Microfisica della cattiva educazione

Aperto da Jacopus, 06 Maggio 2022, 08:52:10 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Jacopus

Credo di essere un buon osservatore ed anche un moralista con tratti ossessivi. Insieme questi due tratti mi rendono sensibile ai comportamenti maleducati delle persone che incrocio quotidianamente. Una sensibilità che è aumentata da quando, viaggiando in nord-Europa, ho notato come questi comportamenti siano spesso tipici di noi italiani. Proverò a fare un elenco a cui ovviamente può aggiungersi chi vuole. Trattandosi di "microfisica", si tratterà solo di quei comportamenti che spesso scivolano via,senza neppure farsi percepire come maleducati.
1) "il passante corsaiolo": spesso per strada succede che un pedone ti tagli la strada. Di solito cammina dietro di te, probabilmente immagina di guidare una Porsche e allora accelera, ti sorpassa sulla sinistra per andare subito dopo a destra. Evidentemente restare dietro e poi girare a destra viene considerata una manovra troppo umiliante per il pedone "corsaiolo".
2) "i passeggeri impazienti": questi ormai sono un classico. Alle fermate dei treni infatti viene considerato un insulto alla propria virilità aspettare che i passeggeri che stanno scendendo, finiscano di scendere. Si crea così un groviglio di corpi che talvolta termina in borbottii di rassegnazione ed altre volte in insulti. Se poi a scendere tocca a una persona anziana o un disabile è osservabile lo sguardo feroce di chi deve aspettare a causa di ciò.
3) "la telefonata senza segreti". Per strada, in negozio, ma anche al lavoro, si assiste talvolta al triste spettacolo di chi, indifferente alla normativa sulla privacy (anche e soprattutto a suo favore), parla al telefono ad alta voce dei suoi fatti privati, sul sapore della frittata mangiata il giorno prima fino a dettagliati resoconti delle cause civili intentate sul mantenimento dei figli, oppure a piccanti resoconti delle avventure e dei ménage a trois.
Per il momento mi fermo qua, ma la lista è davvero lunga.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

atomista non pentito

La lista purtroppo e' lunghissima . Piu' che un ulteriore elenco sarebbe piacevole confrontarsi sulle cause(dico piacevole e non dico utile perché in realta' ,anche scoprendone le cause , si potra' fare ben poco per "ritornare" ad una parvenza di educazione)
Io sono una persona educatissima ( secondo i canoni comuni) per un unico motivo , i miei genitori mi hanno cresciuto con la consapevolezza che ogni mia azione si ribalta su qualcun altro. Dalla piu' piccola alla piu' importante. Mi hanno percio' abituato a chiedermi come l'azione che sto per compiere avrebbe impattato su me ,se fosse stato un altro a compierla , non sono virtuoso...... e' automatico , sono un cane di Pavlov , per cui non ho merito alcuno. Ho la sensazione che siano sempre meno i genitori che possano attivare tale educazione ( tempo , voglia , cultura) e certamente anche facendolo avranno da "combattere" "nemici" ben piu' potenti , salvo voler privare i propri pargoli di smartphone et ammenicoli vari almeno fino all'eta' della ragione ( che poi e' quella in cui si puo' votare) rendendoli cosi' pero' del tutto estranei ai loro coetanei per cui bersaglio di emarginazione , prese in giro , se non peggio.

viator

Salve. E' solo un problema di individualismo. Nelle società maggiormente tendenti all'individualismo viene sviluppata una forma di "cultura/educazione" secondo la quale l'individuo (il bimbo, poi il giovane) non deve essere educato da canoni di valore collettivo (ad esempio le tradizioni o l'insegnamento genitoriale), ma deve venir allevato dal confronto individualistico, al cui interno - ovviamente - dovrà tendere alla "diseducatissima ed egoisticissima" affermazione individuale.

Ovviamente, mancando o latitando una previa adeguata formazione giovanile a certe regole e valori, la formazione e la eventuale affermazione individuale si realizzeranno ai livelli più semplici, istintivi, grezzi : prepotenza, furbizia, apparenza etc. etc. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alexander

Un esempio di buona educazione è quando ti trovi alla cassa del supermercato con un carrello pieno di 300 articoli e, dietro di te, c'è una signora/e, magari anziano, con un unica bottiglia di latte in mano, che aspetta il suo turno. Allora vedi la persona gentile che lascia passare l'altra, tanto si perde un attimo solamente, e quella che invece fa finta di non vedere e impone all'altro di aspettare che finisca. Essendomi trovato varie volte in tutte e due le posizioni, si potrebbe dire che:
-La persona che lascia passare l'altra gode in se stessa della buona azione svolta e rende felice e sollevato l'altro che spesso ringrazia profusamente. La gioia dell'altro è motivo di gioia propria.
-la persona che non lascia passare l'altra non gode in se stessa, anzi, distoglie lo sguardo, prova un vago imbarazzo, fa finta di osservare interessata le caramelle i i dolciumi vicini alle casse, cercando di evitare lo sguardo dell'altra persona , temendo di venirne interrogato, quasi come se negli occhi dell'altro potesse vedere della riprovazione. L'idea di essere giudicato dall'altro è motivo di leggero tormento interiore.
Perché fare il bene fa bene a se stessi e anche all'altro; non fare il bene non fa bene a se stessi e neppure all'altro.

Discussioni simili (5)