Mine antiuomo: le "mie" tecniche per salvare la pelle.

Aperto da Eutidemo, 29 Marzo 2023, 11:45:41 AM

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Eutidemo

Attualmente, sebbene siano proibite dalle convenzioni internazionali, esistono e vengono utilizzate ovunque "mine antiuomo" di tutti i generi e tipi; ma, quando io ero giovane, funzionavano quasi tutte, più o meno, "a rilascio" (dette anche "con accenditore a sollevamento").
Cioè, quando ci mettevi sopra il piede, sentivi un sinistro "clic", ma non succedeva niente; però sapevi di essere già morto, perchè appena allentavi la pressione del piede, la mina esplodeva.
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Tuttavia tale tipo di mina è forse tuttora quella più comunemente diffusa; ed anche se chi ci ha messo il piede sopra è un soldato super-addestrato, di solito non può essere salvato neanche dall'"artificiere" più abile del reparto.
Così come drammaticamente e dettagliatamente spiegato nell'interessantissimo  video "Passo Falso"; il quale, a differenza di altre versioni cinematografiche (e su Youtube), è molto realistico, e quindi, purtroppo, non finisce con un "happy end", ma con una tragica e mortale esplosione!
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La tecnica più comunemente usata, per risolvere il problema, è la seguente (e,  nei "manuali ufficiali", era la stessa più o meno, anche ai miei tempi):
<<Ci si avvicina al soldato "in trappola", utilizzando un "rivelatore metallico", nel caso ci fossero altre mine.
Si saggia il terreno, vicino al suo scarpone, per cercare di capire la dimensione, la forma ed il tipo della mina, e così distinguere se è incappato in una mina anticarro o in una mina antiuomo.
Ed infatti:
- se è una mina anticarro il soldato può sollevare il piede ed andarsene via tranquillamente, perchè è tarata per esplodere ad un peso di molto superiore a quello di un uomo;
- se invece è una mina antiuomo il soldato non può sollevare il piede, perchè è tarata per esplodere ad un peso un po' inferiore a quello di un uomo;
Pertanto occorre avvicinarsi con una lamiera e con qualcosa che pesi almeno 50 kg, per ingannare la mina; si fa passare la lamiera "sotto" la suola del suo scarpone, molto lentamente, senza far muovere il sensore di pressione della mina.
Intanto il soldato sposta il suo piede e si posa lentissimamente il peso sulla mina, in modo che il sensore rimanga premuto, come se ci fosse sopra il suo corpo.
Le possibilità di farcela, però, sono solo del 20%, in quanto, in 4 casi su 5, la mina esplode lo stesso.>>
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E' vero, ma non è certo molto confortante; per cui valli a trovare dei soldati così eroici che rischiano la propria pelle, avendo così scarse probabilità di poter salvare la vita al compagno!
Il guaio, infatti, è che il "pulsante a pressione" è molto sensibile, per cui, se si cerca di sostituire un peso con un altro, spostando via il primo e sostituendolo col secondo, il sensore "se ne accorge", e la bomba esplode.
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Per cui, personalmente, per quello che possono effettivamente valere, ho elaborato due diversi sistemi per risolvere situazioni del genere.
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IL SISTEMA DELLA "SPADA"
Il problema mi si pose concretamente negli anni '70, durante una esercitazione sul campo, dove erano state nascoste nella sterpaglia delle "mine antiuomo" (ovviamente "depotenziate"); su una delle quali aveva messo il piede un mio uomo.
Non avevamo a disposizione nessuna "lamiera" o cose del genere, per poter seguire le istruzioni del "manuale tattico"; però, per fortuna, in previsione della "celebrazione di fine campagna", avevo in tenda l'alta uniforme con tanto di "spada da cerimonia".
Per cui l'andai a prendere per usarla al posto della "lamiera", portando con me anche un fornelletto da campo.
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Ed infatti, già da tempo, rimuginando "teoricamente" sul problema, secondo me, per risolverlo con meno rischi possibile:
- non bisognava "sostituire" un peso con un altro, spostando via il primo e "sostituendolo" lentamente con un secondo, perchè era troppo pericoloso;
- bensì occorreva "aggiungere" un peso a quello del soldato, e solo dopo il soldato poteva andarsene (quasi) tranquillo, "sottraendo" il peso del suo corpo al "peso complessivo" che gravava ancora sulla mina.
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Per cui, tornato sul posto, interrai il fornelletto a gas nel terreno, vicino al piede intrappolato, poi lo accesi; quindi dissi a due soldati di tenere assolutamente immobile la scarpa del loro compagno, uno davanti ed uno di dietro, tenendola premuta sul terreno.
Io, invece, dal lato del fornello arroventavo progressivamente la lama della spada, facendola penetrare lentamente nella suola della scarpa in senso latitudinale, esattamente al di sopra del pulsante di innesco; ed infatti, quegli anfibi, avevano una suola di gomma spessa 3 o 4 centimetri.
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All'inizio, la sottile e acuminata lama della mia spada arroventata cominciò a perforare la suola di gomma come se fosse di burro, però:
- dopo un po' facevo sempre più fatica a spingerla in avanti, sia perchè la lama era divenuta relativamente un po' più larga, sia perchè non avevo calcolato che il soldato premeva il piede sulla suola;
- inoltre, sebbene la gomma fosse spessa e isolante, il soldato cominciò a sentire un forte bruciore alla pianta del piede.
Per cui stavo quasi per rinunciare!
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Comunque continuai lo stesso, fino a che non ci fu spazio sufficiente per posare due pesanti secchi di ferro pieni d'acqua sui due pezzi di spada che sporgevano dallo scarpone.
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Poi tagliamo con delle cesoie da filo spinato la parte superiore della scarpa, ed il soldato potè estrarre incolume il piede e allontanarsi in fretta; così come me e gli altri due soldati che mi avevano aiutato nell'"ardua" impresa.
Aveva sottratto il suo peso da quello complessivo che gravava sulla mina, ma il peso residuo dei due secchi evitò il "rilascio" dell'innesco, e la conseguente esplosione; anche se con un po' di fortuna, perchè non è che i due secchi stessero molto saldi sulla stretta lama.
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Poi, da lontano, mitragliammo i due secchi con i nostri MAB; per cui si svuotarono,  e la mina esplose con un innocuo PUF.
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Il comandante fu soddisfatto del risultato; ma, per la perdita dei secchi e dell'anfibio, il "furiere" andò su tutte le "furie" (se mi consentite il "calembour").
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Ovviamente, il "sistema della spada" non è molto "pratico" e facilmente utilizzabile; ed infatti fu solo per un caso che io, in quella occasione, ne avessi una a portata di mano.
Non è più il tempo di andare in guerra portandosi dietro le spade!
Inoltre, anche se quella volta ci andò bene, non sono sicuro quale percentuale di successi avremmo avuto ripetendo l'esperimento più volte; ed infatti, premendo dentro la lama con forza, c'è il rischio che il piede si sposti dalla sua posizione.
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Inoltre il "sistema della spada" funziona  nel caso di mine col "pulsante a rilascio", ma non nel caso di mine col "rilascio ad aghi".
Per cui, tempo dopo, elaborai un altro sistema.
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IL SISTEMA "DEI CHIODI E DEI CAVI"
Ed infatti, riflettendoci meglio, giunsi alla conclusione che il vero problema da risolvere:
- non è tanto quello del "peso" sulla mina (da "sostituire", "aggiungere" o "sottrarre");
- quanto, piuttosto, quello dell'"aderenza" della mina alla suola della scarpa.
L'importante, cioè, è che il pulsante resti premuto sulla suola, evitandone il rilascio.
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Per cui, almeno secondo me, nel caso in cui qualcuno, soldato o no, mette il piede su una mina antiuomo "a rilascio" (che credo sia ancora una delle più comuni), la cosa migliore è inchiodare quattro chiodi sugli estremi bordi esterni della suola della scarpa, in modo che formino gli spigoli del quadrato o del un rettangolo più adatto a "legare" la mina calpestata alla scarpa.
Quindi, dopo aver scavato una trincea intorno alla mina per portarla tutta quanta alla luce del sole, con molta cautela, usando un "cavo d'acciaio" o anche del semplice "fil di ferro", a seconda della posizione, della forma e della dimensione della mina occorre "agganciare" saldamente la mina alla suola della scarpa, in uno dei due modi rozzamente disegnati e riprodotti nelle  seguente immagini.
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a)
La cosa migliore, se è possibile, usando una "pilotina" o anche senza, è di far passare il cavo a "decùsse" (incrociato) sotto la mina, per poi legarlo esternamente attorno ai quattro chiodi, nel modo più "tirato" e stretto possibile.
Per rendere più comprensibile in che modo devono essere usati i cavi, ho usato anche un "sandalo", per rendere meglio visibile come il cavo deve essere passato e saldato ai due lati della scarpa; ovviamente, io ho usato un semplice spago, senza neanche "stringerlo", soltanto per rendere l'idea.
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b)
Se, invece, non è possibile in alcun modo  far passare il cavo a "decùsse" (incrociato) sotto la mina, allora occorre usarne "due cavi" più corti, per agganciare i due lati sporgenti della bomba.
Per rendere più comprensibile in che modo devono essere usati i cavi in questo modo, anche stavolta ho usato un "sandalo".
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Ma non è detto che siano sistemi che funzionano sempre; per cui, se vi dovesse capitare di usarli con esiti fallimentari, non venite poi a protestare da me! :D
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