Verso Dio o il nulla? Cortei per strada, Palestina, Polinesia, Occidente...

Aperto da PhyroSphera, 19 Aprile 2025, 01:23:36 AM

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PhyroSphera

Un Venerdì di Pasqua uguale e diverso.
In strada nella Processione i seduttori che promuovevano vicinanza e licenza, seguiti dai punitori che minacciavano 'la strada è nostra'. Ieri incontravo uno che — evidentemente — consumava la droga del momento, detta "degli zombie", il fentanyl; gli effetti sul suo corpo e le sole impressioni dei miei sensi corrispondevano all'identikit televisivo. Stasera c'era il gioco con le sostanze sacre, nel punitore parevano combinate con gli effetti analgesici degli ospedali pubblici.
In tivù su Rai Uno invece una celebrazione laica delle Dodici Stazioni del Messia, tutta interiore, senza invischiarsi nei meandri della storia... ma a insidiare c'era una mimesi profana del volto di Maria madre del Nazareno, di una 'grossa bimba' che ancor di più insinuava una cronaca africana nella rappresentazione giustamente slegata dai semplici fatti. Del resto in quest'ultima la voce di una donna era insistentemente sensuale e non era giusto né bello.
Secondo lo studioso e teologo R. Bultmann la resurrezione di Gesù di Nazareth, del Gesù storico, era un fatto privato solamente, giuntoci attraverso testimoni pubblici ma senza testimonianza pubblica. Il fatto storico cioè, per quanto incluso, non era ne è importante. Bultmann arrivava a dire che non ha importanza se il Nazareno esistette o meno, ma in più aggiungeva che della resurrezione non abbiamo neppure elementi per domandare di tale esistenza. A importare è il Cristo dell'Annuncio.
Successivamente si trovava una corrispondenza, nonostante tutto, tra materia storica e di fede (lo studioso più rappresentativo E. Käsemann); ma non senza una sorpresa: l'uomo storico in questione era fuori dal cristianesimo, un ebreo coinvolto nelle proprie faccende (G. Vermes). Cosa erano queste faccende? Sicuramente il passo successivo è stato quello di notare che l'impresa del maestro ebreo e giudeo (rabbi) Yeshua alias Gesù di Nazareth era in non inconsapevole relazione col futuro della fede cristiana. Tuttavia non lui in persona, ma ciò che rappresentava (P. Stuhlmacher). D'altronde non potrebbe che essere così, dato che il suo carisma personale rimaneva tutto interno ad ebraismo e giudaismo. Di tutto questo iter intellettuale, una nobile ricerca scientifica consumatasi nella Germania dopo Lutero e dipendente da un assunto di fede esprimibile filosoficamente, io avevo già da piccolo, poi di nuovo da giovane prima di scoprire tutto questo nel mio percorso di studi universitari, versione casereccia. Nella tradizione del Presepe lo stesso Nazareno era, è annoverato attore; e storicità o non storicità sono questione di soli atteggiamenti. Del percorso con la croce ci è stata tramandata una pantomima.
Sempre stasera sulla Rai, più tardi, il Dossier sulla morte di Gesù non ne teneva proprio in conto. Certo non si aveva coscienza, dalla produzione e dal lavoro di regia televisiva, che ci si stava lanciando in una storia del teatro. Si elencavano ritenute prove di avvenimento storicamente reale. Ardito l'interrogativo: possono i tre crocifissi discorrere tra loro, in quelle condizioni? La patologia attuale risponde di sì. Ma la vera domanda sarebbe: come trovò Yeshua modo per continuare la sua sacra rappresentazione? È tutt'altro che ironia. Il rabbi infatti, nonostante caduto in disgrazia, arrestato e consegnato ai nemici in una gran perniciosa confusione, abbandonato dai suoi — Pietro lo rinnegava, Giuda lo tradiva — continuava imperterrito il proprio ufficio sacro, alla fine... resuscitando. Difatti alla spirituale resurrezione corrispondeva morte apparente con ripresa della vita. Una storia diversa vissuta dal Nazareno secondo l'ideologia sionista: 'in Sion tutti i popoli sono benedetti'.
Gesù mezzo, nel senso proprio di 'essere decisivamente tra', spesso trattato da pagano tramite (nel senso di essere, non rappresentare la via); e spesso il tramite e il mezzo confusi, fino all'illusione che tutto stia a stabilire e capire un fatto storico. Il sacerdote e psicoanalista E. Drewermann denunciava caduta finanche maggiore, di quelli che pensano semplicemente che 'accaduto il fatto' si ha tutto.
Durante i miei studi io vagliavo una cronaca missionaria dal Canada (ad opera di A. Peelman), in cui si dava spazio a testimoni con l'inclusione di un'altra memoria, un altro "apparire di Cristo", dalla remota Polinesia, luogo di una migrazione verso il Continente Americano e fino al suo Settentrione. In verità ne avevo già ricevuto dei resoconti, potendo ricostruire vicenda immersa nella natura che solo il mondo dei pastori potrebbe contenere in un racconto ufficiale, sfuggente alla civiltà di stampo giudaico e non decisivo per l'altra, greca. Nessun martirio violento, ma un dramma passeggero di incomunicabilità. Ma anche in tal caso: concentrarsi sulla sua persona condurrebbe a un niente, peraltro non evocabile con una scrittura. La società selvaggia amerinda difatti pratica esclusivamente cultura orale.
Il segno, la traccia, è per il monoteismo garanzia proprio perché quasi niente, ma non come la differenza radicale tra persona umana e persona di Dio. Nel frattempo che ho scritto tutto questo, è scoccata la mezzanotte, è sabato prima di Pasqua in Occidente dove falsità e verità si succedono senza apparente senso.
[18-19 aprile 2025]

MAURO PASTORE

PhyroSphera

Citazione di: PhyroSphera il 19 Aprile 2025, 01:23:36 AM non era ne è importante. 
Errata corrige: 'non era né è importante'.

Reinvio testo corretto:


|Un Venerdì di Pasqua uguale e diverso. 
In strada nella Processione i seduttori che promuovevano vicinanza e licenza, seguiti dai punitori che minacciavano 'la strada è nostra'. Ieri incontravo uno che — evidentemente — consumava la droga del momento, detta "degli zombie", il fentanyl; gli effetti sul suo corpo e le sole impressioni dei miei sensi corrispondevano all'identikit televisivo. Stasera c'era il gioco con le sostanze sacre, nel punitore parevano combinate con gli effetti analgesici degli ospedali pubblici.
In tivù su Rai Uno invece una celebrazione laica delle Dodici Stazioni del Messia, tutta interiore, senza invischiarsi nei meandri della storia... ma a insidiare c'era una mimesi profana del volto di Maria madre del Nazareno, di una 'grossa bimba' che ancor di più insinuava una cronaca africana nella rappresentazione giustamente slegata dai semplici fatti. Del resto in quest'ultima la voce di una donna era insistentemente sensuale e non era giusto né bello.
Secondo lo studioso e teologo R. Bultmann la resurrezione di Gesù di Nazareth, del Gesù storico, era un fatto privato solamente, giuntoci attraverso testimoni pubblici ma senza testimonianza pubblica. Il fatto storico cioè, per quanto incluso, non era né è importante. Bultmann arrivava a dire che non ha importanza se il Nazareno esistette o meno, ma in più aggiungeva che della resurrezione non abbiamo neppure elementi per domandare di tale esistenza. A importare è il Cristo dell'Annuncio.
Successivamente si trovava una corrispondenza, nonostante tutto, tra materia storica e di fede (lo studioso più rappresentativo E. Käsemann); ma non senza una sorpresa: l'uomo storico in questione era fuori dal cristianesimo, un ebreo coinvolto nelle proprie faccende (G. Vermes). Cosa erano queste faccende? Sicuramente il passo successivo è stato quello di notare che l'impresa del maestro ebreo e giudeo (rabbi) Yeshua alias Gesù di Nazareth era in non inconsapevole relazione col futuro della fede cristiana. Tuttavia non lui in persona, ma ciò che rappresentava (D. Stuhlmacher). D'altronde non potrebbe che essere così, dato che il suo carisma personale rimaneva tutto interno ad ebraismo e giudaismo. Di tutto questo iter intellettuale, una nobile ricerca scientifica consumatasi nella Germania dopo Lutero e dipendente da un assunto di fede esprimibile filosoficamente, io avevo già da piccolo, poi di nuovo da giovane prima di scoprire tutto questo nel mio percorso di studi universitari, versione casereccia. Nella tradizione del Presepe lo stesso Nazareno era, è annoverato attore; e storicità o non storicità sono questione di soli atteggiamenti. Del percorso con la croce ci è stata tramandata una pantomima.
Sempre stasera sulla Rai, più tardi, il Dossier sulla morte di Gesù non ne teneva proprio in conto. Certo non si aveva coscienza, dalla produzione e dal lavoro di regia televisiva, che ci si stava lanciando in una storia del teatro. Si elencavano ritenute prove di avvenimento storicamente reale. Ardito l'interrogativo: possono i tre crocifissi discorrere tra loro, in quelle condizioni? La patologia attuale risponde di sì. Ma la vera domanda sarebbe: come trovò Yeshua modo per continuare la sua sacra rappresentazione? È tutt'altro che ironia. Il rabbi infatti, nonostante caduto in disgrazia, arrestato e consegnato ai nemici in una gran perniciosa confusione, abbandonato dai suoi — Pietro lo rinnegava, Giuda lo tradiva — continuava imperterrito il proprio ufficio sacro, alla fine... resuscitando. Difatti alla spirituale resurrezione corrispondeva morte apparente con ripresa della vita. Una storia diversa vissuta dal Nazareno secondo l'ideologia sionista: 'in Sion tutti i popoli sono benedetti'.
Gesù mezzo, nel senso proprio di 'essere decisivamente tra', spesso trattato da pagano tramite (nel senso di essere, non rappresentare la via); e spesso il tramite e il mezzo confusi, fino all'illusione che tutto stia a stabilire e capire un fatto storico. Il sacerdote e psicoanalista E. Drewermann denunciava caduta finanche maggiore, di quelli che pensano semplicemente che 'accaduto il fatto' si ha tutto.
Durante i miei studi io vagliavo una cronaca missionaria dal Canada (ad opera di A. Peelman), in cui si dava spazio a testimoni con l'inclusione di un'altra memoria, un altro "apparire di Cristo", dalla remota Polinesia, luogo di una migrazione verso il Continente Americano e fino al suo Settentrione. In verità ne avevo già ricevuto dei resoconti, potendo ricostruire vicenda immersa nella natura che solo il mondo dei pastori potrebbe contenere in un racconto ufficiale, sfuggente alla civiltà di stampo giudaico e non decisivo per l'altra, greca. Nessun martirio violento, ma un dramma passeggero di incomunicabilità. Ma anche in tal caso: concentrarsi sulla sua persona condurrebbe a un niente, peraltro non evocabile con una scrittura. La società selvaggia amerinda difatti pratica esclusivamente cultura orale.
Il segno, la traccia, è per il monoteismo garanzia proprio perché quasi niente, ma non come la differenza radicale tra persona umana e persona di Dio. Nel frattempo che ho scritto tutto questo, è scoccata la mezzanotte, è sabato prima di Pasqua in Occidente dove falsità e verità si succedono senza apparente senso.
[18-19 aprile 2025]
 
MAURO PASTORE|

PhyroSphera

Ho pubblicato il mio testo anche nella sezione spiritualità, penso sia meglio iniziare discussione lì, anche perché ho messo un titolo che consente una prospettiva intrinsecamente filosofica.

MAURO PASTORE

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