Mia personale "esperienza fuori dal corpo"

Aperto da Eutidemo, 23 Marzo 2023, 17:04:21 PM

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daniele22

Ciao Eutidemo, voglio ribadire il fatto che a me interessa la questione del dolore fisico nel sogno ... e morta lì. Questa è una cosa degna di nota, ma se vuoi proseguire il dialogo per altre vie ti dirò che ci si potrebbe fermare benissimo al tuo E fin qui penso che siamo abbastanza d'accordo!
Quando quindi prosegui con Però, se non è la mia mente a trovarsi nell'universo, bensì è l'universo a trovarsi nella "mia" mente, diventa lecito domandarsi "mia di chi?", vorrei suggerirti che non tieni conto del fatto che è sempre la mente solipistica ristretta, o almeno la mia, a produrre qualsiasi domanda. Ora io ritengo che tu non ne verrai mai fuori se non ponendo dogmaticamente l'esistenza della mente universale ... ma allora così è facile, dico io. Bisognerebbe invece superare il problema posto dal non venirne fuori, ma qui si aprono altri temi. Ed è per questo che dico che ci si potrebbe fermare benissimo al penso che siamo abbastanza d'accordo ... ma non solo per questo. Cioè, anche per il fatto che, oltre ad essere già in difetto la speculazione che origina il contenuto riterrei superfluo e poco apprezzabile il contenuto quando dici: E' invece molto più logico pensare che, così come tutti gli altri 7,888 miliardi di "individui", (e l'intero universo), anche io, che mi autoidentifico come il signor Pippo De Pippis, "uti singulo" sono soltanto una "(auto)illusione mentale" come tutto il resto, ... Beh, dico che ci si poteva fermare all'essere abbastanza d'accordo per il semplice fatto che la mia semplice (auto)illusione mentale se si prende una martellata nel dito sente male. Tutta qui la differenza. Eutidemo, per me ognuno è libero di compiere le speculazioni mentali che vuole e metterle alla prova, ma personalmente, quel che esula dall'essermi utile non mi interessa molto
Un saluto

Eutidemo

Ciao Daniele22 :)
Hai ragione,  ho trascurato la questione del dolore fisico nel sogno; ti chiedo venia.
***
Al riguardo credo che occorra distinguere tra:
a)
Dolore puramente onirico, il quale ha una sua natura meramente illusoria.
b)
Dolore onirico provocato da uno stimolo doloroso reale, il quale non ha affatto una natura meramente illusoria.
***
E' tipico il caso di Don Rodrigo, così come raccontato da Manzoni ne "I Promessi Sposi": "Finalmente, presso al mattino s'addormentò. Gli pareva d'essere circondato e stretto da una gran folla; guardava quei circostanti che gli stavano addosso, e lo stringevano, quasi col loro peso. E sopra tutto gli sembrava che lo premessero al lato sinistro al di sopra del cuore, dove sentiva una puntura spiacevole e dolorosa."
Allora si svegliò, e "... sentì più viva quella puntura che aveva provata in sogno; esitò qualche tempo, senza osare di vedere che fosse. Finalmente sorse a sedere, scoperse tremando la parte dogliosa, cercò di fissarvi lo sguardo, a stento; ma con qual raccapriccio Dio 'l sa, scorse un sozzo bubbone, d'un livido pavonazzo, cioè il segnale manifesto della peste."
***
E di esempi del genere potrebbero farsene a dozzine!
***
Quanto al nostro "SE'", di cui il nostro "IO" è soltanto un epifenomeno transeunte, io non pongo affatto "dogmaticamente" l'esistenza di una "mente universale"; ed infatti ho ripetuto più volte che non ho alcuna certezza al riguardo.
La mia è soltanto quella che ritengo l'ipotesi più plausibile per giustificare l'"impasse" solipsistica in senso stretto!
Ed infatti se non è la mia mente a trovarsi nell'universo, bensì è l'universo a trovarsi nella "mia" mente, mi sembra logico che non si tratti della mente del mio "IO" individuale (i cui dati risultano dalla tessera sanitaria), bensì della mente del mio "SE'" universale (privo di tessera sanitaria).
Ma non voglio insistere sul punto, visto che non ti interessa.
***
Un saluto! :)
***

daniele22

Ciao Eutidemo, ti dirò che posso perdermi anche in discorsi almeno fintanto che ci si capisca. Posso darti anche parzialmente ragione riguardo al dogma non istituzionalizzato circa il Sé universale. Mi viene infatti a mente la mia professoressa di matematica, donna anziana per me che la guardavo, austera ed elegante nelle sue trattazioni in materia. Ebbene, costei nelle lezioni di geometria che riduardavano le varie dimostrazioni, ora non ricordo i casi specifici, ricorreva a volte ad una frase che alla mia mente suonava quasi magica ... "e ora ricorriamo ad un particolare artificio!" ... tutto per dimostrare la tesi oggetto di discussione. E alla fine con un bel sorriso come sempre col gesso metteva il suo CVD, come volevasi dimostrare. Tralasciando inutili conclusioni varie ed eventuali, semmai ci penserai tu, volevo invece parlarti di come io abbia in un certo qual senso messo la mano sul fuoco, infatti alla fine non l'ho potuta mettere. Nell'incubo ricorrente di cui ho già parlato ... mi sognavo di guidare e mi si chiudevano gli occhi, ma nonostante frenassi il mezzo non si fermava ... a caratterizzare il sogno come incubo era evidentemente la paura di andare ineluttabilmente a cozzare con gli alberi, dato appunto che non potevo aprire gli occhi, ma non so come né perché mi accorsi una volta che stavo sognando. E a tale presa di coscienza, ovviamente o anche no, cominciai ad accelerare anziché continuare a frenare quasi fossi sicuro che nulla potesse accadermi e che volessi proprio vedere. Ricorda un po' il "placet experiri" di Settembrini che dialoga con l'anseatico Castorp ne "La montagna incantata". Insomma, mi svegliai quasi indispettito per il gioco impeditomi. Aggiungici pure che poco dopo l'incubo scomparve, e proprio a cagione del mio voler giocare ... Mannaggia! Ma prima ancora vi fu un altro incubo ricorrente, ma questo era più particolare. Sognavo di avere la testa che era lì lì sul punto di scoppiare. Siccome mi opponevo in qualche modo a questo potenziale scoppio contenendomi la testa e arricciandomi, una volta decisi di abbandonarmi e dire "va ben, scoppi pure la testa", ma non ero consapevole di sognare. Il risultato fu che il mio corpo cominciò a roteare nel vuoto in modo anche piacevole e la testa non pulsava più. Ma anche in quella tipologia di incubo cominciai a svegliarmi ogni volta un po' indispettito e dopo poco scomparve. Però mi ricordo che quando mi svegliavo nel corso dell'incubo ero molto spaventato tanto che davo ancora per vera la sensazione del sogno, anche se effettivamente sembrava tutto ok ai miei occhi da sveglio; ma restava poi anche di giorno un alone di perplessità che invece nell'altro incubo era del tutto assente
Un saluto

Eutidemo

Citazione di: daniele22 il 01 Aprile 2023, 18:43:20 PM
Ciao Eutidemo, ti dirò che posso perdermi anche in discorsi almeno fintanto che ci si capisca. Posso darti anche parzialmente ragione riguardo al dogma non istituzionalizzato circa il Sé universale. Mi viene infatti a mente la mia professoressa di matematica, donna anziana per me che la guardavo, austera ed elegante nelle sue trattazioni in materia. Ebbene, costei nelle lezioni di geometria che riduardavano le varie dimostrazioni, ora non ricordo i casi specifici, ricorreva a volte ad una frase che alla mia mente suonava quasi magica ... "e ora ricorriamo ad un particolare artificio!" ... tutto per dimostrare la tesi oggetto di discussione. E alla fine con un bel sorriso come sempre col gesso metteva il suo CVD, come volevasi dimostrare. Tralasciando inutili conclusioni varie ed eventuali, semmai ci penserai tu, volevo invece parlarti di come io abbia in un certo qual senso messo la mano sul fuoco, infatti alla fine non l'ho potuta mettere. Nell'incubo ricorrente di cui ho già parlato ... mi sognavo di guidare e mi si chiudevano gli occhi, ma nonostante frenassi il mezzo non si fermava ... a caratterizzare il sogno come incubo era evidentemente la paura di andare ineluttabilmente a cozzare con gli alberi, dato appunto che non potevo aprire gli occhi, ma non so come né perché mi accorsi una volta che stavo sognando. E a tale presa di coscienza, ovviamente o anche no, cominciai ad accelerare anziché continuare a frenare quasi fossi sicuro che nulla potesse accadermi e che volessi proprio vedere. Ricorda un po' il "placet experiri" di Settembrini che dialoga con l'anseatico Castorp ne "La montagna incantata". Insomma, mi svegliai quasi indispettito per il gioco impeditomi. Aggiungici pure che poco dopo l'incubo scomparve, e proprio a cagione del mio voler giocare ... Mannaggia! Ma prima ancora vi fu un altro incubo ricorrente, ma questo era più particolare. Sognavo di avere la testa che era lì lì sul punto di scoppiare. Siccome mi opponevo in qualche modo a questo potenziale scoppio contenendomi la testa e arricciandomi, una volta decisi di abbandonarmi e dire "va ben, scoppi pure la testa", ma non ero consapevole di sognare. Il risultato fu che il mio corpo cominciò a roteare nel vuoto in modo anche piacevole e la testa non pulsava più. Ma anche in quella tipologia di incubo cominciai a svegliarmi ogni volta un po' indispettito e dopo poco scomparve. Però mi ricordo che quando mi svegliavo nel corso dell'incubo ero molto spaventato tanto che davo ancora per vera la sensazione del sogno, anche se effettivamente sembrava tutto ok ai miei occhi da sveglio; ma restava poi anche di giorno un alone di perplessità che invece nell'altro incubo era del tutto assente
Un saluto

Anche io, qualche volta,  faccio il sogno di guidare una vettura e di non riuscire a frenarla; è un sogno molto sgradevole. :(
Ho letto su un libro di psicologia che è un sogno determinato da un senso di insicurezza, e di "mancanza di controllo".
Un saluto :)

daniele22

Citazione di: Eutidemo il 02 Aprile 2023, 12:46:11 PMAnche io, qualche volta,  faccio il sogno di guidare una vettura e di non riuscire a frenarla; è un sogno molto sgradevole. :(
Ho letto su un libro di psicologia che è un sogno determinato da un senso di insicurezza, e di "mancanza di controllo".
Un saluto :)

Magari se ti capita un'altra volta potrebbe succedere che ti ricordi di questa conversazione e giri di colpo il volante! ... vai a sapere. Un saluto

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