Il mio primo viaggio all'estero (olanda 1988)

Aperto da acquario69, 06 Giugno 2016, 06:05:11 AM

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acquario69

Viaggiare mi e' sempre molto piaciuto,il desiderio di scoprire il mondo lho iniziato ad avere dopo l'adolescenza intorno ai 18 anni.
il mio primo viaggio all'estero mi ha lasciato ricordi ed impressioni indelebili oltre ad aver alimentato da quel giorno in poi la curiosità di conoscere,non tanto il luoghi,quanto le diverse mentalità che io prima nemmeno sospettavo potessero essere così diverse.
era il lontano 1988!  e con un gruppetto di amici ci siamo avventurati in olanda viaggiando in automobile...bellissima esperienza.
appena varcati i confini nazionali già si notavano le enormi differenze,nel modo di guidare così lontane dalle nostre!
mi ricordo nel tragitto in autostrada che eravamo nella corsia centrale,la freccia azionata a sinistra per
superare un altro veicolo di fronte ma dietro sulla corsia di sorpasso stava giungendo un altra macchina che all'improvviso aziona gli abbaglianti...noi pensavamo che l'avesse fatto per dirci "attenzione,toglietevi che sto arrivando!" perché in italia (almeno fino a quando cero io),qualcuno che ti lampeggia gli abbaglianti in quel modo,poteva significare solo quello..e così per un tempo che a noi sembrava lunghissimo abbiamo aspettato che passasse,invece rimaneva dietro continuando a lampeggiarci.
poi abbiamo capito che voleva farci passare! e in seguito abbiamo verificato che in quelle circostanze era una tacita regola per tutti gli automobilisti.
ed ancora,nei diversi caselli autostradali tutti in coda a rispettare la fila ancora prima di raggiungerli a distanza considerevole (almeno per noi)..infatti era successo che noi continuavamo tranquillamente a sorpassare e non capivamo perché alcuni ci davano di clacson!
le scoperte e le novità non finivano li..ricordo tanti episodi che rivelavano un diverso modo di pensare e un diverso approccio,per certi versi opposti di convivenza sociale.
un altra volta in piena notte ci eravamo persi e non riuscivamo a trovare l'indirizzo dove eravamo alloggiati e a un certo punto spunta un automobile della polizia che ci intima di fermarci.
subito abbiamo tutti pensato che ci avrebbe fatto storie,chiesto i documenti e perquisito...a Roma mi era già capitato ed era sempre andata in quel modo,con il tono solitamente arrogante delle forze dell'ordine e non sapevi mai come poteva andare a finire,invece vediamo scendere un poliziotto (uno solo!) e ci chiede con la massima gentilezza soltanto cosa stavamo facendo a quell'ora in giro e dopo avergli spiegato la situazione ci dice semplicemente di seguirli che ci avrebbero portati loro alla nostra destinazione.
di anni pero ne sono passati parecchi e non so se oggi ricapitasse un episodio analogo si sarebbe verificato pressapoco in quella maniera.

ma era il 1988,avevamo la nostra lira e loro i fiorini olandesi da loro chiamati "gulden",il muro di berlino non era ancora crollato,l'11 settembre lontano a venire e le invasioni bibliche di questi ultimi anni non erano nemmeno immaginabili

Sariputra

#1
Citazione di: acquario69 il 06 Giugno 2016, 06:05:11 AMViaggiare mi e' sempre molto piaciuto,il desiderio di scoprire il mondo lho iniziato ad avere dopo l'adolescenza intorno ai 18 anni. il mio primo viaggio all'estero mi ha lasciato ricordi ed impressioni indelebili oltre ad aver alimentato da quel giorno in poi la curiosità di conoscere,non tanto il luoghi,quanto le diverse mentalità che io prima nemmeno sospettavo potessero essere così diverse. era il lontano 1988! e con un gruppetto di amici ci siamo avventurati in olanda viaggiando in automobile...bellissima esperienza. appena varcati i confini nazionali già si notavano le enormi differenze,nel modo di guidare così lontane dalle nostre! mi ricordo nel tragitto in autostrada che eravamo nella corsia centrale,la freccia azionata a sinistra per superare un altro veicolo di fronte ma dietro sulla corsia di sorpasso stava giungendo un altra macchina che all'improvviso aziona gli abbaglianti...noi pensavamo che l'avesse fatto per dirci "attenzione,toglietevi che sto arrivando!" perché in italia (almeno fino a quando cero io),qualcuno che ti lampeggia gli abbaglianti in quel modo,poteva significare solo quello..e così per un tempo che a noi sembrava lunghissimo abbiamo aspettato che passasse,invece rimaneva dietro continuando a lampeggiarci. poi abbiamo capito che voleva farci passare! e in seguito abbiamo verificato che in quelle circostanze era una tacita regola per tutti gli automobilisti. ed ancora,nei diversi caselli autostradali tutti in coda a rispettare la fila ancora prima di raggiungerli a distanza considerevole (almeno per noi)..infatti era successo che noi continuavamo tranquillamente a sorpassare e non capivamo perché alcuni ci davano di clacson! le scoperte e le novità non finivano li..ricordo tanti episodi che rivelavano un diverso modo di pensare e un diverso approccio,per certi versi opposti di convivenza sociale. un altra volta in piena notte ci eravamo persi e non riuscivamo a trovare l'indirizzo dove eravamo alloggiati e a un certo punto spunta un automobile della polizia che ci intima di fermarci. subito abbiamo tutti pensato che ci avrebbe fatto storie,chiesto i documenti e perquisito...a Roma mi era già capitato ed era sempre andata in quel modo,con il tono solitamente arrogante delle forze dell'ordine e non sapevi mai come poteva andare a finire,invece vediamo scendere un poliziotto (uno solo!) e ci chiede con la massima gentilezza soltanto cosa stavamo facendo a quell'ora in giro e dopo avergli spiegato la situazione ci dice semplicemente di seguirli che ci avrebbero portati loro alla nostra destinazione. di anni pero ne sono passati parecchi e non so se oggi ricapitasse un episodio analogo si sarebbe verificato pressapoco in quella maniera. ma era il 1988,avevamo la nostra lira e loro i fiorini olandesi da loro chiamati "gulden",il muro di berlino non era ancora crollato,l'11 settembre lontano a venire e le invasioni bibliche di questi ultimi anni non erano nemmeno immaginabili

A proposito di rispetto per le code...mi hai fatto tornare in mente un ricordo sepolto dagli anni. Viaggio a Venezia con tutta la famiglia. Ero un bambino totalmente estasiato dai canali, dalle onde, dalle gondole...I miei genitori mi portarono dopo il periodo di cecità all'ospedale, insieme con i fratelli.  Avevo una sensibilità così morbosa che...mi pareva di svenire a guardare tutta quella bellezza! La testa mi girava e continuavo a perdermi con la fantasia, a sognare l'orizzonte, isole lontane e velieri. Era una giornata di primavera inoltrata, forse come questi giorni. Beh...arriviamo in Piazza San Marco, visitiamo la basilica e poi ci portiamo verso Palazzo Ducale. Troviamo una coda chilometrica, quasi interamente composta da turisti stranieri. Sconforto di mia mamma ( me la ricordo con quei vestitini a fiori improponibili che arrivavano alle ginocchia, le gambe da casalinga senza calze e la borsa con i panini a tracolla...che si sforzava di far finta di divertirsi). Improvvisamente, dopo un attimo di sana riflessione, mio padre parte; passa avanti tutta la colonna tra gli insulti in varie lingue, tranquillo e beato arriva alla biglietteria e fa i biglietti per tutta la comitiva...Ricordo mia mamma e i miei fratelli che volevano  scomparire, rossi in volto come peperoni. Io guardavo in alto i piccioni che ci osservavano da una enorme finestrona e ridevo..."Avanti, avanti..." ci urlava nostro padre dall'ingresso.
Passammo tutta la colonna a testa bassa...ed entrammo nel palazzo. Mia mamma inviperita chiese il perchè di quel gesto a mio padre: " Siamo italiani" disse "avremo ben il diritto di passare davanti a casa nostra...". Lo trovai ineccepibile (non ero stato ancora addomesticato dalla vita). Guardai mio padre intensamente, ritto sulla gradinata d'ingresso, che prendeva in giro mia mamma. Ricordo ancora la frescura dell'ombra dopo il sole della piazza. Volevo abbraccciarlo, ma qualcosa mi fermò...come sempre.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

Citazione di: Sariputra il 06 Giugno 2016, 10:38:58 AM
A proposito di rispetto per le code...mi hai fatto tornare in mente un ricordo sepolto dagli anni. Viaggio a Venezia con tutta la famiglia. Ero un bambino totalmente estasiato dai canali, dalle onde, dalle gondole...I miei genitori mi portarono dopo il periodo di cecità all'ospedale, insieme con i fratelli.  Avevo una sensibilità così morbosa che...mi pareva di svenire a guardare tutta quella bellezza! La testa mi girava e continuavo a perdermi con la fantasia, a sognare l'orizzonte, isole lontane e velieri. Era una giornata di primavera inoltrata, forse come questi giorni. Beh...arriviamo in Piazza San Marco, visitiamo la basilica e poi ci portiamo verso Palazzo Ducale. Troviamo una coda chilometrica, quasi interamente composta da turisti stranieri. Sconforto di mia mamma ( me la ricordo con quei vestitini a fiori improponibili che arrivavano alle ginocchia, le gambe da casalinga senza calze e la borsa con i panini a tracolla...che si sforzava di far finta di divertirsi). Improvvisamente, dopo un attimo di sana riflessione, mio padre parte; passa avanti tutta la colonna tra gli insulti in varie lingue, tranquillo e beato arriva alla biglietteria e fa i biglietti per tutta la comitiva...Ricordo mia mamma e i miei fratelli che volevano  scomparire, rossi in volto come peperoni. Io guardavo in alto i piccioni che ci osservavano da una enorme finestrona e ridevo..."Avanti, avanti..." ci urlava nostro padre dall'ingresso.
Passammo tutta la colonna a testa bassa...ed entrammo nel palazzo. Mia mamma inviperita chiese il perchè di quel gesto a mio padre: " Siamo italiani" disse "avremo ben il diritto di passare davanti a casa nostra...". Lo trovai ineccepibile (non ero stato ancora addomesticato dalla vita). Guardai mio padre intensamente, ritto sulla gradinata d'ingresso, che prendeva in giro mia mamma. Ricordo ancora la frescura dell'ombra dopo il sole della piazza. Volevo abbraccciarlo, ma qualcosa mi fermò...come sempre.

un grande tuo padre!  :)  secondo me,se pur nella sua scorrettezza rivendicava comunque e giustamente la sua cultura di appartenenza,la sua identità e in casa propria ma secondo me anche tua madre e proprio con quel vestito improponibile e con tanto di borsa con panini a tracolla...evidentemente era al di fuori di qualunque tendenza modaiola,ed immagino se pur con una certa timidezza ed un certo sano pudore,orgogliosa della sua autenticità senza inutili ed ingannevoli sofismi...generazioni quelle,ormai estinte,di un italia che non ce più.

te ne racconto un altra sempre in quell'anno...da loro (gli olandesi) già all'epoca avevano piste ciclabili dappertutto e con nostra immensa sorpresa si vedevano persino i semafori di grandezza inferiore rispetto a quelli delle strade adibite al traffico automobilistico.
un giorno nella nostra "ignoranza" stavamo cercando tramite mappa cartacea una località e all'improvviso abbiamo visto un indicazione che ne riportava il nome..cosi ci infiliamo dentro ma era stranamente più piccola del solito,e notiamo subito che la stradina era troppo stretta (ma chi l'aveva mai viste prima le piste ciclabili!)..edinfatti era una pista ciclabile!  ;D   ce ne siamo accorti quando di fronte a noi vediamo sbucare uno in bicicletta.
mi ricordo che a quel punto ci siamo fermati e siamo scesi dalla macchina e non smettevamo più di piegarci dalle risate.

e per fortuna nostra che all'epoca ancora non cerano i cellulari o le stupide mappe satellitari,altrimenti sarebbe andato tutto tristemente liscio come l'olio...

Aniel

Quanti bei ricordi...io ad Amsterdam appena scesa alla stazione, con il mio mega-zaino sulle spalle e andamento e anima BEAT, nei primi anni 80, sono stata investita da una bicicletta con un giovane a bordo per niente simpatico, ricordo che mi insulto' pesantemente, ma l'animo mio era cosi' lieve che non ci feci caso piu' di tanto, piuttosto ero cosi' contenta di vedere cosi' tanti ciclisti...lungo i canali, nelle vie...Amsterdam mi dava un senso di grande liberta', ma la liberta' era dentro di me, come sempre quando viaggio ho l'impressione di aprire delle possibilita': attraverso strade nuove, attraverso l'imprevisto, attraverso la visione di nuove esperienze...., e' bello viaggiare, sempre!!!!

Anch'io ho avuto un'esperienza con una lunga coda di turisti a Venezia: due anni fa, in compagnia di mia madre: un'anziana molto pimpante e piena di acciacchi. Dunque ,ci troviamo di prima mattina in piazza San Marco, la coda per accedere alla basilica dalle cupole d'oro e' impressionante, sono quasi tutti stranieri, mia madre, dopo aver studiato attentamente la situazione si dirige speditamente verso il retro della chiesa, dopo dopo aver parlato brevemente con il sacrestano veniamo introdotte direttamente attraverso una porticina nell'apside della chiesa,( che tra l'altro non ha accesso ai turisti) per una funzione privata di chissa' quale congregazione di preti, ricordo che mentre loro pregavano, io a modo mio ero in contemplazione di tanta magnificenza, sembravo come in rapita in una meditazione molto particolare,  ..come se l'energia dell'arte mi trasportasse indietro nel tempo,   .......... ah Venezia per me e' indescrivibile quanto e' bella....

acquario69

Citazione di: Aniel il 15 Luglio 2016, 09:39:43 AM
Quanti bei ricordi...io ad Amsterdam appena scesa alla stazione, con il mio mega-zaino sulle spalle e andamento e anima BEAT, nei primi anni 80, sono stata investita da una bicicletta con un giovane a bordo per niente simpatico, ricordo che mi insulto' pesantemente, ma l'animo mio era cosi' lieve che non ci feci caso piu' di tanto, piuttosto ero cosi' contenta di vedere cosi' tanti ciclisti...lungo i canali, nelle vie...Amsterdam mi dava un senso di grande liberta', ma la liberta' era dentro di me, come sempre quando viaggio ho l'impressione di aprire delle possibilita': attraverso strade nuove, attraverso l'imprevisto, attraverso la visione di nuove esperienze...., e' bello viaggiare, sempre!!!!


be a me l'Olanda mi era talmente piaciuta che poi ci sono tornato altre quattro volte,l'ultima nel 96 (sic!)
nei miei viaggi ho sempre evitato di andare nei soliti luoghi presi d'assalto dai turisti,oppure di ritrovarsi a fare le stesse medesime cose che si farebbero standosene tranquillamente a casa propria..che senso può avere un viaggio del genere? nessuno!
ho avuto anche la fortuna (pero ricercata) di vivere qualche giorno insieme ad una famiglia in un piccolo villaggio,dove davanti la loro casa cera pure il classico mulino olandese e a parte questo come mi sembrava tutto così "strano",così diverso dal modello tipico familiare nostro (almeno in quei tempi,oggi probabilmente non cambierebbe un granché)

da un po di tempo mi e' capitato di notare una pubblicità sugli hotel dove praticamente ci si ritrova nella stessa identica camera a prescindere dal luogo,tutto uguale e standardizzato all'estremo.
questo e' secondo me un altro indice molto chiaro di come il mondo e' stato reso uniforme e piatto,prendendo il posto della diversità,delle tradizioni e delle proprie radici culturali e che anche nel caso di un viaggio darebbe quella qualità che offrirebbe l'opportunità che al ritorna ci si senta più arricchiti di prima.

mi permetto di riprendere un tuo versetto scritto da un altra parte,per farne una riflessione al tema che secondo me trova ampia corrispondenza;

Se chiedo a mio figlio di 25 anni la sua opinione mi risponde che il concetto di 'CONFINE' e' superato, in una 'MENTE LIBERA' non esiste.

vedi,anche questo secondo me la dice lunga sul fenomeno uniformante e le nuove generazioni corrono il pericolo di non avvertirlo nemmeno più,talmente ne sono immersi e talmente ne sono imbevuti (..dai media in particolare /vedi pure spot di sopra)
se non esiste più confine,se non esistono più comparazioni diverse,in primo luogo dentro di noi,cosa posso veramente assimilare dall'altro,dal diverso da me? e se viene a mancare il confronto,(e il viaggio dovrebbe esserlo in prima istanza) qualunque sia la sua natura,come posso arrivare a conoscere e a conoscermi?...quale libertà?!

Aniel

Si, puo' essere vero,ma bisogna sempre considerare il contesto delle frasi, in quel caso era una riflessione riferita al problema dell'immigrazione, dell'accoglienza dello straniero, io non so...non mi sembra per niente che i miei figli siano omologati e superficiali e senza radici culturali, semplicemente sono piu' aperti ad accettare il prossimo per quello che e', con pregi e difetti,che esistono in ogni popolo e cultura,sono loro che mi hanno insegnato a stare fuori dai luoghi comuni e a vivere con leggerezza la vita,senza analizzare tanto a fondo i problemi, specie quelli politici e sociali e sai perche'? perche' viviamo in un epoca storica dove ci sono veramente nuove energie di liberta' nell'aria, di apertura mentale... ma bisogna fare il passo che va oltre l'opinione, perche' infondo come diceva Gaber: 'un'idea e' soltanto un'idea'...e ognuno ha la sua realta', per ognuno diversa in base alle esperienze vissute.
 Io ti assicuro che ci sono dei giovani che hanno degli sguardi cosi' profondi che mi sembrano piu' saggi di noi che parliamo tanto...non so... puo' darsi...che sia solo una mia idea o impressione...

acquario69

Citazione di: Aniel il 17 Luglio 2016, 19:10:59 PM
Si, puo' essere vero,ma bisogna sempre considerare il contesto delle frasi, in quel caso era una riflessione riferita al problema dell'immigrazione, dell'accoglienza dello straniero, io non so...non mi sembra per niente che i miei figli siano omologati e superficiali e senza radici culturali, semplicemente sono piu' aperti ad accettare il prossimo per quello che e', con pregi e difetti,che esistono in ogni popolo e cultura,sono loro che mi hanno insegnato a stare fuori dai luoghi comuni e a vivere con leggerezza la vita,senza analizzare tanto a fondo i problemi, specie quelli politici e sociali e sai perche'? perche' viviamo in un epoca storica dove ci sono veramente nuove energie di liberta' nell'aria, di apertura mentale... ma bisogna fare il passo che va oltre l'opinione, perche' infondo come diceva Gaber: 'un'idea e' soltanto un'idea'...e ognuno ha la sua realta', per ognuno diversa in base alle esperienze vissute.
Io ti assicuro che ci sono dei giovani che hanno degli sguardi cosi' profondi che mi sembrano piu' saggi di noi che parliamo tanto...non so... puo' darsi...che sia solo una mia idea o impressione...


non ne volevo fare un caso particolare (pero riconosco che inserire quella frase qui ha finito per coinvolgere al tempo stesso cose diverse) 
percio ora mi sembra giusto fare chiarezza..ci proviamo  :) .. e sopratutto senza alcun riferimento personale
 
penso che se e' vero che bisogna essere aperti ed accoglienti e non avere pregiudizi sull'altro,e' altrettanto vero che i "confini" e i limiti siano imprescindibili e che siano pure indispensabili per la formazione di un identità e per un corretto discernimento.

personalmente mi fa orrore un mondo dove non ci sarebbero più confini (confini in tutti i sensi) dove tutti sono uguali,tutti che hanno le stesse idee,le stesse abitudini e più o meno la stessa unica visione,che poi e' l'effetto stesso della cosiddetta globalizzazione,(che e' chiaramente intenzionale) e che se fino a non molto tempo fa riguardava solo le merci ora a mio avviso sta prendendo in maniera sempre più feroce e subdola le nostre coscienze.
da qui secondo me l'importanza di valutare il valore stesso della libertà...trovo molto sospetto che questa ci viene da tutte le parti sbandierata come fosse qualcosa che non deve trovare nessuno ostacolo davanti,nessun limite...e qui a mio avviso ce' pure il rovesciamento dei luoghi comuni.
per me ci sarebbe in atto uno sdoganamento totale di tutto..ed e' a questo che poi avrei indirizzato la mia riflessione,e a partire da li'.

comunque le idee sono solo idee ma da quelle che prendono forma e "sostanza" le cose intorno a noi,percio una certa vigilanza su queste e' sempre auspicabile e più che mai oggi dove scivola tutto via con troppa leggerezza.

misa che siamo usciti un po fuori tema...pero sarei molto curioso di tornare in olanda,chissa quanti cambiamenti dopo vent'anni!  ;)

Aniel

Si, si rischia di andare sempre fuori tema e sai perche'? perche ogni cosa, come bene insegna il Buddhismo e' interdipendente, cioe' ogni cosa dipende da diverse cause, come in questo caso a dire che il viaggio di chi parte per un luogo comprende anche il viaggio della mente che e' un partire stando nello stesso posto.
Il problema e' che abbiamo tante conoscenze, tanti insegnamenti, spesso la mente si distrae continuamente,e continuamente bisogna farla tornare a casa: e' IL RIFUGIO NELLA QUIETE .....ah , che belle queste meditazioni mattutine piene di pace....., l'aria stamattina e' fresca, piena di energia,..... sarei pronta per una bella camminata sulla pista ciclabile, vedo dal sentiero di asfalto dove sfrecciano le biciclette la catena delle Alpi, non penso a niente....., la mia mente non ha piu' confini,.....il mio spirito e' vuoto, pronto a ricevere ogni cosa,,,,, le idee sono solo astrazioni: proprio perche' sono vuota da ogni idea  ogni idea puo' arrivare a me... che meraviglia, come sto bene, in pace ,la tigre della mente si e' allontanata,e' molto magra, non ha piu' da mangiare...adesso vado,incontro al BUDDHA, sulla pista ciclabile. 
Stamattina ho un'animo zen,spero duri a lungo!!! ....che ci volete fare. OGGI HO UN ANIMO VAGABONDO, SONO GIA' IN VIAGGIO, A DUE PASSI DA CASA...

jsebastianB

Citazione di: Sariputra il 06 Giugno 2016, 10:38:58 AM
Citazione di: acquario69 il 06 Giugno 2016, 06:05:11 AM
A proposito di rispetto per le code...mi hai fatto tornare in mente un ricordo sepolto dagli anni.



 
 

Ciooo Sariputra.
A proposito di code e di noi "Italiener".
Ricordo il mio primo viaggio a Wiesbaden, in Germania. - Dopo aver visitato la Kurhaus ( il centro termale ) insieme a quattro ragazzotti italioti  eravamo all' incrocio della via che porta alla stazione per ripartire per Duesseldorf.
Bene - il semaforo è rosso.. tutti fermi. 
Ma noi Italiener - che ci crediamo piu' "furbi"  degli altri - incominciamo a passare con il rosso.. Prontamente un vigile ci fischia e lanciando un incomprensibile urlo.. con la mano fa cenno di fermarci. Si avvicina un suo collega.. 
Noi Italiener - gesticolando come scimmie ( nostra peculiarita' ) e ovviamente fecendo credere di non capire il tedesco..  pensavamo che tutto sarebbe finito li'. 
Sbagliato ! 
Dopo quasi 10 minuti ecco un veicolo della Polizei ci caricano tutti e ci portano al commissariato. 
Solo dopo 6 ( sei ! ) ore.. pagando ben 10 ( dieci ) Marchi a testa come Geldstrafe ( multa ) ci hanno permesso di lasciare il commissariato. 
Una bella lezione !

Jacopus

#9
Avendo viaggiato esclusivamente in Europa sono sempre stato colpito dal diverso approccio alle regole, una volta valicate le Alpi. Sono fresco di ritorno dalla Loira. É impressionante il solito rispetto dei limiti di velocità, anche dei 30 all'ora. A terra non si vedono cartacce o bottigliette, anzi un florilegio ci accoglie in ogni paesino. Costruiti rispettando un'armonia di fondo. Le case riprendono temi costruttivi comuni. Dimenticatevi la pagoda accanto al ranch texano, la villetta accanto al casermone. Ero in un B&B soprattutto frequentato da famiglie francesi: madre, padre e tre figli. Tutti parlavano a bassa voce per non disturbare gli altri. L'unico che sbirciava il cellulare ero io. Mai visto persone che parlavano al telefono per strada. Capita nei piccoli paesi che chi ti incrocia ti rivolga un "bon jour".
Ho pagato il parcheggio solo a Tours. Ovunque parcheggi gratis, anche vicino a castelli famosissimi (unica eccezione Chambord). In paesini neanche segnalati ho visitato cripte e chiese con audioguide gratuite in molte lingue.
Mai sofferto di alterigia e razzismo dei francesi contro di noi. È sufficiente essere educati e dichiarare il proprio amore per la Francia. Unica pecca, non parlano inglese, magari lo sanno ma fingono di non saperlo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: Jacopus il 04 Settembre 2019, 18:00:41 PMUnica pecca, non parlano inglese, magari lo sanno ma fingono di non saperlo.
No, non lo sanno e aspettano che sia tu a parlare francese come se gli fosse dovuto, quello che fanno finta a volte è di non capire quello che tu provi a dire in francese per rimarcare che devi avere anche una buona pronuncia.. e uno capisce se è lui il viaggiatore in Francia(pur sempre in Europa), meno capisce se i viaggiatori sono i francesi in Italia..la maggior parte non cercano nemmeno di trovare una via di mezzo (che siano gesti o storpiature linguistiche) per venirti incontri, attendono marmorei ed immobili che tu parli francese come se fosse la lingua dell'universo intero. Mi spiace ma linguisticamente l'alterigia la si soffre eccome, non riesco mai ad entrare in comunicazione con i francesi vista la loro immobilità linguistica.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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