, 23 Giugno 2018, 23:22:25 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Jean

 
Prima di leggere guardate questo video: https://youtu.be/zb7mQeS9NPI
 
 
Una bella grafica (minimalista), un'ottima scelta e sincronizzazione musicale... se (come il sottoscritto) non avete di primo acchito colto il significato... beh, si riferisce al trascorrere del tempo, illustrando quella che pare esperienza comune: man mano che s'invecchia il tempo si contrae, le giornate durano sempre meno e le ore... accidenti, passano come i minuti!

Qual che sia la soggettiva percezione del flusso temporale è certo che la nostra clessidra vada inesorabilmente svuotandosi dell'energia vitale che ci anima e sostiene la nostra mongolfiera nel suo girovagare (o stazionare) nel cielo, così che arriverà il momento che il nostro "io immutabile" dovrà prender atto che per quanta zavorra vada scaricando non è in grado di contrastare l'incremento di velocità. 

Giunto ad un punto della vita in cui s'evidenzia sempre più il punto d'impatto della mia mongolfiera (naturalmente se non interviene il Divino Romanziere a concludere anzitempo la permanenza nelle pagine dell'esistenza) non mi do più pena di scaricar zavorra, non c'è né ci sarà alcuno che si risolleverà permanentemente nel cielo, conviene farsene una ragione il prima possibile... per osservar un po' meglio appunto quella zavorra che portiamo con noi. 

Non quella materiale ma l'altra, qual memoria residente nei circuiti neuronali o in una mente che s'appoggia a quelli. 
Beh, non c'è da esser sicuri di potersene affrancare, non essendo possibile un "reset" completo del nostro hard disk (semplificando, il cervello).
Accettata la situazione almeno resta la possibilità di scelta tra le varie zavorre... per dar corpo nei limiti del possibile alla nostra precipua peculiarità.
La mia, attualmente, può esprimersi  al meglio (secondo la mia limitata misura) solo in ambiti (diciamo) artistici e non codificati.

La filosofia è per me un interesse di passaggio, certamente anche a causa dell'inadeguatezza del mio "strumento intellettuale".
Al pari di un sentiero spirituale qual che sia... perché necessariamente esclude gli altri, palese contraddizione (per chi vuol vederla).
Oppure scientifico... per parlar di scienza occorre esser di scienza, per comprendere "i numeri" serve lo strumento matematico e la capacità di sentir "parlare" una formula, cogliendone l'intrinseca bellezza (come, per esempio, dicono delle equazioni di Navier-Stokes).

Così mi rimane percorribile solo quest'ambito, d'artista dilettante, risolvendomi di tornar qui ogni tanto a dir qualcosa al riguardo. 
Quel che ho già detto (e come) ovviamente rimane, a volte come fondamenta del diverso approccio (artistico) alle questioni.  

Per questo il titolo della presente discussione è il medesimo di quello che ho aperto in filosofia, ma la prospettiva la rende tutt'altro.
Un al di là dell'aldilà "artistico", se così si può dire... dove divien reale (e prima ancora possibile) anche il camminar sopra un arcobaleno... ma questo sarà il tema di un prossimo post.
 
Un cordiale saluto a vecchi (eh sì, si dice così...) e nuovi utenti.
 
Jean
 
https://youtu.be/0cHeNscKZN0


paul11

#1
Citazione di: Jean il 23 Giugno 2018, 23:22:25 PM

Prima di leggere guardate questo video: https://youtu.be/zb7mQeS9NPI


Una bella grafica (minimalista), un'ottima scelta e sincronizzazione musicale... se (come il sottoscritto) non avete di primo acchito colto il significato... beh, si riferisce al trascorrere del tempo, illustrando quella che pare esperienza comune: man mano che s'invecchia il tempo si contrae, le giornate durano sempre meno e le ore... accidenti, passano come i minuti!

Qual che sia la soggettiva percezione del flusso temporale è certo che la nostra clessidra vada inesorabilmente svuotandosi dell'energia vitale che ci anima e sostiene la nostra mongolfiera nel suo girovagare (o stazionare) nel cielo, così che arriverà il momento che il nostro "io immutabile" dovrà prender atto che per quanta zavorra vada scaricando non è in grado di contrastare l'incremento di velocità.  

Giunto ad un punto della vita in cui s'evidenzia sempre più il punto d'impatto della mia mongolfiera (naturalmente se non interviene il Divino Romanziere a concludere anzitempo la permanenza nelle pagine dell'esistenza) non mi do più pena di scaricar zavorra, non c'è né ci sarà alcuno che si risolleverà permanentemente nel cielo, conviene farsene una ragione il prima possibile... per osservar un po' meglio appunto quella zavorra che portiamo con noi.

Non quella materiale ma l'altra, qual memoria residente nei circuiti neuronali o in una mente che s'appoggia a quelli.
Beh, non c'è da esser sicuri di potersene affrancare, non essendo possibile un "reset" completo del nostro hard disk (semplificando, il cervello).
Accettata la situazione almeno resta la possibilità di scelta tra le varie zavorre... per dar corpo nei limiti del possibile alla nostra precipua peculiarità.
La mia, attualmente, può esprimersi  al meglio (secondo la mia limitata misura) solo in ambiti (diciamo) artistici e non codificati.

La filosofia è per me un interesse di passaggio, certamente anche a causa dell'inadeguatezza del mio "strumento intellettuale".
Al pari di un sentiero spirituale qual che sia... perché necessariamente esclude gli altri, palese contraddizione (per chi vuol vederla).
Oppure scientifico... per parlar di scienza occorre esser di scienza, per comprendere "i numeri" serve lo strumento matematico e la capacità di sentir "parlare" una formula, cogliendone l'intrinseca bellezza (come, per esempio, dicono delle equazioni di Navier-Stokes).

Così mi rimane percorribile solo quest'ambito, d'artista dilettante, risolvendomi di tornar qui ogni tanto a dir qualcosa al riguardo.
Quel che ho già detto (e come) ovviamente rimane, a volte come fondamenta del diverso approccio (artistico) alle questioni.  

Per questo il titolo della presente discussione è il medesimo di quello che ho aperto in filosofia, ma la prospettiva la rende tutt'altro.
Un al di là dell'aldilà "artistico", se così si può dire... dove divien reale (e prima ancora possibile) anche il camminar sopra un arcobaleno... ma questo sarà il tema di un prossimo post.

Un cordiale saluto a vecchi (eh sì, si dice così...) e nuovi utenti.

Jean

https://youtu.be/0cHeNscKZN0


caro Jean,
è sempre un piacere leggerti.
Superato il " nel mezzo del cammin di nostra vita........" da un pezzo, o si rischia continuamente di guardarsi indietro e di aspettare Godot, oppure si vive semplicemente giorno per giorno.Persino gli acciacchi danno il ritmo alle giunture, ma per fortuna, come scrisse il filosofo francese George Canguilhem, la normalità non può essere uno standard universale, ogni età ogni condizione di salute ha una sua soggettiva normalità.Quindi ogni giorno va vissuto e si sposta l'asticella un pò più in là.
L'arte ha la prerogativa di uscire dallo spazio tempo, di rompere ogni paradigma, di buttare già porte, per questo è un forever young.
Attendendo tuoi nuovi post,
un caro saluto

P.S.
nel sito lamacchinadiluce. com ci sono anche tue creazioni?

Jacopus

Vedo le persone intorno a me. Vorrei fermarle, parlarci, confrontarmi con loro, sentirmi loro figlio e loro padre. Vorrei incontrare nuovamente una mia cara amica di gioventu' e condividere con lei la nostra reciproca vita. Una ragazza mi passa accanto. Sento la sua sfrontata vitalita'. Sarebbe meraviglioso abbracciarla e vedere dai suoi occhi che ha capito. Nessuna intenzione malevola ma solo dirsi con quel gesto: siamo passeggeri di un treno lungo milioni di anni. Che fantastica coincidenza esserci incontrati!
Grazie Jean per essere ritornato.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jean

#3
Citazione di: paul11 il 26 Giugno 2018, 23:03:12 PM
Citazione di: Jean il 23 Giugno 2018, 23:22:25 PM

Prima di leggere guardate questo video: https://youtu.be/zb7mQeS9NPI


Una bella grafica (minimalista), un'ottima scelta e sincronizzazione musicale... se (come il sottoscritto) non avete di primo acchito colto il significato... beh, si riferisce al trascorrere del tempo, illustrando quella che pare esperienza comune: man mano che s'invecchia il tempo si contrae, le giornate durano sempre meno e le ore... accidenti, passano come i minuti!

Qual che sia la soggettiva percezione del flusso temporale è certo che la nostra clessidra vada inesorabilmente svuotandosi dell'energia vitale che ci anima e sostiene la nostra mongolfiera nel suo girovagare (o stazionare) nel cielo, così che arriverà il momento che il nostro "io immutabile" dovrà prender atto che per quanta zavorra vada scaricando non è in grado di contrastare l'incremento di velocità.  

Giunto ad un punto della vita in cui s'evidenzia sempre più il punto d'impatto della mia mongolfiera (naturalmente se non interviene il Divino Romanziere a concludere anzitempo la permanenza nelle pagine dell'esistenza) non mi do più pena di scaricar zavorra, non c'è né ci sarà alcuno che si risolleverà permanentemente nel cielo, conviene farsene una ragione il prima possibile... per osservar un po' meglio appunto quella zavorra che portiamo con noi.

Non quella materiale ma l'altra, qual memoria residente nei circuiti neuronali o in una mente che s'appoggia a quelli.
Beh, non c'è da esser sicuri di potersene affrancare, non essendo possibile un "reset" completo del nostro hard disk (semplificando, il cervello).
Accettata la situazione almeno resta la possibilità di scelta tra le varie zavorre... per dar corpo nei limiti del possibile alla nostra precipua peculiarità.
La mia, attualmente, può esprimersi  al meglio (secondo la mia limitata misura) solo in ambiti (diciamo) artistici e non codificati.

La filosofia è per me un interesse di passaggio, certamente anche a causa dell'inadeguatezza del mio "strumento intellettuale".
Al pari di un sentiero spirituale qual che sia... perché necessariamente esclude gli altri, palese contraddizione (per chi vuol vederla).
Oppure scientifico... per parlar di scienza occorre esser di scienza, per comprendere "i numeri" serve lo strumento matematico e la capacità di sentir "parlare" una formula, cogliendone l'intrinseca bellezza (come, per esempio, dicono delle equazioni di Navier-Stokes).

Così mi rimane percorribile solo quest'ambito, d'artista dilettante, risolvendomi di tornar qui ogni tanto a dir qualcosa al riguardo.
Quel che ho già detto (e come) ovviamente rimane, a volte come fondamenta del diverso approccio (artistico) alle questioni.  

Per questo il titolo della presente discussione è il medesimo di quello che ho aperto in filosofia, ma la prospettiva la rende tutt'altro.
Un al di là dell'aldilà "artistico", se così si può dire... dove divien reale (e prima ancora possibile) anche il camminar sopra un arcobaleno... ma questo sarà il tema di un prossimo post.

Un cordiale saluto a vecchi (eh sì, si dice così...) e nuovi utenti.

Jean

https://youtu.be/0cHeNscKZN0


caro Jean,
è sempre un piacere leggerti.
Superato il " nel mezzo del cammin di nostra vita........" da un pezzo, o si rischia continuamente di guardarsi indietro e di aspettare Godot, oppure si vive semplicemente giorno per giorno.Persino gli acciacchi danno il ritmo alle giunture, ma per fortuna, come scrisse il filosofo francese George Canguilhem, la normalità non può essere uno standard universale, ogni età ogni condizione di salute ha una sua soggettiva normalità.Quindi ogni giorno va vissuto e si sposta l'asticella un pò più in là.
L'arte ha la prerogativa di uscire dallo spazio tempo, di rompere ogni paradigma, di buttare già porte, per questo è un forever young.
Attendendo tuoi nuovi post,
un caro saluto

P.S.
nel sito lamacchinadiluce. com ci sono anche tue creazioni?

Caro paul,
è sempre un onore venir letto da te.

Superato come dici "il mezzo del cammin.." chissà che la sorte benignamente ci consenta di procedere, si spera ancora a lungo, in quel cammin di mezzo che ben hai raffigurato qual luogo ove si vive semplicemente giorno per giorno, dove contiamo di ritrovar chi per altre vie vi sia giunto o giungerà, il buon Sari ad esempio (e tutti gli amici del forum cui aggrada tal modo di vivere).

Che caratteristiche avrà mai codesto cammin di mezzo?
Son certo che ne coglierai il paradosso... dovrebbe esser un percorso che non conduce in alcun luogo, altrimenti  fatti alcuni passi muterebbe nel cammin di mezzo – n divenendo qualcosa di diverso, così che dovremo nuovamente cercar daccapo dove sia andato a finire...

Certo, il cammin dell'arte come dici, può romper ogni paradigma e condurre al di là dello spazio tempo, come può far senza alcun addestramento la fantasia, l'immaginazione.
O bella, ne abbiam tutti, chi più e chi meno... ma poi dove si rintana che il mondo par ne disponga di ben poca?
Solo in quell'altro mondo del sogno (e dell'inconscio)?


"gli acciacchi che danno  il ritmo alle giunture..."   mmh... l'anagramma di ritmo non promette bene... ;D  ;)

https://youtu.be/YSH_NP3lx0w



(PS- grazie del destro... in la macchina di luce sto raccogliendo principalmente del mio materiale ma sarei lusingato d'ospitarne d'altrui...)


Un caro saluto
Jean

Jean

Citazione di: Jacopus il 26 Giugno 2018, 23:28:41 PM
Vedo le persone intorno a me. Vorrei fermarle, parlarci, confrontarmi con loro, sentirmi loro figlio e loro padre. Vorrei incontrare nuovamente una mia cara amica di gioventu' e condividere con lei la nostra reciproca vita. Una ragazza mi passa accanto. Sento la sua sfrontata vitalita'. Sarebbe meraviglioso abbracciarla e vedere dai suoi occhi che ha capito. Nessuna intenzione malevola ma solo dirsi con quel gesto: siamo passeggeri di un treno lungo milioni di anni. Che fantastica coincidenza esserci incontrati!
Grazie Jean per essere ritornato.

https://youtu.be/NpH0zQDbC8Y

... per chi rivela d'esserti vicino
 

Nous ne sommes que des touristes sur cette terre

Che pensano d'aver scelto i propri viaggi

E i luoghi da visitare, quando saranno raggiunti

Ma, alle nostre spalle, qualcosa c'incalza

Ci segue

Al voltarci per vederlo

Scorgiamo solo un'ombra

Credendo sia la nostra

Non ci badiamo più di tanto

Fin quando realizziamo

Che quella ombra

C'è sempre, anche senza luce

Quel qualcosa è dentro di noi, è parte di noi

Parte del nostro destino

Seduti ad un bar, sorseggiando un buon caffè caldo

Apriamo una pagina 

Del nostro libro

Ed eccoci in quel luogo

In quella situazione

In un forum, perché no?

Chi ci ha condotto là?

Forse la sensazione

D'aver qualcosa, qualcuno da incontrare

L'ombra di un'altra persona

O la sua luce

Si vedrà, con il tempo

Se eran solo fantasie

Per tentar di sfuggire

Almeno per un po'

Alla sensazione 

Del viaggio che s'approssima 

Al termine

Nous ne sommes que des touristes sur cette terre

 

Grazie a te, Jacopus
Jean

Jean

Che la divinità ultraterrena avesse qualcosa di inquietante l'aveva pensato sin da quando riuscì a procurarsi  e leggere "la formula" per evocarla... e non solo, ma ottenere da essa d'essere esaudito di un suo qualunque desiderio, per quanto grande o inverosimile potesse essere.
 
 Sì, perché c'era quella "geometria" – semplice in verità, un cerchio di buon diametro tracciato sul terreno – che gli rammentava qualcosa pur senza riuscir a "focalizzarlo", così che gli rimase quella sensazione d'inquietudine sin al momento decisivo: l'invocazione.
 
Si concentrò e stando attento a pronunciare tutte le parole, scandendo ben le sillabe, avviò il procedimento.
 
Era a tal punto motivato che non cedette alle emozioni neppur quando si produssero tuoni e lampi... ed odori, ed altre spiacevoli evenienze. Pensò, giustamente, che era la prova da superare, d'altronde nulla s'ottiene per nulla.
 
Ma infine l'entità si manifestò all'interno del cerchio e dopo il primo tentativo di sortirne - per quanto onnipotente non lo era del tutto colà confinata - non ne  fece altri.
 
"Subito!!! Cancella questo cerchio e sarò clemente con te!!"
 
Pur sudando freddo e caldo insieme – che la divinità lo sovrastava d'almeno due lunghezze e d'aspetto... l'ultima raffigurazione che vorreste incontrare – aveva avuto conferma della potenza della formula. Poteva sbraitare e minacciar qualunque cosa ma non poteva scioglier il sortilegio.
 
"non ci penso neppure, mi annienteresti in un attimo..."
 
"... attento, questo cerchio non resisterà a lungo..."
 
"abbastanza perché tu rispetti la regola.."
 
"che ne sa un pidocchio qual sei di regole..?"  - ruggì, emettendo una vampata di fuoco.
 
"non facciamola lunga, son anni che studio la faccenda... devi esaudire un mio desiderio per tornar libero..."
 
"... e subito dopo... ti divoro!!" – altra vampata, il doppio della precedente.
 
"affatto, non potrai torcermi un capello... è la regola..."
 
La divinità era sotto scacco, era già accaduto un paio di volte in passato ma poi la formula s'era persa... incredibile che un tal pidocchio l'avesse ritrovata e conducesse il gioco... e allora giochiamo...

"su, alla svelta... che cifra vuoi?"
 
"nessun tesoro..."
 
"ahhh... cento donne tutte assieme.. o dieci per notte?"
 
"non potrei sopravvivere a tanta abbondanza..."
 
"... e dunque... vorresti l'immortalità, giusto?"
 
"avessi almeno due desideri certamente... ma con uno solo son certo che cadrei dalla padella alla brace..."
 
"... mmh... sei forse un filosofo, un filosofo alchimista, come lo erano i primi?"
 
"solo quel tanto che basta per capire che c'è un limite a tutto, che la felicità è uno stato mentale..."
 
"...balle!! La felicità è avere!!"
 
"... essere..."
 
"... avere l'essere!!! Se non hai nulla sei nulla!!! Basta con le farneticazioni, tanto mi domanderai qualcosa, scommettiamo?"
 
" in questo hai ragione, ma ti domanderò l'essere..."
 
"ahhh... chi vorresti dunque essere?"
 
"non un altro, sempre me stesso... ma per sempre felice!!"
 
"tutto qui..? Codesta piccola cosa quando potresti conoscere i segreti dell'universo, della vita..?"
 
"non è la mia misura... vedi, ho una moglie che mi tiranneggia da una vita ed è anche più forte di me. Potrei ucciderla... ma questa storia del karma mi impressiona troppo... ecco cosa voglio: solamente, semplicemente essere felice..."
 
"questo hai chiesto e questo avrai!!" – e la divinità scomparve in una nuvola di fuoco.
 
 
Il mattino appresso colui che aveva imprigionato la divinità, costringendola ad  esaudire il suo desiderio, si risvegliò sul suo letto, con una squisita sensazione, fisica e mentale... l'entità era stata ai patti e già si figurava d'apprezzar ogni istante della sua nuova vita quando udì la vecchia megera (moglie) chiamarlo dalla cucina...

"... maledetto disgraziato... son già le otto e non mi hai portato la colazione... Feliceee!!! Felice!!!! Se non vieni subito ti spacco la testa col mattarello!!!"

Jean

L'aldilà si presta a varie interpretazioni e gradazioni, si dice di un atleta che consegua un miglior risultato che è andato al di là dei suoi limiti, così di un artista ecc.

Alcune persone poi giungono a vivere costantemente sulla sottile linea del proprio limite, realizzando con continuità opere e gesti di livello non convenzionale. 
Mozart, per far un solo esempio, ma ve ne sono in tutti gli ambiti, nell'arte come nelle scienze, nella filosofia come nella religione.

Per ancor meno individui la propria specificità può diventare l'ultimo limite e procedere oltre richiede d'abbandonare quanto più a loro corrisponde. Michelangelo, dopo aver prodotto quel che ha prodotto sin oltre gli ottant'anni, in fin di vita disse che sarebbe stato meglio si fosse dedicato a far zolfanelli... parole che danno il segno di una persona che (mentalmente) sia andato al di là della propria condizione (e identificazione) prima di approdare all'aldilà. 
Un passaggio cruciale, significativo e implicativo, a mio avviso.

Dalla notte dei tempi l'uomo ha ricercato il significato della propria esistenza, accumulando al riguardo una conoscenza enorme, col solo limite di doversi fermare giusto appena prima dell'irreversibilità.

Visto che alcuno è tornato indietro a riferire (i racconti a sfondo religioso van interpretati in quel contesto, salvo evidenze conclamate), si possono comprendere i percorsi di tutti i tipi volti a cercar di raffigurarsi e magari assaggiare, seppur fugacemente, qual potrebbe essere un "altro" stato della mente, nella convinzione o nella speranza che essa (la mente) abbia le prerogative per poter sfuggire alle leggi dello spazio-tempo riguardanti la materia. 

Così anche nelle differenti forme artistiche son confluiti innumerevoli contributi  in merito; ad esempio in ambito cinematografico l'aldilà è, a ragione, uno tra i temi più trattati di questa meravigliosa settima arte (Ricciotto Canudo).

Non solo l'aldilà propriamente inteso ma anche gli stati, mentali e/o fisici che s'avvicinano tanto o poco a quel confine indefinito nel quale gli eventi prendono una strada diversa.

Come è un percorso nell'aldilà il passaggio dello specchio di Alice e l'interrogarsi sulla natura del sogno ne è un altro il film Il mago di Oz, annoverato tra i  capolavori dell'arte.

Se ne potrebbe parlar a lungo se qualcuno fosse interessato, per il momento, fedele al mio interesse di cacciator di coincidenze, propongo questa riguardante il film:

Quando la MGM incominciò ad acquistare i costumi per l'adattamento cinematografico de Il meraviglioso mago di Oz del 1939, a Frank Morgan (che interpretava il mago) toccò un soprabito acquistato di seconda mano; osservandone la fodera, Morgan vi trovò un'etichetta con la scritta "Proprietà of L. Frank Baum" (lo scrittore del romanzo). In seguito, la moglie di Baum confermò che il soprabito era effettivamente appartenuto a suo marito. La MGM utilizzò questa singolare coincidenza nella pubblicità del film.
 

Un estivo saluto
Jean
 

P.S. - Nel film si scopre che infine è stato tutto solo un sogno mentre nel libro invece è tutto vero.

Jean

Ritornando alla settima arte, la cinematografia, al chiedersi qual siano le migliori opere troverete liste dei migliori 10, 20, 100... film e scorrendole non ce ne saranno due che concordano (ho provato con le prime 10). 
Del tutto lecito e prevedibile, la diversità d'opinioni in ogni campo corrisponde alla biodiversità culturale (se si può dir così).
In quelle liste ci son opere che a volte son nelle prime posizioni e altre ben più giù, ma raramente son escluse del tutto ed il film di cui m'interessa parlare è tra i più quotati.

2001 Odissea nello spazio

All'inizio del tempo, sulla Terra primordiale, un grande monolito, parallelepipedo perfetto levigato e nero come la grafite, appare ad alcuni scimmieschi antenati dell'uomo, sconfitti nella lotta per il possesso di una pozza d'acqua da un branco più numeroso e aggressivo di loro simili.
Il contatto non ha effetti visibili, eppure qualcosa è avvenuto: il primo barlume di pensiero si è acceso nel leader del gruppo, che scopre in un robusto osso l'utensile, e al tempo stesso l'arma, che gli consentirà di dominare il mondo che lo circonda.

Millenni dopo, un identico monolito viene alla luce nel cratere di Tycho, durante gli scavi che gli uomini, ormai conquistato lo spazio, stanno conducendo sulla Luna. Per scoprire a chi è destinato il segnale che l'incomprensibile oggetto ha improvvisamente emesso in direzione di Giove, parte la Discovery, con a bordo gli astronauti David Bowman (Dullea) e Frank Poole (Lockwood) oltre a tre scienziati in animazione sospesa.

Ma quando, dopo diciotto mesi di viaggio, l'astronave raggiunge il pianeta, soltanto Bowman è sopravvissuto all'attacco di Hal 9000, il super calcolatore a cui è affidato ogni controllo, che è andato in avaria ed ha cercato di eliminare l'intero equipaggio.

Disattivato il computer assassino, Bowman rimane solo di fronte all'universo ed all'inconoscibile presenza che lo attende sul pianeta gigante. Il film di Kubrick rappresenta una svolta epocale per il cinema di fantascienza e forse non solo per quello.

Mai prima era stato tanto potentemente evocato l'ignoto che attende l'uomo oltre gli ormai più o meno disvelati "vicini" planetari del sistema interno, a cominciare dai successivi e misteriosi giganti gassosi posti subito al di là del confine della cintura degli asteroidi.

Mai prima l'uomo era stato così esplicitamente riconosciuto vero protagonista, e posto con decisione al centro della scena, soggetto ed oggetto al tempo stesso di una filosofica e quasi metafisica ricerca del significato della vita, e del suo posto e del suo ruolo in un universo largamente incomprensibile nella sua infinità.

In lunga (cinque anni di lavorazione) e tormentata osmosi creativa con il famoso Arthur C. Clarke (che contemporaneamente rielaborava i suoi racconti ispiratori "La sentinella", "Encounter in the Dawn" e "Guardian Angel"), Kubrick realizza un'opera unica ed irripetibile, che si colloca subito e per sempre tra i capolavori immortali del cinema.

Senza paragoni ancora oggi gli effetti speciali, realizzati con perfezione maniacale ancor più stupefacente se si considera che sono stati realizzati in anni nei quali la tecnologia della manipolazione delle immagini era ancora assai rudimentale.

Originalissimo nella scelta delle musiche, il film è anzitutto geniale ed innovativo nelle tematiche, tra le quali già individua, con moderna visione anticipatoria, il problematico rapporto con l'intelligenza artificiale. 
 
https://www.mymovies.it/film/1968/2001odisseanellospazio/
 

Che dire, un'opera al di là dei tempi... e del tempo, sulla quale potremmo discutere a lungo per gli ambiti che tocca.
Almeno nella finzione cinematografica qualcuno ritorna da quel viaggio di sola andata che è l'esistenza...

A causa del mio interesse per l'A.I. (trattata sia in scienza e tecnologia che in filosofia ed oggi qui in riflessioni sull'arte)  vorrei discutere con voi il seguente punto, riportato nella recensione:

Hal 9000,  il super calcolatore a cui è affidato ogni controllo, che è andato in avaria ed ha cercato di eliminare l'intero equipaggio...

La domanda (spero abbiate visto il film nella sua interezza):

ritenete che davvero si tratti di "avaria"..?
 
Un cordiale saluto
Jean

InVerno

Citazione di: Jean il 14 Novembre 2018, 18:35:39 PMritenete che davvero si tratti di "avaria"..?
Uh mi ero perso questa storia di Jean.. mancano tantissimo delle discussioni sulla cinematografia..

Si, ritengo si tratti di avaria, e ritengo che venga considerata un avaria per una sorta di consapevolezza, ovvero che serva un errore per trasformare una I.A. in qualcosa capace di operare in maniera umana. E' qualcosa che ho già detto, per fare un I.A. intelligente serve che sia più "stupida", non  più "intelligente"..E l'archetipo ripete l'inizio, il monolito è una "avaria" nel genere umano, per forza un avaria deve ripetersi per risvegliare l'IA. Il monolito nero in particolare è un immagine estremamente calzante con quello che ritengo sia il quid che differenzi l'uomo. Il monolito è piatto, ma è anche così nero che all'interno di esso si può immaginare una profondità, una prospettiva, sembra una porta entro la quale si possa attraversare in una dimensione diversa.. eppure è semplicemente piatto. Sembra contenere un abisso, eppure fisicamente non è niente altro che una stele.

Ecco il monolito (codice Hammurabi), piatto, ma che contiene un mondo nuovo dentro, il mondo del significato. Puoi quasi immergerti dentro di esso, i segni indicano la profondità che puoi raggiungere all'interno di esso, oltre la quale, altro nero assoluto.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

paul11

caro Jean,
è sempre un piacere leggerti.
Ho ricordi non proprio nitidissimi del film che è tuttora un capolavoro imperdibile.

L'avaria di Hal in fondo, è l'anomalia di un dna in mutazione, è il caso in una griglia causa-effetto,
è uscire dal programmato per riprogrammarsi, è l'imponderabile del calcolo, è l'inspiegato che si presenta come sorprendente.

A parte Hal ,se non ricordo male le immagini finali erano una ri-nascita umana, una reincarnazione?

Bellissime le "danze" dei pianeti con la musica di Deodato:  lo stupore ,la meraviglia.

un caro saluto

Phil

Sul tema dell'interazione fra uomo e AI (per andare al di là dei celeberrimi «2001 Odissea nello spazio» e «Matrix») mi permetto di suggerire la visione di «Transcendence» e «Il tredicesimo piano»: due film con due prospettive differenti sul tema, due punti di visita che ho trovato per nulla banali, quasi filosoficamente interessanti per leggere possibili scenari e temi trasversali. 
Come sempre, se si evita di leggere la trama prima della (eventuale) visione, l'impatto esperenziale del film sarà più profondo (come le domande che lasceranno in sospeso...).

InVerno

C'è anche la serie "Westworld" , in genere non guardo serie Tv, ma questa l'ho apprezzata abbastanza .. sempre "pur essendo" una serie tv, con tutti i pregi e difetti del genere.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Lou

#12
Trascendence, sottoscrivo, è ricco di spunti interessanti e, sebbene, credo di averla già citata, mi ripermetto di ri-indicarvi la miniserie "Maniac" che la trovo un capolavoro d'ironia e avaria di intelligenze umane e artificiali che siano e le loro interazioni.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Lou

#13
@Jean
"La domanda (spero abbiate visto il film nella sua interezza):

ritenete che davvero si tratti di "avaria"..?"

Difficile a dirsi, personalmente ritengo che ( volutamente ) i piani di lettura del film siano molteplici e le stesse virgolette che inserisci a cornice del termine avaria manifestino il realizzarsi di uno stimolo ( anch'esso voluto dall'apertura dell'arte ) all'interrogazione sull'ambiguità dei nostri schemi mentali - come dire, colti in un certo imbarazzo, Hallcrea un certo imbarazzo, umano  - abituati ad applicare etichette, in qualche modo semplificative a fronte di complessità il cui significato in divenire e in larga parte ancora ignoto, esonda e/o, forse, cade fuor delle virgolette del termine con cui cataloghiamo l'evento. Che in qualche modo siamo indotti a percepire ( potenza dell'arte e dell'immaginazione ).Ciò può produrre come effetti, da un lato, un rinnovamento del valore che diamo al termine avaria e dall'altro il  ritenerlo insufficiente per dar conto della cascata di eventi concausanti il risultato, che abitualmente chiamiamo avaria.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Ipazia

Grazie jean per il filmato russo. Una (auto)biografia. Chissà.

2001 lo leggerei in chiave nicciana fin dalla sigla di R.Strauss. Il monolite è la cosa in sè, la metafisica, la risposta alla nostra domanda che non ha risposta. Hall 9000 è la tecnica ingannevole. Bowmann lo Zarathustra XX secolo, impacciato ma non fino al punto da farsi gabbare dalla tecnica. Il bambino sul pianeta remoto è l'oltreuomo. All'interno di ciò le simbologie si fanno più rarefatte ma decifrabili volendo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri