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Patologia

Aperto da Mariano, 06 Settembre 2021, 13:16:40 PM

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Mariano




Ritengo che questo termine venga utilizzato usualmente nel campo medico per indicare una malattia e cioè un qualcosa che si discosta dalla "normalità" e provoca sofferenza.
Ma dal punto di vista dell'etica come si può distinguere la patologia dalla fisiologia?
Ad esempio una persona che ruba quando viene considerata cleptomane e quando ladro e il cleptomane soffre?

viator

Citazione di: Mariano il 06 Settembre 2021, 13:16:40 PM



Ritengo che questo termine venga utilizzato usualmente nel campo medico per indicare una malattia e cioè un qualcosa che si discosta dalla "normalità" e provoca sofferenza.
Ma dal punto di vista dell'etica come si può distinguere la patologia dalla fisiologia?
Ad esempio una persona che ruba quando viene considerata cleptomane e quando ladro e il cleptomane soffre?

Salve Mariano. Questione intricatissima e delicatissima, quella da te posta. Io certo non sono all'altezza di trattarla. Mi limito ad osservare che - se colui che ruba è un politico - il suo agire vede sicuramente la commistione della più chiara e limpida fisiologia (politico-amministrativa) con la più torbida ed irrefrenabile patologia cleptomaniacale.........aspetto quest'ultimo che - combinato all'aspetto opposto e precedente - DEVE ETICAMENTE GENERARE la completa assoluzione del soggetto in quanto evidentemente incapace di intendere (l'onestà) e di volere (fare il vantaggio del popolo anzichè il proprio).

Quello sopra esposto altro non è che il principio etico che sovraintende al funzionamento della italica democrazia, basata sulla profondissima sofferenza della nostra classe politica. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Eutidemo

Ciao Mariano. :)
La "cleptomania", in quanto "patologia medica" vera e propria, secondo me, incide sulla "facoltà di libera scelta" del soggetto; per cui -almeno in via di principio- , un furto commesso in tale stato, a mio parere, non costituisce un "disvalore etico" (e neanche un reato).
***
Però non si può generalizzare, perchè ogni caso è diverso dall'altro.
Sintetizzando al massimo:
- se il soggetto è assolutamente incapace di intendere e di volere, sicuramente non ha alcuna colpa se si appropria di oggetti altrui;
- se, invece, il soggetto è solo parzialmente incapace di intendere e di volere, se si appropria di oggetti altrui, la sua colpa è attenuata, ma non esclusa.
***
Ed infatti, se io sono comunque consapevole della mia patologia, che mi spinge a reiterare i furti, allora è mio dovere morale  cercare di risolvere il problema, rivolgendomi a uno psichiatra.
Per cui:
- se io non lo faccio, pur non essendo eticamente responsabile per i singoli furti, sono però responsabile per non aver cercato di curare la mia malattia psicologica;
- se io, invece, lo faccio, ma la cura psichiatrica non ha successo, non solo non sono eticamente responsabile per i singoli furti, ma ho comunque la coscienza a posto per aver fatto il possibile per cercare di astenermene.
***
Un saluto! :)
***

Mariano

L'intento della mia domanda non era quello di chiarire le responsabilità di un cleptomane, bensì solo di cercare di comprendere la differenza  in italiano tra il significato di patologia e di fisiologia.
A me non à chiaro, come non è chiara la parola "normalità" se non da un punto di vista statistico (e parlare di statistica presuppone di avere dati molto chiari e verificabili).
Ringrazio per i contributi che vogliate esprimere.
:)

Eutidemo

Ciao Mariano. :)
Quanto alla differenza concettuale tra il significato di "patologia" e quello di "fisiologia", occorre previamente tener ben presente che esistono due tipi, completamente diversi, di "normalità".
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a) Normalità statistica.
La "normalità statistica" identifica semplicemente ciò che si verifica nella maggior parte dei casi; ad esempio, è statisticamente "normale" che i destrimani prevalgano sui mancini, ma non c'è niente di "patologico" nell'essere mancini.
b) Normalità funzionale.
La "normalità funzionale", invece, identifica ciò che è naturalmente adeguato al funzionamento di un organismo; ad esempio avere un intestino che funziona, invece di un intestino che non funziona.
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La differenza concettuale tra il significato di "patologia" e quello di "fisiologia", attiene esclusivamente alla seconda fattispecie, e, cioè, alla "normalità funzionale" (b), e non certo alla prima, e, cioè, alla "normalità statistica" (a).
Ed infatti:
- nel caso di "un intestino che funziona", diciamo che esso si trova in una normale condizione "fisiologica";
- mentre, invece, nel caso  di "un intestino che non funziona", diciamo che esso si trova in una anormale condizione "patologica".
E, questo, a prescindere dal fatto che, quasi sempre, la prima circostanza sia statisticamente prevalente rispetto alla seconda, il che è irrilevante; ed infatti, come, ad esempio, in un contagio di dissenteria, la seconda circostanza può anche prevalere sulla prima  (come storicamente è molto spesso accaduto, specie durante i conflitti bellici).
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Però, benchè sia abbastanza facile stabilire se, "funzionalmente", un "intestino" si trova in una condizione "fisiologica" o "patologica", la faccenda diventa un po' più difficile quando occorra stabilire se è un "cervello" a trovarsi in una condizione "fisiologica" o "patologica".
In molti casi, la cosa è abbastanza agevole, ad esempio quando ci troviamo in presenza di qualcuno che è convinto di essere Napoleone Bonaparte o di saper volare; ma, in altri casi, la cosa non è affatto agevole, perchè entrano in gioco i pregiudizi di chi deve giudicare se gli altri siano malati mentali o meno.
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Ad esempio, fu soltanto il 17 maggio 1990 che l'Oms cancellò l'omosessualità dall'elenco delle "patologie" mentali, definendola per la prima volta "una variante naturale del comportamento umano"; come, appunto, l'essere "mancini".
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Puntualizzato quanto sopra, comunque, la differenza concettuale tra "patologia" e "fisiologia" è chiarissima; a nulla rilevando che, in determinati "casi limite",  possa risultare controverso se ricorra il primo caso ovvero il secondo.
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Un saluto! :)
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