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SINESTESIA

Aperto da Visechi, 07 Settembre 2024, 21:39:55 PM

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Visechi

Non so dirti bene di che si tratti, so che è una sensazione, un vuoto che si riempie con i colori della nostalgia: un arancio digradante verso il senape. Ha lo  stesso colore che assume il cielo pochi attimi dopo che il sole si è tuffato dentro il mare, spegnendovi i raggi cocenti, che al contatto con l'acqua sfrigolano, impreziosendo l'aria di delicate perle madide di luce riflessa. Le nubi s'intingono di screzi violacei e il suono del mare s'accorda con le pulsazioni del cuore.
Non so disegnarla, ma dev'essere simile ai quadri di Munch, i cui colori sono intinti nel sogno ed imbevuti di pianto.
Non so quale sia la sua voce, ma credo che abbia il suono di un piano che mesto marca il tempo che scorre, impregnandolo di note danzanti sospese nel buio notturno. 
Le vedo duettare con ricordi sopiti, che, cullati e scaldati dal suono, sortiscono fuori da un pozzo di cui ignori il mistero profondo. Un canto corale che si sperde nell'aria.
Non so se abbia un profumo che avvisi del suo furtivo addentrarsi fra anima e sensi. Non sarebbe diverso da quello del rosmarino, che si effonde nell'aria la sera, quando la calura estiva si stempera nel buio incipiente, cedendo il suo ardore alla brezza di Ponente che sfiora la pelle, e reca con sé i suoni di canti lontani.
Ha il calore del fuoco nei camini, acceso nelle sere d'inverno per tenere lontano il freddo e riunire le famiglie ad udire racconti di storie remote.
L'ho vista, una sera, addensarsi e prendere corpo, nutrirsi del pianto, vestirsi di gioia, farsi strada fra il leggero stormire del vento. L'ho vista danzare coi rami degli alberi, accarezzare la risacca del mare che si frange sugli scogli, impreziosendo l'aria di lapilli fumosi, densi di luci dipinte dal sole che lento scompare. 
L'ho scorta danzare al chiaror della luna, mi prese per mano, mi condusse lontano, non so se fra nubi o fra spume di onde.  
L'ho udita, una sera, la sua sinfonia, suonata dal mare, dal vento e dagli alberi scossi, venirmi vicino per stringermi forte. Il suo tocco leggero di seta vermiglia, che lieve ricopre le spalle e svolazza ad ogni soffio di vento. La luce, un sorriso di bimbo, bianco come chicchi di riso, che risplende nel buio. Il suo cuore, un seno di mamma che allatta. I suoi occhi avevano il peso del sonno di un cucciolo, protetto e accudito e la speranza di sguardi di bimbi africani che scrutano il mondo. Una piccola mano protesa che incontra tantissime mani di mille colori che vogliono stringerla. È un bacio di donna, la danza gioiosa di belle ragazze, una gonna che scopre le gambe. Un campo fiorito dai mille colori. Una corsa di bimbi che inseguon sé stessi. 
Un'assenza è un ago nel cuore che effonde nell'anima un'immagine dolce di un qualcosa che fu e mai più tornerà, che vive nel cuore, che nessuno potrà mai fare svanire. 
Un vuoto ricolmo di tanta, tantissima nostalgia.

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