luoghi e non luoghi delle vacanze

Aperto da sileno, 06 Maggio 2018, 08:15:09 AM

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sileno

LUOGHI E NON LUOGHI DELLE VACANZE

È ormai celebre la distinzione fra luoghi e non luoghi proposta oltre dieci anni fa dall'antropologo francese Marc Augé: "Se un luogo può definirsi come identitario, relazionale, storico, uno spazio che non può definirsi né identitario, né relazionale, né storico si definirà un non-luogo" . Sono non luoghi gli spazi relativi al transito e alla circolazione di persone, merci, denaro, informazioni: le stazioni ferroviarie, gli autogrill, i sotterranei della metropolitana, le sale d'attesa degli aeroporti, ma anche i supermercati, le banche, le grandi catene alberghiere e ristorative, i campi nomadi e profughi nelle periferie delle città. Laddove i luoghi esprimono una storia e un'identità precisa, un genius loci, i non luoghi sono privi di storia, anonimi, simili gli uni agli altri. Laddove i luoghi invogliano le persone a stabilire relazioni sociali, i non luoghi si affollano di individui che non comunicano: la vocazione dei non luoghi non è infatti quella di "creare identità individuali, relazioni simboliche e patrimoni comuni, ma piuttosto di facilitare la circolazione (e quindi il consumo) in un mondo di dimensioni planetarie"2 . Laddove i luoghi impongono i loro significati e la loro identità ad abitanti e visitatori, i non luoghi hanno senso solo per la loro funzione immediata (ristorazione, trasporto, sosta, ecc.) e sembrano per questo lasciare spazio alla personalità e inventiva di ciascun individuo, mentre invece dettano le stesse condizioni a tutti. I non luoghi però non sono una semplice negazione dei luoghi, qualcosa che esiste per sottrazione: sempre più spesso, infatti, luoghi e non luoghi si compenetrano. Da un lato spiagge, montagne, monumenti si trasformano inevitabilmente, se troppo frequentati e visti, in non luoghi: nell'affollamento e nella reiterazione perdono unicità e spessore storico, diventano piatte cartoline. Dall'altro autostazioni, metropolitane, aeroporti ecc. possono acquisire nel tempo un'identità storica, o diventare luoghi d'incontro e relazioni umane, con una loro individualità e densità simbolica. Nella seconda metà del Novecento il turismo ha progressivamente aumentato il numero di spostamenti di persone nel mondo. Gli statunitensi sono stati i primi a permettersi il viaggio all'estero; negli anni Sessanta è stata la volta degli europei, poi dei canadesi, giapponesi, australiani, finché negli anni Ottanta è esploso il turismo di massa nei paesi ricchi dell'Occidente e Nord del mondo. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), oggi si muovono fuori dai confini nazionali oltre 600 milioni di persone all'anno, ai quali vanno aggiunti spostamenti interni quasi 10 volte superiori a quelli internazionali, per cui le persone che ogni anno viaggiano per turismo sarebbero circa 5 miliardi. Gli spostamenti di massa hanno moltiplicato a dismisura i non luoghi del mondo, perché da un lato hanno trasformato in non luoghi molti di quelli che un tempo erano luoghi (dal Colosseo alla spiaggia caraibica, dalle Piramidi d'Egitto alle cascate del Niagara), dall'altro hanno indotto l'industria del turismo a costruire nuovi non luoghi: villaggi vacanze, complessi alberghieri e residenziali, campeggi. Da vent'anni gli operatori del turismo internazionale moltiplicano sistematicamente l'offerta di non luoghi, e lo fanno per una ragione molto semplice: i non luoghi dei viaggi e delle vacanze hanno un'attrattiva particolare, piacciono, sono desiderati dai più. Vediamo perché. Il non luogo non è mai del tutto nuovo. Lo si è già visto rappresentato in cartolina, sui cataloghi delle agenzie viaggi, sui media, sui souvenir portati a casa da amici e parenti che ci sono già stati. Così, vedere con i propri occhi un monumento celebre, visitare una città d'arte invasa dal turismo è soprattutto un atto di riconoscimento visivo. La gratificazione viene proprio da questo: non occorre sforzarsi troppo, non occorre neanche leggere o ascoltare le spiegazioni della guida turistica, perché riconoscendo dal vero ciò che abbiamo visto in foto ci sembra di sapere già quanto basta. Il non luogo ci fa girare il mondo senza metterci mai a confronto con le diversità che ci sono nel mondo, il che è molto rassicurante: possiamo dirci gran viaggiatori senza aver mai messo in discussione le nostre abitudini e i nostri pregiudizi, sempre più forti nella convinzione che "tutto il mondo è paese". I villaggi turistici e i grandi alberghi sono tutti simili fra loro, ovunque si trovino, anche quando gli operatori ne promuovono l'originalità, addirittura l'unicità, con lo stereotipo del "luogo esclusivo". In questi non luoghi si parla lo stesso esperanto (un inglese piatto e semplificato), si fanno le stesse cose (spiaggia, bar, un po' di sport, animazione), si mangiano gli stessi cibi (la cucina internazionale), si incontrano le stesse maschere (l'animatore, l'istruttore sportivo, l'addetta al baby club), si guardano gli stessi paesaggi (riquadri di spiagge fra palme e bungalow, sfondi di natura immancabilmente "incontaminata" e "rigogliosa", come dicono i cataloghi). Le varianti locali sono ridotte al minimo: un piatto più o meno speziato, una musica in sottofondo invece di un'altra, un verde più o meno brillante. Gli incontri con le popolazioni locali, con le loro storie e vite, sono sporadici e filtrati dalle gite organizzate, dalle escursioni fuori dal non luogo: andata e ritorno in giornata, dietro una guida locale ben ammaestrata a trattare con i turisti, a dare e dire ciò che vogliono. Non una parola sulle condizioni politiche, sociali ed economiche del paese in cui ci si trova, su dittature, persecuzioni, fame, malattie, così frequenti nel Sud del mondo. E così nei Caraibi si incontrano indigeni sempre "calienti", "poveri ma dignitosi", con "il ritmo nel sangue", in Oriente le persone sono sempre "sorridenti", in Africa i neri sempre "ospitali" e "contenti di vederci"3 . In sintesi, il non luogo è particolarmente adatto all'idea di vacanza, intesa come vuoto, come buco nel pieno della vita ordinaria: vuoto di esperienza, vuoto di differenze, vuoto di storia, di identità, di relazioni. Non a caso le persone che tornano da un non luogo di vacanza lamentano tutte che, una volta riprese le solite cose, i vissuti della vacanza svaporano in poche ore. Per forza: erano vissuti sotto vuoto. Eppure milioni di persone, nei paesi ricchi del mondo, lavorano tutto l'anno per concedersi qualche settimana di questi vuoti, e i non luoghi delle vacanze sono fra i più ambiti oggetti dei loro desideri e sogni: sono, appunto, vacanze "da sogno". (ARTICOLO di Giovanni Cosenza nel sito http://www.golemindispensabile.i


Si possono percorrere milioni di Km senza scalfire la superficialità dei luoghi. Il vero senso del viaggio sta nell'ascoltare storie.

acquario69

CitazioneSi possono percorrere milioni di Km senza scalfire la superficialità dei luoghi. Il vero senso del viaggio sta nell'ascoltare storie.


quante' vero!  :)

...era la vigilia di un capodanno (98-99)io,una ventina di anni scarsi  .. mi ero già da tempo organizzato con i miei amici, non sapevo nemmeno bene io dove, ma tanto mi bastava, ripensando a come avevamo trascorso bene insieme il capodanno passato.
Il giorno prima pero un altro mio carissimo amico, parecchio più grande di me, passa a salutarmi dove lavoravo e mi disse di venirmi a trovare il giorno della vigilia per un brindisi di buon augurio.
Naturalmente ci andai, poche ore prima di mezzanotte e lo trovai in compagnia di un suo vicino di casa,che non avevo ancora mai visto, un signore avanti con gli anni, che stavano preparando insieme un tipico primo piatto siciliano "pasta co l'anciovi e muddica"  :) (il signore era appunto siciliano)
Naturalmente mi invitarono a rimanere...dissi di no,che avevo già preso impegni eccetera...poi pero mi dissero almeno di assaggiare....e cosi finii per rimanere con loro, certo pure del fatto che con i miei amici non avrei avuto nessun problema per questo cambio di programma.

Questo signore comincio a raccontarci la sua vita,le sue esperienze nel suo lungo mestiere di marinaio, da quando era molto giovane,di tutte le sue avventure, quelle più strane e particolari che quel tipo di lavoro sicuramente gli aveva concesso, dei posti che frequento' in tutto il mondo..(quando ancora era possibile notare le differenze da un luogo a un altro, di genti e culture diverse..quando insomma cerano i luoghi, poi sempre più rimpiazzati dai nullificanti non-luoghi)


Me lo ricordo ancora come il più bel capodanno della mia vita...era davvero come se avessi viaggiato per migliaia di km, senza muovermi..."un viaggio" che fini' per arricchirmi come non mai.


InVerno

Boh, questo post racconta di un fenomeno emergente sessantanni fa, forse anche di più. Oggi il trend è completamente opposto, villaggi turistici, catene di hotel, fast food etc sono praticamente tutti in discesa, con alcune forme di turismo "industriale" praticamente in caduta libera con annesse chiusure. Sopratutto nel primo mondo e dove internet (l'eccesso di modernità per eccellenza) ha attechito. Tutte le fome di ospitalità diffusa, micro ospitalità familiare, o comunque forme le forme "local" del turismo sono in crescita continua e costante da anni. Mi rendo conto che sparare sulla crocerossa della modernità è lo sport preferito praticamente da tutti, è semplicemente curioso che quando qualcosa va "per il verso giusto" si vada invece a scavare in fenomeni ormai in regressione costante pur di essere contro sempre e comunque.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

clauzia2

l'industri turistica ricopre tutti i tipi di viaggio anche quelli che pensano di essere viaggiatori e si sono attrezzati alla decatlon con lo zaino in spalla e dormono nell ostello o presso privati, viaggiano con un telefonino perfettamente connessi e non si perdono perchè nei non luoghi ce poco da cercare si ritrovano sempre in milioni di immagini che hanno in memoria fanno tutti quanti la stessa foto e diventano consumatori dello stesso prodotto preparato in serie. chi fa vacanze o viaggia diventa sempre attore della stessa scena. si sono moltiplicati i non luoghi perchè l esigenza di mappare e riconoscere tutto è piu forte di quella di doversi "perdere" questo non è un viaggio ma semplicemente uno spostamento da una scatola all altra da una casa a un albergo a un eroporto. venezia è ormai una citta dentro un centro commerciale dove migliaia di persone fanno un selfie che brucia in un minuto la attraversa senza fermarsi, questo è il progetto dei vostri viaggi o vacanze. a me è sempre piaciuto viaggiare ma quando mi confronto con esodi di turisti diperati tra selfie e furti di immagini tutte uguali mi viene voglia di fuggire e fare il contrario tornare a casa. siamo legati al viaggio in qualche modo anche solo per come i pianeti e l universo influenza la nostra esistenza. per questo se vogliamo di nuovo iniziare a viaggiare dovremmo essere noi i primi a non essere non luoghi e allora si che ci sara una vacanza o un viaggio che meriti di essere fatto

https://www.astrooroscopo.it/

sileno

Citazione di: clauzia2 il 17 Settembre 2018, 11:46:27 AM
l'industri turistica ricopre tutti i tipi di viaggio anche quelli che pensano di essere viaggiatori e si sono attrezzati alla decatlon con lo zaino in spalla e dormono nell ostello o presso privati, viaggiano con un telefonino perfettamente connessi e non si perdono perchè nei non luoghi ce poco da cercare si ritrovano sempre in milioni di immagini che hanno in memoria fanno tutti quanti la stessa foto e diventano consumatori dello stesso prodotto preparato in serie. chi fa vacanze o viaggia diventa sempre attore della stessa scena. si sono moltiplicati i non luoghi perchè l esigenza di mappare e riconoscere tutto è piu forte di quella di doversi "perdere" questo non è un viaggio ma semplicemente uno spostamento da una scatola all altra da una casa a un albergo a un eroporto. venezia è ormai una citta dentro un centro commerciale dove migliaia di persone fanno un selfie che brucia in un minuto la attraversa senza fermarsi, questo è il progetto dei vostri viaggi o vacanze. a me è sempre piaciuto viaggiare ma quando mi confronto con esodi di turisti diperati tra selfie e furti di immagini tutte uguali mi viene voglia di fuggire e fare il contrario tornare a casa. siamo legati al viaggio in qualche modo anche solo per come i pianeti e l universo influenza la nostra esistenza. per questo se vogliamo di nuovo iniziare a viaggiare dovremmo essere noi i primi a non essere non luoghi e allora si che ci sara una vacanza o un viaggio che meriti di essere fatto

https://www.astrooroscopo.it/





Internet e i Socia Nonlluoghi  di Gianluca Esposito - 2014


Lo spazio di Internet è senza alcun dubbio un "nonluogo", uno spazio in cui quello che vi compare, quello che vi viaggia, non è, in alcun modo, riconducibile a delle coordinate spazio-temporali determinate, pare, dunque, ovvio che i Social Network rappresentino il "nonluogo", per eccellenza, di Internet.  Marc Augé così definisce il concetto di "nonluogo":
"Se un luogo può definirsi come identitario, relazionale, storico, uno spazio che non può definirsi né identitario, né relazionale, né storico, definirà un nonluogo. [...] I nonluoghi rappresentano l'epoca: ne danno una misura quantificabile ricavata addizionando [...] le vie aeree, ferroviarie, autostradali, [...], gli aereoporti, le stazioni ferroviarie, [...], i grandi spazi commerciali, [...], e infine, la complessa matassa di reti cablate o senza fili che mobilitano lo spazio extraterrestre ai fini di una comunicazione così peculiare che spesso mette l'individuo in contatto solo con un'altra immagine di se stesso."
È certamente la globalizzazione ad aver permesso la nascita di questi nonluoghi unendo le "differenze" ma senza contaminazione: ogni differenza (che sia culturale, sociale, religiosa, e così via) resta nello spazio ad essa assegnato all'interno del nonluogo. Tali spazi sono incentrati sul presente e sono il prodotto della postmodernità caratterizzata dalla precarietà, dall'instabilità, dal passaggio e dall'individualismo solitario.
Non di rado gli ambienti virtuali sono collegati a questi spazi senza radici forse per la similarità che c'è tra le persone che "transitano" in "nonluoghi reali" e quelle dei "nonluoghi virtuali": in entrambi i casi, infatti, si parla di utenti che non abitano il nonluogo ma lo "attraversano", utenti che abbandonano le loro caratteristiche e ruoli personali per essere un'entità anonima. I codici comunicativi dei nonluoghi, infatti, ammettono un'identità nascosta, provvisoria, anonima appunto, che permette agli individui di liberarsi da abitudini e cliché e mettere in gioco una personalità che vaga dall'inconscio, al falso, al desiderato.
Però una differenza ravvisabile tra "nonluoghi reali" e "nonluoghi virtuali" riguarda proprio l'essere Social:
1. Nei "nonluoghi reali" si socializza solo in occasione dell'entrata o dell'uscita (o da un'altra interazione diretta) nel/dal nonluogo, per il resto del tempo si è soli e simili a tutti gli altri utenti/passeggeri/clienti che si ritrovano a recitare una parte che implica il rispetto delle regole (centri commerciali, autostrade, aeroporti);
2. Nei "nonluoghi virtuali", invece, la socializzazione è, teoricamente, l'obiettivo principale e in quanto tale non è delimitata all'ingresso o uscita nel/dal nonluogo ma "sovrasta" tutto il "transito" dell'utente.
Dinanzi al potere dell'essere Social a nulla serve il corpo, a nulla serve guardarsi negli occhi... nel web a comunicare sono le parole, fiumi contorti di parole, di simboli, di saluti, di richieste, di emozioni che paradossalmente si provano guardando lo schermo del computer, superando ogni barriera spaziale e temporale, superando ogni handicap corporeo o caratteriale, nelle comunità virtuali si è tutti uguali, e ci si sente spesso a "casa".
Conseguenza meravigliosa dell'essere Social è la creazione di uno spazio condiviso all'interno del quale tutti i partecipanti sono "costruttori di senso", una sorta di "intelligenza collettiva" che costituisce un sapere comune. In realtà è la struttura stessa di un Social Network a permettere la creazione di tale intelligenza, in quanto la comunità è come un reticolo policentrico di idee, tutte in relazione tra loro che coopererebbero nella costruzione di un sapere di tutti e di ciascuno.       
Ogni membro di un Social Network avrebbe, dunque, accesso ad un bacino di informazioni che egli stesso contribuisce ad arricchire... Peccato, però, che questa sia solo una deduzione teorica poiché, praticamente, è lecito concordare con Anna Cicalese quando osserva che  gli utenti mirano, più o meno inconsapevolmente, alla diffusione di una vera e propria ignoranza collettiva, fatta del luogo comune più vuoto e insignificante, imponendo modelli semplificati e spesso aberranti sia nel linguaggio che nelle dinamiche relazionali.

clauzia2

#6
è un piacere leggere queste righe. auge ha visitato bene i luoghi di questo tempo e della sur modernita il web è un luogo dove tutti si esprimono a volte anche su temi che neanche conoscono di conseguenze avviene la diffusione dell ignoranza. a volte mi chiedo se sia colpevolizzabile l 'ignoranza e se per evitare la diffusione di contenuti errati non sia diventato indispensabile "etichettare" e distinguere i "luoghi" dove ci possa essere la condivisione di informazioni corrette con relative fonti, perchè chi sa cercare trova ma chi non ha gli strumenti si perdera invevitabilmente nel caos delle informazioni corrette o sbagliate senza esser in grado di fare una distinzione

sileno

Citazione di: clauzia2 il 17 Settembre 2018, 15:52:37 PM
è un piacere leggere queste righe. auge ha visitato bene i luoghi di questo tempo e della sur modernita il web è un luogo dove tutti si esprimono a volte anche su temi che neanche conoscono di conseguenze avviene la diffusione dell ignoranza. a volte mi chiedo se sia colpevolizzabile l 'ignoranza e se per evitare la diffusione di contenuti errati non sia diventato indispensabile "etichettare" e distinguere i "luoghi" dove ci possa essere la condivisione di informazioni corrette con relative fonti, perchè chi sa cercare trova ma chi non ha gli strumenti si perdera invevitabilmente nel caos delle informazioni corrette o sbagliate senza esser in grado di fare una distinzione



Grazie gentile Clauzia. Pensavo al non luogo sul lago d'iIseo, la passerella gialla che attirò una gran massa
I non luoghi virtuali sono viaggi metaforici senza alcun obiettivo.Bauman ne è stato profondo critico: si sproloquia per far andare avanti il forum.
Per Eco ci si adegua a una forma didilettantismio parlando senza alcuna preparazione. .L'uomo colto sa dove cercare l'informazione che glioccorre in quel momento o deve improvvisare secondo quello che gli permettei il suo bagaglio,ideologia contenuti che improvvisa sul momento