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Nun Me Scuccia'

Aperto da acquario69, 25 Giugno 2016, 05:51:44 AM

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acquario69

https://www.youtube.com/watch?v=W4jpEInOF70

..ebbene,ho deciso anch'io di crearmi un mio  "spazio inadeguato" !!

numme scuccia...
numme scuccia....
cerca di stare almeno un ora senza parla'..


che splendida giornata di sole stamane, 8)  molto fredda,limpida ed asciutta,per me l'ideale,proprio il tempo che piace a me.
non potevo non andare in bici..e così sono arrivato fino al mare,e di fronte a me l'aeroporto.

bello vedere gli aerei arrivare e partire ...

gli aerei mi hanno da sempre molto affascinato da sempre,e sin da bambino quando ne vedevo uno passare sopra mi ha sempre trasmesso un non so che di misterioso..sopratutto la notte,con quelle lucine rosse e blu intermittenti

..."dove andrà mai quell'aereo?"  "in quale strano posto,magari così diverso dal mio?"

Nun me scoccià'
nun me scoccià'
coi tuoi discorsi intellettuali,senza onesta


un altra volta..una delle innumerevoli volte,che chi l'avrebbe nemmeno mai immaginato!...dal finestrino di un aereo un immagine bellissima,infatti indimenticabile...altissimi in alta quota,le nuvole sotto,il sole all'orizzonte che tramonta,colori fantastici e di fronte a me vedo all'improvviso un altro aereo nemmeno troppo distante che segue la stessa direzione parallela alla nostra e solo dopo un bel po che vira alla sua sinistra allontanandosi,fino a diventare un puntino e poi sparire...più che su un aereo ho avuto pure la sensazione di essere su un veicolo spaziale di un romanzo di fantascienza

e sugli aerei ci sarebbero altre cose da dire...chissa magari un altra volta,quando mi ricapita..quando mi garba dicono i toscani

a che serve sta accussi'..
sempe ncazzati,ma po pe chi ?!?

..ad ogni modo,mentre facevo il mio bel percorso in bici,ho avuto la bella sorpresa di vedere ben quattro persone che indossavano la maglietta dell'Inghilterra ..e per la prima volta mi sono sentito orgoglioso al loro posto!..che quasi quasi volevo essere anch'io un britannico!

avercela anche noi una bella drizzata di schiena...see vabbe,chissa quando!
e poi diciamola tutta..ma a noi che ce frega!...ce m'hai veramente fregato qualcosa?!
e poi..non e vero che un opinione vale l'altra!? ..non e' tutto relativo!? ..e da noi ancora di più..molto di più!

...ma il fatto strano,dicevo,che non e' che abbia mai avuto molta simpatia per gli anglosassoni..sono un po troppo freddini,siamo sinceri,e parecchio, almeno per i miei gusti troppo "antichi" ! ...
"Dont stand so close to me"..cantavano i police..(non penso sia un caso)

oggi pero mi sento inglese anch'io..

bye bye,then... :o

acquario69

ieri sera dopo cena vado al solito supermarket e a quell'ora nell'unica cassa "umana" che resta ancora aperta ti ci becco al solito una ragazza cinese,che se la vedeste sembra comportarsi come un robot efficacemente programmato,iper veloce (magari e' stata selezionata apposta per compensare lo squilibrio iniziale,non potendo la medesima cassa essere sostituita alle altre,che sono tutte rigorosamente automatiche..ma anche qui e' solo questione di tempo)
già qualche tempo fa mi sono permesso di fargli una battutina..come di solito si usa (o forse si usava) fare spesso dalle mie parti,in circostanze simili,scherzando in buonafede naturalmente,e così gli dissi;..."che e' successo stasera ti vedo un po lentina" per un attimo mi ha fissata,chissa,forse devo averla colpita in qualche modo o magari una cosa del genere non se l'era mai sentita dire prima forse perché non rientrava nelle sue sinapsi abituate magari ad un certo lavorio piuttosto meccanico,tipico di questi tempi iper digitalizzati (?)..chissa! ..ma e' anche probabile che dove viveva prima già nascono immersi in un contesto che non gli consente molto di avere  il tempo per pensare...l'imperativo assoluto dovrebbe essere il fare e il più velocemente possibile.
ma ho fatto caso comunque che non e' che se mi giro intorno le cose vanno diversamente,siano questi autoctoni o meno...e misa che devo essere abituato proprio male per farci sempre caso,in questo senso devo proprio ammettere di essere un inadeguato e il guaio e' che non ho nessunissima intenzione di farlo!

a tal proposito mi ritorna in mente quando feci tempo fa un paio di giorni di prova per un nuovo lavoro in una ditta di prodotti italiani,pasta fresca per la precisione...venni a sapere,come era del resto facile immaginare,che tal ditta fu messa su da un italiano ma che già da diversi anni fu rilevata da un vietnamita o di singapore,non ricordo con esattezza,ebbene lo sappiamo,ce tanta competizione al giorno d'oggi,tante persone che pur di lavorare...vabbe per non dilungarmi,dopo aver fatto il primo giorno il mio dovere,in quello seguente mi si richiedeva qualcosa di matematicamente impossibile da eseguire e che rientrasse nel normale arco di tempo lavorativo...sempre che la parola normale abbia ancora una sua intrinseca valenza
ci provai,pensando che al mio rientro si rendesse conto da solo delle sue assurde pretese,così anziché lavorare per le otto ore regolari ne feci dieci-undici...mi stava aspettando,e mi disse senza troppo giraci intorno che questo era il lavoro se lo volevo,allora nello stesso istante,paragonabile alle stesse leggi della fisica quantistica dove secondo questa teoria tutto accade simultaneamente
pensai: "ma te la poi anda a pija n'd...." e semplicemente gli riconsegnai le chiavi,sentendomi leggero come una piuma.

e meno male che non ne ho affatto bisogno...e fortuna pure che ho già dato a suo tempo,e ora cari amici,devo dirla tutta,non potete immaginare come me la godo la mia libertà..merce rara in un mondo dove ce enorme richiesta di schiavi e/o automi non pensanti

Sariputra

Una delle cose intriganti nel leggere esperienze e ricordi  di qualcuno è che ci richiamano immediatamente alla mente le nostre personali vicissitudini.
Immaginandomi Acquario che , presumibilmente dall'alto in basso, difende il suo operato davanti al vietnamita ( o di Singapore) suo nuovo datore di lavoro, inutilmente,e condividendo la sua personale conclusione, mi è tornato vivo il ricordo di qualcosa di analogo.
Un trentennio fa, quando al mondo rimaneva ancora una briciola di speranza, giovanissimo pittore di ceramiche e manufatti artigianali, trovai una specie di lavoro da un italiano verace e IGP. Era un armadio d'uomo che io, ragazzino ansioso , osservavo al contrario ( cioè dal basso in alto).  Simili esemplari si portano sempre appresso un'immancabile arpia di moglie, vera padrona del vapore che, seppur minuta e nevrotica, usava il colossale marito come personale zerbino. I soggetti misero subito in chiaro che, non fidandosi punto della mia giovane età e dubitando del mio talento, mi avrebbero pagato un tanto al pezzo ( si dice a cottimo?...). Preso dal demone ( questo sì vero...) della necessità dovetti accettare l'imposizione che sconfinava nell'illegalità. Mi misero al tavolo con una famigliola che scendeva dai monti, tutti insieme con un'unica auto, per guadagnarsi da vivere. Una donna sciupata, sua figlia obesa e il fratello di lei, un cinquantenne malandato  e probabilmente non con tutte le fascine legate...
Era una famiglia piena di calore e umanità e che , in quei primi giorni, cercava in tutti i modi di aiutarmi nell'"entrare" nel nuovo lavoro. Lavoravo il più velocemente possibile, affannosamente, un pezzo dopo l'altro, un bancale dopo l'altro. Man mano che la catasta diminuiva...ecco sopraggiungerne un'altra!  Una teoria infinita di cachepotte che bisognava rifinire con l'oro liquido.
Dopo qualche giorno la donna con cui lavoravo ( e che sospetto mi avesse preso in benevolenza anche perchè mi vedeva, in un futuro,  mano nella mano con la sua figliola...) mi confidò, davanti all'amara constatazione che  avrei dovuto lavorare dieci ore al giorno per guadagnare quello che un operaio in regola percepiva in un paio d'ore, che loro, pure pagati un tanto al pezzo, lavoravano in tre per guadagnare la paga di uno!!
Al che , dopo quindici giorni di corsa sfiancante, con il polso dolorante, mi sono fiondato in ufficio per rassegnare nobilmente le mie dimissioni dall'incarico . Scoprii allora che non puoi dimetterti se...nessuno ti ha mai assunto. E se poi nessuno ti ha assunto...chi dovrebbe pagarti quei quindici giorni di duro lavoro?... Morale della favola: ho regalato quindici giorni della mia vita alla coppia di onesti datori di lavoro italiani ( e sottolineo italiani...). :'(
Fu allora che decisi di mettermi in proprio...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

#3
Citazione di: Sariputra il 29 Giugno 2016, 08:43:47 AM
Una delle cose intriganti nel leggere esperienze e ricordi  di qualcuno è che ci richiamano immediatamente alla mente le nostre personali vicissitudini.
Immaginandomi Acquario che , presumibilmente dall'alto in basso, difende il suo operato davanti al vietnamita ( o di Singapore) suo nuovo datore di lavoro, inutilmente,e condividendo la sua personale conclusione, mi è tornato vivo il ricordo di qualcosa di analogo.
Un trentennio fa, quando al mondo rimaneva ancora una briciola di speranza, giovanissimo pittore di ceramiche e manufatti artigianali, trovai una specie di lavoro da un italiano verace e IGP. Era un armadio d'uomo che io, ragazzino ansioso , osservavo al contrario ( cioè dal basso in alto).  Simili esemplari si portano sempre appresso un'immancabile arpia di moglie, vera padrona del vapore che, seppur minuta e nevrotica, usava il colossale marito come personale zerbino. I soggetti misero subito in chiaro che, non fidandosi punto della mia giovane età e dubitando del mio talento, mi avrebbero pagato un tanto al pezzo ( si dice a cottimo?...). Preso dal demone ( questo sì vero...) della necessità dovetti accettare l'imposizione che sconfinava nell'illegalità. Mi misero al tavolo con una famigliola che scendeva dai monti, tutti insieme con un'unica auto, per guadagnarsi da vivere. Una donna sciupata, sua figlia obesa e il fratello di lei, un cinquantenne malandato  e probabilmente non con tutte le fascine legate...
Era una famiglia piena di calore e umanità e che , in quei primi giorni, cercava in tutti i modi di aiutarmi nell'"entrare" nel nuovo lavoro. Lavoravo il più velocemente possibile, affannosamente, un pezzo dopo l'altro, un bancale dopo l'altro. Man mano che la catasta diminuiva...ecco sopraggiungerne un'altra!  Una teoria infinita di cachepotte che bisognava rifinire con l'oro liquido.
Dopo qualche giorno la donna con cui lavoravo ( e che sospetto mi avesse preso in benevolenza anche perchè mi vedeva, in un futuro,  mano nella mano con la sua figliola...) mi confidò, davanti all'amara constatazione che  avrei dovuto lavorare dieci ore al giorno per guadagnare quello che un operaio in regola percepiva in un paio d'ore, che loro, pure pagati un tanto al pezzo, lavoravano in tre per guadagnare la paga di uno!!
Al che , dopo quindici giorni di corsa sfiancante, con il polso dolorante, mi sono fiondato in ufficio per rassegnare nobilmente le mie dimissioni dall'incarico . Scoprii allora che non puoi dimetterti se...nessuno ti ha mai assunto. E se poi nessuno ti ha assunto...chi dovrebbe pagarti quei quindici giorni di duro lavoro?... Morale della favola: ho regalato quindici giorni della mia vita alla coppia di onesti datori di lavoro italiani ( e sottolineo italiani...). :'(
Fu allora che decisi di mettermi in proprio..

Benvenuto nel mio "spazio inadeguato"  :)

..che dici apriamo un club,chiudi il bar Krhsna e diventiamo soci fondatori  ;D ...in fondo penso che di inadeguati come noi,ce ne siano molti di più di quello che si immagina,magari se ne stanno solo un po nascosti,temendo più che altro di esporsi..forse

mi sembra giusto precisare che non ne faccio una questione razziale,credo che certi criteri vengono adottati sopra di tutto e al di la,diciamo così,di qualunque appartenenza geografica..(inoltre oggi e' tutto transnazionale)
forse per cominciare ad inquadrare le cose si può iniziare a dire sommariamente e molto genericamente che se ieri eravamo "noi" a poter gestire in questa maniera,oggi e' più facile che siano i nuovi paesi cosiddetti emergenti ad avere più possibilità in questo senso..ma anche questo e' solo un aspetto,più di attualità che non del problema in se che e' appunto trasversale.

il punto e' nel criterio stesso e che secondo me ha le sue radici profonde nel sistema stesso di cui oggi viene fuori in tutta la sua estremità ma che ancora prima si basa su "valori" disumani,tipici del cosiddetto mondo moderno,dove la società e' strutturata solo sulla materialità,quindi l'efficienza,la produzione,l'automazione e il lavoro che tra l'altro diventa fine a se stesso e dogma assoluto...ovvie poi sono tutte le conseguenze a venire,dal diventare pezzi di ingranaggio in una gigantesca catena di montaggio globale,cose da utilizzare e per l'appunto sfruttare...ed e' il sistema stesso che in tali condizioni ricrea poi in se lo sfruttato e lo sfruttatore e che in fondo contribuiscono ad annichilirsi entrambi,a perdere le prerogative essenzialmente umane...ma anche la mia osservazione sulla ragazza cinese credo fa parte integrante dell'intero contesto.

nella mia personale esperienza,il percorso lavorativo che ho avuto forse si e' svolto al contrario del tuo,perché io ero già in proprio in italia,ci sono proprio nato,quindi per me diventa proprio difficile riuscire a concepire un lavoro alle dipendenze di un altro,o alla dipendenza in generale.
devo dire che mi sento fortunato per questo,perché mi ha dato la possibilità di esprimere tutta la mia libertà e di questo me ne sono reso conto molto bene ed anche con molta sorpresa quando le parti si sono invertite e notavo come la mentalità delle persone cambia incredibilmente...ce più la tendenza alla sottomissione ma anche alla "paura",si creano situazioni orribili ed odiosissime,di gerarchie,di comportamenti subdoli dove viene fuori di solito il peggio...non so se ti e' chiaro quello che ho appena detto,forse parallele in un certo senso alle stesse dinamiche d'ufficio almeno da quello che mi e' capitato di sentire in chi vi lavora..penso tuttavia coinvolga tutto e tutti senza più distinzioni..e' un magma denso e vischioso che ci coinvolge e che ci affoga tutti (questo e' quello che penso)

comunque come già mi e' capitato di ribadire in tutte le salse possibili a mia disposizione credo bisognerebbe proprio tornare ad essere "inadeguati"...direi felicemente inadeguati  :)

acquario69

Ogni Papalagi ha un lavoro. È difficile spiegare cosa sia. È un qualcosa che si dovrebbe avere una gran voglia di fare, ma il più delle volte non se ne ha. Avere un lavoro significa: fare sempre la stessa identica cosa.
Il Papalagi di ogni attività fa un lavoro. Se uno raccoglie le foglie appassite dall'albero del pane fa un lavoro. Se uno pulisce le stoviglie fa un altro lavoro. Tutto è lavoro se si fa qualcosa. Con le mani o con la testa. Anche pensare o guardare le stelle sono lavori. Non c'è niente che possa fare un uomo che il Papalagi non possa trasformare in lavoro. Se un bianco dice: sono uno che scrive lettere, significa che questo è il suo lavoro, e cioè non fa altro che scrivere una lettera dopo l'altra.
Mangia pesci, ma non va a pescare, mangia frutta, ma non raccoglie mai un frutto. Scrive una lettera dietro l'altra perché questo è un lavoro.
E così va a finire che la maggior parte dei Papalagi sanno fare solo quello che è il loro lavoro.

Il Grande Spirito ci ha dato le mani perché possiamo raccogliere frutti, prendere radici, ce le ha date per proteggere il nostro corpo dai nemici, e per la nostra gioia nella danza, nel gioco e in tutti gli altri divertimenti. Sicuramente non ce le ha date solo per costruire capanne, raccogliere frutti o strappare radici. Questo però il Papalagi non lo comprende. Ma che il suo agire è sbagliato, completamente sbagliato e contro il Grande Spirito, lo vediamo dal fatto che ci sono Bianchi che non riescono più a correre, che mettono molto grasso sulla pancia come i maiali, perché devono stare sempre fermi a causa del loro lavoro, che non riescono più a sollevare un giavellotto e lanciarlo.
Anche il lavoro è un demone che distrugge la vita. Un demone che da all'uomo allettanti consigli, e che però gli beve il sangue dal corpo.
Questa è la causa della grande infelicità del Papalagi. È bello prendere acqua al ruscello, anche più volte al giorno; ma chi deve farlo dall'alba al tramonto tutti i giorni e tutte le ore, finché gli bastano le forze, scaglierà via in un impeto d'ira il secchio, pieno di collera per le catene con le quali è tenuto il suo corpo. Perché niente è più pesante di dover fare sempre la stessa cosa. Per questo cova un odio profondo. Tutti quanto hanno nel cuore qualcosa che somiglia a un animale tenuto in catene, che si ribella ma non riesce a liberarsi.
Questo porta a confusione, disperazione o malattia. Se il Papalagi mi sentisse dire tutte queste cose, direbbe che sono io folle, ma il Papalagi non ci ha detto la verità, e non ci ha spiegato il motivo per cui dovremmo lavorare di più di quanto voglia Dio per saziarci, per avere un tetto e divertirci alle feste del villaggio.

Il Papalagi quando parla del suo lavoro sospira come se un peso lo schiacciasse. I giovani delle Samoa si recano cantando nei campi di taro, e cantando le vergini lavano i panni alla fonte zampillante . Il Grande Spirito vuole che rimaniamo fieri e giusti in ogni cosa che facciamo, e sempre uomini con occhi gioiosi e membra sciolte.


Il Papalagi è sempre scontento del suo tempo e si lamenta con il grande spirito perchè non gliene ha dato abbastanza. Sì, arriva a bestemmiare Dio e la sua grande saggezza, dal momento che taglia e ritaglia e divide e suddivide ogni nuovo giorno secondo un preciso sistema. Lo taglia proprio come si squarcia con il coltello una molle noce di cocco. E tutte le parti che taglia hanno un nome: secondi, minuti, ore. Il secondo è più piccolo del minuto, questo è più piccolo dell'ora; tutti insieme fanno le ore e bisogna avere sessanta minuti e molti più secondi prima di avere un'ora. 


Ci sono Papalagi che affermano di non avere mai tempo. Corrono intorno come dei disperati, come dei posseduti dal demonio e ovunque arrivino fanno del male e combinano guai e creano spavento perchè hanno perduto il loro tempo. Questa follia è uno stato terribile, una malattia che nessun uomo della medicina sa guarire, che contagia molta gente e porta alla rovina.

tratto da:
Papalagi: discorso del capo Tuiavii di Tiavea delle isole Samoa

http://www.ibs.it/code/9788872264201/papalagi:-discorso-del.html

acquario69

#5
ecco un altro passo "avanti" verso il mondo nuovo (come quello di Huxley) per una nuova (sub)umanità.

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=54952

Un uomo chiese al Messaggero di Allah;Dimmi cos'è l'Ora?.
Egli rispose: "L'interrogato non ne sa più di chi lo interroga". L'uomo disse: Parlami allora dei segni premonitori. gli rispose: "Quando la schiava genererà la sua padrona e quando vedrai i pastori, miseri, scalzi e nudi, competere nelle costruzioni più elevate".

..e chissa se non fa proprio riferimento alla fecondazione artificiale/ed uteri in affitto (?)..la schiava,qualche disgraziata in un paese del quarto mondo e la padrona,un po come quelle descritte dall'articolo..(o peggio ancora come ha fatto nichi vendola!)





qui sotto altre perle del bravo erik gardini;

https://www.youtube.com/watch?v=AQHhuixX2Mw

https://www.youtube.com/watch?v=9FIvam980UU

Aniel

Stamattina aprendo il LOGOS  mi e' apparsa, in fondo, l'invito ad aprire la pagina 'CHAT CON DONNE MATURE' non so cosa contenga e non mi interessa perche' io non ho mai avuto uno smartphone, non sono su facebook, twitter o altri mezzi di socializzazione, ho una email solo da qualche mese, neanche un anno e non ho niente da ridire neanche con chi chatta, se fatto con moderazione.
:
. Ho dei quaderni, mi informo prendo appunti, cerco di 'evolvermi' a modo mio da anni...cerco di condividere e di apprendere dagli altri con tutti i mezzi a mia disposizione , questo e' il mio metodo e approccio alla vita e alla Realta', e visto che ormai lo spazio e' aperto lascio uno spunto di personalissima ' chat di donna matura:' 

Appunti tratti da una conferenza del sig.Vittorio Marchi, fisico:

'La conoscenza nasce dallo stupore':
Fisica quantistica: Il QUANTUM e' un flusso di energia che si espande all'infinito:
Dall'energia nasce la vibrazione, TUTTO E' ENERGIA, tutto e' vibrazione, dall'energia nascono le onde, ognuna diversa dall'altra, si infrangono e ritornano nell'oceano,nel mare.
L?ANALOGIA E IL SIMBOLO SONO LE PORTE DELLA PERCEZIONE'
L'assoluto,l'infinito si esprime attraverso il simbolo ed il mito: Dal macrocosmo al microcosmo tutto si ripete con la stessa legge universale, la spirale non ha inizio ne' fine , e' ovunque: OVUNQUE TU VAI CI SEI GIA',
rappresentato in geometria dal cerchio.
Tutti gli elementi fisici sono la trasmutazione della stessa sostanza: In ogni movimento naturale OSSERVATORE - OSSERVATO e processo in se stesso dello osservare si fondono e si condizionano:
TU CHI SEI? IO SONO COLUI CHE PROVIENE DALL'INDIVISO:
LA REALTA' e' un fatto QUALITATIVO non QUANTITATIVO, per questo nell'atomo ci stanno infiniti mondi e l'universo e' dentro di noi (universo=uno vivente): TUTTO E' UNITO -non pui scuotere  una rosa senza agitare una stella - Tomson.
Tutto e' vita, tutto e' amore:
La dualita' di tutta la manifestazione bene-male, luce-ombra, alto-basso non nasce dal DUE ma dall'UNO,ogni cosa e' duplice: la moneta ha due facce per questo non dobbiamo preferire una cosa ad un'altra perche' sono indissolubili: Una persona(etimologia della parola: persona=maschera) che vive nel qui e ora e' ovunque, non e' piu' individualizzata:
VANGELO DI TOMMASO: PADRE NOSTRO CHE SEI OVUNQUE ( non nei cieli,ovunque!!!!) GESU' disse 'IO E IL PADRE SIAMO UNO'

Il pensiero non e' nel cervello, il cervello e' solo un compiuter, un mezzo di codificazione ma la PERCEZIONE nasce dal cuore non dal cuore fisico ma dal CUORE SPIRITUALE.


.

Phil

Citazione di: acquario69 il 07 Agosto 2016, 02:56:28 AMecco un altro passo "avanti" verso il mondo nuovo (come quello di Huxley) per una nuova (sub)umanità. http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=54952  
La tecno-scienza si sta spingendo ben oltre: ci sono da anni studi ed esperimenti per "produrre" la vita (espressione rude ma adeguata al caso) senza un partner o da partner dello stesso sesso, a partite dalla manipolazione artificiale di cellule non biologicamente destinate alla riproduzione.

Se si è pratici con l'inglese, ecco un link:
http://www.thedailybeast.com/articles/2015/01/03/men-will-someday-have-kids-without-women.html

acquario69

#8
"i migranti ci tolgono il lavoro?"

questo il titolo che hanno dato alla puntata del 27-10-16 di tutta la citta ne parla radio3.

http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-f5474704-6e99-4c88-9282-063ceaa5a185.html

l'argomento e' interessante ...sentiamo cosa hanno da dire (ma anche come le dicono e perché)

all'inizio,un paio di telefonate dallo stesso tenore,la seconda quella di un ascoltatrice che in sintesi dice di essere stufa di sentirsi dire che gli italiani non vogliono fare più i lavori sgraditi....poi continua nella sua concitata descrizione dicendo che ci sono lavori da 3 euro l'ora,in condizioni indecenti ecc..

..poi,come per magia,il conduttore dice che ha chiamato un altro radioascoltatore "in diretta" e lo fanno subiro parlare
in sostanza,facendo uno strano discorso e annesse arrampicate sugli specchi vari,dice che la situazione dalle sue parti (le stesse della signora precedente) e' regolare,la paga sindacale la prendono tutti e i controlli ci sono sempre e bla bla bla....

la trasmissione va avanti e si susseguono altri interventi di ospiti al telefono (aoh ma e' tutta gente seria,gente che ha studiato,e che fa pure statistiche dalla mattina alla sera,quindi posso sta' tranquillo,loro si che sapranno come chiarirmi le idee!)
e infatti bla bla bla...bla bla bla...e poi ancora bla bla bla!

ne deduco che;
si fa di tutto per negare l'evidenza e rigirarla e rigirarla per poi finalizzare esattamente al contrario
" ripetete una bugia,mille,un milione di volte e diventerà verita' "
lo disse un certo joseph goebbels

e l'evidenza e' che l'immigrazione e' lo strumento per togliere gli ultimi diritti sul lavoro,renderlo precario ai massimi livelli e abbassare fino allo spasimo le retribuzioni ...insomma si va dritti,dritti verso..... ::)

eppure se questi sono gli effetti sarebbe logico e persino banale considerare le cause che le precedono (ma nessuno mai ne parla!)
...anche perche' e' il concetto stesso di "causa" (e principio) che e' sparito dall'orizzonte mentale dell'umanità ..sovvertitamente sostituito da una pura astrazione mentale,autoreferenziale,priva di qualsiasi senso..

e allora...INDIETRO TUTTA !!

https://www.youtube.com/watch?v=tD1Dj7YTuP0

acquario69

Spazio ultima frontiera:
eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione..diretta all'esplorazione di nuovi mondi,alla ricerca di altre forme di vita e civiltà,fino ad arrivare la' dove nessun uomo e' mai giunto prima.

https://www.youtube.com/watch?v=30VSy0orw4k


DIARIO DI BORDO:

data astrale - 
Kali yuga Era/2017dC


(frase del giorno -10-01-17)


La Sovversione e' ormai completa..e le parole non trovano più il senso

acquario69

Nel 1944 Georges Bernanos, il tormentato scrittore cattolico (il suo capolavoro è il Diario di un curato di campagna) pubblica una  furibonda raccolta di invettive contro la società industriale.  Vista la data, è  dir  poco definirlo profetico fin dal titolo: "La France contre le robots".  Gridava ai contemporanei di diffidare del benessere  promesso dalle industrie di massa, liberatrici dei poveri: "Ci sarà sempre più da guadagnare a soddisfare i vizi dell'uomo che i suoi bisogni".  E' un'agghiacciante verità che  possiamo comprendere noi,  70 anni dopo, nell'epoca del Viagra, delle droghe "ricreative", dei gay pride, del diritto al piacere,  e della pornografia di massa.
"Un giorno – annunziò –  si getteranno nella rovina da un momento all'altro famiglie intere  perché a migliaia di chilometri di distanza potrà essere prodotta la stessa cosa a due centesimi in meno alla tonnellata":  come se avesse visto in una sfera di cristallo  la globalizzazione, le delocalizzazioni feroci, le de-industrializzazioni  d'Europa.
Adam Smith,  ha sancito in una celebre sentenza: « Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio, che noi ci aspettiamo la nostra cena, ma dal loro rispetto nei confronti del loro stesso interesse. Noi ci rivolgiamo, non alla loro umanità ma al loro amor proprio, e non parliamo loro delle nostre necessità ma della loro convenienza. »  L'illusione che dall'intreccio degli interessi ossia egoismi venga una società armoniosa grazie alla mano invisibile del mercato,  è tuttora   un dogma creduto da molti.  
Bernanos,con impressionante anticipazione, scrisse:
"Non importa, si dicevano gli imbecilli, sappiamo bene che la cupidigia non è una virtù; ma il mondo non ha bisogno di virtù, esige confort – e la cupidigia senza freni dei mercanti finirà, grazie al gioco della concorrenza, per fornirgli questo confort a basso prezzo, a prezzo sempre più basso. [...] Questi sciagurati  erano incapaci di prevedere che niente avrebbe fermato le cupidigie scatenate,  che avrebbero finito per disputarsi la clientela a colpi di cannone: "Compra o muori!".   
Quegli imbecilli, rincarava Bernanos, "non prevedevano nemmeno che non tarderebbe a venire il giorno in cui il calo dei prezzi, fosse pure degli oggetti indispensabili alla vita,   sarebbe considerato come un male maggiore  – per la semplice ragione  che un mondo nato dalla speculazione non può organizzarsi che per la speculazione."
"Un mondo dominato dalla Forza è  abominevole, ma il mondo dominato  dal Numero è ignobile. La Forza presto o tardi fa sorgere dei rivoltosi, genera lo spirito di Rivolta, fa  degli eroi e dei Martiri.  La tirannia abietta del Numero è  un'infezione lenta che non ha  mai provocato questa febbre. Il Numero crea una società a sua immagine:  una società di esseri non già eguali, ma di equivalenti, riconoscibili solo dalle impronte digitali" –  come fece a vedere  70 anni prima la nostra società di omologati,  di   copie conformi intercambiabili,  e  in più passivamente incapaci di rivolta verso le oligarchie   che li asserviscono?
E  con che precisione ci dipinge, noi suoi posteri: "Inchiodato a se stesso dall'egoismo, l'individuo non appare più  che come una quantità trascurabile, sottomessa alle leggi dei  grandi numeri [...]  grazie  alla conoscenza delle leggi che li reggono.  Così il progresso non è più nell'uomo,  è nella tecnica,  nel perfezionamento dei metodi capaci  di permettere un utilizzo ogni giorno più efficace del materiale umano".

Georges Bernanos, 1888-1948.
"Ahimé, il modo rischia di perdere la libertà , di perderla irreparabilmente, per non aver conservato l'abitudine ad usarla...": questo nel 1944.  L'Unione Europea,  orwelliana  prigione dei popoli  consenzienti, non  era nemmeno al più lontano orizzonte.

Ed ecco l'esattissima previsione sulla immane perdita di identità e culture degli europei,  che allora non era immaginabile: "La civiltà delle macchine non ha per niente bisogno della nostra lingua. La nostra lingua è il fiore e il frutto d'una civiltà  assolutamente differente dalla civiltà delle macchine.  Inutile disturbare Rabelais, Montaigne, Pascal [noi: Dante, Ariosto, Machiavelli] per esprimere una concezione sommaria della vita, il cui carattere sommario costituisce precisamente  la sua efficienza.  La lingua francese [italiana]  è un'opera d'arte, e la civiltà delle macchine non ha bisogno per i suoi uomini d'affare, come  per i suoi diplomatici,  che di uno utensile, niente di più".
Da dove sorgeva  in George Bernanos una così acuta preveggenza – anzi chiaroveggenza – della rovina che oggi incombe su di noi?  Salta in mente una sentenza di Chesterton, altro credente senza complessi: "Questo è il prezzo che pago in nome del cattolicesimo, e cioè il fatto che è sempre in anticipo sui tempi".
Ahimé, oggi la Chiesa "progressista" è regolarmente in ritardo culturale sulle mode ideologiche (El Papa ha appena tenuto un incontro terzomondista, invocando terra ai contadini e diritti ai popoli indigeni, un po' di teologia della liberazione...)  ed è incapace di leggere i segni dei tempi, anche i più incombenti. Se ha ragione Chesterton,   anche noi siamo meno chiaroveggenti nella misura in cui la nostra fede cattolica è posticcia,  un abito esterno anziché una  spada affondata nel cuore.
Quella  che ci resta è tuttavia sufficiente a renderci delle Cassandre derise.  Ci rimane infatti  ancora una briciola della coscienza che Bernanos espresse nel '44 con impressionante nettezza.
"Non si capisce assolutamente niente della civiltà moderna se non si ammette fin dal principio che è una cospirazione universale contro ogni specie di vita interiore".   Georges Bernanos, La France contre les robots (1944).
E forse si deve  a questo chiaroveggente cristiano (ancor letto e studiato) se nella Francia ridotta a quel che è, restano ancora coscienze della  deriva sempre più  maligna delle "conquiste"  del presente.  Escono libri intitolati appunto "Apocalisse del Progresso", dove Pierre de la Coste, giornalista che è stato ghost writer di vari ministri,  pone questioni come: "Dagli Ogm a Chernobil, dalla schedatura digitale della popolazione a Fukushima  – è venuto il momento di dirsi che il Progresso, come  moto ineluttabile dell'Umanità verso il Bene, ed è stato forse una religione di sostituzione, è diventato oggi un incubo".
Escono saggi intitolati "La Sregolazione morale dell'Occidente", dove il filosofo Philippe Bénéton   denuncia "quello che è il pensiero coltivato dall'Unione Europea dagli anni 2000: ciò che unisce gli europei, sono solo le regole che implicano i diritti dell'uomo e della "concorrenza libera e non falsata". Ma così, a ciò che fu una civiltà comune si impone una tabula rasa.
L'idea burocratica è  naturalmente che le identità e differenze culturali e storiche debbano essere omogeneizzate perché ostacolerebbero, poniamo, l'accoglienza verso i  musulmani immigrati; e per giunta, le masse si vogliono "emancipate  dai tabù" religiosi ossia morali.  Ma attenzione, denuncia il filosofo, "la democrazia liberale prende  un senso nuovo; diventa una semplice meccanica, si definisce unicamente per le procedure", le regole invece dei valori. Ma "in un mondo dove le procedure regnano e le virtù svaniscono in  nome del relativismo dei valori, gli attori non si sentono "tenuti". Sicchè  la  crisi morale tocca la politica  come tocca i media, l'economia, la scienza, i rapporti quotidiani..".
Questi europei dell'ultima ora che si vantano della propria "liberazione" morale, "a ciascuno i suoi valori, ogni individuo è libero e sovrano, viva la libertà, abbasso il vecchio ordine morale – e poi si indignano perché il politico ruba,  il capitalista froda i salari de localizzando, il giornalista pubblica notizie false a pagamento per la Cia  – ma non sono anche loro degli individui "liberati"?  Se il vecchio ordine morale è schernito e  demitizzato, la conseguenza politica e sociale non può essere che quella. La violazione di "regole" e procedure, dopotutto, non valori.
Ma  ancor peggio, in questo relativismo   di massa  si  è infiltrato un moralismo di massa, ipocrita e non riconosciuto, e ferocemente  censorio:  "la modernità tardiva vuol definire la buona e cattiva   maniera di vivere. Il "Male" e la "colpa" non sono scomparsi, si incarnano nelle parole e negli atti accusati, a torto o ragione, di razzismo, di sessismo, di xenofobia, di omofobia... queste nuove regole puntano alla divisione morale dell'umanità: da una parte gli araldi di una società aperta , avanzata, i progressisti,  le femministe, i 'gay' –  dall'altra a i retrogradi, quelli del vecchio mondo, i partigiani di una società "chiusa" e "tribale", i custodi del vecchio ordine morale,  gli ultra-conservatori, i reazionari, i populisti, gli xenofobi:  in breve, è la divisione tra gli amici e i nemici dell'umanità.  Questa visione manichea non è certo in favore della libertà.
E  fa un esempio, Béneton:
"Se uno dice in un dibattito tv: "il populismo è il pericolo principale del nostro tempo", non sarà interrotto, né richiesto di spiegarsi sulle sue intenzioni.  Se invece uno dichiara: "populismo è una parola incerta e mal definita, inventata dagli Importanti per indicare, con la sua connotazione peggiorativa, che non è bene criticare gli Importanti",  chi parla viene bombardato di sospetti sulla sua intenzione: sareste anche voi populista? Reazionario? L'opinione  corretta funziona in questo modo: non discutete mai, accusate.  Il nostro tempo che tanto denuncia "il moralismo",  non fa altro che moralizzare continuamente.
La messa  sotto accusa della persona sostituisce il dibattito delle idee : "Ah, lei cade nell'omofobia, lei fa' il gioco del conservatorismo,  lei  nutre ancora dei pregiudizi!". In breve, il  fondo del dibattito  non viene più trattato, non c'è più  un dibattito  ma un accusatore e un accusato, un tribunale e un reo".

Da noi in Italia, nulla di questa coscienza del Progresso come apocalisse.
Solo progressisti censori alla Boldrini.

Fonte: http://www.maurizioblondet.it/bernanos-robot-ossia-progresso-apocalisse/

acquario69

Ner duemila

Ner duemila godremo in tutt'er monno,trasformato quant'e' largo e quante' tondo, ci saranno le grandezze der progresso e la vita nun sarà più come adesso,nun c'avremo più paura de mori e pressapoco se dira' cosi....

io cio' un appartamento sulla luna, nun pago niente e fo' come me pare, poi cio' du camerette in arto mare, che quanne' estate ce sto come un pascià ,guadagno bene co la radiopesca,mi fijo sfrutta le stelle e fa er milorde,mi moglie sta impiegata ar polo norde e grazie a dio me posso accontenta' ...

Ner duemila nun c'avremo tante noje,vestiremo tutti ignudi senza foglie,er magna' sarà' der tutto differente e li denti serviranno a poch'e gnente,se te invitano a m'banchetto se fara',appressapoco sta magnata qua...

n'iniezione de brodo de gallina, quattro confetti de lasagne ar forno, na pillola d'abbacchio con contorno e poi fascioli e cotiche in cache', n'ostia de tartufi ar cioccolato, na fiala de frascati cannellino, n'essenza de formaggio pecorino e quattro caccolette de caffe...

Ner duemila li musei saranno pieni,d'aeroplani,d'automobili e de treni,bastimenti n'seppeli' sottomarini, serviranno a fa gioca li regazzini, viaggieremo co li razzi e se fara' appressapocoo sto discorso qua...

"io vado qui n'america un momento, perche m'hanno n'vitato a colazione, poi passo un momentino ner giappone, che m'hanno detto fanno un buon caffe..tu aspettame su Giove o su Saturno, oppuremente aspettame su Marte, fatte magari na partita a carte,che tra mezzora se vedemo li"..

ma noi che siamo n'vita ancora adesso,annamo avanti cor sistema antico e famo come fosse un buon amico..un brindisi alla faccia der progresso

(brano musicale di Aldo Fabrizi)

acquario69

non sapevo che a Serravalle ci sarebbe stato uno sciopero dei lavoratori (diciamo pure i schiavi moderni) contro lo shopping pasquale

lavorare 365 giorni l'anno, senza feste, senza ferie..ne pasqua ne natale e ne ferragosto!
E perché non anche anche la notte e h24?

e bravi anche e sopratutto i consumatori ..non e' proprio grazie a loro che il circuito si fa virtuoso?  :(

...e allora vuol dire che sei già stato accontentato, quindi ..PRODUCI-CONSUMA-CREPA !!
https://www.youtube.com/watch?v=p07YMp5g6pQ

acquario69

Il Politically Correct

"Per la nuova religione non è vero ciò che è vero, ma ciò che si riesce a far apparire tale.
Il nemico non è un'altra religione ma il pensiero stesso.
Chi pensa è un potenziale nemico."


Giuseppe reguzzoni (autore del libro "il liberalismo illiberale")


Un suo articolo - da incorniciare - (qui sotto) 

http://www.tempi.it/politicamente-corretto-religione-sottomissione-pensiero-potere#.WQl8wVJL1jQ

acquario69

Noi,umanita nuova e i morti viventi ancora al potere


Questa crisi è antropologica, quindi molto più profonda dei numeri, molto più radicale. Ma è anche una grande crisi di crescita. Io sono positivo. È una grande crisi, ma non è più grande di noi: è alla nostra portata. Dobbiamo renderci conto della sua radicalità e prenderla di petto. È una crisi di crescita, è una crisi sostanzialmente evolutiva, e noi non siamo ancora in grado di interpretare questa direzione evolutiva e facilitarla. E questo la aggrava. Questa è la cosa più pericolosa: non tanto che la crisi sia antropologica, cioè è una crisi paragonabile a quella del Neolitico, perché sta cambiando un'antropologia, cioè un modo di essere uomini. La crisi antropologica del Neolitico è il momento in cui (grossomodo dall'8.000 al 5.000 a.C.) l'umanità si dà una forma che è poi quella che – con moltissime evoluzioni – arriva fino a noi. Inizia l'agricoltura, gli uomini cominciano quindi a stabilizzarsi in un luogo, a costruire le città, e sorge la civiltà che poi, con enormi mutazioni, arriva fino a noi. Noi siamo in una fase di trasformazione ancora più grande per l'essere umano. Questo vuol dire, in termini semplici, che tutto un modo di "essere umani", come il diritto, l'economia, la filosofia, la democrazia, la politica, i rapporti sessuali, i rapporti familiari, cioè tutte le forme antropologiche, le istituzioni in cui l'umanità organizza la sua vita, sono in travaglio.
Quelle che appartengono alla modalità che sta finendo tracollano. Ecco perché c'è una crisi generale. Tutto è in crisi perché le forme storiche – matrimonio, democrazia, università, religioni – è come se si stessero esaurendo, non ci soddisfano più. Per cuinoi non sappiamo che fare. Siamo in una fase caotica – che è una fase, però, di transizione. Se noi riuscissimo a capire un po' meglio quale figura di uomo si sta consumando e quale modalità nuova sta emergendo, riusciremmo a vivere questo passaggio per quello che è: un enorme momento di crescita. Mi viene in mente la fase decadente dell'Impero Romano. Ci vollero centinaia di anni, ci volle un'epoca di barbarie per far rifiorire un nuovo Rinascimento. Oggi forse, con tutta questa tecnologia, con la rete, potremmo metterci di meno? Quando abbiamo una crisi esistenziale, possiamo reagire in due modi diversi. Il primo modo è: negare la crisi, fare finta che la crisi non ci sia, non capire che certe modalità della nostra vita non funzionano più. Se facciamo così, cioè resistiamo, fingiamo, neghiamo, la crisi diventa molto lunga e molto dolorosa.
Se invece iniziamo a interrogarci e ci chiediamo: "Ma forse c'è qualche cosa nella nostra vita che posso correggere, forse c'è qualche cosa nel modo di fare, nei miei affetti, nel modo in cui lavoro che non è giusto, che non va più bene, che posso incominciare a correggere", se assumiamo un atteggiamento di questo tipo, direi di cura, allora la crisi solitamente è meno penosa e anche meno lunga. La stessa cosa vale per la nostra civiltà. Il problema è che questa civiltà non vuole capire. E non è mica una cosa che nasce ieri. Tutto il XX° Secolo è catastrofico dal punto di vista della vecchia umanità. Un certo tipo di "essere uomo" vive lungo il XX° Secolo catastrofi mondiali: due guerre mondiali, campi di concentramento, totalitarismi. C'è una fase di distruzione mostruosa. Eppure non abbiamo ancora ben capito, non vogliamo capire. E questo neoliberismo degli ultimi trent'anni – a mio parere – è la forma estrema di resistenza al cambiamento. Cioè, il vecchio io, l'uomo morente, quello che nonfunziona più, che io amo chiamare "Egoico bellico", cioè un'umanità che si rafforza nel contrapporsi, contrapporsi all'altro, contrapporsi alla natura, ecco: questa forma tracolla, ma resiste.
Il neoliberismo è una forma estrema di egotismo, di egocentrismo, di individualismo egoistico, cieco e suicidario, che non vuole capire la lezione. E quindi le catastrofi non sono rappresentative solo del nostro passato, ma sembrano purtroppo prefigurare anche il futuro. La politica vigente? E' la politica neoliberista. Quindi le classi dominanti occidentali, oggi, sono i portavoce dell'io morente. Sono i portavoce di questa forma di umanità che è già morta, è già esaurita, ma che persiste a dominare sul mondo in una forma vampiristica o zombistica. È come un mondo di morti viventi che fingono di essere vivi, ma sono zombie, sono morti e vogliono che tutti siano come loro. Perché gli zombie, come i vampiri, vogliono che tu diventi come loro. Una metafora un po' forte? Questa metafora era alla base anche del primo film di zombie, "La notte dei morti viventi", diretto da George Romero, alla fine degli anni sessanta, che metteva in scena proprio questa critica della società. Tant'è vero che lo zombie lo uccidi annientando il cervello, perché è nel cervello che si annida quella forma di massificazione, di non-pensiero, che non può morire se non esiste – ma, appunto, era questo il paradosso, la metafora.
D'altra parte "The Walking Dead", il serial che sta avendo successo mondiale in questi anni (la storia – appunto – di un manipolo di umani che sono sopravvissuti a questa epidemia di zombie), simbolicamente molto significativo, ci racconta proprio la disperata volontà di questo gruppo di uomini di rimanere umani in un mondo di zombie. Ed è per questo che ha tanto successo, perché spesso le serie americane – in modo non sempre consapevole – riescono a parlare in modo diretto, ma anche mitico dei drammi dell'umanità contemporanea. Perciò hanno uno straordinario successo. "Breaking Bad", "The Walking Dead", insomma quelle... Ma anche "House of Cards". Cioè... ci parlano come pochi, oggi, di questo tempo finale. Quel tempo che si viene a collocare dopo la fine della storia in cui siamo come congelati. Un po' anche "Matrix" ci ha raccontato questo. Siamo bloccati e congelati, per cui i politici attuali – quelli che oggi dominano i paesi occidentali – sono i funzionari di questaresistenza al cambiamento e adoperano tutti i loro strumenti, specialmente le armi di distrazione di massa: cioè ci distraggono, ci distolgono, ci occupano per mesi interi a discutere di una legge elettorale in Italia che ha il valore del due di picche, capite?
Nel contesto terminale in cui sta vivendo il pianeta, con fenomeni come quello migratorio che si sta scatenando e che nell'arco di pochi anni diventerà una cosa incredibile... I demografi ci dicono che nell'arco di 15/20 anni solo la Nigeria avrà 500 milioni di abitanti, cioè superererà l'intera area europea! Capite? Questo è il paesaggio prossimo futuro, e questi deficienti – questa vergognosa Unione Europea gestita da queste persone inverosimili – si occupano di quisquilie! Ma non è un caso: è appunto una strategia di distrazione, perché se ci dovessimo occupare dei veri problemi, l'intero assetto che loro dominano dovrebbe essere messo in discussione. Le vaccinazioni? Non posso pensare che, come tali, siano un male, perché le vaccinazioni nella storia – a partire dall'antivaiolosa – ci hanno liberato da alcune patologie. Che poi ci sia una degenerazione, un pericolo, un eccesso per cui dobbiamo obbligatoriamente farne 12, su questo anch'io ho qualche dubbio. Ma anche questo si può inserire nel processo di meccanicizzazione tecnologica della società, dove l'unico criterio che si adotta è la quantificazione di pulegge e ruote, ingranaggi che girano.
Tutto è algoritmo, il fattore umano è diventato un inquinante. Cioè è tutta una questione di numeri, di leve, di giochi di forza e di potere, di catene di montaggio. E' chiaro che la "figura di umanità morente", che io chiamo "egoico-bellica" ma che si può chiamare anche neoliberista, materialistica, nichilistica, questa forma di umanità vuole sostanzialmente eliminare l'io umano come principio libero e spirituale. Quindi vuole trasformare l'essere umano in qualcosa di meccanico, di non spirituale, di non libero, essenzialmente, di condizionato e determinato al punto da potersi inserire dentro un sistema nel quale tu sei solo una rotellina sostituibile, come diceva Heidegger. Tutto dev'essere sostituibile. E questa è proprio la natura antitetica dell'io. L'io, nel suo mistero è proprio insostituibile. Ognuno di noi è se stesso: un mistero insostituibile. Loro vogliono, invece che tutto venga sostituito. E da qua, per esempio, la svalutazione crescente del mondo del lavoro,delle professioni. Perché le professioniconnotano qualche qualità umana che non è sostituibile. Invece tutto deve essere sostituibile, tutto deve essere disanimato, calcolabile, contabile.
Tutto deve essere ridotto a numero, a economia matematica che viene fatta passare come legge naturale, come se fosse una legge della natura. Mentre sappiamo – almeno da 150 anni – che non esiste alcuna economia come scienza esatta, ma esiste sempre un'economia che è l'organizzazione di interessi molto precisi. E qui è il punto. È questo che non si vuole mostrare. È questo l'indicibile! E qui ci stanno degli interessi precisi di élite oligarchiche precise che dominano il mondo a livello finanziario. Ma questo oggi ce lo dice Habermas, cioè ce lo dicono pensatori moderati. Quest'idea del complottismo è veramente ridicola e denuncia una grande ignoranza. Perché allora è complottista anche il Papa, è complottista Habermas, è complottista Rifkin, cioè sono complottisti praticamente tutti quelli che ancora pensano. Ci sarebbe da chiedere, se questi sono complottisti, gli altri chi sono? Sono quelli che i complotti li fanno davvero! Perché questo è il problema: c'è una vasta area di collaborazionismo, oggi! Perciò ci vuole una rivoluzione culturale inedita, che è la rivoluzione della nuova umanità. Cioè, quella che sta nascendo in questa crisi, perché sta nascendo una nuova umanità. Un'umanità più relazionale, un'umanità che non si può meccanicizzare, che scopre i livelli più profondi di libertà interiore e li vuole manifestare socialmente.
L'uomo nascente, la nuova umanità, ancora non trova dei fuochi di aggregazione, per cui è disseminata e molto controversa e confusa. Quindi dobbiamo trovare dei minimi comuni denominatori, cioè dei punti su cui persone molto diverse, che hanno anche formazioni diverse, potranno convergere in questa dinamica rivoluzionaria. E io credo che i punti poi siano pochi, quelli necessari per creare poi un'aggregazione. C'è un accordo tra una visione laica e una visione di chi pratica il buddismo, lo yoga, le medicine alternative e via dicendo: tutti concordano sul fatto che è un'intera figura di umanità che non funziona più. Il secondo punto su cui possiamo concordare tutti è che questo passaggio non può essere soltanto estrinseco, cioè "cambiamo le strutture del mondo", come sono state le rivoluzioni moderne: "assaltiamo la Bastiglia", "prendiamo il Palazzo d'Inverno", "facciamo l'insurrezione mazziniana"... No! Questo è oggi impossibile. Dobbiamo organizzare un movimento di trasformazioneche parta sempre anche dal profondo di sé. Cioè, il Palazzo d'Inverno ce l'ho anche dentro di me. La modalità "egoico-bellica" c'è anche nei gruppi alternativi ed è fortissima! La modalità bellica di pensare la trovi anche in tanti pacifisti. Dobbiamo collaborare ad un processo che certo sarà secolare, però ce lo possiamo godere anche oggi.
Dobbiamo immaginare un movimento che sia al contempo interiore, diciamo spirituale in senso assolutamente transconfessionale, e politico-storico. Insieme, su questi due grandi fuochi, io credo che potremo organizzare un'aggregazione finalmente in grado di avere una rappresentanza politica e finalmente mettere seriamente in crisi il sistema, altrimenti rimaniamo nell'ambito dell'idealismo, della testimonianza, anche bella ma di nicchia, e non potremo aspirare a quello che invece dobbiamo aspirare: cioè a trasformare le strutture. La grande riforma implica una riforma spirituale. Dobbiamo cioè aiutarci a far uscire l'umanità dalla modalità bellica, che non è naturale. Ecco perché io ho creato dei gruppi di liberazione interiore, con un percorso che dura sette anni. Perché sennò sono chiacchiere. E di chiacchiere, negli ultimi duecento anni, ne abbiamo sentite tante... Dall'Illuminismo in poi c'è questa idea che l'uomo, di punto in bianco, diventi santo, diventi generoso, diventi altruista, ma sono tutte balle! Poi abbiamo prodotto il Terrore di Robespierre, abbiamo prodotto le devastazioni del comunismo nel XX° secolo in nome della pace e della giustizia e della libertà. Dovrebbe essere finito questo tempo, cioè: trasformarci è un lavoro quotidiano.
Ma questo deve poi divenire un movimento storico, culturale e quindi politico. Politico nel senso grande e in un senso nuovo. Dovremmo creare aggregazioni, anche delle forme di attestazione non-violenta, totalmente post-novecentesca, post-ideologica, direi ridente, sorridente e determinata, che abbia la forza della novità, la forza della vita crescente. Capite che è travolgente la vita che cresce? Se ne strafotte del passato, non ha nemmeno più bisogno di confutarlo, si manifesta nella sua novità. La novità è travolgente. Questo è quello che io sento e che i grandi poeti – ai quali mi rifaccio – profetizzano da almeno duecento anni. Perché questa è una storia – ripeto – antica, è una storia antica che sta vivendo una fase nuova. Ma non è una cosa che nasce adesso. L'idea della nuova umanità non nasce adesso: ha perlomeno duemila anni, in Occidente. E tutta la modernità – apartire del XV°/XVI° secolo – si è proposta come una nuova umanità. Noi siamo in una fase nuova di questo lungo processo e anche questo lo dobbiamo capire, perché altrimenti poi facciamo la new age, che è un fenomeno di costume, si sbriciola.
I passi io li vedo molto semplici e chiari, anche se poi i tempi della realizzazione storica di questa insurrezione non sono facilmente prevedibili. Bisogna partire da sé stessi, ma bisogna ripartire tutti i giorni. Cioè non è che parti e poi te lo scordi. L'insurrezione della nuova umanità è il processo quotidiano attraverso il quale ci liberiamo di legami interiori, schiavitù, paure, blocchi, terrori, risentimenti, di tutto ciò che impedisce alla nuova umanità, alla sua creatività di esprimersi. Questo è il primo passo sempre da rifare. Dopodiché, questa cosa bisogna viverla in gruppi, non è che la vivi da solo. Bisogna espandersi a cerchi concentrici partendo dai gruppi – potremmo dire – più iniziatici, quelli che lavorano assiduamente su di sé. Bisogna poi che questo diventi un discorso comune, ecco: dobbiamo far sì che questi concetti elaborino una nuova cultura.

Fonte: 
http://www.libreidee.org/2017/07/guzzi-noi-umanita-nuova-e-i-morti-viventi-ancora-al-potere/