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Nun Me Scuccia'

Aperto da acquario69, 25 Giugno 2016, 05:51:44 AM

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Ipazia

Verità: parola grande e paradossale. Cui solo il paradosso può misurare la grandezza. E mi ci sono cimentata pur'io come hai evidenziato.


Il primo paradosso è arrabattarsi tanto per la vita sapendo che prima o poi arriverà la morte. Ci si può inventare una vita ultraterrena, ma a quel punto la verità è spacciata, mutandosi in illusione. Che è pure lei una verità, ma di ordine inferiore. O una falsità di ordine superiore a tal punto da poter alimentare, con la speranza, una intera vita.

Io ne faccio a meno e invoco come ultima ratio il portatore di luce che ti offre la conoscenza ben sapendo - entrambi - che è una mela avvelenata. Il cui antidoto è, manco a dirlo, farsi dosi industriali di falsità, tipo mettersi su un canotto per attraversare un mare pericoloso in cerca di una terra promessa che non sta da nessuna parte. Su questa scommessa si è falsificato di tutto: profugo, naufrago, perseguitato, malato, minorenne, filantropo, volontario, referti medici, soccorso ...  adottando e santificando comportamenti che ottengono più morte che vita. (Tralascio la falsificazione politica perchè è connaturata alla materia).

Ma forse, come dice jean, la vita è solo narrazione e il tragico ne è il sale più sapido. Nulla osta, tornando coi piedi a terra, che si possa optare per narrazioni più realistiche, polarizzate sulla prosa della vita quotidiana piuttosto che sulla poesia epica del canotto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

acquario69

Citazione di: Ipazia il 19 Agosto 2019, 13:47:05 PM
Verità: parola grande e paradossale. Cui solo il paradosso può misurare la grandezza. E mi ci sono cimentata pur'io come hai evidenziato.


Il primo paradosso è arrabattarsi tanto per la vita sapendo che prima o poi arriverà la morte. Ci si può inventare una vita ultraterrena, ma a quel punto la verità è spacciata, mutandosi in illusione. Che è pure lei una verità, ma di ordine inferiore. O una falsità di ordine superiore a tal punto da poter alimentare, con la speranza, una intera vita.

Io ne faccio a meno e invoco come ultima ratio il portatore di luce che ti offre la conoscenza ben sapendo - entrambi - che è una mela avvelenata. Il cui antidoto è, manco a dirlo, farsi dosi industriali di falsità, tipo mettersi su un canotto per attraversare un mare pericoloso in cerca di una terra promessa che non sta da nessuna parte. Su questa scommessa si è falsificato di tutto: profugo, naufrago, perseguitato, malato, minorenne, filantropo, volontario, referti medici, soccorso ...  adottando e santificando comportamenti che ottengono più morte che vita. (Tralascio la falsificazione politica perchè è connaturata alla materia).

Ma forse, come dice jean, la vita è solo narrazione e il tragico ne è il sale più sapido. Nulla osta, tornando coi piedi a terra, che si possa optare per narrazioni più realistiche, polarizzate sulla prosa della vita quotidiana piuttosto che sulla poesia epica del canotto.


nel caso in questione....e senza che vi sia il bisogno di inventarci vite ultraterrene...
 
La verita (Una e Reale) e' cio che e' giusto, e cio che e' giusto puoi esser certa non la determina quella scritta (umana-relativa e perciò fondamentalmente arbitraria) e che - come si può facilmente constatare - al contrario non serve la legge ...ma se ne serve  (falsità)

"Il vostro parlare sia sì quando è sì, e no quando è no. Il di più viene dal maligno
Si applichi la legge, non secondo la lettera, ma secondo lo spirito"

e non e' affatto necessario essere per forza credenti per arrivare a questa logica conclusione...che del resto viene ampiamente confermata dai fatti,come tu stessa riporti anche sopra

un saluto

viator

Salve Acquario69. Citandoti : "La verita (Una e Reale) e' cio che e' giusto, e cio che e' giusto..........", poi :
"Si applichi la legge, non secondo la lettera, ma secondo lo spirito".

Ecco, hai citato le fonti di ogni litigiosità, tendenziosità, di ogni ipocrisia.


Il secondo dettato, in particolare, si adatta ai costumi nostrani : ".......ma secondo lo spirito DEL GIUDICE DI TURNO".


Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Tipo il procuratore di Agrigento ? Tempestivo come una faina nel cogliere lo Spirito dei Tempi nelle sue aleatorie mutazioni.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

acquario69

@viator

Evidentemente,se anch'io non ho capito male il tuo intervento,stai fraintendendo le cose.

Forse dovresti prima cercare il significato di quella frase (da leggere nella sua interezza, senza omettere alcune parti) e non fermarti anche in questo caso alla lettera 

La frase "si applichi la legge, non secondo la lettera, ma secondo lo spirito" non intende certo dire secondo lo "spirito"; umorale e sopratutto di comodo, dietro presunti interessi eccetera (quello non e' certo lo Spirito,semmai e' l'Ego distorto,se proprio dobbiamo puntualizzare esattamente le cose come stanno) come lo e' appunto del giudice di turno..e come le cronache mettono bene in evidenza,...ma fa riferimento allo Spirito..di Giustizia e Verità...che sono imprescindibili..altrimenti,come ho pure cercato di spiegare, avviene più o meno il contrario..

Secondo te e' giusto e corrisponde a verità quello che la magistratura sta combinando per forzare a tutti i costi lo sbarco di queste ONG, bypassando gli stessi decreti, provvedimenti, montando ridicole bugie su bugie e chi più ne ha più ne metta? 
https://www.youtube.com/watch?v=e94FUlTiZCA

Ora pero bisognerebbe anche provare ad allargare il discorso, provare a vedere le cose con uno sguardo superiore (e senza pregiudizi) per arrivare a capire veramente bene le vicende particolari che stanno a valle e i meccanismi che hanno portato a questo e che e' di chiara identità..sinistra...

..E se forse sono io che mi spiego male, riporto qui sotto un intervista che spero chiarisca meglio di come ho fatto io

acquario69

Quand'e' che verità e giustizia hanno smesso di andare a braccetto. (Intervista al prof.Galantini)

"Vi è una legge vera, ragione retta conforme alla natura, presente in tutti, invariabile, eterna, racconto da richiamare con i suoi comandi al dovere, e da distogliere con i suoi divieti dall'agire male ... A questa legge non è possibile si tolga valore, né lecito che in qualcosa si deroghi, né essa può essere abrogata; da questa legge non possiamo essere sciolti ad opera del senato o del popolo" ..affermava Cicerone ventuno secoli fa nel De re publica.
Con altre parole il dottore della Chiesa di San Tommaso d'Aquino ribadiva il concetto rincarando la dose: "Una legge ingiusta, contraria alla legge naturale o alla legge divina, non è una legge ma una corruzione della legge, e non obbliga in coscienza".
Anche Kant, che non è proprio una delle fonti del Catechismo, considerava la legge morale assoluta, libera da ogni condizionamento, universale e necessaria. 
Se diamo uno sguardo all'uso che le democrazie moderne fanno del diritto, si capisce bene che qualcosa nel corso della storia è andato storto.
Se oggi i parlamenti si trovano a discutere di eutanasia dei minori, aborto, unioni civili, instradandosi su veri e propri campi minati etici e generando dei vertiginosi vuoti giuridici è semplicemente perché i tempi cambiano oppure esiste una valutazione più profonda? Pur partendo da visioni diverse e giungendo a conclusioni diverse, i tre grandi pensatori citati prima riconoscono l'informazione di un nesso inscindibile tra verità e giustizia, che inevitabilmente condiziona l'aggiornamento della norma, intesa come insieme di regole volte a disciplinare la vita organizzata.

Abbiamo discusso di questo argomento con il professore Luca Galantini, docente di Regimi Internazionali all'Università Cattolica di Milano e di Storia del Diritto all'Università Europea di Roma, e autore con il professore Mario Palmaro, scomparso prematuramente due anni fa, del libro " Relativismo giuridico. La crisi del diritto positivo nello Stato moderno "(2012, Vita e Pensiero). Un testo di riferimento per chi vuole includere come, quando e perché verità e giustizia - e di conseguenza il diritto - hanno smesso di andare a un braccetto. Un testo quanto mai attuale per comprendere il modus operandi delle democrazie moderne. Di certo la frattura che abbiamo evocato prima nasce attorno ad un concetto errato di libertà.
Abbandonato il concetto di libertà come figlia della verità ("La verità vi renderà liberi" Gv 8, 32), la modernità le ha cucito addosso una veste nuova, intendendola come "capacità di compiere gli atti desiderati".
Dove si colloca temporaneamente la recisione del nesso tra verità e libertà?

"La concezione di libertà che oggi viviamo ha radici lontane, e si colloca al tramonto del Medioevo" spiega Galantini. "Già dal Quattrocento il pensiero umanistico, il cosiddetto Rinascimento, pone le basi di una critica serrata alle "catene" che la visione metafisica cristiana imporrebbe alla storia dell'uomo. Nelle molteplici discipline del pensiero, dalla religione con Lutero, alla politica con Machiavelli, alla filosofia e al diritto con Grozio e Hobbes, si giungerà a convergere sul convincimento dell'autofondazione dell'uomo come soggetto al centro del cosmo. Questa visione antropocentrica dello stato di natura si sostituisce al cosmocentrismo di impronta medievale, in cui l'uomo, come afferma San Tommaso, manifesta la sua intelligenza nel saper contemplare con umiltà il fondamento della sua esistenza, cioè la Creazione come dono di Dio. Il diritto naturale cristiano quindi non può fare a meno di impregnare profondamente ogni atto di legge, di norma, di diritto consuetudinario, di quel carattere di equità e giustizia in quanto manifestazione della naturale, ragionevole ricerca della naturale, ragionevole ricerca della naturale bontà delle cose insita nella prassi umana. 
Tutto il contrario della problematica visione antropocentrica che si considera dall'Umanesimo in poi, dove l'uomo, presunto artefice di sé stesso, concepisce la vicenda storica come uno stato di perenne costante conflittualità e lotta per la sopravvivenza: venuto a mancare il Padre, la legittimazione della legge non è più la giustizia, e dunque la libertà si traduce in una ricerca ineluttabile del proprio bene individualistico.
I giuristi ben conoscono questa fase di privatizzazione della legge, in cui accanto alla tradizionale concezione della proprietà come dominium rerum, di impronta romanistica, si afferma la pericolosa temeraria convinzione del dominium sui, cioè l'uomo si considera padrone, in una chiave patrimonialistica, del proprio corpo, di sé stesso, avviando quel processo di dissociazione della persona attraverso la volontà di dominio del mondo contrapposta al senso ultimo del limite che caratterizza ogni essere umano nella sua razionale perfettibilità e limitazione.
La secolarizzazione dell'Occidente è iniziata, e con essa una visione assai ombrosa dell'uomo, che si afferma secondo la logica dello stato della natura e dell'homo homini lupus. Sarà di li a poco nel formalismo giuridico delle moderne democrazie procedurali che troverà piena cristallizzazione la drammatica cesura tra norma di legge e giustizia: Hans Kelsen nel corso delle sue lezioni all'Università di Berkeley nel 1952 riconosceva che la scienza giuridica del XIX e XX secolo si dichiarava espressamente incapace di comprendere il problema della giustizia nella sua ricerca: né poteva essere diversamente, posto che la parola giustizia,destituita da ogni autentica genesi,poteva ridursi solo ad un flebile appello retorico alla fraternite' orfana del padre".

Questo nuovo concetto di libertà non può dunque aver lasciato indenne il diritto, inteso come argine alla volontà assoluta dell'uomo.
La privatizzazione del diritto citata da Galantini trova una perfetta sintesi nell'idolatria dei diritti denunciati da Simone Weil: la legge non viaggia più sui binari della verità ma diventa espressione della moda del tempo.

Spiega Galantini: "La storicizzazione del diritto e della legge è un fenomeno che dalla fine del Medioevo accompagna drammaticamente i processi decisionali della società politica e civile. La natura consuetudinaria del diritto medievale privilegiava il mos, il costume, la morale in quanto nel pluralismo giuridico delle esperienze localistiche, territoriali, di etnia, si trovava l'elemento conduttore comune e giustificativo del fondamento della legge nel diritto divino, nella naturalità delle Scritture e dell'amore cristiano. Si parla non a caso di "jus commune" nel Medioevo come di un fenomeno spirituale, che tutto compone armoniosamente e riporta il concetto di sovranità e potere politico sotto la tutela di Dio.
Gli esiti funesti dell'abbandono progressivo del diritto naturale e di ogni "giustificazione" della legge secondo il concetto di giustizia e dunque di verità sono il primo frutto amaro del positivismo giuridico, che qualifica la legge come tale solo se scritta ed emanata da un autorità politica sovrana.
E' il dramma della cosiddetta legolatria, o dispotismo giuridico, già svelato nell'Ottocento nella critica ai facili miti dell'Illuminismo e della Rivoluzione francese.
La legge non è più meritevole di rispetto e condivisione perché contiene la giustizia, bensì per il solo fatto di provenire dal detentore del potere politico. E 'la famosa teoria della legge come espressione della volontà generale, una visione paleo-democratica della sovranità popolare, come opportunamente evidenziava il politologo Nicola Matteucci, perché rende sovrane le leggi e non gli uomini.
La rigida astrattezza e la generalità della legge, frutto del dispotismo giacobino, porta inevitabilmente a mitizzare il principio di legalità, ignorando il momento della ricerca della verità in ogni legge, in quanto fatto in sé del tutto irrilevante.
Nella dogmatica dell'illuminismo si afferma una concezione della legge fondata su assiomi e miti che dimentica un momento fondamentale: la ricerca del bene comune, ovverosia della meritevolezza del bene che deve essere protetta dalla legge stessa. Ognuno può oramai vantare interessi, desideri, inclinazioni, aspettative personali come manifestazioni di un diritto che lo Stato deve tutelare. Ovviamente il venir meno del momento della riflessione sulla meritevolezza della tutela di quella data pretesa è determinato dall'espulsione del concetto di giustizia dal diritto.
La giustizia per sua natura è unica ed assoluta, non possiamo avere tante giustizie e verità. Al contrario oggi lo Stato viene chiamato a garantire le più diversificate, individualistiche e conflittuali pretese dal singolo soggetto: è il fenomeno dell'iperfetazione del diritto, ben descritto dal filosofo e dal politologo Marcel Gauchet. In una società atomizzata e liquida, per dirla alla Bauman, il momento della giustizia e della verità è un mero accidente.
Gli aspetti del legislatore in vari Paesi occidentali sui temi eticamente sensibili sono la cartina di tornasole di quanto descritto: un legalitarismo demenziale che ha perso del tutto la memoria dell'origine del diritto e dunque fa carne da macello della dignità della persona umana secondo logiche che richiamano la celebre teoria del caos permanente cementata nel relativismo culturale dei nostri giorni che rifiuta la ricerca di un Logos universale ".

Vista sotto questa luce la democrazia non solo risulta essere un sistema molto più che perfettibile, ma diventa addirittura l'humus perché questo nuovo errato concetto di diritto possa attecchire.
Esemplare in questo senso la critica del filosofo John Finnis: "l'essere democratica,non è per una società condizione sufficiente per essere considerata degna e giusta di essere obbedita".
Consapevoli di muoverci su un terreno irto di pericoli dal punto di vista logico, chiediamo al prof. Galantini di fare luce per comprendere come a suo avviso dovrebbero cambiare le democrazie moderne.

"Va da sé che il modello democratico, di per sé stesso, non sia assolutamente condizione sufficiente per garantire la tutela della dignità della persona umana.
Non solo Finnis ha evidenziato questo punto, ma lo stesso Bobbio ha mestamente riconosciuto che ogni teoria sui diritti umani, per quanto ragionevole e condivisibile, non sia in grado di giustificarsi razionalmente..figuriamoci un istituto politico come la democrazia.
Il giurista Zagrebelski, con acume, nel suo libro Il diritto mite, afferma espressamente che ogni regime democratico fondato sulla regola della maggioranza introduce nel mondo del diritto un elemento di artificialità,in quanto il diritto è il prodotto della lotta tra le fazioni politiche disciplinate nell'alveo della stessa Costituzione. Il diritto naturale in quanto affermazione di un ordine giusto e incontrovertibile non sarebbe dunque compatibile con la democrazia che è invece legata all'opinabilità e dunque alla relatività. La democrazia dunque ucciderebbe nel nuce il diritto naturale attraverso le convenzioni del compromesso tra logiche di maggioranza e minoranza, e quindi ogni qualsivoglia proposta sui diritti fondamentali dell'uomo,illuminata dal concetto di giustizia.
Il filosofo laico Habermas afferma il fallimento del concetto di laicismo in contrapposizione al fecondo apporto alla sfera pubblica, politica e sociale che la religione può portare. Nel celebre confronto con l'allora cardinale Ratzinger all'Accademia Cattolica di Baviera, Habermas ebbe un accordo sulla necessità di un dialogo polifonico tra potere politico e religione, tra laicità e fede, al fine di dare un senso compiuto alla convivenza del genere umano.
Tutto il contrario di ciò che sta accadendo ora.
L'indirizzo della politica non è nemmeno più quello che converte su grandi strutture ideologiche, ma di rendere il processo di strutturazione estremamente liquido - per usare un termine in un enorme negli ultimi anni - il tutto alla schizofrenica ricerca del consenso. Se il riflesso pratico del potere è la legislazione e in essa non esiste rimando alla verità, l'unico scopo - ormai dichiarato palesemente - non è più quello di affermare un determinato modello di società, ma semplicemente di instaurare una dittatura della maggioranza, dove alla la base viene concessa l'illusione di poterne in qualche modo influenzarne le decisioni.

"Nelle aporie culturali della postmodernità la verità - e la giustizia di conseguenza - cessa di essere un bene pubblico, o meglio, un bene meritevole di tutela" incalza Galantini "posto che il sistema democratico pluralista per sopravvivere deve essere indifferente e una scelta di valori al fine di garantire le diverse concezioni delle libertà individuali, il rispetto delle coscienze, delle convinzioni religiose etiche e morali: ma se il sistema politico democratico deve garantire la sua neutralità o indifferenza di fronte ai valori, ne deriva l'assunzione di un potere pressoché illimitato alla volontà generale della maggioranza forma che si forma via via nelle aule parlamentari anche e sopratutto laddove si debba definire cosa sia giusto o meno ai fini della promulgazione di una legge.
I rischi che ne derivano sono enormi in sede di tutela della persona umana. Penso ai riti temerari plebiscitari della democrazia del web, con cui si illude di osare una patina di legittimità a processi decisionali che interessano milioni di cittadini di uno Stato garantendo l'emozionale virtuale partecipazione al voto attraverso un semplice clic del mouse. Annota il costituzionalista Passerin d'Entreves che secondo il giusnaturalismo la legge non è soltanto misura dell'agire umano, ma anche giudizio di valore dell'agire umano, perché il bene ed il male sono le condizioni valutative dell'obbligo giuridico.
Ma il diritto positivo non può adempiere a tale proposito perché - incalza Passerin d'Entreves - incarna solo i valori di un determinato gruppo d'interessi, o richiamando Zagrebelski, le logiche del conflitto tra maggioranza e minoranza parlamentare ".

Al termine di questa conversazione viene spontaneo pensare che la scelta irrinunciabile della modernità di abbandonare il rapporto con la religiosità e abbracciare il concetto di laicità possa essere stato uno dei peggiori errori della modernità.
Come ebbe a dire Joseph Ratzinger in un incontro tenutosi a Subiaco nell'aprile del 2005: "La vera contrapposizione che caratterizza il mondo di oggi non è quella tra le diverse culture religiose, ma quella tra la radicale emancipazione dell'uomo da Dio, dalle radici della vita, da una parte, e le grandi culture religiose dall'altra".

Ribatte Galantini: "Potrei provocatoriamente rammentare Giovanbattista Vico, secondo cui dietro ogni grande questione politica irrisolta si cela una questione religiosa irrisolta.
Il contenuto delle Costituzioni scritte moderne, quel catalogo di diritti fondamentali della persona umana, pone non pochi problemi nei termini in assolutezza, giustizia e legittimità: infatti tutte le Costituzioni non pongono, non creano, non predeterminano o eliminano a proprio piacimento la giustizia ed i diritti fondamentali dell'uomo, ma tuttalpiù si limita a riconoscerli come preesistenti alla propria azione di catalogazione.
Il costituzionalismo moderno, di cui si appella il positivismo giuridico, si riduce dunque ad essere un surrogato artificiale del diritto naturale, un modesto succedaneo, come ben dice Robert George. Da questa precisa notifica del percorso storico dei presupposti ideologici delle istituzioni giuridiche secolarizzate contemporanee - e dei limiti di tali presupposti - è indispensabile partire a mio avviso per saper proporre con consapevpolezzai paradigmi giusnaturalistici in grado di orientamento assiologicamente la storia delle istituzioni politiche dell'umanità e dei diritti che ispirino secondo il primato della giustizia.
Il giurista deve saper argomentare l'evidenza: l'evento del fallimento del senso di giustizia insito nel diritto positivo. Coglie efficacemente questa irrisolta antinomia dell'orizzonte giuridico moderno Benedetto XVI nel saggio L'elogio della coscienza, laddove afferma che noi non desideriamo che lo Stato ci imponga una determinata idea del bene e l'attenzione alla libertà di ciascuno ci sembra consistere oggi essenzialmente nel fatto che lo stato non pretenda di risolvere il problema della verità: la verità non appare conoscibile nella sfera sociale. Il tentativo di imporre a tutti ciò che una parte dei membri della società sembra essere la verità è perciò reputato come asservimento delle coscienze; 
la nozione di verità viene risospinta nel dominio dell'intolleranza e di quanto è profondamente anti-democratico ". Ma se la carità è privata di una retta consapevolezza di ciò che è giusto o ingiusto è assai ragionevole dubitare che si traduca in leggi che perseguono il bene e dunque la verità.
Il mito della laicità dello Stato, e la sua deriva nel laicismo ha portato a dissolvere quel patrimonio millenario del senso religioso che è stato l'architrave nella formazione del pensiero occidentale, dall'antica Grecia ad oggi.
Di fronte al drammatico nichilismo della mancanza di senso dell'esistenza che si irradia dall'organizzazione politica della società occidentale il recupero del dialogo virtuoso tra fede e ragione appare l'unica vera matura risposta che l'uomo può dare ".

bobmax

Verità e Giustizia sono il medesimo.

Di modo che nessuno può pretendere di conoscere il Giusto.

Tuttavia, allo stesso tempo la Giustizia è ciò a cui tendere, attraverso la nostra fede nella Verità.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

viator

Salve, acquario69. Fraintendimento non mio. Ovvio che l'espressione "spirito della Legge" indichi "l'intenzione di colui che scrive la Legge", esprimendo quindi un dettame che dovrebbe risultare "super partes":

Sono io che poi ho commentato con facile ironia "trasformando" tale "spirito" nella eventuale disposizione d'animo di un qualsiasi giudice che si trovi ad applicare quella tal Legge. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

acquario69

Citazione di: bobmax il 21 Agosto 2019, 13:31:55 PM
Verità e Giustizia sono il medesimo.

Di modo che nessuno può pretendere di conoscere il Giusto.

Tuttavia, allo stesso tempo la Giustizia è ciò a cui tendere, attraverso la nostra fede nella Verità.

A me sembra che le tue parole siano molto contraddittorie e finisci al solito per incartarti su te stesso. 
Invochi la fede nella verità ...ma se hai fede nella verità, allora vuol dire che ne hai già la certezza...e che quindi già la "conosci"..ne avverti inesorabilmente "l'immutabile" presenza... altrimenti spiegami un po..come faresti ad averci comunque fede in essa?...

Ad ogni modo il giusto esiste eccome!! (Basta con il relativizzare sempre tutto!...questo si che' Nichilismo! come tante volte citi)
facciamo conto che qualcuno cosi all'improvviso e senza alcuna ragione ti da un calcio sulla parte più sensibile del tuo corpo (insomma le palle,per tornare finalmente a dire -pane al pane e vino al vino- in maniera politicamente "scorretta")...sentiamo...lo troveresti giusto??

Oppure ti faccio qui sotto la stessa domanda che ho fatto a viator (compreso video incorporato)

Secondo te e' giusto e corrisponde a verità quello che la magistratura sta combinando per forzare a tutti i costi lo sbarco di queste ONG, bypassando gli stessi decreti, provvedimenti, montando ridicole bugie su bugie e chi più ne ha più ne metta? 
https://www.youtube.com/watch?v=e94FUlTiZCA

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@viator

grazie per il chiarimento (credo proficuo e reciproco per entrambi)

bobmax

@acquario69

Le mie parole ti risultano contraddittorie perché non vuoi vederne il reale significato.

La fede non è affatto certezza. 
La fede è dubbio. 
Di chi non vuole ingannarsi in nessun modo.
Perché... vuole la Verità!

Non confondere la fede con la superstizione.
E superstizione è credere che qualcosa sia verità assoluta.
Mentre l'autentica fede è fede nel Nulla.

E sai perché è fede nel Nulla?
Perché a niente e a nessuno puoi aggrapparti se non a te stesso!

Il calcio molto probabilmente lo considererei ingiusto. Ma sarebbe comunque una mia valutazione relativa. Non certo espressione della Giustizia assoluta.

Questo non vuol dire che io non segua ciò che è giusto dal mio punto di vista.
Ma devo cercare di tenere sempre presente, cosa difficilissima... che la mia verità è comunque relativa.

Occorre anche distinguere tra legittimità e Giustizia.
Che non sono la stessa cosa.
L'azione dei magistrati potrà essere legittima o meno.
Per te magari non è giusta.

Ma vorrei chiederti, può davvero avvenire qualcosa nel mondo che non sia a livello assoluto Giusta?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

acquario69

@bobmax

CitazioneLe mie parole ti risultano contraddittorie perché non vuoi vederne il reale significato.

La fede non è affatto certezza. 
La fede è dubbio. 
Di chi non vuole ingannarsi in nessun modo.
Perché... vuole la Verità!

Si ma il dubbio deve approdare alla verità e non rimanere tale

CitazioneNon confondere la fede con la superstizione.
E superstizione è credere che qualcosa sia verità assoluta.
Mentre l'autentica fede è fede nel Nulla.

E sai perché è fede nel Nulla?
Perché a niente e a nessuno puoi aggrapparti se non a te stesso!

E per te questo sarebbe Nulla?...secondo me sarebbe già abbastanza e più che sufficiente perché quel nulla che dici tu non sarebbe più tale

CitazioneIl calcio molto probabilmente lo considererei ingiusto. Ma sarebbe comunque una mia valutazione relativa. Non certo espressione della Giustizia assoluta.

Si ho capito...ma nel frattempo che facciamo,continuiamo a subire passivamente e solo perché 
la reputo una mia valutazione relativa?...non funziona cosi..anche il relativo ha una sua realtà e che non può non essere considerata...del resto il relativo e' l'altra parte rovesciata dell'assoluto

CitazioneQuesto non vuol dire che io non segua ciò che è giusto dal mio punto di vista.
Ma devo cercare di tenere sempre presente, cosa difficilissima... che la mia verità è comunque relativa.

Per quanto questa sia relativa questa corrisponde comunque ad una verità assoluta..le due cose non sono separate (uno e molteplice)

CitazioneOccorre anche distinguere tra legittimità e Giustizia.
Che non sono la stessa cosa.
L'azione dei magistrati potrà essere legittima o meno.
Per te magari non è giusta.

E per te invece?

CitazioneMa vorrei chiederti, può davvero avvenire qualcosa nel mondo che non sia a livello assoluto Giusta?

no...ma ripeto...questo non giustifica lo stesso il fatto che debba subire un ingiustizia o contemplare il "nulla" e se necessario reagire e' sacrosanto...il riferimento e' sempre uno. 

bobmax

@acquario69

La questione della fede nella Verità, che è fede nel Nulla, non è di lana caprina...
Perché questa fede nasce dall'aut-aut che impone il pensiero razionale che guarda senza infingimenti questa nostra realtà.

Questo è il fine del pensiero razionale: portarci a effettuare la scelta radicale: il Bene è, oppure questa nostra realtà è puro vuoto meccanismo!

Questa scelta è forse l'unica che davvero abbiamo.

Per arrivarci abbiamo il nostro percorso, che richiede di stabilire di volta in volta cosa è bene e cosa è male. 
Questo giusto e sbagliato sono frutti relativi alla nostra posizione nel percorso.
Non è che poiché sono relativi noi dovremmo allora non considerarli.
Sono il nostro percorso!

Di modo che, io ritengo che i magistrati stiano forzando le cose invadendo un ambito che non compete loro.

E allo stesso tempo valuto il comportamento di Salvini solo strumentale alla sua propaganda. Inefficace riguardo alla problematica dei migranti, ma molto efficace per guadagnare consenso.

Quindi valuto sia uno che gli altri negativamente.

Tuttavia, devo cercare di tener presente, che questo "male" che pur vedo è relativo.

La mia fede nella Verità richiede infatti da me l'impossibile: considerare che quel male in realtà non sia tale.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Il segno non basta, ci vuole anche la magnitudo per fare un discorso etico compiuto. Sodomizzare un bambino non è la stessa cosa che dargli uno schiaffo perchè ha rotto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

acquario69

Molti non hanno ancora capito la gravità di quanto sta accadendo.
Siamo ormai in una situazione di vera guerra civile, anche se sotterranea.
Assistiamo ad un conflitto istituzionale inaudito, che vede una parte delle istituzioni, dirette da traditori, o attraverso singole unità militanti molto probabilmente legate a strutture segrete massoniche o simili, in particolare della magistratura, il più efficace e sperimentato strumento di eversione che permette di mantenere la mascheratura e la finzione di legalità, apertamente e spudoratamente schierate contro quelle che esprimono la volontà popolare e democratica, in una sistematica azione eversiva dell'ordine costituzionale. Siamo caduti sotto il giogo di una congrega di pazzi criminali alla guida della più mostruosa entità di Potere della Storia, la Cupola mondialista globalista finanz-capitalistica, con una parte, malata, del popolo italiano, traditori e deviati mentali, che ad essi obbedisce e dà ascolto e servizio. Ci troviamo in presenza di un attacco di gravità senza precedenti alla nostra Nazione e all'esistenza stessa del nostro Popolo, che vogliono inglobare in un Impero sovranazionale al loro comando. Per far questo disattivano le nostre Istituzioni e sostituiscono, per dissolverlo, il nostro Popolo, con una popolazione indistinta fatta affluire da tutto il mondo. Un progetto antropologico genocida mostruoso, in confronto al quale quello del Terzo Reich nazista fu una bazzecola, sostenuto internamente da infidi nemici collaborazionisti che agiscono contro il proprio paese e il proprio popolo. In un'Unione Europea impostaci con l'inganno e il ricatto, una vera dittatura nascosta, governata della casta finanziaria e capitalistica internazionale, e fondata su Trattati che palesemente e diffusamente violano e violentano la nostra Costituzione. Il tutto contornato da un'azione di abbattimento di limiti e riferimenti morali o valoriali, che non sia il buonismo becero dei loro zombi decerebrati, pienamente funzionale ai loro obiettivi criminali. Ci troviamo dunque in una situazione di GUERRA, e anche di GUERRA CIVILE interna tra il Popolo italiano e gli infami traditori e degenerati che, affiancatisi al nemico esterno, agiscono per ucciderci. Dobbiamo finalmente prenderne piena consapevolezza e regolarci di conseguenza.

Fonte:
http://www.giornaledelribelle.com

viator

Salve Bobmax. Citandoti : "Ma vorrei chiederti, può davvero avvenire qualcosa nel mondo che non sia a livello assoluto Giusta?".

Secondo me certamente. Non esiste e lavora forse la Somma Giustiziera che pone fine alle nostre esistenze ? Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.