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Prigioniera

Aperto da Tuttosbagliato, 02 Gennaio 2017, 19:17:22 PM

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Fharenight

Duc in altum, se tu sei fortunato, ringrazia pure Dio. Quello che dici è la tua opinione, basata anche sulla tua esperienza di vita, ma non puoi sapere in quali situazioni davvero disperate possono trovarsi altre persone.
Il libero arbitrio lo si può esercitare se si è in grado e nelle condizioni di farlo.
Non siamo  buratttini, ma certamente abbiamo una libertà  (chi piú chi meno) molto piú limitata di quello che crediamo.

graziashadow1

 In questo universo parallelo,cangiante , poco etereogeneo , ci si ritrova a parlare di noi,anime talvolta spezzate dalle incombenze della vita.Siamo umani.
 Cosa rispondere allora,senza entrare nel personale evitando con delicatezza di sfiorare le note dolorose della tua vita? 
Ecco,in questo momento mi sento esattamente come la massa che nell'incognito fa spallucce,regalandoti una risposta facile,sui generi  ,offrendoti  se non altro la solidarietà di cui penso hai bisogno.Del bagaglio rilevante della tua esperienza con questa persona ammalata ,solo tu puoi sapere, per contro tirarne le somme .
Non sono nuova a certe situazioni,mio padre era un malato terminale,credo di comprendere come ti senti.
Per quel poco che vale ti sono vicina.

Duc in altum!

**  scritto da Fharenight:
CitazioneDuc in altum, se tu sei fortunato, ringrazia pure Dio.
Come si può ringraziare Dio quando esiste anche la fortuna?!?! Forse volevi dire benedetto, beato, graziato!  :D  ;)  :D


CitazioneQuello che dici è la tua opinione, basata anche sulla tua esperienza di vita, ma non puoi sapere in quali situazioni davvero disperate possono trovarsi altre persone.
Certo ognuno ha la sua disperazione, ma io non ho risposto con la mia opinione, ma con la facoltà di scelta, reale, evidente e oggettiva, concessaci, dal fato o da Dio (secondo me).


CitazioneIl libero arbitrio lo si può esercitare se si è in grado e nelle condizioni di farlo.
Beh io non parlo di persone con disabilità fisiche o mentali, ma del caso espressoci da @Tuttosbagliato, quindi il libero arbitrio c'è tutto ed è solo la coscienza con la volontà di fede a decidere.


CitazioneNon siamo  buratttini, ma certamente abbiamo una libertà  (chi piú chi meno) molto piú limitata di quello che crediamo.
Questo sì che è un'opinione, più che rispettabile, ma niete a che vedere con l'oggettività del che sempre abbiamo almeno due alternative. Tu stai confondendo, ribadisco, il volere con il dovere, è questo concetto che fa confondere in tanti.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Tuttosbagliato

#33
Citazione di: graziashadow1 il 19 Gennaio 2017, 11:30:49 AM
Non sono nuova a certe situazioni,mio padre era un malato terminale,credo di comprendere come ti senti.
Per quel poco che vale ti sono vicina.
Grazie 'GraziaOmbra'.

Vedi penso che, come me, molte persone siano affamate di sentimenti veri, che io non trovo. Il tuo accenno di comprensione mi fa piacere anche se purtroppo non viene da esperienze positive. Solo chi ha vissuto certi dolori può capirli. Il fatto è che è così difficile capirsi ma anche farsi capire! La maggior parte delle volte le persone non ne hanno la capacità, la restante percentuale non ne ha la voglia. Ci sono piccole, piccolissime eccezioni, ne sono certa, solo che non mi è stato dato, ancora, di incontrarle. Ogni giorno osservo la frenetica, vuota e spesso finta vita di chi mi scorre affianco: cercano tutti emozioni futili, volatili e finiscono solo per raccontarsi delle favole, più o meno complesse in base al livello culturale e all'intelligenza personale.

Il mio, ancora attuale purtroppo, compagno è una persona falsa, profondamente egoista e senza scrupoli. non ha il minimo senso di gratitudine per me, nei fatti. A parole qualche volta si esprime anche bene, blaterando di grandi sentimenti da parte sua (mai riscontrati nei fatti) ma lo fa solo perché sa di avere bisogno dei miei 'servigi'; non vuole capire, anche se molte volte da ormai un mese, gli ho detto che non provo più amore per lui, da tanto tempo, che sono rimasta in questi ultimi 3  anni solo perché nessuno avrebbe potuto farlo al mio posto e lui da solo certamente non avrebbe potuto sopravvivere. Ora gli ho salvato la vita, l'ho portato in ospedale appena in tempo mi hanno detto, e lui in cambio ha lamentele per tutto ma ci tiene a precisare che è molto debole, che non potrà tornare a lavoro prima di un mese almeno, lavoro che gli porto avanti io che già lavoravo con lui, aiutandolo in tutto.
Certo non mi sento, io come persona, di lasciarlo in balia di se stesso, anche se lo meriterebbe non ne sono capace. Vorrei almeno che recuperasse un minimo di indipendenza. Pensa, pochi giorni prima che lo ricoverassi, discutendo sul fatto che io volevo lasciarlo entro gennaio di quest'anno, mi ha detto che ero più cretina di quando mi aveva conosciuta. Pensa a chi dono me stessa! Questo, questa consapevolezza, della sua pochezza e della mia ritrovata autostima, che vanno molto oltre questa frase ma nascono da ben altre vicende, mi genera una dicotomia lacerante! Da una parte vorrei fregarmene della sua salute, vorrei poter dire che non mi riguarda, ma dall'altra come potrei ricominciare una vita, la mia, sapendo di avere lasciato una persona sola in questo stato?

Lascio questo discorso con il punto interrogativo, perché non ho soluzione a questa divisione interiore.

Grazie per le tue parole, mi consentono di sfogarmi.

Jean

Avrei potuto
lasciarmi andare
mille volte
e mille altre e più situazioni.

Avrei potuto
suicidarmi in qualsiasi momento
pensando a tutto ciò che è falso.

Avrei potuto
soffrire meno
o far gioire maggiormente mia mamma.

Avrei potuto
dialogare col diavolo
o diventare santo.

Avrei potuto essere
più conformista,
meno scugnizzo;
più razzista,
meno spigliato;
più ricco,
meno stronzo.

Avrei potuto
tutto o niente

...ma non ho voluto!


 
C'è qualcosa che collega gli eventi, a volte evidente come nel corso della storia (anche se le informazioni cui abbiamo accesso non sono che una minima parte e difficilmente al livello superiore "degli addetti ai lavori") e abbastanza individuabile nelle relazioni, che è l'argomento di cui parli.

Tutte le volte che interagiamo con gli "altri", dallo scambiare una parola con un commesso, all'ascoltare le ennesime lamentele di un collega... sino a giungere allo scontro dovuto alla personalità e motivazioni, volenti o nolenti si viene a creare un collegamento.

Nella maggior parte dei casi così labile da risultare invisibile tanto da poter affermare che non esista affatto. 

Invece quando, a causa di un'interazione fisica/verbale, entriamo (e come se entriamo...) reciprocamente nella sfera dell'altro/i non abbiamo dubbi di tal collegamento.

Che è quello che sperimenti con la persona con cui vivi, la cui forza  (del legame)non ti permette che un limitato grado di libertà, costringendoti al punto dove sei... avrei potuto... ha scritto l'amico Duc nella sua poesia che ho trovato adatta alla circostanza (nella quale giunge alla conclusione di non averlo voluto).

La mia esperienza mi ha fatto comprendere che (il più delle volte... la quasi totalità) non abbiamo la capacità di fronteggiare i nostri contenuti inconsci, che si presentano come pensieri, stati d'animo, senzazioni fisiche, emozioni... tutto e di più, insomma. 

Chi volesse addentrarsi in questa selva oscura deve mettere in conto che il realizzare quel processo di "individuazione" ben descritto da Jung può divenire l'obiettivo dell'esistenza.

http://www.jungitalia.it/2013/06/03/diventare-se-stessi-il-processo-di-individuazione-in-psicologia-2/

 

Ma ci sono naturalmente altre vie, ad esempio Duc percorre quella legata alla fede e in filosofia molti quella legata alla logica e così via.

Così i "tempi" (pur se in tal ambito il tempo ha uno sviluppo "diverso" che in quello della realtà fisica) potrebbero esser lunghi e qui mi ricollego al mio primo suggerimento, di far le cose con gradualità.

Ricerca nei tuoi interessi quello/i che ti permetta di ritagliarti uno spazio esclusivo, dal quale tener fuori del tutto la tua situazione relazionale. 

Coltivalo, come un piccolo giardino di cui ti stai nuovamente prendendo cura, dopo tanto tempo... le cose andranno comunque per la loro strada e accadrà quello che dovrà accadere. 

Ma una parte di te sarà in quel giardino, cui rifugiarti se sarà il caso, sentendoti a casa tua, da dove alcuno potrà scacciarti.
 


Quel "qualcosa" che collega gli eventi alcune volte si manifesta anche in modo bizzarro, insolito... strano...

Ad esempio, la poesia di Duc... me l'ero ricopiata giusto ieri, prima di leggere il tuo post, avendo poi la sensazione che "c'azzeccasse...".
Se leggi anche le altre sezioni del forum noterai la "pedanteria" di alcuni utenti, ad esempio Sariputra e il sottoscritto, nel cercar di render codesto Hotel Logos qualcosa più di un luogo di passaggio...

L'amico Sari, addirittura mette a disposizione la sua casa (virtuale, d'accordo... ma bisogna pur esser presenti...) per dar occasione a quei flebili legami, collegamenti, di cui parlavo di realizzarsi, consolidarsi... colà ho già diviso la mia preziosa tisana con Fharenight e metto senz'altro a disposizione la mia porzione di polenta e soppressa... e quasi tutto il vino, perché ne reggo ben poco... per chi, come te, incontro nella mia strada... tanto paga Sari...  ;D

...ah, Villa Sariputra è un altro, favoloso giardino... del cuore.   

Tuttosbagliato

Jean,
hai parole che hanno un sapore di saggezza e un profumo di amicizia. Virtuale? Quando gli effetti si riverberano nella realtà di qualcuno, la mia nel particolare, il virtuale diventa reale, molto più di certe amicizie che di fatto non possono nemmeno assurgere a tale grado, virtuale, in quanto non esistono affatto.

Grazie per la poesia. Senza dilungarmi, descrive alcuni dei modi di vivere gli accadimenti che trovo affini a me.
Sprattutto grazie per il vino, io lo reggo molto bene.

Ho già un mio giardino segreto, in cui mi ritrovo sempre, anche a distanza di molti anni, sola con me stessa, il mio rifugio da sempre: è la scrittura. Scrivo poesie, ho scritto fiabe e qualche racconto, mi piacerebbe un giorno pubblicarli, chissà se anche questo fa parte del mio disegno, opera di qualcun altro,  del disegno in cui le mie scelte ci sono ma ci sono anche accadimenti, importanti, tanti, che da me non sono dipesi. Ma probabilmente è così per ognuno di noi, in modo ovviamente diverso.

Scrivere qui di tanto in tanto mi fa sempre molto bene, mi fate bene voi che senza chiedere nulla in cambio mi date in dono le vostre riflessioni, i vostri consigli 'pensati', non buttati lì; del resto in un blog che si chiama 'riflessioni' mi auguravo proprio questo...

Il tempo a mia disposizione è poco, ma appena posso, appena anche mi 'sento', vengo qui e do uno sguardo, vago, sono entrata in casa e nel giardino di Sariputra, ho curiosato, ma in volata.

Grazie,
a volte mi basta poco per trovare la forza di un sorriso, a volte l'ho trovato leggendovi.

Alla prossima

Duc in altum!

#36
**  scritto da Jean:
CitazioneLa mia esperienza mi ha fatto comprendere che (il più delle volte... la quasi totalità) non abbiamo la capacità di fronteggiare i nostri contenuti inconsci, che si presentano come pensieri, stati d'animo, senzazioni fisiche, emozioni... tutto e di più, insomma.
Chi volesse addentrarsi in questa selva oscura deve mettere in conto che il realizzare quel processo di "individuazione" ben descritto da Jung può divenire l'obiettivo dell'esistenza.

http://www.jungitalia.it/2013/06/03/diventare-se-stessi-il-processo-di-individuazione-in-psicologia-2/



Ma ci sono naturalmente altre vie, ad esempio Duc percorre quella legata alla fede e in filosofia molti quella legata alla logica e così via.
Ho letto il "processo di individuazione" che hai consigliato, anche perché non sapendo nulla di psicologia l'unico di quell'ambiente che attira (e riceve) la mia attenzione, grazie alle sue riflessioni, è C. Jung.
Lo trovo molto interessante anche perché a un certo punto, lui per fissare bene il concetto del Sé, deve esprimersi con il culmine dell'universale messaggio paolino: " Non sono io che vivo, è Cristo che vive in me " - addirittura giunge a dire che il Sé è lo spiritus rector del nostro destino, dunque siamo, secondo il professor Jung, innanzi a un destino, quindi assenza di fortuna, ma di un progetto ben determinato, e di uno "spirito leader di regia", traducendo il termine che mi appariva in tedesco: führender lenkender geist, mentre decifravo spiritus rector (con questo ultimo passo mi meraviglio da solo osservando a che punto mi ha condotto il mio di spiritus rector  ;D ).
Dunque se questo Sé è così importante per l'individuo al punto, come ben dici, da indicarci e divenire l'obiettivo della nostra esistenza, personale e umana, e se " Il Sé è più piccolo del piccolo, e può essere facilmente trascurato, messo da parte ", può darsi che l'uomo non è che non ha la capacità di fronteggiare i contenuti inconsci, ma non vuole, giacché significherebbe agire in funzione del Sé e non dell'Io, anche se la decisione dell'Io, oggettivamente per la società. i canoni e la tradizione, appare come quella più in regola, più logica, ma forse non quella che "crea una coscienza della comunità umana precisamente perchè conduce alla coscienza dell'inconscio comune, che è comune a tutti gli uomini e li unisce. L'individuazione è diventare uno con se stesso e allo stesso tempo con l'umanità."

Quindi, ribadisco la mia ipotesi, @Tuttosbagliato ha almeno due alternative, e, secondo me, questa volta il "destino" gli sta dando l'opportunità di conoscere maggiormente il suo Sé. E il commiserarsi non la aiuta di certo. Detto ciò le sono vicino e pregherò per loro.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Tuttosbagliato

#37
Citazione di: Duc in altum! il 23 Gennaio 2017, 09:55:58 AMQuindi, ribadisco la mia ipotesi, @Tuttosbagliato ha almeno due alternative, e, secondo me, questa volta il "destino" gli sta dando l'opportunità di conoscere maggiormente il suo Sé. E il commiserarsi non la aiuta di certo. Detto ciò le sono vicino e pregherò per loro.
Io penso che abbiamo sempre una possibilità di scelta, e, ribadisco, io ho sempre scelto. Ma uno sceglie da un ventaglio di possibilità che offre la vita. Non trinceriamoci dietro l'Io, il Sé o qualche altro astratto concetto di noi stessi. Noi siamo tutte queste parti, e la loro unione decide chi siamo e, soprattutto, chi vogliamo essere. Ti prego in futuro di essere più cauto nei giudizi, oltre alla filosofia si può imparare molto dalla vita vera, quella che le persone vivono e a cui un altro si dovrebbe accostare con l'umiltà di studiare ogni verbo e parola scelta per esprimersi. Confesso che penso che a volte usiate termini e frasi troppo astruse, almeno per i miei gusti, io penso che la bravura nell'esprimersi sia rendere semplice ciò che è complicato, non rendere complicato ciò che dovrebbe essere comprensibile.
In relazione alla tua avventata frase: "E il commiserarsi non l'aiuta di certo". Ho raccontato le mie sofferenze interiori, in quali parole esattamente hai trovato commiserazione? Magari sono stata io quella distratta, fammi chiarezza.
Per inciso: sono una persona così piena di dignità che altri, troppo pieni del vuoto di se stessi, non potranno mai capire, perché non hanno spazio per possederla.

Per concludere: non so che senso possano avere le tue parole: "Le sono vicino". Come? Con le parole che mi giudicano auto-commiserante? Odio l'ipocrisia, anche virtuale, quindi astieniti.
Sì, sono parole pesanti le mie, ma le penso. E ti prego di non 'pregare per noi'.  Il solo pensiero mi da i brividi.

Duc in altum!

#38
**  scritto da Tuttosbagliato:

CitazioneHo raccontato le mie sofferenze interiori, in quali parole esattamente hai trovato commiserazione? Magari sono stata io quella distratta, fammi chiarezza.

...auspico che il servizio sia di tuo gradimento...anche se non si tratta di distrazione, ma di illuderci che gli altri abbiano la nostra stessa prospettiva o esperienza su quel che pensiamo, diciamo o commentiamo...

[#sinonimi di commiserarsi: giustificarsi; scusarsi, tollerarsi; disprezzarsi; sopportarsi = adattarsi; ecc. ecc.#]
Citazione[dal tuo primo scritto]
Io, che già prima mi dedicavo a lui completamente, ho finito per vivere solo per lui, per cercare di farlo stare meglio possibile, andando anche contro il suo estremamente difficile carattere, che non ha accettato per lunghissimo tempo la malattia e anzi mi ha riversato addosso tutto il suo livore nei confronti del destino avverso; per farla breve mi ha distrutto, ha usurato tutte le mie energie vitali, fisiche e psichiche, ma sono rimasta con lui perchè non potevo lasciarlo malato.

Ora che la situazione pare stabilizzarsi ho deciso, per evitare la mia annientazione totale, di lasciarlo. Gli ho parlato, ovviamente non ha voluto capire una parola delle tante che gli ho posto innanzi.

Non ho ceduto, per ora almeno, dato che invece negli ultimi giorni è stato molto male di salute e se non ci fossi stata io non so come avrebbe potuto fare.

Mi rendo conto che queste mie parole sono davvero semplicistiche, ma sono così stanca della vita che anche scrivere queste poche parole mi fa sentire svuotata e priva di energie. Sono tuttavia convinta che questo forum possa essere l'inizio di una risalita per la mia vita, che dovrò ricominciare da zero, dopo che mi sarò lasciata lui finalmente alle spalle, senza sensi di colpa.

Sarò grata  a chiunque vorrà darmi un parere, guardando da fuori questo piccolo scorcio della mia disgraziata esistenza.
Grazie e alla prossima.



Ecco, io ho semplicemente guardato da fuori, dando un mio parere franco, leale, e sincero. Mi dispiace che non sia stato confortevole o consolante (meno per le tue parole pesanti e molto meno per l'ingratitudine, ognuno è missionario di sé stesso), non era la mia intenzione.
Piacere e dovere, alla prossima!

Pace & Bene


P.S.: "Ti adorano perché dici le cose in faccia, finché la faccia non è la loro". - (cit. proverbio toscano)
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Tuttosbagliato

#39
Posso risponderti attraverso le parole non scritte da me ma che considero non solo pertinenti ma esprimenti appieno il mio sentire:

<<Per essere svegli, bisogna poter guardare le cose senza filtri, senza l'apposizione di maschere che rendono le acque torbide e confuse.

L'autocommiserazione è una di queste: una delle peggiori maschere che indossiamo.

L'autocommiserazione non è il "richiedere aiuto". 
Al contrario, saper chiedere aiuto nella vita è un fattore importante e vita


L'autocommiserazione pertanto, non consiste nel richiedere aiuto agli altri quando siamo in difficoltà, ma consiste nel godere della propria frustrazione, trarre un sottile e morboso piacere dalle proprie condizioni di sofferenza fisica o emozionale;  soprattutto, senza alcuna intenzioni di liberarci dalla sofferenza stessa.


Questo, penso sia molto importante da comprendere:

L'autocommiserazione rappresenta la volontà di "non liberarsi dal dolore".

Anzi, essa lo utilizza come una forma di nutrimento.
Nei primi stadi, l'autocommiserazione abbisogna di supporti esterni, ovvero dell'altrui attenzione. In questa fase si può osservare la necessità di attirare l'attenzione di coloro, di cui si ha bisogno. 

Se viene offerta una soluzione al problema, questa è interiormente rifiutata con la scusa di una qualche impossibilità, perché la rinuncia alla sofferenza priverebbe l'individuo dell'arma principale per attrarre l'attenzione su di sé, e per poter così ricattare emotivamente il prossimo.

In stadi più avanzati, possiamo vedere come l'autocommiserazione assume caratteristiche più patologiche, e superato un certo livello, non si ha più bisogno degli altri. Il dialogo avviene fra sé e sé, e l'autoconvincimento di uno stato di dolore insuperabile è sufficiente per generare una forma di gratificazione emotiva.

A questo punto, l'individuo si chiude sempre più in sé stesso, fino a perdere completamente ogni contatto con la realtà, nutrendosi unicamente della sensazione di dolore, che, come in un circolo vizioso, alimenta l'autocommiserazione stessa.>>


Non è purtroppo farina del mio sacco ma diRoberto Potocniak,
trovato sul sito http://www.meditazioneattiva.com/

Rispecchia totalmente il mio concetto di autocommiserazione che non trovo rispondente a me stessa. Qui chiudo comunque ogni altro discorso sull'argomento.

Jean

@ Duc

Non sono un addetto ai lavori in campo psicologico, quanto ho letto (e talora discusso) è frutto di un interesse che non ha percorso le usuali vie... per dire, pur conoscendo per sommi capi (come a dire un "riassunto") l'opera di Jung non mi ci ero mai addentrato... e sì che avrei potuto averne bisogno a causa delle somiglianze (limitate e solo in certe zone) tra la sua e mia discesa nella "cantina" della psiche. 

Pur essendo avvenute per cause (se ci son davvero cause) differenti, quei "luoghi" non son del tutto diversi per chi li attraversi. 
Così che il ritrovarne un dettaglio sulla mappa forse avrebbe potuto aiutarmi perlomeno a non peggiorare la mia situazione (di allora). 

Ma ho avuto tra le mani  "Il libro Rosso" solo alla fine del mio viaggio... così che non son stato influenzato/aiutato dal percorso altrui. 
Le cose vanno comunque come devono andare e se a causa della mia indicazione ti sei addentrato nelle riflessioni del Dottor Jung ne son contento. 

Quello che hai trovato e rielaborato nel solco del tuo percorso di fede e conoscenza non si può discutere, è il tuo personale riflesso di un frammento di verità. 
A cosa servirebbe confrontarlo col mio? Angolo di visione, intensità della luce, dimensioni del frammento ecc. son diversi... non che sia del tutto un'altra cosa, beninteso, ma al più ci si può trovar d'accordo nel dire, per chi si sia dissetato con una bevanda, che sì, era dolce...  

Mi permetto una piccola osservazione... l'origine della mia risposta a Tutto (decisamente più gradevole – anche se impegnativa - la forma abbreviata del nick... che tuttavia mi pare corrispondente alla sua affermazione : Noi siamo tutte queste parti, e la loro unione decide chi siamo e, soprattutto, chi vogliamo essere...così che non può essere che le sue parti siano tutte sbagliate o tutte giuste) nasceva proprio dall'assonanza della tua (bella, perché scritta con sentimento) poesia con quanto ella riportava (parere del tutto personale).

Si potrebbe quasi dire che attraverso il mio medium (nel senso di mediatore, eh..) tu avessi già risposto a Tutto con la tua poesia, incontrando quella parte di lei che poteva riceverla, infatti ne ha detto bene.

Così l'osservazione è nel tuo porti e restare, talora, come si dice in campo giornalistico (benchè nasca dal gergo produttivo industriale) un po' troppo "sul pezzo"... che per definizione non è mai l'intero, ma il particolare che osserviamo. 
Se puoi, non "sezionare" quanto ho scritto... rimarresti ancora "sui pezzi"... 
 


@ Tutto

Non preventivavo una risposta così a breve che un po' nasce dal dispiacermi della mancata occasione di un punto d'incontro tra voi (Duc e te), anche se subito dopo (il dispiacere è una risposta emotiva legata al momento) mi è conforme pensar che le cose vadano esattamente come debbano andare. 
Magari non per sempre, così mai dire mai...  

Avevo avuto la sensazione che ci sapessi fare con la scrittura e me l'hai confermato. 
Per me e credo anche per l'amico Sari, tal arte ha una valenza ben oltre l'immediato sollievo prodotto dall'immergersi in un "flusso" diverso.

Non avresti potuto scegliere giardino migliore e mi auguro col tempo e favorevoli circostanze di scambiare (c'è una bella sezione qui, purtroppo poco frequentata, dove farlo) qualche impressione sulle amate piantine letterarie (altrui e nostre).

Posto con moderazione i miei scritti, in particolare le poesie, ritenendo  quest'ultime "usabili" solo per qualche degno scopo... qualcuna l'invio a degli amici, a seconda delle circostanze.

Ma, come dicevo, c'è qualcosa che collega gli eventi, il tuo post, la mia risposta e quelle tra te e Duc... quel qualcosa è anche la poesia, la sua forza e i segni che nasconde in essa, ignoti anche all'autore, il tramite di un'intenzione oltre l'io.

Non posso e non è il caso di dir di più, è oltre le parole, per chi lo creda possibile...


Proprio nello stesso tempo della risposta precedente avevo appena terminato una mia poesia, di quelle un po' particolari che scrivo ogni tanto, di cui son attento tutore (infatti non le considero "mie", ritenendomi un tramite dell'ispirazione, una forza al di là dell'io...).

Stranamente parla proprio di tutto questo, così ho sentito che dovevo metterla.

 
Tra gli eventi della vita par si nasconda un segno
il qual non ha spessore e mai l'ugual colore,
la diritta forma muta al par del col d'un cigno,
come una lama freddo oppur di gran calore.
 
Qual fune che s'intonda s'avvinghia all'esistenza
ma ritornato acqua si fugge da ogni foro,
un vento sulla pula che del gran ti lascia senza
e ancor appare in scena a ricantar nel coro.
 
Accade raramente che mostri la sua impronta
e al farlo mi domando se ponga l'intenzione
che par nell'espressione la guardia quello allenta,
quasi s'adagia, attende, mantien la posizione
 
così che t'avvicini come per coglier un fiore,
ma il vento gl'ubbidisce e a forma di soffione
scompare alla tua vista lasciandoti l'afrore
del frutto della vita, passata l'alluvione.
 
 

Un caro saluto a entrambi e all'Hotel Logos... dove ho visto la neve...


https://www.youtube.com/watch?v=htAHSuIPcpA

Tuttosbagliato

Citazione di: Jean il 23 Gennaio 2017, 19:22:31 PM
Tra gli eventi della vita par si nasconda un segno
il qual non ha spessore e mai l'ugual colore,
la diritta forma muta al par del col d'un cigno,
come una lama freddo oppur di gran calore.

Qual fune che s'intonda s'avvinghia all'esistenza
ma ritornato acqua si fugge da ogni foro,
un vento sulla pula che del gran ti lascia senza
e ancor appare in scena a ricantar nel coro.

Accade raramente che mostri la sua impronta
e al farlo mi domando se ponga l'intenzione
che par nell'espressione la guardia quello allenta,
quasi s'adagia, attende, mantien la posizione

così che t'avvicini come per coglier un fiore,
ma il vento gl'ubbidisce e a forma di soffione
scompare alla tua vista lasciandoti l'afrore
del frutto della vita, passata l'alluvione.

E' bella, ha un suo perché, ed è molto calzante con le nostre domande su come la 'vita' ci faccia pensare di avere capito qualcosa per poi cancellare con n colpo di spugna tutto quello che avevamo scritto sulla lavagna della nostra faticosa conoscenza interiore. E vedo anche l'aspetto 'giocoso' che a volte la vita assume, che strascende nell'ironia e poi nel sarcasmo... e nell'incompreso!

Tuttosbagliato

Ciao, a tutti.
La prigioniera è fuggita. Ma chi ha detto che la fuga non sia atto di coraggio?
Può esserlo benissimo.
Lui sta meglio, la sua salute è migliorata, e io ricomincio da zero. Lontano da lui.
Grazie per avermi accolta in un momento di estremo bisogno di sfogo: ero una pentola a pressione.

In questi giorni mi è tornata in mente una frase semplicemente intelligente, che più spesso mi devo ripetere:

« Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non v'è certezza »

Lorenzo de' Medici, MAGNIFICO filosofo.

myfriend

Alla fine ognuno fa ciò che ritiene essere il meglio per sè.

Hai vissuto una situazione molto difficile.
E il tuo ex-compagno pure sta vivendo una situazione molto difficile.
Se la "fuga" era la via d'uscita che vedevi ben venga la fuga. Hai cercato qui un sostegno per vincere i tuoi sensi di colpa, ma è evidente che tu avevi già maturato nel tuo intimo una decisione.

Questa esperienza molto dura e difficile può essere una occasione di crescita.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Duc in altum!

"A volte si va via per riflettere. A volte si va via perché si è riflettuto". (Alda Merini)

::)  ::)  ::)
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)