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Il delitto del "caveau".

Aperto da Eutidemo, 27 Maggio 2023, 11:43:48 AM

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Eutidemo

PERSONAGGI
Heinrich Wassen - comandante del GSG 9 (GrenzSchutzGruppe 9 der Bundespolizei -teste di cuoio)
Kurt Langen - vicecomandante del GSG 9
Elsa Gruber - commissario di polizia
Dora Grass - vicecommissario di polizia
Emil Adam - addetto alla polizia scientifica
Marta Hesse -anatomopatologa
Thomas Bauer - direttore della Bodebank
Hans Bellmer -vicedirettore della Bodebank
Rudolf Busch - dirigente della GTA (Gepanzerte Türen Aktiengesellschaft -ditta specializzata in casseforti)
Karl Weiss - progettista e tecnico specializzato della GTA
.
PROLOGO
La Bodebank, la più rinomata banca di Francoforte, aveva una particolarità: la sua sede centrale, con i suoi uffici amministrativi, era separata dalla sua principale filiale operativa dalla Hasengasse e da un piccolo parco.
***
Le differenze tra i due edifici, consistevano principalmente nelle seguenti caratteristiche:
1)
L'unica entrata della filiale operativa era controllata da agenti di sicurezza, videocamere e tornelli d'entrata dotati di metal detector; il "caveau", contenente le cassette di sicurezza dei clienti, era nei sotterranei.
2)
L'unica entrata della sede centrale,  con i suoi uffici amministrativi, non era invece controllata nè da agenti di sicurezza, nè da videocamere, nè da tornelli d'entrata dotati di metal detector; era protetta soltanto da un normale portone di ingresso di condominio, che un qualsiasi ladro avrebbe potuto forzare indisturbato e senza problemi, senza essere visto da nessuna videocamera nei paraggi.
E lo stesso al suo interno!
***
Tale assenza dei più usuali sistemi di sicurezza all'entrata e all'interno, erano state volute appositamente per evitare che qualcuno potesse mai sospettare che, all'ultimo piano di tale edificio, dietro una normale porta d'appartamento ed un comune, sia pur spazioso, androne si trovava il "caveau" più sicuro del mondo; il quale, oltre a numerosi lingotti d'oro, conteneva il gioiello più prestigioso che esistesse in circolazione (l'"Himmlisches Juwel")!
***
Ed infatti:
a)
Il il "caveau" era stato progettato dalla GTA (Gepanzerte Türen Aktiengesellschaft), la più famosa ditta specializzata in casseforti della Germania.
b)
Il portellone di entrata non si sarebbe potuto sfondare neanche a cannonate, e le pareti, il soffitto ed il pavimento erano più corazzati della Bismarck.
c)
Esistevano solo due chiavi elettroniche "biometriche" per aprire la cassaforte:
- una a disposizione di Thomas Bauer, il direttore della Bodebank;
- l'altra a disposizione di Hans Bellmer, vicedirettore della Bodebank.
d)
Ciascuna delle due chiavi poteva essere usata solo da chi aveva le "caratteristiche biometriche" di Bauer o di Bellmer (rilevate dai sensori delle chiavi); per cui neanche chi aveva progettato tale chiave elettronica avrebbe mai potuto utilizzarla senza il consenso del proprietario, oppure costringendolo ad usarla.
e)
Inoltre il prestigioso "Himmlisches Juwel" era situato su un piedistallo elettronico; per cui, se qualcuno lo asportava dalla sua colonnina,  che era a dieci metri dal portellone, questo, nonostante il suo peso, si sarebbe chiuso di colpo in un decimo di secondo; per cui il ladro sarebbe rimasto chiuso in trappola.
f)
E questo sarebbe accaduto anche se ad asportare il gioiello fosse stato Thomas Bauer o Hans Bellmer; perchè, in tal caso, il portellone non si sarebbe più aperto per almeno tre ore, anche se chi era rimasto dentro possedeva la chiave elettronica per aprirlo. La quale chiave sarebbe infatti rimasta inattiva per tale periodo di tempo, se il suo possessore si trovava all'interno del "caveau" chiusosi "a rappola".
g)
D'altronde, se qualcuno avesse asportato l'"Himmlisches Juwel" dal suo piedistallo, oltre a chiudersi il portellone, sarebbe subito scattato l'allarme al GSG 9, che in venti minuti al massimo sarebbe arrivato sul posto.

Eutidemo

CAPITOLO PRIMO
Heinrich Wassen, comandante del GSG 9 (GrenzSchutzGruppe 9 der Bundespolizei),  una squadra speciale della polizia di Francoforte, venti  minuti dopo aver ricevuto l'allarme, entrò con i suoi uomini nell'androne antistante il "caveau".
***
Guardò pensoso la porta blindata che aveva davanti a sè; era perfettamente circolare, del diametro di circa un metro e mezzo, ed aveva un aspetto decisamente "coriaceo".
***
- Chissà se riusciremmo  mai a farla saltare in aria col nostro C4!- ironizzò il suo vice Kurt Langen.
- Non la scalfiremmo nemmeno- rispose sorridendo Wassen - E' in "acciaio al carbonio"  rinforzato, un metallo più resistente dell'acciaio normale, anche se più leggero. Dobbiamo per forza attendere che arrivi Bauer con la chiave elettronica-
***
In quel momento, "lupus in fabula", entrò nell'ingresso proprio Thomas Bauer, il  direttore della Bodebank, avvisato per telefono; era visibilmente affannato, e stringeva già in mano la chiave per aprire l'impressionante portello blindato.
- Chi comanda qui?- chiese con voce concitata.
- Io!- rispose Wassen, andandogli incontro e stringendogli la mano -Vedo che ha già pronta la chiave, per aprire. Può farlo, noi siamo pronti!-
- Bene, perchè così potrete catturare subito il ladro o i ladri che sono sicuramente ancora lì dentro!-
- Come fa ad esserene così sicuro?- chiese Wassen.
***
- Ne sono sicuro perchè il nostro è un "caveau trappola"!- rispose sorridendo Bauer -Noi conserviamo il prestigioso "Himmlisches Juwel", che vale molto più del  noto "Wittelsbach Graff"- su un piedistallo elettronico; 
- Che io sappia il "Wittelsbach Graff" è il più costoso al mondo!- replicò sorpreso il comandante del GSG 9 - Mi pare che valga circa 80 milioni di dollari!-
- E' esatto!- confermò il direttore della banca - Ma il nostro "Himmlisches Juwel" vale quasi 300 milioni di euro! Per questo io stesso ho ideato, ed ho fatto appositamente progettare questo "caveau trappola" dalla GTA (Gepanzerte Türen Aktiengesellschaft -ditta specializzata in casseforti)-
***
- Se qualcuno asporta l'"Himmlisches Juwel" dal suo piedistallo elettronico,  che è a dieci metri dal portellone, questo, nonostante il suo peso, si chiude di colpo in un decimo di secondo; per cui il ladro resta chiuso in trappola.-
- Come fa un affare così grosso a chiudersi in un decimo di secondo?- chiese incredulo  Kurt Langen.
- E' in "acciaio al carbonio"  rinforzato, un metallo più resistente dell'acciaio, ma anche alquanto più leggero; inoltre la chiusura d'emergenza avviene tramite l'impulso provocato dalla esplosione direzionale e contenuta di quattro "microcariche" di "semtex", ciascuna delle quali conferisce al portellone una spinta equivalente a 560 JOULE!-
- Caspita!- esclamò colpito Heinrich Wassen - Una cosa del genere mi giunge proprio nuova! Per cui, se non ho capito male, quello (o quelli) che hanno asportato il gioiello dal suo piedistallo, adesso sono ancora là dentro!-
- Su questo non c'è dubbio!-
- Bene!- esclamò Wassen - Così non c'è bisogno che io scannerizzi preventivamente il locale con il mio "rilevatore di presenze" -
- Non, non ce n'è alcun bisogno!- confermò Bauer -Il ladro o i ladri sono ancora là dentro!-
***
- Però il ladro o i ladri potrebbero aver fatto in tempo a lanciare il gioiello ad un complice, prima che il portellone si chiudesse automaticamente!- ipotizzò Kurt Langen.
- Assolutamente no!- replicò deciso il direttore della banca -Abbiamo sperimentato che è materialmente impossibile, perchè il portellone si chiude troppo velocemente!-
***
- Ottimo, quindi anche il gioiello è ancora lì dentro, insieme ai rapinatori- osservò Wassen  -Però potrebbero essere più di uno ed armati!-
- Già!- convenne Langen,e fece disporre dai suoi uomini una mitragliatrice Heckler & Koch MG5 in direzione del portellone.
- Con questa, per farli arrendere, non bisognerà sparare neanche colpo...basterà soltanto un "colpo d'occhio": come la vedranno, alzeranno subito le mani.
Garantito!-
- Va bene, apra pure!- disse Wassen al direttore della Banca.
***
Il portellone si aprì lentamente, cigolando sui suoi cardini; era veloce a chiudersi, ma, evidentemente, non altrettanto ad aprirsi.
***
Quando fu completamente aperto, si vide a dieci metri di distanza il supporto del "Himmlisches Juwel" vuoto, e, ai suoi piedi, un uomo disteso in terra, apparentemente inanimato, il cui volto era nascosto dalla base della colonnina.
***
Il resto del Caveau sembrava deserto, per cui Thomas Bauer fece per entrare.
- Aspetti!- lo fermò Wassen, e si fece portare il "rilevatore di presenze" direzionale sulla soglia d'entrata del "caveau".
***
Ed infatti all'interno del "caveau" c'erano parecchi scaffali, per lo più contenenti lingotti d'oro, dietro cui si sarebbe potuto nascondere il rapinatore/i rimasto/i intrappolato/i dentro.
***
Wassen scavalcò la soglia del "caveau", è  ruotò lentamente, a 180 gradi il rilevatore per tutto il locale, e poi annunciò: -Qua dentro non c'è assolutamente nessuno, a parte quel cadavere dietro la colonnina!-
- Come fa ad essere sicuro che nel "caveau" non c'è nessuno, e che quello è il corpo di un uomo morto e non soltanto svenuto?- chiese, dubbioso, Bauer.
-Be'...- spiegò Wassen, - questo "caveau" è freddo come una tomba, in quanto non rilevo tracce di calore animale; inoltre il rilevatore di "subsuoni" non capta nè il respiro nè il battito cardiaco di esseri viventi. Per cui, quel tizio steso laggiù, è sicuramente morto stecchito!-
***
Allora il direttore della banca fece di nuovo per entrare, ma venne fermato un'altra volta da Wassen.
- Fermo, là!- lo trattenne per un braccio -Questa è la scena di un crimine, per cui, a perlustrarla per prima, sarà la polizia scientifica, non certo noi!-
E chiamò al cellulare la sua amica Elsa Gruber, commissario di polizia criminale della "squadra omicidi".
***
Dopo neanche mezz'ora (siamo in Germania), giungevano sul posto Elsa Gruber, commissario di polizia, Dora Grass , vicecommissario di polizia, Emil Adam, addetto alla polizia scientifica con tutta la sua squadra, e Marta Hesse, l'anatomopatologa; erano già tutti in tuta sterile, e con l'attrezzatura necessaria per effettuare tutti i rilevi necessari.
***
Elsa Gruber, impacciata dalla tuta, scavalcò la soglia del "caveau", appoggiandosi al portellone, ed entrò dentro; subito seguita dai suoi uomini.
Wassen rimase fuori dal "caveau" insieme a Bauer, e ogni tanto Bauer incitava gli agenti a cercare bene dove diamine fosse finito il prestigioso "Himmlisches Juwel"; ed infatti era certo che doveva "per forza" trovarsi ancora nel "caveau".
***
Intanto, per sicurezza, Wassen ordinò ai suoi uomini di perlustrare l'intero edificio con il "rilevatore di presenze", dopo aver messo quattro uomini di guardia all'entrata: ordinando loro di restare lì tutto il resto della notte, dandosi il cambio ogni due ore.
***
Dopo circa mezz'ora Elsa Gruber disse a Bauer di entrare, per il riconoscimento del cadavere; il quale, infatti, apparteneva ad Hans Bellmer, il vicedirettore della Bodebank.
Aveva in mano una pistola, ed un foro di proiettile nella tempia destra; la sua chiave elettronica giaceva a circa mezzo metro da lui, e venne subito repertata da un agente della polizia scientifica.
***
- Non ci posso credere!- esclamò esterrefatto Bauer, mettendosi le mani nei capelli -Avrei scommesso sulla sua onestà e incorruttibilità! E poi come diamine poteva pensare di scamparla? Sapeva benissimo che la sua chiave elettronica non avrebbe mai aperto il portellone dall'interno del "caveau" per almeno tre ore; e che, quando l'avesse fatto, avrebbe trovato noi ad aspettarlo di fuori!-
- Forse per questo aveva ingoiato il gioiello- osservò Elsa Gruber.
***
- Ingoiato cosa???- squittì ancora più stravolto il direttore della banca.
- Il gioiello. Così, quando dopo tre ore il portellone si fosse aperto, anche perquisendolo, lui era sicuro che nessuno glielo avrebbe potuto trovato indosso.-
- Ma è matta?-
***
- Può darsi!- sospirò Elsa Gruber -Ma allora mi dica lei dove diamine può essere andato a finire l'"Himmlisches Juwel". Noi abbiamo perquisito palmo a palmo tutto il "caveau"; e non l'abbiamo trovato.
Per cui, se è vero che non può essere uscito dal "caveau", come lei ci conferma, deve per forza essere qui dentro!- e indicò la pancia di Bellmer.
***
- Assurdo...assurdo...-  mugolò affranto Bauer - Ma, se è così, pretendo che il cadavere sia tenuto sotto sorveglianza continua da almeno quattro agenti; anche durante l'autopsia!-
- Questo si può fare, stia tranquillo!- lo calmò la Gruber.
- Ma, per adesso, essendo notte fonda, interrompiamo il sopralluogo; lo continueremo domani. Il cadavere, intanto, verrà scortato all'obitorio per una immediata autopsia, sotto stretta sorveglianza."
***
- Posso almeno chiudere la cassaforte, visto che è ancora piena di lingotti?- chiese ansioso il direttore della banca.
- No!- rispose secca Elsa Gruber - Domani dovrà essere controllato nella stessa identica situazione  in cui si trova adesso, sia dai nostri tecnici che da quelli della GTA (Gepanzerte Türen Aktiengesellschaft); che la invito a convocare per le nove, per un esame congiunto della cassaforte-
***
- Stia tranquillo Direttore- lo rassicurò Heinrich Wassen - L'unica entrata dell'edificio sarà controllata dai miei uomini tutta la notte; e mi hanno appena confermato ora che, nell'edificio, a parte noi, non c'è nessun altro-
- Ne è certo?-
- Al cento per cento!- lo rassicurò il comandante del GSG 9.
Quindi, per il momento, tutti se ne andarono via, lasciando quattro uomini di guardia all'unica entrata dell'edificio.

Eutidemo

CAPITOLO SECONDO
Verso le ore otto e mezza del giorno successivo Thomas Bauer, il direttore della Bodebank, era già all'entrata dell'edificio, dove erano ancora di guardia i quattro GSG 9 dell'ultimo turno.
- Tutto a posto, ragazzi?- chiese loro.
- Sissignore!- risposero quelli.
- Va bene. Ora seguitemi di sopra, perchè ormai non è più necessario presidiare tutto l'edificio, visto che ieri avete accertato che è vuoto; tra poco giungeranno i miei impiegati, e non voglio metterli in allarme.-
Così tutti e cinque, dopo aver preso l'ascensore, si trovarono di nuovo davanti al portellone aperto.
***
Bauer entrò dentro il "caveau", e, dopo una sommaria ispezione, ne uscì fuori dichiarando: -Ok, è tutto a posto. Ora chiamo Rudolf Busch, il dirigente della GTA, e Karl Weiss, il tecnico specializzato della GTA ed i suoi uomini.-
- Bene signore, perchè verso le nove dovrebbero arrivare anche i tecnici della polizia scientifica. Così potranno controllare il "caveau" tutti insieme!-
***
Per primo arrivò  Rudolf Busch, e, poco dopo, Karl Weiss e i due tecnici che avevano progettato e costruito il "caveau" ed il suo portellone; tutti e tre stupiti che la porta dell'edificio fosse aperta e senza alcuna sorveglianza.
- E' l'ora di arrivo degli impiegati- spiegò Bauer - E poi quella porta, salvo che di notte, è sempre aperta, per non far sospettare a nessuno il tesoro che è nascosto a quest'ultimo piano. Contavo sul fatto che la vostra "supercassaforte", da sola,  sarebbe stata sufficiente ad impedire qualsiasi tentativo di furto!-
***
Poco dopo giunsero anche Emil Adam con due tecnici della polizia scientifica, e, tutti insieme, entrarono dentro per controllare, palmo a palmo, pavimento, pareti e soffitti del Caveau; i quali erano tutti perfettamente posto, e non mostravano segni di effrazione e/o di forzature, nè interni, nè esterni.
Ovviamente, non esistevano passaggi segreti di sorta!
Poi controllarono accuratamente anche il portellone, verificando che i moduli elettronici ed i congegni inseriti nella parte anteriore  fossero tutti perfettamente posto anche loro e senza segni di forzature; impiegandoci ore, perchè ciascuno di loro era blindato, e ci volevano particolari e complesse operazioni per potervi accedere. La parte posteriore era invece costituita da una levigata parete di "acciaio al carbonio", saldamente al suo posto come una roccia, e senza segni di forzatura.
***
- Nè il "caveau" nè il suo portellone presentano alterazioni di sorta nè tentativi di effrazione, signor direttore!- confermarono concordemente Karl Weiss ed Emil Adam.
- Va bene, ragazzi!- strinse loro le mani Bauer -Il controllo era soltanto per scrupolo! Ed infatti ormai è praticamente certo che la cassaforte è stata aperta dal mio vice Hans Bellmer con la sua chiave elettronica; il quale, dopo aver prelevato il gioiello ed esserselo ingoiato, è rimasto intrappolato dentro!-
***
- Ovviamente!- convenne Karl Weiss -Io stesso, a suo tempo, predisposi il "dispostivo trappola"; per il quale, una volta asportato l'"Himmlisches Juwel" dal suo piedistallo, il portellone si sarebbe richiuso all'istante, rendendo inattiva per tre ore anche la chiave elettronica di chi si fosse trovato all'interno!
Per cui anche Bellmer, una volta preso il gioiello, è rimasto in trappola come un topo; ma lei non gli aveva spiegato come funzionava la chiave?-
***
- Certo che glielo avevo spiegato, ed infatti non capisco proprio cosa diamine cercasse di fare  Hans Bellmer!- esclamò Bauer -Non poteva certo pensare di filarsela via, dopo tre ore, con l'"Himmlisches Juwel" nascosto nella sua pancia; ed infatti sapeva benissimo che, non appena, prelevato il gioiello, sarebbe scattato subito l'allarme, per cui un'intera squadra di GSG 9 sarebbe stato ad aspettarlo insieme a me fuori dal "caveau" non oltre venti o trenta minuti dopo.
Non vedo quale storia avrebbe potuto inventare, per menarci per il naso, e filarsela col gioiello dentro il suo stomaco!-
- Forse per questo si è suicidato!- commento, pensoso, Emil Adam.
***
- Mi dispiace deludervi, signori!- interloquì Elsa Gruber apparsa in quel momento sulla porta -Ma Hans Bellmer non si è affatto suicidato; e, inoltre, nel suo stomaco non c'era nessun gioiello!-
- Cosaaaa!!!- ululò Bauer esterrefatto e sconcertato -Ma come è possibile?-
- Non lo so!- scrollò le spalle il commissario -Però, anche se impugnava l'arma che lo ha ucciso, lo STUB attesta che Bellmer non ha affatto sparato; ha sparato un'altra persona, e, dopo averlo ucciso, gli ha messo la pistola in mano.
Ciò anche considerando che, in caso di suicidio, la traiettoria del proiettile è sempre leggermente orientata verso l'alto, mentre, nel suo caso, è leggermente orientata verso il basso; e senza considerare che il rapporto balistico conferma che il colpo è stato sparato a circa 15 cm dalla tempia, il che è davvero estremamente improbabile per un suicidio!-
- Non riesco a crederci!- scosse la testa Bauer.
- Inoltre il suo vice aveva l'orologio sul polso destro, per cui ne deduco che fosse mancino, non è vero?-
- Sì!- confermò sconfortato Bauer
- Per cui sarebbe strano che, per uccidersi, abbia usato la mano destra- concluse, inesorabile, Elsa Gruber.
- Inoltre, se Bellmer era solo lì dentro, che fine avrebbe mai fatto l'"Himmlisches Juwel", dopo che lui si fosse suicidato- aggiunse, di suo, il  vicecommissario Dora Grass
***
Dopodichè, appoggiandosi al portellone per non inciampare, il commissario entrò di nuovo nel "caveau" e si diresse verso il piedistallo, ormai vuoto, dove di trovava il gioiello; poi indicò il disegno di gesso che indicava il luogo dove si trovava steso il cadavere, a braccia e gambe spalancate, con tracce di sangue in corrispondenza della testa.
- Infine, la posizione in cui si trovava il corpo indica chiaramente che era stato colpito a sorpresa da qualcuno; e che non si era sparato da solo, aspettandosi il colpo alla tempia.-
***
Entrarono anche gli altri, ma Bauer, in stato confusionale, inciampò nella soglia e cadde steso lungo per terra.
Elsa Gruber lo aiutò a rialzarsi, e poi gli disse bruscamente: - Poichè qui dentro, quando si è aperto il portellone, non c'era più nè il gioiello nè l'assassino, e visto che la chiave elettronica di Belmer, essendo all'interno del "caveau", era stata resa inattiva per tre ore, l'unica altra chiave elettronica che poteva aprire subito la cassaforte, dall'esterno, era la sua, signor Bauer!
Non è forse vero?-
- Sì, è vero!- balbettò il direttore della Banca -Ma con questo cosa vorrebbe insinuare?-
***
- Io non insinuo niente, io parlo chiaramente- fece il commissario -Almeno per ora, l'unica ipotesi che possa spiegare l'accaduto e che lei ed il suo vice eravate d'accordo per rubare l'"Himmlisches Juwel".
Ad una determinata ora della notte, siete entrati insieme nell'edificio; lui, con la sua chiave, ha aperto il portellone ed ha prelevato il gioiello, restando così bloccato dentro.
Dopodichè lei ha aperto il portellone con la sua chiave "da fuori"; è entrato anche lei nel "caveau", ha ucciso a tradimento il suo vice e gli ha preso il gioiello.
Poi è fuggito via prima che arrivasse il GSG 9, dopo aver richiuso il portellone.
Cosa le pare della mia ipotesi?-
- Lei deve essere impazzita!- gridò furibondo Bauer.
- Può darsi, ma per ora lei è in stato di fermo!- replicò il commissario mettendogli le manette - Ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà essere e sarà usata contro di lei in tribunale. Ha diritto a un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio!-
E, presolo per un braccio, lo trascinò fuori.

Eutidemo

#3
CAPITOLO TERZO
-Maledetta elettronica!- sibilò il giorno dopo Elsa Gruber, in commissariato, al suo vice Dora Grass -Quella chiave ha mandato a gambe all'aria tutta la mia bella teoria!-
- Già!- commentò Emil Adam, l'addetto alla polizia scientifica -Ed infatti la chiave elettronica di Bauer ha un "chip" interno con una memoria inalterabile, il  quale attesta che, quella notte, lui l'ha usata una volta sola: per aprire la cassaforte in presenza della squadra del GSG 9.-
- Inoltre ha anche un dispositivo di geolocalizzazione- aggiunse un collaboratore di Emil Adam -dal quale risulta che, al momento dell'omicidio, la chiave elettronica di Bauer era da tutt'altra parte!-
***
- In effetti, anche senza la "supertecnologia" della chiave, lo sapremmo egualmente che Bauer era altrove!- ridacchiò Dora Grass, che era davanti ad un PC. - Proprio adesso il sergente Hassel ci ha mandato la registrazione della videocamera dello "Storm Casinò" della Frankfurt Kurt Schuhmacher Strasse, dove, al momento dell'omicidio, si vede chiaramente che Bauer stava giocando alla "roulette". Senza contare la testimonianza degli altri giocatori, che lo conoscevano tutti benissimo; se n'è andato da lì solo quando è stato avvisato per telefono da Wassen che era scattato l'allarme del "caveau"!-
***
- Va bene!- sospirò Elsa Gruber, dando ordine per telefono che Bauer fosse rilasciato immediatamente -Ma allora cosa diavolo è successo, in quel maledetto "caveau"?
- Questa sì che è una bella domanda!- ghignò Emil Adam -Ed infatti, se è vero che quel "caveau" si è chiuso come una trappola non appena il gioiello è stato asportato dal suo piedistallo, sia il gioiello sia l'assassino dovevano essere ancora là dentro, quando Bauer ha aperto, per la prima volta, il portellone, in presenza della squadra del GSG 9.
E sia Wassen che i suoi uomini, la cui fedeltà è al di là di qualsiasi dubbio, ci hanno confermato che, quando hanno aperto il "caveau", là dentro c'era solo il cadavere di Hans Bellmer: niente gioiello e "ladro-assassino"!-
***
- Un attimo!- intervenne Dora Grass alzandosi dalla scrivania - Quanto al gioiello, siamo d'accordo: doveva per forza essere ancora là dentro, pure se, di fatto, non c'era più.
Però l'assassino potrebbe essere entrato con Bellmer quando lui ha aperto il "caveau" con la sua chiave,  ma esserne uscito "prima" che Bellmer asportasse il gioiello; per cui, in tal caso, non sarebbe rimasto intrappolato dentro!-
***
Elsa Gruber scoppiò a ridere: - Scusa Dora, ma se l'assassino fosse uscito dal "caveau" "prima" che Bellmer asportasse il gioiello, come faceva poi Bellmer ad asportarlo, visto che era già morto?-
- E se il ladro fosse stato appena fuori dell'entrata del "caveau", e Bellmer gli avvesse lanciato il gioiello appena "dopo" averlo prelevato dal piedistallo?-
- Niente da fare!- scosse la testa Adam -Abbiamo fatto la prova, e il portellone si è chiuso ancora prima che il gioiello avesse fatto un terzo della traiettoria. Non è possibile lanciarlo da dentro a qualcuno che sta fuori, prima che il portellone si chiuda interrompendo il "passaggio"!
***
- Già!- ammise Dora Grass  -Ma siamo proprio sicuri che Bellmer non si sia suicidato; oppure che gli abbiano sparato da dieci metri, da fuori del "caveau".-
-Questo è assolutamente certo!- intervenne Marta Hesse, l' anatomopatologa, -Bellmer è stato ucciso da qualcuno a distanza ravvicinata, a non più di 15 centimetri. Ma, di sicuro, non si  è suicidato!-
- Ovviamente non è detto che sia stato lui ad asportare il gioiello- riprese Adam -Ma, se l'"Himmlisches Juwel" è stato asportato dall'assassino, è assolutamente certo che sarebbe comunque rimasto intrappolato là dentro. Ce lo hanno confermato sia i nostri tecnici che quelli della GTA!-
***
- A proposito dei tecnici della GTA, non è possibile che abbiano costruito una terza, e magari anche una quarta, chiave elettronica?- si chiese meditabonda Elsa Gruber - In tal modo si spiegherebbe l'arcano!-
- Già, però, se così fosse, non si spiegherebbe perchè mai avrebbero dovuto mettere di mezzo il povero Bellmer e la sua chiave, e poi ucciderlo; avrebbero potuto fare tutto da soli!- osservò il vicecommissario.
***
Ed Emil Adam aggiunse: - In ogni caso non sarebbe stato comunque possibile,  perchè quel tipo di chiave è stato verificato come non "clonabile" da noi della polizia scientifica.
Inoltre, quella cassaforte, ha una "scatola nera" che registra gli "orari" e i corrispondenti "codici" di apertura utilizzati per aprirla; e, quella notte, sono stati memorizzati solo due "codici" di apertura: prima quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bellmer, e poi quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bauer.
Intendo dire che, anche ammesso, ma assolutamente "non concesso", che potesse esistere un'altra chiave, sicuramente essa non è stata usata quella notte!-
***
- Ma la "scatola nera" che registra gli "orari" e i corrispondenti "codici" di apertura utilizzati per aprirla, non potrebbe essere stata ingannata con qualche espediente?- insistè Elsa Gruber.
- Assolutamente no, commissario!- scosse la testa il dirigente della polizia scientifica - Questo glielo posso garantire!-
***
- Inoltre, neanche chi aveva progettato tale chiave elettronica avrebbe potuto utilizzarla senza il consenso del proprietario, perchè funzionava solo "in mano sua"; per questo il ladro, o i ladri, hanno necessariamente dovuto aprire la cassaforte o con la complicità di Bellmer, oppure costringendolo con una pistola alla tempia. E poi lo hanno ucciso spietatamente!-
-Già, ma poi come hanno fatto ad uscire?-
- Bella domanda!-
***
- E' assolutamente sicuro che il "portellone" si possa aprire "soltanto" con quelle due chiavi elettroniche?- chiese il commissario -Non esiste davvero un altro modo? Io ho visto due maniglie a rotazione, una grande ed una piccola, sulla parte esterna, che credo servano per un'apertura manuale-
- Le garantisco di no!- la assicurò categorico Emil Adam.- Quelle  maniglie sul portellone, sono solo degli "specchietti per le allodole", per trarre in inganno e far perdere tempo ad eventuali ladri; ma il portellone si apre e si chiude da solo, telecomandato esclusivamente dalla chiave elettronica.  Se qualcuno, anche gli stessi costruttori, avessero cercato di forzare o di smontare manualmente la porta per consentire al "ladro-assassino" rimasto dentro di uscire fuori, ci avrebbero messo giorni; in venti minuti non sarebbero riusciti neanche ad ad accedere ai moduli di controllo esterni, che sono blindati. Noi della scientifica, assieme ai tecnici della GTA ci abbiamo impiegato una mattinata intera.
In ogni caso, ogni modulo mantiene memoria su un "chip" del suo ultimo accesso; e abbiamo verificato che nessuno ha cercato di accedere ad essi dall'ultima manutenzione, avvenuta un anno fa.-
***
- Un attimo!- esclamò Dora Grass saltellando eccitata per la stanza - Forse ho capito io come hanno fatto!-
- Ma davvero?- chiese Emil Adam sorridendo scettico - E come avrebbero fatto?-
- Hanno costretto Bellmer ad aprire il portellone, e poi lo hanno bloccato con una sbarra di ferro o con una cuspide d'acciaio inserita tra i cardini; quindi hanno ucciso Bellmer e prelevato il gioiello senza che il portellone potesse chiudersi del tutto.
Quindi sono fuggiti con il gioiello, sgattaionando dal portellone semiaperto; poi  hanno tolto il blocco, ed il portellone si è richiuso automaticamente da solo!-
- Mi sembra che il tuo ragionamento fili!- concordò il commissario!-
***
- Il ragionamento fila in teoria- scosse mestamente la testa Emil Adam -Ma, purtroppo, in pratica, non può essersi assolutamente verificata una cosa del genere?-
- E perchè mai?- chiesero in coro le due donne.
- Perchè, ovviamente, un rischio del genere è stato considerato anche dal progettista del "caveau"; quel "geniaccio" di Karl Weiss.
***
Ed infatti, in primo luogo, la chiusura d'emergenza avviene tramite l'impulso provocato dalla esplosione di quattro "microcariche" di "semtex", ciascuna delle quali conferisce al portellone una spinta equivalente a 560 JOULE; per cui qualsiasi normale impedimento alla chiusura sarebbe stato frantumato o schiacciato in un attimo!-
- E se avessero utilizzato una sbarra di "acciaio al carbonio" o di "titanio rinforzato"?- chiese il Commissario.
- In tal caso, effettivamente, la chiusura si sarebbe potuta impedire, almeno in parte; però dubito che sarebbe rimasto uno spazio sufficiente per lasciar passare qualcuno.
Inoltre la sbarra, o qualsiasi altro oggetto, sarebbe rimasto incastrato con tale forza, che il ladro o i ladri non sarebbero stati mai in grado di sbloccarlo e portarselo via; tantomeno nei venti minuti necessari al GSG 9 per giungere sul posto, dopo l'allarme.
In ogni caso, se il portellone non fosse scattato in "chiusura completa" entro un decimo di secondo, oltre al primo allarme ne sarebbe suonato un secondo; il che, invece, non è affatto accaduto.
Senza considerare che, dalla "scatola nera", cioè dal modulo di memoria, risulta che il portellone si è chiuso integralmente nel tempo programmato!-
***
- Hmm...- bofonchiò Elsa Gruber -...mi è venuta in mente un'altra ipotesi-
- Dica pure!- fece Emil Adam.
- Poniamo che il ladro, o i ladri, abbiano costretto Bellmer ad aprire la cassaforte con la sua chiave elettronica; ovvero che Bellmer, all'inizio, fosse d'accordo con loro, anche se, alla fine, l'hanno tradito ed ucciso-
- Va bene. E poi, dopo che sono entrati?-
- Mentre erano all'interno, finchè non è stato asportato il gioiello dal suo piedistallo, il portellone è rimasto aperto.
Giusto?-
- Sì, è esatto!-
- A quel punto un complice all'esterno del "caveau" ha tolto la corrente elettrica al piano; attivando anche un "jammer" per impedire qualsiasi "interconnessione  da remoto", tramite frequenze radio, wireless, bluetooth, GSM, 5G, 6G LTE ecc.ecc., tra il piedistallo e il meccanismo di chiusura del portellone-
- E allora?-
***
- E allora i ladri hanno asportato il gioiello, hanno ucciso Bellmer, e sono fuggiti via attraverso il portellone che era rimasto aperto, in quanto privato del segnale di chiusura da parte del piedistallo; una volta usciti, però, hanno reinserito la rete elettrica e disattivato il "jammer", così il portellone si è richiuso.
Così come, poco dopo, lo hanno trovato chiuso Bauer,  Wassen, ed i suoi uomini del GSG 9.-
***
- Complimenti, Commissario!- la applaudì Emil Adam -La sua è un'ipotesi molto perspicace!
Peccato, però, che ci aveva pensato anche Karl Weiss; per cui, nel caso in cui venga a mancare la corrente, o sia attivato un "jammer" nei paraggi, il portellone si chiude da solo in modo automatico e meccanico, senza alcun "imput" da remoto, anche se il gioiello non è stato asportato dal suo piedistallo.
Quindi, chi è dentro, rimane intrappolato lo stesso; questo perchè dopo la chiusura automatica del portellone la chiave elettronica è inutile per aprirlo dall'interno per almeno tre ore, e inoltre scatta subito l'allarme al GSG 9-
- Anche con un "jammer" in funzione?- chiese perplessa Elsa Gruber.
- Esatto! Ed infatti l'"emittente automatica" del "caveau" trasmette via radio segnali continui, intermittenti e "silenziosi" alla sede del GSG 9; per cui, se viene attivato un "jammer", i segnali si interrompono, e questo fa scattare subito l'allarme al GSG 9!-
***
-Hmm...- mugugnò meditabonda Elsa Gruber - Lei ha detto che, nel caso in cui venga a mancare la corrente, o sia attivato un "jammer" nei paraggi, il portellone si chiude da solo in modo automatico e meccanico, anche se il gioiello non è stato asportato dal suo piedistallo, giusto?-
- Sì!-
- Ma se, invece, viene semplicemente a mancare la corrente elettrica, mentre il portellone è chiuso, cosa succede?-
- Assolutamente niente, rimane bloccato in chiusura; e, finchè non torna la corrente elettrica, non si può aprire neanche con la chiave elettronica esterna.-
- E, in tal caso, scatta l'allarme al GSG 9?-
- Ovviamente no- rispose Adam - Perchè non ce n'è motivo! Altrimenti la squadra di pronto intervento dovrebbe accorrere ogni volta che manca la corrente, anche se il "caveau" è tranquillamente chiuso e fuori pericolo-
- Ho capito!-
- Ma perchè me lo chiede?-
- Perchè io sono stata due volte sul posto, ed ho notato un differenza tra la prima e la seconda volta; il che mi ha dato un'idea, anche se non ne sono affatto sicura.-
- Cioè?-
- Come ho detto non ne sono affatto sicura; per cui domani torneremo al "caveau" per un esperimento, e verificare se la mia idea è corretta o meno.
Ma, almeno in teoria, dovrebbe esserlo, in quanto, come diceva Sherlock Holmes "Quando hai escluso l'impossibile ciò che resta, per quanto improbabile, deve per forza essere la verità."
Convocate tutti gli interessati!-
.
                      AVVERTENZA
Nel quarto capitolo io ho già scritto il "mio" finale del racconto; ma prima che io lo pubblichi, tra qualche giorno, voi, se volete, potete proporre anche il "vostro".
Il quale, forse, risulterà  ancora migliore del mio!

Eutidemo

P.S.
Avevo dimenticato di precisare che, nonostante che il "caveau" fosse gelido, per cui il cadavere di Bellmer si è raffreddato molto in fretta, tuttavia dall'autopsia è risultato che la sua morte era avvenuta all'"incirca" nel momento del furto del gioiello dal suo piedistallo, quando il "caveau" si chiuse automaticamente.

bobmax

Il vicedirettore era rimasto all'interno del caveau dalla sera prima.
Un complice toglie la corrente.
Il vicedirettore asporta il diamante.
Scatta l'allarme alla centrale.
Il complice rimette la corrente.
Il portellone, non essendosi chiuso per il furto, non resta bloccato per tre ore.
Il vicedirettore apre perciò subito il caveau con la chiave.
Il complice entra nel caveau, uccide il vicedirettore, esce con il diamante e toglie la corrente. Il portellone si chiude automaticamente.
Il complice rimette la corrente e se ne va.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Oppure all'interno dalla sera prima è il complice.
E fuori è il vicedirettore. Che toglie la corrente, avvenuto il furto rimette la corrente, apre con la chiave, entra e viene ucciso.
Il complice esce, toglie la corrente, il portellone si chiude, e poi la rimette.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Bobmax. :)
La tua (come al solito) è una soluzione decisamente brillante e senz'altro molto intelligente; anche se è diversa da quella che ho scritto io.
Ma questo è un "giallo", e non un "indovinello", per cui la cosa è perfettamente legittima.
***
Però,  in realtà, nella logica del mio racconto, se veniva asportato il gioiello dal suo piedistallo, si verificavano contemporaneamente tre conseguenze, indipendenti tra di loro, ma dipendenti solo dall'"imput" proveniente dal piedistallo:
- il portellone, se aperto, si chiudeva di scatto;
- suonava l'allarme al GSG 9;
- la chiave restava inattiva, dall'interno, per almeno tre ore.
***
Vale a dire che c'era un'unica "causa" (asportazione del gioiello) che produceva tre "effetti" diversi indipendenti tra di loro (chiusura portellone, allarme e inattività della chiave all'interno del caveau per tre ore); ma non avevo affatto scritto che uno degli effetti (inattività della chiave) dipendesse da un'altro effetto (chiusura portellone).
***
Il che, tra l'altro, sarebbe risultato tecnologicamente "incongruente", poichè c'era un'unico "imput" generato dal piedistallo che provocava elettronicamente i tre effetti di cui sopra, separatamente e indipendentemente l'uno dall'altro.
***
Per cui, la tua ricostruzione, per il resto perfettamente coerente, ha un punto debole.
Ed infattI, quando il vicedirettore asporta il diamante, il meccanismo del portellone, riceve comunque l'"imput elettronico" proveniente dal piedistallo antifurto e quindi scatta lo stesso, ma a vuoto; perchè è già chiuso.
Però, contemporaneamente, grazie all'"imput elettronico" proveniente dal piedistallo antifurto:
- scatta l'allarme alla centrale;
- la chiave del vicedirettore viene resa comunque inattiva per tre ore.
Per cui, quando il complice reinserisce la corrente, il vicedirettore non è in grado di aprire il caveau dall'interno con la chiave per almeno tre ore dall'asportazione del gioiello; nè può farlo, ovviamente, il complice, il quale, quindi, fugge via.
Pertanto, quando, dopo venti minuti, giungono sul posto il GSG 9 e Bauer, ed aprono il portellone, trovano Bellmer ancora vivo e con il gioiello in una mano e l'inutile chiave elettronica nell'altra.
***
Però, forse, sono stato io a non spiegarmi con sufficiente chiarezza nel mio testo originario, lasciando erroneamente supporre che l'inattività della chiave dipendesse dalla chiusura del portellone, invece che dall'asportazione del gioiello dalla sua base; ed invero, in questo caso, la "causa" (asportazione del gioiello) ed uno dei suoi "effetti" (chiusura del portellone), essendo pressochè simultanei, potevano facilmente essere interpretati in modo equivoco, non corrispondente a quello effettivo.
Per cui, in ogni caso, prendo comunque per buona la tua soluzione , e gli assegno come voto un bell'8 e mezzo!
Spero che tu vorrai essere altrettanto clemente con la mia, quando la pubblicherò. :)
***
Però mi farebbe molto piacere che anche qualcun altro azzardasse la sua soluzione.
***
Un saluto!
***

bobmax

Sì Eutidemo, a mio avviso non era molto chiaro l'effetto del furto del diamante.
Comunque la mia ipotesi alternativa che avevo esposto, cioè che dalla sera prima vi fosse all'interno il complice, mi pare che regga.
In quanto il vicedirettore userebbe la chiave dall'esterno. E quindi non si dovrebbero attendere le tre ore.

Comunque l'otto e mezzo mi sembra più che sufficiente!
Visto che l'otto era il massimo possibile al liceo. E neppure per tutti i professori... ;D
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Bobmax. :)
In effetti, per quanto riguarda la tua "prima ipotesi":
- quando il vicedirettore usa la sua chiave dall'esterno, per entrare, e poi si chiude dentro con la sua chiave, senza aver ancora asportato il gioiello, potrebbe riaprirlo immediatamente, in qualsiasi momento, con la chiave stessa;
- quando il complice "disinscerisce" la corrente, non succede niente, in quanto il portellone -che era già chiuso- resta chiuso, l'allarme non scatta, e la chiave di Bellmer funziona ancora perfettamente.
- quando il complice "reinserisce" la corrente, non succede lo stesso niente, l'allarme non scatta, e la chiave di Bellmer funziona ancora perfettamente.
***
Fin qui non ci sono problemi nella tua "prima" ricostruzione ipotetica!
***
Il problema sorge nel momento dell'asportazione del gioiello da suo piedistallo, la quale manovra, tramite un "imput" elettronico:
- rende la chiave elettronica che si trova all'interno del "caveau" inattiva per tre ore;
- e, questo, a prescindere dalla circostanza che il portellone fosse già chiuso o meno in modo regolare, ovvero che esso fosse stato aperto e poi chiuso in conseguenza dell'asportazione del gioiello.
.
***
La tua "ipotesi alternativa", invece (sulla quale prima non mi ero soffermato), mi sembra migliore.
Ed infatti:
- quando sono soltanto loro due, anche in piena notte, Bellmer apre la porta al complice con la sua chiave elettronica;
- il complice entra, e asporta il gioiello, facendo chiudere il portellone, e facendo scattare l'allarme;
- però Bellmer è fuori dal "caveau", per cui l'asportazione del gioiello non "disattiva" la sua chiave per tre ore;
- quindi, Bellmer riapre immediatamente il portellone, consentendo così al complice di uscire con il gioiello in mano.
***
Però anche la tua ipotesi alternativa ha i seguenti punti deboli:
1)
Come avevo scritto: "La chiave elettronica di Bellmer ha un "chip" interno con una memoria inalterabile, dalla quale risulta che, quella notte, lui l'ha usata una volta sola per aprire il portellone, e non due."
2)
Inoltre, come avevo scritto: "Quella cassaforte, ha una "scatola nera" che registra gli "orari" e i corrispondenti "codici" di apertura utilizzati per aprirla; e, quella notte, sono stati memorizzati solo due "codici" di apertura: prima quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bellmer, e poi quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bauer."
3)
Infine, comunque, stando alla tua ipotesi alternativa, Bellmer non sarebbe stato trovato ucciso vicino al piedistallo, bensì nell'androne fuori del "caveau", dal suo complice in fuga.
***
Però, secondo me, la tua ipotesi alternativa merita almeno 9!
***
Un saluto! :)
***

bobmax

Nella ipotesi alternativa il complice è già dentro il caveau dalla sera prima.
Probabilmente perché entrato il giorno prima con il vicedirettore. Che poi se ne è uscito chiudendo il portellone e lasciando dentro il complice.
La notte, ad un orario prestabilito, il complice, con il portellone chiuso, asporta il diamante. Scatta l'allarme. Il vicedirettore apre con la chiave ed entra. Il complice lo uccide in prossimità del piedistallo. Poi se ne esce e toglie la corrente, il portellone si chiude, e poi rimette la corrente.
La soluzione alternativa a mio parere regge.
Avevo messo pure che il vicedirettore togliesse la corrente durante l'asportazione del diamante, a portellone chiuso, ma forse è inutile.

No, il nove no!
Sa tanto di secchione...    :-[
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

#11
Ciao Bobmax
Tieni sempre presente che tutti i miei riferimenti riguardavano la "notte del delitto" e non e non l'intero "mese" o l'intero "anno" in corso:
Per cui, in ordine alle tue -pur acute- osservazioni, rilevo quanto segue:
.
1)
Io avevo scritto che "La chiave elettronica di Bellmer ha un "chip" interno con una memoria inalterabile, dalla quale risulta che, <<quella notte>>, lui l'ha usata una volta sola per aprire il portellone, e non due"; ma non non ho affatto scritto che <<nelle notti e nei giorni precedenti>> la memoria del "chip" non memorizzava le aperture.
Le memorizzava sempre, fino a saturazione del suo disco fisso (3 anni circa).
Per cui, se il vicedirettore, in assenza di altri funzionari, avesse aperto il "caveau", senza una "ragione ufficiale"  uno, due, o anche tre giorni prima (per introdurre il suo complice), la cosa sarebbe stata rilevata e controllata dalla polizia nell'esaminare il "chip" di memoria; ma non è risultato niente del genere, altrimenti, la polizia ne avrebbe tenuto conto, magari facendo la tua stessa ipotesi.
Ed io lo avrei riferito.
.
2)
Inoltre, come avevo scritto: "Quella cassaforte, ha una "scatola nera" che registra gli "orari" e i corrispondenti "codici" di apertura utilizzati per aprirla; e, quella notte, sono stati memorizzati solo due "codici" di apertura: prima quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bellmer, e poi quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bauer."
Ma non non ho affatto scritto che <<nelle notti e nei giorni precedenti>> la "scatola nera" non registrava gli "orari" e i corrispondenti "codici" di apertura utilizzati per aprirla; li registrava sempre, fino a saturazione del suo disco fisso (5 anni circa).
Per cui, se il vicedirettore, in assenza di altri funzionari, avesse aperto il "caveau", senza una "ragione ufficiale",  uno, due, o anche tre giorni prima (per introdurre il suo complice), la cosa sarebbe stata rilevata e controllata dalla polizia nell'esaminare la "scatola nera" del portellone; ma non è risultato niente del genere, altrimenti, la polizia ne avrebbe tenuto conto facendo la tua stessa ipotesi, ed io lo avrei riferito.
.
3)
Infine, comunque, stando alla tua ipotesi alternativa, Bellmer "non aveva alcun motivo" di entrare anche lui nel "caveau", ma avrebbe ovviamente atteso che il complice uscisse con il diamante; per cui non sarebbe mai stato trovato ucciso vicino al piedistallo, bensì nell'"androne" fuori del "caveau", dal suo complice in fuga.
.
4)
Infine, tu scrivi: "Scatta l'allarme. Il vicedirettore apre con la chiave ed entra. Il complice lo uccide in prossimità del piedistallo. Poi se ne esce e toglie la corrente, il portellone si chiude, e poi rimette la corrente."
Però non consideri quanto segue:
a)
Innanzittutto il complice non poteva sapere che, togliendo la corrente, il portellone si sarebbe richiuso automaticamente; nè Bellmer aveva alcuna ragione di renderlo edotto della cosa, non essendo tale informazione necessaria per l'effettuazione del loro piano originario.
b)
Anche se -per pura ipotesi- il complice lo avesse saputo, perchè mai avrebbe dovuto far richiudere automaticamente il portellone togliendo la corrente elettrica?
Ed infatti non aveva alcun motivo di fare una cosa del genere; ormai si era impossessato del gioiello e l'unica cosa che poteva interessarlo era di squagliarsela il prima possibile, lasciando il portellone aperto così com'era.
c)
Infine, anche se gli fosse venuto il "ghiribizzo" di far richiudere automaticamente il portellone togliendo la corrente elettrica (cosa che non poteva sapere), perchè mai, poi, avrebbe dovuto reinserirla?
Per evitare che Bauer facesse la fatica di riattivare lui la corrente, per poter aprire il portellone?
Non ha molto senso!
.
***
Secondo me, quindi, soprattutto i punti 3) e 4), rendono davvero difficile considerare molto plausibile la tua ipotesi alternativa; che, comunque, ritengo decisamente migliore della prima, e, comunque, molto acuta, argomentata e intelligente.
Per cui mi dispiace, ma non abbasserò il tuo voto; un bel 9 tondo te lo meriti senz'altro.
***
.
***
Un saluto, e, per adesso, buonanotte (vado a cena fuori) :)
***
.
P.S.
Comunque grazie per forzarmi ad esercitare le mie arrugginite meningi; ne hanno proprio bisogno! ;)
***

bobmax

Eutidemo, togliere la corrente per far chiudere il portellone aveva senz'altro senso. Perché in questo modo si sarebbe subito pensato alla chiusura dovuta alla asportazione del diamante. (Avendola reinserita)
Deviando così le indagini, che si sono effettivamente rivolte verso il vicedirettore e il direttore.

Il vicedirettore poteva essere entrato per uno stratagemma del complice.
Come per esempio il fingere di essere svenuto a terra.

Il complice poteva benissimo sapere dell'effetto della mancanza di corrente.
Molti ne erano a conoscenza.

L'accesso al caveau nei giorni precedenti del vicedirettore poteva benissimo essere di routine.
Perché no?

Mi sembra che anche qui stia finendo in un pastrocchio...
Lo sospettavo, ma nessuno scriveva.

Va be'.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

#13
Ciao Bobmax ;)
Mi dispiace, ma questa volta devo darti un 4--, poichè le tue ulteriori argomentazioni non tengono conto dei "fatti",  così come sono stati chiaramente esposti nel mio racconto.
***
Ed infatti:
.
1)
Tu ti ostini a trascurare il "fatto" che, come avevo scritto, "Quella cassaforte, ha una "scatola nera" che registra gli "orari""; per cui, a qualsiasi ora Bellmer abbia fatto entrare nel "caveu" il suo complice, il tuo calcolo degli orari è completamente "sballato" per quanto concerne il momento in cui lo avrebbe fatto uscire.
Ed invero, come chiaramente si evince dal mio racconto, il portellone è stato aperto soltanto "PRIMA" dell'asportazione del gioiello dalla sua base, e non certo "DOPO", per far fuggire il ladro; ed infatti il portellone era stato aperto per l'ultima volta con la chiave di Bellmer prima che suonasse l'allarme, e non certo dopo che l'allarme era suonato.
Altrimenti la "polizei" tedesca sarebbe stata composta da idioti, che non sapevano leggere le registrazioni della scatola nera :D !
.
2)
Inoltre, mi spieghi in che cosa diamine sarebbe consistito il mistero del "caveau", se, dalle registrazioni della "scatola nera" del portellone, fosse risultato che il portellone era stato aperto "DOPO" l'asportazione del gioiello; e, cioè "DOPO"  che era suonato l'allarme al GSG 9 a seguito dell'asportazione del gioiello?
In tal caso sarebbe stato ovvio che il ladro se n'era andato via, a porta aperta, con il gioiello in tasca!
Ed invece, come chiaramente si evince dal mio racconto, dalle registrazioni della "scatola nera" del portellone, è risultato che questo era stato aperto soltanto "PRIMA" dell'asportazione del gioiello, e, cioè "PRIMA"  che suonasse l'allarme al GSG 9; dopodichè si era chiuso e non si era aperto più!
.
3)
Il problema, infatti, consiste proprio in quello che tu ti ostini a voler ignorare, e, cioè, che l'ultima volta che il portellone si era aperto, il gioiello era ancora al suo posto; dopo che, invece, è stato asportato, il primo ad aprirlo di nuovo è stato soltanto Bauer, il direttore della Banca. E' questo che "ha mandato ai matti" gli inquirenti!
La "scatola nera" non mente!
.
4)
Inoltre, nell'esaminare il "chip di memoria" della chiave di Bellmer, è ovviamente risultato che lui ha aperto il portellone solo PRIMA che avvenisse il furto; dopo che questo era avvenuto, attivando l'allarme alla centrale del GSG 9, la chiave di Bellmer non ha più riaperto nessun portellone (a prescindere che fosse dentro o fuori il caveau).
il "chip di memoria" della chiave di Bellmer non mente!
.
5)
Basterebbe quanto sopra a destituire di fondamento la tua ipotesi, in quanto assolutamente "controfattuale" e "anticronologica".
Comunque, per considerare anche le altre tue ipotesi (conseguenti alla tua cronologicamente insostenibile ipotesi di base), togliere la corrente per far chiudere il portellone non avrebbe avuto  alcun senso; ed infatti non è assolutamente vero che, in questo modo, si sarebbe subito pensato alla chiusura dovuta alla asportazione del diamante.
Ed infatti, in tal caso, la "scatola nera" del portellone avrebbe registrato "due" chiusure:
- una immediatamente dopo l'asportazione del gioiello;
- un'altra qualche minuto dopo.
La "scatola nera" non mente!
.
6)
Comunque, sempre per voler considerare anche le altre tue ipotesi (conseguenti alla tua cronologicamente insostenibile ipotesi di base), quanto al fatto che il vicedirettore poteva essere entrato per uno stratagemma del complice, come per esempio il fingere di essere svenuto a terra, questo sarebbe stato senz'altro "possibile".
Però, come tu mi insegni: "Ab esse ad posse valet, sed a posse ad esse non valet consequentia!"
.
7)
Poi, sempre per voler considerare anche le altre tue ipotesi (conseguenti alla tua cronologicamente insostenibile ipotesi di base), quanto al fatto che "il complice poteva benissimo sapere dell'effetto della mancanza di corrente, poichè molti ne erano a conoscenza", vorrei proprio sapere dove lo hai trovato scritto nel mio racconto.
.
8 )
Infine, sempre per voler considerare anche le altre tue ipotesi (conseguenti alla tua cronologicamente insostenibile ipotesi di base), quanto al fatto che "l'accesso al caveau nei giorni precedenti del vicedirettore poteva benissimo essere di routine. Perché no?"
Ed io ti rispondo "Perché sì?"
***
.
***
Per concludere, secondo me, il problema sta nel fatto che tu vuoi "riscrivere" il mio racconto, nel modo più consono a sostenere la tua tesi; ma questo non è ovviamente possibile.
Il finale è libero, perchè il mio non è un indovinello; ma il racconto che precede il finale no!
***
.
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

#14
CAPITOLO QUARTO
Il giorno successivo erano tutti di nuovo davanti al portellone, ora chiuso, del "caveau".
- Lo apra, per cortesia!- chiese a Bauer il commissario Gruber, che indossava guanti di lattice e portava con sè una borsa di tela chiusa.
Bauer obbedì, mentre la scatola nera registrava l'orario di apertura, ed Elsa Gruber entrò nel "caveau" da sola, dirigendosi verso il piedistallo vuoto dove un tempo si trovava l'"Himmlisches Juwel"; poi, estrattolo dalla borsa, ci posò sopra un finto gioiello, delle sue stesse dimensioni e del suo stesso peso, innescando, così, il meccanismo di allarme e chiusura.
***
- Ora io asporterò il gioiello, e, quindi, il portellone dovrebbe chiudersi facendo suonare l'allarme, giusto?-
- Giusto!- le rispose Heinrich Wassen, il  comandante del GSG 9.
Poi, rivolta ad Emil Adam: - Lei, Emil, non appena il portellone si sarà chiuso, tolga la corrente elettrica per almeno cinque minuti; poi la reinserisca, in modo tale che, subito dopo, Bauer sia in grado di aprire di nuovo il "caveau"-
- Va bene, commissario!- assentì  Adam.
***
Elsa Gruber afferrò il finto gioiello, e il portellone, come per magia, si chiuse in un decimo di secondo tra lo scoppiettìo rumoroso del "semtex" e il frastuono della sirena d'allarme, mentre la scatola nera registrava l'orario di chiusura; subito dopo Emil Adam tolse la corrente dal quadro all'ingresso dell'appartamento, per cui l'androne rimase illuminato solo dalla luce del sole che entrava dalle finestre.
Il portellone, come Adam aveva spiegato al commissario il giorno prima, restò tranquillamente chiuso senza far scattare nessun allarme.
***
Dopo cinque minuti Adam reinserì la corrente, e Bauer aprì di nuovo il portellone con la sua chiave elettronica, mentre la scatola nera registrava l'orario della sua ulteriore apertura,  borbottando che stava sprecando un sacco di "semtex", perchè avrebbe dovuto di nuovo sostituire le cariche.
L'enorme portellone ruotò sui suoi cardini verso l'esterno, ma il gioiello non era più sul suo piedistallo; e di Elsa Bauer nessuna traccia...a parte la sua borsa posata in terra!
***
Wassen scavalcò la soglia del "caveau", è  ruotò lentamente, a 180 gradi, il "rilevatore di presenze", e poi annunciò: -Qui dentro non c'è assolutamente anima viva!-
Poi ordinò ai suoi uomini di entrare e di perquisire palmo a palmo tutto il "caveau", coadiuvati dai tecnici della polizia scientifica; ma non trovarono nè il commissario nè il gioiello, solo la borsa di tela di Elsa Gruber, completamente vuota.
***
- Va bene, Commisario!- esclamò alla fine Wassen -Mi arrendo! Si può sapere dove diamine si è cacciata? Su, venga fuori!-
***
Non aveva ancora finito di parlare, che la parete posteriore del portellone sussultò; poi si spalancò,  e ne sbucò fuori Elsa Gruber, con un respiratore collegato ad una bomboletta contenente "ossigeno ad alta concentrazione" sul volto, e  sorreggendo a due mani la piastra d'acciaio al carbonio con una "ventosa elettrica ad alta potenza".
***
- "Et voilà le jeux sont fait!" esclamò sorridendo, dopo aver posato la piastra a terra, ed essersi tolta la maschera.
Quindi estrasse di tasca il finto gioiello!
***
- Adesso ci vorrà spiegare, spero!- sbottò esterrefatto Bauer.
- Certamente!- sorrise Elsa Gruber, indicando il vano posteriore dell'enorme portellone.
- Come vedete, il portellone è talmente "profondo", che, nella parte posteriore, si è facilmente potuto ricavare uno spazio che potesse contenere una persona ben rannicchiata.
***
Il pannello di "acciaio al carbonio", che protegge la parte posteriore, è spesso 20 millimetri, come quello di un carro armato, ma ha una chiusura "ad adesione" simile a quella del retro di un orologio.
Non è pesantissimo, in quanto, mentre la piastra frontale di acciaio al carbonio , del diametro di circa un metro e mezzo, è spessa 210 millimetri per evitare eventuali tentativi di effrazione con gli esplosivi, quella posteriore è  una piastra rotonda del diametro di circa un metro e trenta, spessa "solo" 20 millimetri, e pesa circa 10 kilogrammi, per cui si sorreggerebbe benissimo anche se soltanto inserita nella cerniera che lo circonda.
Ma il pannello è tenuto bloccato anche da questo affare qua dentro,  per cui sembra saldato con la fiamma ossidrica!-
***
Ed indicò a tutti un elettromagnete all'interno del vano posteriore del portellone posteriore, dentro la "nicchia" in cui si era nascosta; il quale era dotato un normale interruttore di corrente, con un meccanismo di temporizzazione, per disinserirlo da dentro per poter uscire, ma poi riattivarlo automaticamente "a tempo", dopo essere usciti, ed aver rimesso a posto la chiusura.
Cosa che Elsa Gruber fece subito, sollevando la piastra con la ventosa elettrica, dopo averla trasferita dal lato interno a quello esterno, e rimettendola al suo posto.
***
La piastra si inserì facilmente nella sua cerniera, con un leggero scatto; e, dopo qualche minuto, se nè udì un altro più forte che la bloccò definitivamente, quando il "timer" terminò il suo corso, e l'elettromagnete, che era collegato alla rete elettrica dell'appartamento, tornò in funzione.
Elsa Gruber, dimostrativamente, tirò la ventosa con tutte le sue forze, puntallandosi con in piedi; ma ormai la piastra d'acciaio, bloccata dall'elettromagnete, era diventata più inamovibile e salda di una roccia.
Per cui spense la la ventosa elettrica e la rimise nella sua borsa, insieme al finto gioiello e al respiratore.
***
- Quindi il ladro, dopo aver costretto Bellmer ad aprire il "caveau" e ad entrare assieme a lui, lo ha ucciso in prossimità del piedistallo simulandone il suicidio, e poi si è impadronito del gioiello; per cui il portellone si è chiuso di colpo, ed è scattato l'allarme, sia qui, che nella sede del GSG -9.- continuò a spiegare Elsa Gruber.
Come a suo tempo rilevò Adam, la scatola nera del portellone e il memorizzatore della chiave di Bellmer ci garantiscono che, dopo la sua ultima apertura per entrare e commettere il furto, il portellone si è chiuso automaticamente e non si più riaperto fino a che non è arrivato Bauer con il GSG 9; è questo che ci ha fatto impazzire, perchè, secondo la logica (e la fisica), quando Bauer ha aperto il portellone, il ladro ed il gioiello dovevano per forza essere ancora lì dentro!
Ed infatti erano ancora lì!-
- Come sarebbe a dire!- esclamò Bauer.
***
Allora Elsa Gruber riprese a spiegare: - Il "ladro-assassino" è rimasto chiuso all'interno del "caveau", ma, evidentemente, aveva un complice all'esterno, che ha tolto la corrente dal quadro elettrico in fondo al corridoio; in tal modo, senza che scattassero ulteriori allarmi (perchè il portellone era ormai chiuso), l'elettromagnete, che era collegato alla rete elettrica dell'appartamento, ha smesso di funzionare, per cui lui il ladro, o meglio l'assassino, ha potuto facilmente asportare la parete posteriore del portellone con una ventosa come la mia.
Poi, con il gioiello in tasca, si è nascosto nella nicchia, ed ha rimesso al suo posto la chiusura con la ventosa,  facendola stavolta aderire con la ventosa nella sua parte interna; fatto ciò, ha avvisato il complice, il quale ha quindi reinserito la corrente ed è fuggito via, prima che arrivasse sul posto il GSG 9.-
***
- Quindi, quando siamo arrivati noi, il ladro era nascosto dentro il portellone, con un respiratore come il suo!- esclamò esterrefatto Heinrich Wassen.
- Esatto!- confermò allargando la braccia Elsa Gruber!
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- E quando io sono entrato, ed ho scannerizzato con il "rilevatore di presenze" se ci fosse qualcuno (vivo) all'interno del "caveau", l'apparecchio mi ha dato ovviamente esito negativo; ed infatti, dopo aver aperto il portellone, il ladro ed il gioiello erano ormai "fuori" del perimetro del "caveau"!-
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- Già!- commentò Emil Adam- Ma siamo rimasti ingannati anche noi della polizia scientifica, in quanto, la notte del delitto, avevamo esaminato solo l'interno del "caveau"; e, il giorno dopo, con il portellone ben "tappato" dal magnete nella sua corazza "posteriore", noi ci siamo concentrati soprattutto sulla sua parte "anteriore" ed i suoi moduli elettronici. Perchè, solitamente, una cassaforte viene forzata "dal di fuori" e non "dal di dentro"!-
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- Non si preoccupi, Adam- lo rassicurò Elsa Gruber -Il piano dei rapinatori era davvero ben congegnato!
Quella notte ce ne siamo andati tutti via tranquilli, lasciando quattro uomini di guardia all'entrata dell'edificio; ed infatti,  avendolo perquisito tutto palmo a palmo, eravamo certi che esso fosse vuoto, e che, quindi, il contenuto del "caveau" fosse al sicuri anche con il portellone aperto.
Noi non potevamo chiuderlo, modificando la sua posizione al momento del delitto, prima di aver completato tutti il controlli dell'intero "caveau" il mattino successivo; questo è il protocollo di tutte le polizie del mondo, per quanto riguarda lo "scenario del delitto".
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Quindi, il "ladro-assassino" nascosto nel portellone, non appena è stato sicuro che ce ne eravamo andati via tutti, è uscito fuori dal suo nascondiglio ruotando l'"interruttore timer" dell'elettromagnete situato all'interno della nicchia; poi ha rimesso al suo posto la piastra di chiusura, aiutandosi con una ventosa ad alta potenza, simile  a quella che ho usato io.
Dopo pochi secondi, il "temporizzatore" ha riattivato l'elettromagnete, il quale ha saldato di nuovo la chiusura posteriore nel suo stato abituale; per cui, il giorno dopo, anche se avessimo provato ad aprirla o a forzarla, non ci saremmo riusciti se non usando una lancia termica per tagliarne i bordi.
Cosa che non credo sarebbe riuscita gradita al signor Bauer!-
Il quale fece una smorfia di assenso!
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- Una volta uscito dal portellone, il "ladro-assassino" si è nascosto in uno dei bagni dell'edificio, reinserendo la batteria nel suo cellulare; così, quando la mattina seguente è stato convocato qui per telefono, dopo aver atteso per un congruo periodo di tempo, è uscito dalla "toilette" e si è presentato qui "fresco fresco", come se venisse da casa sua (con il respiratore, la ventosa ed il gioiello nella sua borsa da lavoro, che nessuno aveva motivo di perquisire).
Ed infatti l'ingresso dell'edificio, ormai, non era più sorvegliato, per cui nessuno poteva immaginare che lui era già dentro, e non era arrivato, da fuori, soltanto la mattina!-
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- Mi sembra che la sua ricostruzione sia valida, Commissario- convenne Wassen - Anche perchè non vedo nessun'altra plausibile ipotesi alternativa. E secondo lei chi sarebbe il "ladro-assassino", ammesso che, a questo punto, ci sia ancora bisogno di chiederlo?-
- Ha ragione, capitano, non c'è neanche bisogno di chiederlo: non può essere stato altro che l'ingegnere che ha progettato e personalmente montato il portellone, installandoci dentro l'elettromagnete. Il quale non aveva alcuna ragione di essere lì dentro, se non in previsione di un furto premeditato scientificamente da molto tempo!- è puntò il dito verso Karl Weiss,  progettista e tecnico specializzato della GTA.
- Poi ci dirà chi erano i suoi complici, e dove ha nascosto il gioiello rubato!-
Weiss non disse una parola, mentre gli mettevano le manette, e il commissario gli recitava l'usuale "Miranda warning": - Lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà essere e sarà usata contro di lei in tribunale. Ha diritto a un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio-
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Mentre due agenti portavano via Weiss in manette, Emil Adam chiese al Commissario: - Mi dica una cosa: ma come le è venuto in mente che, per l'omicidio ed il furto, era stato usato un simile macchinoso sistema?-
***
- Be', entrando la prima volta nel "caveau", per non inciampare nel gradino, mi ero appoggiata al portellone; che mi era sembrato terribilmente pesante.-
Al che Wassen interloquì dicendo: -Infatti ricordo che, quella notte, il portellone si aprì molto lentamente, cigolando sui suoi cardini; per cui, tra me e me, mi dissi che era veloce a chiudersi, ma, evidentemente, non altrettanto ad aprirsi.-
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- Il giorno dopo, invece, sempre appoggiandomici per entrare, mi sembrò che fosse molto più leggero- continuò la sua spiegazione Elsa Gruber - La cosa mi lasciò al quanto perplessa, ma, sul momento, non gli diedi particolare importanza. Non mi passò neanche per la testa che, mentre la notte precedente c'era nascosto dentro un uomo, il giorno dopo, invece, era ormai vuoto!-
***
Poi, però, ragionando al riguardo, riflettei che, la notte del "furto-omicidio", il "ladro assassino" doveva per forza essere ancora dentro il "caveau" insieme al gioiello, quando è arrivato il GSG 9: ed infatti Bauer, Busch e Adam, basandosi sulle registrazioni della "scatola nera" e del "chip di memoria" della chiave di Bellmer, me lo avevano spiegato e rispiegato fino alla noia.
Le "aperture" e le "chiusure" del portellone, a prescindere da quelle regolari e da quelle provocate dall'asportazione del gioiello dal suo piedistallo, non lasciavano adito ad ipotesi alternative!
***
Quando, invece, Bauer ha aperto il "caveau", lui e il gioiello non erano più all'interno del "caveau"; per cui ho vagamente intuito che doveva essere stata per forza la manovra di apertura del portellone ad aver fatto "fuoriuscire" in qualche modo il "ladro assassino" dal perimetro del "caveau".
***
Ed infatti, quando il portellone è aperto, viene a trovarsi "fuori" del perimetro del "caveau"; così come lo abbiamo lasciato noi, incustodito, tutta la notte, per non alterare la "scena del crimine" fino al giorno dopo.
Tanto eravamo tranquilli, perchè c'erano quattro GSG 9 a presidio dell'unica entrata di un edificio vuoto!
Così, quando ce ne siamo andati, il ladro-assassino, è uscito dal portellone ed è andato a nascondersi in un bagno.
In fondo è un metodo non molto diverso o più "macchinoso" di quello usato da Ulisse; solo che Ulisse si è nascosto nel Cavallo per "entrare" dentro  Troia nonostante le sentinelle alle porte, mentre il nostro furfante si è nascosto nel "Cavallo" per "uscirne"!-
Ma nessuno rise alla battuta!
                                            FINE

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