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QUEL MONDO DI NEBBIE

Aperto da Visechi, 03 Settembre 2024, 09:40:38 AM

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Visechi

Non era facile parlare con lei: capire cosa provasse, far breccia nel muro di silenzio che sapeva erigere; comunicare, entrare in contatto con il suo mondo nebuloso, fatto di sogni, ombre, rarissime luci e strani fantasmi che io proprio non riuscivo a vedere. Il male di cui tutti dicevano fosse affetta non era mai stato diagnosticato con precisione. Io mi ero rassegnato a credere che si trattasse di male di vivere, il male oscuro.
Ero esasperato, quel giorno. Non sopportavo questa sua accidia. Quasi urlando le chiesi "ma insomma, cosa è per te la Vita?".

Sollevò il suo docile sguardo sul mio viso. Stette muta per alcuni minuti, tanto da indurre in me uno scoramento profondo come gli abissi del mare.
Dopo poco la udì parlare: calma, serena, quasi in un sussurro:
"La Vita è un grande pianista, un sontuoso e stregato suonatore di piano. L'Uomo è il dannato fruitore della sua musica ed è anche creatore del suo abile tocco, del suo magico gioco di dita. Noi umani siamo una strana, magnifica ed orrida amalgama di forti pulsioni, di tante passioni e sublimi emozioni; ognuna di esse è incisa in noi, sempre pronta a vibrare al suo magico tocco. Siamo le corde di questo caleidoscopico piano, silenti e dormienti, in attesa che qualcosa ci sfiori. I fatti, gli eventi sono gli enzimi e gli ormoni della nostra esistenza, ed ognuno di essi eccita e fa vibrare le corde dell'anima. Ciascuna di loro vibra allorquando, eccitata, raggiunge la giusta soglia d'intensità; per ognuno di noi questa soglia si situa ad un livello differente, e, vivendo, questo livello d'intensità è soggetto a mutare nel tempo, a spostarsi. Per tale ragione è del tutto ignoto quale sia, dove si collochi, questo limite estremo oltre il quale ciascuno di noi potrà udire le proprie corde vibrare. Ciascuna di esse emette un particolarissimo suono, emana un proprio specifico profumo, ha un proprio colore e calore, e vibra soltanto al tocco di quella particolare sollecitazione."
Sbigottito, restai muto ad ascoltare questa musica nuova. Lei proseguì:
"Gli eventi le fanno vibrare: c'è quella che canta soave quando entra in contatto con altre persone, un contatto che sa scendere dentro, che supera il muro eretto per non sentirsi mai nudi... Talvolta, se mossa dall'odio, dal dolore, dalla sofferenza emette un lugubre suono. Sovente siam presi da Folli pensieri, ciò accade se è scossa la corda della nostra follia, cara compagna negletta, ma pur sempre viva e vitale. Ci sono situazioni che le fanno suonare all'unisono, tutte insieme per comporre una dolce armonia, con qualche reboante bizzarra diatonia: è l'Amore, che, unico, riesce a stimolare tutte le corde. Follia, emozioni, passioni, rabbia, dolore, gioia e mistica estasi si combinano per renderci il mondo più vario... la Vita più intensa e fremente.
L'Uomo è un portento di macchina con enormi difetti."
La sua flebile voce emetteva suoni armonici. Non volli interromperla:
"La Vita è un'attesa, una sala d'attesa entro la quale ciascuno di noi, paziente od ansioso, attende che qualcosa si compia. E' l'attesa perpetua che arrivi Godot, l'eterna promessa.
E' un lungo segmento di cangianti colori, tracciato su un foglio di carta su cui imprime gli umori più vari. Tenui o foschi colori che son le speranze e le perpetue attese che muti qualcosa.
E' un bellissimo tratto di penna tracciato per caso, ricolmo di pii desideri. Alcuni si compiono; talvolta, più spesso, altri son fatue chimere che, per un sospiro, una stasi, allietano l'animo fino a prostrarlo, ma che aiutano pur sempre nell'erto cammino.
E' un protendersi verso l'ignoto, che un poco spaventa, ma che sempre ammalia. E' un grande mistero, che riempiamo con mille speranze, muovendoci con gli occhi ben fissi all'orizzonte sulla cui linea si stagliano sagome di terre remote. Alle volte, in quei luoghi è il vuoto che cogli: lande inospitali come il deserto, che mai riusciranno ad essere compimento compiuto di una bella promessa.
E' una bella lusinga, un giardino fiorito da cui cogliere i fiori; la pentola sacra dei mille colori del tuo arcobaleno che ben presto svanisce in un raggio di sole; una perenne promessa; un fiume impetuoso, il cui compimento, la cui unica foce è la Morte, sua eterna sorella, suo suggello regale, sua terrifica veste che cela alla vista di tutti l'eterno senso di entrambe.
E' come una Menis, è la nostra condanna, ad Essa siamo dannati, di Essa siamo possesso, non possiam consegnarci alla furia della sua eterna e graziosa sorella senza che il suo filo dorato sia stato prima spezzato, e a nessuno è dato sapere quando questo accadrà.
E' sacra, malinconica, furiosa la musica dell'Anima, sacra come quella che la Vita compone vivendoti addosso."
Tacque e abbassò lo sguardo, immergendosi nel suo silenzio abissale.
Io la osservai per un attimo e mi resi conto che copiose lacrime solcavano il mio volto. Avevo appreso una lezione. Quanto ricco e profondo fosse il mondo di un Asperger. Capii che per entrare nel suo mondo dovevo solo attendere che le corde delle nostre anime vibrassero all'unisono, andando a comporre una sinfonia.

Ipazia

Gli asperger sono solitamente più sintetici nelle loro acute riflessioni, ma un asperger maturo può anche esprimersi così,  quando decide di farlo. Il loro essere parziamente immunizzati dal baccanale antropologico li spinge a profondità insondabili per noi baccanti e quando ce ne fanno dono è di valore inestimabile. Il modo con cui possiamo sdebitarci è il contatto fisico, più incisivo di qualsiasi ragionamento. Come accenna pure il racconto, cogliendo all'unisono, con l'asperger che è in noi, il loro attimo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Visechi

"parzialmente immunizzati dal baccanale antropologico"...

daniele22

Bello. "Lei", molto sensibile, seguendo il racconto rappresenta per me tutto il valore del gioco nella vita. Così come gioca il lombrico asessuato, ma probabilmente affettato alla sua propria sensualità, "lei", non si sa, non si dice, gioca a prescindere dalla sua sessualità, ma in un suo mondo dove questa si manifesta più sensualmente che sessualmente, attratta fatalmente da giochi simili a quelli del lombrico, giochi di cui la gente non si interessa così come "lei" si disinteressa dei loro, ma un'esperienza di una vita così vissuta a un certo punto le permette di gettare fuori tutto il vero della vita ... il gioco ... atavico, fondante