§ 279, “La Gaia Scienza”

Aperto da Lou, 17 Luglio 2018, 19:31:02 PM

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Lou

Amicizia stellare. Eravamo amici e siamo diventati estranei. Ma è giusto così, e non vogliamo né dissimularcelo né tenercelo oscuro, come se dovessimo vergognarcene. Siamo due navi, ciascuna delle quali ha la sua meta e la sua traiettoria; potremmo certo incrociarci e celebrare una festa insieme, come abbiamo fatto, - e poi le due brave navi potrebbero starsene tranquillamente in uno stesso porto e sotto uno stesso sole, cosicché si potrebbe pensare che siano giunte alla meta e che avessero una meta comune. Ma poi l'onnipotente violenza dei nostri compiti ci separerebbe ancora, spingendoci in mari e sotto soli diversi, e forse non ci rivedremmo mai più: oppure ci rivedremmo, - ma senza riconoscerci, perché mari e soli diversi ci avrebbero cambiato! Il fatto che dobbiamo divenire estranei è la legge sopra di noi: ma proprio per questo dobbiamo divenire anche più degni di noi! Proprio per questo il pensiero della nostra amicizia di un tempo si fa più sacro! Esiste, probabilmente, una curva, una traiettoria stellare immensa e invisibile di cui le nostre strade e mete tanto diverse possono costituire piccoli tratti: eleviamoci a questo pensiero! Ma la nostra vita è troppo breve e la nostra vista troppo scarsa perché possiamo essere più che amici nel senso di quella sublime possibilità. Crediamo dunque nella nostra amicizia stellare anche se, sulla terra, dovessimo essere nemici.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Jean

Ciao Lou,

 
 Volano gli uccelli volano
nello spazio tra le nuvole
con le regole assegnate
a questa parte di universo
al nostro sistema solare.


Aprono le ali
scendono in picchiata atterrano meglio di aeroplani
cambiano le prospettive al mondo
voli imprevedibili ed ascese velocissime
traiettorie impercettibili

 codici di geometria esistenziale.
 
Esiste probabilmente una curva,
una traiettoria stellare immensa e invisibile
di cui le nostre strade e mete tanto diverse
possono costituire piccoli tratti  
                                     
 Migrano gli uccelli emigrano
con il cambio di stagione
giochi di aperture alari
che nascondono segreti
di questo sistema solare.


 
https://www.youtube.com/watch?v=OXM9SuxmA-U

Johannes Burg:  A 1.37 c'è un uccello in alto a sinistra che vola freestyle, per altro proprio mentre Battiato dice "voli imprevedibili" :D
 
 
Un cordiale saluto
Jean 

Lou

#2
Ciao Jean,
ho postato questo passo, che ritengo sublime, di un Nietzsche che solitario e malinconico affonda in un desiderio capace di innalzare l'amicizia a un piano più vasto rendendolo un ideale che sovrasta le terrestrità e tende a superarle in una visione prospettica che abbraccia le differenze e le relazioni e le distanze, senza annullarle, ricomprendendole in quel cielo remoto costellato di stelle e di possibilità, infinite.
Ti sono grata della immagine musicale che hai correlato e in cui hai innestato questa visione, la trovo perfetta.😊
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

donquixote

Se "La Gaia Scienza" è, come pare verosimilmente essere, una sorta di prologo o di lavoro preparatorio di "Così parlò Zarathustra" (e non certo solo per una questione di mera cronologia), molti dei suoi aforismi vi possono essere ricondotti ed hanno necessariamente un qualche legame con il suo capolavoro, in cui appunto trovano posto diversi concetti espressi in quest'opera ad iniziare dall'incipit (§ 342). In particolare l'aforisma qui riportato a mio avviso evoca, più che l'amicizia intesa come rapporto confidenziale e solitamente preferenziale fra due persone basato su di un sentimento più o meno intenso, la fratellanza intesa in senso originario (e cristiano) in cui appunto "tutti gli uomini sono fratelli" e si comportano come tali anche se i destini di ognuno sono necessariamente diversi e occasionalmente possono ritrovarsi su fronti opposti e quindi di fatto nemici. Se due persone sono sinceramente amici (e "fratelli" nel senso di figli della medesima madre Terra e del Logos divino che l'ha fecondata) dovrebbero essere perfettamente in grado di comprendere che questa condizione non subisce variazioni (anzi si può addirittura rafforzare) se ognuno di essi persegue il proprio compito in questo mondo, compie il proprio destino, "diventa ciò che è", sommo comandamento enunciato nello "Zarathustra", e il contestuale riconoscimento dell' "altro da sé" con tutto ciò che questo comporta è la più sublime dimostrazione di fratellanza e di amicizia. Io sono amico (inteso nel senso nobile e "niciano") di qualcuno non certo se costui la pensa come me, si comporta come me, ha i miei medesimi valori morali e magari tifa per la mia stessa squadra di calcio, ma se riconosco in lui mio "fratello", uguale ma diverso, qualcuno che come me ha un compito creativo nella vita che supera la vita stessa e si conclude nel comune destino della terra e prosegue anche oltre questa, ed ha l'intenzione e la volontà di eseguirlo come l'unica cosa che veramente conti mentre le contingenze, fra cui anche una bella amicizia terrena, vengono riconosciute e trattate come tali e non assolutizzate, e se del caso sacrificate a qualcosa di estremamente più nobile, elevato e creativo che può giungere anche al punto di vedere l'amico di un tempo come un estraneo se non addirittura come un nemico. Questo mi pare appunto il senso della "amicizia stellare", e il miglior servizio che qualcuno possa fare ad un amico è aiutarlo a riconoscere se stesso e a diventarlo.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

acquario69

Citazione di: Lou il 26 Luglio 2018, 12:54:09 PMho postato questo passo, che ritengo sublime, di un Nietzsche che solitario e malinconico affonda in un desiderio capace di innalzare l'amicizia a un piano più vasto rendendolo un ideale che sovrasta le terrestrità e tende a superarle in una visione prospettica che abbraccia le differenze e le relazioni e le distanze, senza annullarle, ricomprendendole in quel cielo remoto costellato di stelle e di possibilità, infinite.

Ho un carissimo amico di vecchia data,lho rivisto poco tempo fa dopo tre anni...ogni volta, dopo questi lunghi intervalli e' come se vi fosse un dialogo (non necessariamente parlato) in realtà mai interrotto.... 

(tra l'altro non amo i social o i messaggini da inviare e lo faccio molto raramente, li trovo davvero antitetici per un autentica amicizia, che in questi casi - contatti virtuali - corrispondono secondo me solo ad un simulacro, dove regna in realtà una triste solitudine di fondo)

...come se nella nostra amicizia sia subentrata una dimensione che va oltre lo spazio tempo,quindi anche oltre le differenze e i continui cambiamenti di ciascuno...qualcosa che appunto rimane immutabile e fedele per sempre.

Lou

#5
Citazione di: donquixote il 26 Luglio 2018, 20:54:08 PMSe "La Gaia Scienza" è, come pare verosimilmente essere, una sorta di prologo o di lavoro preparatorio di "Così parlò Zarathustra" (e non certo solo per una questione di mera cronologia), molti dei suoi aforismi vi possono essere ricondotti ed hanno necessariamente un qualche legame con il suo capolavoro, in cui appunto trovano posto diversi concetti espressi in quest'opera ad iniziare dall'incipit (§ 342). In particolare l'aforisma qui riportato a mio avviso evoca, più che l'amicizia intesa come rapporto confidenziale e solitamente preferenziale fra due persone basato su di un sentimento più o meno intenso, la fratellanza intesa in senso originario (e cristiano) in cui appunto "tutti gli uomini sono fratelli" e si comportano come tali anche se i destini di ognuno sono necessariamente diversi e occasionalmente possono ritrovarsi su fronti opposti e quindi di fatto nemici. Se due persone sono sinceramente amici (e "fratelli" nel senso di figli della medesima madre Terra e del Logos divino che l'ha fecondata) dovrebbero essere perfettamente in grado di comprendere che questa condizione non subisce variazioni (anzi si può addirittura rafforzare) se ognuno di essi persegue il proprio compito in questo mondo, compie il proprio destino, "diventa ciò che è", sommo comandamento enunciato nello "Zarathustra", e il contestuale riconoscimento dell' "altro da sé" con tutto ciò che questo comporta è la più sublime dimostrazione di fratellanza e di amicizia. Io sono amico (inteso nel senso nobile e "niciano") di qualcuno non certo se costui la pensa come me, si comporta come me, ha i miei medesimi valori morali e magari tifa per la mia stessa squadra di calcio, ma se riconosco in lui mio "fratello", uguale ma diverso, qualcuno che come me ha un compito creativo nella vita che supera la vita stessa e si conclude nel comune destino della terra e prosegue anche oltre questa, ed ha l'intenzione e la volontà di eseguirlo come l'unica cosa che veramente conti mentre le contingenze, fra cui anche una bella amicizia terrena, vengono riconosciute e trattate come tali e non assolutizzate, e se del caso sacrificate a qualcosa di estremamente più nobile, elevato e creativo che può giungere anche al punto di vedere l'amico di un tempo come un estraneo se non addirittura come un nemico. Questo mi pare appunto il senso della "amicizia stellare", e il miglior servizio che qualcuno possa fare ad un amico è aiutarlo a riconoscere se stesso e a diventarlo.
"[...] Io non insegno a voi il prossimo, bensì l'amico. L'amico sia per voi la festa della terra e un presagio del superuomo.
Io insegno a voi l'amico dal cuore ardente. Ma chi vuol essere amato da cuori fervidi bisogna che sappia farsi simile alla spugna.
Io insegno a voi l'amico, che creò in sè un mondo intero: una coppa del bene — l'amico creatore, che ha sempre un mondo da prodigare in dono.
E nello stesso modo che per lui il mondo andò svolgendosi, così esso in altri anelli si riavvolge, quale un procedere del bene dal male, del fine dal caso.
Quegli che ha da venire e che più è lontano sia la ragione del tuo oggi: nel tuo amico tu devi amare il superuomo quale ragion di te stesso.
Fratelli miei, non vi consiglio ad amare il prossimo: amate quelli che son da voi più lontani».
Così parlò Zarathustra."
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Lou

#6
Ho avuto qualche problemino a postare, e si è perso il commento sotto la citazione, provvedo ora.
Condivido, la premessa al tuo argomentare, donquixote: molti temi anticipati nella Gaia Scienza sono sviluppati e approfonditi nel Così parlò Zara, così come condivido la tua analisi secondo cui la "philia" tratteggiata da Nietzsche sia scevra dall'idea di mero commercium e scambio, seppur virtuoso, ma sia elevata ad ideale. Non tuttavia nel senso prettamente cristiano di "agapè". Ci tengo a sottolinearlo perchè nella produzione nietzschiana trovo una costellazione di passi in cui l'amore, sia inteso come "Eros" che come "Philia" è profilato nella sua autenticità ( o almeno l'autenticità che vi riconosce Nietzsche ) come scevro da desideri e pratiche di possesso e interessi egoistici, in linea con un pieno e nobile riconoscimento del "tu" ( più antico dell'io, mi pare arrivi a dire ):in questo senso è simile all'agapè, purtuttavia trovo che inserendo l'ingrediente della distanza, del remoto, del lontano, del futuro, si assista a una rielaborazione dell'ideale cristiano di fratellanza e di dono che viene a declinarsi in una creatività oltreomistica a-venire da trattare con cautela: non la ritengo, nei  tratti tipici della visione presentata da N., completamente sovrapponibile alla visione cristiana, sebbene sia assai affascinante la analisi che proponi sebbene, anche qui, quando parli di una terra fecondata da un Logos divino, sia una dinamica originaria e attinente la grecità, che alla cristianità*, o meglio, mutuata da, confluita in e - azzarderei - "saccheggiata" da quest'ultima*.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Apeiron

Citazione di: Lou il 17 Luglio 2018, 19:31:02 PM
Amicizia stellare. Eravamo amici e siamo diventati estranei. Ma è giusto così, e non vogliamo né dissimularcelo né tenercelo oscuro, come se dovessimo vergognarcene. Siamo due navi, ciascuna delle quali ha la sua meta e la sua traiettoria; potremmo certo incrociarci e celebrare una festa insieme, come abbiamo fatto, - e poi le due brave navi potrebbero starsene tranquillamente in uno stesso porto e sotto uno stesso sole, cosicché si potrebbe pensare che siano giunte alla meta e che avessero una meta comune. Ma poi l'onnipotente violenza dei nostri compiti ci separerebbe ancora, spingendoci in mari e sotto soli diversi, e forse non ci rivedremmo mai più: oppure ci rivedremmo, - ma senza riconoscerci, perché mari e soli diversi ci avrebbero cambiato! Il fatto che dobbiamo divenire estranei è la legge sopra di noi: ma proprio per questo dobbiamo divenire anche più degni di noi! Proprio per questo il pensiero della nostra amicizia di un tempo si fa più sacro! Esiste, probabilmente, una curva, una traiettoria stellare immensa e invisibile di cui le nostre strade e mete tanto diverse possono costituire piccoli tratti: eleviamoci a questo pensiero! Ma la nostra vita è troppo breve e la nostra vista troppo scarsa perché possiamo essere più che amici nel senso di quella sublime possibilità. Crediamo dunque nella nostra amicizia stellare anche se, sulla terra, dovessimo essere nemici.

Anche se non mancano le mie critiche a Nietzsche, questo passo lo trovo davvero molto bello (ad essere sincero ho un giudizio "misto" su Nietzsche. Alcune cose le trovo condivisibili, altre invece inaccettabili come il suo testardo rifiuto di mettere paletti "morali" all'espressione della Volontà. Se vi interessa, la mia critica la trovate su questo post https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/nietzsche-l'-uomo-e-il-suo-diritto-al-futuro/msg16993/#msg16993). Ovviamente se si reintroduce l'etica, si rischia anche di introdurre altro  ;D
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

donquixote

Citazione di: Lou il 27 Luglio 2018, 12:27:22 PM
Ho avuto qualche problemino a postare, e si è perso il commento sotto la citazione, provvedo ora.
Condivido, la premessa al tuo argomentare, donquixote: molti temi anticipati nella Gaia Scienza sono sviluppati e approfonditi nel Così parlò Zara, così come condivido la tua analisi secondo cui la "philia" tratteggiata da Nietzsche sia scevra dall'idea di mero commercium e scambio, seppur virtuoso, ma sia elevata ad ideale. Non tuttavia nel senso prettamente cristiano di "agapè". Ci tengo a sottolinearlo perchè nella produzione nietzschiana trovo una costellazione di passi in cui l'amore, sia inteso come "Eros" che come "Philia" è profilato nella sua autenticità ( o almeno l'autenticità che vi riconosce Nietzsche ) come scevro da desideri e pratiche di possesso e interessi egoistici, in linea con un pieno e nobile riconoscimento del "tu" ( più antico dell'io, mi pare arrivi a dire ):in questo senso è simile all'agapè, purtuttavia trovo che inserendo l'ingrediente della distanza, del remoto, del lontano, del futuro, si assista a una rielaborazione dell'ideale cristiano di fratellanza e di dono che viene a declinarsi in una creatività oltreomistica a-venire da trattare con cautela: non la ritengo, nei  tratti tipici della visione presentata da N., completamente sovrapponibile alla visione cristiana, sebbene sia assai affascinante la analisi che proponi sebbene, anche qui, quando parli di una terra fecondata da un Logos divino, sia una dinamica originaria e attinente la grecità, che alla cristianità*, o meglio, mutuata da, confluita in e - azzarderei - "saccheggiata" da quest'ultima*.


"Voi fate ressa intorno al vostro prossimo e in cambio ne ricevete belle parole. Ma io vi dico: il vostro amore del prossimo non è che il cattivo amore per voi stessi.
Voi vi rifugiate presso il prossimo fuggendo voi stessi, e desiderate anche fare di ciò una virtù: ma io intuisco il vostro 'altruismo'.
Il Tu è più vecchio dell'Io; il Tu è stato proclamato sacro, ma l'Io non ancora: perciò l'uomo fa ressa intorno al prossimo.
Forse che io vi consiglio l'amore per il prossimo? Piuttosto vi consiglio la fuga dal prossimo e l'amore per il remoto!
Più elevato dell'amore del prossimo è l'amore del remoto e  futuro; più elevato dell'amore per gli uomini è l'amore per le cose e i fantasmi."

 
 
Buongiorno Lou
 
La citazione qui sopra (tratta dallo stesso discorso) parrebbe confermare quello che dici al riguardo della differenza fra la visione cristiana (comunemente intesa) dell'amore del prossimo e quella di Nietzsche che la rielabora e forse in qualche modo ne ribalta il senso, ma riflettendoci meglio e superando l'apparente e più banale significato delle parole si può scoprire qualcosa di molto differente. Come ho affermato nell'altro 3d (Nietzsche: se lo conosci lo eviti) sono convinto che Nietzsche, magari inconsapevolmente ma non ne sono troppo sicuro, abbia "rigenerato" nello Zarathustra i valori cristiani originari che il Cristianesimo degenerato della sua epoca, tanto profondamente criticato in altre opere, aveva trasformato in una dottrina che esaltava debolezze e infermità, che attualmente si può notare con ancora maggiore evidenza. Partendo da questo presupposto non appare quindi insensato trovare nei suoi scritti i concetti base tratti dalla dottrina cristiana visti però in modo diverso, che ad una visione superficiale appare opposto alla dottrina ufficiale e quindi "anticristiano", ma osservati in profondità coincidono con quella cristiana originaria e autentica. Per quanto riguarda l'amore del prossimo abbiamo il Cristianesimo contemporaneo che lo interpreta nel modo che tutti sanno, addirittura fino al punto di dire che il cristiano ideale è colui che offre la vita per l'altro, addirittura per il debole e l'ultimo, mentre Nietzsche nega questa impostazione affermando che l'amore di sé e quello per il remoto e lontano è più elevato di quello del prossimo. Il punto di partenza è il famoso comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso", ma la sua interpretazione è stata profondamente distorta nell'era moderna. Il riferimento evangelico (Mt 22,35; Mc 12,28) è il seguente: un dottore della legge lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Ama il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Se si legge con attenzione si possono comprendere svariate cose: innanzitutto i comandamenti sono due, non disgiungibili l'uno dall'altro e con il primo più importante del secondo; poi l'amore è centrale e decisivo, e deve avere come oggetto principale Dio, come oggetto secondario se stessi, e solo successivamente il prossimo; la Chiesa moderna invece cita solo il secondo, e parzialmente, come se fosse semplicemente "ama il prossimo tuo", ponendo al centro il "prossimo" e quindi l'altruismo volgarmente inteso. Questa distorta e degenerata interpretazione è criticata dalle parole di Nietzsche, che riprendono il senso autentico dell'insegnamento: cos'altro, infatti, è più lontano e remoto di Dio? E il proprio destino? E l'ideale del superuomo? E il "senso della terra" (considerando che questo e il "senso del cielo" sono coincidenti)? Nietzsche comprende bene che al centro di questi comandamenti vi è l'amore, tanto che afferma: "Io offro me stesso al mio amore, il prossimo mio come me stesso - così sentono di parlare tutti coloro che creano" sintetizzando in maniera perfetta entrambi i comandamenti evangelici ed esaltando inoltre l'amore inteso correttamente come forza creativa. Nel Vangelo Gesù afferma inoltre "amate i vostri nemici", comandamento che visto nell'ottica dell'agapé supera qualunque distinzione morale (il nemico non è "cattivo" o "malvagio" contrapposto all'amico "buono",  ma è solo e semplicemente nemico, esempio paradigmatico dell' "altro da sé") e in questo senso  Nietzsche afferma infatti "Quel che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male", così come con lo stesso significato Sant'Agostino diceva: "Ama, e fa' quel che vuoi".
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

acquario69

secondo me e dal mio punto di vista Il "succo" e gli "incastri" del discorso sarebbe questo:

"Ma se io (per prima) non amo me stesso, come posso mai riuscire davvero (poi) ad amare il prossimo?"...e' del tutto impossibile! 
e' evidente allora che dire soltanto "ama il prossimo" equivale a niente ...ed anzi molto più facile, direi piuttosto inevitabile che si trasforma in qualcosa di distorto ..."ma io intuisco il vostro altruismo" dice a ragione Nietzsche.

E tornando all'amore di se stessi, questo, per essere tale,dovrebbe..e ancora prima delle due fasi successive descritte sopra.. appunto coincidere con l'amore di Dio (quando Nietzsche dice: "l'amore di se e' quello più remoto e lontano")... che in altri termini sarebbe l'estinzione dell'io

Lou

#10
Citazione di: acquario69 il 29 Luglio 2018, 13:47:35 PM
secondo me e dal mio punto di vista Il "succo" e gli "incastri" del discorso sarebbe questo:

"Ma se io (per prima) non amo me stesso, come posso mai riuscire davvero (poi) ad amare il prossimo?"...e' del tutto impossibile!
e' evidente allora che dire soltanto "ama il prossimo" equivale a niente ...ed anzi molto più facile, direi piuttosto inevitabile che si trasforma in qualcosa di distorto ..."ma io intuisco il vostro altruismo" dice a ragione Nietzsche.

E tornando all'amore di se stessi, questo, per essere tale,dovrebbe..e ancora prima delle due fasi successive descritte sopra.. appunto coincidere con l'amore di Dio (quando Nietzsche dice: "l'amore di se e' quello più remoto e lontano")... che in altri termini sarebbe l'estinzione dell'io
Il problema, forse, è che "me stesso" è il remoto, l'alterità, banalmente, ma non troppo, sono io, declinato al - "tu sei sei sempre stato un altro" - al tu si innichilisce l'io.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Lou

Citazione di: Apeiron il 27 Luglio 2018, 13:02:51 PM
Citazione di: Lou il 17 Luglio 2018, 19:31:02 PM
Amicizia stellare. Eravamo amici e siamo diventati estranei. Ma è giusto così, e non vogliamo né dissimularcelo né tenercelo oscuro, come se dovessimo vergognarcene. Siamo due navi, ciascuna delle quali ha la sua meta e la sua traiettoria; potremmo certo incrociarci e celebrare una festa insieme, come abbiamo fatto, - e poi le due brave navi potrebbero starsene tranquillamente in uno stesso porto e sotto uno stesso sole, cosicché si potrebbe pensare che siano giunte alla meta e che avessero una meta comune. Ma poi l'onnipotente violenza dei nostri compiti ci separerebbe ancora, spingendoci in mari e sotto soli diversi, e forse non ci rivedremmo mai più: oppure ci rivedremmo, - ma senza riconoscerci, perché mari e soli diversi ci avrebbero cambiato! Il fatto che dobbiamo divenire estranei è la legge sopra di noi: ma proprio per questo dobbiamo divenire anche più degni di noi! Proprio per questo il pensiero della nostra amicizia di un tempo si fa più sacro! Esiste, probabilmente, una curva, una traiettoria stellare immensa e invisibile di cui le nostre strade e mete tanto diverse possono costituire piccoli tratti: eleviamoci a questo pensiero! Ma la nostra vita è troppo breve e la nostra vista troppo scarsa perché possiamo essere più che amici nel senso di quella sublime possibilità. Crediamo dunque nella nostra amicizia stellare anche se, sulla terra, dovessimo essere nemici.

Anche se non mancano le mie critiche a Nietzsche, questo passo lo trovo davvero molto bello (ad essere sincero ho un giudizio "misto" su Nietzsche. Alcune cose le trovo condivisibili, altre invece inaccettabili come il suo testardo rifiuto di mettere paletti "morali" all'espressione della Volontà. Se vi interessa, la mia critica la trovate su questo post https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/nietzsche-l'-uomo-e-il-suo-diritto-al-futuro/msg16993/#msg16993). Ovviamente se si reintroduce l'etica, si rischia anche di introdurre altro  ;D
Ciao Apeiron! Ti leggerò, io Nietzsche lo trovo insopportabile.;)
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Jacopus

1) Ringrazio Lou per la prima citazione di questa discussione. Davvero bella.
2) Rispetto all'accostamento di Nietzsche alla tradizione cristiana, sarei davvero cauto. Va bene che qui siamo in "riflessioni sull'arte", però dico che Nietzsche vedeva in Dio, la tradizione, il "limite", tutto ciò che avrebbe potuto bloccare la creatività dell'Oltreuomo. Da qualche parte dice che "Se ci fossero dei, come potrei sopportare l'idea che non sono un dio, quindi non ci sono dei!". Del resto proprio in questo sta la sua grandezza. Nell'aver fissato in termini filosofici il mondo moderno, rispetto proprio all'assenza del limite che il mondo tradizionale ancora rispettava. Da qui nasce il progresso, la tecnica, e buona parte della riflessione filosofica successiva.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

acquario69

Citazione di: Lou il 30 Luglio 2018, 01:24:34 AM
Il problema, forse, è che "me stesso" è il remoto, l'alterità, banalmente, ma non troppo, sono io, declinato al - "tu sei sei sempre stato un altro" - al tu si innichilisce l'io.

Non mi e' chiaro quello che hai voluto dire (come del resto e' molto probabile che non dev'essere altrettanto chiaro quello che ho scritto io e magari anche quello che sto per scrivere ora :) )

Comunque visto che mi pare lo accenni in qualche modo,faccio una mia libera riflessione personale sull'identità e/o plurale sulle identità' 

credo che l'identita sia possibile attraverso la relazione...cioe si manifesta attraverso l'altro (altro da me) inscindibilmente.
quindi a sua volta una relazione per potersi realizzare necessita di identità.
Pensare di,come si e' visto succedere sempre più spesso,che le identità debbano essere annulate e/o omologate, che e' più o meno simile...della serie; .."siamo tutti uguali/non ci devono essere più differenze" ..non può semplicemente esistere e gioco forza non si potrà mai avere relazione alcuna ma evidentemente solo annichilamento (tenendo presente che annichilire e' pero cosa completamente diversa da estinzione, di cui ho fatto cenno nell'altro post)...e inoltre vi si cela dietro un autentico dispotismo mascherato per giunta da "buone intenzioni")

allo stesso modo dell'ama il prossimo tuo..senza pero considerare le identità..ossia il come te stesso.

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