Non è indispensabile essere stupidi per essere felici, però di certo aiuta....

Aperto da cvc, 27 Febbraio 2018, 11:33:27 AM

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cvc

Tutti aspirano ad essere felici, nessuno aspira ad essere stupido,......forse..... Tempo fa una marca di vestiti lanciava lo slogan "be stupid", sii stupido! Perché? Perché pensare troppo fa male, forse. Nello specifico è più difficile se pensi che non starai bene sempre, che memtre tu stai bene molti altri stanno male, magari è persino necessario che perché uno stia bene altri debbono soffrire. Io non sono quello che si potrebbe eattamente definite un individuo solare. Spesso quando vedo persone che hanno immancabilmente il sorriso tipo joker sempre stampato sulla faccia mi chiedo: "Ma che cavolo avrà sempre da sorridere quello? Non gli capita mai di prendere una multa, di bucare una gomma, di avere una spesa non prevista o un qualsiasi più o meno banale motivo di frustrazione?". Certo mi si potrebbe gacilmente rispondere che queste sono piccolezze. E se uno ha scelto dei giusti valori ed inquadra la vita nella giusta prospettiva, non c'è motivo di rammaricarsi di queste cose. Sono solo dei piccoli fastidi, come un qualche corpuscolo che ti è entrato in un occhio e ti irriterà rimarra per quel tanto che ci rimarra. Però ci sono altri impedimenti alla felicità, come l'infelicità degli altri oppure, a chi capita, il sentirsi triste senza un motivo apparente. In casi siamo di fronte agli effetti collaterali del pensiero, perché più si pensa e più probabilità ci sono di trovare intralci alla propria felicità. Oppure, come sosteneva B Russell, per essere felici occorre distaccarsi dall'ego, uscire ds se stessi e dal proprio egoismo. In tal modo si è meno concentrati su se stessi, e il preoccuparsi degli altri riesce in qualche modo a farci sentire bene. Come una sorta di catarsi dalle nostre miserie personali. Però anche se mi preoccupo degli altri e ciò mi fa stare bene, ci sarà comunque chi soffre e non è fortunato come me. Il fatto che non ne condivida l'angoscia non significa che non ci sia chi sta soffrendo, e questo rende la mia seppure altruistica felicità meno perfetta. Ma forse non è così stupido essere stupidi per essere felici. Forse è sempre meglio che essere stupidi e infelici.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

InVerno

Non penso che l'ostentazione della felicità equivalga alla felicità, se tutti i sorrisi delle foto di facebook equivalessero a persone felici il mondo sarebbe certamente un bel posto e potrebbe strappare qualche sorriso "anche" a te. Non penso nemmeno che sorridere\ridere sia un sintomo di felicità, è il ghigno di paura verso una contraddizione inafferabile, al massimo è un segno di debolezza elevato a status symbol. In un mondo dove la felicità deriva dal successo, non essere felici significa essere dei falliti, apparire felici perciò equivale ad apparire persone di successo, e questo ha una valenza biunivoca. Sociale, perchè una persona di successo ha potere sui falliti, e personale, perchè credere di essere persone di successo rinfranca il nostro ego, e sopratutto ci salva da quell'impellenza che tanto ci grava: cambiare. Se siamo felici perchè cambiare? "Devi essere te stesso" è il mantra individualista. Sarà un esperienza tutta personale, ma non penso di avere più conoscenti che non facciano uso di qualche antidepressivo (considero antidepressivi anche dispositivi e intrugli ove non è specificatamente scritto "antidepressivo", ma anche quelli prettamente farmacologici non se la battono male) e l'Italia è "indietro" da questo punto di vista rispetto ad altre nazioni (gli USA per esempio). E' una dittatura del sorriso, un autoconvincimento di massa, capita anche di non sorridere e perciò essere "investigati" dalla gestapo del sorriso "stai male?" .. Chi risponde "si" in qualche modo tradisce lo spirito della conversazione, si diventa subito i "guastafeste", quelli "pesanti".....
Io fortunatamente ci rido sopra, non penso si capisca dal mio modo di scrivere asciutto e meccanico, ma nella realtà sono molto solare e sopratutto do molto valore all'ironia e al sarcasmo, d'altro canto non penso ci sia altro modo per interagire con una dittatura (del sorriso), se non prenderla per il culo.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

cvc

In effetti la "dittatura del sorriso" è anche supportata dai dati scientifici della risoterapia che evidenziano i benefici fisiologici derivanti dal riso e dal sorriso. Quindi si consigliano trapianti di buon umore, per cui uno dovrebbe starsene, credo, almeno mezzoretta al giorno sforzandosi di tenere un sorriso a trentadue denti perché così si manifestano reazioni fisiologiche salutari. A meno di incorrere in una paresi. Anche qui la stupidità aiuta, perché se uno si domandasse che se ne sta a fare li impalato per mezzora con la faccia da stoccafisso sorridente, allora probabilmente l'esercizio benefico andrebbe a farsi benedire. Sicuramente quando si parla di felicità si va oltre al sorriso, perché deve nascere da dentro. Però io riflettevo sul fatto del pensare come possibile antagonista dell'eudemonia. Perché chi pensa sempre è assai probabile che un motivo di insoddisfazione lo trovi (a meno di avere una particolare ecologia di pensiero appresa con anni di studio, ma non siamo tutti maestri di yoga). Quindi la spensieratezza si rende necessario, un po' come lo strampalato sorriso di Einstein con la lingua di fuori. E di certo Einstein non era stupido, malgrado quell'espressione lo fosse. Quindi forse ogni tanto è intelligente essere stupidi. Ciò che distingue gli stupidi dai savi potrebbe essere proprio quel "ogni tanto".
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Angelo Cannata

No, essere stupidi non ha mai aiutato nessuno, non aiuta nessuno e non aiuterà mai nessuno. Sostenere alcun tipo di vantaggi della stupidità significa già comportarsi da stupidi.

Per quanto riguarda la relazione tra spensieratezza e stupidità, benessere e stupidità, sono relazioni false, distorte e spiego subito i motivi.

Il problema non è pensare troppo, è pensare in maniere sbagliate, in maniere, appunto, da stupidi. Il pensare troppo da stupidi significa, ad esempio, pensare maniacalmente ad un numero troppo ristretto di cose o di tipi di cose. Se invece organizzi la varietà e l'equilibrio delle cose e dei tipi di cose da pensare, allora non c'è limite al pensare, pensa quanto vuoi, il tuo cervello non sarà mai stanco, perché pensare in maniera equilibrata significa dare un giusto spazio anche al pensare che avviene nel dormire, a quello che avviene nel relax, ecc. Da qui si capisce che il pensare troppo non esiste, anche perché il nostro cervello pensa già sempre, non esiste un attimo in cui il nostro cervello non pensi. In questo senso si può dire che l'unico pensare possibile al nostro cervello è pensare 24 ore su 24; non esiste e non è possibile nel nostro cervello un pensare inferiore a questo. Esistono invece modi di pensare squilibrati, fissati, maniacali; ad esempio, quando una grave preoccupazione ci affligge, il cervello si trova costretto a dedicare meno spazio alla varietà che gli permetterebbe il necessario equilibrio e allora ecco la stanchezza e il malessere; ma non è stanchezza che venga dal troppo pensare: la sola stanchezza che il nostro cervello può avere viene da una sola origine: la mancanza della necessaria ed equilibrata varietà di pensieri.

Questo ci permette anche di capire che spensieratezza e stupidità sono due cose completamente diverse. Ciò che in modo sbagliato, fuorviante, viene chiamato spensieratezza, è in realtà un pensare variegato, non è affatto un pensare di meno, perché il nostro cervello non passa mai un attimo senza pensare.

Per quanto riguarda il pessimismo, esso può essere dovuto a squilibri nell'organizzazione dei propri pensieri o dei propri modi di pensare, ma può anche essere dovuto a determinate tendenze culturali, che non vanno confuse con l'angoscia di chi ha problemi psicologici e quindi ha bisogno di cure.

Ogni propaganda della stupidità va quindi sempre decisamente e prontamente denunciata e smascherata perché, sia che venga fatta in buona fede, sia che venga fatta in malafede, essa serve unicamente a facilitare l'azione chi ha interesse a farci essere burattini nelle sue mani, schiavi in suo potere.

Anche il parlare di felicità e benessere come se fossero l'ideale dell'esistenza è una formula ottimale per instupidire la gente e renderla sempre più massificata e schiavizzata. Tutti conosciamo il proverbio "il riso abbonda nella bocca degli sciocchi": questo significa che da sempre si è saputo che una persona può sembrare felice, può credere lei stessa di essere felice, mentre invece non lo è affatto: sorride soltanto perché ha messo a tacere molte sue facoltà, le quali reclamano spazio dentro di lei e gridano aiuto. Non sarebbe difficile portare un sacco di esempi in proposito. Ciò significa che l'ideale dell'esistenza non è e non è mai stato né la felicità, né il benessere. L'ideale dell'esistenza è crescere in continuazione cercando di dare spazio al meglio e alla maggiore varietà delle nostre facoltà.

Appena ci si imbatte in propaganda di felicità, benessere, successo, in quei casi è garantito che si tratta o di commercianti che hanno interesse a instupidire le persone per trasformarle in consumatori passivi, o di impostori che hanno comunque interesse a rendere il loro pubblico schiavizzato, fatto di burattini.

cvc

Citazione di: Angelo Cannata il 28 Febbraio 2018, 08:22:23 AM
No, essere stupidi non ha mai aiutato nessuno, non aiuta nessuno e non aiuterà mai nessuno. Sostenere alcun tipo di vantaggi della stupidità significa già comportarsi da stupidi.

Per quanto riguarda la relazione tra spensieratezza e stupidità, benessere e stupidità, sono relazioni false, distorte e spiego subito i motivi.

Il problema non è pensare troppo, è pensare in maniere sbagliate, in maniere, appunto, da stupidi. Il pensare troppo da stupidi significa, ad esempio, pensare maniacalmente ad un numero troppo ristretto di cose o di tipi di cose. Se invece organizzi la varietà e l'equilibrio delle cose e dei tipi di cose da pensare, allora non c'è limite al pensare, pensa quanto vuoi, il tuo cervello non sarà mai stanco, perché pensare in maniera equilibrata significa dare un giusto spazio anche al pensare che avviene nel dormire, a quello che avviene nel relax, ecc. Da qui si capisce che il pensare troppo non esiste, anche perché il nostro cervello pensa già sempre, non esiste un attimo in cui il nostro cervello non pensi. In questo senso si può dire che l'unico pensare possibile al nostro cervello è pensare 24 ore su 24; non esiste e non è possibile nel nostro cervello un pensare inferiore a questo. Esistono invece modi di pensare squilibrati, fissati, maniacali; ad esempio, quando una grave preoccupazione ci affligge, il cervello si trova costretto a dedicare meno spazio alla varietà che gli permetterebbe il necessario equilibrio e allora ecco la stanchezza e il malessere; ma non è stanchezza che venga dal troppo pensare: la sola stanchezza che il nostro cervello può avere viene da una sola origine: la mancanza della necessaria ed equilibrata varietà di pensieri.

Questo ci permette anche di capire che spensieratezza e stupidità sono due cose completamente diverse. Ciò che in modo sbagliato, fuorviante, viene chiamato spensieratezza, è in realtà un pensare variegato, non è affatto un pensare di meno, perché il nostro cervello non passa mai un attimo senza pensare.

Per quanto riguarda il pessimismo, esso può essere dovuto a squilibri nell'organizzazione dei propri pensieri o dei propri modi di pensare, ma può anche essere dovuto a determinate tendenze culturali, che non vanno confuse con l'angoscia di chi ha problemi psicologici e quindi ha bisogno di cure.

Ogni propaganda della stupidità va quindi sempre decisamente e prontamente denunciata e smascherata perché, sia che venga fatta in buona fede, sia che venga fatta in malafede, essa serve unicamente a facilitare l'azione chi ha interesse a farci essere burattini nelle sue mani, schiavi in suo potere.

Anche il parlare di felicità e benessere come se fossero l'ideale dell'esistenza è una formula ottimale per instupidire la gente e renderla sempre più massificata e schiavizzata. Tutti conosciamo il proverbio "il riso abbonda nella bocca degli sciocchi": questo significa che da sempre si è saputo che una persona può sembrare felice, può credere lei stessa di essere felice, mentre invece non lo è affatto: sorride soltanto perché ha messo a tacere molte sue facoltà, le quali reclamano spazio dentro di lei e gridano aiuto. Non sarebbe difficile portare un sacco di esempi in proposito. Ciò significa che l'ideale dell'esistenza non è e non è mai stato né la felicità, né il benessere. L'ideale dell'esistenza è crescere in continuazione cercando di dare spazio al meglio e alla maggiore varietà delle nostre facoltà.

Appena ci si imbatte in propaganda di felicità, benessere, successo, in quei casi è garantito che si tratta o di commercianti che hanno interesse a instupidire le persone per trasformarle in consumatori passivi, o di impostori che hanno comunque interesse a rendere il loro pubblico schiavizzato, fatto di burattini.
Non è che io pensassi realmente che occorre essere stupidi per essere felici. Volevo solo immedesimarmi con chi lo dice o lo pensa. Certo non è da gran pensatore supporre che il troppo pensare possa nuocere. Però credo che il pensare sia anche in costante conflitto con altre categorie dell'essere come i sentimenti o le abitidini che custodiscono i pregiudizi.
Certamente pensiamo h24, ma gran parte di questo pensare sfugge al controllo conscio, è partorito dai sentimenti, da simboli/archetipi ancestrali, dagli impulsi vitali e insomma dal caos. Ad un livello superiore di ragionamento possiamo poi dire che anche il caos ha un suo ordine, che nulla può esistere senza un principio di organizzazione e infatti cosmo significa ordine, e che ciò che chiamiamo caos è solo umana ignoranza. Però nella quotidianità le cose non le percepiamo cosi. R se, da filosofi, occorre distaccarsi dalla quotidianità, beh, per distaccarsi dalla quotidianità è necessario prima viverla. Ossia mettersi in coda al branco e recitare i mantra del pensiero comune, entrare in quel gran refettorio dove anche la stupidità ha una utilità e dignità. Infatti sono al supermercato e... toh! Ho comprato prpprio quel detersivo che diceva la pubblicità........
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

InVerno

Citazione di: Angelo Cannata il 28 Febbraio 2018, 08:22:23 AMEsistono invece modi di pensare squilibrati, fissati, maniacali;
Che sono quelli dei geni, dei luminari, che hanno abbagliato la nostra cultura con la loro fissazione e la loro maniacalità verso un singolo punto, e lo hanno portato alla luce. E' ovvio (si spera) che asserire questo non lo trasforma in una prospettiva ideale, si spera che nessuno nel suo desiderio di essere grande distrugga cosi se stesso volontariamente, ma alcuni ci si trovano dentro fin dalla nascita e che diventino geni riconosciuti o meno non importa, sempre li stanno. La contraddizione rimane, i cosidetti "grandi uomini" erano per la maggior parte maniaci, squilibrati, spesso drogati, pessimi intagliatori di relazioni personali, sociopatici, fissati e maniacali al punto che molti sono stati diagnosticati l'asperger o altre sindromi ossessive\compulsive, tutto fuorchè equilibrati paciocconi in cerca di varietà.. Come si spiega questa contraddizione tra il buon senso dell'equilibrio, e i risultati del disequilibrio, come si spiega il Faust?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

cvc

Vero quanto dice Inverno. È la logica del marketing. Non è importante se i cioccolatini son buoni, ma che la confezione sia bella. Non è importante che la casa sia solida, ma che sia accattivante. La logica del look cominciata negli anni 80 è oramai endemica
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

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