Si può vivere felicemente da soli?

Aperto da Santos, 27 Dicembre 2016, 08:56:38 AM

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Santos

Apro il mio primo topic sperando che non sia un argomento già trattato. 

Guardando la vita tutt'altro che felice di intellettuali e artisti che non si sono mai sposati (Petrarca, Leopardi, Pascoli, Pasolini...), ma anche di persone che conosco realmente, mi è venuta in mente la domanda: si può vivere felicemente e serenamente per tutta la vita senza avere una persona che si ama e che ci ama al proprio fianco? Oppure l'amore è una condizione essenziale per la felicità dell'uomo? 
Escludo parzialmente dal discorso i preti e i monaci perché la loro è una scelta e hanno il conforto della religione. 

Dite la vostra.

acquario69

ciao santos il tuo nick mi ha fatto tornare in mente quando giovanissimo si incontrava sempre qualche coetaneo con un pallone sotto il braccio con cui si improvvisavano partitelle memorabili..in riferimento al super santos,ma le più mitiche erano quelle con il super tele,dove il pallone seguiva una sua traiettoria misteriosa  :) ...che si perdono i ragazzini ipertecnologi di oggi !!!

comunque bell'argomento!

no,io non penso che si possa vivere bene senza nessuno con cui condividere la nostra esistenza (e viceversa)...ma la condivisione,o l'amore che sia,credo sia una relazione che va instaurata innanzitutto con noi stessi e solo dopo può manifestarsi realmente.
si può essere "soli" e non sentire affatto la solitudine,così come avviene il contrario.
con questo non sto dicendo che stare soli e' sufficiente (anche perché senza l'altro non e' possibile avere identità) ma sto dicendo che se una persona quando sta "sola" non sente affatto la solitudine,solo allora e' pronto davvero per gli altri e viceversa per se stesso e non il contrario,come invece succede di solito...e il resto,almeno per quello che posso testimoniare di mio si presenta spontaneamente...e attiriamo a noi cio che ci somiglia...insomma e' un gioco di "specchi interni" che si riflettono all'esterno.


forse ho fatto un discorso un po confuso..magari lo chiarisco meglio in seguito

Apeiron

Citazione di: Santos il 27 Dicembre 2016, 08:56:38 AMApro il mio primo topic sperando che non sia un argomento già trattato. Guardando la vita tutt'altro che felice di intellettuali e artisti che non si sono mai sposati (Petrarca, Leopardi, Pascoli, Pasolini...), ma anche di persone che conosco realmente, mi è venuta in mente la domanda: si può vivere felicemente e serenamente per tutta la vita senza avere una persona che si ama e che ci ama al proprio fianco? Oppure l'amore è una condizione essenziale per la felicità dell'uomo? Escludo parzialmente dal discorso i preti e i monaci perché la loro è una scelta e hanno il conforto della religione. Dite la vostra.

E chi ti dice che in effetti la vita in famiglia è necessariamente più felice di una vita "solitaria" che poi peraltro solitaria non è? Voglio dire perfino un Leopardi visse solo proprio perchè aveva un diverso "modo" di relazionarsi con gli altri. Il modo di questi artisti per relazionarsi era appunto produrre opere d'arte, le quali potevano essere d'aiuto agli altri. Anzi la loro sofferenza era semmai quella dovuta al fatto che nessuno condivideva appieno il loro modo di vivere: la loro solitudine era cioè sia ricercata (la produzione artistica richiede la solitudine, proprio come una vita religiosa) sia non-voluta perchè d'altronde nessuno si "avventurava" con loro. D'altronde se il tuo obiettivo è startene da solo perchè pubblicare?

Inoltre dalle loro biografie vedi che loro stessi avevano un bisogno maggiore di compagnia del normale  e per questo "surplus" soffrivano. Quindi no non è possibile essere felici e vivere da soli...
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Angelo Cannata

Secondo me c'è un problema di partenza nella domanda: essa presuppone che la felicità sia per una persona il massimo che si possa desiderare. A me è capitato di avere compassione di persone che si vantavano di essere felici. Qualche volta faccio l'esempio del verme: chi più felice di un verme che sta in una mela? Non deve fare nulla, gli basta girarsi da un lato qualsiasi e il cibo è già lì, proprio accanto alla sua bocca; circondato in ogni direzione da cibo buonissimo, non ha nulla di meglio da chiedere alla vita. Eppure io non vorrei essere al suo posto, non mi piacerebbe essere quel verme, perché in quel modo non conoscerei tante ricchezze d'animo che è possibile incontrare nell'umanità. Sarei disposto a sacrificare molte felicità, forse anche tutte, pur di non perdermi la conoscenza di certe ricchezze interiori che mi è accaduto di incontrare in persone, libri, musiche, eventi di ogni genere; si tratta di esperienze che non ti danno felicità, ma piuttosto ti fanno percepire grandezze e profondità infinite, superiori all'immaginazione. Dunque, pensare ad artisti e intellettuali che non appaiono molto felici può significare non accorgersi di quanta ricchezza d'animo possiedono al confronto di chi pensa o dice di essere felice.

Apeiron

Citazione di: Angelo Cannata il 27 Dicembre 2016, 20:36:22 PMSecondo me c'è un problema di partenza nella domanda: essa presuppone che la felicità sia per una persona il massimo che si possa desiderare. A me è capitato di avere compassione di persone che si vantavano di essere felici. Qualche volta faccio l'esempio del verme: chi più felice di un verme che sta in una mela? Non deve fare nulla, gli basta girarsi da un lato qualsiasi e il cibo è già lì, proprio accanto alla sua bocca; circondato in ogni direzione da cibo buonissimo, non ha nulla di meglio da chiedere alla vita. Eppure io non vorrei essere al suo posto, non mi piacerebbe essere quel verme, perché in quel modo non conoscerei tante ricchezze d'animo che è possibile incontrare nell'umanità. Sarei disposto a sacrificare molte felicità, forse anche tutte, pur di non perdermi la conoscenza di certe ricchezze interiori che mi è accaduto di incontrare in persone, libri, musiche, eventi di ogni genere; si tratta di esperienze che non ti danno felicità, ma piuttosto ti fanno percepire grandezze e profondità infinite, superiori all'immaginazione. Dunque, pensare ad artisti e intellettuali che non appaiono molto felici può significare non accorgersi di quanta ricchezza d'animo possiedono al confronto di chi pensa o dice di essere felice.

Ottimo intervento. Aggiungo solo che tutto dipende da cosa si intende per felicità. A volte la stessa tristezza può essere migliore di molte "felicità". Forse la ricerca delle cose a cui parli tende a qualcosa che può essere definito "gioia" (la quale però può essere vista come una forma di felicità). Tutto dipende dal vedere o non vedere il valore nell'eventuale sofferenza.

Detto questo però il completo isolamento non credo che faccia molto bene nemmeno a chi cerca una "felicità più alta". Però è un prezzo che a volte è necessario pagare.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Duc in altum!

Primo segno di un animo equilibrato è la capacità di starsene tranquilli in un posto e in compagnia di sé stessi.
- Lucio Anneo Seneca"
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

nevelasole

Da donna che ha vissuto la propria vita molto più da sola che in coppia dico che è possibile essere soli ed essere felici.
È possibile essere soli ed essere amati, perché l'amore che ci nutre non necessariamente proviene da un compagno, arriva dalla famiglia, dagli amici, da noi stessi.
Sentirsi completi, quello no, dal mio punto di vista non è possibile da soli. Almeno non lo è per me. Mi manca sempre quel momento di condivisione di parole, di silenzi, di tramonti, di profumi, di cene spartane e di cene sfarzose, di viaggi, di divani e di letti.
Penso tuttavia che la condivisione sia uno stato d'animo, e possa non accadere in una coppia, per milioni di motivi. In quel caso non credo che il senso di solitudine che si prova stando soli sia diverso dal senso di solitudine che si prova avendo qualcuno al proprio fianco.
O forse sì, è diverso, perché chi è solo porta in se' la speranza di ciò che potrà accadere nell'istante  futuro che chi è solo nella coppia talvolta abbandona.
Un buon 2017 e che sia pieno di vero amore e di vera condivisione, per tutti noi.

maral

Non si è mai completamente soli, da soli non si può vivere, non si può nemmeno respirare. Poi c'è chi pensa di poter godere della compagnia di se stesso, ma anche costui in realtà non è solo e il pensarlo lo inganna.

bluemax

Citazione di: Santos il 27 Dicembre 2016, 08:56:38 AM
Apro il mio primo topic sperando che non sia un argomento già trattato.

Guardando la vita tutt'altro che felice di intellettuali e artisti che non si sono mai sposati (Petrarca, Leopardi, Pascoli, Pasolini...), ma anche di persone che conosco realmente, mi è venuta in mente la domanda: si può vivere felicemente e serenamente per tutta la vita senza avere una persona che si ama e che ci ama al proprio fianco? Oppure l'amore è una condizione essenziale per la felicità dell'uomo?
Escludo parzialmente dal discorso i preti e i monaci perché la loro è una scelta e hanno il conforto della religione.

Dite la vostra.
E perchè devi avere "UNA" persona da amare (spesso significa essere amati) quando puoi avere tutte le creature dell'universo ? :)

Penso che l'amore, quello vero, non possa in alcun modo essere indirizzato verso una persona. Questo nasconde semplicemente altro. A volte desiderio sessuale, altre volte opportunismo, altre ancora emulazione sociale ecc... ecc... 

Penso inoltre che chi cerca la "felicità" in UNA persona è destinato a fallire miseramente. 
Parti infatti dal presupposto, neanche molto velato, che la felicità risieda unicamente in compagnia. Per quanto ne so è esattamente il contrario. Il desiderio di compagnia spesso nasconde problemi personali irrisolti che si spera vengano celati con l'aiuto dell'altro.

forse personaggi "famosi" non si sono mai accompagnati proprio per quella visione "straordinaria" e non comune che avevano nei confronti del mondo ?

Del resto penso che vi siano pochissime persone che, nel corso della loro vita, riescano a provare quel sentimento VERO di amore incondizionato.
La maggior parte di noi, nasce e muore senza mai aver incontrare l' Amore... eppure è dietro l'angolo :)

ciao :)

Fharenight

#9
Citazione da Maral: "Non si è mai completamente soli, da soli non si può vivere, non si può nemmeno respirare. Poi c'è chi pensa di poter godere della compagnia di se stesso, ma anche costui in realtà non è solo e il pensarlo lo inganna".

Maral, scusa ma te lo dico senza alcuna remora; se hai scritto questo dimostri ciò che sospettavo, e cioè che tu della vita reale, della gente, dei problemi reali del tuo prossimo non sai assolutamente nulla; vivi nel tuo mondo dorato e il resto è solo fantasia. Perciò discetti bene e ti senti a tu agio parlando di filosofia, ma non appena un discorso incomincia a vertere su temi più concreti, sui problemi reali delle persone, vai completamente fuori strada.
L'eccessivo filosofeggiare dei vostri ragionamenti vi condanna alla fin fine alla vacuità di un pensare che non dà adito a considerazioni inerenti alla realtà.
Cosa vorresti dire con "non si è mai soli"? Che quando siamo soli chiusi in una stanza siamo in compagnia degli altri in quanto comunque li pensiamo?
Vallo a chiedere agli eserciti di persone sole, agli anziani a cui nessuno interessa più e se qualcuno li maltratta nessuno se ne accorge.
La solitudine, quella reale, concreta, non quella del poeta, è uno dei mali più grandi che affligge l'umanità. E ringraziate Dio, o la fortuna (per chi non ha fede) se non la toccherete mai con mano.

Un conto è stare da soli, altra cosa è vivere nella solitudine.
Nessuno ama vivere in completa solitudine, sarebbe un sintomo di follia, ma per circostanze avverse della vita si può facilmente finire in totale solitudine. Quindi no, non si può vivere felicemente e serenamente per tutta la vita senza avere una persona vicino o che almeno si interessi di noi. Non deve essere necessariamente amore amore, (altrimenti saremmo ancora più soli se pretendessimo di stare vicino agli altri solo per amore).

Per quanto concerne la relazione tra amore e felicità, dico che innanzitutto bisogna amare e rispettare sé stessi, il che lo diamo per scontato ma molto spesso non lo realizziamo. Poi l'amore può rendere felici se è un amore vero, se arricchisce entrambi i soggetti dell'amore (nell'amore di coppia) o tra più soggetti (nell'amore amicale o fraterno), è fondamentale per il benessere psicologico l'amore dei genitori verso i figli, ed è molto gratificante l'amore che i genitori ricevono dai figli. Tuttavia non è detto che basti l'amore per sentirsi felici anche se della felicità esso costituisce una buona parte. Ed è certo che chi non ha mai conosciuto l'amore in tutte ma anche solo in una delle sue determinazioni, il più delle volte ne avvertirà la mancanza, il vuoto.

Amphitrite

Dopo tanti mesi, aggiungo anch'io una risposta qui.
Come giusto menzionato da Fharenight, la solitudine e stare da soli sono due concetti diversi. Personalmente, considero la solitudine la peggior malattia del cuore (forse perché sono sentimentale).
Se dobbiamo tornare indietro, all'inizio del creato, vedremo che l'uomo chiede al Divino una compagna - non per forza per amarla, ma per starle accanto e sentire la sua presenza. L'essere umano, quindi, oltre a non sentirsi "completo" senza la sua meta, non può vivere da solo quanto tempo egli vive nella società. Tuttavia, le persone moderne spesso stanno vicino a noi più fisicamente, che spiritualmente. Questo può causare, per i cuori sensibili, un senso di angoscia e solitudine (appunto perché questa categoria di individui sono coscienti di non far parte del loro gruppo sociale).
D'altra parte, considero scoraggiata la persona che trova consolazione nella solitudine... talmente scoraggiata che preferisce indossare la maschera della falsità rinchiudendo, cosi, tutte le emozioni dentro di lei.
"Aveva un temperamento insofferente della disciplina e temerario, non aveva rispetto né per gli dei né per gli uomini che dimostravano di non meritarlo (...) Non aveva alcuna considerazione per chi sapeva solo parlare senza essere capace di agire." (Su Dionisio I di Siracusa)

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