Coquille

Aperto da doxa, 19 Luglio 2021, 09:37:22 AM

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La coquille Saint-Jacques (conchiglia di San Giacomo) è nota in Italia come "cap(p)asanta"): questo nome deriva dalla similitudine delle sue valve con un mantello, la cappa, e le sue pieghe.

Nel passato i pellegrini nel loro viaggio verso il santuario di San Giacomo di Compostela usavano la valva sia come ornamento sia per bere durante il cammino.  In Spagna questa "conchiglia pellegrina" viene chiamata "Venere". Tale nome mi evoca la  "Nascita di Venere" il dipinto a tempera su tela di lino, realizzata nel 1485 da Sandro Botticelli.

La dea è in piedi sopra la valva di una conchiglia.



Realizzata per la villa medicea di Castello, l'opera è attualmente conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Per i credenti il pellegrinaggio simboleggia il cammino personale di ascesi, di pentimento. Mediante la veglia, il digiuno, la preghiera cerca il sostegno della "grazia di Dio.

I grandi itinerari della fede: la Terrasanta, le strade per Roma, il "cammino di Santiago" di Compostela. Fra i pellegrini  c'erano ricchi e poveri, sani e infermi, santi e peccatori.

La Terra Santa fu considerata la modalità completa del pellegrinaggio cristiano, soprattutto  nei periodi in cui il rischio di raggiungerla era pericoloso: rappresentava la terra promessa, meta ultima del lungo pellegrinare dell'esistenza umana.

Roma, era la "città santa" dei martiri e degli apostoli, sede del successore di Pietro. Per giungervi i pellegrini provenienti dall'Europa settentrionale seguivano la strada del passo del Brennero, oppure la via Francigena.

A Santiago de Compostela, i cristiani del Medioevo pensavano fosse sepolto l'apostolo Giacomo, figlio di Zebedeo e cugino di Gesù;  questo santuario divenne  anche un simbolo: della "riconquista cristiana" della Spagna contro i musulmani.

Nel Medioevo europeo la propria fede e doveva  essere dimostrata, esteriorizzata, perciò  il pellegrinaggio doveva essere riconoscibile.

Dal XIII secolo l'abito del pellegrino  diventò  quasi un uniforme di riconoscimento (signa peregrinationis),  era costituito da una tunica corta per camminare agevolmente, dalla cappa con cappuccio, ed altri accessori: il bordone (bastone ricurvo) per appoggiarsi nel "fatale andare",  la bisaccia, e un grande cappello a larghe tese. La bisaccia alludeva alla povertà e alla carità; il bastone serviva anche  come strumento di difesa contro animali pericolosi,   simboleggiava la lotta della Trinità contro il Male, simboleggiato dai lupi e dalle serpi.

Spesso i pellegrini si procuravano  le  'prove' del viaggio avvenuto: per esempio piccole reliquie o  l'acqua santa  dai luoghi visitati, simboli da appendere sul mantello o sul cappello.

I simboli del pellegrinaggio  a Gerusalemme erano il ramo d'ulivo o delle piccole croci.

Quello a Roma erano le medaglie di piombo con l'immagine dei Santi Pietro e Paolo, o le chiavi incrociate di San Pietro o la rappresentazione della Veronica.



Il simbolo del pellegrinaggio a Santiago de Compostela era la valva della conchiglia Saint-Jacques.



La leggenda narra che un cavaliere mentre era in sella al suo cavallo fu disarcionato dall' animale imbizzarrito e cadde nelle acque agitate dell' Oceano. Dopo di attimi terrore da parte dei suoi compagni di viaggio, il cavaliere fu salvato da San Giacomo. Tornò a riva coperto da  valve.

Prima della partenza per il luogo del pellegrinaggio il penitente si preparava al viaggio con pratiche di purificazione: se aveva dei nemici si riappacificava, se aveva dei debiti li saldava, faceva testamento, elargiva donazioni alla Chiesa per il bene dell'anima ed infine si confessava perchè, senza un sincero pentimento, il viaggio era inutile. Inoltre, riceveva la benedizione per sé e per l'abito che aveva deciso di indossare. La cerimonia rievocava la partenza del cavaliere per la prima crociata.

Intraprendeva un pellegrinaggio per ottenere con offerte in denaro le indulgenze per sé o per i propri cari, anche defunti. Talvolta il pellegrino partiva per cercare una cura miracolosa, altre volte per un percorso di fede.
   
Per chi, vecchio e malato non poteva permettersi di affrontare il viaggio per  quete mete  lontane era possibile mandarvi un sostituto. Era il cosiddetto "pellegrinaggio per procura". Le strade e le rotte marine erano frequentate da "pellegrini professionisti" e da falsi pellegrini. Per evitare che il pellegrinaggio venisse effettuato da persone disoneste e indegne che lo facevano solo per mestiere, il committente disponeva fra le clausole del testamento che a effettuarlo dovessero essere persone di provata onestà oppure i propri familiari. Per costoro il pellegrinaggio diventò la condizione imprescindibile per entrare in possesso dell'eredità.