Rastislav e l'enigma del numero segreto

Aperto da Eutidemo, 06 Agosto 2023, 13:09:03 PM

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bobmax

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Phil

Citazione di: Eutidemo il 08 Agosto 2023, 13:01:51 PMLa "formula matematica" di Bobmax dimostra che un'"attinenza matematica" c'è [...]
Quindi il principe, per esagerare, ha imposto un limite eccessivo e superfluo!
Ha semplicemente imposto un limite che, come detto, rende impossibile una soluzione che rispetti le regole: l'attinenza matematica c'è? Sì. Le attinenze matematiche sono vietate? Sì. La conclusione è sillogistica (ed è irrilevante che il prigioniero dia la risposta giusta, poiché anche altre violazioni delle regole potrebbero portarlo a dare la risposta giusta; ma le regole e i divieti allora a cosa servono?).
Non colgo la pertinenza fra la conclusione logica del suddetto sillogismo e l'indovinare un numero che hai scritto.
La frase «può chiederti a voce alta qual'è il numero che ti ho sussurrato all'orecchio»(cit.) non equivale a «può chiederti con una domanda (dunque a piacere) qual è il numero che ti ho sussurrato», poiché la prima è una domanda indiretta ben precisa (almeno stando alla lingua italiana che ricordo; altrimenti qual è, in quel contesto, la forma indiretta della domanda «qual è il numero che ti ha sussurrato all'orecchio?»).

iano

#17
Citazione di: Eutidemo il 08 Agosto 2023, 13:01:51 PM
.
3)
Rastislav ha parlato chiaramente di diretta o indiretta "attinenza matematica";  la quale non può assolutamente intendersi come un "collegamento metamatematico", ad esempio "lessicale".
Ed infatti le espressioni "lessicali" non hanno niente a che vedere nè con la "matematica" nè con la "metamatematica"; disciplina, quest'ultima, che ha per oggetto l'analisi formale delle teorie matematiche e delle relative strutture, e non certo la "linguistica".
***
Non confondiamo le mele con le pere!
***

Non voglio far finta di essere un esperto in materia, e mi limito a suggerirti, se dovessi proporre ad altri lo stesso enigma, di eliminare il ''collegamento anche indiretto alla matematica'' che non mi è ancora chiaro cosa sia, e che può essere fuorviante, perchè alla tua soluzione che a me sembra notevole, io non ci sarei mai potuto arrivare, perchè mi sembra che sia proprio un esempio di collegamento indiretto.
Il tuo mi sembra un errore di esposizione per troppo zelo, avendovi aggiunto un qualcosa di troppo.
Facendo finta di essere un esperto invece dico che la matematica che noi possiamo comprendere, quando la comprendiamo, è sempre un miscuglio di matematica e metamatematica, contenendo ogni libro di testo espressioni lessicali.
Se togli alla matematica le espressioni metamatematiche, essa appare , anche quando ancora riusciamo, seppur con più difficoltà, a comprenderla, qualcosa di molto povero, esempio supremo di arida, cosa che in effetti è.
E' un pò un esempio di quel che predica Bobmax, che quanto più approfondisci la conoscenza di qualcosa tanto più ci intravedi dietro il nulla.
Non sono d'accordo con Bobmax, ma capisco il suo punto di vista .
Quantomeno in questo caso si può ben dire infatti che il non essere nulla consente di stare al posto di ogni cosa, così che il numero, che non è altro che nulla, può  stare al posto di mele o pere e molto d'altro ancora.
In altri termini all'applicazione della matematica alle cose osta l'idea intuitiva che ne abbiamo, perchè questa idea altro non è che una di quelle applicazioni particolare.
Pensiamo ad esempio di solito che il numero sia una quantità, quando la quantità è solo un applicazione del concetto di numero.
Così puoi comprendere come sia difficile l'impresa se credendo di applicare il numero a qualcosa stiamo invece applicando qualcosa che non è in effetti il numero, ma l'idea intuitiva che ce ne siamo fatti, a qualcos'altro.
Allora si che si confonderanno mele e pere, perchè si pretenderà di applicare le pere alle mele, o viceversa.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo


Eutidemo

Ciao Phil. :)
In ordine alle tue considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Tutto nasce da un grosso EQUIVOCO, di cui mi sto rendendo conto solo ora!
Ed infatti io non ho mai scritto, nè nel "quesito iniziale", nè nella "soluzione", quale fosse il numero sussurrato da Ratislav all'orecchio della prima spia.
MAI!
Ciò che ha ingenerato l'equivoco, è che voi avete preso i miei semplici "esempi" come se fossero stati dei "postulati"; il che, invece, costituisce un grave errore.
***
Ed infatti, nella "soluzione":
a)
Io non ho affatto scritto "il numero sussurrato da Ratislav all'orecchio della prima spia era 9, oppure era 567.654"!
b)
Io, invece, avevo ipoteticamente scritto: "<<se>> il numero che gli ha sussurrato Ratislav fosse stato 9", ovvero  "<<se>> il numero che gli ha sussurrato Ratislav fosse stato 567.654", "ai soli fini esplicativi", per spiegare l'espediente del "16", ma senza minimamente asserire quale fosse "effettivamente" il numero sussurrato da Ratislav all'orecchio della spia.
Che non ho mai scritto!
***
Il numero sussurrato da Ratislav all'orecchio della spia era ovviamente uno solo, mica due (da me usati "a casaccio" solo come esempio)
***
Non mi sono certo messo a calcolare se tra 16 e 9 o tra 16 e 567.654 ci fosse un "collegamento aritmetico" o una "attinenza matematica"; non ne avevo nè il tempo nè la voglia, ed ho ritenuto superflua tale operazione ai meri fini esemplificativi.
***
A proposito, quale sarebbe il "collegamento aritmetico" o l'"attinenza matematica" tra 16 e 567.654?
Tanto per curiosità, se avete voglia di starci a perdere tempo.
***
Per cui voi "avete completamente equivocato la soluzione":
- che non è affatto nè 9 nè 567.654 (meri esempi  esplicativi);
- bensì "16" seguito da un solo e specifico numero il quale, sia da solo sia associato al "16", non abbia alcun collegamento aritmetico nè la benchè mimima attinenza matematica, neanche indiretta, con quello che Rastislav ha rivelato alla prima spia.
***
O meglio, anzi, a dire il vero, LA SOLUZIONE STA ESCLUSIVAMENTE NELL'ESPEDIENTE DELLO SCAMBIO DEI NUMERI CON LE PAROLE, NON IN NUMERO SPECIFICO O IN ALTRO (a prescindere dalla circostanza, meramente "ultronea", che non deve avere la benchè mimima attinenza matematica, neanche indiretta, con quello che Rastislav ha rivelato alla prima spia).
***
.
2)
Poi tu scrivi: "La frase «può chiederti a voce alta qual'è il numero che ti ho sussurrato all'orecchio»(cit.) non equivale a «può chiederti con una domanda (dunque a piacere) qual è il numero che ti ho sussurrato», poiché la prima è una domanda indiretta ben precisa (almeno stando alla lingua italiana che ricordo; altrimenti qual è, in quel contesto, la forma indiretta della domanda «qual è il numero che ti ha sussurrato all'orecchio?»)
***
Al riguardo prendo atto che non hai minimamente confutato, sotto il profilo logico, la replica che già ti avevo fatto al riguardo!
***
Ed infatti "poter" chiedere "qual è il numero...?", significa semplicemente che la seconda spia ha la "possibilità" di chiedere alla prima spia "qual è il numero", però:
- non è costretta a chiedere niente, potendo semplicemente cercare di indovinare;
- non è costretta a chiedere il "qual è il numero" in una forma "codificata" e "regolamentata" da Rastislav, bensì nel modo che preferisce.
***
Ed infatti:
a)
Rastislav ha ben precisato le modalità della "risposta" della prima spia: "Tu potrai dirgli a voce alta qualsiasi altro numero, purchè non sia assolutamente quello che ti ho rivelato, e che non deve avere alcun collegamento aritmetico nè la benchè mimima attinenza matematica, neanche indiretta, con quello che ti ho rivelato".
b)
Diversamente, invece, Rastislav non ha minimamente precisato le modalità della "domanda" della prima spia; la quale, quindi, non è affatto costretta a chiedere il "qual è il numero" in una forma "codificata" o "regolamentata" da Rastislav, ma nel modo che preferisce.
***
Ed infatti, quello che non è espressamente vietato deve considerarsi implicitamente permesso!
***
.
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

Ciao Iano. :)
In ordine alle tue considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Raccolgo in pieno il tuo saggio suggerimento: "Se tu dovessi proporre ad altri lo stesso enigma, ti consiglio di eliminare il ''collegamento anche indiretto alla matematica'' che non mi è ancora chiaro cosa sia, e che può essere fuorviante, perchè alla tua soluzione che a me sembra notevole, io non ci sarei mai potuto arrivare, perchè mi sembra che sia proprio un esempio di collegamento indiretto. Il tuo mi sembra un errore di esposizione per troppo zelo, avendovi aggiunto un qualcosa di troppo."
Hai perfettamente ragione: è meglio evitare il rischio di equivoci!
***
A dire il vero, anche io avevo qualche dubbio in proposito, per cui avevo fatto spiegare con un "esempio" a Rastislav che "il numero non deve avere alcun collegamento aritmetico nè la benchè mimima attinenza matematica, neanche indiretta, con quello che ti ho rivelato, ad es. 222 per far capire un 6 o cose del genere".
Però ai ragione tu: è meglio lasciar perdere, onde evitare "equivoci"!
***
.
2)
Quanto invece alla distinzione tra "linguistica" e "matematica", insisto nel dire che, secondo me, le espressioni "lessicali" non hanno niente a che vedere nè con la "matematica" nè con la "metamatematica"; disciplina, quest'ultima, che ha per oggetto l'analisi formale delle teorie matematiche e delle relative strutture, e non certo la "linguistica".
***
Ed infatti, un "mix" di "grafica", "linguistica" e "matematica" si può avere soltanto nei cosiddetti "rebus"; così come il seguente, che non credo avrai alcuna difficoltà ad interpretare.
***
Ma si tratta solo di un particolare "genere enigmistico", il quale non comporta minimamente una omologazione teorica e concettuale tra "grafica", "linguistica" e "matematica".
E' solo un GIOCO!
***
.
***
Un saluto! :)
***

iano

#21
A proposito, quale sarebbe il "collegamento aritmetico
anto per curiosità, se avete voglia di starci a perdere tempo.
-------------------------------------------------------------
E' un attinenza che appare ovvia dalla definizione di numero.
Il numero è per definizione ciò che viene generato a partire da altri numeri.
567.654 può generarsi ad esempio in tal modo
567.654= 16+1+1+1+...
Tutti i numeri hanno quindi attinenza fra loro in base al processo definitivo che li genera.
Noi stiamo parlando  di numeri naturali, cioè una tipologia particolare di numeri, ma esistono tante tipologie di numeri quante sono le possibili definizioni.
Non tutti i numeri quindi in effetti sono attinenti fra loro, se derivano da definizioni differenti.
L'attinenza fra numeri è quella che non esce fuori dalla loro definizione particolare.
L'attinenza indiretta quindi è quella che può uscirne fuori, per cui 16 è attinente indirettamente a ''se dici'', ma se questa è la soluzione, e tu hai escluso l'attinenza diretta quanto indiretta, come facciamo noi a giungere alla soluzione?

Vah, beh...ma ho visto dopo il tuo post di risposta.
Ok :)



Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Citazione di: iano il 09 Agosto 2023, 06:58:02 AMA proposito, quale sarebbe il "collegamento aritmetico
anto per curiosità, se avete voglia di starci a perdere tempo.
-------------------------------------------------------------
E' un attinenza che appare ovvia dalla definizione di numero, mentre non appare se ci ferma al concetto intuitivo di numero.
Il numero è per definizione ciò che viene generato a partire da altri numeri.
567.654 può generarsi ad esempio in tal modo
567.654= 16+1+1+1+...
Tutti i numeri hanno quindi attinenza fra loro in base al processo definitivo che li genera.
Come avevo appena scritto, anche io avevo qualche dubbio in proposito, per cui avevo fatto spiegare con un "esempio" a Rastislav che "il numero non deve avere alcun collegamento aritmetico nè la benchè mimima attinenza matematica, neanche indiretta, con quello che ti ho rivelato, ad es. 222 per far capire un 6 o cose del genere".
Cioè è sottinteso che deve trattarsi di un collegamento matematico tale da far capire (o, quantomeno, intuire) il numero 6; e  non di un collegamento matematico qualsiasi col 6, tipo 30, che, diviso 5, fa 6.
Ed infatti:
- se io ti dico 222, puoi intuire abbastanza facilmente che il numero segreto, che non posso dirti esplicitamente, è un 6;
- ma se io ti dico 30, non penso proprio che tu possa intuire che il numero segreto, che non posso dirti direttamente, è un 6.
Eppure un collegamento c'è in entrambi i casi.

Phil

@Eutidemo 

L'attinenza matematica, nel metodo di soluzione proposto, c'è sempre e a prescindere dal numero usato: x è il numero detto da Ratislav, chi risponde pronuncia il numero «16x», derivato dal calcolo già esplicitato da bobmax: 16 * 10^N + x , dove N è il numero delle cifre che compongono il numero segreto (ed è irrilevante quale numero esso sia). Dalla possibilità di ricondurre il numero «16x» al numero segreto tramite una formula diretta, sta l'attinenza matematica vietata dal regolamento.
Circa il senso della domanda indiretta concessa dal principe, non è questione di confutazione logica, ma di lingua italiana (v. qui). Una forma indiretta della domanda «quale numero ti ha sussurrato all'orecchio?» è infatti, nel contesto della storia (in cui il principe si rivolge a un prigioniero riferendosi all'altro prigioniero): «[lui] può chiederti a voce alta qual è il numero che ti ho sussurrato all'orecchio». 
D'altronde credo che se tu mi dicessi «puoi chiedere a Tizio che ore sono» e io gli chiedessi invece «se fossimo in Jamaica questa sarebbe l'ora tradizionale del pranzo?», non obietteresti forse che non ho rispettato la tua "richiesta" (che era, non a caso, una domanda indiretta)? Non insisto oltre, ma spero che i benemeriti "Tre-cani" risultino più chiari di me nella spiegazione di come funziona una domanda indiretta e in cosa si differenzia da una domanda a piacere (come quella sulla birra che hai citato o quella in cui un prigioniero aggiunge informazioni e frasi ipotetiche).

Eutidemo

#24
Ciao Phil. :)
In ordine alle tue ulteriori considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Tu scrivi: "L'attinenza matematica, nel metodo di soluzione proposto, c'è sempre e a prescindere dal numero usato: x è il numero detto da Ratislav, chi risponde pronuncia il numero «16x», derivato dal calcolo già esplicitato da bobmax: 16 * 10^N + x , dove N è il numero delle cifre che compongono il numero segreto (ed è irrilevante quale numero esso sia). Dalla possibilità di ricondurre il numero «16x» al numero segreto tramite una formula diretta, sta l'attinenza matematica vietata dal regolamento."
***
Vedo che, sicuramente per la "mia scarsa capacità esplicativa", non sono ancora riuscito a chiarire l'EQUIVOCO ; ci provo ancora, ma poi ci rinuncio perchè mi sono un po' stufato!
***
Le due spie, tramite la domanda allusiva e la risposta egualmente allusiva, NON INTENDONO AFFATTO IL LESSEMA "16" COME SE FOSSE UN NUMERO, BENSI' COME SE FOSSERO LE DUE PAROLE, "SE DICI"!
***
La formula "16 * 10^N + x" sarebbe corretta (anzi, lo è senz'altro, visto che l'ha elaborata Bobmax), se il "16" fosse inteso come un lessema "in senso numerico", ma non se viene inteso come un lessema "in senso linguistico"; ed infatti la formula "se dici * 10^N + x" non è nè giusta nè sbagliata, ma, semplicemente, non ha alcun senso nè logico nè matematico.
Risulta semplicemente un "nonsense"!
***
.
2)
Allo stesso modo, evidentemente sempre per la "mia scarsa capacità esplicativa", non sono riuscito a chiarire neanche l'EQUIVOCO relativo alla domanda che "può" fare la seconda spia alla prima spia.
***
Il fatto che tu mi abbia frainteso (o meglio, che io non mi sia fatto capire), si evince chiaramente dal tuo esempio; il quale "non calza assolutamente con il caso delle due spie"!
***
TUO ESEMPIO: "Puoi chiedere a Tizio che ore sono» e io gli chiedessi invece «se fossimo in Jamaica questa sarebbe l'ora tradizionale del pranzo?», non obietteresti forse che non ho rispettato la tua "richiesta" (che era, non a caso, una domanda indiretta)?
***
Ma se io dico "Puoi chiedere a Tizio che ore sono", è ovvio che io mi riferisco alla corrente ora locale, e non a quella tradizionale del pranzo Jamaica (che non c'entra niente).
***
L'esempio corretto sarebbe stato, essendogli concesso di chiedere a Tizio che ore sono, se Caio gli dicesse: "Qualora io ti dicessi che sono le 21,30, ci azzeccherei?"; al che il Tizio risponde: "No! Solo 16 (se dici) che sono le 22,10 ci azzeccheresti"!
Il che sarebbe perfettamente corretto in linea con quanto gli è stato permesso di chiedere.
***
E lo stesso vale per le due spie!
Ed infatti Rastilav concede alla seconda spia di chiedere alla prima qual è il numero che gli ha sussurrato all'orecchio; senza porre alcun limite alle "modalità" della domanda, se relativa a tale numero!
***
Ed invero:
a)
Tu potresti aver ragione se la seconda spia dicesse alla prima : "Se io ti dico che il nonno di Rastislav sussurrava sempre nell'orecchio a sua nonna il numero "69", ci salveremmo?"; ed infatti, in tal caso, la domanda non avrebbe niente a che vedere con qual è il numero sussurrato da Rastislav alla prima spia.
b)
Tu hai invece torto nel caso in cui la seconda spia dica alla prima : "Se io ti dico che Rastislav ti ha sussurato in un orecchio "69", ci salveremmo?"; ed infatti, in tal caso, la domanda riguarda esattamente, in via "ipotetica interrogativa" qual è il numero sussurrato da Rastislav alla prima spia.
***
Resta comunque il fatto che tu ancora non hai minimamente confutato, sotto il profilo logico, la replica che già ti avevo fatto due volte al riguardo!
***
Ed infatti "poter" chiedere "qual è il numero...?", significa semplicemente che la seconda spia ha la "possibilità" di chiedere alla prima spia "qual è il numero", però:
- non è costretta a chiedere niente, potendo semplicemente cercare di indovinare;
- non è costretta a chiedere il "qual è il numero" in una forma "codificata" e "regolamentata" da Rastislav (che non ha vietato domande in forma ipotetica), bensì nel modo che preferisce.
***
Ed infatti:
a)
Rastislav ha ben precisato le modalità della "risposta" della prima spia: "Tu potrai dirgli a voce alta qualsiasi altro numero, purchè non sia assolutamente quello che ti ho rivelato, e che non deve avere alcun collegamento aritmetico nè la benchè mimima attinenza matematica, neanche indiretta, con quello che ti ho rivelato".
b)
Diversamente, invece, Rastislav non ha minimamente precisato le modalità della "domanda" della prima spia; la quale, quindi, non è affatto costretta a chiedere il "qual è il numero" in una forma "codificata" o "regolamentata" da Rastislav, ma nel modo che preferisce.
***
Ed infatti, quello che non è espressamente vietato deve considerarsi implicitamente permesso!
***
.
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

                                      CONCLUSIONE
Poichè riconosco che gli EQUIVOCI che vi hanno indotto a fraintedere i termini della questione sono dovuti ad una mia inadeguata capacità di riuscire a chiarirli, prendo atto delle vostre ragioni, e suggerisco di concludere qui la diatriba, prima che divenga stucchevole.
Un cordiale saluto ed un ringraziamento a tutti gli intervenuti! :)



   








Phil

Non dimenticare che chi giudica la legittimità della conversazione è il principe, non i prigionieri: se Ratislav interpreta la risposta come contenente la suddetta formula, allora c'è l'attinenza vietata; se Ratislav interpreta la risposta come «se dici [numero segreto]» allora dopo il «se dici» il prigioniero rivela esplicitamente il numero segreto, il che è vietato. Quindi, in entrambi i casi, sia intendendo il 16 come «sedici» sia come «se dici», alle orecchie del principe la risposta viola i divieti dal lui imposti (per cui dovrebbe eseguire l'impiccagione).
Sulla spiegazione della domanda indiretta: se hanno fallito anche i "Tre-cani", non mi aspetto di poter aver più fortuna.

Eutidemo

Ciao Phil. :)
Non c'è niente da fare, non riesco proprio a spiegare ed a far comprendere adeguatamente i termini del mio rebus! :(
***
Ed infatti:
.
1)
Se il principe ha sussurrato all'orecchio della prima spia il numero "73", questa risponde alla prima spia dicendo verbalmente "milleseicentosettantre", non certo "sedicisettantre";  quindi, a differenza di quanto tu sostieni, le parole "se dici»" non vengono mai in nessun modo "alle orecchie del principe".
Per cui non si può in nessun  caso sostenere, come fai tu, che  "il prigioniero abbia rivelato <<esplicitamente>> il numero segreto, il che è vietato".
***
.
2)
Già quanto sopra, sia sotto il profilo "semantico" sia sotto quello "semeiotico", è più che sufficiente a dimostrare che non sono state affatto violate le regole stabilite dal principe Rastislav.
In ogni caso sfido chiunque a sostenere che, sotto il profilo strettamente "matematico":
a)
73 e 1673 siano uno stesso numero.
b)
Che dicendo la seconda spia 1673 si possa dedurre <<matematicamente>> da tale numero che il principe ha detto nell'orecchio della prima spia il numero 73.
***
.
3)
Quanto alla "Treccani", nel LINK che ho trovato io, si fornisce una esauriente spiegazione di quali verbi siano i più adeguati da utilizzare in una "proposizione interrogativa indiretta".
Ma, da tale spiegazione, non si evince minimamente che sia vietato sostituire una "proposizione interrogativa diretta" con "proposizione interrogativa indiretta".
***
Quello che, comunque, è certo, è che Rastislav non ha mai proibito alla seconda spia di esprimere la sua domanda, su "qual'è il numero da lui detto all'orecchio della prima spia" con una "proposizione interrogativa indiretta"; ma questo mi sono già affannato a cercare di spiegarlo (vanamente) più volte.
***
.
***
                                      CONCLUSIONE
Come avevo già detto, io vorrei concludere qui questa sterile discussione, riconoscendo ed ammettendo espressamente che gli EQUIVOCI che ti hanno indotto a fraintedere i termini della questione sono senz'altro dovuti ad una mia inadeguata capacità di riuscire a chiarirli, e non ad una tua incapacità di comprenderli.
***
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***
Un cordiale saluto! :)
***

Phil

Citazione di: Eutidemo il 10 Agosto 2023, 06:17:25 AMdicendo la seconda spia 1673 si possa dedurre <<matematicamente>> da tale numero che il principe ha detto nell'orecchio della prima spia il numero 73.
Tale "deduzione matematica" l'ha spiegata già bobmax, esplicitando la formula, che in quanto tale costituisce attinenza matematica fra i due numeri (1673 e 73), attinenza diretta che è vietata dalla regole.
La proposizione interrogativa indiretta è quella che usa Rastislav («puoi chiedere...» + domanda diretta). Tale interrogativa indiretta ha come unica forma diretta, ben precisa e implicita (contenuta sintatticamente nell'indiretta): «qual è il numero che ti ha sussurrato all'orecchio?».

P.s.
Sono fiducioso che riuscirò a spiegarmi; non importa il concordare o il condividere la medesima interpretazione, ma almeno voglio provare a farmi comprendere nelle mie considerazioni (il forum non è forse anche palestra di comunicazione scritta?).

Eutidemo

Ciao Phil. :)
A differenza di me, che non riesco mai a farmi capire con sufficiente chiarezza, tu, invece, ti spieghi benissimo; questa è una cosa di cui non devi preoccuparti affatto!
Il problema è che, "a causa della insufficiente chiarezza delle mie spiegazioni", tu continui a non comprendere gli effettivi e puntuali termini della questione.
***
Ed infatti:
.
1)
Rastislav spiega alla prima spia: "Tu potrai dirgli a voce alta qualsiasi altro numero, purchè non sia assolutamente quello che ti ho rivelato; e, inoltre non deve avere alcun collegamento aritmetico nè la benchè mimima attinenza matematica, neanche indiretta, con quello che ti ho rivelato, ad esempio 222 per far capire un 6 o cose del genere."
***
Per cui dovrebbe risultare <<OVVIO>> a chiunque, che Rastislav:
- non pretende affatto che non debba esservi, "in astratto", nessun collegamento aritmetico nè la benchè mimima attinenza matematica, neanche indiretta, con il numero che ha rivelato alla prima spia (ed infatti tutti i "numeri primi", in un modo o nell'altro, hanno attinenza tra di loro);
- pretende, invece, che non debbano esservi, in "concreto", quei collegamenti aritmetici e quella attinenze matematiche da cui si può dedurre il numero che lui ha rivelato alla prima spia.
***
La cosa dovrebbe risultare EVIDENTE di per sè; ma, per farsi capire meglio, Rastislav fa anche l'esempio, spiegando alla prima spia che non può dire al collega 222 per far capire un 6 o cose del genere (tipo 333 per far capire 9).
A buon intenditor, poche parole!
***
Ora, se si esclude l'espediente lessicale della sostituzione del "16" numerico con il "se dici" verbale, dal fatto che la seconda spia enunci il  numero 1.673 è assolutamente impossibile dedurre "matematicamente"  il numero 73 che Rastislav ha rivelato alla prima spia.
***
E valga il vero!
Ad esempio, se io adesso mi annoto un numero qualsiasi su un foglio di carta (come ho appena realmente fatto), e qui ti scrivo 169.387, tu sei forse in grado di dedurre "matematicamente", e/o "aritmeticamente" e/o "algebricamente"  da tale numero, il numero che ho appena scritto su un foglio di carta?
***
Se ci riesci con una qualche formula matematica, ti do ragione; altrimenti hai palesemente torto!
***
.
2)
Per il resto, è sicuramente un errore di "analisi logica" sostenere, come fai tu, che quella che usa Rastislav è "proposizione interrogativa indiretta"puoi chiedere...» + domanda diretta); ed infatti Rastislav dice semplicemente e testualmente: "Il tuo collega, anche lui legato mani e piedi e bendato, può chiederti a voce alta qual'è il numero che ti ho sussurrato all'orecchio"; per cui Rastislav non si esprime con alcuna  "proposizione interrogativa indiretta", ma fa un normale "discorso diretto".
E, come ho già sufficientemente spiegato più volte, la seconda spia può chiedere qual'è il numero che Rastislav ha sussurrato all'orecchio della prima spia, nel modo che più ritiene opportuno, "diretto", "indiretto" o "ipotetico"; ed infatti Rastislav  non ha messo alcun "paletto" al riguardo.
***
.
***
Un saluto! :)
***
.
P.S.
La tua fiducia nel riuscire a spiegarti è ben riposta, perchè ci sei riuscito benissimo; ed hai anche ragione nel sostenere che non importa il concordare o il condividere la medesima interpretazione, ma ciò che importa è almeno riuscire a far comprendere le proprie ragioni (il forum, infatti,  è una palestra di comunicazione scritta).
Tu ci sei riuscito benissimo, anche se non condivido minimamente le tue argomentazioni, mentre io no; pazienza! :(

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