Sentiero

Aperto da doxa, 01 Aprile 2024, 13:19:16 PM

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A volte basta una parola, una sola parola permette di comporre alcuni post,  un esempio è il sostantivo "sentiero", può condurmi ovunque: sui monti, al mare, in un bosco...



Vincent van Gogh, "Sentiero nel bosco, olio su tela, 1887, Van Gogh Museum, Amsterdam

Van Gogh lo realizzò mentre era a Parigi,  dal 1886 al 1888.

In questo dipinto riuscì ad armonizzare colori contrastanti.

La luce solare penetra  tra i rami degli alberi e tra le foglie sparse sul sentiero, colorandole con numerose sfumature.
Nelle zone d'ombra il fogliame presenta varie tonalità di ocra e di verde, attraverso esse compare il colore celeste del cielo.

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La parola "sentiero" deriva dall'antico francese "sentier", e questo dal  tardo latino "sēmĭta,  che nel tempo subì la modifica in "semitarium" (o "semiterium "), a sua volta derivato da "semitarius".
 
Nell'antica Roma c'era una via denominata "Alta Semita" (= sentiero alto, in latino), corrispondeva all'ingresso in città della Via Salaria e della Via Nomentana, attraverso la Porta Collina. Il suo percorso corrisponde alle attuali via del Quirinale e via XX Settembre, lungo la sommità del Colle Quirinale.
 
La Porta Collina: era una delle  4 porte urbiche  nelle mura difensive di Roma nel VI sec. a. C..  Secondo la tradizione in epoca monarchica le fece costruire il re Tarquinio Prisco, poi  fatte ampliare dal successore, Servio Tullio, il sesto dei cosiddetti "Sette re di Roma", e da questo presero il  nome di "Mura Serviane".
 



tratto di mura serviane al di fuori della Stazione Termini
 


Quella porta nella cinta muraria  era collocata  all'incrocio tra le attuali via Goito e via XX Settembre. Fu demolita nel 1872 per la costruzione del grande edificio del Ministero dell'Economia (ex Ministero delle Finanze). 
 
In epoca imperiale il percorso dell'Alta Semita fu interrotto nel 112  per la costruzione del foro e dei mercati traianei, progettati dall'architetto Apollodoro di Damasco durante l'impero di Traiano. Furono edificati per celebrare la vittoria dei Romani sui Daci.
 
Altra deviazione l'Alta Semita l'ebbe nel 315 circa sul colle del Quirinale per la costruzione delle Terme di Costantino I. Questo complesso termale fu l'ultimo del suo genere nell'antica Roma. Era ubicato nell'area attualmente compresa tra piazza del Quirinale, via Ventiquattro Maggio, via della Consulta e via Nazionale, in corrispondenza dei giardini di palazzo Rospigliosi. Queste terme furono danneggiate nel 367 da un incendio, saccheggiate nel 410 dai Goti comandati da Alarico. Restaurate nel 443 e abbandonate all'inizio del Medioevo.
 
Costantino I aveva la sovranità sulla pars occidentalis dell'impero  romano, invece Licinio regnava sulla pars orientalis.
E' quel Costantino che nel gennaio del 313 a Milano permise (d'accordo con Licinio) di rendere il cristianesimo "religio licita"  e autorizzò la restituzione alla Chiesa dei beni confiscati.

Dalla Porta Collina l'Alta Semita entrava in città,  passava vicino le Terme di Diocleziano e al tempio di Serapide, scendeva dal Colle Quirinale verso il Foro (Forum magnum, di epoca repubblicana) e forse si raccordava al Vicus Iugarius: significa "strada dei costruttori di  gioghi": il "giogo" è un attrezzo che serve per la trazione animale; è  una barra trasversale che viene  per esempio applicata al collo di una coppia di buoi, usati per trainare un carro o un aratro. 



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Nel precedente post ho citato il Vicus Iugarius: nell'Urbe collegava il forum magnum ai fora  Holitorium, Bovarium e l'area del porto fluviale.

[Una strada era  detta vicus se in un tratto in piano, clivus se in salita. Il termine "via" veniva dato solo a poche strade, come la Via Sacra e la Via Nova].

Il Foro Olitorio (Forum Holitorium in latino) è un'area archeologica alle pendici del  Campidoglio  tra il Teatro di Marcello e il Foro Boario.

In epoca romana il forum Holitorium era adibito a mercato della frutta e della verdura. Al suo interno c'era una statua bronzea di elefante: l'Elephas Herbarius; una zona era  riservata a tre tempietti dedicati  rispettivamente a Giano, Speranza e Giunone Sopita. 
 


In primo piano la posizione dei tre templi rettangolari del V sec. a. C. nel Foro Olitorio. Sulla sinistra il Teatro di Marcello. Chi era ? Marco Claudio Marcello era il nipote di Cesare Ottaviano Augusto, figlio della sorella Ottavia, che Augusto aveva designato come suo erede, dandogli in moglie la propria figlia Giulia, ma morto prematuramente.
 


 
Veduta di ciò che resta del Teatro di Marcello con le superfetazioni adibite ad abitazioni
 
Nelle vicinanze  c'era il Foro Boario (in latino Forum Boarium o Bovarium),  dedicato al mercato del bestiame e della carne.


(dal plastico nel  Museo della Civiltà Romana, nel quartiere E.U.R.): in basso, al centro dell'immagine, l'area pianeggiante del foro boario. Anche in questa zona commerciale c'erano dei templi: il tempio e l'ara dedicati  ad Ercole Vincitore e il tempio di Portunus (tempio della Fortuna Virilis).

Visibili le fluviali banchine del Portus Tiberinus, adiacente al Pons Aemilius (Ponte Emilio), il più antico ponte in pietra sul Tevere (Tiber).

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Di solito un sentiero viene creato dal continuo passaggio di animali e persone.
 


 
Camminare nei sentieri che s'inoltrano nei boschi di pino silvestre, abeti, faggi e betulle. E' un andare secondo natura, come i Sami e gli Inuit, senza mappe o GPS, affidandosi al sole, ai crinali dei monti, ai venti, alla visione dell'ambiente avvolto dal silenzio, avvolgente come la nebbia.  Un passo dietro l'altro nell'inconoscibile, solo con l'uso degli occhi e della mente, e diventa psicoterapia itinerante. Sostare e contemplare il mistero dell'universo, come davanti a un disvelamento.
 


 tipico sentiero prealpino
 
Seguire un sentiero che s'inoltra tra vegetazioni spesso selvatiche è un'esperienza interessante ma nel contempo inquietante.

La Commissione Escursionismo del Club Alpino Italiano ha classificato i sentieri in sette tipologie:
 
1. turistico,  sentiero facile in località turistiche;
 
2. escursionistico, anche questo privo di difficoltà e collegato a dei rifugi per la sosta;
 
3. attrezzato, per escursionisti esperti e caratterizzato dalla presenza di funi o scale;
 
4. alpinistico, con dei gradi di difficoltà, adatto a escursionisti esperti e necessita di un equipaggiamento adeguato;
 
5. via ferrata,  è su pareti rocciose e sulle creste montuose, attrezzato con funi o scale;
 
6. storico, importanza della via e ne valorizza l'aspetto culturale;
 
7. tematico, a scopo formativo, non presenta eccessive difficoltà.
 
Esistono anche altri tipi di classificazione. Una è relativa alla lunghezza e suddivide i sentieri in breve, media e lunga percorrenza. I primi sono itinerari circolari, senza grandi difficoltà con una durata massima di due giorni. I secondi, supportati da attrezzature ricettive, adatti ad escursionisti esperti e possono prevedere una camminata sino a sette giorni. Quelli di lunga percorrenza si caratterizzano per la durata di molti giorni di marcia e sono dotati della necessaria ricettività lungo il percorso.
 
Un'altra classificazione è legata al carattere funzionale dei sentieri. Li divide in sentieri:
 
di fondovalle, che collegano i paesi tra di loro;
 
di accesso dai fondovalle, che  conducono ai rifugi montani ai passi e cime.

attrezzati:
sentieri dotati di segnaletica, tratti attrezzati (scale di ferro, cordini, staffe, appigli, ecc.)
 
vicinali: sentieri creato su un fondi privati e usati per collegarsi a una pubblica via. Nelle mappe catastali possiamo riconoscere il sentiero vicinale in quanto nella sua intersezione con le strade principali è chiuso e non ha un passo carrabile. Di fatto viene usato solo per il passaggio di persone e animali in quanto privo dei requisiti necessari occorrenti per il transito di automezzi.
 
Un  sentiero è utile  se viene usato. Scoprire nuovi sentieri o rendere fruibili quelli coperti da rovi ed erbacce, significa creare le condizioni  per continuare la funzione che aveva quando fu realizzato.
 
p. s. Iano la tua indole poetica ti può indurre ad aggiungere altri post sul sentiero ?

sapa

Aspettando Iano, mi unisco a doxa nel cammino per sentieri tra i boschi e i pascoli di montagna. Laddove, cioè, l'aria è profumata e tersa, non greve e puzzolente come in città. A me basta un' ora al massimo, trascorsa in mezzo alla natura, per sentire l'olfatto rigenerarsi tanto da avvertire la presenza di un mezzo a motore a distanza, se sottovento. I polmoni ringraziano e la mente smette sempre di agitarsi. E qui confesso un mio progetto per il futuro: vorrei, prima di crepare, arrivare al Gran Sasso a piedi, partendo dal Casentino, per crinali e fondovalli. Io la definisco la mia impresa, sono circa 270 km, mi ci vorrà un mesetto, se tutto va bene, solo per arrivare.....Nel cammino io sono un passista, vado lento e cadenzato.

doxa


Corno grande e Corno piccolo visti dal versante della provincia di Teramo.
 

Parziale veduta della catena montuosa del "Gran Sasso d'Italia": è il massiccio montuoso più alto dei cosiddetti "Appennini" ed è lungo circa 50 km.

Gentile Sapa mi piacerebbe farti compagnia nell'escursione tra i monti e nei fondovalle. Ma per me "or non è più quel tempo e quell'età", per dirla con Carducci nella poesia "Davanti San Guido".

Ti aspetterò all'arrivo !  ;D