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Nun Me Scuccia'

Aperto da acquario69, 25 Giugno 2016, 05:51:44 AM

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Jean

E questi sono altri due che l'hanno fatto per davvero...

http://www.dolcevitaonline.it/jadav-payeng-lincredibile-storia-delluomo-che-da-solo-ha-fatto-crescere-una-foresta/

https://www.youtube.com/watch?v=ZSPkcpGmflE
 
... I belive it's to take care of it and to share it and if don't share what you have you're going to live a lonely life...
 

J4Y

acquario69

Citazione di: Jean il 14 Settembre 2017, 19:02:40 PM
E questi sono altri due che l'hanno fatto per davvero...
http://www.dolcevitaonline.it/jadav-payeng-lincredibile-storia-delluomo-che-da-solo-ha-fatto-crescere-una-foresta/

https://www.youtube.com/watch?v=ZSPkcpGmflE
... I belive it's to take care of it and to share it and if don't share what you have you're going to live a lonely life...

Bellissima la vicenda di questa persona, in un certo senso sembrerebbe proprio incarnare il racconto di Jean Giono...

Forse non credo sia nemmeno un caso che sia potuto accadere in india e in quella specifica maniera..e non so (ma dubito) che sia mai stato fatto qualcosa di simile da noi..noi come occidente, tutt'al più - e se veramente succede- qui da noi si ricorre ai ripari solo dopo che i buoi sono scappati dalla stalla ,ossia quando e' inevitabile intervenire, almeno per salvare il salvabile, ma sarebbe solo un modo di mettere una piccola pezza del tutto insignificante, e che verra ovviamente spazzata via,fino al prossimo inevitabile "incidente" (gli esempi si sprecano e sono ora all'ordine del giorno ,vedi inondazioni, incendi e quant'altro)..anche perché non si arriva mai alla radice delle cose, figuriamoci per risolvere un problema (un problema tra l'altro causato!) ma si rimane in superficie, quando va bene, ed inoltre abbiamo perso la "prospettiva",ossia non si pensa più in maniera globale e complessiva ma tutto e' ristretto al solo ambito materiale,separato "in compartimenti stagni" sempre più minuti in un eterno presente puntiforme e non si può andare oltre il proprio ombelico..ma forse manco piu quello  :o ..per non parlare poi dei miseri interessi all'interno dello stesso ridicolo baraccone.

CitazioneJadav ha 16 anni....Jadav decide di far qualcosa. Chiede aiuto agli anziani del suo paese. Gli dissero di piantare alberi di bambù vicino al fiume... (dice l'articolo)

Javad a quel tempo poteva ancora contare sui saggi consigli delle persone anziane...mi chiedo se avesse avuto oggi i suoi 16 anni se sarebbe stato possibile..forse si (ma in india,di certo non da noi e forse manco da prima) ad ogni modo credo ci sarebbero state molte meno possibilità, anche dalle sue parti...perciò riesci a capire da te come risulterebbero appunto fondamentali certi apprendimenti, certe cose essenziali che si tramanderebbero di generazioni in generazioni?! 
...e che tra l'altro nulla possono avere a che fare o avere il minimo paragone con lo "studio" quale siamo stati abituati negli ultimi decenni e a crederlo pure il migliore!? 
E si vede infatti dove ci avrebbe portato!
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59462


Sariputra in un suo ultimo intervento scrive:
Citazionela conoscenza e la saggezza che provengono dalla comprensione intuitiva diretta, dall'osservazione, anziché dal collezionare conoscenze sulle cose. Il mio insegnante in Thailandia, Ajahn Chah, una volta mi raccontò che quando iniziò a praticare la meditazione disse al suo maestro: "Stai cercando di farmi diventare stupido".

Ecco...(oltre al fatto che si e' interrotto il "naturale" rapporto generazione-tradizione) vuol dire appunto un "sapere ignorante"...cioè diventare stupidi! come volevo intenderlo sopra 

acquario69

"Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia su una spiaggia, non si può violentare..probabilmente lui non conosce questa regola".  :o :o :o  
(Avv.Carmen Di Genio,Comitato Pari Opportunità Corte d'Appello Salerno)

http://www.maurizioblondet.it/demenza-positivismo-giuridico/


ALLUCINANTE!!...DELLA SERIE SI SALVI CHI PUO !!
..MA ARRIVATI A UN PUNTO TALE MI CHIEDO; DOVE PUO ANCORA ESSERCI POSSIBILITA DI SCAMPO ?!?

acquario69

Illuminismo: evoluzione,progresso,civilta!

L'illuminismo è realmente stata quell'epoca storica di evoluzione massima della coscienza umana tanto dipinta da gran parte dell'analisi storica in generale,o forse,è stato,in realtà,un allontanamento dalla reale natura umana, fatta,oltre che di ragione, anche di spirito e di irrazionalità?

L'Illuminismo è stata non un'epoca di evoluzione della chiara descrizione della natura umana, ma, al contrario, di allontanamento rispetto alla reale natura dell'uomo.
Esso è stato in qualche modo un rifiuto dell'umano ed un'esaltazione velata del mito del progresso e della tecnica. La cosiddetta età dei lumi, quel tanto glorificato fenomeno culturale, quell'espressione filosofica interpretata, dai tanti, come uno sviluppo intellettuale dell'umanità, come il fenomeno simbolo dell'emancipazione umana, è stato realmente un fenomeno così positivo degno d'esaltazione, o come i tanti fenomeni storici caricaturalmente enfatizzati nel nostro tempo, in realtà, non è stato forse la perfetta espressione di una tendenza al declino della società moderna?

Questa corrente di pensiero ha certamente influenzato il mutamento del pensiero occidentale, tanto che i contemporanei cantori della retorica mondialista liberale e dei diritti civili, spesso, analizzando le attuali differenze tra il mondo occidentale e quello orientale, descrivono tale differenza appellandosi ad una certa superiorità assoluta dell'Occidente in quanto questo, rispetto all'Oriente, avrebbe assistito al fenomeno dell'Illuminismo.
Questo procedimento mentale riduzionista ed eccessivamente assolutista, di fatto, non fa altro che ripetere le logiche di quel falso modello proprio dello stampo illuminista dell'universalismo della ragione.  
La stessa retorica di questo ceto benpensante post-illuminista è la stessa che esalta la propaganda dei diritti civili ed individuali sopra ogni cosa, l'abbattimento dei confini e delle barriere culturali della differenza (che sono un fatto umano naturale),  dell'esportazione della democrazia come necessità mondiale (senza tener conto del fatto che quello di "democrazia" è un concetto assolutamente occidentale),del laicismo ai limiti dell'ateismo, dell'anti-tradizionalismo,del multiculturalismo massiccio,dell'amore cieco per il Progresso,in nome di un egualitarismo umano assoluto.

Epilogo dell'illuminismo: gli USA (e il nuovo ordine mondiale)

Il fatto che l'America del Nord sia la sola nazione al mondo ad essere nata a seguito di un genocidio può spiegare la sua psicologia così specifica e l'idea che certi Americani possano realizzarsi in questo "destino particolare"?
Io ho piuttosto l'impressione che, al contrario, sia questa psicologia che spiega lo sterminio metodico degli Indiani. La mentalità americana è segnata da una concezione economica e commerciale del mondo per l'onnipresenza dei valori biblici e per l'ottimismo tecnico. Gli Stati Uniti hanno una storia breve, che si confonde con la modernità; la civiltà americana è una civiltà che si dispiega nello spazio più che svolgersi nel tempo. Durante la loro breve storia, gli Stati Uniti non hanno conosciuto che un solo grande modello politico, praticamente invariato dalle origini – da cui deriva il loro conformismo.
Il pensiero dei Padri Fondatori è nell'essenziale ispirato dalla filosofia dell'Illuminismo, che implica il contrattualismo, il linguaggio dei diritti e la fede nel progresso. Christopher Lasch ha detto a giusto titolo che "negli Stati Uniti, la soppressione delle radici è sempre stata percepita come la condizione essenziale per l'aumento delle libertà.
Tocqueville scrisse: "Le passioni che agitano gli Americani sono passioni commerciali, non passioni politiche. Trasportano nella politica le abitudini del commercio". La "democrazia in America" non è che il regno di un'oligarchia finanziaria.

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Il discorso di Capo Seath (1854) 

"Il Grande Capo a Washington ci manda a dire che desidera comprare la nostra terra. 
Come si può comprare o vendere il cielo o il calore della terra? 
Per noi è un'idea che ci stupisce. Se non ci appartengono né la freschezza dell'aria né lo scintillio dell'acqua sotto il sole, come potreste comprarcelo? 

..Sappiamo che il bianco non capisce il nostro modo di essere. Per lui un pezzo di terra è uguale ad un altro. Lui è come un estraneo che arriva nella notte, strappa alla terra quello che gli è necessario e se ne va . Non guarda alla terra come ad una sorella ma come ad un nemico. E quando l'ha conquistata l'abbandona e parte per altri destini

...Tratta la sua madre terra e suo fratello, il  cielo, come cose che si possono comprare, saccheggiare, vendere, come pecore o lucenti monili. Il suo appetito divorerà la terra e temo, che dietro, resterà solo il deserto. 

...Noi sappiamo questo: la terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra. Noi sappiamo che tutte le cose appartengono ad una unica famiglia. Tutto è unito. Non è l'uomo che ha ordito le trame del tessuto della vita egli è solo uno dei suoi fili. Quello che l'uomo fa a questo tessuto lo fa a se stesso. 
Noi sappiamo una cosa che l'uomo bianco non sa, ma un giorno scoprirà, il vostro Dio e il nostro Dio sono lo stesso Dio. 

...Ma noi siamo selvaggi e non capiamo quando vediamo tutti i bufali sacrificati, i cavalli selvaggi domati, gli angoli dei boschi impregnati dall'odore di molti uomini, le cime delle montagne macchiate di filo spinato. 
Dov'è il bosco? E' sparito! Dov'è l'aquila? Sparita! 
E' la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza. "


Fonti:

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=52905

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=48953

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=591

cvc

L'illuminismo ha rappresentato un momento di grande fiducia nel progresso, fiducia che però parte dando per assodati alcuni valori diffusamente condivisi, quelli della rivolyzione francese e della dichiarazione dei diritti dell'uomo per intenderci. Perciò finche nessuno mette in discussione quei valori, si può avere una fiducia nel progresso che porti ad una sempre maggiore affermazione di questi. Il problema è che lo scenario del mondo è cambiato, perché si è visto come il progresso può avere delle potenzialità distruttive, si è visto quanto siano problematici i trapianti di democrazia, si è visto che col diffondersi della cultura aumentano anche i potenziali detrattori dei vecchi valori che stanno alla base di tutto.
Per quanto riguarda il revisionismo storico io ho provato una sinistra sensazione nel vedere gli statunitensi rovesciare la statua di Colombo. Tu puoi avere potere solo sul presente o sul futuro. Ritengo sbagliato andare a riscrivere la storia quando quella storia è la madre che ci ha partorito. Noi siamo figli di Alessandro, di Cesare, di Napoleone, e non è certo vero. che fosseto tutti degli angioletti. Così come non è detto che i nostri genitori cui siamo legati visceralmente siano stati per forza le migliori delle persone. Ma loro sono la nostra storia e non la possiamo cambiare
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

acquario69

Citazione di: cvc il 21 Novembre 2017, 08:50:56 AM
L'illuminismo ha rappresentato un momento di grande fiducia nel progresso, fiducia che però parte dando per assodati alcuni valori diffusamente condivisi, quelli della rivolyzione francese e della dichiarazione dei diritti dell'uomo per intenderci. Perciò finche nessuno mette in discussione quei valori, si può avere una fiducia nel progresso che porti ad una sempre maggiore affermazione di questi. Il problema è che lo scenario del mondo è cambiato, perché si è visto come il progresso può avere delle potenzialità distruttive, si è visto quanto siano problematici i trapianti di democrazia, si è visto che col diffondersi della cultura aumentano anche i potenziali detrattori dei vecchi valori che stanno alla base di tutto.
Per quanto riguarda il revisionismo storico io ho provato una sinistra sensazione nel vedere gli statunitensi rovesciare la statua di Colombo. Tu puoi avere potere solo sul presente o sul futuro. Ritengo sbagliato andare a riscrivere la storia quando quella storia è la madre che ci ha partorito. Noi siamo figli di Alessandro, di Cesare, di Napoleone, e non è certo vero. che fosseto tutti degli angioletti. Così come non è detto che i nostri genitori cui siamo legati visceralmente siano stati per forza le migliori delle persone. Ma loro sono la nostra storia e non la possiamo cambiare


Che l'illuminismo con la sua ideologia del progresso sia stato un fallimento e una vera e propria allucinazione dovrebbe ormai risultare chiaro...di tutte le cose a cui ci si doveva affrancare e che avrebbero reso finalmente l'uomo libero (ma libero da che?) lo ha reso al contrario schiavo e per giunta inconsapevole di esserlo...dell'idea, anch'essa allucinante di uguaglianza vediamo quali sono stati i risultati, dove una residua minoranza ha una concentrazione di potere mostruosa ed assoluta proporzionalmente mai verificatasi...l'idea che con l'uso della ragione,l'umanita avrebbe raggiunto il suo massimo splendore, benessere e felicita per tutti, mentre in realtà si riscontra un abbrutimento sempre più diffuso e profondo,un instabilità e un insicurezza tali che non consente manco di poter avere una qualsiasi prospettiva o sana progettualità...per non parlare poi dei disastri ambientali provocati che hanno le stesse radici,che da progresso si e' tramutato in sviluppo (illimitato in un pianeta limitato)...e nonostante tutto si continua come se non esiste il problema da esso stesso causato; vedi altrettante allucinazioni con cui veniamo bombardati tipo pil,incremento consumi,consumatori! 

che poi le cose cambiano,e' ovvio e naturale ma una cosa e' considerare il cambiamento come fine a se stesso, come se non vi fosse nessun principio a cui ricondursi,nessun tipo di punto fisso e immutabile che e' alla base di tutto (immutabile non significa affatto immobile come mal-pensano gli "illuministi in versione aggiornata" :)

anche in questo caso il concetto del divenire (cosmico-olistico-organico-circolare-aperto,insomma Reale) viene sostituito con quello del progresso che riconosce solo il proiettarsi irreversibilmente in avanti..(meccanico,calcolante-lineare-ottuso,ossia Irreale) da cui scaturiscono sempre altre allucinazioni possibili...uno a caso; rimandare una possibile felicita ad un altro momento, che per sua stessa definizione non potrà mai essere raggiunto

...la domanda fondamentale "da dove veniamo" e' ritenuta nel migliore dei casi come del tutto inutile,(del resto tutto dev'essere ricondotto alla sola utilita,piu o meno pratica) se non,nel peggiore,addirittura scomparsa...

l'episodio dell'abbattimento della statua di Colombo (analogamente e allo stesso tempo! e non per caso secondo me,in italia lo abbiamo avuto con la proposta della buonista progressista Boldrini  https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59157 )
fa capire quanta rabbia repressa, il senso di impotenza (maschera del loro potere) e il loro inguaribile complesso d'inferiorità 

acquario69

Il capitalismo (figlio del liberismo e nipote dell'illuminismo :)  ...mancherebbe l'ultimo -e in tutti i sensi- il Globalismo,cioe' il figlio del figlio del figlio di questa genesi..e della nostra generazione in atto)

Ci consideriamo i detentori della scienza. Siamo indiscutibilmente certi che corrisponda alla verità, che sia lei la sola capace a spiegare il mondo, la sola legittimabile ad essere impiegata per governarlo.
Sulle ali della scienza – ma ormai sarebbe più opportuno chiamarla tecnologia – abbiamo sorvolato sulle faccende umane. Come un google ante litteram ne abbiamo preso le coordinate con il progetto di regolamentarle, organizzarle, identificarne la struttura numerica, riprodurle, clonarle.
Così, credendo che l´esperienza si possa trasmettere, abbiamo creato l´esportazione della democrazia, per la quale era necessaria la guerra, che quindi non poteva che essere giusta. Abbiamo proseguito imperterriti nonostante i danni collaterali assolutamente plausibili, ammissibili, necessari. Perché allora rinunciare al capitalismo giusto? Il capitalismo doveva essere cosa buona, lo è mai stata?
Secondo Adam Smith (seconda metà '700) e John Stuart Mill ('800), il capitalismo esprimeva appieno il senso di progresso la cui fragranza andava diffondendosi nel mondo con la prima industrializzazione del lavoro. Quel profumo avrebbe comportato la distribuzione della ricchezza e la riduzione delle ore di lavoro, elevando così la condizione della popolazione del pianeta. Togliendo l'uomo dal fango, dalla fame, dal freddo, dalla miseria, regalandogli invece una vita leggera colma di accessori e di tempo libero. Dall'alambicco dell'economia capitalista sarebbero cadute gocce di benessere. La profezia era basata su due aspetti entrambi accessibili a tutti. Il primo era che la meccanizzazione del lavoro avrebbe aumentato la produzione, togliendo nel contempo gran parte del carico di lavoro dalle braccia degli operai. Il secondo che quella distribuzione di ricchezza, avrebbe progressivamente allargato il potere d'acquisto, con il quale sarebbero cresciuti i consumi, i quali avrebbero comportato un aumento della domanda e – ci siamo – che la maggior produzione, garantita dall'industrializzazione, avrebbe saputo soddisfare. Così semplice da sembrare vera, la profezia. Tralasciamo la condizione di vita e i diritti dei proletari sulle cui schiene era appoggiata la piramide in cima la quale avrebbe dovuto gocciolare l'alambicco. Marx ('800) aveva presto fatto presente alcune zone d'ombra sia umane che economiche: l'alienazione del lavoratore; la mercificazione del lavoro e dei beni, quindi quella dell'uomo stesso. Vere bombe a orologeria. Sono particolari, detonano per pressione psicosociale, esplodono, nel corpo e nello spirito, silenziose come un'epidemia. Gli esperti economici constatano la presenza e la diffusione e si interrogano del male popolare, chi di loro si pone interrogativi sull'origine, questa resta a lui sconosciuta. In ogni caso annaspano nel buio. Nonostante ciò, prescrivono vincolanti ricette di austerità, al momento del tutto inefficienti per le società colpite ma incommensurabilmente fruttuose per le multinazionali farmaceutiche e non solo. Più che i partiti e le rivoluzioni, quelle bombe, ci ha pensato il tempo a farle esplodere. E la brillatura non è che all'inizio.
Scrive Max Weber che «... la prevalenza assoluta del capitale produttore, spesso anonimo, sul prestatore di lavoro; la preminenza della macchina e il possesso della macchina da parte dello stesso capitale; la quantità intensificata della produzione e le possibilità, supposte sconfinate, di accrescerla; la conquista dei mercati, ecc. ecc.» erano assolutamente predominanti su «elementi spirituali, di solito espressi con sottintesa valutazione etica: avidità di denaro, tendenza all'accumulo di sempre maggiore capitale; assenza di scrupoli, invadenza, spirito di sopraffazione, sfruttamento, ecc»
E siamo a ieri. La guerra era finita, la nazione si era formata, l'italiano aveva sostituito e spesso anche reso negletti i dialetti. La scienza era ora identificata da tutto un popolo – non solo in Italia – come un valore indiscutibile, come verità accertata e certa. La longa manu dei positivisti aveva colpito il lato destro del cervello.
Nel momento delle lotte operaie ('900), la pessima situazione dei diritti era migliorata. Anzi, per merito dei salari indicizzati, autoregolamentati dalla produttività, liberi dal rischio dell'inflazione che non consumava così il potere di acquisto della busta paga, i lavoratori erano riusciti sostanzialmente a farsi considerare uomini e donne come i loro simili in camicia bianca, tailleur, pochette e Bentley, pretendevano per sé stessi. Tuttavia del progetto redistributivo non si era vista realizzazione, a meno che non si voglia omologare come tale la lambretta e la tv per tutti. Conquiste di un'apparente soddisfazione, ma sostanziale sirene al comfort come valore e necessaria pasturazione utile a dissolvere quella coscienza di classe della quale oggi non se ne trova più neppure in dosaggi omeopatici, sostituita - sic -  da individui innocentemente orgogliosi di sgomitare per il benefit aziendale, di recitare nella pubblicità della Coca Cola, del dado Knorr. Inoltre, evidentemente, il bigoncio di raccolta del gocciolamento aveva delle perdite strutturali. Il percolamento non arrivava mai alle schiene, ai piani superiori della piramide c'era chi aveva collegato il proprio personale rubinetto. «Per più di un secolo, gli economisti hanno convenzionalmente accettato come dato di fatto la teoria che afferma che le nuove tecnologie fanno esplodere la produttività, abbassano i costi di produzione e fanno aumentare l'offerta di beni a buon mercato; questo, in conseguenza, migliora il potere d'acquisto, espande i mercati e genera occupazione. Tale assunto ha fornito il supporto razionale sul quale si sono fondate le politiche economiche di tutte le nazioni industrializzate. Questa logica sta conducendo a livelli mai registrati finora di disoccupazione tecnologica» (Rifkin Jeremy)
Siamo al presente e le cose sono cambiate. Gli esperti accennano anche ad una data e a un luogo preciso. 2 giugno 1992, a bordo del panfilo Britannia, della famiglia reale britannica, esponenti del mondo finanziario americano si incontrano con i poteri italiani. Scopo della riunione è l'avvio della svendita di grandi beni istituzionali e industriali made in Italy. La ricetta del capitalismo si è infarcita di finanza speculativa. [...] Almeno fino al 2008, quando la speculazione finanziaria fuori controllo, relativa al mercato immobiliare americano, ha prodotto un indebitamento tale da coinvolgere il sistema economico del pianeta. Naturalmente, i soliti di tipo A (pochi) si sono arricchiti e i soliti di tipo B (molti) hanno pagato. E non è finita. «La finanza, con la sua fortissima capacità di inclusione nelle vicende nazionali, può infatti esautorare il processo democratico quando e come vuole. Lo fa già in molti modi, anche leciti. Il problema è che questo modello economico appare come uno strumento di selezione darwiniana, dove ad una classe politica che non governa le decisioni ma le subisce, si contrappongono manager senza controllo, capaci di provocare crac finanziari di dimensioni globali e dalle conseguenze immani per le comunità nazionali e la vita di interi popoli, senza che ciò provochi alcun sussulto morale. Qui, vale la pena ribadirlo ancora una volta, il punto non è confutare l'economia di mercato ma cercare correttivi profondi in modo che essa sia al servizio dei popoli e non avvenga il contrario. Bisogna abbandonare l'idea salvifica della mano invisibile che tutto regola e guardare la situazione attuale di disastro economico come fatto strutturale e non contingente, traendone motivi per un cambio di passo oltre che di strategia. Mi rendo conto che il quadro è disarmante e contrastare l'idea dell'homo oeconomicus rasenta la pura follia, perché è l'essenza stessa del nostro tempo: l'agire, il pensare, le nostre relazioni personali e professionali, si muovono tutte all'interno di questo modello filosofico-antropologico che è diventato carne e sangue della società occidentale e che si appresta a diventarlo per il resto del mondo» (Luigi Iannone). Gli stessi esperti di prima si danno da fare per farci presente che in fondo si trattava di un evento imprevedibile e che quindi la sua pesante ricaduta era giusto cadesse su tutti. La finanza ha cambiato la ricetta e il livello. Il capitale aveva a che fare con i mercati, le persone, il denaro. La finanza con i governi, i capitalisti, il potere. Le ha cambiate fino a potersi e doversi dotare di eserciti, così come anche le mafie hanno fatto. L'agonia degli Stati è in corso da tempo, a spartirsi il mondo saranno mafie e poteri finanziari. Con i loro eserciti, i loro servizi, sostituiranno quanto facevano le Patrie. Noi avremo modo di scegliere da che parte stare, di chi essere ricchi sudditi o miserabili schiavi. [...]
Nel frattempo, sempre il capitale, o chi ce l'ha, aveva escogitato una nuova idea per riproporre il vecchio ritornello con rinnovata determinazione: la globalizzazione distribuirà ricchezza. Visto che la ricetta si era arricchita di un nuovo ingrediente, serviva una pentola più grande, sovrannazionale. Pietanza gustosa che ha subito soddisfatto il palato lineale degli economisti, altrimenti detti, quelli che senza saperlo sono riusciti a ridurre gli uomini e la vita entro gli assi cartesiani. A mezzo di grafici hanno capito che potevano sostenere la bontà dell'ammaliante jingle, certamente destinato ad essere una hit, sicuramente destinato al top della classifica dei desideri, quindi dei bisogni, delle spese. (L'inglese e gli inglesismi fanno parte del progetto, amalgamano e omologano manager e sudditi.) L'aspetto disumano della globalizzazione non era presente negli occhi dei nuovi scienziati, ma chi lo vedeva li chiamava boia. Quanto era giusta quell'espressione. I piccoli centri non contavano più. Il nuovo sistema li emarginava, oppure li comprava, senza fatica, li eliminava, perché business is business. A loro, non importa che la globalizzazione riguardi il mondo già impigliato nel web, quello che non ha alcuna relazione - se non fagocitante - con quello tribale, rurale, dei piccoli centri bioregionali, quelli che riempiono di autenticità il resto del pianeta.
Contemporaneamente al nuovo entusiasmo, i competenti hanno giustificato il mancato successo del capitalismo puro, non virtuale, quello fatto di denaro tintinnante, per una questione di regole mancanti. Hanno aggiunto che per sistemare le falle del sistema economico è dunque sufficiente stilare opportune regole, e la cosa non si ripeterà. Poi se andavano soddisfatti certi di aver convinto tutti che il capitalismo è buono e giusto.
Più che scricchiolare, la profezia era crollata, eppure, c'era ancora chi votava a favore del sistema. [...]
Il passato è finito. Sul futuro si può dire tutto. Ci si può chiedere se è auspicabile un capitalismo organizzato da regole mirate alla distribuzione della ricchezza. Garanzie di equità e libertà sono compatibili con il sistema capitalistico finanziario? [...]
Da certi osservatori, pare siano in aumento coloro che sostengono che il capitalismo giusto non possa sussistere... che sia un ossimoro. Semmai sostengono che è fisiologico che l'organismo tenda a produrre lobby, corporativismo, leggi illiberali, oligarchie, guerre. Già, neppure queste sono sfuggite alla mercificazione. Il capitalismo non può essere giusto neppure affardellato di regole, perché acefalo, decapitato dal potere finanziario, la cui capacità e potenza corrisponde a una nuova Gleichschaltung, ad un indottrinamento non coercitivo dispiegato con tutti i mezzi del caso: scuola, formazione, comunicazione, informazione.
La società organizzata secondo la logica del capitalismo giusto resta la migliore possibile perché evita di finire nel baratro delle ideologie. O in mano a ciarlatani, nonché spiritualisti. Moniti importanti, dei quali è opportuno tenere conto. Quegli ammonimenti però sono fantasmi di chi li teme, rivenduti come spauracchi, streghe e mostri utili per reclutare chi non ha le idee chiare. Dentro e dietro quelle paure c'è una concezione e una visione del mondo e degli uomini razionalista e meccanicista. 

Il finale qui sotto 

(fonte)

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=58187


E nel frattempo mi raccomando; preparatevi per le imminenti elezioni !  :)
https://www.youtube.com/watch?v=ikc955eMoJE

Statev bbuon ..direbbe Toto' !

acquario69

Idioti di tutto il mondo unitevi !

I lettori più attenti alle parole e alla loro forma educata mi perdoneranno per quest'avvio decisamente un po' sboccato, ma prima di cominciare quest'articolo una cosa la devo dire: la maggioranza della gente, oggigiorno, è composta da coglioni cui piace essere coglionati.
Detto altrimenti: da babbei che godono nell'essere presi per i fondelli sistematicamente ed in maniera plateale, ma senza che abbiano di ciò alcun sentore.
La certezza inscalfibile che le cose stanno così l'ho maturata nel tempo, sulla base dell'osservazione del comportamento e delle reazioni di molte persone che anche di fronte alle più abbacinanti prove di ciò che di nocivo viene ordito a loro danno dal potere continuano o a far finta di nulla o a ritenere che chi denuncia l'estrema nocività e malvagità di questo potere è un povero "complottista" pazzo. Un autore di "fake news", per accodarsi al cicaleccio di politici e media.
L'elenco degli argomenti sui quali questi scemi allo stadio terminale della malattia urlano al "gombloddo" è lungo e mette pena passarlo in rassegna, perché si ha la possibilità di scorrere tutto il campionario di raggiri e truffe che questo potere c'impone, grazie e soprattutto alla coglionaggine dei predetti soggetti che col loro comportamento costituiscono la base di consenso di questo regime.
In ordine d'importanza partiamo con la "truffa del debito". Non c'è niente da fare: tu puoi sgolarti e raccontare che la proprietà della moneta dovrebbe essere dello Stato e non di signori privati (i grandi banchieri); che la moneta, in teoria, non è una merce; e che, rebus sic stantibus, le tasse sui redditi sono una colossale rapina e del denaro guadagnato con fatica e del tempo di chi lavora. Con certi soggetti convinti che il problema, dal punto di vista monetario, siano "l'evasione" e "l'inflazione", per non parlare di chi ancora crede ai "falsari" tipo Totò e Peppino, non vi è alcuna speranza di rinsavimento.
Potresti farli parlare con lo "spirito intelligente" di Hjalmar Schacht, il banchiere coautore del miracolo economico tedesco a partire dal 1933, e quelli continuerebbero a tenersi stretti i loro ridicoli euri, stampati da una tipografia e venduti agli Stati al valore nominale anche se costati pochi centesimi. A questi allocchi che chiedono irrigiditi lo scontrino per il caffè convinti di condurre una battaglia sacrosanta non servirà affatto far leggere i radiodiscorsi di Ezra Pound o le opere di Giacinto Auriti. Anzi, le rigetteranno come la peste, affidandosi piuttosto agli "economisti" telegenici alla moda messi lì apposta per non far capire a nessuno come funziona la truffa del "debito pubblico".
Come le più remissive pecore da tosare, al momento di acquistare una casa, costoro non si chiederanno se il mutuo sia un meccanismo diabolico fatto passare per "normalità" allo scopo di mettere un giogo sul loro collo con la minaccia di perdere la casa già pagata attraverso il ricatto dell'ipoteca. "Tutti lo fanno...", e allora dritti in banca a misurare la corda con la quale impiccarsi.
Passando al lavoro, direttamente collegato al problema monetario (perché è il lavoro che crea il denaro, non il contrario), la disperazione nell'osservare le idee della maggioranza dei nostri contemporanei aumenta. Essi pensano che l'uomo esista per lavorare, non che il lavoro esista per l'uomo, per fornirgli i mezzi per vivere. Così si accetta qualsiasi contratto capestro, e per motivi di spazio non mi dilungherò ulteriormente su cos'è diventato questo famigerato "mondo del lavoro" da quando sono state diffuse dagli "economisti" di cui sopra le parole d'ordine della "flessibilità", del "precariato" e della "mobilità". Basti dire che la famosa "legge della giungla" è, al confronto, un ordinato ed etico sistema di norme e tutele.
"Idioti di tutto il mondo globalizzatevi!". Questo potrebbe essere lo slogan di successo di un movimento che assomma questa massa di asini a suo modo "rivoluzionaria". Rivoluzionaria perché col suo comportamento scellerato e la sua ignavia sta picconando letteralmente tutto ciò che di sano e naturale, e dunque degno di essere custodito e rinforzato, sussisteva ancora nei differenti domini dell'esistenza. Si pensi alle feste comandate: sono state talmente svilite e snobbate che alla fine questi pescecani detti "datori di lavoro" hanno colto la palla al balzo mettendo al remo tutti quanti il sabato, la domenica e pure a Pasqua e a Natale. Vi sta bene!
Dal "lavoro" cosiddetto (meglio sarebbe dire servitù della gleba), si passa direttamente ad un altro tema, ad esso strettamente correlato (in realtà tutto lo è, ma alcuni nessi sono senz'altro più evidenti): l'immigrazione di massa.
Gli stessi scimuniti patentati che, va ribadito, rappresentano lo zoccolo duro del consenso residuo di cui gode questo potere illegittimo, sono fermamente convinti che "tutto il mondo è paese", nel senso che considerandosi "cittadini del mondo" non si chiedono se sia il caso, in mezzo ad una crisi epocale, di "accogliere" migliaia di stranieri al giorno. Ma per questi pifferai dei "mondo unito" la quantità di stranieri da insediare ed accudire di tutto punto, inversamente proporzionale al numero di italiani che vorrebbero vedere ancora vivi e vegeti, non è mai sufficiente. "Straniero è bello" per partito preso, e chi se ne frega se zone intere d'Italia sono stravolte e la sicurezza diventa una chimera: saranno sempre pronti a rispondere a tono brandendo "i delinquenti italiani che già c'erano" ed accusando di "razzismo" l'interlocutore perplesso sullo "ius soli" ed altre manovre tese a stravolgere l'identità di questo paese.
Eh già, perché bisogna tenere sempre a mente che non si ha a che fare con gente che accetta il contraddittorio. No, questi soggetti – con una "cultura", ed anzi proprio a causa di quella – s'impancano sempre sul pulpito della loro "superiorità morale". Tu sei "immorale" e loro no. Ma sono i primi a postare sui loro "profili" la celebre frase attribuita a Voltaire sulla "libertà d'espressione". Che si dimostrerà pura aria fritta al primo contrasto d'opinioni...
Non si provi infatti, con una di queste brillanti ed acute menti, ad esporre le proprie vedute non proprio alla moda su "matrimoni gay" ed "utero in affitto", pardon su "unioni civili" e "maternità surrogata". Si rischia il linciaggio, non solo verbale. Come minimo che ci venga tolto il saluto (il che se può talvolta dispiacerci da un punto di vista umano, non può che alleggerire la nostra esistenza). Ma qui come su altri temi "caldi" se solo questi sciagurati si fermassero a pensare, o meglio ad ascoltare la loro coscienza sommersa da abbondanti strati di "moralmente corretto", si accorgerebbero che sono caduti nella trappola della propaganda di questo regime, che li gira e li rigira come vuole, facendogli amare quello che fa comodo ad esso per motivi che nemmeno subodorano. Così c'è quello che va al "Gay Pride" convinto di fare una cosa "buona" (riecco il moralismo sotteso) e chi non ce la fa a non immaginare un'Italia completamente multietnica, e per ciò stesso "migliore", per incanto, perché... "basta la parola".
A suggellare lo stato comatoso di subumani che mettono angoscia al solo pensiero ci si è poi messa l'ultima puntata di questa triste storia di degrado dell'uomo al livello della scimmia antropomorfa che per tal via invera, ma al contrario, la teoria dell'evoluzione. Si tratta delle vaccinazioni obbligatorie, e comunque di tutto ciò che va sotto il nome di medicina (ridotta a tecnica deresponsabilizzata dai "protocolli") e di quel che dovrebbe essere la salute, ovvero il nostro bene più prezioso.
Ora, non pretendo che questi pitecantropi sappiano che cosa sia la salute integrale (corpo, anima e spirito), ma almeno – sempre che per avventura si ascoltassero una volta, invece di prestare orecchio alla voce del padrone – potrebbero ambire alla sola salute psico-fisica, smettendola di delegare sempre altri a tale imprescindibile compito che grava, provvidenzialmente, su ciascuno di noi. Perché è proprio questo il banco di prova sul quale si misurerà tutto il resto, una volta che lasceremo questo stato dell'essere (ridotto a causa di questi soggetti alla proverbiale "valle di lacrime").
Invece no, ci si vaccina allegramente, condividendo così il destino del bestiame e dei polli in batteria, e per ogni avvisaglia di malessere c'è sempre la pastiglia, col culmine della superficialità raggiunto quando viene diagnosticato un "tumore" e subito si viene impacchettati per la chemio e la radioterapia. Là fuori, nella giungla dei nemici del Progresso, ci sono i "naturisti", i "vegani", gli "sciachimisti". I "no vax"! C'è sempre qualche "nemico" predefinito dal potere per giustificare la propria esistenza piatta e mediocre.
Non pretendo qui di esaurire il campionario di fanfaronate che alberga nelle menti di questa massa informe e bruta che letteralmente ci fa violenza con la sua pura e semplice esistenza insolente ed ingombrante. Potremmo proseguire illustrando sinteticamente le loro opinioni precotte sulla Storia e la Politica, sulla Geopolitica e le Relazioni internazionali (queste sconosciute: il tutto si riduce a "cattivi" – Russia, Cina, Corea, Iran, Siria, Musulmani eccetera – e "buoni" – America, Israele, Occidentali; a "libbertà" con due B contro "dittatura"). Ne uscirebbe il resoconto di un compitino indegno di un bambino delle elementari, tutto teso a prendere un bel voto ripetendo la lezioncina impartita dalla maestra. Ecco, questi soggetti non sono mai cresciuti: è una vita che s'illudono di "pensare con la propria testa" ma in verità non l'hanno mai fatto, e si capisce anche perché oggigiorno, dopo che lo smantellamento di un precedente ordine è quasi giunto a compimento, non c'è più alcuna urgenza di ripetere loro che il pensiero autonomo è una cosa positiva.
Di più, è la stessa libertà di pensiero (ché quella della parola divulgata, scritta e parlata, sta svanendo) che viene messa in discussione ogni giorno che passa. Gli psicopoliziotti, telematici e non, sono in crescita esponenziale, arruolati nella "rivoluzione" che, dando la caccia alle "fake news" e agli "untori della rete", si ripropone di ripulire ogni spazio per preparare finalmente il "mondo nuovo". Il regno della "tolleranza" e del "rispetto" universali traboccante di "ammore". Quello delle "notizie vere" e "certificate". Quello della "scienza" applicata persino alla politica e, perché no, alla religione.
Quello di una "rivoluzione", definitiva, l'ultima, contro "il passato" e il "vecchiume", la "superstizione" e il "Medioevo", condotta da una massa di coglioni col titolo di studio e lo smartphone. Ieri alla Bastiglia, oggi nelle scuole a scovare i non vaccinati e al bar con la carta di credito per pagare il caffè: "Coglioni di tutto il mondo, unitevi!".

Fonte:
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59898

acquario69

#38
Chi controlla il denaro può controllare il mondo
(Henry Kissinger)

Vorrei sbagliarmi ma temo che le elite che governano la globalizzazione intendano sottoporre l'umanità ad un nuovo pericoloso salto nel buio, mettendo fine all'era millenaria della moneta materiale. Un processo di progressiva smaterializzazione del denaro, in effetti, è già avviato da tempo, ma quello che forse non sapete è che in alcuni Paesi-pilota è ormai prossimo al completamento.
Lo scorso novembre, ad esempio, la Svezia ha comunicato al mondo di aver ridotto le compravendite in contanti a meno del 2 per cento delle transazioni complessive. Sotto la spinta delle campagne governative, la gran parte dei negozianti ha infatti scelto di accettare in via esclusiva il pagamento elettronico, determinando così la sostanziale scomparsa di banconote e monete. Non solo. L'euforia futurista degli svedesi è tale che le ferrovie pubbliche hanno potuto persino introdurre - senza alcuno scandalo e purtroppo con buon successo - un nuovo inquientante metodo per acquistare biglietti e abbonamenti: l'impianto di un bancomat in formato microchip nella mano dei passeggeri.
Io non credo, come sostiene qualcuno, che la Svezia sia un caso particolare, ovvero che gli svedesi si siano spinti così in là solo in virtù della loro spiccata attitudine tecnologica. Credo al contrario che la Svezia, proprio per questa caratteristica della sua popolazione, sia stata scelta come Paese-laboratorio di una rivoluzione da presentare ed estendere al resto del mondo.
L'abolizione del denaro contante, infatti, è esplicitamente sostenuta dal Fondo Monetario Internazionale che ha suggerito un vademecum di misure legislative all'attenzione dei governi di tutto il pianeta, raccogliendo subito il consenso della Commissione Europa che tuttavia, nello scorso luglio, ha dovuto constatare la drastica ostilità al progetto del 95 per cento dei cittadini europei. Ecco perché è così importante creare esempi "positivi" ed ecco perché alcuni Stati - oltre alla Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Giappone, India e Australia – si stanno dando veri e propri crono-programmi per raggiungere l'obiettivo nell'arco, non di decenni, ma di qualche anno.
Per scardinare un'abitudine tanto radicata nell'umanità quale quella di maneggiare il denaro, non può certo bastare l'imposizione legislativa. Resta infatti indispensabile ottenere il consenso, o quantomeno la passiva indifferenza, di un'opinione pubblica che oggi, tuttavia, è facilmente irretita da tutto ciò che le vien presentato come moderno. Come se "moderno", nel vocabolario di questo tecno-mondo globale, fosse sempre e comunque sinonimo di "migliore".
Il caso italiano, da questo punto di vista, appare illuminante. Chi sostiene attivamente l'archiviazione del contante – perlopiù la stampa d'ispirazione mondialista, attraverso la penna di alcuni personaggi d'indubbia autorevolezza presso i cittadini – lo fa con una logica semplicistica che della scomparsa fisica dei soldi descrive solo i possibili vantaggi, trascurando accuratamente di immaginarne i molteplici, e direi più che probabili, effetti collaterali.
Ci viene ad esempio spiegato che impedire la circolazione della cartamoneta azzererà l'evasione fiscale, determinerà la fine di spaccio e prostituzione e renderà assai meno macchinosa, sebbene totalmente tracciabile, la nostra vita di consumatori. Smettendo di maneggiare banconote, insomma, ci trasformeremmo sic et simpliciter in un piccolo paradiso terrestre, abitato da cittadini progrediti, redenti da ogni vizio ed irreprensibili.
Trovo questa narrazione gravemente parziale e lacunosa. Anche perché la smaterializzazione del denaro, a mio modo di vedere, finirà soprattutto per trasferire la potestà effettiva sul denaro da chi lo possiede a chi lo custodisce.
Prima di arrivare a questa mia personale e drastica conclusione, credo però che sia il caso di rimettere un po' d'ordine nei ragionamenti altrui.
Ritengo profondamente fuorviante, ad esempio, ricondurre il fenomeno dell'evasione e del riciclaggio alla sola irrintracciabilità del denaro contante. Chi propaganda questa vulgata difetta di senso delle proporzioni allo stesso modo di chi imputa gli ammanchi erariali ai baristi che non battono scontrino e agli idraulici che non emettono fattura. Non dispongo di dati, ma forse anche voi, come me, avete la vaga sensazione che i danni inferti al nostro erario dall'evasione delle tazzine di caffé e delle riparazioni di tubi siano di scala decisamente inferiore ai danni complessivamente inflitti alla nostra economia dagli squali della finanza derivata e dai furbetti dei trasferimenti contabili. Bene. Questa economia elettronica non si nutre di banconote, ma di voraci algoritmi del tutto indipendenti da ogni riferimento tangibile, e dubito che la scomparsa della cartamoneta potrà ridurre in alcun modo il suo potenziale distruttivo. Al contrario, semmai, aumenterà la dipendenza del reale dal virtuale.
Sarebbe inoltre il caso di ammettere - e alcuni giudici coraggiosi, in Italia, l'hanno già riconosciuto - che l'evasione non è tutta di natura criminale, ma che c'è anche un'evasione di sopravvivenza, commessa a scopo, oserei dire, umanitario: per non licenziare i propri dipendenti, per sfamare la famiglia o per pagare forniture indispensabili a tirare avanti l'azienda.
Quanto al problema del riciclaggio, poi, temo che la malavita organizzata abbia già realizzato che un complice nell'ambiente della tecno-finanza sia più utile di cento spalloni e personalmente trovo curioso che con una mano si abolisca il contante mentre con l'altra si dà il benvenuto ad una valuta ambigua come il bitcoin.
Un altro aspetto che i sostenitori della smaterializzazione del contante non denunciano - oltre a quello, forse dato ormai per inevitabile, dell'asfissiante pedinamento dei nostri comportamenti - riguarda l'increscioso strapotere che ne deriverebbero le banche, le quali, come i signori della globalizzazione sanno bene, non godono oggi di grande fiducia popolare.
Immaginiamoci una situazione divenuta, a noi italiani, abbastanza familiare. Supponiamo che abbiate il conto in un istituto che sta precipitando in borsa o sul quale Bankitalia abbia avviato accertamenti o la magistratura ordinaria abbia disposto un'inchiesta. Essendo in vigore il bail in, dovreste preoccuparvi di poter perdere i vostri risparmi e sarebbe vostro sacrosanto diritto ritirare, precauzionalmente, tutto il vostro patrimonio. Già oggi, con il tetto ai prelievi, questa operazione non vi sarebbe possibile oltre il limite, ridicolo, di mille euro al giorno e 5mila euro al mese, ma domani, una volta abolito per legge il contante, prelevare sarà letteralmente impossibile. Dunque non avreste altra scelta che spostare quel denaro da un istituto all'altro, nell'irragionevole speranza che l'istituto prescelto non abbia alcuna interdipendenza con la banca dalla quale desideravate fuggire.
I vostri soldi, come già detto, non saranno più solo vostri, ma saranno anche di chi li custodisce e, se permettete, dubito che sollevare le banche dal rischio della corsa agli sportelli le indurrà ad una minore spregiudicatezza finanziaria.
Vorrei poi che mi faceste la personale cortesia di non abboccare alla favoletta di chi racconta che l'informatizzazione del denaro è il metodo di custodia più sicuro perché, a conti fatti, non appare molto più sicuro del materasso. Il denaro virtuale, infatti, vi espone a numerosissimi pericoli di sottrazioni indebite, che vanno dall'applicazione di costi occulti all'infiltrazione telematica, tralasciando qui l'eventualità – che sbagliereste a considerare remota giacché contemplata in tutti gli scenari di pubblica sicurezza - di un black-out vasto o prolungato che sarebbe in grado, in comunità senza contanti, di paralizzare completamente ogni attività umana.
Temo infine che, bombardati da valutazioni di ordine pratico, si corra il rischio di sottovalutare le gravi implicazioni psico-pedagogiche che la smaterializzazione del denaro avrebbe, in particolare, sulle nuove generazioni.
Sono stato bambino negli anni '80 e ricordo perfettamente che venivamo educati a maneggiare il denaro. Genitori e nonni ci concedevano piccole mance da amministrare oculatamente, per poi provare l'ebbrezza di acquistare, da soli, ciò che più desideravamo. Ricordo ancora il momento in cui, dopo estenuanti settimane di attesa, consegnai al negoziante una cinquantina di banconote da 500 lire per ricevere in cambio un meraviglioso pallone di basket, marca Spalding, che a quel punto non era più solo un gioco, ma anche la mia prima esperienza autonoma di gestione finanziaria. Ricordo peraltro che alle elementari, in perfetta armonia con gli insegnamenti familiari allora in voga, le insegnanti ci fecero costruire un salvadanaio di cartone, a forma di casa, invitandoci ad usarlo come gli adulti facevano uso della banca, ovvero depositandovi, quando potevamo, una moneta da cento lire.
Quello sarà forse stato un mondo piccolo e provinciale, ne convengo, ma attraverso quell'esperienza materiale del denaro noi bambini imparavamo a risparmiare, a non spendere più di quanto era possibile spendere ed anche, forse, a selezionare i desideri.
Privare i bambini di questa esperienza tattile, visiva e dunque concreta del denaro rischia di avere effetti secondari dirompenti. Se il denaro esiste solo come astrazione, il processo educativo alla spesa responsabile e al risparmio viene automaticamente a cadere, soppiantato dalla libertà ingannevole di questa contabilità neo-liberistica del debito/credito per cui chiunque può ottenere immediatamente tutto ciò che vuole – senza nemmeno provare il gusto di desiderarlo – semplicemente diminuendo l'entità dei propri crediti o aumentando l'entità dei propri debiti. Nella scuola di oggi, peraltro, non ci sono case di cartone e gli scolari, guarda caso, vengono valutati proprio così: attribuendo debiti e crediti.
Non ho fatto studi di pedagogia, ma credo che questo sistema non potrà che trasformare i bambini in consumatori precoci e compulsivi ed i consumatori compulsivi in cittadini sottomessi. Perché chi contrae un debito ha l'onere di ripagarlo, chi deve ripagare un debito necessita di denaro e chi ha bisogno di denaro deve lavorare per guadagnarselo. Ed io ho il sospetto, che confina ormai con la certezza, che quel lavoratore non riuscirà a dire un solo no. E nessuno mi toglierà dalla testa che un salvadanaio di cartone, a forma di casa, gli avrebbe garantito un futuro migliore. Più solido, consapevole e dignitoso.

Meditate gente..meditate!

https://www.maurizioblondet.it/arriviamo-piano-piano/


Fonte:
http://www.interessenazionale.net/blog/perche-dico-no-chi-vuole-abolire-contante

acquario69

la fu ministra inglese Teacher a sostegno dell'ideologia più funesta, mortifera e distruttiva che l'uomo abbia mai avuto..disse:

"La societa' non esiste,esistono gli individui". (e i polli ci hanno creduto!)

Ed eccoli qui i risultati !
Oggi in Gran Bretagna nasce il Ministero della Solitudine!

http://www.ilcambiamento.it/articoli/nella-triste-realta-della-vita-moderna-serve-il-ministero-della-solitudine

acquario69

Oggi ho ascoltato alla radio, in una trasmissione di (dis) informazione mainstream (che in italiano si traduce di massa) ad un fraseggio, tipico del politicamente corretto della nostra attuale neolingua - che io equiparerei ad un "salto mortale carpiato con avvitamento" !

L'esperto-specialista ospite della trasmissione doveva rispondere alla domanda di un ascoltatore che metteva in discussione i soliti numeri e le solite statistiche che alla bisogna vengono direi immancabilmente fuori a proposito,con l'unico vero scopo di raggirare le informazioni (vedi il famoso pollo di trilussa) @

Le testuali parole sono dunque queste;

" E' vero come diceva l'ascoltatore che nell'ultimo anno, forse negli ultimi due anni ce un rallentamento di questo miglioramento  :o ..di questa incidentalità! "

Bastava usare il termine peggioramento...ma pur di non dirlo,pur di negare l'ovvia evidenza si tende appunto a sviarla e/o a contraffarla per farla sembrare tutto sommato qualcosa di irrilevante,cosi pure da impedire all'opinione pubblica la reale portata e indurlo al suo imminente svuotamento di senso ed anche quello di far scivolare tutto nel "dimenticatoio"


@
La Statistica

Sai ched'è la statistica? È 'na cosa
che serve pe' fa' un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pe' me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pe' via che, lì, la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
secondo le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra ne le spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perché c'è un antro che ne magna due.


———

Mentire con le statistiche:
http://gandalf.it/htlws/trilussa.htm

cvc

Probabilità e statistica non possono sostituire il buon senso. Già, ma cos'è il buon senso? Concetti come buon senso, saggezza, creanza ecc. stanno cadendo sempre più in disuso. Vengono rimpiazzati da altri concetti che possono essere espressi in termini logico-matematici per essere poi assimilati dai processori che fanno funzionare le macchine, maestre d'efficienza nei confronti dell'umo. E quando il povero uomo inefficiente cerca di sopperire disperatamente alla sua "inferiorità", allora cerca inutilmente di imitare il linguaggio tecnologico con cui ragionano le macchine. Il risultato sono i discorsi a supercazzola che hai citato.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

acquario69

Citazione di: cvc il 23 Gennaio 2018, 16:43:20 PM
Probabilità e statistica non possono sostituire il buon senso. Già, ma cos'è il buon senso? Concetti come buon senso, saggezza, creanza ecc. stanno cadendo sempre più in disuso. Vengono rimpiazzati da altri concetti che possono essere espressi in termini logico-matematici per essere poi assimilati dai processori che fanno funzionare le macchine, maestre d'efficienza nei confronti dell'umo. E quando il povero uomo inefficiente cerca di sopperire disperatamente alla sua "inferiorità", allora cerca inutilmente di imitare il linguaggio tecnologico con cui ragionano le macchine. Il risultato sono i discorsi a supercazzola che hai citato.

concordo complessivamente sul fatto che il modo di ragionare (si fa per dire) si e' ormai ridotto a qualcosa di meccanico, che pero come nel caso in questione a mio avviso si associa pure troppo bene ad una palese malafede...e in effetti risulterebbe poi tutto calcolato.
si sarebbe cosi già creata appositamente una fitta nebbia dove diventa difficile saper distinguere le cose..a quel punto risulterà molto più facile "buttare tutto in caciara"...il condizionamento,anch'esso indotto meccanicamente (come l'esperimento adottato ai cani di pavlov) fara' il suo corso..liscio liscio come l'olio e senza ostacoli (e appunto calcolato)

Questo episodio di cronaca recente (qui sotto) e' l'ennesima dimostrazione..l'ennesimo teatrino (pro-elettorale) messo in scena da chi vuole mandare il nostro paese in rovina 

———

Grazie allo sparacchiatore di Macerata, tutti i media  e i politici hanno potuto cancellare   dalla  prima pagina  il fatto  orribilmente vero e spaventoso:   un nigeriano pregiudicato, spacciatore di droga recidivo,  senza permesso di soggiorno,   con foglio di via di cui si è infischiato,  ha squartato una giovane donna (con una perizia da far pensare che al suo  paese o anche qui, l'abbia fatto più di una volta) strappandole prima gli organi  interni.
Un orribile crimine, con l'aggravante di essere un "femminicidio", ma  le femministe non gridano contro l'assassino,ma contro Salvini.  Un orribile squartamento africano,  che incarna in sé l'atto di accusa diretto dell'inadempienza delle sinistre di governo.  Inadempienza e stupidità di Renzi e soci che hanno preteso dalla UE che l'accoglienza fosse concentrata in Italia, furbissimi,  credendo (così ha  detto la Bonino) che il fenomeno fosse "transitorio"  e non strutturale  – quindi senza un briciolo di capacità di previsione e comprensione dei processi, il minimo che si deve esigere da  aspiranti  a governare uno Stato.  Inadempienza dei giudici  che fermano  e lasciano libero irresponsabilmente  un  simile personaggio che non ha nessun diritto di restare fra noi.  Inadempienza delle polizie (che sono le meno colpevoli). Inadempienza dei servizi sociali.  Inadempienza e irresponsabilità delle istituzioni degradate, parassitarie, che hanno perso persino il ricordo del loro dovere essenziale verso gli italiani, specie i più deboli.

Una breve biografia dello squartatore illustra la somma delle colpevoli inadempienze del Sistema delle sinistre:

L'assassino di Pamela,  "Innocent" è arrivato in Sicilia il 26 agosto 2014 con un gommone. In Nigeria era un decoratore edile, dice lui. Nell'aprile 2015 entra nel progetto Sprar  (Servizio centrale del sistema di protezione dei richiedenti asilo), MACERATACCOGLIE. Partecipa a due corsi di formazione per pizzaiolo e saldatore. 
Sorpreso a spacciare ai minori, il 6 febbraio 2017 viene allontanato dal progetto, bocciata la sua domanda di asilo (niente galera..). Ma lui, nonostante il permesso di soggiorno scaduto da un anno, a Macerata mette radici: a Natale è nata SUA FIGLIA, NATA DA UN COMPAGNA ITALIANA (erede dei partigiani), mentre pende un ricorso sul diniego della richiesta di rifugiato.
E invece a chi si fa il processo? Alla Lega.  A Salvini. Gli strilli   mediatici sono tutti per il pericolo fascista rappresentato da questo Luca Traini,  "candidato della Lega", "simpatizzante per Casa Pound e Forza Nuova", che si fa prendere dopo essersi messo sulla spalle un tricolore  e fatto il debito saluto fascista.
Chi è questo sparatore? Un  semisquilibrato in cura psichiatrica. Seguito dai servizi sociali. Quindi noto alle "autorità". Con il  permesso di possedere un'arma da  fuoco.
Se fossimo  negli Stati Uniti, direi che è questo il profilo tipico del "solitary assassin"  che di tanto  in tanto appaiono  e  sparano a un presidente o in un attentato "islamico", ne abbiamo avuto  anche in Francia. Sempre così:   già noto ai servizi, squilibrati, in cura psichiatrica, con porto d'armi. Un Oswald che sparò a Kennedy  (o così si disse, perché il giorno dopo fu ammazzato), quel Sirhan Sirhan che sparò al fratello Robert, quel John Hinckley che sparò a Ronald Reagan per  attirare l'attenzione di Jodie Foster di cui s'era innamorato (ma guarda caso era amico della famiglia Bush).
Lo sparacchiatore di  Macerata è arrivato con tempismo perfetto modificare la narrativa. Pensate   solo: senza di lui, i media avrebbero dovuto per  giorni riferire i dettagli  delle indagini, macabri e sanguinolenti. Invece non sappiamo nemmeno  se il nigeriano l'ha uccisa,   anzi ancora adesso  si mantiene che "forse è morta per overdose". Nemmeno se l'ha violentata: anzi, all'inizio, i media hanno  riferito che non c'erano segni di violenza carnale –  per poi ammettere  sottovoce  che i segni non c'erano, perché lo squartatore le aveva  asportato anche la vagina, insieme al cuore.
Una pessima settimana per le sinistre, in campagna elettorale.   Ma ecco il Traini: spara, fa il saluto fascista, è' leghista, un po' Casa  Pound. Provvidenziale.
http://www.ansa.it/marche/notizie/2018/02/03/sparatorie-a-macerata-traini-candidato-con-la-lega-alle-amministrative-del-2017_83d9135c-1fbe-46e6-b2d2-425b385e0302.html

Gli stessi dubbi sono ventilati da Imola Oggi: 
Macerata: chi ha sparato davvero ai migranti?
di Armando Manocchia (4, febbraio, 2018)

In un clima di tensione, scaturita dalla cruenta fine di Pamela Mastropietro, massacrata da uno spacciatore nigeriano, ieri, 3 febbraio 2018, a Macerata c'è stata una sparatoria nella quale sono rimasti feriti sei stranieri, colpiti da qualcuno che, dall'interno di un'auto in corsa, sparava con una pistola semiautomatica. Questa vicenda ha distolto l'attenzione dall'atroce assassinio di Pamela, ha ribaltato la situazione ed ha focalizzato l'attenzione dei media sugli stranieri feriti, distraendo così i più suggestionabili dalla morte della 18enne.
La sparatoria
Nei due video che vi mostriamo, si vede chiaramente il braccio dell'uomo che impugna l'arma, vestito con un indumento scuro a maniche lunghe.

(leggete il resto dell'originale):
Macerata: chi ha sparato davvero ai migranti?
Noi  ci limitiamo a riportare la conclusione:
Questo espisodio ci ha fatto tornare alla mente l'omicidio di Jo Cox, la deputata laburista uccisa durante la campagna elettorale sul referendum per la Brexit, mentre era con la sua amica musulmana Fazila Aswat, la quale, a quel che sappiamo, non ha mai testimoniato che il killer avrebbe pronunciato le parole "Britain first""Omicidio Cox, chi sono i veri mandanti?"

LeggiCome il sistema s'inventa i razzisti di destra per fini politici
A confermare il gesto politico in cerca d'autore, ci aiutano i media stranieri, solite aquile dell'informazione. "Il razzismo irrompe nelle elezioni".

Fonte:
https://www.maurizioblondet.it/fossimo-usa-perfetto-solitary-assassin/

acquario69

Merda?..no grazie!  :)

So che può sembrare incredibile, ma io non mangio la merda, e non perché sia allergico, schizzinoso o per chissà quale principio etico, ma perché non mi piace. Anzi, mi fa proprio schifo. Non è come le altre cose che non mi piacciono, come il sughero, la crema solare o le tapparelle, che se mi sforzo posso anche riuscire a mangiarle. La merda è diversa, basta che ne metta in bocca un pezzettino e subito mi viene da vomitare.
  
Naturalmente l'ho assaggiata, dopotutto sono solo protoni, neutroni e elettroni come tutto il resto, ma non c'è niente da fare: mi fa schifo. Questo di per sé non sarebbe un problema, se non fosse che dove vivo io tutti mangiano la merda. Tutti la considerano una prelibatezza da raffinati gourmet, ma anche un ingrediente fondamentale per dare sapore a ogni piatto, o uno sfizioso spuntino da gustare in ogni momento della giornata, succhiandosi le dita. In pratica sono sempre circondato da gente che mangia la merda.

Ma nemmeno questo è il vero problema. Per me ognuno può mangiare quello che vuole, tanto ormai sono abituato a sentire l'odore della merda calda che si scioglie sui maccheroni o a vedere la gente coi frammenti di merda nei baffi. So perfettamente che il sapore di una cosa è solo un fatto culturale e che, in linea di principio, tutto è commestibile: ci sono posti dove la gente mangia le cavallette, le zampe dei ragni, le ali dei pipistrelli, le larve di mosca, le budella di vacca, ecc., che cosa c'è di strano se qui la gente mangia la merda? Ognuno chiama "buono" quello che è abituato a mangiare e chiama "schifoso" quello che non ha mai pensato si possa mangiare. Quindi la merda va benissimo. L'unico vero problema di vivere in un posto dove tutti mangiano la merda non è che loro mangiano la merda, ma che vogliono che la mangi anch'io. E lo vogliono molto insistentemente. Le persone hanno questo difetto: se non ti piace una loro presunta leccornia, cercano in tutti i modi di fartela mangiare. Prima ti spiegano che è un alimento sano e nutriente indispensabile per una dieta equilibrata, poi te la sventolano sotto il naso, ti accusano di essere schizzinoso, strambo, matto, finché un giorno te la schiaffano direttamente nel piatto, poca poca e di nascosto, pensando che tanto non te ne accorgerai visto che, dio mio, non è possibile che non ti piaccia una cosa così buona come la merda.

Abbiamo il risotto alle quattro merde, gli gnocchetti zafferano e merda, il vitello in crosta di merda e del polistirolo.

Nel polistirolo c'è la merda?

Solo un po'.

Vorrei un po' di polistirolo senza merda.

Ma, signore, è merda di capra freschissima.

Preferirei senza, è possibile?

Neanche una o due palline per insaporire?

No, grazie.

Per caso è allergico alla merda?

No.

Perfetto, allora un piatto di polistirolo "senza" merda per il signore.

Se vivi nella patria della merda non puoi permetterti di non mangiare la merda, almeno un pochino di tanto in tanto, giusto per far vedere che non ti credi migliore degli altri. Purtroppo tutti si identificano sempre con ciò che piace a tutti, e se nella patria della merda disprezzi il loro cibo di merda, allora vuol dire che disprezzi anche le loro abitudini di merda, la loro musica di merda, i loro ideali di merda e, fondamentalmente, la loro vita di merda. Ma io non disprezzo la merda, solo vorrei non mangiarla.

Fonte:
http://www.anticorpi.info/2015/03/merda-no-grazie.html

acquario69

#44
PIU EUROPA!!! (mi raccomando)...PIU LIBERTA!.. PIU CIVILTA'!.. PIU DEMOCRAZIA!


Sono contento di questa occasione storica: il presidente Mattarella insegna alle giovani generazioni che cos'è la Libertà.
Anzitutto l'articolo. E' del Giornale berlusconiano:
Mattarella nega alla Lega i ministeri chiave con i dossier esteri
"Il Quirinale si aspetta che Salvini rassicuri Stati Uniti e alleati europei, Francia in testa"

Una presa di posizione chiara, netta ed inequivocabile sulla politica estera. Sergio Mattarella non solo la chiede, ma la pretende. Vuole che Salvini si esponga in prima persona, confermando senza esitazioni la collocazione dell'Italia nell'Alleanza atlantica e al fianco degli Stati Uniti. Una dichiarazione che rassicuri non solo Washington, ma anche le cancellerie europee in agitazione ormai da giorni (l'ambasciatore francese Christian Masset pare sia tra i più preoccupati). Come inquieto è lo stesso presidente della Repubblica, che in quanto a filoatlantismo non ha nulla da invidiare a Francesco Cossiga. D'altra parte, prima da vicepremier e poi da ministro della Difesa fu proprio Mattarella a seguire l'intervento italiano nella missione militare della Nato in Kosovo.
Così, nello scenario attuale e con l'alta tensione tra Usa e Russia all'orizzonte, è nelle cose che il Colle chieda garanzie. Il tweet di Salvini contro l'intervento americano in Siria, infatti, non è passato affatto inosservato a Washington. Così non è un caso che proprio ieri Guglielmo Picchi abbia provato ad aggiustare il tiro. «Non abbiamo dubbi, siamo nell'Alleanza atlantica senza se e senza ma», ha spiegato il deputato della Lega e consigliere per la politica estera di Salvini, che ha pure tessuto le lodi di Donald Trump e di Israele. Insomma, un prima manovra di assestamento che al Quirinale hanno sì apprezzato ma che non ritengono sufficiente. Sul Colle, infatti, si attende una parola chiara da Salvini in persona.
È per tutto queste ragioni che nelle ultime ore il Quirinale sta giocando di sponda con Di Maio per contenere la Lega. [...] la distanza è tutta politica, non certo personale. Distanza siderale se pare che il Colle – questo raccontano sia fonti del M5s che del Carroccio – avrebbe posto un veto su tutte quelle poltrone dove passano i dossier chiave della politica estera. E quindi non solo la casella di premier e vicepremier, ma anche quella di ministro degli Esteri e della Difesa, tutti snodi nevralgici se si arrivasse ad una crisi nei rapporti tra Stati Uniti e Russia. A preoccupare, infatti, sono soprattutto le posizioni filo Putin e il rapporto con Mosca. Qualche spiraglio, invece, si sarebbe aperto per la casella di sottosegretario alla presidenza (con forti dubbi per l'eventuale delega sui servizi). Nessun problema, invece, per la poltrona di ministro dell'Economia (sempre che ci vada Giancarlo Giorgetti) e dell'Interno.
Il punto, però, resta soprattutto la premiership. Di Maio e Salvini hanno contattato alcune figure per così dire «terze» ma tutti hanno declinato l'offerta. Così, anche grazie alla sponda del Quirinale che dal M5s si sente decisamente più garantito sul fronte internazionale, sono tornate a salire le quotazioni proprio del leader del M5s. Quel che è certo è che Mattarella ha messo in chiaro che il futuro premier dovrà avere un profilo «presentabile» al prossimo G7 che si terrà l'8 e 9 giugno in Canada. Insomma, nessun esperimento con personalità alle prime armi, ma qualcuno che abbia già una consuetudine con i consessi internazionali o comunque un suo peso politico da mettere sul tavolo".
http://www.ilgiornale.it/news/politica/mattarella-nega-lega-i-ministeri-chiave-i-dossier-esteri-1525535.html?mobile_detect=false
Vedete o giovani, quanta libertà vi dà l'Europa? Potete votare liberamente per chi volete. Poi gli Stati Uniti decidono che non può essere né premier né vicepremier, e si assicurano che Mattarella non gli dia gli Esteri né la Difesa: e ciò nel caso "si arrivasse ad una crisi nei rapporti fra Stati Uniti e Russia". Una crisi peggiore di quella in corso, capite cosa significa?
"La collocazione atlantica al fianco degli Stati Uniti" non può essere discussa in politica. Ma tutto il resto sì. Negli appositi talk shows.  La libertà vostra, grazie alla democrazia, è totale. L'Europa vi ha dato delle libertà che prima non avevate,

come mostra questo breve video dell'europarlamento:
https://twitter.com/Europarl_IT/status/993105095138082816

siete liberi di "viaggiare, lavorare, studiare e andare in pensione" – cosa che gli stati nazionali non vi permettevano – avete "più opportunità di lavoro" (all'estero) , e "garantisce i vostri diritti di consumatore". Di più, di più,: se siete sodomiti, potete sposarvi tra voi e adottare un figlio preso da un utero in affitto; potete avere il suicidio assistito. Solo la collocazione atlantica a fianco degli Stati Uniti" non deve essere una opzione fra le altre.
Quella si chiama "libertà politica", e questa non vi è data. Ma che vi importa, o giovani? Che sacrificio è, in comparazione dei diritti LGBT di cui voi tutti godete?

Avete letto sopra, o giovani, che "l'ambasciatore francese Christian Masset" è "preoccupato", sicuramente ha telefonato a Mattarella, che si premura di epurare il futuro governo secondo i desideri di Parigi. Ora, magari, voi pensate che la UE essendo una unione di "liberi e uguali", dove tutti gli Stati membri hanno pari diritti, il governo italiano abbia mai potuto fare altrettanto? Che possa ficcare il naso, tramite ambasciatore, su quale ministro degli Esteri ha scelto Macron? E' un errore. Scusabile, lo ammetto. Voi siete ancora legati alla vecchia idea per cui le "giuste" relazioni internazionali sono basate sulla non-ingerenza e sulla "reciprocità": un concetto antiquato e malsano, tant'è vero che viene promosso dal dittatore Putin. Le vere relazioni internazionali, di cui l'Europa è il modello, sono queste: loro possono interferire negli affari interni nostri, noi "non" possiamo, nemmeno osiamo, ingerirci degli affari loro. E' il modello di espansione della democrazia americano: quando un governo appare alle potenze occidentali poco democratico, esse lo bombardano e lo cambiano. A Salvini, per ora, si limitano a chiedere una abiura "pubblica, netta e inequivocabile", sulla politica estera. Qualcosa che ricorda il trattamento che si faceva subire agli eretici in tempo di fanatismo ed oscurantismo religioso.
Ma a voi che importa, o giovani? La storia è così noiosa! Voi avete, grazie alla UE, tutte le libertà, tipo "studiare, lavorare e andare in pensione dovunque nella UE"


– volete che vi rimandi il filmetto?
https://twitter.com/Europarl_IT/status/993105095138082816


Siete liberi, o giovani! Certo che se "si arrivasse a una crisi fra Stati Uniti e Russia", sarete voi a partire, in mimetica ed elmetto. La libertà politica serve, ma solo di tanto in tanto.
Per esempio, di fronte a quel che il presidente Mattarella con le "cancellerie" sta facendo della volontà popolare legittimamente espressa dal popolo italiano, l'unica risposta sarebbe la tanto celebrata Resistenza, la preparazione alla lotta per la Libertà, anche armata. Ma voi avete le armi? Sapete usarle? No, vi hanno liberato della noiosa incombenza che si chiamava "servizio militare di leva" – quindi voi non fate più paura a chi vi toglie la libertà, mentre siete voi che dovete aver paura di loro: non a caso voi siete disarmati e impreparati alla "lotta", mentre loro hanno tre polizie di 500 mila uomini – per mantenere l'ordine – non verso gli immigrati violenti, è chiaro; verso di voi, se vi ribellate in caso di "crisi fra Stati Uniti e Russia"
Richiamo infine la vostra attenzione, o giovani che necessitate di chiarirvi le idee sulla Libertà, sull'ultimo capoverso dell'articolo di cui sopra.
Si tratta di scegliere il premier. I due partiti che hanno vinto le elezioni, col 33 e 17 per cento dei voti (quindi il 50%), hanno la maggioranza – ma non possono sceglierselo fra loro, come vogliono loro secondo il mandato che hanno ricevuto da voi.
Di Maio e Salvini hanno contattato alcune figure per così dire «terze» ma tutti hanno declinato l'offerta", e ci credo.
"Mattarella ha messo in chiaro che il futuro premier dovrà avere un profilo «presentabile» al prossimo G7 che si terrà l'8 e 9 giugno in Canada".
E chi può essere? Uno atlantico e europeista, di sicuro. Ma dove trovarlo? Cercate, cercate....
"Insomma, nessun esperimento con personalità alle prime armi, ma qualcuno che abbia già una consuetudine con i consessi internazionali o comunque un suo peso politico da mettere sul tavolo".
Quindi nessun Di Maio, nessun Salvini, nessuno dei loro nuovi eletti da voi, perché sono tutti alle prime armi, oppure sono critici dell'euro, quindi "impresentabili" Nello stesso tempo deve essere uno "di area", perché di europeisti e atlantisti ce ne sono mazzi a sinistra, ma la sinistra ha perso – sarebbe troppo sporca prendere da lì il premier del governo Lega-M5S
Chi sarà? Chi sarà? – come canta la Butterfly – giusta suspence, o giovini, vi attanaglia. Ma ecco:
uscito dalla folla cittadina
Un uomo, un picciol punto
S'avvia per la collina.
Chi sarà? Chi sarà? (canta la Callas)
Lo riconoscete? Sì! E' lui!

"Sorpresa! Berlusconi riabilitato e candidabile!

Il tribunale di sorveglianza di Milano: il venerdì pomeriggio. Con due mesi di anticipo rispetto al calendario (doveva decidere a giugno). Nel cuore delle trattative per il nuovo governo – che fa? Lava il Cavaliere da tutti gli effetti della condanna subita nell'agosto del 2013 per frode fiscale Mediaset.
"La clamorosa decisione – dicono i media – consente insomma a Berlusconi di tornare in campo a pieno diritto, candidandosi fin da subito se, per esempio, fallisse il nascente governo Lega-5Stelle e si andasse alle urne per luglio o settembre".
Eccolo lì, l'uomo col profilo presentabile al prossimo G7, l'uomo con esperienza nei consessi internazionali, l'uomo col suo peso politico – anche se, oddio, noi vecchi ci ricordiamo che nei consessi internazionali la sua "esperienza" non fu memorabile, non aveva peso politico, faceva le corna al momento delle foto ufficiali, fingeva di fare nascondino dietro Angela Merkel (la "culona inchiavabile"), strattonava re Juan Carlos tirandolo per un braccio, urlava per richiamare l'attenzione dell'"Abbronzato": "Mister Obama, Mister Obama!" al punto da irritare la regine d'Inghilterra. Insomma dava fastidio a tutti, era impresentabile, Merkel e Sarkozy lo schernirono e infine lo fecero cadere, con la complicità do Draghi e Napolitano, lo hanno sbattuto giù dal governo dandoci Mario Monti al suo posto, e 8 anni di governi non eletti. Ma hanno cambiato idea. Adesso è presentabile, atlantico, europeista.
E la magistratura? Cinquecento processi appena vinse le elezioni aprì contro il Cavaliere, per frodi, puttane, figlie di Mubarak, olgettine...e adesso lo rende ricandidabile. Il venerdì pomeriggio. Con due mesi d'anticipo, nel cuore delle trattative fa Lega, Cinque Stelle e Quirinale per un governo da cambiare. Come mi dice l'amico Angelo P., "questa magistratura non conosce festivi". Non quando c'è da difendere la collocazione atlantica a fianco degli Stati Uniti.
Si può sempre contare sulla Giustizia Italiana.
A questo punto, a voi giovini, vi toccherebbe fare la guerra civile. Ma con quali mezzi? Armi? Cultura politica? Avrete nuove elezioni e Berlusconi premier.

Coi voti anche PD. Che volete di più? La UE vi ha già dato tante libertà: potete viaggiare, lavorare (se potete), pensionare....Vai col filmino!
https://twitter.com/Europarl_IT/status/993105095138082816


Fonte:
https://www.maurizioblondet.it/mattarella-vi-insegna-la-liberta-e-lignoranza-e-forza-le-guerra-e-pace/