Il senso del viaggio - breve introduzione alla sezione

Aperto da nevelasole, 07 Giugno 2016, 23:23:45 PM

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nevelasole

C'è un posto in un piccolo paese del Guatemala, che per loro è un centro abbastanza grande, che si chiama "Crossroads Café". E' di un americano di San Francisco che ha studiato 10 anni da un'italiana per imparare a fare il caffè e lo serve insieme ad ottimi cheesecakes all'inglese. Il posto è piccolo, sulle pareti c'è disegnato il mondo, e nel lungo bancone seduto accanto a te c'è qualcuno che spesso rappresenta un pezzetto di mondo molto lontano dal tuo.
Erik, il barman, ti fa domande su da dove vieni, perché sei lì, come ti trovi e che cosa cerchi.
Lui è lì perché un giorno ha deciso che voleva veder crescere i suoi figli, e a San Francisco non ci riusciva. A chi gli chiede se abbia paura a vivere in Guatemala risponde che è un motociclista, abituato a prendersi dei rischi.
A me quel posto ha fatto riflettere molto su quanto vivere e scegliere richieda coraggio, me lo ricordo ogni volta che prendo un caffè in un mug piuttosto artigianale con su scritto "Crossroads".
Ogni volta che viaggio mi accorgo quanto la mia mente si apra ed ogni volta che viaggio incontro persone incredibili con una storia da raccontare. E nel loro incontro comprendo un altro piccolo pezzo della mia storia.
Vorrei che  in questo spazio, che in qualche modo è un "crossroads", condividessimo esperienze di viaggi vicini e lontani, reali e simbolici, che ci hanno reso consapevoli, aiutato in una scelta di vita o semplicemente regalato un'emozione inattesa.
Grazie a tutti quelli che vorranno raccontare il loro viaggio.
Neve

Aniel

Mi siedo alla taverna, un po' accaldata, ma nel bar oltre al barman non c'e' nessuno,non e' ancora arrivato nessuno, percio' parlo con il barman, il quale mi offre acqua fresca, pura, dissetante,questo grande ristoratore, me la offre gratis, senza chiedere niente...:
racconto: sono arrivata da un sentiero di alta montagna,il mio sguardo ha spaziato fin dove la radura finisce, dove le pinete e il muschi si incontrano nel il terreno piu' brullo dei pascoli, siamo a 1800 metri di altitudine, il mio sguardo abbraccia montagne indescrivibili che mi avvolgono a 360 gradi:l'Albergian maestoso e' di fronte a me, poi lo sguardo si perde nella valle che si e' scavata nei secoli il fiume Chisone,fino a raggiungere, attraverso un passo lontano , la val Susa e poi oltre verso la Francia.
Sto cercando arnica,erba curativa, elettiva per i traumi,le slogature e i lividi del corpo , il mio sguardo e' attento , i fiori multicolori la nascondono alla vista,..... il mio passo e' lieve, misurato, cosi' sono i pensieri sembrano inconsistenti, non necessari....e' pace,..... contemplazione in ogni cosa.
Arrivo al greto di un ruscello e scorgo una tenda tra i pini e un lungo filo tra i rami , un bucato steso al sole, un cane sonnecchia tranquillo, penso: avranno prenotato su booking?, e' incredibile come la bellezza non costi niente!!!, mi incuriosisce il fatto che vicino alla tenda ci siano dei capretti, piccoli e teneri, piu' avanti incontro un pastore che sulla moto torna in paese, si ferma e parliamo: -sono bravi i suoi cani?- , -mah..se non hai paura non mordono!!! pero' sta attenta perche' ci sono lupi!!!!,(ha riso canzonandomi un poco), -se e' per il pericolo, che dire allora delle vipere, io non ne ho paura, non sento paura tra queste montagne che conosco fin dall'infanzia. Alzo lo sguardo, un gregge enorme di pecore poco lontano, una visione benedetta, sono in un presepio, saluto il pastore e mi accosto a loro , mi faccio piccola, piccola, i campanellini legati al collo cantano per me un musica dolce, i capretti che leccano amorevolmente i loro piccoli mi riempiono di tenerezza, rimango assorta e felice, un giovane sui 20 anni spunta dal gregge e si dirige verso la tenda a mangiare il pranzo che qualcuno ha preparato.
 Vorrei ancora salire, ma il cielo e'assalito da nubi veloci, in montagna il tempo cambia spesso e se si abbassa la nebbia e' difficile poi ri trovare il sentiero, cosi' rinuncio alle stelle alpine e torno in discesa alla borgata.  Gli uccelli mi raccontano, un corvo gracchia...ma che strano, non ho incontrato marmotte, forse non ho pensato a loro, non le ho evocate, boh,!!! e' strano; anche i grandi sciami di farfalle bianche,i grossi grilli, a centinaia, che mi solleticavano i piedi infantili, dove sono? e le cicale con il loro sfregare di ali, a centinaia...ho sempre paura di pensare cose troppo negative,pero' a sera il pastore mi conferma che la natura si e' molto modificata(,la natura si svela a chi la conosce nel suo intimo.) E che dire poi dei ghiacciai,si vedevano enormi, possenti, riserva d'acqua per ruscelli e fiumi...adesso a guardare attentamente non ne rimane che un triste ricordo in squarci di bianco che sembrano fili, non sembra neanche vero..
..L'anno scorso ho avuto un incontro ravvicinato con un possente cervo, quando sei silenzioso gli animali non hanno paura e vengono a farti visita, cosi' involontariamente, ci siamo sorpresi e spaventati entrambi...lui e' scappato di corsa con le sue corna possenti...che bei ricordi...
,

Duc in altum!

Un'emozione inattesa, dopo tanti anni di viaggi, e dopo che grazie ad uno di essi avevo preso residenza (per quasi 20 anni) in Sud-America, è stata quella che piano piano mi ha reso consapevole, anche se non partecipe e fiancheggiatore di questa disposizione "mistica", del mio rientro in Italia.
L'emozione non è stata poi tanto quello sperimentare che il viaggio più bello è quello del ritorno a casa, ma il vivere la validità, l'efficacia, la fondatezza di un detto che già 30 anni prima avevo appreso a memoria e che sovente ripetevo tra me e me: "...spesso si incntra il destino sulla via che si percore per sfuggirlo...".
Ecco, il senso del viaggio, secondo la mia intuizione, è un po' il senso stesso dell'esistenza (visto che qualcuno afferma che siamo pellegrini, e non padroni, di questo mondo). Più si scalpita (si viaggia) per fare esperienze, per conoscere gli altri, per padroneggiare nella pratica, per incontrare il perché dei perché, e maggiormente si distingue che l'autenticità ontologica umana risiede nella capacità di starsene tranquilli in un posto e in compagnia di sé stessi (cit. Lucio Anneo Seneca), sempre pronti e disposti nel donarsi a chi in noi si rifugia.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

tony54

Non  andare,c'era una voce dentro di me che diceva:lascia stare,non andarci
Ma non ascoltai quella voce,mi incamminai su questo sentiero,era scosceso,irto,non mi era affatto familiare
D'altronde quando vai in un posto nuovo non dovrebbe essere "familiare" altrimenti perderebbe fascino
Mi affaccio a una specie di "balcone" e subito vengo investito da un getto d'acqua,allora penso :iniziamo bene era meglio rimanere a casa
Comunque dopo un po  esco,inizio a prendere confidenza con il posto, conosco nuove persone,nuovi amici,
mi adatto a quel tram tram ma ogni tanto sento dentro di me quella  voce che continua dirmi torna a casa
Con il passare del tempo conosco una ragazza,gioe e dolori,mi avevano avvertito che :moglie e buoi dei paesi tuoi
ma restiamo insieme a dispetto delle avversità
Gli anni passano,arrivano figli e poi nipoti,ma quella voce è sempre presente a ricordarmi di ritornare a casa
Un brutto giorno sto male mi portano in ospedale,non sono più cosciente ma sento ancora quella voce,
questa volta le do retta,scendo dal letto e mi incammino su un "sentiero"ha dei colori strani,cangianti,poi si fissa al bianco,
alla fine del sentiero trovo una donna che mi dice: finalmente c'è l'hai fatta,quanto  tempo per
ritornare,mi prende la mano e mi accompagna,arriviamo in un posto bellissimo,alberi e fiori 
fanno da cornice, e un canto melodico  dona pace,Sto bene,per la prima volta in vita mia mi sento vivo
Dico alla donna ma questa è casa mia,adesso la riconosco,lei non risponde,si trasforma  in luce,
sentii nella mia mente:anche tu puoi farlo,essere stato uomo non cancella il vero ricordo,
Allora "pensai" di essere luce.e sentii svanire me stesso è diventare luce 
Finalmente ero a casa
Ma la beatitudine durò poco,mi sentii trascinare verso il basso,"braccia" possenti mi afferrarono le gambe,ripercorsi a ritroso quel sentiero,
Sentii un calore enorme quando riapri gli occhi,non ero più a casa e sentivo male dappertutto,
Allora realizzai che il viaggio non era finito,dovevo ancora "osservare"
Ma ero contento perchè adesso conoscevo la strada per ritornare a casa

acquario69

Citazione di: tony54 il 11 Agosto 2016, 15:25:07 PM
Non  andare,c'era una voce dentro di me che diceva:lascia stare,non andarci
Ma non ascoltai quella voce,mi incamminai su questo sentiero,era scosceso,irto,non mi era affatto familiare
D'altronde quando vai in un posto nuovo non dovrebbe essere "familiare" altrimenti perderebbe fascino
Mi affaccio a una specie di "balcone" e subito vengo investito da un getto d'acqua,allora penso :iniziamo bene era meglio rimanere a casa
Comunque dopo un po  esco,inizio a prendere confidenza con il posto, conosco nuove persone,nuovi amici,
mi adatto a quel tram tram ma ogni tanto sento dentro di me quella  voce che continua dirmi torna a casa
Con il passare del tempo conosco una ragazza,gioe e dolori,mi avevano avvertito che :moglie e buoi dei paesi tuoi
ma restiamo insieme a dispetto delle avversità
Gli anni passano,arrivano figli e poi nipoti,ma quella voce è sempre presente a ricordarmi di ritornare a casa
Un brutto giorno sto male mi portano in ospedale,non sono più cosciente ma sento ancora quella voce,
questa volta le do retta,scendo dal letto e mi incammino su un "sentiero"ha dei colori strani,cangianti,poi si fissa al bianco,
alla fine del sentiero trovo una donna che mi dice: finalmente c'è l'hai fatta,quanto  tempo per
ritornare,mi prende la mano e mi accompagna,arriviamo in un posto bellissimo,alberi e fiori
fanno da cornice, e un canto melodico  dona pace,Sto bene,per la prima volta in vita mia mi sento vivo
Dico alla donna ma questa è casa mia,adesso la riconosco,lei non risponde,si trasforma  in luce,
sentii nella mia mente:anche tu puoi farlo,essere stato uomo non cancella il vero ricordo,
Allora "pensai" di essere luce.e sentii svanire me stesso è diventare luce
Finalmente ero a casa
Ma la beatitudine durò poco,mi sentii trascinare verso il basso,"braccia" possenti mi afferrarono le gambe,ripercorsi a ritroso quel sentiero,
Sentii un calore enorme quando riapri gli occhi,non ero più a casa e sentivo male dappertutto,
Allora realizzai che il viaggio non era finito,dovevo ancora "osservare"
Ma ero contento perchè adesso conoscevo la strada per ritornare a casa


che magnifica esperienza che hai fatto...

chissa perché quella voce per arrivare a capirla,pare come se dobbiamo prima arrivare a fare un percorso diverso da quello che in qualche modo ci veniva indicato (?)..almeno così mi sembra,quello che pero non capisco e' il motivo,il perché di questo stesso viaggio! 

poi nella tua vicenda ce' anche il ricordo e penso fa parte della stessa voce..io avrei aperto un argomento sui ricordi

http://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/cosa-sono-i-ricordi/

perché credo proprio che nella sua intima essenza corrisponde a quanto hai sentito nella mente in quel momento.

allora il viaggio,nelle sue infinite forme ed inteso come scoprire qualcosa di nuovo,(ma che nuovo non era,bensì solo celato) e' come riuscire a "vedere" se pure in lontananza,la nostra casa e getta luce sull'itinerario da seguire per poterci tornare

Aniel

Tony, questo tipo di viaggio, di cui hai avuto, come benedizione, di fare esperienza, e' il viaggio che vorremmo fare tutti: il viaggio verso l'Assoluto che per sua natura e' amore e luce e protezione verso il male e le tenebre. Mi ricorda una frase di Sri Yunkestar, il maestro di Yogananda: 'La via si fa buia, affrettiamoci a casa'.
La tua esperienza di pre-morte e' stata sperimentata da molti uomini fortunati che hanno avuto un 'assaggio' della potenza di Dio, lo stesso Dio o SE'superiore che ci accompagna adesso in questo mondo di 'prove' per arrivare, alla fine, tutti a fonderci in quella luce meravigliosa,la chiara luce. Tu lo sai....molto meglio di noi....

tony54

Citazione di: acquario69 il 12 Agosto 2016, 06:34:21 AM
Citazione di: tony54 il 11 Agosto 2016, 15:25:07 PM
Non  andare,c'era una voce dentro di me che diceva:lascia stare,non andarci
Ma non ascoltai quella voce,mi incamminai su questo sentiero,era scosceso,irto,non mi era affatto familiare
D'altronde quando vai in un posto nuovo non dovrebbe essere "familiare" altrimenti perderebbe fascino
Mi affaccio a una specie di "balcone" e subito vengo investito da un getto d'acqua,allora penso :iniziamo bene era meglio rimanere a casa
Comunque dopo un po  esco,inizio a prendere confidenza con il posto, conosco nuove persone,nuovi amici,
mi adatto a quel tram tram ma ogni tanto sento dentro di me quella  voce che continua dirmi torna a casa
Con il passare del tempo conosco una ragazza,gioe e dolori,mi avevano avvertito che :moglie e buoi dei paesi tuoi
ma restiamo insieme a dispetto delle avversità
Gli anni passano,arrivano figli e poi nipoti,ma quella voce è sempre presente a ricordarmi di ritornare a casa
Un brutto giorno sto male mi portano in ospedale,non sono più cosciente ma sento ancora quella voce,
questa volta le do retta,scendo dal letto e mi incammino su un "sentiero"ha dei colori strani,cangianti,poi si fissa al bianco,
alla fine del sentiero trovo una donna che mi dice: finalmente c'è l'hai fatta,quanto  tempo per
ritornare,mi prende la mano e mi accompagna,arriviamo in un posto bellissimo,alberi e fiori
fanno da cornice, e un canto melodico  dona pace,Sto bene,per la prima volta in vita mia mi sento vivo
Dico alla donna ma questa è casa mia,adesso la riconosco,lei non risponde,si trasforma  in luce,
sentii nella mia mente:anche tu puoi farlo,essere stato uomo non cancella il vero ricordo,
Allora "pensai" di essere luce.e sentii svanire me stesso è diventare luce
Finalmente ero a casa
Ma la beatitudine durò poco,mi sentii trascinare verso il basso,"braccia" possenti mi afferrarono le gambe,ripercorsi a ritroso quel sentiero,
Sentii un calore enorme quando riapri gli occhi,non ero più a casa e sentivo male dappertutto,
Allora realizzai che il viaggio non era finito,dovevo ancora "osservare"
Ma ero contento perchè adesso conoscevo la strada per ritornare a casa


che magnifica esperienza che hai fatto...

chissa perché quella voce per arrivare a capirla,pare come se dobbiamo prima arrivare a fare un percorso diverso da quello che in qualche modo ci veniva indicato (?)..almeno così mi sembra,quello che pero non capisco e' il motivo,il perché di questo stesso viaggio!

poi nella tua vicenda ce' anche il ricordo e penso fa parte della stessa voce..io avrei aperto un argomento sui ricordi

http://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/cosa-sono-i-ricordi/

perché credo proprio che nella sua intima essenza corrisponde a quanto hai sentito nella mente in quel momento.

allora il viaggio,nelle sue infinite forme ed inteso come scoprire qualcosa di nuovo,(ma che nuovo non era,bensì solo celato) e' come riuscire a "vedere" se pure in lontananza,la nostra casa e getta luce sull'itinerario da seguire per poterci tornare




Concordo con quanto  hai scritto
Forse ho sbagliato sezione ma quando ho letto il titolo della discussione, l'unico vero viaggio per me è stato quello

Jean

C'è un posto in un piccolo paese del Veneto, che per loro è un centro abbastanza grande, che si chiama "Villa Sariputra". 

E' di un italiano di Sotto il Monte che ha studiato una vita... per imparare a fare la polenta grigliata e la serve insieme a un'ottima soppressa (per i vegetariani c'è del formaggio fuso sopra la fetta...). 

Il posto è piccolo, sulle pareti ha immaginato il mondo, e nel lungo tavolo seduto accanto a te c'è qualcuno che spesso rappresenta un pezzetto di mondo molto lontano dal tuo (... eh sì, sì.. ;) ).

Ha una figlia che ti fa domande su da dove vieni, perché sei lì, come ti trovi e che cosa cerchi.


Lui è lì perché un giorno ha deciso che veder crescere sua figlia è la cosa più importante, da un'altra parte non ci sarebbe riuscito. 


A chi gli chiede se abbia paura a vivere in Veneto (?) Sariputra risponde che ha imparato da Sgiombo, il motociclista, abituato a prendersi dei rischi.

A me quel posto ha fatto riflettere molto su quanto vivere e scegliere richieda partecipazione, forse anche coraggio. 

Me lo ricorderò, via da qui, ogni volta che prenderò una tisana... melissa, menta e limone, ormai tra le mie preferite.

Ogni volta che compio anche un piccolo viaggio come questo, mi accorgo quanto la mia mente si apra ed ogni volta che viaggio incontro persone incredibili con una storia da raccontare. 


E nel loro incontro comprendo un altro piccolo pezzo della mia storia.
Vorrei che per l'occasione in questo spazio, Villa Sariputra, che in qualche modo è un "crossroads", condividessimo l'esperienza di un viaggio nell'amicizia. 

Come tutti i viaggi, vicini e lontani, reali e simbolici, che ci hanno reso consapevoli, aiutato in una scelta di vita o semplicemente regalato un'emozione inattesa.

Grazie a tutti quelli che vorranno compiere questo piccolo, grande viaggio...


 
La neve non si scioglie
Senza il calor del sole
Che ogni pensier toglie
E la vita più non duole

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