"Tempus loquendi, Tempus tacendi"

Aperto da doxa, 30 Settembre 2020, 16:08:54 PM

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Tempus loquendi, Tempus tacendi (= C'è un tempo per parlare, ed uno per tacere).

Questa ammonizione mi evoca anche l'iscrizione nell'arca funebre  di Isotta degli Atti nel duomo di Rimini (tempio malatestiano). 


duomo di Rimini, titolato a Santa Colomba (cliccare sull'immagine per ingrandire)

L'incompiuto Tempio Malatestiano è un"emblema" del Rinascimento.  Parteciparono alla sua ricostruzione alcuni dei più grandi artisti italiani (Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Matteo de' Pasti, Agostino di Duccio).

La Cattedrale di Rimini è una vecchia chiesa francescana dedicata a San Francesco, fatta ampliare e trasformare da Sigismondo Pandolfo Malatesta nel XV secolo.

Dal XIV secolo, nonostante si trattasse di una chiesa assai modesta ad unica navata, fu scelta dai Malatesta, signori della città, come luogo per la loro sepoltura, e quindi arricchita di altari, cappelle, dipinti, come la crocifissione realizzata da Giotto.

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interno del duomo (tempio malatestiano)

Entrando nella chiesa, sulla destra c'è la prima cappella gentilizia, dedicata a San Sigismondo, re di Borgogna. Fu iniziata nel 1447 e compiuta nel 1452.

In questa cappella c'è la tomba di Sigismondo Pandolfo Malatesta, morto nel 1468. Fu signore di Rimini e di Fano dal 1432 al 1468.

Nella seconda cappella di destra, dedicata a San Michele,  c'è il  monumento  funebre di Isotta degli Atti, "forma et virtute Italie decori" (decoro d'Italia per bellezza e virtù); era nata a Rimini nel 1432.

Nel 1447 la bella adolescente fu notata, corteggiata ed amata segretamente da Sigismondo Pandolfo Malatesta, allora ancora sposato. In quello stesso nacque il loro primo figlio, morto alcuni mesi dopo.

La relazione "clandestina" tra  i due divenne pubblica nel 1449, anno in cui morì  la seconda moglie di Sigismondo, Polissena Sforza, sposata per alleanza politica con gli Sforza di Milano.

Il matrimonio  tra Sigismondo ed Isotta fu celebrato nel 1456. 

Dalla loro unione nacquero altri figli. 

Isotta governò la città di Rimini dapprima per conto del marito caduto in disgrazia in seguito al contrasto con  il pontefice Pio II, poi, rimasta vedova nel 1468,  in nome del figlio Sallustio, ucciso l'anno successivo per ordine di  Roberto Malatesta, figlio illegittimo di Sigismondo Pandolfo, il quale assunse il controllo della città.

Isotta morì nel 1474 e fu sepolta nel  Tempio Malatestiano, come già detto, nella cappella gentilizia dedicata all'arcangelo Michele.


tomba di Isotta degli Atti

Sulla parete sinistra  c'è il sarcofago di  Isotta degli Atti, sorretto da due elefanti porta-stemma e sormontato da un padiglione marmoreo, sovrastato dal cimiero malatestiano, tra teste d'elefante alate recanti cartigli, sui quali anche  il  sapienziale motto biblico "Tempus loquendi, Tempus tacendi", inciso su due fasce alla sommità del padiglione.

Il motto deriva dall'Ecclesiaste o Qohélet, nel quale c'è scritto, in ordine di successione, che nulla di nuovo c'è sotto il sole; che è inutile cercare di capire il senso delle cose accadute nel mondo; che "per ogni cosa c'è il suo momento": ed è qui che incontriamo l'elenco dei "tempi", a cui appartiene il motto citato. C'è il tempo di piangere, e quello di ridere, quello del lutto e quello per la  baldoria. Anche la gloria è fugace, non è quel sogno d'immortalità che un condottiero pensa per sé e proietta nel futuro. "Sic transit gloria mundi" sembra ripetere anche il motto di Qohélet.

"Tutto è come un soffio di vento: vanità, vanità, tutto è vanità".