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Sulla solitudine

Aperto da sileno, 25 Gennaio 2019, 12:42:01 PM

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everlost

I Salmi a volte sono sorprendenti, vere opere d'arte. Grazie ad Altamarea per avermelo ricordato...
Gran bell'articolo quello che hai segnalato, Sileno, e grazie anche a te.
Buonanotte e buoni pensieri.

acquario69

Quando al colmo della festa, meravigliosamente ubriachi, ci sentiamo prossimi al dominio del mondo, può accadere che per bisogno abbandoniamo il salone del Grand Hôtel (o del castello in riva al mare) e di soppiatto ci si ritiri alla cosiddetta toilette.
Senza timore entriamo per liberarci.. e che pericolo potrebbe esserci mai nel quieto rifugio? 
Ma qui non splendori di donne e di crisopazi, non musica né danze né risa (tutto questo essendo rimasto di là della porta a vitrages, stranamente lontano). Bensì solitudine e pace come in un tempio abbandonato. Un'incerta eco di suoni arriva attraverso i muri, flebile richiamo.
Ma dagli specchi ci guarda un volto insieme vecchissimo e nuovo che conosciamo, ahimè, troppo bene; mai però ci era apparso così pallido, sarcastico e complessivamente desolato.
E dal silenzio profondo, sopra la pallida eco del tango, il mormorio dell'acqua, scivolante giù dai grandi orinatoi di maiolica, a tradimento ci parla con accento umile e amico, bonariamente ricordandoci le miserie dell'uomo e le speranze perdute.
Talora anche un tubo, chissà dove, gorgoglia, ed accenna in termini vaghi al domani quale sarà. Ci sfugge il dominio del mondo e rimestando sempre la voce degli orinatoi entro i pensieri nostri amari, scuotiamo il capo allo scopo di vedere l'altro, quella faccia ebete, nello specchio, farci segno di no.
Troppo tardi per sottrarci e tornare intatti di là. Con che cinismo l'amico in frac, così simile a noi, ci fissa dal vetro. La Pia è già smarrita tra le braccia del conte, Annalisa ha giàdetto di no e la giovane sconosciuta dalla bocca provocante ha evidentemente già stretto un patto con l'affascinante Pietruccio, inutile tornare di là. E in quanto a bere, non parliamone neanche, perché è tanto se ci reggiamo ancora in piedi. Che triste scherzo, tutto questo è successo per essere capitati qua dentro. Dov'è la magica felicità per cui poco fa si volava invincibili sopra le turbe? Continua a scuotere il capo stupidamente quel pallido ed equivoco tipo della nostra identica statura, di là, nello specchio, a rammentarci la rapidità della vita (non si è neanche usciti di casa per andare alla festa e già il cielo schiarisce, escono i camioncini dei lattai, l'orchestra ripone negli astucci flauti e violini e ci si domanda come mai) 
Prudenza, vogliamo dire, anche con le toilettes dei grandi alberghi, le loro luci sibilline, quel silenzio, quella gelida serenità, gli specchi, la sediziosa voce dell'acqua, simile agli scoli misteriosi delle montagne negli anni andati, la quale parla troppo vivamente grondando dai lucidi colonnati di maiolica (in tanto severo abbandono!). Diffidate dei vitrages smerigliati con lo stemma in trasparenza per cui si accede alle latrine.

Dio, pazientissimo, giorno e notte ci insegue, dove meno si pensa ci attende all'agguato, non ha bisogno di croce o di altari, anche nei vestiboli di marmo sterilizzato che non si possono nominare egli viene a tentarci proponendoci la salvezza dell'anima.

Fonte:
Racconto dal titolo Acqua chiusa "Toilette" tratto da: "In quel Preciso Momento" (Dino Buzzati)

sileno

Citazione di: altamarea il 26 Gennaio 2019, 22:53:32 PM
Era seduto davanti lo specchio per cercare compagnia nell'immagine riflessa. L'unica compagnia che avesse quell'uomo solo nella sera di Natale.

Alzò il bicchiere con dentro il vino per fare un brindisi.

Con tono lirico disse: "Brindo al bambino che fui. Egli ha solo  me al mondo che possa ricordargli quanto fosse pieno di sogni e di tenerezza".

Poi posò il bicchiere sul tavolo e pianse. Le calde lacrime rigarono il suo volto.

Addio vecchio bambino.

dal Salmo 87 (88)
...
15 Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?
16 Sono infelice e morente dall'infanzia,
sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
17 Sopra di me è passata la tua ira,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
18 mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.
19 Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi sono compagne solo le tenebre.





Fossi ancora un bambino!

Fossi ancora un bambino giocoso
che osserva il mondo con stupore
e non compete per apparir migliore

Del girotondo mai pago
ricordo il cavalo con le rotelle in fondo
il gioco delle mani con lo spago

sileno


"Se Dio esiste come può permettere la sofferenza dei bambini? ( Dostoevskiij  - I fratelli Karamazov)

sileno

Citazione di: acquario69 il 27 Gennaio 2019, 04:26:21 AM
Quando al colmo della festa, meravigliosamente ubriachi, ci sentiamo prossimi al dominio del mondo, può accadere che per bisogno abbandoniamo il salone del Grand Hôtel (o del castello in riva al mare) e di soppiatto ci si ritiri alla cosiddetta toilette.
Senza timore entriamo per liberarci.. e che pericolo potrebbe esserci mai nel quieto rifugio?
Ma qui non splendori di donne e di crisopazi, non musica né danze né risa (tutto questo essendo rimasto di là della porta a vitrages, stranamente lontano). Bensì solitudine e pace come in un tempio abbandonato. Un'incerta eco di suoni arriva attraverso i muri, flebile richiamo.
Ma dagli specchi ci guarda un volto insieme vecchissimo e nuovo che conosciamo, ahimè, troppo bene; mai però ci era apparso così pallido, sarcastico e complessivamente desolato.
E dal silenzio profondo, sopra la pallida eco del tango, il mormorio dell'acqua, scivolante giù dai grandi orinatoi di maiolica, a tradimento ci parla con accento umile e amico, bonariamente ricordandoci le miserie dell'uomo e le speranze perdute.
Talora anche un tubo, chissà dove, gorgoglia, ed accenna in termini vaghi al domani quale sarà. Ci sfugge il dominio del mondo e rimestando sempre la voce degli orinatoi entro i pensieri nostri amari, scuotiamo il capo allo scopo di vedere l'altro, quella faccia ebete, nello specchio, farci segno di no.
Troppo tardi per sottrarci e tornare intatti di là. Con che cinismo l'amico in frac, così simile a noi, ci fissa dal vetro. La Pia è già smarrita tra le braccia del conte, Annalisa ha giàdetto di no e la giovane sconosciuta dalla bocca provocante ha evidentemente già stretto un patto con l'affascinante Pietruccio, inutile tornare di là. E in quanto a bere, non parliamone neanche, perché è tanto se ci reggiamo ancora in piedi. Che triste scherzo, tutto questo è successo per essere capitati qua dentro. Dov'è la magica felicità per cui poco fa si volava invincibili sopra le turbe? Continua a scuotere il capo stupidamente quel pallido ed equivoco tipo della nostra identica statura, di là, nello specchio, a rammentarci la rapidità della vita (non si è neanche usciti di casa per andare alla festa e già il cielo schiarisce, escono i camioncini dei lattai, l'orchestra ripone negli astucci flauti e violini e ci si domanda come mai)
Prudenza, vogliamo dire, anche con le toilettes dei grandi alberghi, le loro luci sibilline, quel silenzio, quella gelida serenità, gli specchi, la sediziosa voce dell'acqua, simile agli scoli misteriosi delle montagne negli anni andati, la quale parla troppo vivamente grondando dai lucidi colonnati di maiolica (in tanto severo abbandono!). Diffidate dei vitrages smerigliati con lo stemma in trasparenza per cui si accede alle latrine.

Dio, pazientissimo, giorno e notte ci insegue, dove meno si pensa ci attende all'agguato, non ha bisogno di croce o di altari, anche nei vestiboli di marmo sterilizzato che non si possono nominare egli viene a tentarci proponendoci la salvezza dell'anima.

Fonte:
Racconto dal titolo Acqua chiusa "Toilette" tratto da: "In quel Preciso Momento" (Dino Buzzati)




"Forse  tutto è così, crediamo che attorno a noi ci siano creature simili a noi e invece c'è il gelo, pietre che parlano una lingua straniera, stiamo per salutare l'amico, ma il braccio ricade inerte, il sorriso si spegne perché ci accorgiamo di essere completamente soli."

"Gli uomini , per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani; se uno soffre il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sè una minima parte; se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l'amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita.

Da Buzzati, Il deserto dei Tartari

"Un po'più in là della tua solitudine c'è la persona che ami"  ( Buzzati)

saluti

everlost

Oh, ma qui son tutti poeti oltre che filosofi...che forum meraviglioso. :-*
Dino Buzzati, grandissimo scrittore eppure non famoso quanto meriterebbe. 
Venerato dal mio prof di lettere al ginnasio che trovava sempre modo di leggerci qualcosa di suo, sebbene evitasse i brani più duri e malinconici per non intristirci, i giovani devono sorridere e affrontare la vita serenamente.
Il mio caro prof era laico,  anzi proprio ateo, penso non a caso.

sileno

Citazione di: everlost il 27 Gennaio 2019, 17:58:33 PM
Oh, ma qui son tutti poeti oltre che filosofi...che forum meraviglioso. :-*
Dino Buzzati, grandissimo scrittore eppure non famoso quanto meriterebbe.
Venerato dal mio prof di lettere al ginnasio che trovava sempre modo di leggerci qualcosa di suo, sebbene evitasse i brani più duri e malinconici per non intristirci, i giovani devono sorridere e affrontare la vita serenamente.
Il mio caro prof era laico,  anzi proprio ateo, penso non a caso.


Ci sono poesie di grandi autori o autrici che con poche parole riescono a esprimere grandi verità filosofiche.
E' vero, Buzzati non raggiunse mai un successo e notorietà che avrebbe meritato. Comunque il suo "Deserto dei Tartari" è molto apprezzato e figura ai primi posti tra i romanzi italiani preferiti. Io stesso sono risalito al libro dopo aver visto il bellissimo film tratto dalla sua opera.

Ho amato sempre certi romanzi brevi di tipo esistenziale come" Linea d'ombra" di Conrad che per certi particolari assomiglia un po' al tema del "Deserto dei Tartari.
Penso che ai giovani non faccia male accostarsi a qualche esperienza  letteraria che li metta a confronto con i disincanti della vita.

saluti

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